Bettino CRAXI - Presidente del Consiglio Maggioranza
IX Legislatura - Assemblea n. 177 - seduta del 01-08-1984
1984 - Governo I Craxi - Legislatura n. 9 - Seduta n. 177
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , onorevoli colleghi , l' elemento che mi sembra di dover rilevare come il più importante e significativo, espresso dalla consultazione, dalla verifica tra i partiti della maggioranza, e poi emerso nel corso del dibattito di questi due giorni, riguarda la conoscenza, la consapevolezza della importanza della stabilità politica . noi abbiamo alle spalle una legislatura che è durata quattro anni e che ha visto succedersi quattro governi, che ha visto alternarsi, sia pure in una medesima area, quattro differenti formule politico-parlamentari. siamo all' inizio della IX legislatura repubblicana e l' obiettivo di una buona stabilità politica io penso debba essere perseguito con coerenza dalle forze politiche . c' è un grande bisogno di stabilità. è una richiesta che proviene dalla situazione economica , dalle condizioni in cui vivono le istituzioni, dalla necessità di imprimere all' azione di governo un carattere di continuità e di incisività, per poter fronteggiare le questioni che incalzano. per quale ragione avremmo dovuto aprire una crisi? su quale punto? per quali prospettive? la richiesta, per la verità, non è stata presentata né in buona sostanza né in buona forma, nel senso che la contestazione che viene rivolta al Governo da chi ha avanzato la richiesta di crisi non è stata corredata di tutti gli elementi convincenti che comprovassero un fallimento dell' azione del governo , né è stata corredata in senso positivo, come ha già avuto occasione di rilevare l' onorevole Bodrato, nel corso del suo intervento, da una proposta alternativa chiara. noi non potevamo concederci il lusso di una crisi, di una crisi nel vuoto, una crisi al buio , una crisi facile, una crisi senza un obiettivo politico, senza uno sbocco positivo possibile. le crisi nel vuoto, le crisi al buio sono il classico esempio e la classica espressione dell' instabilità, della precarietà e, in definitiva, della decadenza di un sistema. quindi questo luglio, a differenza di tanti altri mesi analoghi dell' estate politica italiana , è un luglio senza crisi. è un luglio nel quale si è svolta una verifica che si chiude positivamente. questo è importante perché segnali di difficoltà e, diciamolo pure, di logoramento all' interno della maggioranza parlamentare c' erano stati, ed erano stati anche preoccupanti. essi hanno trovato e trovano il modo di ricomporsi o di venir superati da una collegiale dichiarazione di volontà che viene realizzata attraverso questa verifica. certo che io trovo naturale che, se dovessero ripetersi o dovessero innestarsi nuovi processi di logoramento, difficilmente allora una coalizione ed una maggioranza resisterebbero al ritorno ripetuto di difficoltà interne troppo grandi. abbiamo condotto perciò una verifica essenzialmente politica ed essenzialmente programmatica; ed è ciò che doveva fare — per usare la formula suggerita dall' onorevole Battaglia — una coalizione che si fonda su una alleanza politica di programma. una verifica alla quale l' onorevole Zanone e l' onorevole Reggiani hanno rivolto un apprezzamento positivo; l' onorevole Formica ha voluto definirla saggia, mentre per l' onorevole Napolitano essa ha avuto un esito penoso e per l' onorevole Pazzaglia si è trattato solo di una verifica formale. per parte mia, debbo ringraziare tutti coloro che hanno voluto mettere in valore l' aspetto positivo e i risultati conseguiti dall' azione di governo , cogliendo nella relazione che ho presentato in apertura di questo dibattito anche gli elementi autocritici che non erano mancati; e ringrazio quanti si propongono di incalzare il Governo, ma con propositi costruttivi. d' altra parte, io penso che quando si dice che tutto va bene o che nulla va bene , una cosa è certa, è che chi è in difetto è solo la verità. il dibattito è scivolato in modo forse un po' troppo frettoloso sui problemi della politica internazionale . mi ci soffermo un attimo per dire che nessuno potrà sostenere che l' Italia è assente nella realtà internazionale. non lo è stata e non lo è in Europa, nel Mediterraneo, nel terzo mondo e nel grande dialogo internazionale. abbiamo attraversato un semestre difficile per la comunità economica europea e l' Italia ha attivamente lavorato per superare la situazione critica. abbiamo visitato le due capitali iberiche, Lisbona e Madrid, per confermare il forte sostegno italiano alla decisione di allargare la Comunità alla Spagna ed al Portogallo. di fronte ad un rumoreggiare di un asse Parigi-Bonn, noi abbiamo salutato con particolare soddisfazione la dichiarazione del presidente della Repubblica francese, secondo la quale il futuro dell' Europa e della costruzione europea dipende, certo, da un buon rapporto con la Gran Bretagna , ma fondamentalmente dalla stretta solidarietà e dalla funzione dei tre grandi paesi dell' Europa occidentale continentale: la Francia, la Germania e l' Italia. ci siamo sforzati di colmare lacune nell' ambito dei rapporti bilaterali e di affrontare situazioni critiche prima che divenissero ancora più critiche. ogni qual volta l' onorevole Andreotti, ed è la seconda volta negli ultimi mesi, si reca a Tripoli, il suo viaggio viene accompagnato da interrogativi angosciosi. noi siamo il primo partner commerciale della Libia, dove lavorano un gran numero di imprese e di tecnici italiani. la Libia ha un grande ventaglio di partner commerciali diretti o indiretti ad est come ad ovest. noi siamo interessati a chiarire questi nostri rapporti, non vogliamo avere guerre alle porte di casa e dobbiamo cercare di fare il possibile perché attraverso un' azione politica e diplomatica i rapporti della Libia, non solo con noi, ma con altri paesi, vicini e lontani, tendano a normalizzarsi. ciò che non è allo stato delle cose , ma ciò che deve poter essere. abbiamo colmato delle lacune. il presidente del Consiglio italiano si è recato a discutere dei problemi bilaterali, ma anche delle minoranze etniche di lingua tedesca e di cittadinanza italiana, per la prima volta dopo 103 anni, nella capitale austriaca; abbiamo altresì manifestato interesse anche a nuovi rapporti con un piccolo paese abbastanza sconosciuto come l' Albania, che è nostro dirimpettaio. abbiamo seguito la direttiva presente, preannunciata nel programma del Governo e da me illustrata all' atto della presentazione del Governo alle Camere e precisamente quella di cercare i migliori rapporti possibili con tutti i paesi vicini e con tutti i paesi rivieraschi del Mediterraneo. abbiamo trovato una porta socchiusa ad est, abbiamo compiuto dei viaggi sia nella capitale ungherese sia in quella della Germania orientale come messaggeri di pace...... e a Berlino est abbiamo se non altro abbattuto il muro della diffidenza, nella speranza che anche altri muri un giorno o l' altro vengano abbattuti. vorrei sapere qual è il sentimento diverso e più nobile che possiamo nutrire se non quello della speranza che la pace si consolidi, che la comunicabilità tra i popoli dell' Europa diventi più grande e che lungo la strada possano avviarsi evoluzioni e trasformazioni che possano farci guardare con minor diffidenza, e in qualche caso con minore ostilità, a regimi che sono tanto diversi dal nostro. siamo stati messaggeri di pace in questi paesi, abbiamo intessuto dei dialoghi che erano dominati dallo spirito della pace e da un desiderio sincero di pace. non siamo stati accolti come guerrafondai, ma come interlocutori attivi di un dialogo che tende a ricostituire dei margini di fiducia tra est ed ovest, quali sono necessari per riaprire processi negoziali interrotti, paralizzati o solo progettati e non ancora avviati. nel corso di quest' anno la tensione non è aumentata in modo terrificante, come talvolta la si dipinge, preferendo illustrare gli scenari internazionali sempre sull' orlo della catastrofe mondiale, il che fortunatamente non è; e tuttavia abbiamo attraversato e siamo tuttora in un periodo di stagnazione delle relazioni internazionali. l' opinione che ci siamo fatti, confrontandola anche con i nostri alleati in più occasioni, è che ci troviamo di fronte ad un interlocutore — l' Unione Sovietica — che probabilmente considera quelle attuali condizioni non favorevoli per la ripresa dei negoziati, e guarda probabilmente al di là delle elezioni presidenziali americane, e forse calcola di non dovere o di non potere compiere alcun atto che possa in qualche modo avvantaggiare l' amministrazione repubblicana uscente, in competizione elettorale con la sua opposizione. comunque stiano le cose, si è toccato con mano che le condizioni in questo momento sono assai poco favorevoli. lo dimostra il fatto che, rispetto al negoziato sulla questione delle armi di teatro in Europa, ci troviamo di fronte ad una pregiudiziale sovietica che certamente non è realistica: quella di richiedere come condizione pregiudiziale per la ripresa del negoziato la rinuncia alle precedenti decisioni e lo smantellamento dei sistemi missilistici installati dopo il fallimento del negoziato. tutti vedono a occhio nudo che si tratta di una richiesta non realistica; e poiché tutto si può dire dei sovietici tranne che non siano dei realisti, non resta che dedurre che non ritengono questo il momento più favorevole per aprire un negoziato. questo naturalmente non ci esimeva e non ci esime dal dovere di sondare quali possano essere le condizioni più favorevoli e quali le metodologie più spedite tali da consentire domani una ripresa fruttuosa del negoziato. è per questo che io stesso mi sono spinto, in un' occasione politica internazionale , a Lisbona, a ipotizzare le condizioni perché un negoziato possa riprendere. ricordo perfettamente che quelle considerazioni e quelle ipotesi sollevarono una serie di affannate richieste di chiarificazione e di spiegazione, che non furono ugualmente ripetute all' indirizzo del presidente degli USA quando, poche settimane dopo, a Dublino, si mosse nella stessa direzione, svolgendo le medesime considerazioni. lungo la stessa strada si è mosso il presidente di una repubblica che è membro del Patto di Varsavia , cioè il presidente rumeno Ceausescu, senza per questo sbloccare una situazione che, allo stato delle cose , appare ancora bloccata. noi guardiamo con fiducia alla possibilità che l' anno prossimo torni ad essere un anno di dialogo e di negoziato. saranno presenti probabilmente allora le condizioni che non sono presenti oggi; sarà più chiara la volontà e la responsabilità di tutti, e anche l' indirizzo della nuova leadership sovietica. siamo certamente in ritardo nella nostra politica per la cooperazione. i dati denotano che siamo ancora al di sotto della media europea, anche se partiamo, come sapete, da uno 0,08 nel 1979 per arrivare ad uno 0,17 nel 1980, che dovrebbe raggiungere lo 0,30 nel 1985 e, secondo gli impegni assunti, lo 0,70 del prodotto nazionale lordo entro il decennio. quest' anno si arriverà ad uno stanziamento di tremila miliardi, salvo aggiunte che il Parlamento ed il Governo dovessero decidere in considerazione di specifiche ulteriori esigenze. non è risolto il problema di una soddisfacente organizzazione della nostra politica della cooperazione. penso che siamo in questo senso in ritardo, ma l' idea di un commissario di rango politico cui attribuire responsabilità e poteri per interventi di urgenza, nel campo alimentare e sanitario in primo luogo, è un' idea di accelerazione che non sarebbe giusto sottovalutare. onorevole Pannella, non c' è né inimicizia né disprezzo verso la posizione dei radicali; al contrario c' è sensibilità, apprezzamento ed amicizia e c' è il desiderio di fare meglio ed in modo più soddisfacente. il Governo non intende attribuirsi meriti che non sono suoi, e quindi qualcuno che voglia fare più esattamente il calcolo dei meriti lo faccia (sto parlando della situazione economica ); io voglio solo osservare che, se l' inflazione nel mese di luglio dell' anno del Signore 1984 fosse rimasta sui livelli del luglio 1983, si sarebbe certamente alzato qualcuno, uno si sarebbe alzato a dire che non abbiamo fatto quello che dovevamo fare... l' ho detto all' inizio: si sarebbero alzati molti e diversi...... per dire che ci eravamo illusi che la politica della gradualità potesse ottenere dei risultati, e che invece bisognava avere il coraggio delle scelte traumatiche. oppure si sarebbe alzato un altro a dire che si è così dimostrato...... che la decisione sul decreto era perfettamente inutile, che non avrebbe avuto nessuna influenza perché l' inflazione non è scesa di un punto. e poi si sarebbe alzato un altro a formulare un' altra diversa critica. sta di fatto che sul conto del Governo sarebbe stato messo un punto nero piuttosto visibile. e se il deficit dello Stato fosse debordato dalle previsioni in una misura selvaggia, così com' è capitato in altre occasioni, si sarebbe alzato almeno uno a mettere sul conto del Governo un altro punto nero vistoso; e se la produzione non fosse ripresa ad un ritmo che è tra i più intensi tra quelli che si stanno rilevando in Europa in questo momento, avremmo avuto la critica che non avevamo saputo agganciare la ripresa italiana alla ripresa internazionale. non desidero entrare in una disputa con l' onorevole Napolitano sulla questione che riguarda la difesa del potere di acquisto ed il valore reale dei salari. avremo modo di parlare un po' meglio alla fine dell'anno , quando, io spero e mi auguro, queste tendenze saranno consolidate e confermate, mentre ciò non è assolutamente certo. avremo modo di fare esattamente i conti per vedere se è giusto o non è giusto affermare che i salari hanno subito dei tagli o affermare che i salari non hanno perduto una lira ed il potere di acquisto dei salari è stato interamente difeso. secondo i conti di cui posso disporre (e non li ho fatti io), i salari risultano in aumento... trovo giusta invece la critica all' eccessivo ottimismo con il quale fu messa la parola « improrogabile » sulla questione della Cassa per il Mezzogiorno , mentre siamo di fronte ad una nuova richiesta di proroga. considero — lo ripeto — la critica giusta; c' è un ritardo che ritengo grave, e che deve essere colmato, ed il Governo si impegnerà a fondo in questo senso. ci sono state da molte parti nel corso della discussione sottolineature alle quali mi voglio riferire per esprimere il mio pieno consenso e il mio pieno sostegno. una è quella fatta dall' onorevole Zanone a proposito della necessità che la difesa dell' ambiente e la politica dell' ecologia non siano considerate come una cenerentola priva di poteri e di strumenti per poter agire efficacemente secondo precise finalità. altra sottolineatura è quella fatta dall' onorevole Reggiani a proposito dei problemi della casa. giusto anche il richiamo fatto dall' onorevole Battaglia al testo degli accordi, per quanto riguarda la strumentazione del controllo della spesa, che ha un rilievo governativo, ma anche un rilievo che investe la responsabilità della maggioranza parlamentare e del Parlamento nel suo insieme. condivido anche il rilievo fatto dall' onorevole Formica all' anomalia persistente dell' alto costo del denaro , e quello dell' onorevole Bodrato, rivolto a sottolineare l' impegno fondamentale che ci aspetta, che deve essere un impegno di chiarezza di obiettivi e di coerenza in relazione alla nuova legge finanziaria . da parte della maggioranza è giunta una risposta ed una affermazione positiva rispetto ai problemi della propria coesione, della necessità di una maggiore solidarietà e di un maggior spirito di collaborazione. ma le dichiarazioni della maggioranza, che sono state un atto di responsabilità democratica, frutto di una riflessione, delle esperienze fatte e delle prospettive che abbiamo di fronte, di questo grande lavoro che aspetta il Parlamento della Repubblica; le dichiarazioni della maggioranza — dicevo — rivolte all' opposizione parlamentare non pare che abbiamo suscitato particolare interesse. forse è troppo presto per dirlo; forse bisognerà dare un giudizio più completo nell' occasione di prove impegnative e in momenti che richiameranno la responsabilità qualificante delle forze politiche . tuttavia, quando le posizioni sono molto distanti occorre sempre molta misura, molta prudenza e molto equilibrio nelle valutazioni e nelle espressioni. il miglioramento dei rapporti si realizza nella reciprocità. la maggioranza ha espresso con chiarezza la sua volontà, e penso che fino a quando sarà tale, cioè una maggioranza politica, non si presenterà a nessun appuntamento e a nessun dialogo con le mani alzate. onorevole Pazzaglia, lei ha usato — se mi consente — parole dure, ma argomenti molli. in ogni caso, posso assicurarle che nessuna idea o proposta concreta verrà bocciata solo perché scaturita fuori dal nostro recinto. per quanto riguarda la situazione degli italiani all' estero, il Governo ha presentato al Parlamento due disegni di legge per l' istituzione di comitati dell' emigrazione italiana e per l' anagrafe dei cittadini residenti all' estero; quest' ultimo è, comunque, un presupposto essenziale, così come la nuova legge sulla cittadinanza, per giungere a definire la questione del diritto di voto per gli italiani all' estero, il cui provvedimento è in avanzata fase di studio. l' onorevole Capanna non ci ha aiutati molto a capire che cosa esattamente vuole e che cosa esattamente propone, perché si diano risposte non elusive e non di astratto principio alle questioni concrete che investono e travagliano il mondo del lavoro , prima tra queste quelle dell' occupazione. si può certamente fare dell' ironia polemica, poco incisiva e poco convincente, sul fatto che l' Italia abbia proposto al vertice di Londra, ai maggiori paesi industrializzati del mondo, di tenere l' anno prossimo una conferenza internazionale in Italia sui problemi dello sviluppo tecnologico e della nuova occupazione. sta di fatto che alcuni paesi industrializzati hanno trovato la chiave per far coincidere il rinnovamento tecnologico, la ripresa dello sviluppo, con la creazione di nuovi posti di lavoro ; sta di fatto che l' Europa occidentale — una delle aree più colte, più ricche, più evolute, più moderne del mondo — questa chiave non l' ha trovata ed è alle prese con un' imponente disoccupazione. tutto questo deve indurci a conoscere meglio la realtà ed i problemi nuovi che si pongono, per predisporsi ad una battaglia che sarà di medio-lungo periodo, giacché nessuno si illude sulla possibilità di risolvere questo problema in modo soddisfacente, a tambur battente e con misure miracolose e miracolistiche. questa riflessione deve essere condotta per capire per quale ragione ciò che è avvenuto altrove non può avvenire anche in Europa; per capire ciò che dobbiamo fare per allargare la base produttiva ed incrementare lo sviluppo, per accelerare la formazione professionale ed allargare il ventaglio delle specializzazioni, per introdurre tutti quegli elementi di flessibilità di cui abbiamo parlato ripetutamente, ma ancora non sono presenti nella realtà; per realizzare la grande modernizzazione dei servizi nell' era di una terza rivoluzione industriale, per potenziare la Pubblica Amministrazione , incrementando in modo non assistenzialistico e non vuoto, gli organici; per realizzare minori rigidità e fissare orientamenti efficaci per una società in cui è presente una sacca di disoccupazione, come tutti sappiamo, preoccupante. onorevoli colleghi , la stabilità serve all' economia, al mondo della produzione, al mondo del lavoro ; serve anche alla moralità pubblica, per individuare aree infette ed indagare su vicende del passato, ove necessario. ciò che posso dire è che negli apparati pubblici più delicati non vi sarà difetto di vigilanza e che l' autorità dello Stato non sarà sopravanzata da poteri illegittimi! il Governo, per quanto lo riguarda, sulle materie che hanno costituito oggetto di inchieste parlamentari si atterrà scrupolosamente alle direttive del Parlamento. la lettura di un elenco lungo, per necessità ed obiettività, di disegni di legge presentati dal Governo al Parlamento, e di altri progetti che sono di iniziativa parlamentare e riguardano una vasta congerie di materie, è stata accompagnata da qualche confuso rumorio che mi è difficile interpretare, perché così stanno le cose: cioè a dire, il Parlamento, consumato il suo primo anno ed avendo di fronte a sé praticamente ancora tutto il resto della legislatura, ha una riflessione importante da compiere. non vi è eccesso di leggi; sappiamo quante altre materie, quanti altri problemi attendono interventi legislativi. quindi il problema di una riflessione democratica, responsabile, esiste e deve essere portato a termine, penso, per giungere non a misure che soffochino in nessun modo i diritti di nessuno, ma per giungere al massimo di razionalizzazione possibile, al massimo di semplificazione possibile, al massimo grado di democrazia libera e governante possibile. ringrazio la maggioranza della Camera che, garantendo con il suo voto ed il suo sostegno la continuità dell' azione del governo , incoraggiando in tal modo la stabilità politica , rende un importante servizio alla democrazia ed al paese.