Giulio ANDREOTTI - Ministro degli Affari Esteri Maggioranza
IX Legislatura - Assemblea n. 147 - seduta del 06-06-1984
Sul progetto di trattato istitutivo dell'Unione europea
1984 - Governo I Craxi - Legislatura n. 9 - Seduta n. 147
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , vorrei prendere atto che sulla sostanza delle dichiarazioni da me rese stamane, cioè sulla volontà del Governo non solo di adottare il testo del progetto di Unione Europea pervenuto dal Parlamento europeo , ma anche di farsi promotore, fin dal prossimo Consiglio europeo di Fontainebleau, di una procedura celere affinché questo progetto sia adottato anche dagli altri governi e portato alla ratifica degli altri parlamenti, su questo che è il punto centrale della discussione di stamane, sembra che possa essere rilevata con grande soddisfazione una convergenza unanime, almeno da parte di coloro che hanno preso la parola. i testi che abbiamo dinanzi, pur essendo formulati in modo lievemente diverso, mi pare convergano nel ritenere che la Camera, come ha già fatto il Senato della Repubblica , condivide il progetto di Unione Europea ed impegna il Governo, con le procedure che devono essere sviluppate (trattandosi di un trattato internazionale che modifica, ampliandolo e migliorandolo, l' insieme delle norme dei trattati di Roma ), a seguire tutte le possibili vie per una adesione da parte degli altri paesi. i sintomi registrati finora sono positivi, anche se dobbiamo dire che le proposte del presidente Mitterrand sono venute quasi improvvisamente rispetto ad un atteggiamento che, in sede di Consiglio dei ministri degli Esteri della Comunità, il rappresentante della Repubblica francese aveva avuto su questo tema. noi pensiamo che si tratti di una base molto importante, su cui occorra lavorare, e riteniamo che nello stesso Consiglio europeo occorra fare in modo che si esca dalle secche degli ultimi due consigli europei arenatisi, prevalentemente, su una questione di richiesta di un cosiddetto (e, a mio avviso, mal detto) giusto ritorno, e si possa dare in via pragmatica, come è stato fatto in passato, una soddisfazione perequativa al Regno Unito , ma senza modificare quella che è l' attuale struttura della finanza, del bilancio della Comunità. su questo — e vorrei ripeterlo — noi riteniamo che occorra insistere (del resto, era stata la proposta della commissione che l' Italia aveva appoggiato) perché le risorse proprie della Comunità vengano portate ad un livello che renda credibili i progetti di nuove politiche che altrimenti rimarrebbero nell' ambito delle buone intenzioni. poiché abbiamo tutti convenuto, anche nell' odierna discussione, che non si tratta soltanto di qualcosa che può migliorare il sistema, ma di qualcosa che è condizione essenziale sia per l' ammodernamento dei nostri apparati produttivi, sia — di conseguenza — per riassorbire la disoccupazione e non crearne di nuova, torneremo ad insistere in sede di Consiglio perché l' aumento delle risorse proprie non sia limitato a quella cifra (lo 0,4 per cento ) che coprirebbe soltanto la lievitazione dei valori monetari, impedendo di affrontare i problemi delle politiche nuove. quanto alle risoluzioni, ritengo che il Governo possa accettarle tutte e tre, poiché, con motivazioni in parte differenti, si arriva ad un' unica conclusione. la logica parlamentare vorrebbe essere quella di una unificazione dei testi, ma so bene che vi sono copyright politici che hanno il loro valore... ritengo, dunque, che i documenti si possano anche votare in maniera diversa, secondo quanto riterrà opportuno la presidenza. quel che conta è che risulti chiaro all' esterno di quest' Aula che sull' accettare il progetto di Unione Europea venutoci dal Parlamento europeo la Camera dei Deputati è, come io ritengo, unanime.