Luigi BERLINGUER - Deputato Opposizione
IX Legislatura - Assemblea n. 138 - seduta del 18-05-1984
Conversione in legge del decreto-legge 17 aprile 1984 n. 70, concernente misure urgenti in materia di tariffe, di prezzi amministrati e indennità di contingenza.
1984 - Governo I Craxi - Legislatura n. 9 - Seduta n. 138
  • Attività legislativa

signor presidente , onorevoli colleghi , la sfiducia che esprimo a nome del gruppo del partito comunista italiano ha innanzitutto il significato di protesta e di condanna nei confronti di una richiesta priva di ogni giustificazione e che si presenta come un pesante sopruso e una prevaricazione gravissima, non solo verso i diritti dell' opposizione, ma verso l' intero Parlamento, compresa la stessa maggioranza! il meccanismo decreto-fiducia era già, nella fase precedente, una scelta inaccettabile perché, dopo aver privato le parti sociali del fondamentale diritto alla libera contrattazione, espropriava le Camere della loro funzione essenziale nel processo di definizione delle leggi; ma ora non è possibile nemmeno invocare un ostruzionismo in atto né prevedibile, giacché la questione di fiducia è stata posta dopo che tutte le opposizioni avevano ridotto gli emendamenti alle questioni essenziali e ad un numero assai limitato. del resto, lo stesso ministro per i Rapporti con il Parlamento , ed altri esponenti della maggioranza, hanno riconosciuto apertamente, con onestà, che la fiducia non poteva più essere motivata come un' esigenza tecnica per fare fronte all' ostruzionismo. qual è dunque il significato della posizione della questione di fiducia ? è forse — come è stato detto — la difesa di uno strumento considerato essenziale ed immodificabile ai fini della manovra economica del Governo? ma le previsioni che erano alla base di quella manovra sono già saltate, per quanto riguarda l' andamento dei prezzi, delle tariffe e gli scatti della contingenza, rendendo ancor più evidente l' iniquità del taglio d' autorità dei salari e degli stipendi, e l' inefficacia economica dei provvedimenti governativi, sia per la proclamata lotta all' inflazione, sia per un generale controllo delle indicizzazioni. è del tutto probante, a questo riguardo, l' osservazione del dottor Baffi, che ha messo in luce che le rendite finanziarie hanno dato, nell' ultimo anno, interessi reali oltre il 100 per cento . quindi, questo tipo di indicizzazione non è stato colpito, né si vuole colpirlo! una riflessione attenta, da parte del Governo, sull' evoluzione della situazione economica dopo l' emanazione del decreto legge , avrebbe dovuto portare a non insistere su di esso — altro che secondo voto di fiducia ! — ed a riaprire un confronto vero e serio sia con le parti sociali , sia con il Parlamento, opposizione e maggioranza; invece, con la fiducia, voi dimostrate di non voler prendere in considerazione nemmeno quelle proposte di modifica al testo avanzate da tutti i sindacati, per l' attuazione almeno di alcuni dei precisi impegni assunti con il noto protocollo. la vera e sola ragione di questa seconda richiesta di fiducia è del tutto politica: resosi conto che ampi settori della maggioranza erano aperti a determinate modifiche, il vertice governativo ha voluto bloccare ogni libera dialettica non solo con l' opposizione, ma nella sua stessa maggioranza; e c' è chi osa presentare questa condotta come indicativa di una capacità di decidere e di governare! ma in questo modo, con la testarda insistenza su questo decreto legge , si è finito e si finisce per l' impedire alle Camere ed allo stesso Governo di discutere i veri problemi del risanamento economico e finanziario; in questo modo non solo si porta al massimo l' inasprimento dei rapporti con l' opposizione, con la quale non si è fatto e non si fa il minimo sforzo per creare le condizioni elementari di un positivo dialogo, ma si stravolge lo stesso rapporto per la maggioranza, cui si chiede non il consenso — quel consenso che è indispensabile per qualsiasi opera di Governo — , ma atti di disciplina e di obbedienza; in caso contrario, si minacciano crisi politiche ed irrimediabili, si esercitano ricatti — i più vari — e si lanciano oscuri avvertimenti. ebbene, no! un paese come l' Italia, con una società così complessa, con una vita politica così articolata, con una democrazia pluralista, non può davvero essere governato con gli indirizzi, la mentalità ed i metodi che sono venuti caratterizzando l' attuale ministero! quando ci si ostina sulla strada degli atti prevaricatori, non si decide e non si conclude nulla, e si accrescono anzi la confusione, la paralisi e le tensioni, in tutti i campi, a cominciare dal Parlamento: ora, onorevoli colleghi , una cosa è rilevare — anche noi lo facciamo — le disfunzioni delle nostre istituzioni e realizzare tempestivamente rimedi adeguati, altra cosa è rovesciare le responsabilità delle incapacità del Governo e delle contraddizioni della maggioranza sul Parlamento, e ledere le sue prerogative e le sue funzioni! ancora più grave, poi, è svolgere un' agitazione tesa a sollecitare, e da farsene forti, umori e tendenze che mettono in discussione i capisaldi della democrazia rappresentativa . viene da tutto ciò il nostro allarme, la preoccupazione più viva per gli esiti ai quali possono condurre gli indirizzi e le pratiche di Governo che hanno ora la loro ultima sconcertante espressione nel ricorso, del tutto immotivato, ad un nuovo voto di fiducia sul decreto legge . non sappiamo quale potrà essere l' esito di questa specifica vicenda, ma è chiaro, è certo, che la battaglia che continueremo a condurre con la massima decisione nelle Camere e nel paese è diretta non solo contro questo pur gravissimo atto del Governo, ma è anche parte di una lotta più generale, volta ad arrestare le deformazioni e le tendenze in senso autoritario del nostro sistema politico . noi non tollereremo che il Parlamento sia ridotto a macchina di voti di fiducia per il Governo in carica , e che, al di fuori di tale destino, non ci sia altro che il suo scioglimento! il Parlamento può essere riportato a funzionare; il Parlamento può legiferare democraticamente; il Parlamento può esprimere altri governi! rivolgiamo il nostro appello unitario, accorato, ai lavoratori, ai cittadini, ai compagni socialisti, ai colleghi di tutti gli altri gruppi; si tratta di salvaguardare conquiste e valori della democrazia italiana che sono patrimonio comune di tutti i partiti democratici, che sono il fondamento del patto costituzionale. siamo giunti, onorevoli colleghi , ad un punto tale che ogni forza politica democratica dovrebbe sentire — come noi sentiamo — l' imperativo urgente — verso cui, del resto, autorità altissime in questi giorni stimolano il nostro Parlamento — e l' imperativo è: torniamo alla Costituzione. a questo dovere, noi comunisti risponderemo con tutte le nostre forze, con vigore e con pieno senso della nostra funzione e della nostra responsabilità nazionale.