Achille OCCHETTO - Deputato Maggioranza
IX Legislatura - Assemblea n. 138 - seduta del 18-05-1984
Sul conflitto vietnamita, sulle dimissioni dell'ambasciatore Fenolea e sulla situazione del medio oriente
1984 - Governo III Moro - Legislatura n. 4 - Seduta n. 682
  • Attività legislativa

signor presidente , onorevoli colleghi che siete qui presenti in Aula, è in primo luogo per questa presenza che voglio ringraziarvi, perché anche questa è testimonianza di una assurdità che ormai dura da molto tempo, un esempio importante di attaccamento al Parlamento italiano, una testimonianza significativa della volontà di difesa di questa istituzione così maltrattata in questi ultimi tempi da più parti e purtroppo dall' organo che dovrebbe rispettarla più di ogni altro, cioè dall' Esecutivo, anche se non voglio enfatizzare oltre misura il significato ed il valore degli attacchi che sono stati compiuti negli ultimi tempi perché, evidentemente, nessuno di noi crede che attorno a questa Aula, attorno al Parlamento, ci siano i bivacchi di manipoli pronti ad assaltare le istituzioni. è tuttavia indubbio, ed è questa la colpa più grave dei gruppi dirigenti del nostro paese e del Governo, che in tutti questi mesi ci si sia comportati come apprendisti stregoni di forze che potrebbero essere evocate ed anche incoraggiate e che potrebbero passare in seguito al discredito che viene gettato sulle istituzioni democratiche del nostro paese; c' è la colpa di aver fatto gli apprendisti stregoni e per questo, prima di discutere della fiducia che si possa dare a questa compagine governativa, io vorrei dire che i nostri governanti dovrebbero innanzi tutto imparare a controllare il linguaggio e cioè a distinguere, diciamo, tra le colpe della politica, le colpe dei partiti, le colpe fondamentali del Governo e le istituzioni, le quali invece vanno salvaguardate costantemente dinanzi all' opinione pubblica come le pupille dei nostri occhi, istituzioni che è sempre più necessario difendere di fronte ad una opinione pubblica che, a poco a poco, può non comprendere il grande valore delle conquiste che sono state fatte nel corso di questi decenni. ecco perché ho dieci buoni motivi per negare la fiducia a questo Governo, direi un motivo per ogni minuto a disposizione. se avessi a disposizione venti minuti, avrei venti buoni motivi per negare la fiducia al Governo. il primo motivo consiste nell' uso scriteriato della decretazione d' urgenza , un uso che contraddice la Carta Costituzionale , dal momento che l' urgenza non sussiste in alcun modo. infatti, mentre il decreto si muove in una direzione, l' inflazione si muove in direzione totalmente opposta. inoltre non si è sentita la stessa urgenza di fronte a fatti che, costituzionalmente, l' avrebbero invece giustificata, quali le calamità naturali, i terremoti, la lotta alla mafia e alla droga, su cui potrebbe esercitarsi la volontà di intervento e di decisione dell' Esecutivo. invece (ed io mi rallegro con i nostri governanti) ci siamo trovati dinanzi a quella che chiamerei una novità della dottrina economica, novità per la quale l' inflazione viene considerata come la grandine, cioè come un evento del tutto imprevedibile. il secondo motivo è che ci siamo trovati di fronte alla decretazione d' urgenza su un problema che è di fondo, strutturale, e quindi ci siamo trovati dinanzi alla colpevole rinuncia ad aggredire lo zoccolo strutturale dell' inflazione, cioè a colpire le rendite, i parassitismi che impaniano tutta la vita economica del nostro paese, a colpire la finanziarizzazione della nostra economia attraverso un linea volta a spostare ingenti risorse dalle rendite agli impieghi produttivi. il terzo motivo della mia contrarietà sta nel fatto che, invece di colpire l' evasione fiscale , ancora una volta si è cercato e si cerca di colpire il salario, il lavoro dipendente . e qui vorrei fermarmi un attimo perché la questione dell' evasione fiscale non è un fatto tecnico (vorrei ricordarlo all' onorevole Visentini), al quale i governanti possono assistere quasi fosse un dato di natura che li stupisce di volta in volta nel momento in cui essi pubblicano i loro libri bianchi. no, l' evasione fiscale è un fatto scellerato, direi anzi che rappresenta uno scambio scellerato tra certi settori della vita politica e certi settori della vita sociale, per cui si chiede il consenso in cambio del diritto, della libertà all' evasione fiscale . il quinto motivo è che, così facendo, evidentemente si alimenta il sovversivismo delle classi dominanti (sì, il sovversivismo!) perché si difende chi colpisce alla base il patto, il contratto sociale. infatti abbiamo oggi in Italia la situazione drammatica secondo la quale del lavoro dipendente , quello su cui si regge la stessa possibilità di costruire le strade, gli ospedali, le scuole, di tutto questo tessuto della vita sociale, usufruiscono anche gli evasori fiscali, coloro che non pagano, le classi possidenti. il sesto motivo, signori del Governo, consiste nel fatto che voi non avete alcun alibi (quasi che da parte nostra ci fosse stata una posizione corporativa, limitata, di pura difesa di una parte della società), dal momento che non avete accettato la politica di tutti i redditi da noi proposta. in sostanza, non avete compreso la grande novità della proposta fatta dal partito comunista , da un partito operaio e popolare, il quale per la prima volta — se non vado errato — presenta come base di discussione, su cui impiantare tutta la politica economica , una proposta che avrebbe fatto felice il vecchio La Malfa : quella di una discussione seria su tutta la politica dei redditi . altro che opposizione pregiudiziale al Governo Craxi! a quale altro governo avevamo dato questa possibilità di discussione, per affrontare in termini nuovi il problema dell' uscita della crisi? il settimo motivo sta nella pretestuosità di questa volontà pervicace, reiterata, di imbrigliare l' opposizione e il Parlamento. abbiamo infatti capito tutti (anche da dichiarazioni che sono venute dall' interno della maggioranza; valga per tutte quella dell' onorevole Rognoni) che, in sostanza, si è voluta imbrigliare la maggioranza. ed allora come può avere, pretendere, chiedere la fiducia un Governo che ha paura della sua stessa maggioranza? voi in realtà avete impedito la libera dialettica parlamentare; voi avete impedito persino che potessero essere affrontati temi che erano stati sollevati dal movimento dei lavoratori; voi avete impedito che si discutessero gli emendamenti dei sindacati; voi avete bloccato il Parlamento, lo avete imbavagliato e non avete alcun diritto di chiedere la fiducia. l' ottavo motivo per il quale non avete il diritto di chiedere la fiducia (ed è il motivo per me più preoccupante per le prospettive stesse di tutta la vita politica del nostro paese) sta nel fatto che questa, ormai, è una compagine dominata da quello che io chiamo trasformismo concorrenziale. propongo cioè una nuova categoria di interpretazione della vita del nostro paese che non ha nulla a che vedere con un uso moralistico del termine « trasformismo » , sulla quale ritengo occorra discutere. in che consiste questo trasformismo concorrenziale? consiste nella scelta prioritaria di un' autodifesa di ogni partito come ceto politico separato e, quindi, della valutazione del significato dei partiti come partiti pigliatutto, che si escludono da una valutazione oggettiva della loro funzionalità nella società, che mettono in ombra caratteristiche coerenti nella definizione dei propri programmi e che cercano il consenso indipendentemente dalla coerenza politico-programmatica. li illustro brevemente, signor presidente . il nono motivo, quello che mi sembra il più importante, è che non c' è decisionismo. e un errore parlare di decisionismo (e noi non siamo contrari alla decisione), ma la verità è che, in questo Parlamento, si è capovolto tutto: quella che dovrebbe essere materia del legislativo è stata fatta oggetto di decisionismo, mentre quella che dovrebbe essere materia di intervento dell' Esecutivo (la lotta contro l' evasione, la droga, la mafia) è invece oggetto di indecisionismo da parte dell' Esecutivo medesimo. per non parlare poi della lotta contro le famose tangenti a cui lei, signor presidente , si è giustamente riferito in alcune occasioni. il decimo motivo — ed ho finito — è che tutti questi motivi ci richiedono non soltanto di non dare la fiducia, ma di cominciare a lavorare per sgombrare il campo da questo Governo, per aprire una fase nuova, per ristabilire la vera fiducia, che è quella tra istituzioni e popolo, tra istituzioni e paese, per ristabilire la convivenza civile, per ristabilire corretti rapporti nella società, per togliere di mezzo un Governo, dannoso direi per gli stessi socialisti, che devono distinguere la loro sorte da quella di questo Governo per aprire una vera fase costituente sulla base di un nuovo Esecutivo che rimetta insieme la possibilità stessa di convivenza delle forze politiche e riapra quindi per davvero la stagione delle grandi riforme istituzionali .