Marco PANNELLA - Deputato Astensione
IX Legislatura - Assemblea n. 116 - seduta del 27-03-1984
1984 - Governo III Fanfani - Legislatura n. 3 - Seduta n. 326
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , signor vicepresidente del Consiglio , rappresentanti del Governo, se non fosse per altro, il nostro intervento di radicali (ha già parlato il tesoriere del partito, Rutelli, e lunedì prossimo parlerà il segretario) dovrà essere necessariamente umile, perché abbiamo una responsabilità molto grave: il nostro è l' unico partito che da venti anni, attraverso le obiezioni di coscienza politiche, attraverso gli arresti dei suoi maggiori dirigenti, attraverso il dar corpo e significato politico al non uccidere, al voler fondare la politica ed il diritto internazionale sulla non violenza e sul dialogo, ha lottato contro il confronto che oggi ancora si pone in modo vecchio e desolante per ciascuno dei protagonisti e degli antagonisti: che venga dal Governo o venga dai miei compagni dell' opposizione, tutto questo è infatti sterile e vecchio, non riesce ad avere nessun quoziente di creatività. quante volte udiamo in Parlamento: « sono venti anni che lo diciamo... » , « veniamo da lontano » , « da cinquant' anni lottiamo in quella direzione... » . quando sento tutto ciò, io rispondo: « ebbene, vergognatevi un po', o dimettetevi » . che cosa, infatti, vi e ci autorizza a sperare che quello che inutilmente da dieci, venti o da quaranta anni abbiamo proposto si possa realizzare, che l' intelligenza delle cose che pretendiamo di avere e che non è riuscita a mutarle potrà domani, potrà oggi, nel presente, consentire di mutarle? è un limite, l' aver avuto ragione (o il credere di aver avuto ragione) da troppo tempo. ecco quindi il sentimento di umiltà che, per quel che ci riguarda, riteniamo di dover manifestare in questo dibattito. disarmo unilaterale, antineutralismo, non violenza e non neutralismo, politiche di difesa e non violenza , dialogo e iniziativa politica come via migliore di un Governo possibile della vittoria contro gli avversari della pace e della libertà; denuncia dell' inadeguatezza del perimetro ideologico, teorico e pratico di coincidenza tra difesa militare e difesa del territorio e della propria vita; denuncia — e fu costosa, fu dolorosa personalmente, per alcuni di noi, nel 19591962, in un divorzio per noi umanamente costoso da Bertrand Russell , dal canonico Collins, nel momento in cui si affermava il CND inglese e le forze pacifiste che ad esso si collegavano; e noi eravamo con loro, allora — dell' antinuclearismo come posizione in realtà sterile e sbagliata, destinata a fondare il pacifismo sulla forza dell' angoscia e della paura, e non su quella della speranza, quindi inane ed inutile. e, dopo quel divorzio, vedere le feste di milioni di marciatori, allegri e felici, in tutta la Gran Bretagna , con Bertrand Russell , con il canonico Collins (non con Lambrakis, che con noi assunse, sei mesi prima del suo assassinio, la stessa nostra posizione), e vedere proprio la Gran Bretagna di queste grandi marce di molti milioni di persone, senza pullman, senza treni, senza l' uso dei mass-media di allora, divenire prima potenza nucleare europea, senza concorrenza: la scelta, cioè, tra lo scenario di un popolo festoso nelle strade, a dire però che ha paura ed ha angoscia, e lo scenario di un popolo tutto unito, al 96 per cento dei suoi voti, per la scelta del riarmo nucleare, che fu fatta, in Gran Bretagna . e ancora oggi non comprendiamo bene. io ho ascoltato con molto interesse e con molto consenso gli interventi del compagno Ronchi e di altri, ma ancora adesso non si capisce bene se la posizione sia quella del disarmo nucleare unilaterale, o del disarmo unilaterale tout court ; se questo riguardi la struttura militare, e se il disarmo unilaterale debba essere un decreto di rinunzia ad uno strumento essenziale nell' attuale quadro militare, quale la componente nucleare della difesa e dell' offesa, per decreto, per scelta di un Governo; o se invece il disarmo unilaterale sia un metodo di conversione nel medio-lungo termine usato esso stesso come arma psicologica e politica contro l' avversario che non può, per la sua stessa struttura totalitaria, procedere effettivamente ad un disarmo unilaterale controllato. quand' anche Jaruzelski — per parlare del paese più aperto ai controlli — denunciasse una volontà di disarmo unilaterale progressivo, non avremmo, in quel tipo di Stato, la garanzia che quel disarmo unilaterale controllato sarebbe controllato davvero, perché non esistono, in quella società, i corpi veri di controllo e di dibattito. noi siamo qui, io sono qui ad assumermi tutta la responsabilità, perché so che da parte del Governo, della maggioranza, da parte degli « occidentali » come già è accaduto in due anni, la nostra posizione su Comiso, sui missili, sarà totalmente censurata e non raccolta, sicché resterà privata, mentre invece diventerà politica per essere linciata nelle piazze, dove le cinghie di trasmissione dell' interpretazione onesta del nostro operato — io so che non sono in malafede i compagni del PDUP, di democrazia proletaria e del partito comunista — portano i marciatori. ecco, c' era l' Inghilterra delle marce, e l' Inghilterra, poi, delle decisioni; e comunque c' era l' Italia delle marce, l' Italia delle angosce e della gioia di ritrovarsi per un momento, quasi catarticamente, preannuncianti altro da quello che invece accadrà, a linciare i radicali perché assenti, perché servitori vostri, signori del Governo. ebbene, sono qui per ripetere che se il Governo non avesse fatto, le comunicazioni che ha, fatto, da parlamentare mi sarei alzato per denunciare il mancato compimento di un atto dovuto dal Governo. quando noi facemmo la battaglia da soli, nel 1977, contro il piano energetico delle trenta centrali nucleari ; quando noi — da soli! — lottammo perché la Camera non votasse alcune decisioni, e in modo particolare per questo problema enorme, per il decollo o l' uscita del nostro paese dalla crisi, dal punto di vista industriale, e via dicendo; quando noi fummo battuti, l' unanimità della Camera, a parte noi, votò quel piano energetico nucleare. dopo dieci anni di quelle venti centrali non ne era stata realizzata nemmeno una, mentre si era gridato al « buco nero » del 1979, del 1980, del 1981, e via dicendo. era accaduto il peggio. c' erano due vie, c' era la vostra, e c' era la nostra, da percorrere; avevate stabilito di seguire la vostra, quella dell' energia nucleare , e via dicendo; ma nessuna delle due è stata seguita, nemmeno la vostra. il nostro Governo, dopo le delibere del 1977, dell' unità nazionale , che sono una premessa pacifica e indiscussa alla delibera del dicembre del 1979; dopo che, quindi, con un dibattito ogni quattro mesi, su Comiso, il Parlamento — il Parlamento sovrano, con grandi maggioranze — ha confermato, contro di noi, che questa operazione doveva compiersi, se oggi il Governo fosse venuto a dirci che i missili non erano installati avremmo avuto la bella soddisfazione, una volta di più, di dimostrare che, al di là dei pateracchi insinceri e privi di forza di Governo, non si è fatto nulla. tutto era stato sceneggiato, si era scelta la difesa tradizionale e nucleare, ma poi non la si fa, mai! noi chiediamo proposte di governo alternativo della difesa nel nostro paese, le suggeriamo e le indichiamo, ma esigiamo, se siamo battuti, almeno che il Governo realizzi quell' altra ipotesi che non ci trova consenzienti come la migliore. se oggi il Governo ci fosse venuto a dire che ci ha ripensato, che forse le cose andranno meglio in attesa di..., e abbiamo cambiato linea, certo, nel merito forse potevano dire che questo era bene, chi lo sa; ma questo che avrebbe fatto esultare tutto il resto delle opposizioni ci avrebbe trovato profondamente preoccupati, perché il non-governo delle cose è quello di cui abbiamo timore e paura. dunque, le comunicazioni di ieri sono dimostrazione che questo Governo intende governare, secondo programmi e secondo dichiarazioni; ed una opposizione alternativa di Governo è quella che esige innanzitutto dal Governo che combatte o di dimettersi o di sottomettersi alla logica dell' avversario e di lasciargli il posto. non credo che abbiate motivi né ragioni né intenzioni di lasciare il posto. a chi? a quale alternativa di politica di difesa nazionale? a quale schieramento sociale, politico, parlamentare? quello dell' alleanza? io ho sentito una battuta, prima del congresso comunista dello scorso anno : certo, l' alternativa non la faremo mica con Pannella (era attribuita al compagno Berlinguer)! allora, infatti, si puntò all' alternativa con Craxi (ricordate lo svolgimento del vostro congresso a Milano); ebbene, adesso la si fa invece con il compagno Magri e con il compagno Capanna, ed io ritengo che è giusto che uno faccia l' alternativa con coloro i quali sono d' accordo: e non che si continui a fare discorsi di schieramento, punendo Diego Novelli, punendo Fassino, punendo dei compagni comunisti che dicevano che non era possibile andare a dire, dopo lo scandalo di Torino e le altre cose, che l' alternativa, che è anche alternativa di capacità e di onestà in base agli insediamenti sociali che abbiamo, può essere fatta con Craxi e con gli altri. oggi quindi abbiamo come alternativa a questo Governo la politica e le forze collegate di Berlinguer, Capanna e Magri. non è poco quantitativamente; per quel che mi riguarda, è tanto poco politicamente quanto poco è quello che ci dà il Governo: la logica è ancora quella degli anni Cinquanta , anche se gli interventi di questa mattina del compagno Ronchi e del compagno Crucianelli non erano interventi sui missili, ma erano quel tipo di intervento che noi stiamo cercando, dall' inizio della legislatura, di imporre al Governo e al Parlamento, cioè una discussione della politica della difesa e della politica militare del nostro paese, non del missile a Comiso. invece non è un caso che il Governo e l' opposizione, per la quarta volta in nove mesi, fanno nella chiesa desolata e vuota del Parlamento il rito del dibattito sui missili. e siccome il dibattito sul nulla è vuoto, nel momento in cui si riempie vi è da parte di Serafini e da parte di Crucianelli il tentativo di portarlo sul problema complessivo della difesa. ora, signor presidente , devo dire che da più di venti anni, ma oggi ancora di più, noi denunciamo, la politica continua di Monaco o la Monaco-continua che caratterizza i velleitarismi delle linee Maginot o delle Comiso, degli ombrelli nucleari sotto i quali l' eurocomunismo poteva realizzarsi meglio che in altre posizioni, secondo il compagno Berlinguer. lì dove le strutture non sono di democrazia politica, lì dove le strutture sono di violenza, all' interno dei propri Stati, lì è in luce la necessità oggettiva e storica della guerra! lì non può essere minimamente affidata la speranza di edificare la pace! non a caso — come oggi ho sentito dire: « ma Andropov ha detto, ha chiesto... » — Monaco si tradusse nel successo di Benito Mussolini, che apparve in tutto l' Occidente come il grande difensore della pace nel mondo, perché aveva mediato fra Hitler, Chamberlain e Daladier; e l' Italia fascista — l' Italia dell' aggressione all' Etiopia, l' Italia della guerra di Spagna, che era pronta ad essere l' Italia che entrava in guerra per sedersi al tavolo della pace in cambio di poche migliaia di morti — apparve, come forse Andropov oggi, quella che portava proposte di pace. ma possiamo continuare a fare dibattiti parlamentari inseguendo le migliaia di testi, di dichiarazioni di Gromyko e degli altri? e il festival delle inutilità resta lo stesso! e allora a Comiso: ma meno male ! finché non realizziamo una politica di difesa e di attacco per le libertà, per la pace, per la vita « altra » , almeno realizzate i vostri missili! in questa che è scelta disperata di morte, che corrisponde alla ideologia della distensione, degli equilibri degli armamenti, dei riarmi equilibrati e dei disarmi equilibrati, dell' equilibrio del terrore, che è cultura! e all' interno di questa cultura si muovono i movimenti pacifisti che aggregano sulla angoscia, sulla paura, sul « no » : non, secondo il metodo radicale, « per » la « legge Fortuna » , « per » la legge contro lo sterminio per fame nel mondo , o di volta in volta per questo o quell' altro obiettivo, ma « contro » quell' obiettivo! è vero che questo Governo è responsabile di avere realizzato, sì, la sua Comiso, come aveva assunto l' impegno di fare in Parlamento e come aveva preannunciato (quella probabilmente è l' efficienza della NATO e degli americani, non la nostra); ma è anche vero che si è assunto la responsabilità di aver negato alla nostra strategia militare i fondi che gli aveva promesso. infatti, i 125 mila miliardi per l' acquisto di nuovi sistemi d' arma, che avete impegnato negli anni dal 1977 al 1980, soprattutto con la diligenza offensiva del presidente della Commissione difesa, comunista, della scorsa legislatura, voi oggi glieli negate, o vi rendete conto che i radicali avevano ragione a « cifrare » in quel modo. e oggi i signori dello stato maggiore , invece di dimettersi, come sarebbe loro dovere, perché non date loro i soldi che avevate garantito, impegnandovi a installare i missili a Comiso, da una parte, ma, dall' altra, ad assicurare nuovi sistemi d' arma, rimangono al loro posto. invece, il paese resta senza difesa, ed è condannato ad essere esangue a causa di investimenti militari che non servono a nulla, se non a far divenire la patria nemica per i cittadini: per i pensionati, per i sottoccupati, per i disoccupati, per gran parte del nostro paese. allora, da questa parte dell' opposizione viene questo primo riconoscimento: perdinci, siete il Governo e finalmente state governando! siamo, però, contro la manovra economica e finanziaria globale, legge finanziaria compresa. ma devo dire che, se nell' ambito di tale manovra voi emanate un decreto legge o un altro, noi diciamo tranquillamente che non è su questo che va fatto l' ostruzionismo: l' ostruzionismo andava fatto sulla legge finanziaria , sulla legge di bilancio! ma, siccome lì si stanziavano mille miliardi per gli enti locali , l' ostruzionismo non è stato fatto! adesso, invece, la sceneggiata da anni 50 sul decreto legge sulla scala mobile e su Comiso va bene ! gli uni sperano di riconquistare così l' elettorato operaio; gli altri — e secondo i sondaggi pare abbiano ragione — di riconquistare voti e consensi. e ciò è triste! ma, signor presidente , perché noi diciamo che da sinistra, o da forza di Governo... certo, se noi pensiamo ad una alternativa di Governo, di politica internazionale , sappiamo non solo che i cubani, come è giusto, possono essere costretti a tornare a casa, ma che i sudafricani possono essere indotti a rinunciare all' apartheid nel momento in cui i regimi detti marxisti (tra virgolette) di Mozambico e Angola fanno loro il grande patto storico ed ufficiale proprio con il Sudafrica. e così, la legge che istituisce un Alto commissario , una alta autorità politica per dimostrare che la nostra civiltà, i nostri Stati possono produrre vite e vita subito, invece che sviluppo domani. quelle che noi proponiamo al Governo sono iniziative legate a valori. ho sentito poco fa in Transatlantico un giornalista che stimo molto dire: il presidente del Consiglio viene a dire che abbiamo messo la roba a Comiso proprio nel momento in cui il ministro degli Esteri va a Mosca! certo, non vorremmo essere al posto del ministro degli Esteri che va a Mosca mentre il ministro della Difesa comunica al nostro Parlamento quello che... i sovietici sanno da prima ancora che lo sapesse il nostro ministro della Difesa ! l' equilibrio e tutta la vita internazionale sono fondati proprio sulla conoscenza immediata e contestuale da parte dei due principali antagonisti di ciò che fanno gli altri. può esserci qualche ritardo nella trasmissione delle informazioni dalla NATO al ministro Spadolini, ma ritardi nella conoscenza dell' altra parte non sono neppure immaginabili! quindi il problema non è questo ma un altro: noi, da non violenti , andiamo ripetendo che dovunque vi sia violenza del diritto e violenza contro la gente c' è guerra; e dovunque c' è struttura di produzione di guerra, struttura di guerra, lì c' è guerra anche per l' esterno. noi, da non violenti , andiamo ripetendo che non vogliamo nessuna politica che torca anche un solo capello al più lontano dei nemici, ma diciamo anche che Mosca delenda est ! diciamo che Mussolini ed Hitler temevano la voce di Londra non la linea Maginot; era temuto il ciclostilato dell' attivista dal partito d' azione non la terza Internazionale che, con l' eccezione di Umberto Terracini, bloccava i compagni comunisti al momento degli accordi turpi, sia pure tatticamente comprensibili, tra Hitler e Stalin per la spartizione della Polonia. perché solo gli « azionisti » e Umberto Terracini denunciavano, con i loro ciclostilati, con le loro dichiarazioni, questi avvenimenti, mentre i pericolosi della terza Internazionale in quel momento non davano alcun fastidio. su questa storia dei missili, ai compagni che dicono « vogliamo tornare alla distensione » dobbiamo ricordare che la distensione è assassina e suicida. e nell' America di Carter e prima di Carter, nel 1972-1973, mentre si organizza il mito della distensione (Helsinki e tutto il resto), che a Mosca si decidono gli investimenti per la ricerca sugli ss20, avendo ormai ancorato l' Occidente ad una posizione (appunto la distensione) che non consente ai presidenti americani di chiedere investimenti militari al momento delle elezioni. e la distensione dura fino a quando un regime, senza il controllo del proprio popolo e delle proprie istituzioni, in momenti di disarmo e di pace, può destinare, senza che nessuno lo sappia, migliaia di miliardi alla creazione dello ss20: e termina quando noi ci accorgiamo che gli ss20 sono installati, SALT II o no. ma ci sono le marce in Italia e c' è la campagna elettorale in America: la leva di forza di Mussolini e di Hitler era di poter contare (anche se allora questa forza era poca) su complicità pacifiste in Francia e in Inghilterra, visto che se si trattava di cercare complicità ideologiche in Francia e in Inghilterra trovavano soltanto frattaglie. oggi non è così, oggi sul piano della cultura e dell' ideologia sanno che la dichiarazione di stato di guerra da noi devono farla i parlamenti. sanno che il Vietnam si è vinto negli USA; sanno — e voi non sapete, signori del Governo — che il Medio Oriente si vince in Israele, mentre privilegiate, come dialoganti, Assad e gli altri; sanno che l' arma assoluta è la lentocrazia della democrazia, dinanzi al decisionismo di cui la concezione russa dell' impero sovietico, del funzionamento dello Stato, rappresenta l' incarnazione tremenda e moderna! lì è il decisionismo, qui è la lentezza della democrazia. l' informazione è l' arma più grossa ed allora noi insistiamo: no ai missili, finché non avremo un' altra politica di difesa. dobbiamo fare una conversione, in quindici anni; dobbiamo dire che unilateralmente denunciamo, rinunciamo quest' anno a 200 miliardi; l' anno prossimo a 500, per spendere 100 miliardi perché in Ungheria, in Romania queste cose si sappiano! è necessario dire: se fate un nuovo Afghanistan, bombarderemo di verità con tutta la tecnologia che abbiamo per informare il popolo cecoslovacco , per avere la voce di Roma, per avere la voce di Londra, per avere la voce della democrazia: è un' arma, l' unica che temono! invece, mandate grano; e questa NATO che con Luns, non ha avuto che l' arteriosclerosi della propria posizione politica suicida, oggi affida a posizioni immonde, da impero sovietico — come quelle della Turchia o dell' America Latina — il sostegno per certe soluzioni, la forza, il prestigio, il valore, in nome di cui questo Occidente pur con le sue nequizie ma attraverso i suoi valori, solo può assicurare un futuro di vita e di pace per l' umanità a condizione che si ristabilizzi il potere dell' impero! guardate invece che cos' è accaduto in Polonia: si è mandato avanti Solidarnosc e se ne è fatto un mito; contemporaneamente le banche internazionali mantenevano certe clausole per consentire a Jaruzelski di non essere fatto fuori! mentre si denunziava l' Afghanistan si passava da 16 milioni di tonnellate di cereali all' impero sovietico, a 31 milioni per la sola Russia, magari per le truppe in Afghanistan e via dicendo... dobbiamo spezzarle questa solidarietà profonda del potere e del disordine costituito! dobbiamo scegliere la via delle tensioni giuste e chiare, o quella di riuscire a soddisfare il moloch, se no lo spaventiamo, e portargli sempre più contributi? guardate quanto accadde tra il 1935 ed il 1939, nei Sudeti o in Albania; guardate quello che accade ancora nel terzo e quarto mondo , da sette od otto anni a questa parte; guardate poi anche l' Iran. ma se nell' Iran è potuto accadere quanto è accaduto, è perché stavate tutti ad applaudire la grande rivoluzione che era reazione feroce, mille volte peggiore di quella dello scià! le alleanze; l' antisraelismo; paesi anche di democrazia politica, perché lì possiamo vincere le politiche immonde dei massacri, come le vincemmo negli USA per il Vietnam grazie alla democrazia politica. quelli che hanno vinto (altro che noi) nel Vietnam, sono quelli che hanno portato non solo alla diaspora del popolo vietnamita ed alla morte nell' oceano di quelli che fuggivano, ma anche a quello splendido confronto tra i due pacifismi, quello di Pol Pot e quello del Vietnam; allora, il problema della democrazia politica, dei valori (com' è all' interno del nostro paese, signori del Governo?) delle cose che spiegano l' apparente contraddizione, l' apparente bestemmia di Ernesto Rossi , di Gaetano Salvemini, di Umberto Calosso, di maestri dell' antifascismo vero, per la libertà di tutti, che si trovarono a dover scegliere storicamente contro i compagni della sinistra allora nenniana, allora staliniana-nenniana, e del Pci, del partito comunista italiano, la compagnia della Democrazia Cristiana e degli altri 1948, 1949, 1950, 1951, 1952,1953; Gaetano Salvemini, Ernesto Rossi , non Gaetano Martino — dicendo loro che quella era una scelta di valori civili e politici. voi partitocrazia usurpate in Italia la democrazia e non credete al rischio del valore democratico. dobbiamo riproporre nella politica internazionale questo unilaterale processo di edificazione della pace come indissolubile alla conquista dei valori giuridici di democrazia, della libertà come diritto, cioè come stanziamento al diritto alla vita. i tassi di mortalità all' interno del Sudafrica sono de 17 per cento rispetto a quelli degli altri paesi africani nelle aree dell' apartheid. il rifiuto apparente e non vero — lo dico sempre al nostro ministro degli Esteri — dei paesi dell' Africa di mettere al centro degli accordi di Lomè 3 i diritti civili , è falso perché a Kingstone e a Berlino si è votata una risoluzione unanime dei 64 paesi sulla mia proposta; quindi gli accordi di Lomè 3 avranno al centro come prima ragione, il fondamento della dichiarazione del diritto alla vita, allora si accetta che immediatamente seguano il diritto alla vita e a tutte le libertà cosiddette borghesi, cioè i diritti civili . ma senza gli uni neanche gli altri! ecco perché temo tanta rabbia in questi giorni e tanta vergognosa polemica contro questo progetto. come nel 1951, 1952, 1953 noi abbiamo aspettato a patrocinare questo progetto tre mesi; in questo periodo abbiamo tentato di convincere, prima di prendere qualsiasi altro contatto, i compagni comunisti: Fanti, Ferrero, Zangheri, Berlinguer. per tre mesi abbiamo atteso, però non possiamo fare morire questa gente; e come per Salvemini, come per Calosso, come per La Malfa , come per gli azionisti, come per la sinistra liberale di allora, in stragrande maggioranza c' è l' apparente contraddizione di trovarci con il mondo cattolico, con il mondo « altro » . ci sono allora dei risvolti pericolosi, non solo oggettivi ma anche soggettivi. sulla questione dei missili non si sa che cosa si vuole, forse si vuole che il Governo non faccia ciò che il Parlamento ha già stabilito. il dibattito, che avete imposto voi, già c' è stato e da esso è scaturita una mozione che è stata approvata e che ha ingiunto al Governo di istallare i missili. che cosa volete ora, dopo tre mesi? non dovevate istallarli! il sottosegretario Amato invece di fare l' esegesi del diritto romano o del diritto comunista o del diritto allo sviluppo, è oggetto di una sua esegesi mentre transita dalla toilette di Palazzo Chigi a quella di palazzo Montecitorio. poi ci si scatena e si dice che il diritto alla vita non deve essere garantito da un' autorità politica perché diventa finalmente la bandiera non più di Comiso. ma l' Italia rischia di dare un contributo unilaterale che possa giustificare domani — non oggi in quanto abbiamo già accettato di pagare il prezzo — la conversione unilaterale dell' arma assoluta del concepimento della conquista storica di milioni di vite, arma assoluta per vincere. il blocco avversario può produrre solamente la morte del proprio dissenso all' interno del proprio impero. per cortesia, non ci si consenta a noi che non siamo mai stati degli strutturalisti alla Einaudi (editore) — di dire che abbiamo un tantino rispetto della serietà della vostra cultura. voi dite che non rispettiamo abbastanza i movimenti che si formano all' interno della società dell' impero sovietico: in questo modo voi ci venite a raccontare che nella struttura sovietica è possibile che esista come vera alternativa e lotta politica un movimento di pace e di opposizione. ma scherziamo? ricordiamo le adunate del 1935 contro la Società delle Nazioni a sostegno della economia italiana nei confronti della quale era stato dichiarato l' embargo per la guerra europea: gli operai, a Roma, Torino e dappertutto, a milioni scendevano in piazza contro le demoplutocrazie guerrafondaie. e si parlava poco del nemico, cioè di Hitler. se ne parlava poco, e non si faceva dello strutturalismo. dunque, gli accordi di Helsinki stabiliscono il diritto inalienabile alla informazione ed alla libertà non solo dei popoli, ma delle persone! in termini di diritto noi chiediamo al nostro Governo (e lo chiediamo anche alla NATO, visto che ora arriva Lord Carrington dopo la non casuale ed indecorosa arteriosclerosi di Luns e la messa « a bagno » di qualsiasi momento politico della NATO) di essere ascoltati: i war games che fate sono tutti vecchi! sono i peace games che bisogna realizzare! ora che voi vi muovete per i missili, stranamente si parla pochino del fatto che la guerra chimica è l' arma assoluta sul fronte Iraq-Iran! e si parla poco del fatto che nemmeno Hitler mandava al macello ragazzi di nove, dieci o undici anni. l' infamia nella storia cresce e quella nazista allora era sconosciuta nelle sue degenerazioni per poter essere sostenuta e sostenibile. oggi leggiamo dappertutto che ci sono questi figli di Dio di undici e dodici anni! qualcuno (ma pochi, visto che c' è dietro la Montedison (anche se è stato smentito) parla di questi iracheni che fanno la guerra chimica ! questa è la nostra morte di domani! ma pensiamo ai 30 milioni di morti per fame e alle decine di migliaia di bambini di nove, dieci o undici anni assassinati dal nazismo ancora peggiore di Khomeini; dall' altra parte c' è una marcia, una marcetta, un valzer, un tango! niente! poi il compagno Ingrao parla della nuova cultura, della nuova antropologia culturale! ecco il compagno La Valle , ecco il referendum autogestito e non autogestito! per fortuna (o per sfortuna) l' alternativa di pace in Italia non ha mai preso corpo di Governo, altrimenti bisognerebbe chiedere ai compagni del movimento pacifista — come si faceva negli anni 50 ai compagni del Pci ed aggregati — « Varo, rendimi le mie legioni! » , se ci fosse stato in Italia un Governo che avesse scelto davvero una politica di pace. siamo portati alla sconfitta, alla umiliazione, al niente! ancora una volta — come nel 1977 e nel 1968 — molti hanno manifestato a Comiso, invece che a Roma dove si decideva; poi, se tra loro vi sarà il riflusso della disperazione o del distacco, ed invece della lotta contro i missili, ci sarà la lotta persa contro qualche « pera » in qualche toilette di bar della droga, perché i momenti di angoscia che si è cercato di battere, grazie alla direzione politica di questa sinistra coeva a questo Governo nelle scelte che fa, porteranno soltanto alla voglia di farla finita. allora, signori del Governo, noi vi diciamo che abbiamo parlato in termini di bilancio, noi oggi vi diciamo che gli ufficiali di stato maggiore devono spiegare alla loro coscienza perché sono divenuti dei politicanti. perché il capo di Stato maggiore non si dimette, visto che voi gli togliete — e non potete non farlo — la possibilità di assicurare la difesa al nostro paese? perché è un politicante. ma naturalmente chi è politicante? è quel capo di Stato maggiore che è un militare puro, uno di quelli che non fanno politica e quindi, da politicante, accetta di continuare a realizzare una strategia di difesa che non è sostenibile, perché non potete non negargli i soldi necessari. noi siamo quindi la seconda trincea, il secondo fronte; diciamo che è possibile difendere il nostro paese, che è possibile farlo con altre armi, ad una condizione: che voi cessiate di continuare ad essere gli alleati della stabilità del potere a Mosca e in tutti gli altri paesi dell' impero sovietico, dove non esiste possibilità strutturale di lottare per il diritto operaio, per il diritto nella produzione, per il diritto nella società e nella vita. c' è questo dramma della morte per fame. speravamo che ci fosse la proposta di legge Berlinguer, Rodotà, Capanna, Magri, eccetera, ed abbiamo operato per questo, ma ora invece c' è la proposta di legge Piccoli, Formica, eccetera. nel 1953 Gaetano Salvemini denuncia l' abuso e la vergogna di chiamare « legge truffa » una legge magari brutta ma maggioritaria; Ernesto Rossi fa la stessa cosa. l' anticlericale, l' antifascista vero, Ernesto Rossi , e Gaetano Salvemini ci dicono e ci chiedono con un loro esempio, di schierarci su una legge sbagliata, realizzata, signor presidente , con un' operazione del presidente Ruini che è di triste prefigurazione di come la Presidenza comunista della Camera da sette anni ha governato la Camera. è stata una Presidenza Ruini quotidiana, dal 1976 ad oggi: i regolamenti non valgono niente, noi siamo stati fatti fuori dall' ufficio di presidenza , eccetera. è una concezione « ruiniana » e rovinosa del Parlamento! e adesso vedremo se tornerete ad essere garantisti (che brutta parola!) dei diritti del Parlamento! a noi quello che importa ora, signor vicepresidente del Consiglio è dirvi che il nostro ramoscello d' ulivo, di radicali, è totale. hai ragione, è un ramo, è un albero, è una foresta! ed è quello della lotta per la vita. su L'Unità abbiamo visto — e voi sapete che noi riteniamo che il diritto all' osceno è un diritto da assicurare — domenica scorsa che, speculando sulla Caritas e sulla carità, avete avuto l' impudicizia e l' oscenità di dire che questo progetto di legge era la prova delle speculazioni elettorali e dell' elettoralismo dei radicali, che si accorgono degli sterminati per fame nel mondo alla vigilia delle elezioni europee . il diritto all' osceno è necessario e questo è stato scritto dal nuovo astro terzomondista del partito comunista , il nostro collega... San Lorenzo . non si chiama San Lorenzo ? e tu allora non rimuoverlo! capisci, non si tratta di Giorgio Amendola che nel 1979 scrive un articolo, ma di San Lorenzo ! quindi ricordatelo tu, sono affari tuoi, Guerrini! San Lorenzo è un mio collega? certo è stato mio collega: figurati! ma è anche tuo collega ed esprime te, non me. dunque, signor presidente , noi accusati giorno e notte... benissimo! ci sono diverse serietà: io credo che la serietà di Hitler e quella di Stalin fossero terribili, molto più della mia... ed io la ringrazio moltissimo, signor presidente , di questa garbata e attenta comunicazione e poiché, nella sostanza, quello che dovevo dire l' ho detto, la ringrazio in concreto corrispondendo al garbo del suo invito, e dicendo che ho terminato il mio intervento. nell' essenziale, quello che dovevo dire al Governo e alla Camera l' ho detto. grazie, signor presidente ; grazie, signori del Governo; grazie, colleghi.