Gianfranco FINI - Deputato Opposizione
IX Legislatura - Assemblea n. 100 - seduta del 05-03-1984
Sugli attentati terroristici negli Stati Uniti d'America
1984 - Governo II Berlusconi - Legislatura n. 14 - Seduta n. 31
  • Attività legislativa

signor presidente , onorevoli colleghi , signor ministro, se vi è ben poco da dire — come ha dimostrato del resto anche la sintesi lapidaria del relatore — circa il contenuto del disegno di legge di conversione del decreto di proroga del trattamento economico provvisorio dei dirigenti delle amministrazioni dello Stato, qualche parola va, a nostro avviso, invece spesa per mettere in luce i motivi per cui si è giunti a questo decreto. allo stato attuale esso è senza dubbio indispensabile, per evitare che i dirigenti statali, già tanto mortificati, subiscano l' ulteriore punizione di vedersi le buste paga di gennaio, febbraio e marzo notevolmente alleggerite rispetto a quella di dicembre. il ministro ha ricordato che la proroga del trattamento economico è estesa alla data imminente del 31 marzo, nel presupposto che la materia dell' adeguamento delle retribuzioni dei dirigenti dello Stato, e del personale ad esso collegato, venga nel frattempo definita mediante un disegno di legge , il numero 1024, già approvato dal Senato e oggi attualmente all' esame della Commissione affari costituzionali di questo ramo del Parlamento. pudicamente — direi — il ministro non ha però ricordato che il disegno di legge numero 1024 è stato esaminato dalla Commissione affari costituzionali — ed egli era presente — in data 20 dicembre, in sede legislativa . in quella occasione, il ministro aveva anzi messo in evidenza come si trattasse di un « provvedimento-tampone » , teso ad evitare un vuoto normativo e a scongiurare il ricorso a quel decreto legge che invece il Governo presentò poi qualche settimana dopo. ora, assodato che i tempi tecnici per l' approvazione del disegno di legge c' erano, è evidente, a nostro avviso, che è mancata la volontà politica di farlo. ci arrivo! del resto è stato proprio il Governo a rivolgere alla Commissione bilancio l' invito a rinviare il parere sul disegno di legge numero 1024 e sui relativi emendamenti, mettendo così la I Commissione di fronte al fatto compiuto e quindi all' impossibilità di approvare quel disegno di legge entro il 31 dicembre, dando via libera all' Esecutivo per l' emanazione del decreto legge che oggi siamo chiamati a convertire. perché, dunque, il Governo in pochi giorni ha contraddetto il suo impegno? semplicemente — lo ha ricordato in quest' istante anche il ministro — perché nella discussione del disegno di legge numero 1024, che proroga sino al 30 giugno il trattamento economico provvisorio dei dirigenti, prevedendo l' aumento del 13 per cento annuo lordo (aumento che è poi scomparso nel decreto legge ) era emersa, sostenuta da più parti, non solo la necessità di provvedere quanto prima ad un organico riordino del ruolo e delle competenze (oltre che dei trattamenti) dei dirigenti dello Stato — esigenza affermata anche dal Governo — , ma soprattutto si era fatta avanti l' ipotesi, formalizzata con la presentazione di alcuni emendamenti a firma di deputati della maggioranza, e sostenuta anche dal Movimento Sociale , di estendere ai dirigenti del parastato quegli aumenti del 13 per cento previsti per i dirigenti statali. di qui l' imbarazzo del Governo, il susseguente rinvio dell' esame del disegno di legge numero 1024, di qui l' inevitabile scadenza dei termini. il decreto al nostro esame è, quindi, a nostro modo di vedere , il risultato dell' evidente incertezza e contraddizione con cui si è mosso il Governo, incapace, sino allo stato attuale, di mettere ordine nella complessa materia della dirigenza statale (anche il disegno di legge numero 1024 altro non è, come è stato ricordato, che l' ennesima proroga, seppur migliorativa, del trattamento economico) e alle prese con pressanti richieste di perequazione delle retribuzioni da parte dei dirigenti del parastato e di riordino delle competenze e del ruolo dei dirigenti statali, che il suo stesso modo di operare ha reso inevitabile. ora, il nostro voto favorevole sul disegno di legge di conversione del decreto è, quindi, motivato non già dall' assenso nei confronti dell' operato governativo, ma unicamente dall' esigenza di non umiliare ancora di più la categoria dei dirigenti statali. a tale riguardo, va detto che costoro hanno doppiamente ragione di dolersi dell' operato del Governo: il disegno di legge numero 1024, fin qui bloccato dal Governo stesso, prevede, come detto, un aumento delle retribuzioni del 13 per cento , che il decreto non ha ripreso. di qui un primo danno oggettivo, anche se inevitabile, per i dirigenti dello Stato. ma, anche quando il disegno di legge numero 1024 dovesse bloccarsi (e, tra parentesi, diciamo di avere apprezzato la lettera con cui il presidente della I Commissione ha chiesto, a tale riguardo, lumi al Governo), esso costituirebbe unicamente un palliativo in attesa di quel riordino generale e globale della dirigenza che il disegno di legge fissa entro il 30 giugno, ma che assai difficilmente, almeno alla luce di questa emblematica vicenda, andrà in porto entro quella data. di qui il secondo e maggior motivo di doglianza dei dirigenti dello Stato, che non si può continuare a tacitare con semplici proroghe del trattamento economico, tra l' altro provvisorio, ma che richiedono soprattutto risposte e chiarimenti circa il loro ruolo, le loro competenze, la tutela della loro qualifica dirigenziale, il riconoscimento della loro professionalità. il risentimento della categoria, quindi, non è immotivato, ha radici profonde, che vanno al di là della semplice rivendicazione salariale. di tutto ciò ci auguriamo che il Governo, al di là degli impegni, si faccia quanto prima carico, presentando al Parlamento quell' organico e globale piano di riforma della dirigenza statale che è stato finora soltanto promesso.