Ugo LA MALFA - Presidente del Consiglio Maggioranza
IV Legislatura - Assemblea n. 82 - seduta del 17-12-1963
1963 - Governo I Fanfani - Legislatura n. 2 - Seduta n. 83
  • Comunicazioni del governo

sono mortificato, onorevoli colleghi , di dover prendere ancora la parola, quasi a titolo personale. devo confessarvi che il discorso dell' amico e collega Basso e la dichiarazione dell' onorevole Ferri, mettendo in evidenza in questa Camera il profondo travaglio di un grande e nobile partito storico della democrazia italiana, hanno creato in me un caso di coscienza. voterò a favore, onorevoli colleghi ; ma sento il dovere di esporre un caso di coscienza per così dire mio personale e di dare corpo, forse, ad una tensione morale di tutta l' Assemblea che le esuberanze del collega Pajetta, qualche volta simpatiche e altre volte meno, hanno rotto. onorevoli colleghi socialisti, collega Basso soprattutto, bisogna che ella ricordi che il primo arresto lo abbiamo subito insieme, nel 1928. militavamo nei gruppi giovanili del quarto stato di Milano e di Pietre di Genova ; abbiamo vissuto insieme tutto il periodo clandestino, avendo in comune un' ansia profonda di rinnovamento del vecchio Stato e delle antiquate strutture della società italiana . e poiché noi repubblicani, gruppo di esigua minoranza, siamo stati in questi anni responsabili dell' inizio della battaglia per il centrosinistra, mi sentirei colpevole se questa battaglia avesse avuto come obiettivo, in qualsiasi momento, la cattura del partito socialista in un sistema. se avessi nutrito un simile proposito, avrei sentito veramente di mancare a quella che è stata, lasciatemelo dire, la parte più nobile e più alta della nostra vita, che è stata la resistenza clandestina contro il fascismo, la battaglia della Resistenza. collega Basso, pur non avendo mai militato nelle forze socialiste, ma nelle forze azioniste e repubblicane, noi abbiamo sentito profondamente (i colleghi che militano oggi in altre formazioni politiche lo sanno) il problema del rinnovamento del nostro Stato. e chi sa quale impegno abbiamo portato nella battaglia repubblicana. che abbiamo condotto tagliando tutti i ponti dietro di noi, sa anche che da quel momento abbiamo voluto iniziare il rinnovamento delle strutture. il che vuol dire, amico Basso, che noi ci siamo sempre posti il problema di non portare le forze democratiche — ieri gli azionisti e i repubblicani, oggi azionisti, repubblicani e cattolici — nell' ambito di un vecchio sistema, di un vecchio Stato, di una vecchia struttura economica e sociale. fu quello il significato della battaglia repubblicana che conducemmo sempre senza alcun tatticismo: anche quando i tatticismi tendevano ad esserci imposti dal gioco delle forze democratiche. questa battaglia noi l' abbiamo continuata. l' onorevole Gaetano Martino ricordava l' autarchia e il protezionismo. ma noi, prima del mercato comune europeo, abbiamo aperto il mercato per combattere il monopolio, l' autarchia e il protezionismo allignati proprio sotto l' egida del partito liberale prefascista. perché noi conosciamo la storia del nostro paese, né ce la lasciamo contrabbandare. conosciamo le tariffe protezionistiche di Giolitti. e non appellatevi a Luigi Einaudi, che restò un liberale isolato nella battaglia protezionistica del partito liberale . abbiamo condotto la battaglia. del Mezzogiorno, come quella della programmazione, interpretandole come strumenti di rinnovamento delle strutture dello Stato. per molti anni noi abbiamo polemizzato con i democristiani — non con voi, colleghi socialisti — proprio perché volevamo porre alla Democrazia Cristiana il problema della creazione di uno Stato più moderno e più aperto. collega Basso, non si può fare appello a Giovanni XXIII (ed è strano che nello spazio di due giorni si faccia un simile appello da parte di due laici, quali siamo l' onorevole Basso ed io) senza sentire che la presenza di quel grande Papa ha influito sulla capacità e sulla volontà di rinnovamento del movimento cattolico nel mondo. del resto fra i miei più cari amici annovero i giovani della « sinistra di base » che sono entrati in Parlamento in questa legislatura: e ho considerato questa corrente come la più alta manifestazione democratica del movimento cattolico in posizione avanzata. ciò mi ha portato anche a vedere nell' onorevole Moro, non già un uomo che mirasse a catturare il partito socialista , ma un uomo che nel suo profondo travaglio, onorevole Martino, cercava di interpretare il corso della nuova storia del popolo italiano . ci possiamo sbagliare, onorevole Basso; ma ci sentiremmo disonorati se in questa battaglia, che è durata dieci anni, avessimo obbedito allo scopo machiavellico di catturare un partito per inserirlo entro lo schema di una vecchia struttura statuale e sociale. ho citato questo passato, perché il passato degli uomini e delle forze politiche in cui militano ha qualche valore per giudicare della sincerità dei loro sentimenti. voi potete essere diffidenti, ma il travaglio dei vostri colleghi che partecipano a questo processo di sviluppo democratico deve essere compreso nel senso che esso ha; perché noi tutti abbiamo avvertito che per dare nuovo impulso alla nostra vita economica e sociale e per rinnovare le strutture era necessario questo concorso, era necessario questo apporto. avrei finito, onorevole Pajetta; ma voglio dire ancora che io non faccio questione se voi guadagnate voti in Romagna o in Sicilia. io ho posto un altro problema: quello delle aree sottosviluppate in cui voi avete realizzato il vostro regime politico ; un problema, quindi, diverso da quello del guadagnare voti. ho posto, cioè, il problema di come voi vi atteggereste in una società democratica articolata. io so benissimo che voi comunisti avete questo travaglio interno, anche se ostentate un' estrema sicurezza. ma, come esiste un profondo travaglio nelle forze democratiche, che voi avete modo di controllare apertamente (perché tutto è stato chiaro in questa lunga battaglia per il centrosinistra e voi potete controllare questo travaglio aperto, questo faticoso accostamento ad una visione più democratica della nostra società), noi vorremmo poter controllare il vostro travaglio, senza spavalderia; vorremmo poter vedere, nel fondo del vostro animo, se veramente i valori di libertà hanno nella vostra coscienza il peso e il posto che hanno nella nostra.