Giorgio ALMIRANTE - Deputato Opposizione
IV Legislatura - Assemblea n. 804 - seduta del 31-01-1968
Sul SIFAR
1968 - Governo III Moro - Legislatura n. 4 - Seduta n. 804
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , poiché vorrei parlare anche per dichiarazione di voto , potrei conoscere ufficialmente il documento sul quale si dovrà votare? comunque siamo chiamati a votare un ordine del giorno di non passaggio agli articoli delle proposte di inchiesta parlamentare ? possiamo conoscere, in modo da tenerne conto nelle nostre dichiarazioni, se sull' approvazione dell' ordine del giorno verrà posta dal Governo la questione di fiducia ? signor presidente del Consiglio , non le dispiaccia se in questo mio intervento, che sarà anche una dichiarazione di voto sull' ordine del giorno e sulla questione di fiducia , io, facendo forza a me stesso, tenterò di essere più rispettoso del Parlamento e financo del Governo di quanto non ci sia apparso lei. ella si è presentato oggi a noi, per motivi che umanamente io voglio pensare risalgano alla tormentata e travagliata vicenda di questi ultimi giorni, in veste ancora più dimessa e scolorita sul piano politico di quella che le conosciamo e le riconosciamo da parecchio tempo. eravamo abituati da parte sua ad un linguaggio scarsamente comprensibile. oggi ella ci ha dimostrato, leggendo faticosamente il testo scritto, di non essere ella sempre in grado di comprendere la sua stessa calligrafia. in una simile situazione è difficile, signor presidente , moderare il nostro linguaggio, temperare, per i motivi che dirò, la nostra indignazione, esprimere correttamente la nostra integrale sfiducia nei confronti della sua persona come presidente del Consiglio e della compagine governativa da lei diretta. farò questo tentativo, ma ella deve consentirmi e consentirci, signor presidente del Consiglio , di parlare delle questioni alle quali ella non ha accennato, di parlare delle questioni che ella è sembrato ignorare o su cui ha sorvolato, presentandosi a noi nella veste dimessa non di un presidente del Consiglio , forse neppure di un ministro, ma di un sottosegretario che dovesse dare risposta ad una congerie di interrogazioni. ella ha dimenticato, signor presidente del Consiglio , che in questo momento e da diversi giorni a questa parte una vera e propria questione morale grava sul Governo da lei presieduto. e quando parlo di questione morale non ho il cattivo gusto di alludere soltanto a taluni fatti dei quali pure converrà parlare e a taluni aspetti della sua esposizione o della sua arringa difensiva nei confronti di alcuni suoi colleghi in Governo. quando parlo di questione morale , parlo del Governo e della maggioranza così come ci si presentano in questo momento: alludo a quanto è accaduto nel pomeriggio di oggi; alludo alle intervenute difficoltà in seno al Governo e alla maggioranza che hanno determinato il Governo a chiedere di rinviare di un' ora le sue dichiarazioni; alludo ai modi, a tutti noti, con cui tali difficoltà sono state superate o si dice che siano state superate, ai recenti incontri di vertice o di supervertice, ai comunicati diramati in questi giorni dai partiti della maggioranza e segnatamente dal partito socialista unificato ; alludo alle interviste; alludo, come dirò più chiaramente avanti, a talune deposizioni di personaggi qualificatissimi di fronte alla magistratura; alludo, cioè, ad una situazione che credo non abbia precedenti nel nostro Parlamento e neppure in questi cinque anni di centrosinistra. signor presidente del Consiglio , ella cortesemente poco fa ha confermato quando ho chiesto se il Governo avrebbe posto la questione di fiducia sull' ordine del giorno presentato dai gruppi della maggioranza. ella deve riconoscere che la questione di fiducia è stato già costretto a porla per potersi presentare qui nella veste di chi chiede la fiducia. addirittura, la questione di fiducia ella ha dovuto porla prima all' interno della sua compagine, all' interno della sua maggioranza. e quando dico « porla » , sono piuttosto cortese, perché dovrei dire « imporla » . la questione di fiducia ella ha dovuto imporla ai suoi collaboratori, ai partiti della maggioranza, a talune fra le più ragguardevoli figure che fanno spicco nel Governo di centrosinistra, non soltanto per porre nuovamente stasera alla Camera tale questione, di fronte al paese, ma addirittura per ottenere l' autorizzazione a poter parlare oggi collegialmente e come presidente del Consiglio : autorizzazione che le è stata centellinata di ora in ora, che ella ha avuto all' ultimo momento e che si è manifestata nel dettarle taluni stralci, talune formulazioni, talune parole in virtù soltanto delle quali ella ha avuto la possibilità di parlare come presidente del Consiglio . onorevole Moro, ho detto poco fa celiando che ella aveva difficoltà — come ella stessa cenando ci aveva detto — a comprendere la sua calligrafia. ma il suo tormento calligrafico, questa sera, lo abbiamo seguito tutti. abbiamo ben veduto che ella con la sua glaciale freddezza, ammiratissima, ha approfittato finanche delle interruzioni che le venivano da sinistra per limare ancora, ad uso di taluni suoi pazienti collaboratori e personaggi della inquieta maggioranza governativa , il testo ufficiale delle sue dichiarazioni. onorevole Moro, è penoso che un presidente del Consiglio sia costretto a presentarsi in una situazione siffatta, e debba ricevere all' ultima ora l' autorizzazione a pronunciarsi collegialmente a condizione che inserisca taluni « contentini » (e vedremo di quali si tratta). le suggerisco, dato che io non uso termini scorretti, di non dire che ciò è falso: perché quel che è accaduto è sotto gli occhi di tutti. forse ella, signor presidente del Consiglio , non sa che, mentre si recava ad adempiere altre incombenze del suo ufficio dopo la conclusione delle sue dichiarazioni, alcuni suoi collaboratori parlavano nel « Transatlantico » con dei giornalisti senza avere alcun riguardo nei confronti della sua persona e dello stesso Governo: così come — lo voglia riconoscere — ben poco riguardo hanno avuto nei giorni scorsi, non della sua persona come tale, ma della sua persona come presidente del Consiglio , e non di questo Governo, ma del Governo come istituto, taluni rappresentanti e addirittura taluni partiti della maggioranza, che hanno voluto mettere in piazza quel che tra persone bene educate forma normalmente oggetto di una discussione alquanto riservata. onorevole presidente del Consiglio , quando io dico che su questo Governo grava in questo momento una questione morale , intendo dire che, come ha rilevato l' altro giorno illustrando la nostra mozione l' onorevole De Marzio , voi potete anche porre la questione di fiducia , voi potete anche ottenere la fiducia dalla vostra maggioranza questa sera o domani, voi potete anche scongiurare o allontanare nel tempo gli aspetti formali della crisi. ma la crisi, nella sostanza, esiste; e non esiste per prava volontà delle opposizioni, non esiste — ne parleremo — per le speculazioni, a cui ella ha alluso, da parte delle opposizioni: la crisi esiste perché basta prender visione del comunicato ufficiale dell' altro giorno della direzione del partito socialista unificato , e porre a raffronto quel comunicato ufficiale con le sue dichiarazioni di questa sera e con le comunicazioni ufficiali del partito cui ella appartiene, per rendersi conto che la compagine governativa non esiste, non esiste nei suoi aspetti programmatici e non esiste come contenuto morale, come contenuto di solidarietà. d' altra parte, signor presidente del Consiglio , finché ella non mi accusa non dico di falso — spero che non se lo permetta — ma di inesattezza, riferiamoci al dibattito così come si è svolto sotto i nostri occhi in questi giorni. uno tra i discorsi nella sostanza di più dura opposizione ella se l' è sentito pronunciare qui dentro dall' onorevole La Malfa ; e un discorso per certi versi di sostanziale ed anche di più pesante opposizione l' ha pronunciato in quest' Aula, a nome del partito socialista unificato , l' onorevole Mauro Ferri. la stessa Democrazia Cristiana , nel suo comunicato degli scorsi giorni, ed il Governo, nelle sue dichiarazioni degli scorsi giorni, che cosa hanno potuto dire? hanno potuto dire soltanto che la crisi non deve scoppiare... perché non deve scoppiare. ora, signor presidente del Consiglio , ella è maestro nell' arte delle soluzioni compromissorie e sa che in molte altre occasioni noi la abbiamo di questo accusato, incolpato addirittura; ella sa che le opposizioni la considerano come un maestro di deteriori compromessi politici. ma per lo meno, nelle altre occasioni, signor presidente del Consiglio , ella si presentava al Parlamento ed al paese con soluzioni di compromesso. in questo caso ella si presenta al Parlamento ed al paese senza alcuna soluzione; ella si presenta dicendo: l' inchiesta parlamentare non si farà, la mia maggioranza voterà perché l' inchiesta parlamentare non si faccia; e nel momento stesso due dei partiti della sua maggioranza dicono che voteranno questa sera la fiducia pur essendo assolutamente convinti che l' inchiesta avrebbe dovuto farsi. ella sa che, se i socialisti e i repubblicani hanno ritenuto in guise talora clamorose di far conoscere le loro posizioni di dissenso, non l' hanno fatto — io credo — per motivi ideologici o programmatici. e oso immaginare — non voglio dire insinuare — che non lo abbiano fatto neppure per un autentico desiderio di codesta famosa inchiesta parlamentare ; l' hanno fatto, onorevole presidente del Consiglio , perché le elezioni sono imminenti, e perché ogni partito tende alla vigilia delle elezioni a presentarsi alla pubblica opinione con le carte il più possibile in regola. onorevole presidente del Consiglio , richiamiamoci, se mi permette, a qualche precedente: tutte le legislature della Repubblica sono finite nell' assillo delle elezioni. ed è logico che, giungendo verso il traguardo elettorale, i partiti politici e i gruppi parlamentari tengano conto della necessità di presentarsi nel migliore dei modi al corpo elettorale . ma ci dia atto — e io vorrei che in foro interno ce ne desse atto lo stesso presidente della Camera — che nessuna legislatura è mai finita così male come questa cosiddetta legislatura del centrosinistra. questa è una conclusione squallida, questo non è l' epilogo di una vicenda: è l' epilogo di un Governo, è l' epilogo di una formula, è l' epilogo di quella che avrebbe dovuto essere la vostra svolta storica, è l' epilogo, doloroso e mortificante per tutti — ci creda, signor presidente del Consiglio : per gli oppositori forse ancor più che per i partecipanti alla maggioranza — di una vicenda politica che sta avvilendo, mortificando e ammorbando la nazione intera. il giuoco dei ricatti e dei controricatti, delle accuse e delle controaccuse, delle manovre e delle contromanovre; e soprattutto, onorevole presidente del Consiglio , l' ignobile giuoco di « scaricabarile » che sotto i nostri occhi i partiti della maggioranza hanno recitato in questi giorni per tentare di far gravare l' uno sull' altro tutte le colpe e le responsabilità; il giuoco compiuto con così scarsa eleganza dai socialisti nel tentativo di presentarsi, proprio loro, vergini di fronte alla pubblica opinione , essi soli pronti ad andare innanzi — e avremo qualcosa da dire al riguardo — nell' accertamento della verità; l' atteggiamento ancor meno elegante, forse, assunto in extremis , non voglio dire dai repubblicani, ma dall' onorevole La Malfa , il quale si è andato contorcendo per giorni e giorni finché non è riuscito a trovare l' espediente per potersi distinguere nell' ambito della maggioranza: tutto questo, onorevole presidente del Consiglio , non è contestabile e ci consente di dire che, a prescindere dall' esame di taluni problemi particolarmente inquietanti e scottanti, sul Governo grava davvero in questo momento quella che ho chiamato la questione morale . io tenterò di replicare rapidamente, signor presidente , non a tutto ciò che ella ha detto, ma alle argomentazioni che mi sono sembrate più importanti dal punto di vista obiettivo e che perciò meritano una risposta prima che io giunga a formulare le nostre conclusioni politiche. abbiamo ascoltato da lei, signor presidente del Consiglio , e non lo abbiamo ascoltato con piacere, ma con rammarico, un appello che, se ella lo avesse rivolto a tutti, al di sopra delle parti, all' inizio della legislatura o in altri momenti politici, forse sarebbe giunto non dico gradito, ma almeno bene accetto a tutte le orecchie in quest' Aula. ella all' inizio delle sue dichiarazioni ha testualmente detto: « sarebbe possibile che tutti ci mettessimo d' impegno per determinare una atmosfera più serena » . ma, signor presidente del Consiglio , le pare, per quanto riguarda il nostro settore di opinione pubblica (non voglio dire il nostro partito o il nostro gruppo parlamentare ), di poter rivolgere anche a noi un appello di questo genere alla fine della legislatura del centrosinistra? signor presidente del Consiglio , credo che ella ci possa dare atto — tranne taluni episodi inevitabili in un Parlamento — di una sostanziale e formale correttezza, non da qualche anno a questa parte. ma da vent' anni a questa parte. noi crediamo, nell' alternarsi dei governi, delle maggioranze e delle situazioni politiche, di aver mantenuto una certa linea e un certo indirizzo, e riteniamo soprattutto, checché si pensi di noi, di aver manifestato una certa costanza e una certa coerenza, soprattutto in ordine a taluni problemi che sono all' ordine del giorno questa sera. la tutela del prestigio e della dignità delle forze armate , temi che una volta, quando li trattavamo noi, venivano definiti retorici o « patriottardi » e con i quali ella ha ritenuto di concludere, non molto nobilmente proprio per la necessità nella quale ella si trovava questa sera di speculare anche sulle forze armate pur di poter dare al suo discorso una conclusione un poco più elevata e più chiara... ella, signor presidente del Consiglio , non si sente toccato, l' onorevole Pieraccini non si sente toccato; è difficile toccarvi; siete come Tecoppa, mi sembra. ora, dicevo, signor presidente del Consiglio , proprio lei ci viene a dire questa sera: « sarebbe possibile che tutti ci mettessimo d' impegno per determinare una atmosfera più serena » . signor presidente del Consiglio , nonostante la sua forma quasi sempre corretta, cortese, qualche volta addirittura squisita, ella politicamente si è presentato con il cipiglio di sempre, nei nostri confronti; ella si è presentato come il sostenitore, ancor prima di diventare presidente del Consiglio , di uno stato di necessità; ella è l' uomo qui dentro delle preclusioni, delle esclusioni, degli ostracismi; ella è l' uomo qui dentro delle paratie stagne , del ghetto politico e ha tentato addirittura, insieme con altri, nei nostri confronti operazioni di ghetto non solo politico, ma anche storico e morale. noi non reagiamo come dovremmo reagire a questo punto perché facciamo forza a noi stessi, perché pensiamo non a chi ci dice tali cose, ma alla grave situazione della nostra patria, agli obblighi che incombono su tutti noi, al senso dello Stato di cui noi dobbiamo dare prova, qualunque sia la nostra posizione e funzione politica occasionale. però, signor presidente del Consiglio , debbo dire che arriva tardi questo appello da parte sua e di questo Governo così presuntuoso quattro anni e mezzo fa, così altezzoso, il Governo della svolta storica, il Governo che avrebbe dovuto rappresentare un nuovo indirizzo morale addirittura e avrebbe potuto e saputo rappresentarlo proprio perché a priori avrebbe escluso talune parti politiche, in primis la nostra, direi soltanto la nostra, indegna del colloquio politico, addirittura indegna del colloquio sul piano morale. adesso ella tenta di gettare dei rampini morali. noi crediamo che sia tardi, noi crediamo che sia male, noi crediamo che sia inelegante, noi crediamo che sia poco convincente, noi crediamo che sia mortificante non per la sua persona, ma per il Governo che ella rappresenta. ella, dopo aver lanciato questo appello, ha accusato le opposizioni di spregiudicatezza nel giuoco politico. signor presidente del Consiglio , le opposizioni devono essere, io penso, in un giuoco politico, spregiudicate: spregiudicate nei limiti del giuoco politico, spregiudicate nei limiti in cui il giuoco politico non intacca i valori essenziali, siano essi nazionali, siano essi sociali, cui le opposizioni, istituzionalmente, si riferiscono e devono riferirsi. ma, ancora una volta, crede ella di aver trovato l' occasione buona per denunciare la spregiudicatezza delle opposizioni? ebbene, tipi spregiudicati qui ne abbiamo visti in questi giorni, ma non fanno parte dei partiti di opposizione; tipi spregiudicati ne abbiamo visti in questi giorni nelle file del gruppo socialista, parecchi, direi tutti, a cominciare dal cosegretario onorevole De Martino , al quale dovrò dedicare qualche pensierino tra poco; tipi spregiudicati ne abbiamo visti anche nello sparuto gruppo del partito repubblicano . abbiamo visto non tipi spregiudicati, ma tipi direi piuttosto mortificati nel vasto gruppo della Democrazia Cristiana , la quale ci sembra non abbia partecipato a questo dibattito come partito, poiché immagino che l' onorevole Folchi abbia parlato come critico militare e non — come esponente della maggioranza e della Democrazia Cristiana . soltanto un critico militare simpatico come l' onorevole Folchi poteva infatti dire che Vittorio Veneto fu opera dei cattolici e dei socialisti. evento, colleghi liberali, che non voglio attribuire alla tradizione nazionale o nazionalista, che forse anche noi possiamo rappresentare un poco; ma mi sembra sia stato determinato da alcune altre componenti, anche secondo i critici militari. spregiudicate le opposizioni? signor presidente del Consiglio , le opposizioni hanno esercitato, per la terza volta in questa occasione, la loro sacrosanta funzione ispettiva e di controllo. abbiamo presentato i nostri strumenti parlamentari, con un rispettoso crescendo: abbiamo incominciato l' altro anno con le interrogazioni, siamo passati alle interpellanze, siamo arrivati alle mozioni per tentare di conseguire qualche concreto risultato. signor presidente del Consiglio , poiché ella parla di giuoco, ella ci deve spiegare chi ha lanciato la palla. non sono state le opposizioni. ce ne dia atto. il giuoco è un giuoco socialista fino al massimo vertice, signor presidente del Consiglio , ella lo sa: è un giuoco socialista alle origini, socialista negli sviluppi, socialista sulla stampa. ci dicono che sia un giuoco socialista — o radicale — perfino in taluni ambienti della magistratura (sia detto con tutto il rispetto). lo abbiamo letto su giornali non della nostra parte politica . ed ella parla di giuoco spregiudicato da parte delle opposizioni? forse è stato un lapsus freudiano : forse ella ha voluto dire, in tal senso e in tal modo, che le vere opposizioni sono i partiti che compongono insieme con la Democrazia Cristiana la maggioranza governativa ? se lo ha fatto per questo, le diamo atto di aver detto una cosa esatta. sui fatti del luglio del 1964, signor presidente del Consiglio , ella (ho preso nota della sua frase, che spero di aver trascritto esattamente) ha dichiarato: « né direttamente né indirettamente eravamo stati informati » . ora, poiché ella ha parlato come presidente del Consiglio , a nome della compagine governativa, io debbo permettermi o di contestare l' esattezza di questa sua affermazione o di contestare l' esattezza di affermazioni in senso opposto che provengono da parte socialista. ed è a questo punto che io debbo dedicare qualche pensierino, come avevo già accennato, al cosegretario del partito socialista unificato , onorevole De Martino . l' altro ieri, l' onorevole Malagodi, nel suo intervento, citò, dai resoconti di stampa, una parte assai interessante della deposizione resa in tribunale dall' onorevole De Martino (e, gliene do atto, la citò testualmente, perché la stessa citazione era fra i miei piuttosto diligenti appunti); l' onorevole De Martino , presente, lo interruppe e disse che si trattava di pubblicazioni giornalistiche non rispondenti esattamente al vero. ho consultato anche il resoconto stenografico , signor presidente , che purtroppo, a quel punto, reca soltanto: interruzione del deputato De Martino , non registrando l' interruzione esatta; ed è per questo che faccio appello alla testimonianza dei colleghi presenti. io non sono in grado, come l' onorevole Anderlini, di farmi consegnare dal tribunale i documenti autentici esibiti al tribunale stesso e non ho potuto fare altro che rivolgermi a una testimonianza che io penso insospettabile per l' onorevole De Martino , per i colleghi socialisti e — immagino — per tutta la maggioranza: Avanti! citerò testualmente Avanti! facendovi perdere due minuti, ma credo che ne valga la pena perché, quando un collega si permette di contestare l' esattezza di certe informazioni in quest' Aula e dice il falso — in questo caso uso il vocabolo idoneo — egli deve essere in questa stessa Aula costretto ad ammettere di avere mentito. sono andato a consultare — ripeto — il resoconto apparso sull' Avanti! , che io non voglio dire sia veritiero, ma che senza dubbio risponde agli intendimenti del cosegretario del partito socialista . se non pensassi questo, dovrei attribuire a quell' egregio parlamentare una confusione mentale ancora maggiore di quella che io di norma gli attribuisco: e penso sia impossibile arrivare a tanto. Avanti! ! del 26 gennaio 1968, prima pagina , in alto di spalla, a tre colonne, pubblica: « il compagno Francesco De Martino , segretario del partito, deponendo ieri come testimone al processo De Lorenzo-L' Espresso , ha confermato che l' avvocato Pasquale Schiano, nel 1965, gli disse che la nomina di De Lorenzo a capo di Stato maggiore dell' esercito era sconsigliabile « sia per i metodi che lo stesso aveva seguito quando era comandante dell' Arma dei carabinieri , sia per la natura dei rapporti avuti con i suoi dipendenti (con ingiustizie e favoritismi), sia infine perché si trattava di un uomo ambizioso che avrebbe potuto costituire un pericolo per le istituzioni democratiche » . in quella occasione Schiano gli accennò che c' erano state negli alti comandi dell' arma manovre miranti ad attentati alle istituzioni democratiche. in un successivo colloquio gli riferì di avere appreso da alti ufficiali che, nel luglio del 1964, vi erano state riunioni segrete presiedute da De Lorenzo al comando generale o altrove in cui furono predisposti gli arresti di personalità politiche e la loro deportazione. Schiano specificò che si trattava anche di uomini a livello di Governo o di partiti al Governo » . « a domanda del presidente, De Martino ha precisato che lui non aveva elementi di controllo diretto, ma di non avere, avuto alcun motivo di dubitare della informazione perché conosceva da lungo tempo Schiano come persona seria e da anni impegnata nella difesa delle istituzioni democratiche. « informai pertanto, ha aggiunto il compagno segretario — scrive Avanti! — di quel che mi era stato detto il vicepresidente del Consiglio Nenni, perché la responsabilità della scelta cadeva sul Governo » . presidente: perché il Governo non tenne conto dell' avviso? De Martino : non so perché il Governo abbia disposto lo stesso la nomina di De Lorenzo . posso dire che i membri socialisti del Governo non si opposero per i precedenti del generale che si dichiarava amico dei socialisti, sostenitore del centrosinistra e vantava la sua partecipazione alla lotta partigiana » . prima di commentare rapidamente questa ineffabile deposizione, che abbiamo motivo di ritenere testuale, dell' onorevole De Martino , debbo citare una interruzione fatta l' altro giorno in quest' Aula dall' onorevole Nenni. interrompendo l' onorevole Lami, l' onorevole Nenni (come risulta testualmente dal resoconto stenografico ) ha dichiarato: « non sapevo niente degli eventi che sono venuti alla luce nel processo L' Espresso-generale De Lorenzo . se avessi saputo di questi eventi, ella sa che lo avrei dichiarato a tutte lettere e nel modo più clamoroso » . cito Avanti! ! del 5 gennaio 1968, prima pagina , nona colonna: « di una cosa si può essere certi, che se avessimo conosciuto questi fatti, nel luglio del 1964 o dopo, li avremmo denunciati » . e allora, onorevole presidente del Consiglio , vi sono due versioni. c' è la sua versione, secondo la quale né direttamente né indirettamente siete stati informati; e a questa sua responsabile versione debbo credere senz' altro. essa tuttavia contrasta con la versione dell' onorevole De Martino , il quale era stato informato direttamente, dettagliatamente, tempestivamente, e a sua volta, come segretario del partito socialista , aveva fatto di tale informazione l' oggetto di una sua comunicazione, diciamo, ufficiale, o per lo meno responsabile, all' onorevole Nenni, vicepresidente del Consiglio dei ministri . dalla deposizione resa sotto giuramento dell' onorevole De Martino in tribunale risulta che l' onorevole De Martino , successivamente alla riunione del Consiglio dei ministri , era stato informato di come erano andate le cose e aveva chiesto ai « delegati ministri » (come credo vi chiamiate tra voi), ai compagni ministri spiegazioni, perché altrimenti non avrebbe potuto deporre in tribunale, indicando i motivi per i quali i compagni ministri avevano disatteso le sue precise notizie e informazioni. onorevole presidente del Consiglio , giudichi lei l' atteggiamento degli uomini cosiddetti responsabili del partito socialista unificato , a cominciare da colui che le siede accanto. essi, nel 1964, mese di agosto, sulla stampa (e di questo le devo dare atto, onorevole Nenni: ella aveva detto con sei articoli; l' ho controllato personalmente, e ho constatato che alcuni articoli sono firmati Pietro Nenni, altri « Stella nera » ), e con un intervento in comitato centrale , nel luglio del 1964, denunciarono, mostrando di sapere qualche cosa, o almeno facendo intendere di sapere qualche cosa, una. situazione — spero di esprimermi correttamente — di virtuale attentato alle nostre istituzioni democratiche da parte di non precisate forze di cosiddetta destra. credo si tratti di destra economica, perché ho rilevato, signor vicepresidente del Consiglio , che mai, dal 1964 a oggi, da parte sua o da parte di altri esponenti del partito socialista , si è fatto riferimento, come responsabili del virtuale attentato alle nostre istituzioni democratiche, ad elementi della destra politica, appartenenti al nostro o ad altri gruppi. ci siamo dimenticati, però, e io sono andato a leggermi alcuni testi, che subito dopo il luglio del 1964, quando la paura era passata (e non la paura del colpo di stato , ma la paura del colpo di Governo, cioè la paura di essere messi fuori dalla compagine governativa), si verificarono alcuni fatti molto importanti. sa, onorevole Nenni — forse l' ha dimenticato — quale gruppo parlamentare si presentò in quest' Aula, nell' agosto del 1964, per definire fantasiose e ridicole le voci precedentemente messe in giro circa un colpo di stato ? il gruppo parlamentare socialista. il 4 agosto 1964, durante la discussione per la fiducia al secondo Governo presieduto dall' onorevole Moro, intervenne per il gruppo del partito socialista l' onorevole Brodolini, uno, onorevole Nenni, che, se non sbaglio, si è espresso in questi giorni per la linea De Martino , aprendo anche una polemica con lo stesso onorevole De Martino dal momento che ha ritenuto contraddittorie, se ho letto bene sull' Avanti! , ed insodisfacenti, perché troppo miti, le dichiarazioni motivanti l' astensione dell' onorevole De Martino . l' onorevole Brodolini, il 4 agosto 1964, ebbe a dire in quest' Aula: « vero è che le voci di congiura di palazzo o di colpo di stato , di cui si è accennato nel corso della crisi, appartengono soltanto al mondo della fantasia e del ridicolo, e d' un ridicolo che si riversa per intero su chi tali voci ha artificiosamente alimentato » . questo, ripeto, i socialisti dicevano alla Camera nell' agosto 1964! due giorni dopo, onorevole Nenni, l' onorevole Mauro Ferri, presidente anche allora, credo, del gruppo parlamentare socialista, diceva in quest' Aula: « non voglio riprendere qui il discorso sull' esistenza o meno dei pericoli di avventure di destra che avrebbero minacciato il paese nelle scorse settimane; se è vero che questo pericolo, nella sua più rozza e grossolana espressione, non vi è stato, è vero però che abbiamo tutti avvertito come il prolungarsi della crisi o, peggio, il fallimento delle trattative avrebbe aperto nel paese un vuoto di potere » . già, onorevole Nenni, è il vuoto di potere che vi ha sempre preoccupati! ed è una preoccupazione più che legittima da parte sua, da parte dei suoi colleghi di Governo, da parte del gruppo e del partito socialista unificato . chiaro che un partito che ormai si considera non di Governo, non di Stato, tanto meno di popolo, ma di potere, teme i vuoti di potere e li vuole riempire, paventa le situazioni di vuoto di potere dal suo punto di vista . i socialisti considerano vuoti di potere le situazioni politiche nelle quali sono fuori dai centri del potere, dai centri di comando, da quella che ella, onorevole Nenni, ha definito — tutti lo sanno — la « stanza dei bottoni » . queste sono le vostre costanti preoccupazioni. ella, onorevole Nenni, ha, non dico inventato, ma certamente ingrandito con notevolissima abilità politica e con il ricorso anche alla fantasia, voci di colpi di Stato per compiere dei ritmici « colpi di Governo » . dal 1960 che ella, onorevole Nenni, con i suoi amici, è autore. di tutta una serie di « colpi di Governo » . e quello di stasera è l' ultimo; speriamo almeno che sia l' ultimo o per lo meno dell' ultimo della serie. anche oggi ci troviamo di fronte ad un « colpo di Governo » . questa volta ella, onorevole Nenni, non poteva inventare pericoli di un colpo di stato , sebbene nel suo articolo della scorsa domenica sull' Avanti! abbia scritto qualcosa a questo riguardo. non ho qui con me una copia dell' Avanti! di domenica scorsa, quindi non posso citare testualmente il suo articolo, comunque ella ha scritto che i pericoli ai quali ora sarebbe sottoposto il paese se questo Governo dovesse cadere potrebbero essere — spero di citare con esattezza — molto più inquietanti di quelli che si manifestarono nel 1964. io vorrei che ella, onorevole Nenni, mi spiegasse questo. il generale De Lorenzo (parleremo un momentino di lui) lo avete fatto fuori. quanto è stato oggi annunziato dal presidente del Consiglio denunzia una volontà persecutoria che penso non avrà facile tregua. gli altri generali che si sono presentati a deporre o si sono manifestati avversi, in maniera talora personalissima, al generale De Lorenzo , o comunque si sono dimostrati non estranei, ma alieni da qualsivoglia intenzione di colpo di stato . la destra politica la dichiarate ogni giorno sbaragliata e comunque alla destra politica non avete mai attribuito apertamente propositi di colpi di Stato; là destra economica è diventata la sinistra sociale a disposizione del centrosinistra, come tutti quanti sanno; i fondi sembra che siano a vostra disposizione; e nonostante tutto ciò ella afferma che, se questo Governo cadesse, si andrebbe incontro ad una situazione molto più inquietante di quella del luglio del 1964. allora, onorevole Nenni, alla stregua di questi ragionamenti, la situazione del luglio del 1964 era assai poco inquietante. non le pare che abbiamo ragione? comunque, qual è, signor presidente del Consiglio e colleghi della Democrazia Cristiana (permettete che mi rivolga a voi), la serietà di contenuto dell' azione politica e propagandistica del partito socialista ? e quali sono le armi. di ricatto che il partito socialista — sul piano politico, per carità! — esercita nei vostri confronti? si è parlato tante volte da parte dei socialisti di unità proletaria e dei comunisti di cedimenti dei socialisti alla Democrazia Cristiana . ma quest' oggi stiamo assistendo ad un clamoroso, inutile cedimento della Democrazia Cristiana , non al partito socialista , bensì alle fumisterie del partito socialista . i socialisti, con le loro contraddizioni, hanno alimentato una campagna basata per nove decimi (ve l' ho dimostrato) su loro invenzioni o comunque su loro mistificazioni o, se vogliamo essere più gentili, su loro dilatazioni di fatti che in definitiva essi stessi riconoscevano di scarsa o di nessuna importanza; e sono riusciti a tal punto, non so se ad intimorire o ad affascinare il signor presidente del Consiglio (si vede che l' onorevole Nenni ha ancora doti che in verità non gli abbiamo mai conosciuto o riconosciuto, ma che senza dubbio nei confronti della Democrazia Cristiana possiede) da indurlo (mi duole affrontare questo argomento) questa sera ad assolvere, come ho sentito dire in qualche battuta di corridoio, l' onorevole Nenni per... distruzione di prove. neanch' io. onorevole Nenni, io non mi inquieto; e la debbo ringraziare per l' umanità con cui ha voluto, parlando di sé, rispondere a noi. ella è un figlio del popolo; noi siamo più semplicemente dei cittadini italiani i quali, essendo stati eletti, contro ogni loro merito, deputati, sono rappresentanti del popolo italiano . e come rappresentanti del popolo italiano siamo chiamati qui ad uno spiacevole — trattandosi di fatti personali — ma doveroso sindacato. quei fatti non li abbiamo messi in luce noi; come lei, li abbiamo appresi dalla stampa. e sulla base — se permette — di nostre modestissime tradizioni, che riteniamo non essere peculiari alla nostra parte politica , ma essere proprie! di tutti i galantuomini e in particolare di tutti i galantuomini che di politica si occupano, non appena abbiamo appreso dalla stampa quelle notizie, abbiamo atteso, onorevole Nenni, non la prova, ma notizie delle sue reazioni; abbiamo letto un comunicato di smentita e abbiamo preso atto di talune attestazioni di solidarietà. non voglio occuparmi qui delle attestazioni di solidarietà che sono giunte da altre e troppo alte sedi; voglio riferirmi soltanto alla attestazione di solidarietà risale oggi dall' onorevole presidente del Consiglio . io non contesto al cittadino Aldo Moro il diritto, che può perfino essere un dovere, di manifestare la propria solidarietà al figlio del popolo Pietro Nenni. qui siamo di fronte al presidente del Consiglio , onorevole Aldo Moro, rappresentante del popolo italiano , e al vicepresidente del Consiglio , onorevole Pietro Nenni, figlio del popolo, se ella preferisce, o rappresentante del popolo italiano . come presidente del Consiglio , il cittadino Aldo Moro non aveva alcun diritto e non ha alcuna possibilità, né politica né giuridica, di concedere attestazioni di solidarietà come quella di oggi che, come ella, onorevole Nenni, ha acutamente e forse un po' maliziosamente osservato, volevano essere attestazioni giuridiche, e non soltanto attestazioni umane. io non sono un cultore del diritto; ella, cittadino Nenni, non è un cultore del diritto. ma l' onorevole Moro, sì; egli il diritto lo conosce, lo insegna da tanti anni. non essendo un cultore del diritto, ma avendo compiuto, dopo il discorso del presidente del Consiglio , un modestissimo dovere di autoinformazione — e forse anche di autocritica — credo di poter dire che, come giurista, il presidente del Consiglio le ha stasera, onorevole Nenni, reso un pessimo servigio. io, che non sono uomo di diritto, ho dovuto profittare della sospensione della seduta per andare a consultare gli articoli del nostro codice penale ( « nostro » , di entrambi, di tutti, onorevole Nenni); il presidente del Consiglio ha avuto molte ore a disposizione, grazie anche agli indugi cui il suo partito e il partito repubblicano lo hanno costretto, e, comunque, ha passato tutta la vita non ad imparare, ma ad insegnare le norme del codice penale . mi permetto di far rilevare a lei, cittadino. Pietro Nenni, digiuno di diritto, che, se il presidente del Consiglio avesse voluto pronunciare una difesa efficace sul piano giuridico, avrebbe dovuto tener presente che l' onere della prova spetta al querelato, e non al querelante. se ella mi consente, cittadino Pietro Nenni, io le leggo l' articolo del codice penale a cui avrebbe dovuto ricorrere. ella con il suo acume ha perfettamente compreso. in primo luogo faccio rilevare a lei e ai colleghi di tutti i settori della Camera che su questo argomento i rappresentanti del Movimento Sociale Italiano nel corso di questo dibattito si erano espressi con estrema eleganza, quasi sorvolando. ella e i colleghi di tutta la Camera ci devono dare atto che su questo argomento si è pesantemente soffermato dal suo punto di vista il presidente del Consiglio . ella ci deve dare atto, pertanto, che non per nostra volontà è in questo momento in discussione di fronte al Parlamento e al paese questo argomento. ella, onorevole Nenni, mi diceva che io potrei risparmiarmi nei suoi confronti la lettura del codice penale . vorrei pregarla di rendersi conto che sto parlando a suocera Nenni perché nuora Moro intenda. l' articolo del codice penale lo leggo all' onorevole Nenni perché il giurista Moro se lo ricordi. è l' articolo 596 del capo II che ha il titolo significativo: « dei delitti contro l' onore » . onorevole Nenni, noi siamo retti da una legge alla quale dobbiamo rispetto e che ci tutela. se il codice penale contiene un capo relativo ai delitti contro l' onore, ed in particolare articoli come quello relativo al delitto di diffamazione, ciò significa che la legge, che tutti ci regola e ci regge, ritiene che non sia sufficiente e valido ciò che ella, onorevole Nenni, ha or ora , in perfetta buona fede , detto. la legge, cioè, che tutti ci difende e tutela, ritiene che, nei casi di delitti contro l' onore, il cittadino possa e debba, se lo ritiene, adire le vie giudiziarie, per essere tutelato. che cosa teme, onorevole Nenni, dalla giustizia italiana? certamente niente. nulla può temere lei, nulla può temere alcuno fra noi. questo lo dice lei, onorevole ministro! chiedo allora al Governo perché i generali abbiano bisogno dei tribunali; chiedo al Governo perché l' onorevole presidente del Consiglio abbia detto oggi che il ministro della Difesa ha fatto bene ad autorizzare il generale De Lorenzo a dare querela all' Espresso, anche su fatti segretissimi che potevano implicare segreti di Stato , allo scopo di difendere il suo onore; chiedo al Governo di dirci se, sotto il Governo di centrosinistra, l' onore dei militari sia da collocare sotto i piedi e quello dei ministri o dei vicepresidenti del Consiglio sia invece da portare alle stelle; chiedo di sapere chi li abbia investiti di codesta moralità; chiedo di sapere cosa li autorizzi ad adoperare questo linguaggio! e allora, onorevole ministro Mancini, dal silenzio del Governo debbo dedurre la prova di accusa più valida, non di ciò che è stato attribuito all' onorevole Nenni, all' onorevole Pieraccini e ad altri, ma di un complesso di inferiorità da voi nutrito e dimostrato, onorevoli ministri socialisti, nei confronti di quella giustizia alla quale così volentieri voi mandate incontro i rappresentanti delle forze armate italiane. ecco perché non ho gradito — anzi, non abbiamo gradito — la conclusione del discorso dell' onorevole Moro, la sua attestazione puramente formale — e a questo punto posso dire retorica, potrei perfino dire maliziosa e in malafede — di stima nei confronti delle forze armate . l' onorevole presidente del Consiglio , nel suo discorso di oggi, ha pronunziato due sentenze: una assolutoria nei confronti del vicepresidente del Consiglio , ed una di condanna nei confronti del generale Ciglieri. non credo che l' onorevole presidente del Consiglio fosse autorizzato a pronunziare né la prima né la seconda. e se per avventura egli avesse ritenuto, anche sulla base di motivazioni giuridiche, di esprimere una sentenza assolutoria nei confronti del vicepresidente del Consiglio e parimenti una sentenza assolutoria nei confronti del generale Ciglierio di qualsivoglia altro generale accusato dalla stampa o dall' opinione pubblica o da componenti di questo Parlamento, noi avremmo reagito contro una simile presa di posizione. a maggior ragione perciò, con maggiore mortificazione e — ci sia consentito dirlo — con tanto maggiore sdegno, noi reagiamo quando, onorevole presidente del Consiglio , constatiamo che questo Governo adotta da questo punto di vista la politica dei due pesi e delle due misure. l' onorevole presidente del Consiglio — lo avete udito tutti — ha pronunziato (voglio pensare a ragione, non voglio immaginare a torto) una sentenza di severa condanna ancor prima che l' indagine amministrativa in corso nei confronti del generale Ciglieri ci venisse resa nota. perché lo ha fatto, onorevole Moro? ella ci ha chiesto un momento di attesa; ci ha detto che non dobbiamo promuovere in questo momento neppure un' inchiesta parlamentare ; ci ha ricordato che accanto al ministro della Difesa vi sono taluni altissimi ufficiali che stanno compiendo un' indagine; ci ha invitato — o per lo meno sta invitando la maggioranza — ad avere piena fiducia nello operato amministrativo del Governo. perché, dalle pieghe dell' indagine amministrativa in corso (forse non ancora completa), ella ha ritenuto di trarre una preventiva sentenza di condanna contro un generale? noi dobbiamo ritenere che lo abbia fatto o perché spinto da colleghi del suo gruppo, o perché spinto da colleghi degli altri gruppi della maggioranza, o perché indottovi da un malinteso calcolo politico tendente ad equilibrare un' assoluzione « fasulla » nei confronti dei politici con una condanna iniqua nei confronti dei militari. noi non crediamo che così si salvi il prestigio delle istituzioni; e, pertanto, non riteniamo che ella abbia mantenuto fede agli impegni che reiteratamente ha detto di voler prendere. signor presidente del Consiglio , ecco perché dicevo che ella ha tentato di eludere la questione di fondo, che è la questione politica o morale che sta di fronte a noi. ho detto in principio — e così intendo concludere le mie osservazioni — che la legislatura del centrosinistra (vogliamo sperare la prima e l' ultima legislatura del centrosinistra) si conclude nel più melanconico dei modi. ho l' impressione di non sbagliare dicendo che il dibattito di questi giorni sia un dibattito emblematico del centrosinistra, del vero, dell' autentico programma del centrosinistra. la vera evoluzione e destinazione del centrosinistra voi l' avete dimostrata — sembra una sottile vendetta del destino — sulla base di quella che l' onorevole Nenni ha sempre chiamato la « politica delle cose » : appunto le cose vi hanno tradotto e trascinato fin qui. avevate cominciato cinque anni fa sulla base della presunzione di una maggioranza finalmente organica e compatta: ricordate? le polemiche iniziali del centrosinistra furono impostate soprattutto su questa base: la necessità, l' opportunità, l' utilità di una maggioranza compatta ed articolata, di una larga e programmatica maggioranza, di una maggioranza solida in sé e intorno a sé per i suoi fondamenti programmatici o morali. ed ora vi presentate nello sfacelo di una maggioranza che continua ad esser tale per poche ore o per pochi giorni soltanto perché non è lontano il traguardo elettorale. vi eravate presentati da principio come formula intesa a delimitare la maggioranza a sinistra e a realizzare l' isolamento politico del partito comunista italiano. e a conclusione della legislatura il partito socialista appare ancora una volta unificato non in sé, ma con i comunisti, sul terreno delle difese pseudomorali da parte dei comunisti nei confronti dei socialisti e sulla base delle solidarietà politiche da parte dei socialisti nei confronti dei comunisti. ella, onorevole Nenni, ha detto: si deve pur pagare un prezzo per la politica che stiamo facendo. noi abbiamo l' impressione che il prezzo lo stia pagando il Governo ai socialisti ed ai comunisti, per la politica sciagurata che si è intitolata da cinque anni a questa parte al centrosinistra. abbiamo letto nel comunicato ufficiale del più riformatore o riformista (una volta, rivoluzionario) tra i partiti italiani — il partito socialista — che non può darsi luogo alla crisi perché c' è il terremoto, e perché, se vi fosse la crisi, non potremmo approfittare di questi dieci, quindici, venti giorni per varare, alla fine della legislatura, talune tra quelle riforme che avrebbero dovuto essere presentate, sostenute e trionfalmente varate nel quinquennio e che, se non lo sono state (ci si dia atto di ciò, e si dia atto di ciò a tutte le opposizioni), non lo sono state per i contrasti che puntualmente sono scoppiati all' interno dei partiti della maggioranza in ordine al contenuto e addirittura in ordine all' articolazione di tali cosiddette riforme. vi presentate dunque oggi come una strumentale organizzazione di potere, senza una moralità né di vertice né di base, senza un programma — che possa essere considerato tale e valido in quanto tale — da presentare alla pubblica opinione . vi presentate in una situazione talmente angosciosa, anche per voi, da costringere il presidente del Consiglio a fare appello alle opposizioni perché diano luogo ad una serenità che in seno al Governo e nella coscienza stessa del Governo non esiste e non può esistere. vi presentate — voi, maggioranza storica larga e compatta — in simili condizioni che un La Malfa qualsiasi ha potuto paralizzare per mezza giornata il Parlamento e il governo italiano . state finendo, signor presidente del Consiglio , nella viltà del ridicolo; è questa la realtà di fronte alla quale vi pone la nostra e non soltanto la nostra opposizione.