Ugo LA MALFA - Deputato Opposizione
IV Legislatura - Assemblea n. 803 - seduta del 30-01-1968
Proroga del trattamento economico dei dirigenti di PA
1968 - Governo I Craxi - Legislatura n. 9 - Seduta n. 100
  • Attività legislativa

signor presidente , onorevoli colleghi , il mio sarà un breve intervento, nel tentativo di precisare i termini esatti delle varie questioni che in questo dibattito sono sorte. comincerò con l' esaminare il problema dell' ammissibilità o non ammissibilità della commissione parlamentare d' inchiesta. dichiaro subito che, se la commissione parlamentare d' inchiesta dovesse essere investita dell' esame dell' attività generale del Sifar, essa non sarebbe ammissibile, poiché evidentemente in un esame così vasto sarebbero necessariamente inclusi problemi relativi alla sicurezza dello Stato e ai segreti militari relativi. no, nel caso in esame, non di questo si tratta. si versa in un campo assai più limitato e ristretto. devo dire che, per fortuna del nostro paese (questo è sfuggito alla considerazione di tutti, anche della stampa), in questa serie di documenti, di indiscrezioni e di inchieste, nulla è venuto fuori che riguardasse ragioni profonde della vita dello Stato nonché segreti militari, nulla è venuto fuori che coinvolgesse responsabilità rispetto ai nostri alleati. si è trattato di tristi vicende interne, oserei dire di tristi vicende di politica interna , che non hanno nulla a che fare con la sicurezza dello Stato e con i nostri obblighi verso gli alleati. in tutte le sedi amministrative e giudiziarie è stato rispettato questo campo ristretto. d' altra parte, qualora un documento, una testimonianza, un' inchiesta, minacciassero di investire i problemi relativi alla sicurezza dello Stato e al segreto militare, il Governo avrebbe tutti i poteri, l' obbligo, il dovere di stabilire un limite a qualsiasi inchiesta, in ogni momento, naturalmente purché questo limite avesse una validità obiettiva. tornerò su questo argomento. onorevoli colleghi , perché negare al Parlamento, in linea di principio , quello che la magistratura può fare, quello che il potere esecutivo , attraverso le commissioni amministrative, può fare? da un punto di vista politico e costituzionale questo è inammissibile. in linea di principio la commissione parlamentare d' inchiesta può essere investita del problema, anche se essa, nella sua attività, non può andare oltre i limiti posti dalla sicurezza dello Stato e dal segreto militare. in altre parole, il Parlamento deve rispettare questi limiti e parimenti deve rispettarli la magistratura. se questo è vero, onorevole presidente del Consiglio , io non trovo nulla di eccezionale nel fatto che il Governo, tenuto conto di tutte le richieste che sono state espresse in Parlamento, presenti il rapporto Beolchini ed il rapporto Manes al Parlamento. questa è una delle richieste del partito liberale . se il rapporto Manes e la relazione Beolchini vengono consegnati alla magistratura, non credo che sia giusto che noi parlamentari dobbiamo avere notizia di questi documenti attraverso la stampa e non possiamo conoscerli direttamente. prego il Governo di tenere presente questo punto di vista . ho detto in linea di principio perché, sul merito, con una deliberazione del 15 gennaio che ha preceduto la convocazione al vertice che l' onorevole De Martino ha chiesto, la direzione repubblicana ha dichiarato di voler attendere per decidere circa un giudizio positivo sulla Commissione d' inchiesta parlamentare . la nostra decisione — sia essa errata o meno — è stata dettata da due ragioni fondamentali. una riguardava il significato che noi abbiamo dato alle degenerazioni e deviazioni del Sifar, che abbiamo esposto nelle precedenti discussioni in quest' Assemblea. noi abbiamo sempre ritenuto che le degenerazioni e le deviazioni del Sifar fossero il risultato del controllo che un generale intraprendente ha esercitato su questo organo, direttamente prima, indirettamente dopo, attraverso le successive cariche che questo generale intraprendente ha rivestito ed i centri di potere che egli ha creato. il rapporto tra l' amministrazione centrale della difesa ed il Sifar come servizio segreto ha potuto anche qui ci possiamo sbagliare — consentire a questo generale una autonomia di condotta che può fare addossare a lui la responsabilità principale delle deviazioni e degenerazioni del Sifar. è evidente che il processo giudiziario ci avrebbe confermato o non confermato questo giudizio. ecco perché noi volevamo avere tutti gli elementi, attraverso quel procedimento, per convalidarci o meno in quel giudizio. la seconda ragione di sospensione del nostro giudizio sulla Commissione d' inchiesta deriva da una amara esperienza. non facciamoci illusioni al riguardo: le Commissioni d' inchiesta parlamentare non sono riuscite ad accertare la verità. ognuno di noi è convinto che le Commissioni d' inchiesta parlamentare hanno sacrificato la verità rispetto alle prevalenti necessità politiche. basta guardare agli esempi precedenti per sapere quanto siamo stati insodisfatti, onorevole presidente del Consiglio , proprio per questa impossibilità, anche del Parlamento, di arrivare all' accertamento della verità, al di fuori delle ragioni politiche. quando vedemmo sorgere il problema e può darsi che anche nel caso in esame ci sia un tal problema, non lo neghiamo a priori dei rapporti fra autorità politica ed organi tecnici, noi abbiamo chiesto una inchiesta di carattere generale , non concreto e particolare, proprio per cercare di inquadrare i problemi fondamentali della vita del nostro Stato al di fuori delle ragioni politiche particolari, che in ogni condizione concreta hanno impedito di fare luce su queste cose. onorevole presidente del Consiglio , devo rammaricarmi che, pur avendo ricevuto da lei ben tre lettere in cui mi prometteva di fare una relazione al Governo su questo, non abbiamo fatto un passo avanti in un' intera legislatura. è pronta alla fine della legislatura. onorevole presidente del Consiglio , noi abbiamo passato una legislatura in cui il problema dei rapporti fra classe politica e organi burocratici, è stato il problema più acuto nel quale si fosse imbattuta la democrazia repubblicana. i repubblicani, avendo pasto il problema nella maniera più obiettiva, al di fuori di qualsiasi idea di scandalo, di sfruttamento politico, chiudono la legislatura insodisfatti: insodisfatti non per ragioni di partito, ma insodisfatti rispetto ad un problema che il paese tutto esente e vorrebbe vedere risolto. onorevoli colleghi , mi si dice: o si dimetta! ce li siamo posti molte volte questi problemi, e daremo anche l' indicazione di come e quando intendiamo risolverli. devo anche dire, onorevoli colleghi , che questo nostro scetticismo sulla Commissione d' inchiesta parlamentare lo manifestiamo anche in vista della commissione che si vorrebbe ora costituire. ci ha amareggiato il fatto che una Commissione d' inchiesta parlamentare , che si deve occupare delle tristi nostre vicende interne, sconfini in un campo che non le è proprio. da una parte, infatti, l' opposizione la vuole portare sul terreno internazionale: ma non c' entrano le alleanze, non c' entrano i nostri rapporti con gli alleati in queste nostre misere faccende interne. questo non fa altro che indebolire la funzione della commissione. dall' altra parte, contro la Commissione d' inchiesta non si può, onorevole Moro, addurre la causa delle alleanze. le alleanze non possono servire ad allargare il compito di una commissione, né a restringerlo: sono fuori discussione. ed è inammissibile che noi ce ne serviamo, da qualunque parte, per scopi di politica interna . e allora, onorevole presidente del Consiglio , onorevoli colleghi di destra e di sinistra, questi sono i termini in cui il problema si pone. noi non volevamo decidere oggi per questa Commissione d' inchiesta. ma vi sono due fatti che hanno destato la nostra immediata preoccupazione. il primo riguarda ciò che è avvenuto al tribunale di Roma, dove è stato sollevato il problema della esistenza di registratori al Quirinale e dove un generale ha dichiarato di non poter rispondere, dato che si tratta di un segreto di Stato , di un segreto militare. noi ci domandiamo chi sia stato ad autorizzare questo generale a fare tale dichiarazione. non si tratta infatti di segreto militare, ma di un fatto politico e costituzionale. il generale Allavena lo ha fatto per proprio conto, adducendo di fronte alla magistratura un motivo che è in contraddizione con il suo dovere di dire la verità? chi gliel' ha comandato? ecco un fatto sul quale il Governo deve darci dei chiarimenti e deve dire in che modo accerterà la verità. noi non possiamo rimanere sotto l' impressione che in un qualsiasi momento il colloquio fra un esponente politico e il presidente della Repubblica , che è un colloquio prettamente confidenziale, sia stato registrato. se così fosse, verrebbe meno una delle garanzie costituzionali fondamentali della nostra vita pubblica . il secondo fatto che ha destato la nostra preoccupazione, onorevole Tremelloni (mi rivolgo a lei, dato che il presidente del Consiglio non è più presente)...... riguarda gli omissis. ho detto che il Governo ha pieno diritto e pieno potere di porre un limite a qualsiasi tipo di indagine, purché tale limite risponda ad una condizione obiettiva. ma quando ieri ho ascoltato l' onorevole Anderlini — e non ho ragione di mettere in dubbio le rivelazioni che egli ha fatto, dal momento che ha detto di volersi, se del caso, sottoporre ad una Commissione d' indagine, ad un giurì d' onore — e ho saputo, quindi, quello che è stato omesso...... ebbene, onorevole Tremelloni, io ho avuto paura. e perché? ma se quelle proposizioni cancellate sono vere, noi stiamo alterando i termini di un processo, cioè, se sono vere, possiamo capovolgere il risultato di un giudizio. ma questo mi sembra reato. alterare i termini di un processo per omissione, significa determinare la possibilità di condanna di un innocente e di assoluzione di un colpevole. è ammissibile ciò? e chi ha dettato questi omissis? è stato un individuo particolare? e stata una autorità sottoposta al controllo politico? e il Governo non deve rivedere tutto ciò? rispetto alla magistratura noi rispondiamo di queste cose. ed ecco perché io devo invitare il Governo a riesaminare l' intera materia perché non siamo in giuoco solo noi, ma è in giuoco qualcosa al di fuori di noi, cioè l' esercizio della giustizia. questi omissis vanno riguardati uno per uno. se c' è qualcosa che riguarda la sicurezza dello Stato, ripeto, il Governo ha piena possibilità di mettere un veto e ne può rispondere a voce alta in Parlamento. ma se c' è merce di contrabbando, questa non può passare come sicurezza dello Stato o come segreto militare. ecco quello che vogliamo dal Governo. i due punti devono essere chiariti. a proposito delle liste, devo dire che non mi preoccupa l' essere chiaro e franco fino in fondo. ci possono essere delle indicazioni politiche nelle liste, riguardanti noi o i comunisti. ciò che mi impressiona è che ci siano indicazioni politiche riguardanti una sola parte. vorrei quindi sapere se nelle liste figurano organizzazioni di destra. risulta infatti che c' è stata una connivenza fra forze politiche di destra e alcuni generali. e allora non è la sicurezza dello Stato democratico che si difende da ogni parte dalla quale venga minacciato; nasce il sospetto che la sicurezza venga garantita nei confronti di una parte e non dell' altra. a questo punto, onorevoli colleghi , è chiaro che la dichiarazione del Governo ci deve tranquillizzare, cioè deve rimettere i problemi al loro giusto posto, come problemi cioè della nostra politica interna , al di fuori di qualsiasi altra indicazione, perché quella ricerca della verità che il Governo vuole perseguire sia condotta fino in fondo.