Giorgio ALMIRANTE - Deputato Opposizione
IV Legislatura - Assemblea n. 78 - seduta del 13-12-1963
1963 - Governo I Moro - Legislatura n. 4 - Seduta n. 78
  • Comunicazioni del Governo

signor presidente , onorevoli colleghi , onorevole presidente del Consiglio , ascoltando attentamente l' interessante intervento dell' onorevole Togliatti mi veniva fatto di ricordare — e penso lo abbiate fatto anche voi — la seduta, se non erro, del 2 marzo 1962, quando si svolse tra l' allora neopresidente del Consiglio di centrosinistra, onorevole Fanfani, e il leader del partito comunista , un dialogo che, per certi versi, può essere paragonato al colloquio che testé si è svolto tra lo stesso leader del partito comunista e il neo-leader del centrosinistra, onorevole Moro. l' onorevole Togliatti ha concluso il suo discorso lanciando una sfida alla maggioranza, in particolare alla Democrazia Cristiana . egli sa bene di avere in tal modo replicato alla sfida che, un po' presuntuosamente (presunzione che, se non altro, caratterizzava il centrosinistra edizione Fanfani), e con una vivacità che sembra mancare al centrosinistra edizione Moro, gli lanciò l' onorevole Fanfani a nome del centrosinistra prima edizione. non è una considerazione soltanto formale: è una considerazione dalla quale penso di poter legittimamente muovere per un rapido esame del discorso pronunciato dall' onorevole Togliatti, per dimostrare che la situazione ha marciato, e ha marciato in guisa tale da consentire allo sfidato di diventare sfidante, da consentire al leader del partito comunista di parlare oggi, anche se non per la prima volta, ma con una veemenza e con una energia che da tempo non ci era dato sentire da quel settore, non soltanto il linguaggio dello stimolo che caratterizzò l' opposizione del partito comunista nei confronti del primo Governo di centrosinistra, ma il linguaggio della frusta. l' onorevole Togliatti ha detto esattamente: non aspettatevi da parte nostra un' opposizione massimalistica nei confronti di questo Governo; non aspettatevi un' opposizione rissosa (e nessuno di noi se l' aspettava: ma se taluno se la fosse aspettata, l' atteggiamento tenuto dai comunisti mentre parlava l' onorevole Moro avrebbe ampiamente, direi apoditticamente, dimostrato quali sono gli ordini di scuderia nei confronti di questo Governo e di questa maggioranza); e ha aggiunto, ripetendo quanto ha detto in una dichiarazione resa ieri alla stampa dopo il discorso del presidente del Consiglio (questa volta con un vocabolo poco elegante e poco manzoniano): « ci aggrapperemo » a tutte le occasioni che questo Governo e questa maggioranza ci andranno presentando. siamo passati dunque dall' opposizione dello stimolo o del pungolo all' opposizione del rampino: e l' onorevole Togliatti ha pronunciato testé il discorso del rampino nei confronti del Governo Moro e della maggioranza che, fino a un certo punto, lo sorregge; un discorso che per un lato è stato di sfida e di replica alla sfida nei confronti della Democrazia Cristiana , dall' altro è stato di pungolo nei confronti dell' ala sinistra della maggioranza, cioè del partito socialista . credo che queste obiettive considerazioni valgano a dimostrare a coloro che per caso non l' avessero in precedenza avvertito che questo Governo rappresenta, nella marcia insensibile — ma non tanto — del partito comunista verso la conquista del potere, una tappa, certo non l' ultima (Dio ce ne guardi!), un punto di avanzamento, una situazione migliore per il partito comunista nei confronti delle situazioni precedenti. lo dimostra il fatto che l' onorevole Togliatti ha detto, nel suo piuttosto lungo discorso, cose estremamente gravi intorno a tre argomenti che io mi permetto di sottolineare alla vostra attenzione, onorevoli colleghi , poiché penso che nelle prossime settimane o nei prossimi mesi di questi argomenti avremo occasione di interessarci. primo argomento: l' onorevole Togliatti si è rivolto, con apprezzamenti che lo stesso presidente della Camera ha ritenuto di dovere a un certo punto contenere, all' istituto della Presidenza della Repubblica. secondo: egli ha ripreso qui, in forma piuttosto pesante, la polemica che il partito comunista sta conducendo, in forme ancora più pesanti, contro la magistratura. terzo argomento: l' onorevole Togliatti ha avanzato una perentoria richiesta, fra le molte che ha fatto: quella relativa alla soppressione dell' istituto prefettizio. quando l' onorevole Togliatti poco fa aggrediva — sia pure, lo devo riconoscere, con il suo ben noto garbo — il presidente della Repubblica , per un atteggiamento tenuto da quest' ultimo durante le recenti consultazioni per la soluzione della crisi governativa , ricordavo l' atteggiamento che l' attuale vicepresidente del Consiglio , onorevole Nenni, tenne all' Assemblea costituente allorché si trattò in linea di principio del problema che oggi ha affrontato l' onorevole Togliatti. si parlava allora della Presidenza della Repubblica e dei suoi poteri. l' onorevole Nenni ebbe testualmente a sostenere — e fu il solo costituente a farlo, sopravanzando le stesse posizioni del partito comunista (così come fece anche in relazione all' articolo 7, anche in relazione all' ordinamento regionale, con quella sua paciosa franchezza che non dispiace quando si legge a distanza di tempo ciò che ha detto e di cui forse talora si è anche pentito) l' onorevole Nenni, dicevo, ebbe a sostenere: che ce ne facciamo di un presidente della Repubblica ? potremmo benissimo dar luogo ad una Repubblica democratica che non avesse al suo vertice l' istituto presidenziale. poco fa, ascoltando l' onorevole Togliatti, ricordavo dunque quella affermazione dell' onorevole Nenni e pensavo: se non ci fosse l' onorevole Nenni alla vicepresidenza del Consiglio , se i socialisti non fossero entrati in questo Governo, se non vi fossero questa maggioranza e questa formula di Governo, potrebbe il partito comunista ragionevolmente scatenare nel paese e portare in Parlamento campagne di tal genere, che si sa come cominciano ma non si sa come finiscono? potrebbe il partito comunista permettersi di intaccare un principio che è alla base del nostro ordinamento costituzionale, se quel principio non fosse moralmente intaccato dalla presenza di un vecchio amico e compagno dell' onorevole Togliatti — sostenitore di tesi ancora più avanzate — alla vicepresidenza del Consiglio ? e quando l' onorevole Togliatti ha attaccato pesantemente la magistratura, mi è venuto fatto ricordare un articolo apparso due giorni fa su Paese Sera . questo giornale non è l' organo del partito comunista , ma il firmatario dell' articolo è uno di quei voltagabbana che nel partito comunista sono di moda, e scrivono libri che vengono citati con molto compiacimento dai loro compagni. ebbene, questo voltagabbana su Paese Sera si è riferito all' attacco alla magistratura da parte del partito comunista in relazione alla presenza al Governo — che sembra debba essere una garanzia per i comunisti — dell' onorevole Reale al dicastero della giustizia. voglio leggere questi apprezzamenti di Paese Sera nei confronti dell' onorevole Reale, perché vorrei confortare quest' ultimo che è stato trattato così male ieri sera dall' onorevole Pacciardi il quale, sia pure con garbo, gli ha detto: sei brutto. Paese Sera invece ha detto all' onorevole Reale: sei bello, ci piaci. ecco quanto ha scritto quel giornale: « l' onorevole Reale è forse la più degna persona del ministero nato ieri » — chiedo scusa ai presenti — « un democratico di antica e sofferta tradizione » . onorevole Moro, ella ha sofferto meno dell' onorevole Reale per l' antifascismo. « un uomo onesto, un ministro e lo avrebbe meritato da un pezzo — che presiede uno dei dicasteri più delicati, determinante nella vita pubblica , quello della giustizia » . Paese Sera attacca immediatamente dopo la magistratura, dicendo testualmente che « la magistratura esercita in Italia, oggi, una giustizia di classe » (credo che la definizione sia molto pesante, dato il senso che questo giornale attribuisce all' espressione « giustizia di classe » ); e invoca dall' onorevole Reale, « il più degno tra tutti i ministri » , un atteggiamento conforme alle sue « sofferte » tradizioni democratiche. allora, io chiedo: l' onorevole Togliatti, il partito comunista , avrebbero potuto assumere simili posizioni nei confronti della magistratura, se non avessero trovato un aggancio morale a tale loro impostazione e a tale loro campagna nella composizione stessa di questo Governo, nella formula di questo Governo, nella presenza in questo Governo, e proprio al dicastero della giustizia — non sono io che lo dico, ma Paese Sera — di determinati uomini molto vicini a certe concezioni? d' altra parte, onorevole Moro, nel suo discorso ella si è occupato anche del problema dell' indipendenza della magistratura e, se non erro, ha dichiarato — con espressione al solito ambigua e polivalente, che ella avrà senz' altro modo di interpretare ufficialmente come una delle più rispettose nei confronti della magistratura (ma che a me è suonata un po' strana sulla bocca di un presidente del Consiglio , in questo momento) — che questo Governo intende assicurare « l' interna ed esterna » indipendenza della magistratura. nel momento in cui la magistratura è oggetto di una campagna pesantissima; nel momento in cui si dichiara da parte del partito comunista che la magistratura non è internamente né esternamente indipendente — talché il partito comunista , come ha fatto testé per bocca dell' onorevole Togliatti, ritiene di poterla e di doverla attaccare — il presidente del Consiglio dichiara che questo Governo cercherà di garantire l' interna (notate l' insidiosa parola) ed esterna indipendenza della magistratura. in questo caso, mi sembra che il discorso del presidente del Consiglio abbia fornito una buona occasione all' onorevole Togliatti. terzo punto: la richiesta perentoria del leader del partito comunista per la soppressione dell' istituto prefettizio. una certa curiosità mi muove a chiedere (anche se non risponderanno subito, la risposta si avrà nelle prossime settimane o nei prossimi mesi): ma i socialisti come si regoleranno? abbiamo una certa esperienza in merito, piuttosto recente. quando discutemmo dello statuto della regione Friuli Venezia Giulia , nel quale l' istituto prefettizio veniva ad essere in qualche modo riconsacrato, ci volle del bello e del buono, ci volle una lunga trattativa, un faticoso compromesso — un compromesso che gli stessi eminenti giuristi della Democrazia Cristiana riconobbero alquanto zoppicante — per raggiungere una formula che i socialisti potessero accettare senza venir meno alla loro tradizionale (e dal loro punto di vista del tutto legittima) avversione all' istituto prefettizio. come si sarebbe espresso l' onorevole Nenni, in questo momento così taciturno (il silenzio è... Moro, in questo caso), se invece di essere vicepresidente del Consiglio avesse parlato di questi stessi problemi dal banco della destra del suo partito, come ha voluto chiamarla testé l' onorevole Togliatti? cosa pensa in questo momento l' onorevole Nenni, vicepresidente del Consiglio , in merito all' esercizio dei poteri del presidente della Repubblica , all' indipendenza della magistratura, al modo con cui questa indipendenza deve essere tutelata, e infine all' istituto prefettizio? cosa pensa l' onorevole Nenni, vicepresidente del Consiglio e leader a mezzadria con l' onorevole De Martino e in subordine con l' onorevole Riccardo bombardi, su questi importanti temi? non è forse legittimo per gli italiani richiedere il pensiero politico del signor vicepresidente del Consiglio , in ordine a problemi che il leader del partito comunista ha evocato in quest' Aula e che senza dubbio saranno all' ordine del giorno nelle prossime settimane e nei prossimi mesi? e veniamo al resto del discorso dell' onorevole Togliatti. scusatemi se mi intrattengo su questo tema, ma credo ne valga la pena, perché il cavallo di battaglia dell' onorevole Moro (almeno fin qui) è stato per l' appunto questo: si fa il centrosinistra per isolare il partito comunista , che sarà messo in difficoltà attraverso la formazione di questo nuovo Governo. egualmente il cavallo di battaglia dell' onorevole Moro, nel suo discorso di replica , sarà quello di prendere lo spunto dall' opposizione del partito comunista , che sarà per il presidente del Consiglio una riprova della bontà della sua tesi, del suo programma, delle sue vedute. ebbene: cosa ha detto l' onorevole Togliatti, pur fra tante critiche nei confronti di questo Governo, della sua formula e del suo programma? in primo luogo, l' onorevole Togliatti si è compiaciuto per la scomparsa di ogni diversa alternativa; e, trepido e ansioso, ha chiesto al presidente del Consiglio quale fosse il significato della formula ambigua secondo cui non esistono in atto nel Parlamento e nel paese altre alternative. significa forse, ha chiesto l' onorevole Togliatti, che ella, onorevole Moro, è giunto al centrosinistra a seguito di uno stato di necessità? vorrei proprio rassicurare l' onorevole Togliatti su questo punto. lo stato di necessità — lo sappiamo tutti — è la più straordinaria invenzione della fantasia dell' onorevole Moro. riconosciamolo pure, sono anni che l' onorevole Moro ha inventato uno dopo l' altro gli stati di necessità che dovevano oggettivare una volontà del tutto soggettiva e personale, la volontà di giungere a questa soluzione. l' onorevole Moro non solo ha scartato, ma ha eliminato, vorrei dire ha assassinato via via tutte le altre formule, tutte le altre possibilità e alternative di Governo, tutte le maggioranze che di volta in volta ne erano l' espressione, per giungere a questo risultato. non dimentico la frase certo scherzosa, ma intelligente come sempre, dell' onorevole Andreotti al congresso di Napoli, quando, dopo avere ascoltato il discorso-fiume dell' onorevole Moro, disse: « credevo che il centrosinistra fosse quello di Fanfani, ma ora che ho ascoltato quello di Moro... » . l' onorevole Andreotti in quel momento una sola cosa non credeva: che egli avrebbe fatto parte del centrosinistra di Fanfani ed anche di quello di Moro. evidentemente tale decisione egli ha preso per poter convalidare dall' interno un giudizio che allora dava dall' esterno; quindi ha voluto placare in tal guisa la sua coscienza. ma è dal tempo del congresso di Napoli, ed anzi è da prima, molto prima del congresso, è dal 1959 che l' onorevole Moro sta costruendo questo edificio. vi ricordate, onorevoli colleghi , i tempi in cui l' onorevole Segni era presidente del Consiglio ed ogni domenica, puntualmente, l' onorevole Moro pronunciava un discorso inteso a mettere in difficoltà il suo stesso presidente del Consiglio attaccando i partiti politici che in quel momento sorreggevano, disinteressatamente, la fatica di quel presidente del Consiglio ? è da allora che l' onorevole Moro abilmente costruisce questo edificio. quindi l' onorevole Togliatti può restare assolutamente tranquillo: se non vi sono altre alternative parlamentari nel paese (e ammesso che non ve ne siano), è perché l' onorevole Moro è voluto giungere a questo risultato. ha detto poi l' onorevole Togliatti: abbiamo fornito un riconoscimento al precedente Governo di centrosinistra nei limiti in cui quel Governo ha mostrato di voler camminare su una certa strada fino all' 8 gennaio scorso e poi fino agli accordi della Camilluccia. onorevoli colleghi , l' onorevole Togliatti, così diligente annotatore delle vicende della politica italiana , ha dimenticato che questo Governo (di ciò rendo omaggio all' onorevole Moro) è andato oltre gli accordi della Camilluccia. alla Camilluccia le intese fra democristiani e socialisti si arenarono su due punti: regioni e agricoltura. su entrambi i punti questo Governo è andato innanzi (o indietro, secondo il nostro punto di vista ), si è indubbiamente accostato alle tesi socialiste di allora e di adesso; il che vuol dire che ha camminato in direzione delle tesi comuniste. se dunque l' onorevole Togliatti offrì il suo stimolo al Governo dell' onorevole Fanfani fino alla Camilluccia, egli ha perfettamente ragione nell' annunciare che getta il suo rampino in questo momento nei confronti del Governo dell' onorevole Moro e del suo programma. d' altra parte, anche a tenere conto degli elementi di contrasto obiettivo (e non poteva essere diversamente) che sono emersi nella esposizione del leader comunista nei confronti del programma di questo Governo, quali sono (li avete annotati) gli elementi di contrasto più notevoli, più importanti, direi di fondo? l' onorevole Togliatti ha accennato ad una qualche incertezza del Governo in ordine al problema della formazione delle giunte regionali . l' onorevole Togliatti si è poi intrattenuto, come era logico, sul problema della forza multilaterale atomica. l' onorevole Togliatti ha accennato alle incertezze del programma governativo relative all' agganciamento fra il momento economico di congiuntura ed il momento economico di piano, dopo avere premesso che il piano economico è un punto fermo del programma socialista e del programma comunista. ora, onorevoli colleghi , voi sapete benissimo che questi sono i punti di frizione fra la Democrazia Cristiana ed il partito socialista anche in questo momento; voi sapete benissimo che in ordine alla formazione delle giunte regionali non è stato ancora raggiunto un accordo in seno al Governo, tanto è vero che il presidente del Consiglio ha dichiarato che non è stato ancora raggiunto un accordo sulla legge elettorale regionale. sappiamo tutti perfettamente che lor signori democratici, maestri di democrazia, hanno tenuto in sospeso la legge elettorale regionale per poter esercitare (ricatti? per carità, non sono nel suo costume, onorevole Moro!) una cortese pressione nei confronti, del partito socialista nel momento in cui si dovrà decidere il problema delle Giunte. e non dico che la Democrazia Cristiana e l' onorevole Moro abbiano fatto male a comportarsi così; dico che su questo problema la posizione del partito comunista non coincide con quella del Governo, come non coincide nel Governo la posizione del partito socialista con quella della Democrazia Cristiana . queste posizioni non coincidono ancora, ma io penso, onorevole Moro, che qualche altro passo in avanti ella dovrà fare, e fra qualche settimana o qualche mese vorrà confortare — l' onorevole Togliatti dimostrandogli di essere andato un altro poco ancora nella direzione del partito comunista . quanto alla forza multilaterale, l' onorevole Togliatti si è espresso, dopo i suoi veti, le sue preoccupazioni, le sue raccomandazioni, in termini non molto diversi da quelli in cui si esprimono i cosiddetti socialisti di destra, come l' onorevole Togliatti stesso li chiama. quanto poi al passaggio dalla fase di congiuntura alla fase di realizzazione del piano economico che ai comunisti piace, in verità penso che l' onorevole Togliatti sia stato troppo severo, perché non soltanto il vicepresidente del Consiglio che ha questa innocente mania, ma lo stesso presidente del Consiglio ha annunciato che il primo piano quinquennale comincerà ad entrare in fase di attuazione — se non altro parlamentare — dalla metà dell' anno prossimo . e questa famosa fase di congiuntura, nel corso della quale si dovrebbe rimediare ai disastri economico-finanziari provocati nel nostro paese dal precedente centrosinistra, quanto la volete far durare? meno che da gennaio ad aprile o a maggio? pensiamo che gli stessi comunisti non ritengano che una fase anticongiunturale possa durare, anche per motivi stagionali, meno che da gennaio ad aprile, maggio, giugno. crediamo, quindi, che per questo problema forse l' onorevole Togliatti non abbia fatto sufficiente attenzione a quanto aveva detto in precedenza il presidente del Consiglio . ma certo l' onorevole Moro rassicurerà l' onorevole Togliatti nel discorso di martedì su questo punto importante. comunque i comunisti, alla stregua delle dichiarazioni già rese dal presidente del Consiglio , non hanno davvero di che lamentarsi. onorevoli colleghi , spero abbiate voluto cortesemente rendervi conto che questa nostra impostazione non è preconcetta. non ho voluto sostenere, come avrei potuto, che questo è un Governo di comodo del partito comunista , o che il partito socialista tutto intero è subordinato al partito comunista e che la Democrazia Cristiana è subordinata tutta intera al partito socialista . questi possono anche essere luoghi comuni privi di interesse. io mi sono riferito alle dichiarazioni rese dall' onorevole Togliatti e posso rifarmi più ampiamente alla situazione politica quale essa è nei rapporti fra questo Governo e colui che vorrei chiamare, anche alla stregua del discorso pronunciato oggi, non il leader dell' opposizione di sinistra e neanche il leader della opposizione di sua maestà , ma il « reale successore » . l' onorevole Togliatti ha parlato come il « reale successore » , non forse di questo Governo, ma certo di questa formula, di questo inizio di regime; ha parlato come l' erede legittimo; ha testualmente detto: il nostro inserimento è nella logica delle cose. ma nella logica delle cose che sono state volute in questo modo dall' onorevole Moro, dall' onorevole Nenni e da tutti coloro che hanno collaborato alla instaurazione di questa formula. chiaro che questo non è il Governo che i comunisti potrebbero volere in linea astratta nell' attuale momento nel nostro paese; ma se dalla linea astratta e puramente propagandistica (voi sapete che i comunisti fanno propaganda dovunque e l' onorevole Togliatti fa propaganda anche qui, e poco fa ha pronunciato appunto un abile discorso di propaganda) si passa alle impostazioni concretamente politiche, bisogna rilevare in maniera obiettiva che nell' attuale momento questo Governo è il miglior Governo che i comunisti potessero desiderare nei limiti della evoluzione o della involuzione, secondo i punti di vista , della situazione interna e — non dimentichiamolo — anche degli sviluppi della situazione internazionale. perché questo è il miglior Governo che i comunisti nell' attuale momento, tenendo conto della situazione, avrebbero potuto desiderare? in primo luogo perché questo Governo fa pagare all' onorevole Togliatti il minor costo possibile. questo è un Governo che consente all' onorevole Togliatti di fare l' oppositore e al tempo stesso di presentarsi alla pubblica opinione , in atto addirittura di sfida, come il pungolatore, il rampinatore, il determinatore della politica governativa o di tutto quello che l' onorevole Togliatti presenterà come buono o come appena discreto della politica governativa stessa. questo Governo, per le vicende che si sono verificate negli ultimi giorni, ha consentito addirittura all' onorevole Togliatti di uscire da quello che poteva essere per lui un vicolo cieco o per lo meno da quella che poteva essere per lui una situazione imbarazzante, perché gli ha tolto perfino l' incomodo di fare la polemica con il partito socialista , e lo ha messo in condizione — lo avete sentito poco fa — di fare la polemica, lui, per il partito socialista , per l' unità del partito socialista ; lo ha messo in condizione di difendere l' unità del partito socialista ! ed è cosa di non poco momento nei confronti degli sviluppi di base di questa situazione e anche forse degli sviluppi parlamentari: il difensore dell' unità del partito socialista è diventato l' onorevole Togliatti. pertanto, gli aspetti politici negativi della situazione li avete sottratti all' onorevole Togliatti; gli aspetti positivi della situazione egli vi ha dimostrato con il suo discorso di averli fra le mani. quali sono gli aspetti positivi cui il partito comunista in sostanza vi costringe, nella logica di questa politica? prima di tutto la rottura irreversibile (tanto per usare un termine caro ai professorini della Democrazia Cristiana ), e non soltanto all' interno del nostro paese, fra la Democrazia Cristiana , fra il Governo espresso dalla Democrazia Cristiana insieme con i partiti alleati, e tutte le forze anticomuniste. badate, questo è un Governo di rottura come formula all' interno del nostro paese, ma questo è anche un Governo quanto meno di iniziale tensione e di potenziale frizione o addirittura di potenziale rottura nei confronti di forze esterne al nostro paese, che non sono per nulla orientate come la Democrazia Cristiana italiana o come il governo italiano . questo è un Governo che isola l' Italia nei confronti di determinate forze e accosta l' Italia a determinate altre forze, che sono poi quelle che si muovono nello stesso senso in cui si muove il partito comunista italiano. in secondo luogo avete regalato, attraverso questa formula, al partito comunista una crisi che si è aperta nello stesso schieramento governativo, nello schieramento dei partiti di Governo. non lo prevedevate? non era questo nei disegni dell' onorevole Moro? ne parlerò subito dopo. ma, onorevole Moro, bisogna fare i conti con le cose. ella è stato pieno di sagacia, ricco di fantasia, ella ha difeso ad oltranza negli ultimi mesi, in queste ultime settimane — e non sembra sia riuscito molto bene neanche in tale limitato intento — l' unità di altri partiti; però non ci sembra sia riuscito a difendere abbastanza l' unità del suo stesso partito. non siamo noi che glielo diciamo. abbiamo l' impressione che ieri sera glielo abbia detto autorevolmente qualcuno all' interno del gruppo parlamentare della Camera della Democrazia Cristiana . e poi, onorevoli colleghi , qual è il costo che pagate come deputati della maggioranza al partito comunista ? il costo che pagate al partito comunista sta in questa specie di sposalizio che si è verificato fra l' ambiguità programmatica dell' onorevole Moro ed il messianismo programmatico dell' onorevole Nenni. ora abbiamo una « ambiguità messianica » , sulla quale il partito comunista ha già cominciato a scivolare, e vedrete come scivolerà nei prossimi mesi. tutto ciò che di generico dal punto di vista della demagogia, in fin dei conti , più trita e più vetusta era nel linguaggio dell' onorevole Nenni — linguaggio che appariva talvolta simpatico, incitatore, pungolatore quando l' onorevole Nenni parlava dal suo banco di deputato — lo vediamo travasato nei programmi governativi; sicché siamo di fronte ad una socialità generica, ad un socialismo generico, ad una società socialista generica, ad un progresso generico, ad un pacifismo generico, ad un neutralismo generico. tutto ciò che finora si incontrava talvolta occasionalmente, sporadicamente nei colloqui che avvenivano tra il partito socialista , alla opposizione o alla quasi opposizione, e la Democrazia Cristiana al Governo, fra il partito socialdemocratico al Governo o alla opposizione e la Democrazia Cristiana , questo oggi lavora nell' opinione pubblica e i comunisti penseranno a farlo lavorare, tutto questo deprime e confonde l' opinione pubblica , rendendo ambigua la situazione vorrei dire morale del nostro paese, della sua coscienza. adesso abbiamo questo magnifico concentrato. pensate: Moro, Nenni, Saragat, quale concentrato di luoghi comuni , piacevoli ad udirsi e del tutto incomprensibili ad una successiva riflessione, quale invito costante al pensare senza pensare, al parlare senza parlare, al dire senza solidità di programma, all' ottimismo più sconsiderato, alla faciloneria! questa è la programmazione di cui acutamente parlava ieri in quest' Aula l' onorevole Pacciardi, così come noi la vediamo riflettersi nei protagonisti della formula governativa. quando, come prima nostra affermazione, noi rileviamo che l' onorevole Togliatti è il « reale successore » , come si deduce dal discorso da lui pronunziato, noi siamo dunque convinti di dire una cosa che è veramente fuori dei luoghi comuni e di quegli schemi dai quali in modo particolare voglio tenermi lontano; anche perché ella, onorevole Moro — non se ne adonti — ne è miseramente prigioniero quando parla di noi definendoci reazionari. noi cerchiamo invece di capirla, onorevole Moro; noi cerchiamo di renderci conto del suo trapasso dall' antidemocrazia alla democrazia. è quindi tutto un discorso aschematico quello che io sto pronunziando, vendicandomi cortesemente dello schematismo di cui viceversa ella è prigioniero nei nostri confronti. e vorrei tentare di rispondere anzitutto ad una domanda: qual è il senso di ciò che accade in tre dei quattro partiti della maggioranza governativa ? una domanda importante, proprio perché i fatti salienti di questo dibattito sono le assenze, sono i silenzi. non è la prima volta che ciò accade: si tratta di silenzi che si ripercuotono però al di fuori in cento prese di posizione, delle quali abbiamo avuto un riverbero qui dentro in un intervento, quello dell' onorevole Pacciardi, cui mi voglio riferire. si rende conto, onorevole Moro, di quanto sia aschematica la presa di posizione che vi è stata da parte nostra nei confronti di quell' intervento? e crede lei che la nostra presa di posizione nei confronti dell' intervento dell' onorevole Pacciardi sia opportunistica? crede lei che noi parliamo del brillante intervento dell' onorevole Pacciardi perché esso ci può far comodo? in primo luogo è da osservare che se per avventura esso ci può far comodo da un punto di vista dialettico, non siamo stati noi a porlo in moto, poiché l' avete promosso voi. aggiungerò che l' onorevole Pacciardi è stato da noi coperto di contumelie per tanto tempo , e ce ne dispiace. noi lo abbiamo attaccato per anni ed anni, poiché quanto egli rappresentava costituiva precisamente la negazione di tutto ciò che noi cercavamo di rappresentare. ebbene, se ora l' onorevole Pacciardi ha avuto il coraggio di assumere la sua posizione, di farlo a viso aperto, ciò secondo noi non può che fargli onore: e questo nei confronti anche — sia detto sotto voce — di tutto il Parlamento e di tutta la pubblica opinione . ebbene, noi crediamo che nell' intervento dell' onorevole Pacciardi, a parte quello che poteva essere un risentimento personale di partito o non di partito, il che non ha importanza, si possa veramente trovare la chiave di ciò che sta accadendo nei tre o nei quattro partiti di Governo. egli si è richiamato nel suo discorso a tre valori: prima di tutto a quello della coerenza, coerenza in omaggio alla quale l' onorevole Pacciardi ha mostrato di pagare di persona, contrapponendo se stesso ai voltagabbana: ve ne sono tanti. io sono un mazziniano, ha detto l' onorevole Pacciardi, e mazziniano sempre resterò. non mi imbarcherò quindi in altri partiti politici dopo questa aspra vicenda; resterò sulle mie posizioni, ha detto l' onorevole Pacciardi. poi egli si è richiamato ad un secondo valore: quello della libertà. onorevole Moro, io la invito serenamente a pensare. potrebbe sembrare paradossale da nostra parte questo invitarla o richiamarla alla libertà invocata dall' onorevole Pacciardi. ma invece non è per nulla strano, giacché la libertà cui si è richiamato l' onorevole Pacciardi non è la libertà nei confronti delle tirannie che ci furono o che ci saranno. stato un richiamo nei confronti della tirannia che c' è. è di larga lettura un importante volume del professor Maranini, antifascista, che s' intitola Il tiranno senza volto : il tiranno senza volto cui si riferisce il costituzionalista professor Maranini è la partitocrazia. il tiranno non senza volto, ma con alcuni volti ben definiti che siedono al Governo, cui si è riferito in nome della libertà l' onorevole Pacciardi ieri, è la partitocrazia. non è di oggi la nostra battaglia polemica, condotta a torto o a ragione contro la partitocrazia; e tale polemica caratterizza, a torto o a ragione, il nostro movimento politico fin dalle origini. crediamo, d' altra parte, di essere stati abbastanza lungimiranti: non era molto difficile, ma comunque abbiamo da anni previsto e denunciato le conseguenze cui si sarebbe andati incontro. vi confesso di essermi molto divertito, stamane, quando il neosegretario (credo l' abbiano eletto segretario in questi giorni) del partito socialdemocratico , l' onorevole Tanassi, ha preso le difese non della partitocrazia come principio, ma della disciplina di partito come emanazione, naturalmente, dell' ordine partitocratico. mi sono commosso! proprio vero che in Italia gli anarchici finiscono sempre col fare i confidenti della polizia: perché, se c' è un partito politico che è nato dalla ribellione alla partitocrazia e alla disciplina di partito , anzi dalla scissione (per motivi programmatici e morali apprezzabilissimi) nei confronti dell' allora partito socialista unitario , questo è il partito socialdemocratico , il quale oggi nella persona del suo segretario è venuto a difendere qui, d' accordo con la destra (chiamiamola così) del partito socialista , la tesi della disciplina di partito . dimenticarsi delle proprie origini direi che in Italia è quasi d' obbligo, ma suicidarsi programmaticamente e politicamente, dopo sedici anni!... onorevole Tanassi, inaugura dunque così la sua carriera di segretario? si informi dei precedenti del suo partito, si informi di quale fu l' ardente giovinezza politica — ai tempi della Costituente — del suo predecessore onorevole Saragat, e non venga da quel pulpito a recitare a noi certe lezioncine. crediamo che anche da questo punto di vista il discorso dell' onorevole Pacciardi sia stato largamente apprezzato e compreso. vi è un terzo punto che l' onorevole Pacciardi ha sostenuto: il senso dello Stato, come senso della socialità dello Stato in contrapposizione al classismo in genere e allo stato di classe in particolare. l' onorevole Pacciardi ha contrapposto Mazzini a Carlo Marx, ma più efficacemente e attualmente egli avrebbe potuto contrapporre (se l' onorevole Moro con la sua azione di partito prima e di Governo ora non l' avesse impedito) la scuola sociale cattolica al marxismo. l' onorevole Pacciardi diceva ieri che lo Stato di classe è inconciliabile col senso dello Stato e — con maggiore profondità — che è inconciliabile con formule che a noi non dispiacciono proprio: il lavoro soggetto. dell' economia, il lavoro soggetto dello Stato, lo Stato nazionale del lavoro. l' onorevole Pacciardi non ha detto proprio così anche perché gli piaceva, logicamente, nel suo intervento di ieri, di richiamare attraverso dotte citazioni pensatori liberali, socialisti o repubblicani del secolo scorso. ma quando l' onorevole Pacciardi, con la sua verve pungente e col diritto che egli ha di richiamare certe cose perché le ha vissute, ha detto in sostanza: « anche tu, Nenni » (non ricordo se abbia detto « tu » o « lei » , né so se si diano del « tu » o del « lei » ) « eri repubblicano e sei diventato socialista, quindi queste cose le sai » , avrebbe potuto dire qualche altra cosa e richiamarsi ad origini, in questo caso, comuni non già a lui e all' onorevole Nenni, ma forse in qualche misura (lo dico a fini dialettici) a quest' ultimo e a noi: avrebbe potuto cioè approfondire il discorso e accanto ai pensatori che ha ricordato citare qualche altro nome, per lo meno quello del Sorel. nell' esposizione programmatica che l' onorevole Pacciardi ha voluto fare ieri, sarebbe potuto anche arrivare alla scuola corporativa cattolica, a Toniolo; e avrebbe potuto approfondire il discorso. ma non era il caso. non lo è neppure in questo momento. però bene il caso di porre in risalto che in quest' Aula appare, una volta tanto, sua maestà lo Stato, il senso dello Stato. l' onorevole Togliatti ha parlato di caricature. non si tratta di caricature. vi è una logica delle cose in senso comunista, marxista, sovversivo, filosovietico o sovietico; ma vi è anche una logica delle cose in senso nazionale, sociale; corporativo. e questi incontri nel pensiero, nel ricordo, nella tradizione, nella documentazione hanno la loro importanza, possono qui dentro fare opinione pubblica e la potrebbero determinare anche al di fuori. perché ho richiamato il discorso dell' onorevole Pacciardi? perché attraverso quel discorso si può andare alla radice che travaglia tre su quattro partiti della coalizione. potrei riferirmi anche al quarto. la destra socialdemocratica appare molto taciturna in questi ultimi tempi. non ho l' impressione, onorevole Bertinelli, che sia molto sodisfatto della piega delle cose. potrebbe anche darsi, quindi, che pure il quarto partito della coalizione governativa avesse qualche sussulto di crisi. per esempio, l' onorevole Paolo Rossi ha presieduto la Commissione dei 19 per l' Alto Adige . non se ne viene a sapere nulla. è proprio d' accordo l' onorevole Paolo Rossi su certe conclusioni e decisioni di quella Commissione da lui presieduta, oppure, alla stregua di quanto egli stesso ha scritto o fatto scrivere sull' agenzia socialdemocratica della destra di quel partito o sulla rivista Corrispondenza socialista alla quale collabora, non la pensa allo stesso modo dell' onorevole Saragat? chissà la crisi di tre su quattro dei partiti di Governo non può comunque essere individuata soltanto nelle formulazioni dell' onorevole Pacciardi. quanto l' onorevole Pacciardi ha detto non coincide affatto con le posizioni della sinistra socialista e solo in parte con quelle dei centristi della Democrazia Cristiana . vi è però un punto su cui egli ha espresso ciò che gli altri forse non diranno qui, ma hanno detto fuori di qui: la ribellione alla partitocrazia; a quella cioè che l' onorevole Togliatti stesso ha definito oggi come una forma oligarchica, alla quale ci si deve opporre in nome della democrazia parlamentare . tipico, caratteristico anche questo atteggiamento dell' onorevole Togliatti, che da un lato svuota di ogni autorità, attraverso l' azione di piazza del partito comunista , gli istituti parlamentari e la democrazia in genere, e poi se la prende con le forme oligarchiche della democrazia. siamo comunque in larghissima compagnia; in questo momento, occupiamo addirittura un' area più vasta della stessa maggioranza governativa qui dentro e fuori di qui muovendo un attacco a quella oligarchia che continua, contro gli interessi nazionali dell' Italia, a comandare nel nostro paese. questo attacco alla partitocrazia, da tradizionale posizione del Movimento Sociale Italiano è diventato un motivo comune a tanti altri settori del Parlamento e del paese. noi ne siamo lieti. registriamo come un lievito di vita questo evento importante, perché i convincimenti e le idee fanno strada una volta che siano messi in moto. una volta che una certa opinione pubblica si sia determinata, non è tanto facile fermarla. d' altra parte, volete la prova che l' attacco alla partitocrazia, l' insofferenza nei confronti della partitocrazia sono il lievito della crisi che agita i partiti di Governo? l' onorevole Pacciardi stesso l' ha fornita. ma l' ha fornita anche l' onorevole Moro quando ha scritto (e probabilmente se ne è pentito) quella lettera che l' onorevole Zaccagnini ha consegnato all' onorevole Scelba, che questi ha reso di pubblico dominio, e che stamane abbiamo avuto lo sconcerto di leggere sui giornali. è la lettera del « poi vedremo » , del « poi ti dirò » , dello « sta buono, che... » ; la lettera in cui si dice: bisogna comunque tenere in piedi una alternativa, perché non si sa quello che potrà accadere. ma come? le alternative a questo Governo, secondo quanto dichiara il presidente del Consiglio , non esistono, perché l' onorevole Moro le ha distrutte al di fuori. esiste un' alternativina di comodo, secondo il disegno dell' onorevole Moro, all' interno della Democrazia Cristiana , affinché gli oppositori interni siano placati e non diano fastidi. la Democrazia Cristiana , in altri termini, cerca di continuare a coprire nel proprio interno quella vera operazione di corruzione politica che sta meditando (e che speriamo condannata all' insuccesso) nei confronti del popolo italiano , in modo che le cose procedano lungo la strada indicata e nel solco tracciato dal suo segretario politico . l' onorevole Moro traccia il solco, la partitocrazia lo difende; e si spera che le cose continuino in questa guisa. non meno significativa della lettera dell' attuale presidente del Consiglio è la risposta che gli è venuta dall' onorevole Scelba, il quale ha lamentato che egli abbia agito in difesa del Governo più che dell' « unità morale » del partito. come si vede, la partitocrazia, giunta ormai alle estreme conseguenze, si vendica nei confronti di chi se ne è servito: l' onorevole Moro viene accusato di aver attentato all' unità morale del partito, l' onorevole Nenni di aver voluto disgregare il partito socialista . per la verità l' onorevole Nenni ha cercato di eludere le critiche che gli sono state mosse affermando in sede di comitato centrale che il partito è autonomo nei confronti della politica del Governo e che rimane immutata la sua prospettiva storica, quella della costruzione di una società socialista. l' onorevole Moro aveva parlato di « incontro storico » ; l' onorevole Nenni ha affermato invece che la storia appartiene soltanto a lui, cosa della quale siamo tutti convinti perché l' onorevole Nenni è nato « storico » . nei confronti sia del presidente del Consiglio sia del vicepresidente, insomma, viene sollevata una questione murale all' interno dei rispettivi partiti, e di entrambi viene denunziata l' ambiguità sia nei confronti delle forze politiche alle quali si richiamano, sia, soprattutto, del Parlamento e del paese. ho l' impressione che sia l' onorevole Moro sia l' onorevole Nenni siano arrivati ad un camaleontismo del camaleontismo, si appoggino cioè l' uno all' altro e cerchino di prendere immediatamente l' uno il colore dell' altro, e viceversa: sicché un giorno o l' altro l' onorevole Nenni ci apparirà con una ciocca bianca fra i capelli. constato comunque, con disappunto, che da quando è in compagnia dell' onorevole Moro il suo aspetto è triste, malato. volesse il cielo che una briciola della facondia e della vivacità romagnola dell' onorevole Nenni potesse trasferirsi e trasfondersi nell' onorevole Moro: almeno trarremmo qualche vantaggio da una così incomoda situazione! vi è poi una seconda domanda, la più impegnativa, alla quale vorrei cercare di rispondere. qual è il senso di questo Governo? indubbiamente l' apertura a sinistra conduce il paese verso il baratro del comunismo; il programma comunista è accolto da questo Governo, fin da ora, nei suoi punti essenziali. ma, ridotta in questi termini schematici, la risposta sarebbe troppo facile, mentre il tema merita un maggiore approfondimento. sarei lieto (come di una limitazione del danno, di un male minore) di poter affermare che questo Governo nasce da un incontro programmatico a mezza strada fra un programma democristiano e un programma socialista. sarei lieto, nel senso che ho già precisato, di poter dire addirittura che questo Governo nasce dalla capitolazione della Democrazia Cristiana , dall' abdicazione che essa ha compiuto al suo programma in favore di quello del partito socialista . ma la verità, più amara e malinconica, è che attraverso gli onorevoli Moro e Nenni si sono incontrati i due partiti più aprogrammatici che esistano oggi in Italia, i due partiti del « ni » , i due partiti del neutralismo morale. di quanto ho affermato volete, onorevoli colleghi , una prova sia pur parziale ma, a mio parere, sufficientemente persuasiva? nel chilometrico programma esposto dall' onorevole Moro vi sono due punti piuttosto precisi, entrambi, grosso modo, impostati o almeno suggeriti dalla pressione del partito socialista : l' impegno di costituire le regioni a statuto ordinario a data fissa, al più presto; e l' impegno di dar luogo al primo piano quinquennale a partire dalla metà dell' anno prossimo . ora, questi due impegni — non dal nostro punto di vista che è contrario all' ordinamento regionale e ai piani quinquennali, ma dal vostro punto di vista che può essere favorevole — sono contraddittori. perché? ammesso e purtroppo concesso che le regioni a statuto ordinario entrino in funzione tra qualche mese, contemporaneamente, a quella data, funzioneranno in ogni parte d' Italia venti parlamenti regionali. non è lecito fingere che possano funzionare come si vorrebbe funzionassero, cioè come organi amministrativi, strumenti tecnici a disposizione del potere centrale: noi li condanneremmo per i nostri motivi di principio anche in questo caso, essendo noi patrocinatori di altra specie di decentramento amministrativo : ma il danno sarebbe infinitamente minore. no, i parlamenti regionali saranno, quando cominceranno a funzionare, ciò che la Costituzione, così come è formulata, ha voluto che fossero, e ciò che le forze politiche attualmente impegnate in questo esperimento di Governo, al centro ed alla periferia, vogliono e vorranno che siano. non ho bisogno di fare al riguardo un lungo ragionamento: l' esperienza delle regioni a statuto speciale è già sufficientemente ammaestratrice: parla ancor più chiaro l' impegno governativo in ordine all' accentuazione dell' autonomia di tutti gli enti locali anche al semplice livello di consigli comunali di paese. essi funzioneranno certamente non come strumenti tecnici, amministrativi, di adeguata e decentrata realizzazione di direttive, di orientamenti e di programmi centrali più o meno impegnativi, ma come strumenti politici nelle mani dei partiti politici e con metodo politico. sicché, se l' ordinamento regionale si realizzerà entro qualche mese, onorevole Nenni, i suoi sogni pitagorici di piani quinquennali se li tolga dalla mente. questo perché sarà letteralmente impossibile attuare il piano quinquennale in presenza del partito comunista nelle regioni in cui esso potrà esercitare addirittura il potere regionale o in quelle in cui (la Sicilia ne è un esempio) esso sarà in grado di esercitare, pur non avendo il potere, una forte pressione sulle maggioranze e sulle Giunte. ma vi è di più: anche nelle altre regioni gli interessi politici, alla stregua di posizioni di pressione della clientela politica locale, saranno, ovunque, intesi e idonei a stroncare qualsiasi velleità di politica di piano o di piano nazionale. ne parla la dottrina, ne parla l' esperienza. non vi è scrittore, il quale si occupi seriamente del problema regionale in atto o in prospettiva, che non abbia rilevato l' insanabile contraddizione tra l' ordinamento regionale quale la Costituzione lo prevede e quale la situazione politica italiana fa prevedere che riuscirebbe in pratica, ed una qualsiasi politica di programmazione nazionale. se togliamo dal programma chilometrico dell' onorevole Moro questi due punti precisi, chiari, fondamentali, che cosa rimane? la confessione — la solita di tutti i governi democratici di questo dopoguerra, che questo Governo, per la sua puntigliosa pignoleria personale, onorevole Moro, ha voluto rendere ancora più approfondita — di tutto ciò che doveva farsi e non è stato fatto. è la ricerca del tempo perduto. prova ne sia che il primo provvedimento annunziato dall' onorevole Moro in ordine alla sistemazione o al riordinamento dello Stato democratico italiano, dello stato di diritto , è quello riguardante l' ordinamento della Presidenza del Consiglio . questo presidente del Consiglio che ha portato qui, come diceva l' onorevole Pacciardi, un intero battaglione di ministri e di sottosegretari, vuole, a cose fatte, ordinare la Presidenza del Consiglio , affinché, dopo venti anni di carenza legislativa a questo riguardo, gli italiani finalmente sappiano, prima e non dopo, quanti saranno i dicasteri e i ministri ad essi preposti e anche — per quanto l' onorevole Moro non l' abbia detto — i sottosegretari. in effetti, senza fare loro torto, i sottosegretari sanno perfettamente che non si sa, alla stregua della legislazione vigente (o, per meglio dire, carente), e anche alla stregua del dettato costituzionale, se le figure del sottosegretario, del vicepresidente del Consiglio , del ministro senza portafoglio , siano costituzionali o meno. voi vi presentate come un Governo di attuazione della Costituzione nel momento stesso in cui fate man bassa — approfittando della carenza legislativa di questo vostro ventennio — per determinare nuove posizioni di potere, per stabilire su fatti personali gli equilibri fra i partiti politici , le correnti, gli uomini politici , i clienti delle correnti e degli uomini politici che fanno parte della vostra coalizione. con quale serietà pensate di presentarvi agli italiani come il Governo dell' austerità? vi sono anche un' austerità giuridica e una austerità costituzionale; vorrei dire vi è un rispetto di se stessi che voi avete violato nel momento in cui avete costituito, per le ragioni ben note, questo Governo. non voglio creare problemi di coscienza per nessuno, quindi non insisterò. dimentichi, onorevole Moro, ciò che ho detto. ne parleremo in occasione della costituzione del prossimo Governo, con l' augurio che sia ancora più numeroso, in ministri e in sottosegretari, di quello attuale. in queste condizioni, dunque, l' incontro fra il partito socialista e la Democrazia Cristiana non ha la dignità di un incontro programmatico: è l' incontro un po' rumoroso fra due recipienti vuoti. i socialisti, per arrivare all' incontro con i democristiani, hanno vuotato il loro recipiente di tutti quegli ingredienti che ogni tanto, un poco carnevalescamente, l' onorevole Nenni sciorinava dinanzi al Parlamento e al paese; e la Democrazia Cristiana si è voluta esimere dal senso della crociata. i democratici cristiani non fanno più consistere il loro finalismo politico nello spirito di crociata: non siete più democristiani? non era quella la ragione essenziale della vostra presenza morale nel paese? parlo di presenza non come forza clericale, ma cristiana e cattolica. i socialisti si stanno vantando di avere, attraverso la formazione dell' attuale governo di coalizione , tolto di mezzo lo spirito di crociata. ve lo dicono, e voi sorridete, ringraziate e vi lasciate strappare dal petto gli emblemi delle vostre antiche battaglie, sorridenti e felici. tirando le somme: voi avete rinunciato al senso della crociata; i socialisti non sono più legati ufficialmente ai comunisti. da questo incontro di due « ni » , di due paure, di due esitazioni, di due ambiguità, di due camaleontismi, è venuto fuori il capolavoro di compagine presieduta dall' onorevole Moro. questo credo sia il senso dell' attuale Governo. terza ed ultima domanda: quale l' eredità di questo Governo? forse l' onorevole Moro si è dispiaciuto di un fatto che si sta verificando nell' opinione pubblica , attraverso articoli di giornali, e che credo non si sia verificato in precedenza se non nei confronti di governi nati come provvisori, come governi-ponte. si sta pensando al « dopo » di questo Governo più ancora di quanto non si stia parlando di esso: si chiede che cosa accadrà dono, quasi che questo Governo sia già scontato, già passato come acqua sul vetro. onorevole Moro, come mai? vi è una prima spiegazione di carattere psicologico! in fin dei conti gli italiani considerano lei presidente del Consiglio da tanto tempo , tanto che hanno l' impressione che sia arrivato stanco a quel banco e ci si sia messo per riposarsi dalle cure dei governi di centrosinistra che ella ha fin qui sostenuto. infatti ella è il leader dei governi di centrosinistra, del governo ombra di centrosinistra ormai da quasi tre o quattro anni, o forse più, dal 1959-60. gli italiani sanno tutto sul suo centrosinistra. lo ha ricordato anche l' onorevole Andreotti al congresso di Napoli e, probabilmente, se ella non dimostrerà molta fantasia rinnovatrice (e noi ci auguriamo che non l' abbia perché potrebbe dimostrarla in senso dannoso), ella ha già dato tutto, ha già detto tutto, è arrivato stremato alla Presidenza del Consiglio . forse avrebbe fatto bene a non arrivarci per niente e a lasciare il posto all' onorevole Fanfani al quale l' onorevole Togliatti non ha reso un buon servizio elogiandolo in modo così imprudente, ed al quale non possono essere attribuiti i famosi errori di direzione politica, perché il milione di voti perduti e gli errori di direzione politica sono suoi, onorevole Moro, quale segretario del partito. ho letto su un giornale a noi vicino che bisogna considerarla, onorevole Moro, come un personaggio postumo: questo ci sembra l' unico sollievo che ci resta in questo momento. con questo Governo ella ha già fatto tutto il male che poteva fare al nostro paese; il resto sono particolari di esecuzione e di attuazione, e con la collaborazione della falange dei suoi tecnici, ella riuscirà senza dubbio ancora meglio a completare il disastro, anche perché noi riteniamo che non ci potrà insegnare nulla di nuovo nel male. per quanto riguarda il « dopo » politico vi è un motivo ancora più serio, e cioè che il solo Governo di transizione che in questi anni, in Italia, sia apparso, è proprio questo. gli altri sono stati chiamati di transizione, ma erano governi-ponte, in quanto nel momento in cui si imboccava un capo del ponte, grosso modo, si sapeva quale avrebbe potuto essere l' altro capo. erano governi di transizione ma dal noto si passava al noto, magari dal noto in bene al noto in male, dal meglio al peggio, dal meno peggio al peggio: comunque non erano governi del salto nel buio. il suo Governo, invece, è il primo autentico Governo di transizione, e noi vorremmo augurarci che non lo fosse, perché, onorevole Moro, in questo senso noi le diamo atto di aver detto la verità. infatti, ella ha definito storica la formazione di questo Governo. esso dovrebbe rappresentare la transizione da un' epoca a un' altra della nostra vita politica, ed io ho l' impressione che, in sostanza, rappresenti la chiusura di un' epoca, la restaurazione di un' altra epoca e l' anticamera di una terza. non sono tre definizioni contrastanti, sono tre definizioni complementari. questo Governo rappresenta la chiusura di un' epoca: il ventennio 1943-1963. si conclude il ventennio antifascista, e con esso un certo tipo di antifascismo: e chi ne ha cantato il de profundis ? l' onorevole Pacciardi, ieri. quando l' antifascismo allo stato puro, l' antifascismo che fu sempre antifascismo, che non fu mai girelliamo né comunismo, assume la posizione critica di ordine politico, morale, programmatico, storico che ha assunto ieri, evidentemente esso dichiara con ciò chiusa quella epoca. possiamo dire che questo Governo è il ritorno di un' epoca, dell' epoca ciellenistica. l' onorevole Roberti ha detto ieri giustamente che si assisteva per la prima volta all' avvento dei socialisti al potere in Italia non considerando l' epoca ciellenistica. però possiamo anche ricollegarci all' epoca ciellenistica per talune analogie storiche singolari, tra la partecipazione di allora dei socialisti al Governo e quella di adesso. allora, essa ebbe termine per motivi di carattere internazionale. abbiamo l' impressione che oggi essa abbia avuto inizio anche in relazione a motivi e, perfino, a interventi di carattere internazionale, il che non ci lascia molto tranquilli per molte altre considerazioni, che verranno svolte da miei colleghi di gruppo che interverranno in questo dibattito. è, infine, questo Governo, l' anticamera di un' epoca, se è vero come è vero che la sfida lanciata oggi dal partito comunista a questo Governo non è destinata a rimanere senza ripercussioni, in Parlamento e fuori. onorevole Moro, non è un mistero che la vostra vantata maggioranza, che doveva essere allargata, si è ridotta o si sta riducendo al lumicino. potrà trattarsi al momento del voto di fiducia di una maggioranza, si dice, di 10 o 12 o 15 voti. ma ammettiamo pure che sia una maggioranza più sostanziosa, di 20 o 30 voti almeno. sarete forse al sicuro? non permetteste in altri tempi ad altri di formare governi che non erano ritenuti al coperto e al sicuro, non disponendo di maggioranze più larghe; riteneste che governi programmatici non potessero aver luogo perché non disponevano di una preordinata e precostituita larga maggioranza al riparo dai colpi, sempre possibili, dei franchi tiratori , che pur in questo momento, tra l' altro, vi sarebbe molto difficile individuare, perché ne rinverreste in tutti i gruppi che formano la maggioranza governativa . eppure voi andate incontro a un programma di questo genere con una maggioranza così risicata! e quando vi troverete al dunque, quando dovrete far approvare le leggi fondamentali, le leggi di grande impegno, quelle sulle quali l' onorevole Togliatti vi ha portato oggi il suo consenso, il suo pungolo, il suo rampino, la sua sfida, che farete? rinuncerete al programma o accetterete (non olet ) il voto del partito comunista ? ecco il vostro programma nella concreta realtà parlamentare, come si presenta fin da questo momento, e nella concreta realtà politica. ecco perché a buon diritto parliamo di un Governo-anticamera. signor presidente del Consiglio , credo di essermi sforzato di essere aschematico, cioè chiaro, sincero, onesto nelle mie impostazioni polemiche. che noi conduciamo e condurremo una battaglia di opposizione contro questo Governo, è ovvio; che questo Governo, dal nostro punto di vista almeno, che però ci sembra largamente condiviso anche in Parlamento, sia estremamente pregiudizievole per l' avvenire del nostro paese, è altrettanto ovvio; che la battaglia non possa fermarsi qui, ma debba proseguire impegnando tutte le nostre forze nel paese, soprattutto dopo la sfida lanciata dal partito comunista , è ancora più ovvio. ne tenga conto!