Giorgio ALMIRANTE - Deputato Opposizione
IV Legislatura - Assemblea n. 743 - seduta del 02-10-1967
Sugli atti terroristici in Alto Adige
1967 - Governo III Moro - Legislatura n. 4 - Seduta n. 743
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

a nome del gruppo che ho l' onore di rappresentare, in primo luogo desidero ringraziare l' onorevole presidente di questa Assemblea per le parole che ha pronunciato all' inizio della seduta. non a caso, credo, il presidente dell' Assemblea ha usato per due volte l' avverbio « energicamente » , riferendosi all' azione di prevenzione e di repressione che il Parlamento ed il paese si attendono dal Governo e dallo Stato. non solo pertanto ci associamo alle parole di cordoglio che il presidente dell' Assemblea ha voluto pronunciare, ma ci associamo in particolare a queste espressioni che vorrei definire stimolanti nei confronti dell' azione del governo . quanto alla risposta che il ministro dell'Interno ha avuto la cortesia di dare alla nostra interrogazione, mi dichiaro d' accordo con lui in una sola cosa: nell' apprezzamento, nell' elogio, il più vivo, il più schietto, senza la minima riserva nei confronti dell' organizzazione e dell' azione delle forze armate e delle forze dell'ordine a presidio del nostro confine e della sicurezza all' interno del nostro confine in Alto Adige . quanto al resto, onorevole ministro, non solo mi dichiaro insodisfatto, ma mi dichiaro in totale disaccordo con l' impostazione politica che ella ha voluto dare oggi, una imposizione — lo riconosco — non nuova; però anche ella deve riconoscere che non nuove sono le contestazioni nostre a codesta sua impostazione. ella ha cortesemente chiarito, nei termini in cui poteva farlo data la brevità del tempo intercorso, i due episodi svoltisi negli ultimi giorni. da quanto ella ha detto, e da quanto d' altra parte il paese ha appreso leggendo le notizie giornalistiche, si evince che non avevamo torto parecchi mesi or sono quando parlavamo, non allarmisticamente, non esagerando, non montando le cose di guerriglia in Alto Adige . siamo alla guerriglia. quando qualche giorno fa il BAS, cioè il comitato di liberazione (è la sigla che essi hanno adottato, forse non a caso) che ha sede ufficiale in Innsbruck, ha annunciato che sarebbe passato all' azione diretta in maniera ancora più grave, fino a giungere alla strage, molti giornali italiani, naturalmente governativi, hanno parlato, allora, di rodomontate. purtroppo non erano rodomontate. il che non vuol dire che i signori del BAS siano audaci o coraggiosi o straordinariamente organizzati. vuol dire — e mi permetterò di dimostrarlo in due parole — che i signori del BAS hanno la possibilità di determinare un vero e proprio stato di guerriglia all' interno dei nostri confini, senza praticamente nulla rischiare o rischiando molto poco. ella ha parlato per l' ennesima volta di neonazisti. sa perfettamente, onorevole ministro, perché ho già avuto modo di dirglielo, che non mi turba affatto una simile definizione da parte sua o in genere da parte di ambienti governativi o di altri ambienti, perché chiunque attenti alla vita dei nostri soldati, alla sicurezza dei nostri confini, comunque si chiami, da qualunque parte provenga, da chiunque sia ispirato, ci trova e ci troverà sempre nemici. però io mi sono permesso altre volte, e mi permetto soprattutto in questa occasione, di richiamare lei, e i membri del Governo a un minimo di coerenza per lo meno dialettica. neonazisti, BAS, oppure comitato di liberazione: sta di fatto che quei signori ci spediscono la morte in casa, la morte a domicilio. perché lo fanno, come possono farlo? perché sono gli eredi di quelli di Dachau? non basta: possono farlo perché sono sicuri di potersi organizzare impunemente all' interno del loro paese che è l' Austria. gliene do la prova, signor ministro. se non erro il 6 settembre di quest' anno la procura della Repubblica di Bolzano — non per la prima volta ha chiesto in via ufficiale l' estradizione di dieci criminali, alcuni dei quali cittadini austriaci e altri cittadini italiani, tutti rei confessi, tutti in questo momento non latitanti o nascosti ma residenti in Austria. la procura della Repubblica di Bolzano è stata infatti nella condizione di indicare non soltanto i nomi e i cognomi, ma anche il domicilio e la residenza di questi dieci criminali e terroristi confessi, alcuni dei quali già giudicati in precedenza e assolti — come ella ben sa — da tribunali austriaci. ora è evidente che essendo nell' elenco di quei dieci, fra gli altri, il Klotz e il Burger — dei quali ella ha parlato ora — ed essendo essi in questo momento residenti in Austria ed essendo i loro domicili noti alla polizia austriaca e avendo la giustizia italiana e, spero, il governo italiano sollecitato la giustizia austriaca e il governo austriaco , ai sensi del diritto internazionale , perché almeno quei dieci criminali venissero messi in condizioni di non nuocere, è evidente, signor ministro, che, provenendo i due attentati — come ella ci dice — l' uno dal Burger e l' altro dal Klotz, necessari complici dell' uno e dell' altro attentato sono il governo austriaco , i dirigenti austriaci e le autorità austriache. ecco dunque che io mi permetto di richiamare il Governo alla coerenza. se autori degli attentati sono i neonazisti, sono neonazisti anche i dirigenti austriaci? a me non interessano i nomi o le definizioni come interessano a voi eredi della Resistenza. comunque, se il vostro giudizio è che i neonazisti sono gli esecutori, allora la realtà stessa che voi ci indicate, attraverso le pur sommarie notizie che date, vi dirà che neonazisti o nazisti sono anche i complici e i mandanti. io credo, signor ministro, che ella, nella sua onesta coscienza, non potrà non convenire che le maggiori responsabilità non pesano in questo caso sull' esecutore materiale, che può essere anche un giovinastro pieno di fanatismo, ma su quei governanti, su quei dirigenti, su quei magistrati e su quei giornalisti che in Austria, come tutti sappiamo e come abbiamo avuto modo di documentare largamente in altre occasioni, creano per i terroristi e per le loro organizzazioni, non solo in Austria, ma anche in Baviera (vedete quanto siamo schietti quando si tratta di parlare di argomenti che interessano l' integrità della nostra patria e là vita dei nostri soldati), il clima necessario e sufficiente perché i crimini possano effettuarsi. io non sono d' accordo, signor ministro, neanche a proposito di un' altra sua dichiarazione politica, quella relativa al comportamento (non voglio dire allo stato d'animo , su quello è impossibile indagare e non voglio indagare) di larghissima parte della popolazione altoatesina di lingua tedesca . a prescindere dall' episodio, che definirò per lo meno sconcertante, di San Martino di Val Casies e del signor parroco don Weitlaner, episodio sul quale la giustizia farà certamente luce (pertanto voglio riservarmi ogni giudizio e ogni atteggiamento), ella sa benissimo che in epoca recente e recentissima, in due comuni della provincia di Bolzano è accaduto che due terroristi rientrando a casa dopo alcuni anni di meritatissimo carcere (anni per altro inferiori a quelli che avrebbero dovuto scontare, grazie alla clemenza, ai condoni e alle amnistie di cui in Italia siamo tutti sempre eccessivamente larghi), dopo anni di meritatissimo carcere — dicevo — questi due terroristi, rientrando a casa nei rispettivi comuni di residenza, in piazza hanno trovato il sindaco, naturalmente della Sudtiroler Volkspartei , il parroco, evidentemente simpatizzante per la Sudtiroler Volkspartei , e si dice — (nessuno lo ha smentito, tutti i giornali ne hanno parlato) la intiera popolazione. vorrei sapere: avete per caso adottato misure particolari a proposito di quei due comuni, uno dei quali è un centro piuttosto grosso, nel quale lavorano centinaia di minatori italiani? avete ritenuto di circondare di filo spinato quei due comuni perché abitati da individui diversi da quelli che abitano tutto il resto della provincia di Bolzano, oppure quei due comuni non sono altro che comuni campione, cioè casi-campione, casi-tipo non solo di uno stato d'animo , ma anche di un comportamento e di un atteggiamento di manifesta solidarietà più ancora che di chiara omertà nei confronti dei terroristi? onorevole ministro, ella, dopo averci dato le spiegazioni che poteva darci circa l' attentato, a seguito del quale hanno perduto la vita a Trento due eroici agenti dell' ordine, ci ha parlato dell' altro attentato: uno scontro a fuoco, a raffiche di mitra all' interno del nostro confine. ebbene, senza volerlo ha ammesso qualcosa di cui conviene rilevare la importanza. io chiedo: come mai avvengono questi scontri a fuoco, a colpi di mitra all' interno del nostro confine? i casi sono due: o non funziona la famosa rete protettiva austriaca, e quindi si continua a filtrare in armi al di qua del nostro confine, o la rete protettiva funziona e allora coloro che così agiscono partono da basi organizzate all' interno del nostro confine e rientrano in basi organizzate all' interno del nostro confine. quale che sia vera e valida delle due ipotesi, entrambe contrastano, onorevole ministro, con l' interpretazione, che vorrei definire piuttosto panprussiana, che il Governo sta dando di quanto accade in Alto Adige . noi vi invitiamo pertanto a prendere atto della realtà. non credo che sia decoroso, né da parte vostra né da parte nostra, che su un realtà drammatica come questa si imposti una qualsivoglia speculazione propagandistica. noi prendiamo atto, onorevole ministro, della serietà delle sue dichiarazioni, quando ella rammenta di avere già affermato (e noi lo ricordiamo), che la lotta contro il terrorismo in Alto Adige sarà lunga e difficile. ce ne rendiamo conto, e non chiediamo al Governo di risolvere nello spazio di poche ore o di pochi giorni un problema che, purtroppo, pesa su di noi e sulle nostre coscienze da molti anni. chiediamo però al Governo di fare una politica per l' Alto Adige . la politica che avete condotto finora è fallita: ha condotto a questi risultati. se avesse per lo meno condotto, dal vostro punto di vista , all' obiettivo che dichiaravate di volervi proporre anni or sono, vale a dire ad un accordo o alla continuazione, se non altro, delle trattative con l' Austria, potreste sostenere di avere ottenuto almeno uno dei due risultati che vi proponevate. sta di fatto che ci troviamo di fronte al fallimento pieno degli obiettivi che dicevate di proporvi. io ricordo un ordine del giorno del settembre dell' anno scorso , che impegnava il Governo in due sensi: portare avanti le trattative con l' Austria, prevenire e reprimere il terrorismo. dopo parecchi mesi siete stati costretti, di fatto, ad interrompere le trattative, e ad interrompere, praticamente, i normali rapporti diplomatici con l' Austria; e quanto alla repressione e alla prevenzione del terrorismo, non potete far altro che ripetere in tono dolente ciò che dicevate molti mesi or sono. evidentemente la vostra politica per l' Alto Adige non ha funzionato. non voglio con questo dire che sia valida la nostra, quella che vi abbiamo sempre proposto e riproposto. discutiamo il problema, non limitiamoci a sentirci dire che il problema rimarrà ancora aperto per molto tempo e soprattutto non accettiamo (noi non possiamo accettarlo), che, con tale affermazione, si ritenga di potere inchiodare il Governo, il Parlamento e il paese ad una politica che ha condotto a questi risultati di lacrime e di sangue per il popolo italiano . è dunque non soltanto insodisfatta, ma profondamente angosciata la nostra replica, signor ministro.