Giorgio ALMIRANTE - Deputato Opposizione
IV Legislatura - Assemblea n. 704 - seduta del 26-06-1967
1967 - Governo III Moro - Legislatura n. 4 - Seduta n. 704
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , abbiamo ascoltato devotamente (è il caso di dirlo) le sue alte, nobili e misurate parole e ci associamo alle espressioni di cordoglio, di riconoscenza per le forze armate , di fierezza e di sdegno, a nome del nostro gruppo e, crediamo, interpretando il pensiero di ogni altro gruppo politico . diamo atto al ministro di una risposta che, in questo momento, non poteva essere che sommaria e provvisoria. e, poiché il nostro stato d'animo non è quello di chi è indotto a far polemica o ad approfittare di una situazione di questo genere per acuire vecchie polemiche, non intendiamo in questo momento dar luogo ad atti di accusa politica, sia pure legittima dal nostro punto di vista , nei confronti del Governo. non possiamo però limitarci ad esprimere la nostra sodisfazione o insodisfazione: vorremmo permetterci di aggiungere alcune considerazioni. in primo luogo, signor ministro e, soprattutto, onorevole presidente della Camera, noi ci permettiamo di chiedere molto fermamente che, a breve scadenza e comunque prima di iniziare le vacanze parlamentari — credo ella sia d' accordo nel ritenere che sarebbe sommamente disdicevole al prestigio ed alla funzione stessa del Parlamento se si pensasse di poter andare in vacanza prima di discutere questo problema nei suoi termini responsabilità di politica — abbia luogo un dibattito sulla questione dell' Alto Adige : ci auguriamo che il Governo possa facilitarci nel pronto adempimento di questa nostra richiesta e che la discussione avvenga nei prossimi giorni. ciò premesso, ci riallacciamo in questo doloroso momento al dibattito che ebbe luogo sullo stesso argomento nel settembre 1966, se non erro, dopo il nefando attentato di Malga Sasso . quel dibattito si concluse con un documento politico e pensiamo che anche il prossimo imminente dibattito debba concludersi con un documento politico; e poiché il documento politico presentato dal Governo e votato a maggioranza nel settembre 1966, evidentemente, alla stregua dolorosa dei fatti, non sembra aver conseguito i fini che il Governo e la maggioranza, in indubbia buona fede vogliamo pensare, si proponevano, ci sembra evidente che questa volta si dovrà rivedere la politica italiana in ordine alla questione dell' Alto Adige . credo che l' obiettivo reale sia quello di dare all' Italia una valida politica per quanto riguarda la questione dell' Alto Adige . non è in questa sede che possiamo attenderci rassicuranti ragguagli. avevamo rivolto le nostre interrogazioni e interpellanze al presidente del Consiglio , al ministro degli Esteri , al ministro dell'Interno e al qui presente ministro della Giustizia : io non mi permetto di chiedere in questo momento risposte alle domande che nel nostro documento proponevamo. mi permetto soltanto di fare alcune rapidissime constatazioni. abbiamo udito testé il signor ministro e il rappresentante della Democrazia Cristiana parlare di alcuni fanatici, e di fanatici nazisti e neonazisti, di vecchi metodi. se fossero vecchi metodi, signor ministro, noi ne saremmo in qualche modo rassicurati. il fatto è che sono metodi perduranti che si riferiscono al presente. cerchiamo quindi (è una esortazione che noi ci permettiamo di rivolgere al Governo e alla maggioranza) di uscire dalle speculazioni propagandistiche e di considerare i problemi per ciò che essi sono, a prescindere dalle etichette. non abbiamo alcuna difficoltà a parlare — come voi usate parlare a questo riguardo — in termini di attentati o di ispirazioni o di organizzazioni naziste o neonaziste. vorremmo però permetterci di richiamarvi ad una qualche coerenza, se ci consentite: perché, se nazisti o neonazisti possono essere definiti gli attentatori, io vorrei ci spiegaste con quale terminologia possano essere definiti i giudici del tribunale di Linz; vorrei che ci spiegaste come possa essere definito il ministero austriaco della giustizia; vorrei che ci spiegaste come può essere definito il Governo cosiddetto nordtirolese, se è vero ciò che denunciammo nel settembre del 1966 in questa Camera e che nessuno allora smentì: se è vero cioè, per esempio, che la sede del BAS (il comitato di organizzazione dei terroristi) ad Innsbruck è pagata ufficialmente con la cifra di 25 mila scellini (cito questo solo particolare fra i tanti) dal governo nordtirolese, dal governo regionale austriaco di Innsbruck. pertanto, abbiamo l' impressione che definizioni e determinazioni, che probabilmente (non voglio fare ingiuria ad alcuno) il Governo e la maggioranza adottano a fini propagandistici, si ritorcano sullo stesso Governo e sulla stessa maggioranza qualora essi non ne deducano l' ovvio dovere di procedere con assoluto rigore politico nei confronti dei complici e non ritengano di avere l' assoluto dovere di intendere per complici soprattutto coloro che , essendo collocati molto in alto nelle responsabilità politiche o amministrative del loro paese, della vicina Austria, sono i veri mandanti, sono i veri ispiratori, e credo di poter dire siano anche i veri responsabili. è sommamente doloroso per noi e pensiamo sia sommamente doloroso per il popolo italiano , in particolare per le famiglie degli assassinati, il dover pensare che da parecchi o tempo a questa parte mani ufficiali italiane stringono mani ufficiali austriache intrise del sangue, dei nostri soldati. o avete il coraggio di porre il problema in questi termini o è molto meglio, signor ministro, che non se ne parli da parte vostra in termini che possono sapere o potrebbero sapere di speculazione propagandistica o di alibi di carattere propagandistico. ci permettiamo fare un' altra osservazione, signor ministro, in ordine a quanto lei stesso ha detto poco fa. ella ha parlato di « alcuni fanatici » . signor ministro, ci troviamo di fronte in Alto Adige ad una vera e propria guerriglia. ella ci darà atto, anche se i ragguagli tecnici per ora sono incompleti (e noi stessi lo abbiamo riconosciuto), che, secondo i ragguagli tecnici che ella ha avuto la cortesia di fornirci in questa dolorosa circostanza, si è trattato di una operazione che ha richiesto del personale specializzato, del personale che ha lavorato senza alcun dubbio a pochi metri dal confine, probabilmente per più notti. questo personale ha dovuto spostare ordigni che non è pensabile in quella zona siano stati trasportati vicino al confine soltanto a mano, ma che debbono essere stati portati probabilmente mediante l' uso di automezzi o comunque di mezzi motorizzati. si è trattato di un' operazione militare al nostro confine. ci permettiamo di ricordare che, se non andiamo errati, il bilancio di sangue è salito a 23 uccisi tra ufficiali, sottufficiali e soldati, mentre il bilancio dei feriti, in circa tre anni è diventato di circa 500, se le cifre che abbiamo a disposizione sono esatte. questa ci sembra essere la conseguenza di un vero e proprio stato di guerriglia al confine italiano. e poiché tanto si parla di confini — siamo stati informati che nell' altro ramo del Parlamento il signor ministro dell'Interno ha giustamente e sacrosantamente difeso l' inviolabilità dei nostri confini — vorremmo sapere che cosa significa « confine » secondo la concezione del nostro Governo, se esso non è certamente utile per salvaguardare le vite dei nostri ragazzi, mentre sembra sia utile per salvaguardare la vita e per consentire le operazioni degli assassini, dei loro complici e dei loro mandanti. preferiremmo non avere una linea di confine, se il confine deve servire soltanto come alibi o come luogo di opportuna raccolta per i terroristi e per coloro che organizzano « spedizioni punitive » . è il caso di parlare in questi termini visto che ci si vuole richiamare al passato. vi è un largo passato di rapporti tra Austria e Italia. non sempre, mi sembra sia stato un passato cordiale o intessuto di trattative come quelle di cui si continua a parlare. siccome è presente l' onorevole ministro della Giustizia , affinché possa essere fin da questo momento predisposto alle domande che ci permetteremo di porgli nel dibattito che speriamo abbia luogo al più presto, rinnoviamo una richiesta che abbiamo già avanzato a questo Governo nei mesi precedenti e alla quale finora non è giunta nessuna risposta. chiediamo, soprattutto dopo il verdetto di Linz, al ministro della Giustizia che cosa egli attende per formulare la richiesta di estradizione nei confronti dei capi responsabili confessi del terrorismo austriaco, anzi degli autoapologeti di terrorismo a cominciare dal famigerato signor Burger. se fosse presente l' onorevole ministro dell'Interno noi gli chiederemmo di voler fare uno strappo ai recenti atteggiamenti tenuti dallo stesso ministro e dal Governo di centrosinistra in Senato a proposito della revisione della legge di Pubblica Sicurezza , e di volere approfittare della possibilità che ancora egli ha in questo momento di dichiarare in Alto Adige lo stato di pericolo. lo diciamo — lo confesso — a titolo polemico. è la sola nota veramente polemica che dal punto di vista politico mi permetto di fare, in quanto mi sono enormemente stupito che l' onorevole ministro dell'Interno e i rappresentanti del Governo nell' altro ramo del Parlamento, quando insistentemente e pesantemente si chiedeva loro di rinunziare al famoso o famigerato articolo 64 della legge di Pubblica Sicurezza , non abbiano saputo rispondere che l' abolizione o l' edulcorazione di quell' articolo rispondeva soprattutto agli interessi dei terroristi austriaci e dei loro complici. disgrazia ha voluto che pochi giorni dopo questa nostra tesi sia stata comprovata dai fatti. vorremmo augurarci che almeno da questo punto di vista , una qualche saggezza, un qualche maggior senso di responsabilità , una qualche più dura energia siano suggerite ai rappresentanti del nostro Governo. onorevole ministro, concludo augurandomi davvero e con vivo e presente senso di responsabilità che non si indugi nel concedere al Parlamento italiano la possibilità di riapprofondire i termini di questo problema.