Amintore FANFANI - Presidente del Consiglio Maggioranza
IV Legislatura - Assemblea n. 682 - seduta del 22-05-1967
1967 - Governo II D'Alema - Legislatura n. 13 - Seduta n. 648
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

molto brevemente, per esprimere, almeno su un punto la soddisfazione di avere sentito da tutte le parti affermare l' interesse sommo che in questo momento tutti ritengono si debba avere per la pace. mi auguro che alcuni dei temi qui trattati e alcune delle osservazioni qui fatte possano servire in questa sede, in sede governativa e in altre sedi per approfondire ulteriormente alcuni aspetti di questo complesso problema. proprio sotto questo profilo mi permetto di dire all' onorevole La Malfa , con la consueta cortesia, perché fuori di qui credono che litighiamo continuamente, ed ella, onorevole La Malfa , sa meglio di me che questo non è vero... poi la farò a lei, che non ha parlato. non faccio una replica all' onorevole La Malfa su un caso personale, bensì su un caso generale che l' onorevole La Malfa ha sollevato e che mi pare di grande importanza. perché l' onorevole La Malfa ha osservato, con abbondanti citazioni delle quali lo ringrazio, che negli ultimi mesi si sarebbe manifestata una rottura nella linea politica che in materia di connessione tra disarmo e non proliferazione ed altri aspetti meno importanti o meno generali si era venuta enunciando nel 1965, nel marzo e nel luglio, in sede di Commissione esteri della Camera e successivamente, il 29 luglio, alla conferenza per il disarmo a Ginevra. ora io vorrei dire all' onorevole La Malfa che quelle dichiarazioni, che sono state incluse nella parte finale della mia risposta, rispecchiano esattamente la posizione del Governo: quella di allora, quella di sempre. l' onorevole La Malfa è preoccupato che alcune richieste fatte dal Governo in occasione della preparazione delle nuove discussioni di Ginevra sul trattato di non proliferazione abbiano potuto essere in contraddizione con precedenti atteggiamenti del Governo e abbiano quasi voluto creare ostacoli. onorevole La Malfa , mi creda: non è vero. può darsi che ella o altri abbiano potuto avere questa impressione, dal di fuori, ma non è vero. noi ci siamo trovati per la prima volta — ella lo sa di fronte ad un nuovo testo, intorno al quale abbiamo sentito il dovere e la responsabilità di negoziare, intavolare una discussione ed un negoziato, allo scopo non già di creare ostacoli, ma di conseguire, in certi punti, alcuni miglioramenti su linee altrettanto interessanti per noi come — mi sembra da quello che ella ha detto stasera o in altre occasioni — per lei e per il paese. ella ha lodato la connessione, che a suo tempo stabilimmo e che tuttora conserviamo, tra politica di disarmo e politica di non proliferazione: è la principale delle richieste che abbiamo fatto sia a Washington sia a Mosca, e naturalmente a Ginevra. ella in altra sede ha lodato le iniziative del governo italiano per quanto riguarda il superamento dei divari, in varie direzioni, tra lo sviluppo tecnologico nostro e quello di altri paesi. bene: è la seconda delle richieste che noi abbiamo fatto in quella sede. le discussioni, così come si sono svolte l' ho detto oggi e lo riconfermo in questo momento — sono tali da darci la sodisfazione di vedere che si è progredito; e non creando ostacoli; anzi, se sono — come sono — abbastanza al corrente delle vicende di questo negoziato, eliminando alcuni sospetti o alcuni ostacoli all' adesione di altri Stati, di altri popoli, a questo importante trattato. certo, l' onorevole La Malfa si è riservato, come è suo diritto, di esprimere un giudizio quando saremo più avanti in questo negoziato, in questa discussione internazionale sulla non proliferazione. io ritengo, onorevole La Malfa , che il momento veramente cruciale, per esprimere un fondato giudizio, sarà quello in cui ella vedrà quale atteggiamento il Governo terrà di fronte ad una redazione finale del testo del trattato di non proliferazione , quando potrà constatare quale progresso l' atteggiamento tenuto dal Governo ha consentito rispetto alla prima formulazione del trattato stesso. un altro problema minore, ma che in questo contesto si è inserito, è stato oggi toccato a più riprese. mi riferisco alle dimissioni dell' ambasciatore Fenoaltea; l' onorevole La Malfa ha avuto occasione di sottolineare un certo aspetto della polemica sorta intorno a questo caso. ebbene, non ho bisogno di assicurare che il Governo si è mantenuto estraneo a questo aspetto della polemica, e che anzi ha fatto di più, com' era suo dovere. quando si è discusso di questa vicenda in seno al Consiglio dei ministri , il ministro degli Esteri , che pure aveva già stilato il decreto per l' accettazione delle dimissioni dell' ambasciatore, non è venuto meno al suo dovere di ricordare in quel consesso i meriti che, come cittadino e come ambasciatore, Sergio Fenoaltea aveva acquisito nei confronti dell' amministrazione degli Esteri e della nostra Italia. anzi non ebbi alcuna esitazione, benché come persona potessi sentirmi offeso da certe manifestazioni, benché come ministro degli Esteri avessi potuto sentirmi intralciato in certe decisioni, non ebbi alcuna esitazione, proprio nel momento. in mi comunicavo con un telegramma all' ambasciatore Fenoaltea l' accettazione delle sue dimissioni, a dargli atto dei servizi che io ritengo e ritenevo — nella mia responsabilità — egli abbia reso e all' Italia e all' amministrazione degli Esteri. ringrazio perciò l' onorevole Folchi di avere voluto fare un accenno a questa condotta, che è stata seguita nell' interesse nazionale , per il prestigio della diplomazia italiana e per ricondurre anche questo episodio nel grande alveo dello sforzo che insieme dobbiamo fare, preoccupandoci soltanto di una cosa: della tutela del prestigio e del buon nome del nostro paese.