Amintore FANFANI - Presidente Maggioranza
IV Legislatura - Assemblea n. 682 - seduta del 22-05-1967
1967 - Governo II D'Alema - Legislatura n. 13 - Seduta n. 647
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

onorevole presidente , onorevoli colleghi , sono state rivolte al Governo numerose interrogazioni. esse riguardano la posizione presa di fronte al continuo aggravarsi della situazione nel Vietnam, l' atteggiamento assunto dopo le dimissioni dell' ambasciatore italiano a Washington, l' azione svolta di fronte al turbarsi della situazione nel Medio Oriente e, infine, la connessione tra i vari elementi della situazione internazionale e l' azione di pace che il Governo si è impegnato a svolgere di fronte al Parlamento. circa il conflitto nel Vietnam, la posizione del Governo è stata di costante, umana preoccupazione per le prolungate sofferenze di quelle popolazioni e per le ripercussioni politiche degli, avvenimenti che ivi si svolgono, nonché di permanente auspicio di una soluzione negoziata secondo i principi della conferenza di Ginevra e, per coerenza, di partecipazione alla ricerca di ogni buona occasione per conseguire il suddetto obiettivo. della coerenza di questa posizione sia consentito di ricordare, in sintesi, le seguenti testimonianze. dei nostri convincimenti e delle nostre valutazioni sul conflitto nel Vietnam in sé e sulle sue ripercussioni è stata sempre data onesta partecipazione al governo degli USA nelle forme che si addicono. ad alleati leali, quale è e resta l' Italia e con l' insistenza che è consentita a amici consapevoli delle difficoltà e delle implicazioni di un tanto grave problema. l' indicazione dei nostri punti di vista e, delle nostre valutazioni, in forme e per tramiti diversi, è certamente giunta a conoscenza anche di Hanoi. il nostro punto di vista è stato in parecchie occasioni portato a conoscenza dei paesi alleati e non alleati in incontri avvenuti, a Roma, in altre capitali o in sede Onu. incoraggiamento e appoggio è stato sempre dato dall' Italia all' azione del segretario delle Nazioni Unite , U-Thant. partecipazione diretta — e non solo quali ospitanti, come talvolta si è detto — si è avuta a colloqui per la ricerca di soluzioni la cui prospettazione resta sinora quanto di più avanzato si è conseguito verso l' inizio di concreti negoziati. da tutti questi contatti e conferenze furono dedotte le considerazioni che, in sede di discussione di bilancio, esponemmo in Senato il 27 aprile e furono fatte ripetere in sede di interrogazioni alla Camera il 28. per brevità oggi non le ripetiamo, pur confermandole testualmente. riferendosi esplicitamente ad esse, con telegramma del 29 aprile l' ambasciatore italiano a Washington, Sergio Fenoaltea, inviò le sue dimissioni. il 18 maggio, con decreto ministeriale, le dimissioni furono accettate. il 19 maggio il Consiglio dei ministri approvò la nomina del nuovo ambasciatore d' Italia a Washington, del quale, ottenuto nella stessa giornata il gradimento del governo degli USA, fu reso noto il nome. Egidio Ortona l' 11 giugno, lasciando l' attuale carica di segretario generale , raggiungerà la nuova sede. mentre venerdì scorso eravamo in Consiglio dei ministri a decidere di questo fatto, pervenne notizia; della richiesta del Parlamento di riferire in merito alle operazioni militari nella zona del diciassettesimo parallelo. facemmo subito sapere che eravamo disposti a rispondere nella prima riunione delle Camere e oggi siamo qui a riferire sulle notizie in nostro possesso e ad informare sull' azione svolta e su quella che ci proponiamo di svolgere. la zona smilitarizzata tra nord e sud Vietnam fu stabilita dalla conferenza di Ginevra del 1954 a cavallo del diciassettesimo parallelo. essa. avrebbe dovuto costituire un determinante fattore di contenimento e di limitazione delle operazioni belliche nel Vietnam; anzi, una tra le più recenti proposte di pace — quella canadese dell' 11 aprile — ha tenuto in particolare considerazione la necessità di un ritorno integrale al rispetto degli accordi di Ginevra almeno per quanto riguarda questo specifico punto, prevedendo come primo passo il disimpegno materiale delle opposte forze mediante l' effettiva evacuazione delle truppe e delle installazioni belliche dalla zona demilitarizzata. basandosi su questa. proposta, il 19 dello stesso mese di aprile il governo degli USA propose di estendere la profondità della zona demilitarizzata di altre 10 miglia a nord e a sud di quella attuale, e si dichiarò pronto a discussioni con Hanoi per la definizione di un accordo in tal senso, al quale accordo il governo di Hanoi non ha reputato possibile dar seguito. la proposta canadese, le contrastanti posizioni di fronte ad essa, il rifiuto di Hanoi a consentire ispezioni della commissione internazionale di controllo nella parte settentrionale della zona indirettamente. provano che la zona era ormai soggetta ad infiltrazioni, a stazionamenti, all' utilizzazione come base di appoggio ad operazioni verso il sud. venerdì scorso le agenzie hanno reso pubblico che reparti americani avevano iniziato operazioni nella parte meridionale della zona demilitarizzata per eliminare l' infiltrazione di reparti avversari. da, parte americana si è dichiarato che non si intende operare oltre il diciassettesimo parallelo e che le operazioni stesse non si protrarranno oltre il tempo necessario. si è inoltre fatto sapere che gli USA continuano ad appoggiare le proposte formulate in precedenza circa lo stanziamento nella zona demilitarizzata della commissione internazionale di controllo, qualora l' accesso alla Commissione fosse permesso sia nella parte sud sia nella parte nord. la nuova e difficile situazione ripropone il problema del rispetto e dell' allargamento della zona demilitarizzata, anche come punto utile all' avvio di un proficuo negoziato relativo alla sospensione delle operazioni militari e al conseguente inizio di procedure atte a riportare finalmente la pace nella tormentata area vietnamita. le difficoltà riscontrate finora, e in questi ultimi giorni aggravate, rendono più che mai necessario di svolgere tutte le possibili azioni di pace, per quanto ardue esse possano essere. per quanto lo riguarda, il governo italiano non rinunzia a fare tutto quanto ad esso sarà possibile in ogni sede. sulle prospettive concrete per tale azione di pace, il Governo conferma letteralmente quanto dichiarò alle Camere il 27 e il 28 di aprile, sia circa l' ormai constatata connessione tra continuazione dei bombardamenti e difficoltà insormontabili all' avvio di negoziati, sia circa i pericoli che ogni estensione ed intensificazione della guerra reca in sé, sia infine circa l' auspicio che si trovi il modo, da ambedue le parti in conflitto, di rimuovere gli ostacoli ad un' intesa preliminare per l' avvio di negoziati. il governo italiano queste sue preoccupazioni ripeté or è una settimana a Mosca ai governanti sovietici, accompagnandole con un appello per una autorevole azione certamente facilitatrice del superamento delle difficoltà. queste preoccupazioni, aggravate dalle notizie di questi ultimi giorni, sono state ripetute al rappresentante americano a Roma fin dalle primissime ore del pomeriggio di venerdì scorso. e mentre fatti nuovi complicano la situazione, rivolgiamo da questo Parlamento un appello accorato a tutti i governi in grado di svolgere un' azione determinante a favore della pace. naturalmente non rinunziamo a proseguire l' azione che all' Italia è possibile per ristabilire contatti in precedenza attenuati, né rinunzieremo ad alcuna possibilità, prossima o remota, per recare il nostro contributo all' arrivo del giorno tanto desiderato da tutti: quello in cui, presa ancora una volta dagli USA, dopo le cinque volte precedenti, la decisione di sospendere in condizioni propizie e costruttive i bombardamenti, da parte di Hanoi si compiano tutti gli atti necessari, finora invano attesi, a dimostrare che la nuova sospensione non servirà per preparare la ripresa. della lotta in migliori condizioni, ma per provare a compiere sinceramente i primi passi verso il negoziato, che, nel rispetto dei principi fissati a Ginevra nel 1954, deve portare alle popolazioni del Vietnam la pace e la conseguente ripresa di serene attività e a tutti i popoli del mondo, con la pace nel Vietnam, la ripresa di un dialogo tra est ed ovest, senza la conclusione positiva del quale la catena delle difficoltà e dei contrasti rischia di allungarsi per giungere a nodi insolubili, ricchi soltanto di tragiche conseguenze. nell' operosa attesa di questo tanto desiderato avvio alla pace nel Vietnam, il governo italiano non ha mancato di seguire gli avvenimenti che in aree più vicine accrescono pericoli e preoccupazioni. non appena recentissimi fatti resero attuale e pressante l' allarme per la tranquillità del Medio Oriente , il governo italiano , a Roma e replicatamente nelle diverse capitali, ha espresso i suoi consigli di moderazione e di saggezza, discostandosi dai quali il risultato sarebbe per tutte le parti in contrasto estremamente grave. abbiamo ricevuto da tutte le parti dirette assicurazioni che soltanto palesi provocazioni avrebbero suscitato fatti che i nostri passi diplomatici miravano fermamente a sconsigliare. noi continuiamo a confidare che provocazioni, in questa difficile ora, non solo non siano promosse dai governi responsabili, ma non siano da essi consentite da parte di elementi irresponsabili. il governo italiano apprezza il viaggio del segretario delle Nazioni Unite al Cairo e confida che da esso U-Thant ricavi elementi per promuovere quell' azione e quelle decisioni delle Nazioni Unite che, come in altri momenti, anche in forme nuove, se la situazione forme nuove consiglia, ristabiliscano una situazione almeno tollerabile ed allontanino la minaccia di un conflitto che in nessun momento, ma specialmente in questo, già per altri motivi tanto delicato, non potrebbe non ripercuotersi sinistramente sull' intero equilibrio del mondo. di fronte all' acuirsi delle difficoltà nel Medio Oriente , il governo italiano conferma in materia la linea che nel 1966 fu esposta a Roma al ministro degli Affari esteri della Repubblica Araba Unita : rispetto dell' indipendenza e dell' autonomia di tutti i popoli del Medio Oriente ; partecipazione attiva per preservare le migliori relazioni tra essi, contribuendo sia a risolvere i conflitti sia a prevenirli; fermo proposito dell' Italia di collaborare direttamente allo sviluppo dei paesi del Medio Oriente . secondo questi principi l' Italia si è mossa in questi ultimi anni di relativa tranquillità. ad essi continuerà ad ispirarsi anche in queste ore agitate, adoperandosi perché la tranquillità turbata ritorni e con essa ritorni la possibilità anche per noi di continuare a cooperare fattivamente alla prosperità di tutto il Medio Oriente . ci si è domandato se non si ritenga utile ad una schiarita del turbatissimo orizzonte internazionale dichiarare in questo momento la disponibilità del governo italiano a firmare il trattato di non proliferazione . sempre, in tutte le sedi, confermammo il permanente proposito del governo italiano di cooperare al raggiungimento di un accordo per la non proliferazione delle armi nucleari . ciò fu detto ai governanti americani incontrati sia a Roma sia a Bonn; ciò fu detto, a Roma e, a Mosca, ai governanti sovietici. e naturalmente aggiungemmo di volerci adoperare affinché il trattato, per essere veramente efficace, fosse firmato dal più largo numero possibile di paesi. raggiungere questo obiettivo richiede naturalmente tenaci e accorti sforzi, come dimostra il fatto che ancora neppure i due paesi che hanno ideato l' accordo hanno trovato l' intesa necessaria per presentare a Ginevra l' atteso testo. il governo italiano , a Washington ed a Mosca, ha avuto la sodisfazione di constatare che le sue osservazioni non erano ritenute vacue o distruttive, ma consistenti e costruttive, conseguendo anzi ad esse risposte che finora hanno servito a migliorare, sia sotto il profilo della connessione tra non proliferazione e disarmo, sia sotto il profilo della connessione tra non proliferazione e progresso scientifico e tecnologico, i progetti originari, in attesa di poter discutere in Parlamento, come abbiamo promesso e confermiamo, il progetto che sarà presentato a Ginevra. prima di prendere impegni in proposito conveniamo con quanti hanno osservato che vi è connessione tra trattato di non proliferazione ed altri dati della situazione internazionale. proprio a questo (pensammo nel marzo 1965 proponendo la ripresa della conferenza di Ginevra, nell' estate del 1965 proponendo la moratoria nucleare, nel gennaio 1967 sottoscrivendo l' accordo spaziale. in coerenza con questa permanente convinzione una settimana fa a Mosca, confermando il nostro proposito di concorrere alla stipulazione di un efficiente trattato di non proliferazione , richiamavamo i nostri autorevolissimi interlocutori alle connessioni, non certo giuridiche ma politiche, sia dirette sia indirette, tra la firma di un simile trattato, il superamento di conflitti gravi come quello del Vietnam, l' attenuarsi del profondo contrasto. nel Medio Oriente , il più spedito cammino verso quella conferenza di sicurezza — e secondo l' Italia anche di cooperazione — che per i destini dell' Europa tutti consideriamo di somma importanza. mai come in questo momento, onorevoli colleghi , dobbiamo riconoscere che la pace riguarda tutti, interessa tutti, impegna ogni umana attività. se questo è vero, come certo è vero, ogni nostro atto di governanti, di parlamentari, di cittadini, deve essere proporzionato e diretto, con alto senso di responsabilità , ad avvicinare la pace, rinunziando ad ogni cosa che possa metterla in pericolo dove già esiste o possa allontanarla, là dove, purtroppo, sinora a malapena si intravede.