Ugo LA MALFA - Ministro degli Affari Esteri Maggioranza
IV Legislatura - Assemblea n. 668 - seduta del 02-05-1967
Sulla situazione internazionale
1967 - Governo III Moro - Legislatura n. 4 - Seduta n. 539
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , onorevoli colleghi , sarò brevissimo e circostanziato. nell' interrogazione che ho presentato a nome del mio gruppo si esprime il pieno consenso e il plauso alle decisioni prese dal Governo per risanare il servizio segreto dello Stato e per ricondurre questo servizio ai suoi compiti istituzionali. da questo punto di vista la nostra posizione è perfettamente chiara. debbo, però, spiegare tutti i precedenti che ci hanno portato ad approvare l' azione del governo in questo campo. siamo nel dicembre del 1965, alla vigilia della nomina del nuovo capo di Stato maggiore dell' esercito. qualunque forza politica , qualunque uomo politico che abbia seguito le vicende di questi ultimi anni, sa che i metodi usati dal Sifar avevano creato uno stato d'animo di estremo disagio nell' Arma dei carabinieri ; infatti il rapporto che si era creato tra il Sifar e i movimenti di politica interna aveva finito col creare una condizione nella quale l' Arma dei carabinieri non si era mai trovata. d' altra parte, la sola prospettiva che il generale De Lorenzo , per essere capo del Sifar, potesse diventare capo di Stato maggiore dell' esercito aveva creato estreme preoccupazioni ed un estremo disordine nell' esercito. queste cose erano note, ed erano a me personalmente note. prima della nomina del generale De Lorenzo io ho accostato alcune alte autorità politiche per esprimere la mia profonda preoccupazione per lo stato di cose esistente nell' Arma dei carabinieri e in seno all' esercito. mi pareva che fosse molto pericoloso, in questa situazione, dare l' impressione che un uomo che aveva diretto il Sifar per molti anni e che da comandante dell' Arma dei carabinieri lo aveva governato, potesse assurgere a una così alta carica come quella di capo di Stato maggiore dell' esercito. mi pareva che questo, rispetto, ahimè!, alla grave condizione in cui si trovano alcuni istituti della nostra vita pubblica , potesse rappresentare un' ulteriore degenerazione del sistema. io espressi francamente le mie preoccupazioni, ma la nomina del generale De Lorenzo avvenne. mi lasci parlare, onorevole Pajetta. dopo questa nomina si è avuta una conferma delle condizioni di estremo disagio in cui essa era avvenuta. infatti, era passato qualche giorno che il generale Gaspari, comandante del corpo d' armata di Napoli, indirizzò, il 29 dicembre, per quel che so, una lettera al ministro Andreotti, dichiarando la sua contrarietà per il fatto che un uomo che aveva avuto quell' incarico fosse assunto a Capo dello Stato maggiore, e presentò le sue dimissioni. ciò confermava — la giustezza delle mie personali preoccupazioni al riguardo. comunque, la nomina era avvenuta e noi ne prendemmo atto. qualche mese dopo (se non erro, nel mese di marzo o di aprile), il settimanale L'Astrolabio iniziò una campagna per cercare di individuare nel settore delle forze armate quegli elementi che potessero far pensare ad una condizione eccezionale, quasi che si potesse profilare la vigilia di un possibile complotto militare. a questo punto, La Voce Repubblicana entrò in polemica con L'Astrolabio , con un lungo corsivo che porta la data del 10 maggio, intitolato: « il problema più urgente delle forze armate » . in questo corsivo si criticava recisamente L'Astrolabio e il mio amico Ferruccio Parri, per aver attribuito alla condizione di cose esistente nelle forze armate questo carattere di preparazione ad una situazione eccezionale, e si rivendicava alle forze armate italiane la nobile tradizione di essersi sempre mantenute al di fuori di ogni sollecitazione politica. questo non lo sapevo. si diceva in quell' articolo che non è tradizione delle forze armate italiane entrare nel gioco politico e preparare condizioni più o meno eccezionali. e di questo bisogna dare atto alle forze armate italiane. si diceva, inoltre, in quel corsivo che c' era solo un elemento al quale bisognava prestare attenzione, la degenerazione, cioè, che si era prodotta attraverso il Sifar e i rapporti che il Sifar nel suo complesso aveva creato per ragioni di politica interna . come vedete, onorevoli colleghi , eravamo tanto complici delle manomissioni del Sifar che siamo stati i soli a condurre questa battaglia! sfido tutti i difensori delle forze armate ad indicare un qualsiasi scritto che abbia lo stesso carattere di quel corsivo che ho citato. ma la polemica continuò. all' articolo del 10 maggio ne seguì uno del 31 maggio, intitolato: « la politica e i militari » , in cui si diceva che il Sifar è spesso servito a scopi di politica interna e che è stato usato nella lotta di potere tra uomini e gruppi con spregiudicato cinismo. si continuò con una serie di articoli, finché venne sostituito il generale Allavena, mandato al Consiglio di Stato (noi abbiamo trovato curiosa questa scelta) con un ammiraglio che ci risultò persona molto per bene, l' ammiraglio Henke. a seguito di questo secondo fatto, prendemmo atto che si era cercato di risanare una situazione che ci appariva estremamente pericolosa. abbiamo taciuto per qualche tempo, dopo di che spuntò l' affare dei fascicoli scomparsi, che era un altro aspetto della questione. agli onorevoli colleghi della destra che partivano dal novembre 1966, devo ricordare che noi siamo partiti dal dicembre del 1965, siamo ritornati sul problema nel maggio 1966, e, quando il ministro Tremelloni ha adottato il giustissimo provvedimento di sostituire il generale Allavena, abbiamo preso atto di questo progresso, abbiamo taciuto e siamo ritornati a discutere di esso quando sono scomparsi i fascicoli. è inutile che qui io vi faccia la storia di questi fascicoli scomparsi, della nomina della Commissione d' inchiesta amministrativa , che noi abbiamo visto con favore, delle conclusioni di questa commissione e dei problemi che essa ha sollevato. quando, alla fine del lavoro di questa commissione, che a mio avviso ha tagliato un grosso bubbone, è venuta la sostituzione del capo di Stato maggiore dell' esercito (che alcuni chiamano destituzione. chiamatela come volete!), La Voce Repubblicana che aveva seguito, ripeto, questa battaglia, ha pubblicato un articolo in cui plaudiva alla decisione del Governo. dopo di che abbiamo letto sui giornali che il generale De Lorenzo ci avrebbe dato querela per diffamazione; a un giornale, si badi, il quale, senza fare alcun accenno personale a lui, plaudiva al Governo per aver preso questa decisione. attendiamo questa querela. il generale aveva aggiunto anche, per quello che dicevano i giornali, che avrebbe parlato di una certa operazione sul centrosinistra. questo per dire come noi repubblicani ci siamo mossi: cioè non abbiamo guardato in faccia alcuno, in particolare il generale De Lorenzo . si può capire perché oggi siamo oggetto degli strali altrui: perché ci siamo assunte tutte le nostre responsabilità, e molti sanno che siamo anche andati oltre. possiamo darne le prove. in questo quadro generale si colloca il caso particolare. apprendiamo un certo giorno dal Borghese di un episodio di corruzione che sarebbe avvenuto a Ravenna. leggiamo questo articolo; e poiché non sapevamo nulla di questo tentativo di corruzione, assolutamente nulla, e ci pareva del tutto romanzesco, abbiamo scritto un corsivo sulla Voce ridicolizzando la faccenda. onorevole collega, abbia pazienza: ci arriverò. preciso bene: il direttore della nazione, Enrico Mattei, che riportava gli articoli del Borghese, scrive ad un certo momento che le notizie del Borghese, secondo una dichiarazione del direttore di tale periodico, Mario Tedeschi, sarebbero state confermate dall' onorevole Pacciardi e dal generale De Lorenzo . noi abbiamo immediatamente scritto sulla Voce che delle dichiarazioni dell' onorevole Pacciardi non ci è importato mai niente, nella maniera più assoluta: leggiamo il suo foglio e poi lo buttiamo nel cestino. di fogli così, mezzo ricattatori, ne leggiamo tanti, quindi anche quello dell' onorevole Pacciardi. ma non l' abbiamo scritto per il generale De Lorenzo : mentre non ci importa niente dell' onorevole Pacciardi, ci importa moltissimo del generale De Lorenzo . abbiamo detto: allora che cosa è avvenuto? è avvenuto che un tenente colonnello, di cui allora non fu fatto il nome, si sarebbe recato a Ravenna — adesso pare che si sia recato a Bologna — con 30 milioni nella valigia. e abbiamo scritto sulla Voce ma questo, da parte del tenente colonnello, è reato di peculato e tentativo di corruzione. e abbiamo invitato sul nostro giornale il ministro della Difesa a denunciarli, perché egli può stabilire il fondamento delle cose che sono state dette. lei forse è ridicolo, non queste argomentazioni. le insegnerò che cosa è il diritto, che lei non conosce. siccome abbiamo scritto sulla Voce che 30 milioni un tenente colonnello non li pesca all' angolo della strada, evidentemente di questa valigia che avrebbe trasportato tanti milioni per corrompere i repubblicani sarà responsabile anche il capo del servizio. va bene , ma non chiamate in causa il generale De Lorenzo che, secondo Mario Tedeschi avrebbe confermato la notizia. siccome il capo del Sifar può agire per conto suo, accertiamo anche le sue responsabilità. il quadro è completo. l' onorevole Pacciardi si è dimenticato che noi abbiamo chiamato in causa le responsabilità politiche . se ne è dimenticato per la strada. adesso non si fa la querela. onorevole Covelli, ella non ha mai capito niente. io la disprezzo. vi ho scoperto gli altarini. onorevoli colleghi , contemporaneamente allo scritto su La Voce Repubblicana ho mandato al ministro della Difesa questa lettera « riservata-personale-urgente » in data 27 aprile, che leggo. posso leggere questo documento? caro Tremelloni, come avrai appreso dal La Nazione e dal La Voce Repubblicana di stamane, il direttore del settimanale Il Borghese , Mario Tedeschi, avrebbe dichiarato che la notizia del tentativo di corruzione presso i repubblicani di Ravenna gli è stata confermata dall' onorevole Pacciardi, e questo non vuole dire niente, e dal generale De Lorenzo , e questo vuole dire moltissimo, e risulterebbe inoltre dalla relazione della Commissione d' inchiesta. ora, di fronte a tale dichiarazione, o il generale De Lorenzo smentisce tempestivamente la sua pretesa dichiarazione, o io dovrò chiedere alla Camera, come La Voce ha già richiesto, prima di approvare qualsiasi ordine del giorno della maggioranza, che vengano da te, come ministro della Difesa , denunciati alla magistratura e il colonnello portatore della valigia coi 30 milioni, per i reati di peculato e di tentata corruzione, e il generale De Lorenzo come controllore responsabile del servizio, per connivenza. chiederò inoltre di accertare se e quale autorità politica ha dato disposizione di compiere i reati suddetti » . come vedete, onorevoli colleghi , non ho dimenticato le autorità politiche e le complicità politiche. questa è la posizione che noi abbiamo assunto. onorevole Manco, ella mi chiedeva cosa avessimo fatto nei confronti della magistratura: questa è la nostra posizione. perché ci rivolgiamo al ministro della Difesa ? perché egli deve accertare se questi fatti siano veri. poi il giudice chiamerà l' onorevole Pacciardi, il ministro Reale, me, e noi diremo quello che sappiamo. siamo disposti a prendere tutte le responsabilità in quella sede, dopo che il ministro della Difesa avrà accertato i fatti e avanzato la denuncia. non è questo che ho detto: il ministro accerta gli estremi del reato e li denuncia alla magistratura. questa è la nostra posizione al 27 aprile. abbiamo aspettato ancora qualche giorno perché attendevamo che il generale De Lorenzo facesse la dichiarazione che aveva promesso Tedeschi: non è venuta. è venuta invece la dichiarazione dell' onorevole Pacciardi al Borghese, e da quella dichiarazione abbiamo appreso (cosa che non sapevamo) che il tenente colonnello, allora maggiore, che trasportava i 30 milioni era il tenente colonnello Buono. e allora abbiamo detto e scritta stamane al ministro Tremelloni che egli ha già un nome ben preciso da cui deve partire l' inchiesta, che cominci dal tenente colonnello Buono e accerti se egli è stato a Ravenna, chi ha voluto corrompere e per conto di chi, e quali responsabilità politiche vi siano state. quindi, onorevole Pacciardi, altro che chiamata...! naturalmente, dopo avere messo bene in chiaro il caso particolare e tutte le sue implicanze, abbiamo sollevato il problema, che esiste (non lo abbiamo evaso) di quale uso sia stato fatto dei fondi Sifar, poiché, se si sono trovati 30 milioni per un piccolo partito, è evidente che l' uso dei fondi del Sifar possa essere stato piuttosto generoso. arrivati a questo punto devo fare un' ultima dichiarazione: quando sarà stato accertato il reato dal magistrato e saremo chiamati dinanzi al tribunale, noi risponderemo e preciseremo la nostra posizione rispetto alla denuncia dell' onorevole Pacciardi. abbiamo tutti i documenti per dimostrare tutto quello che volete. e il ministro Reale risponderà in quella sede alla chiamata che è stata fatta dall' onorevole Pacciardi, che fra parentesi aveva un oggetto molto diverso da quello che l' onorevole Pacciardi oggi ha detto; ma questo lo diremo ai giudici, è inutile fare polemica qui dentro. nella nostra interrogazione chiediamo conferma al Governo del suo impegno ad accertare ogni sorta di reato che sia stato compiuto (e l' abbiamo elencato) da controllori, da dirigenti e da addetti al servizio; e vogliamo conferma che nello stesso tempo si accertino le responsabilità correlative in sede politica. noi abbiamo chiesto che questo sia accertato dal Governo. devo dichiarare a nome dei repubblicani che non firmeremo ordini del giorno in cui il Governo non si impegni a denunciare tutti i reati che ha accertato e a denunciare le relative responsabilità politiche .