Giorgio ALMIRANTE - Deputato Opposizione
IV Legislatura - Assemblea n. 627 - seduta del 28-02-1967
Rendiconto esercizio finanziario 1965 e bilancio di previsione 1967
1967 - Governo III Moro - Legislatura n. 4 - Seduta n. 627
  • Attività legislativa

signor presidente , onorevoli colleghi , la discussione del bilancio dell' Interno dovrebbe essere (ed è stata in realtà, nelle prime legislature, quando si discuteva con maggiore impegno intorno ai bilanci una discussione sui temi di fondo relativi alla organizzazione dello Stato. pertanto è per lo meno singolare il fatto che di questi problemi si discuta molto largamente alla televisione, sulla stampa; che questi problemi vengono affrontati, come sono stati affrontati, dalla massima autorità dello Stato in un recentissimo, clamoroso messaggio; insomma che di essi si discuta in tutte le sedi tranne che nella sede parlamentare. ed è soprattutto singolare il fatto che, dato che la verifica di vertice della quale tanto si parla verte soprattutto sui temi relativi allo Stato, tale verifica non abbia qui le sue premesse e siano non soltanto taciti, ma addirittura latitanti quei parlamentari della maggioranza e soprattutto quei parlamentari socialisti che potrebbero illuminare dal Parlamento l' opinione pubblica intorno ai punti di vista responsabili del loro partito sui problemi dei quali tenterò di parlare dal nostro punto di vista . credo di poter dire che il bilancio dell' Interno, se considerato in questo momento come bilancio politico della situazione interna del nostro paese, è, per motivi obiettivi, non soltanto negativo, ma addirittura sconfortante; e lo è per riconoscimento unanime dell' opinione pubblica riflessa da quanto si legge negli editoriali dei giornali di ogni tendenza e di ogni partito, e soprattutto negli editoriali dei giornali indipendenti. i temi di fondo ai quali mi voglio riferire sono i temi dei quali si discute in questi giorni; vale a dire i temi relativi all' ordine pubblico ; i temi relativi a quello che il relatore di maggioranza , onorevole Gagliardi — assente anche lui, ed è cosa per lo meno nuova che il relatore di maggioranza sia assente ad un dibattito di bilancio — chiama le situazioni patologiche, vale a dire la situazione siciliana, la situazione sarda, la situazione altoatesina dal punto di vista dell' ordine pubblico ; i temi relativi al funzionamento o non funzionamento degli enti locali , a cominciare dalle regioni a statuto speciale per passare alle province, ai comuni, alla finanza locale , al personale degli enti locali ; i temi relativi alla difesa o protezione civile ; i temi relativi allo scoordinamento dell' assistenza pubblica e infine i temi relativi ai rapporti fra lo Stato e la Chiesa. mi pare di poter dire che, in ordine a tutti questi problemi che, nella relazione di maggioranza o, per meglio dire, poiché non si parla più nemmeno di relazione, nel parere di maggioranza espresso in sede di Commissione, sono stati più sfiorati che affrontati; in ordine a tutti questi temi credo di poter dire che obiettive constatazioni ci portano a risultanze negative, sconfortanti addirittura, in rapporto con le quali mi permetterò di esprimere qualche giudizio politico di fondo. ordine pubblico . ho letto che l' onorevole Gagliardi, in Commissione, ha dichiarato, con un sorprendente ottimismo, che la situazione dell' ordine pubblico è sufficientemente garantita. ma se fosse per caso insufficientemente garantita, saremmo al coprifuoco, io credo, in talune parti d' Italia, a cominciare da talune zone delle periferia di Roma. che si possa parlare di situazione sufficientemente garantita mi sembra straordinario; e chiedo scusa all' onorevole sottosegretario se parlo sorridendo di temi che non mi porterebbero certamente al sorriso: ma non sorrido dell' argomento, che è estremamente grave, sibbene delle espressioni, mi sembra, infelici o leggere che sono state adottate in un parere di maggioranza. penso che siamo tutti d' accordo nel rilevare che l' ordine pubblico in Italia non sia sufficientemente garantito e che siamo tutti alla ricerca delle garanzie, alla ricerca dei rimedi e alla ricerca delle cause di tale stato di cose . quanto ai rimedi, io sono desolato nel rilevare (proprio io, appartenente ad un settore che è considerato tipicamente nostalgico) quanto poco siano moderne, quanto poco siano attuali, quanto siano vecchie e stravecchie le tesi che vengono sostenute da quelli che sono considerati o si autodefiniscono i settori avanzati della pubblica opinione . questi ultimi continuano a sostenere (lo ha sostenuto anche il relatore di maggioranza ed in parte lo ha sostenuto anche il ministro dell'Interno in Commissione) che questi mali debbono essere sanati con cure sociali e soprattutto con cure ambientali, e che, siccome trattasi di mali antichi e inveterati, le cure sociali e ambientali non possono produrre i loro effetti se non nel tempo; sicché, si dovrebbe aspettare press' a poco almeno un altro ventennio prima di poter cogliere i primi sintomi positivi, relativi all' effetto di tali cure, qualora (ammesso e non concesso) tali cure siano effettivamente state adottate, o stiano per essere adottate con una certa rapidità. quando i settori cosiddetti progressisti sostengono queste tesi, quasi si trattasse di scoperte o di invenzioni, essi sostengono senza accorgersene (e sorrido un' altra volta, mio malgrado) le più banali fra le tesi. siamo tutti d' accordo nel ritenere che taluni ambienti debbono essere sanati. siamo tutti d' accordo nel rilevare che taluni ambienti non sono stati sanati. siamo quasi tutti d' accordo nell' accorgerci che addirittura talune situazioni ambientali, taluni fatti di costume ambientali, si sono aggravati proprio nel recente periodo di storia, cioè in questi ultimi vent' anni . chi contesta che un migliore tenore di vita , un migliore grado di istruzione, una maggiore diffusione dell' istruzione scolastica, in altri termini, un insieme di infrastrutture morali, sociali ed ambientali, se così posso esprimermi, siano senza dubbio idonei a poter nel tempo contribuire a sanare i mali di cui soffre attualmente, da questo punto di vista , la nostra società? ma non è questo il problema. il problema è di predisporre subito per lo meno rimedi di emergenza; il problema è di rivedere se l' attuale classe dirigente è idonea ad assumersi le proprie responsabilità; il problema è di vedere se l' attuale classe dirigente (e mi riferisco all' attuale formula politica di Governo), se la coalizione tra democratici cristiani e socialisti sia in grado di affrontare responsabilmente e subito i problemi dello Stato. sul resto, infatti, siamo tutti d' accordo, salvo a vedere poi che i denari per attuare le varie riforme (scolastica, ospedaliera, eccetera) non si trovano (o se si ritiene che possano trovarsi, in definitiva ci si accorge che non esistono). ma siamo tutti d' accordo in teoria, in astratto, sui cosiddetti rimedi sociali a lungo termine . qui si tratta di rimedi a breve termine perché la gente muore, perché la delinquenza agisce, opera ogni giorno, perché non passa ormai giorno, senza che notizie davvero sconcertanti ci colpiscano; notizie che, come ella, onorevole sottosegretario, sa, riguardano ormai un vero e proprio fenomeno gangsteristico organizzato e dilagante in tutta Italia, a prescindere da quelle tali questioni patologiche delle quali parlerò fra breve. dubito, onorevole sottosegretario, che la coalizione fra democratici cristiani e socialisti, vale a dire che il Governo attuale e, per quanto la riguarda, il ministero dell'Interno , appoggiati sull' attuale coalizione di maggioranza, siano in grado di affrontare i rimedi di emergenza, cioè di adottare una politica interna che almeno in parte — non vorrei caricare sulle spalle di un solo dicastero quelle che sono responsabilità di Governo e di Stato nel senso più collegiale e corale del termine — possa sanare con rimedi di emergenza che non contrastino con una politica sociale a lungo termine , le piaghe relative al dilagare della criminalità nel nostro paese. e vorrei portarle qualche esempio; è già stato presentato alla Camera il disegno di legge relativo al controllo delle armi, sul quale non ho rilievi da fare. ho letto il testo del disegno di legge , la relazione che lo precede ed anche la relazione di maggioranza redatta dall' onorevole Pennacchini; devo dire comunque che questo disegno di legge non è, come si potrebbe credere, l' uovo di Colombo , dato che non rivoluzionerà certo la nostra legislazione in materia. necessario tuttavia ricordare che si tratta di un rimedio di emergenza e anche piuttosto limitato; è indubbiamente un provvedimento necessario, presentato tempestivamente e che speriamo possa rivelarsi efficace. e devo dire che questo mio giudizio è senz' altro sereno, specie se si considera che si tratta di un provvedimento di iniziativa governativa. ricordo, sempre a proposito di questo disegno di legge , che è stata presentata anche da parte dell' onorevole Guidi una relazione di minoranza , relazione di netta opposizione nei confronti del disegno di legge stesso. vorrei chiedere all' onorevole sottosegretario Gaspari se ritiene veramente che questo disegno di legge , quando verrà in discussione, potrà essere approvato o se non ritiene piuttosto che una parte dei parlamentari socialisti possa adeguarsi all' opinione comunista decisamente contraria a questo disegno di legge . sono lieto della risposta fornita dall' onorevole sottosegretario, risposta che sarà senz' altro inserita nel resoconto, dato che l' onorevole Gaspari ha dichiarato di essere personalmente convinto del fatto che in quest' Aula i colleghi socialisti assumeranno tutte le loro responsabilità di fronte al paese. vorrei però sapere se i colleghi socialisti si assumeranno le loro responsabilità nei confronti del Governo; dico questo perché molto spesso alcuni di essi dissentono dalle opinioni della maggioranza. mi auguro sinceramente che sia così. ci conosciamo da molti anni come parlamentari e anche personalmente: ella sa benissimo che quando si tratta di problemi relativi allo Stato, anche se la nostra concezione dello Stato differisce dalla vostra, ci avete sempre trovati consenzienti con le tesi idonee a tutelare, anche da punti di vista non esattamente identici ai nostri e pur essendo noi all' opposizione, lo Stato, gli interessi di fondo dello Stato. questa è una legge che, ripeto, marginalmente e parzialmente è intesa senza dubbio a tutelare interessi fondamentali dello Stato. ella è sicuro, onorevole sottosegretario, che i parlamentari socialisti si comporteranno in un certo modo? io non ne sono sicuro, perché non ho visto figurare questa legge, che è importantissima, certo più importante delle leggi su quel tale ordinamento regionale, di cui parleremo, che certo in questa legislatura non si attuerà (mentre questa legge in questa legislatura potrebbe essere benissimo approvata), nell' agenda dei lavori di quegli incontri di vertice che si sono svolti nei giorni scorsi. secondo lei, è pacifico? comunque, non ho udito il presidente del Consiglio dire che questa è una legge che interessa il Governo; non ho udito il segretario nazionale della Democrazia Cristiana dire che questa è una legge che interessa la Democrazia Cristiana ; non ho udito il ministro dell'Interno dire che questa è una legge che interessa il ministero dell'Interno . ho udito invece autorevoli parlamentari e uomini di Governo della Democrazia Cristiana , del partito socialista e del partito repubblicano sostenere tesi prioritarie in ordine a leggi, che, nona mio avviso ma, credo di poterlo dire serenamente, a giudizio di larga parte dell' opinione pubblica , riflessa negli editoriali dei grandi quotidiani, sono molto meno importanti di questa. comunque, posso dire che finora si è perduto tempo. mi auguro che non se ne perda ulteriormente, perché fra l' altro, onorevole sottosegretario, sarà piuttosto interessante poter osservare, come ella diceva, quale sarà, di fronte al paese, l' atteggiamento dei diversi gruppi parlamentari in ordine a questa legge. in allegato alla relazione governativa sul disegno di legge c' è una tabella che informa i parlamentari per adesso, l' opinione pubblica in seguito, dei ritrovamenti di armi che si sono verificati in Italia in questi ultimi anni. ritrovamenti piuttosto cospicui: ci sono fra l' altro cannoni e radio trasmittenti e riceventi. voglio pensare che si tratti di statistiche serie e non di invenzioni. è interessante dunque che si parli di questi problemi e che ciascun gruppo, come ella diceva, ciascun parlamentare si assuma le proprie responsabilità di fronte al paese. per ora siete carenti perché avete dimostrato come Governo buona volontà politica nel presentare questo disegno di legge , ma non state dimostrando, almeno a nostro giudizio e mi pare anche in maniera obiettiva, altrettanta volontà politica nel portarlo avanti. sono stati ritenuti urgenti tanti altri provvedimenti, ma non si è ritenuto urgente, per adesso, questo disegno di legge . ma c' è altro. al Senato comincia, credo domani, un' altra discussione che rappresenta una verifica di fronte ai nostri doveri comuni verso lo Stato: si apre in Senato la discussione in Commissione, se non erro, sul nuovo testo delle leggi di Pubblica Sicurezza . anche in questo caso sono andato a leggermi la relazione governativa e ho ricordato a me stesso che questo dibattito ricomincia per la quarta volta, perché in ogni legislatura si è sempre iniziato il dibattito sulla revisione del testo unico delle leggi di Pubblica Sicurezza , ma poi non si è mai concluso. non voglio essere malizioso e non voglio anticipare alcunché circa indiscrezioni o notizie che potrebbero anche essermi pervenute, ma che in questo momento non avrebbero se non il crisma molto dubitoso e spiacevole della malizia o della insinuazione; però noi seguiremo con molto interesse — e pensiamo che altrettanto farà l' opinione pubblica — le reazioni dei parlamentari socialisti nei confronti di quel nuovo testo unico . e se per avventura, come ritengo, vi saranno intorno a quel nuovo testo unico divergenze non marginali tra parlamentari democristiani e parlamentari socialisti, assisteremo un' altra volta (ella potrà dire che la mia profezia non si avvererà; o posso dire che molto probabilmente si avvererà) a una verifica della non esistente maggioranza intorno a problemi che riguardano lo Stato. ella ha fatto tali previsioni sulla sua persona che non dovrebbe farne più, perché ha previsto una quantità di volte che si sarebbe dimesso se fossero state approvate nuove imposte, ma poi non si è dimesso. ella quindi è il meno indicato a parlare. non che io mi auguri le sue dimissioni, tutt' altro. anche le dimissioni sarebbero una circostanza straordinaria. ella non disse di avere intenzione di proporre nuove imposte, ma che avrebbe dato le dimissioni nel caso che nuove imposte fossero introdotte. alludo — e mi scuso per aver introdotto una breve parentesi che non ha niente a che vedere con il dibattito — a ciò che ella ha ben compreso, dato che ha parlato dell' alluvione. quindi alludo ai decreti catenaccio che sono stati emanati dal Governo e personalmente da lei. le sue dichiarazioni precedevano quei decreti. io non sono avvocato. d' accordo. bisogna vedere se la causa è buona o cattiva. in questo caso penso che la sua non sia molto buona. comunque chiedo scusa della parentesi e sono lieto di aver attirato, in ogni modo, l' attenzione del ministro, ravvivando un po' il dibattito. tornando ai nostri montoni, come si diceva una volta, debbo rilevare, a prescindere da questa questione di principio, a proposito dell' atteggiamento del Governo sui problemi dell' ordine pubblico , che anche alcuni particolari di esecuzione e di attuazione ci lasciano perplessi. esempio pratico: in seno alla questura di Roma qualche giorno fa c' è stata una mezza rivoluzione con trasferimenti di funzionari, perché un funzionario della questura di Roma non aveva saputo prevenire lo scoppio di un candelotto dinanzi ad una sede comunista. ora, è perfettamente stupido far scoppiare candelotti di fronte alle sedi di qualsivoglia partito (lo dico sorridendo anche questo, perché mi fanno veramente compassione quei colleghi e quei giornalisti i quali fanno tragedie a questo proposito e imputano al Movimento Sociale Italiano chissà quali complotti al riguardo); però è anche perfettamente stupido, se le cose sono andate proprio così, prendersela tanto con un povero funzionario, in questo caso, o prendersela tanto, per esempio, con un commissario che a Viareggio di recente avrebbe destato le ire dei comunisti, e non pigliarsela con chi sta molto più in alto dei poveri funzionari, e che io credo sia alquanto responsabile delle pietose figure che lo Stato italiano sta facendo da qualche tempo a questa parte. alludo, per non fare nomi, al nostro caro amico, il capo della polizia. non mi pare giusto che il capo della polizia non sia chiamato in causa, non sia considerato responsabile, non assuma le sue responsabilità di fronte ad una situazione di carenza dell' ordine pubblico che non gli fa onore come funzionario (preciso che i miei sono sempre giudizi tecnici o politici, mai personali) e che proprio lui se la prenda con dei funzionari i quali, guarda caso , sono sempre, poi, responsabili non di non aver trovato l' assassino tale o l' assassino talaltro, ma di non aver scoperto il candelotto fumogeno tale o il candelotto fumogeno talaltro. anche in queste misure esecutive si denota una carenza di autorità, una sistematica carenza di orientamento politico effettivo ed efficacemente coraggioso. e mi pare che questi rilievi valgano a ribadire la legittimità di un nostro punto di vista . un punto di vista che è rafforzato in noi da altre considerazioni che farò sinteticissimamente, perché varrebbe la pena di parlarne a parte con ben più ampio discorso; si tratta di considerazioni di costume. mi permetto di osservare, onorevole sottosegretario, quanto alla situazione dell' ordine pubblico , quanto al dilagare della criminalità, quanto al dilagare e al ripetersi di determinati crimini con una determinata tecnica che ormai, vorrei dire, conosciamo in anticipo (per esempio gli assalti alle banche compiuti in un determinato modo), che sarebbe perfettamente legittimo da parte di tutti quanti noi di gridare finalmente « dagli all' untore » . perché gli untori ci sono questa volta e, per stabilire quali siano gli untori, onorevole Gaspari — in questo penso che lei sia del tutto d' accordo con me — è sufficiente fermarsi dinanzi a qualsivoglia edicola di giornali; è sufficiente entrare in qualsivoglia sala di proiezione cinematografica, o in una delle tante sale o salette di spettacoli teatrali nella capitale d' Italia. non credo che io, o noi, assumiamo atteggiamenti moralistici che ci farebbero veramente ridere e dei quali non ci sentiamo affatto degni: non facciamo i moralisti né i moralizzatori, ma pensiamo che lei sia d' accordo con me e con noi e voglio pensare che tutto il Governo sia concorde nel ritenere che si sia superata la misura. perché altro è la libertà, altro è financo la licenza nella libertà e altro è la speculazione immonda sulla libertà e sulla licenza. e qui siamo alla speculazione, siamo all' incitamento permanente al crimine, siamo all' educazione al crimine, siamo allo stimolo al crimine. e si tratta di stimoli nei confronti dei quali le coscienze più impreparate e più disposte a scivolare verso il basso, sono, ahimè, le tenere coscienze dei giovani. noi non ci associamo a quella specie di ingeneroso processo alla gioventù che da tanta parte della stampa quotidiana e periodica viene condotto. noi non crediamo assolutamente colpevoli i giovani, né quelli che la pensano come noi, né quelli che la pensano in maniera difforme, della situazione di degradamento morale alla quale sta giungendo il nostro paese, alla quale purtroppo sta giungendo larga parte della nostra gioventù. noi riteniamo che i responsabili vadano additati e ricercati in alto. se poi, onorevole Gaspari (bisogna decidersi sui principi regolatori dello Stato), si ritiene di poter parlare nella più alta sede di crisi etico-politica (ne ha parlato il signor presidente della Repubblica ), se si ritiene anche da parte di uomini di Governo di riferirsi alla crisi di valori, alla crisi dello Stato e di continuare ad essere in una specie di omertà di vertice, complici di una situazione simile, allora veramente si viene meno a tutte le proprie responsabilità. parlerò adesso, a proposito delle zone territoriali patologiche, della omertà dei pastori sardi o dell' omertà dei mafiosi siciliani, ma le omertà di vertice, onorevole sottosegretario, sono ben più pesanti e pericolose e dato che i signori del Governo a scuola ci sono stati, non hanno bisogno che si aprano loro delle scuole per imparare la differenza fra libertà e licenza, e la differenza fra licenza e speculazione commerciale sulla licenza. queste cose voi le sapete, avete una maggioranza che dite essere solida, avete una maggioranza che dite essere programmatica su questioni di principio, adoperatela per queste questioni e contribuite a risolvere questi problemi. ho letto da qualche parte, mi sembra su L'Osservatore della domenica , tra l' altro, che quando si occupa di questi problemi lo fa a ragion veduta, e meno bene si occupa di altri problemi (ma anche di questo mi permetterò di parlare un po' più avanti), ho letto — dicevo — mi sembra su L'Osservatore della domenica pochi giorni fa che se esistono norme contro le droghe che minano la sanità fisica, non si vede perché non debbano esistere norme contro le droghe che minano la sanità morale di un popolo e soprattutto della gioventù. voi non ci pensate e credete di poter governare senza affrontare questi problemi? e credete di potervi presentare addirittura come formula di Governo programmatica, insostituibile, irreversibile senza affrontare questi problemi? e credete poi di potervela prendere con il singolo criminale contro il quale poi non ve la prendere nemmeno perché non lo trovate o non riuscite a mettergli le mani addosso? questi problemi io credo si pongano alla attenzione di tutti e siano di per se stessi , nella loro nuda e dura enunciazione, sufficienti per squalificare politicamente se non addirittura moralmente tutta una classe dirigente . quanto alle zone patologiche, sempre nella relazione ottimistica dell' onorevole Gagliardi ho letto che non si può disconoscere che in Sicilia la lotta contro la mafia abbia raggiunto dei successi anche perché è in funzione la Commissione antimafia. ma, onorevole sottosegretario, non, possiamo discutere qui fra noi — perché né il Governo né il Parlamento in questo momento ne hanno la competenza quanto dovranno durare i lavori della Commissione antimafia. speriamo che i lavori della Commissione antimafia si concludano rapidamente; ma sappiamo tutti che la Commissione antimafia, per la sua stessa natura — sarà una commissione inquirente, sarà una commissione istruttoria — , soltanto quando avrà concluso i propri lavori potrà contribuire, con le proposte che si degnerà di fare, alla soluzione del problema. quanto dovremo aspettare? e, nel frattempo, è davvero lecito affermare che la situazione è migliorata? o non vi siete! accorti o non vi state accorgendo che la situazione si è anzi aggravata per taluni! aspetti corali che forse in precedenza sfuggivano? vi siete accorti o no che fino a qualche anno fa, nei primi anni del dopoguerra, la mafia fu banditismo, il banditismo, alla fin dei conti, quasi romantico di Salvatore Giuliano? successivamente la mafia è diventata soprattutto speculazione: la mafia dei mercati, la mafia dei « giardini » . adesso la mafia coincide con talune manifestazioni della vita politica in Sicilia, la mafia coincide con larghi settori della partitocrazia in Sicilia. e diciamolo, perché è così! ma la frana di Agrigento non è forse mafia, onorevole sottosegretario? e chi potrebbe negarlo? difficile dimostrarlo, ma ancor più difficile contestarlo. e lo scandalo che ha condotto alla richiesta di scioglimento del Consiglio provinciale . di Palermo, non è forse uno scandalo che ha radici e basi e attinenze di mafia? questa è la situazione: ormai mafia e politica in Sicilia si sono mescolate in guisa tale che il sgroviglio è diventato probabilmente inestricabile o quasi. questa è la situazione e queste sono le conseguenze di una tolleranza che è durata troppi anni. anche lì voi, attraverso l' opera di coraggiosi magistrati e di valorosi agenti di polizia e carabinieri, state prendendo i pesciolini che cascano nella rete: un certo numero di domicili coatti. ho letto al riguardo, con immenso divertimento, che l' onorevole Gagliardi è tutto preoccupato perché in alta Italia, in qualche paese, arriva qualche mafioso e la moralità, di qualche paese dell' alta Italia è offuscata dalla loro presenza. ci sono centinaia, di banditi in quegli stessi paesi dell' alta Italia che assaltano a man salva. penso che la presenza, in tali paesi, di qualche mafioso sottoposto a domicilio coatto non possa impressionare eccessivamente. comunque, non credo si possa dire che il fenomeno della mafia sia stato circoscritto e tanto meno risolto. in Sardegna la situazione è diventata, più che preoccupante, angosciosa e tende ad aggravarsi: si ripetono atti di banditismo che sembravano essere fino a qualche tempo fa atti isolati mentre oggi assumono tutte le caratteristiche di atti organizzati da vere e proprie bande. siamo agli scontri a fuoco e disgraziatamente negli scontri a fuoco sembra che, almeno fino adesso, non abbiano mai la meglio gli agenti dell' ordine, ma, abbiano quasi sempre la meglio i banditi: essi sono armati, assaltano le caserme, tentano di impadronirsi — queste sono le notizie degli ultimi giorni — di depositi di armi. non si circola dopo le nove di sera sulle strade statali della Sardegna se non in condizione di allarme. per ora sono sicuri solo i treni. in Sicilia non sono sicure le corriere, come ha dimostrato l' episodio di Corleone, qualche giorno fa. c' è da vergognarsi, leggendo i giornali. singoli episodi, però, che si verificano tutti i giorni. non è piacevole fare l' opposizione in questi termini e vorrei, con tutto il cuore, che nei prossimi giorni i fatti ci smentissero e placassero le nostre apprensioni, ma da tempo ormai non passa giorno senza che non si verifichi un fatto criminoso di eccezionale portata, annunciato dalla stampa, in Sicilia o in Alto Adige . quanto alla Sardegna — quasi me ne stavo per dimenticare — debbo dire a proposito dei fatti di costume, degli untori e delle responsabilità di vertice e in relazione alla trasmissione televisiva su Ollolai, un paese in cui si era verificato uno dei più orribili fatti delinquenziali, alcune corsa di un certo rilievo. non so chi abbia organizzato e diretto quella trasmissione e non mi interessa. le responsabilità sono sempre di vertice, non sono mai dei meri esecutori. non esito a dire che si è trattato di una trasmissione criminosa. ha rappresentato infatti un parente di una vittima nell' atto di dire che egli non sapeva nemmeno se suo nipote fosse stato assassinato e aveva paura a dichiararlo; vi era poi una serie di giovani i quali gareggiavano di fronte alla televisione non soltanto nella manifestazione bensì nella apologia dell' omertà. onorevole sottosegretario, se andiamo di questo passo, perché la televisione non trasmette delle interessanti interviste con le « passeggiatrici » e i loro protettori? anche quelle categorie avrebbero qualche cosa da dire. non credo che la televisione di Stato e di regime (poiché voi contestate a chiunque la possibilità di poter mettere in piedi impianti televisivi) possa prostituirsi fino a quel punto. non è possibile servirsi di quei mezzi in tal modo. ma allora anche a scuola (tra l' altro sono insegnante) dovremmo insegnare ai giovani l' omertà! quella trasmissione televisiva , onorevole sottosegretario, per l' enorme raggio di diffusione che hanno simili trasmissioni, ha buttato all' aria non una o dieci lezioni ma annate intere di lezioni svolte con buon intendimento da parte di tanti insegnanti di tutta Italia. per quanto si parli, infatti, a torto o a ragione, della crisi della scuola in Italia, mi rifiuto di pensare che vi sia un solo maestro o professore il quale ai propri bimbi o ai propri ragazzi non cerchi di instillare un certo senso di dignità, di coraggio civile, di moralità. quella trasmissione ha destato turbamento nel cuore di moltissimi giovani. non so quale pena si potrebbe chiedere per chi organizza trasmissioni di quel genere. ed era una trasmissione orientata in senso comunista. l' ultimo giovane o pseudo giovane infatti che prese la parola (abbia la bontà, onorevole sottosegretario, se dubita di quanto sto dicendo, di farsi dare dalla televisione il testo registrato) era chiarissimamente un attivista comunista che concluse con un magnifico pistolotto marxistico quella tirata antieducativa. se dopo il carabiniere ci lascia la pelle o l' agente di polizia viene assassinato, con chi dobbiamo prendercela se non con gli untori che stanno al vertice del Governo e dello Stato italiano e che rendono possibile una simile situazione di malcostume? voglio sperare di no. ma v' è una differenza tra noi e voi: noi esercitiamo il nostro ruolo di oppositori, mentre voi non esercitate il vostro ruolo di controllori della cosa pubblica . quando avviene un fatto che mi colpisce, io vengo in Parlamento e lo cito nel discorso che pronunzio: ma ovviamente nessuno vi presta attenzione. io ringrazio lei di avermi ascoltato, (e voglio sperare che sarà così gentile da volermi dar notizia degli interventi che avrà potuto prendere al riguardo. le paghiamo, le paghiamo: non apparteniamo alla categoria degli evasori. quanto al problema altoatesino, onorevole sottosegretario, non so davvero da dove cominciare, perché (non so neppure se sia meglio parlarne in sede di bilancio degli Interni o non piuttosto in sede di bilancio degli Esteri. ma manterrò fede ad una tradizione alla quale si è sempre ottenuto il Movimento Sociale Italiano , nei confronti del problema dell' Alto Adige , sin dalla prima legislatura. noi riteniamo che, essendo la provincia di Bolzano parte integrante dello Stato italiano, il problema relativo attenga, anche sotto l' aspetto giuridico, alla responsabilità del signor ministro dell'Interno . il ministro dell'Interno , nel suo breve discorso in Commissione su questo stato di previsione , ha accennato al problema altoatesino esclusivamente in relazione agli attentati: ha — come altre volte all' Assemblea riferito in ordine alle cifre, alla contabilità — diciamo così — degli attentati. una tragica contabilità che — come ella sa, onorevole sottosegretario — si è accresciuta di molto in questi ultimi tempi. la fortuna e il caso in talune circostanze hanno fatto sì che la contabilità degli attentati, in questi ultimi tempi, non fosse anche un' ulteriore contabilità di sangue. ma certuni tra gli ultimi attentati (per esempio, quelli di cui si parla nei giornali di questa mattina) sono veramente di un' eccezionale gravità. il ministro dell'Interno ha anche detto in Commissione, a sproposito degli attentatori, che i famigerati « quattro della Valle Aurina » sono ricercati con mandato di cattura sia in Italia (sia in Austria. ringrazio il ministro — anche se il mio ringraziamento giunge in ritardo — (d' avere informato di questo l' opinione pubblica italiana. che siano ricercati in Italia dalla polizia italiana non ho alcun dubbio. che siano ricercati in Austria dalla polizia austriaca, l' onorevole ministro dell'Interno ed ella, onorevole sottosegretario, mi permettano cortesemente dei dubitare. non è del resto un dubbio (espresso soltanto dall' opposizione. se ella, onorevole sottosegretario, ha la bontà di leggere i quotidiani di questa mattina (mi riferisco (ai (quotidiani indipendenti, ai quotidiani, antifascisti), che riferiscono piuttosto largamente — ! per i motivi cui accennerò subito dopo — sulla; situazione in Alto Adige , potrà vedere che la stampa italiana in genere è molto scettica circa l' effettivo intendimento delle autorità austriache di perseguire giudizialmente e penalmente perfino quei quattro notissimi, attentatori. ma l' onorevole ministro si è dimenticato troppe cose, quando si è riferito soltanto ai quattro della Valle Aurina : si è dimenticato quello che egli aveva detto alla Camera in una non dimenticata occasione nel settembre dell' anno scorso , quando le sue informazioni furono più ampie. l' onorevole ministro non parlò allora soltanto dei quattro della Valle Aurina (che, come tutti sanno, sono quattro esecutori). parlò dei capi banda, e ne indicò almeno due: il Burger e il Klotz. ma questa volta l' onorevole ministro non ha parlato (e, me ne dispiace, i componenti della Commissione interni non l' hanno sollecitato a parlare) né del Burger né del Klotz. e sì che intorno a uno dei due — il Burger — il signor ministro dell'Interno avrebbe potuto dare interessanti informazioni a proposito del comportamento tenuto nei suoi confronti dalle autorità di Governo dello Stato; austriaco. il Burger è stato recentemente insignito. se siamo bene informati, di una cattedra universitaria; ha ottenuto una pensione; è stato autorizzato a fondare un partito; ha un giornale a sua disposizione; è stato intervistato dia rotocalchi italiani. abbiamo imparato a riconoscere la sua effigie dalle numerose fotografie che, corredando ogni intervista, sono apparse sui rotocalchi italiani, mostrandocelo sorridente mentre sorbisce una bibita in una strada centrale di Vienna, e così via . tutti sanno dove: abita il signor Burger; tutti sanno quali siano i crimini a lui addebitati; tutti sanno quali siano le sue rivendicazioni personali: infatti, dobbiamo riconoscerlo, egli non ha esitato ad autoattribuirsi la responsabilità dell' organizzazione di attività antitaliane in Alto Adige . le responsabilità del Klotz sono ancora maggiormente note. ma c' è di più: sono note persino le responsabilità di un nostro collega: l' onorevole Dietl. tutti sappiamo che l' onorevole Dietl, attuale oppositore (non sappiamo se per verità o per finta) del dottor Magnago, è stato coimputato nel processo contro i terroristi altoatesini celebratosi a Milano. si è presentato al processo; ha fatto delle dichiarazioni tracotanti; ha rivendicato il ruolo di guida morale degli attentatori, pur negando — com' era logico — corresponsabilità di carattere materiale e concreto; è stato prosciolto, e ora continua a svolgere la sua attività e la sua propaganda. ricordo d' aver chiesto al signor ministro dell'Interno , nel corso del precedente dibattito, se il governo italiano intendesse o no fare il suo dovere, chiedendo all' Austria l' estradizione dei criminali attentatori. l' onorevole Taviani non rispose, allora; il Governo non ha risposto nemmeno in seguito. se sono bene informato, il signor ministro della Giustizia , onorevole Reale, si oppone alla richiesta di estradizione dei criminali che sono venuti in Italia ad ammazzare soldati e civili italiani. vorrei sapere se il Governo, in questa occasione, intende dare una risposta; vorrei sapere se il Governo intende chiedere al governo austriaco l' estradizione dei terroristi; vorrei sapere se, di fronte alla recrudescenza di attentati, il governo italiano intende perlomeno avanzare una richiesta in tal senso, che voi direte platonica, ma che vedremo se sarà platonica; e comunque — qualora dovesse essere platonica, cioè qualora il governo austriaco rifiutasse l' estradizione — io penso che l' opinione pubblica europea e mondiale avrebbe un dato sufficientemente valido per valutare gli atteggiamenti effettivi sul piano internazionale di un Governo il quale, nel corso delle trattative, ancora perduranti, dichiara di diffidare di noi. quindi, noi rivolgiamo in forma precisa questa domanda al ministero dell'Interno , sperando che il ministero dell'Interno ci voglia dar risposta. e c' è un' altra domanda che devo fare, nei confronti della situazione altoatesina (e la prego vivamente, onorevole sottosegretario, di volerla trasmettere al ministro). nel precedente dibattito, mi permisi di chiedere al signor ministro dell'Interno se la vecchia legge sulla cittadinanza — che fu approvata anni or sono dal Senato della Repubblica e si « insabbiò » poi alla Camera — sarebbe o no stata ripresa in esame dal Governo. chiesi, cioè, se l' articolo 6 di quella legge, in base al quale si sarebbe potuto togliere la cittadinanza italiana ai rioptanti dimostratisi indegni di essa, sarebbe stato trasformato dal Governo in un disegno di legge stralcio d' emergenza, d' urgenza. se ella, onorevole sottosegretario, avrà la pazienza di rivedere i vecchi Atti parlamentari — e, d' altra parte, l' onorevole Taviani queste cose le sa assai bene — ella vedrà che il ministro dell'Interno diede assicurazione positiva circa il proprio intendimento di ripresentare, di concerto col ministro della Giustizia , la legge sulla cittadinanza. io chiedo formalmente al ministero dell'Interno di volersi pronunciare su questo problema. noi non abbiamo accettato nel corso dell' ultimo dibattito sull' Alto Adige e tuttora non accettiamo la tesi governativa secondo la quale, malgrado gli attentati, si dovesse procedere nelle trattative. ma — ammesso, per assurdo, che una simile tesi possa essere accettata anche da noi — di pari passo con l' accettazione di simile tesi va l' altra, che, quanto meno, vengano adottate tutte le misure d' emergenza intese a far sì che gli attentati siano delimitati e circoscritti, che gli attentatori siano individuati, che esista almeno qualche prova da parte austriaca di una volontà di collaborazione col nostro paese nell' individuazione e cattura dei responsabili. se, infatti, si dovesse stabilire il principio dell' irresponsabilità austriaca nei confronti di cittadini austriaci che — come ebbe a dire, anzi a scrivere, l' onorevole Fanfani — organizzano gli attentati in Austria, li preparano in Austria, li allestiscono in Austria, vengono finanziati in Austria e poi scendono in Italia ad ammazzare nostri connazionali: allora non ne andrebbe di mezzo soltanto la sovranità, bensì anche la dignità dello Stato italiano. penso che a queste precise domande il Governo debba dar risposta con un sì o con un no, anche perché sembra si stia per giungere alla fase finale delle trattative. a questo proposito anzi, onorevole sottosegretario: a chi un parlamentare d' opposizione deve chiedere notizie? dobbiamo chiederle ai colleghi della Sudtiroler Volkspartei ? dobbiamo essere costretti a chiedere all' onorevole Dietl, coimputato negli attentati terroristici in Alto Adige , qualche cortese notizia sulle trattative fra il governo italiano , la Sudtiroler Volkspartei ed il governo austriaco ? fra l' altro, in questi ultimi giorni, ha avuto luogo a Bolzano un singolarissimo convegno di studi del partito socialista . si vorrà certo riconoscere che questo partito socialista è ben strano: è un partito di governo; ha responsabilità governative; è quindi coinvolto — stavo per dire: coimputato — nelle trattative tra il governo italiano , il governo austriaco e la Sudtiroler Volkspartei a proposito dell' Alto Adige ; ebbene, il partito socialista — nelle persone nel suo capogruppo alla Camera, onorevole Ferri, e del presidente della nostra Commissione affari costituzionali (quindi, facendosi rappresentare da uomini altamente qualificati) — va a Bolzano, vi tiene un convegno ed esprime, a proposito delle trattative in corso tra governo italiano e governo austriaco , alcune proprie vedute che, in taluni casi, stanno al di qua (e noi ne siamo lieti) dell' accettazione delle famose proposte della Commissione dei 19, ma, in taluni altri casi, vanno al di là (e noi non ne siamo lieti!) perfino di tali proposte. sicché, nel momento in cui il governo italiano tratta col governo austriaco , quest' ultimo è facultato a dire al governo italiano : badate che uno dei partiti della vostra maggioranza, un partito dal quale dipende l' esistenza stessa del vostro centrosinistra, ritiene, in merito a taluni problemi, che, si possa andare al di là di quello che voi ufficialmente dite sia il limite massimo delle vostre concessioni. non so se esistano precedenti, nella storia di tutti i governi del nostro sciagurato paese, che possano convalidare una pratica di questo genere. ma mi sembra, per lo meno, di dover protestare, come cittadino italiano, per l' enorme scorrettezza, e soprattutto per il macroscopico esempio di insensibilità nazionale e politica che il partito socialista sta dando in questi giorni (per l' ennesima volta) in Alto Adige . non credo sia lecito, a un partito al potere, dissentire apertamente su problemi di questo genere dal Governo di cui fa parte. non sono qui certamente a difendere il Governo di centrosinistra: Dio me ne guardi . ma, finché il partito socialista dissente apertamente dalla Democrazia Cristiana e dal Governo a proposito della Federconsorzi o di altri problemi cosiddetti politici, pazienza. quando però lo Stato italiano è impegnato in una trattativa che noi non approviamo, che non condividiamo, che abbiamo chiesto fosse interrotta e sospesa, ma che comunque riguarda la sovranità dello Stato italiano; quando ciò avviene, il Governo non può avere che una tesi, né può un Partito di maggioranza presentarsi a Bolzano ad esprimere tesi più favorevoli all' altra parte contraente. se si fosse presentato a Bolzano con tesi tutte meno favorevoli all' altra parte contraente, dicendo: il Governo deve dare meno; noi avremmo allora ugualmente riscontrato la scorrettezza (oppure l' avreste riscontrata voi), ma lo Stato italiano ne sarebbe uscito almeno con le ossa meno rotte di quanto non sia così. è uno spettacolo ignobile, questo: i tirolesi del nord si comportano in maniera ben diversa da noi. pur detestandoli e combattendoli, noi dobbiamo riconoscere che essi agiscono nell' interesse del loro paese, chiedendo di più al nostro Governo, che accusano di dare troppo poco. un nostro partito di governo desidera invece concedere di più, e questo suo desiderio lo proclama pubblicamente a Bolzano, alla presenza di coloro che fanno saltare (o almeno lo tentano) le nostre caserme di carabinieri. devo dire, onorevole sottosegretario, che a mio avviso si è passato in questo modo ogni limite di correttezza, e si è abusato altresì della nostra pazienza! fra i problemi di cui ci si deve occupare, come ho già accennato, vi sono anche quelli relativi agli enti locali , con particolare riguardo al funzionamento delle regioni a statuto speciale . a questo proposito desidero citare quanto l' onorevole Gagliardi, che è un noto regionalista, ha affermato nel parere: « in particolare, vi è l' esigenza che gli statuti speciali di certe regioni, pur nel rispetto della massima autonomia, debbano essere rivisti perché, come ogni cosa umana, sono sottoposti al logorio del tempo e all' evoluzione dei fatti. si è dell' avviso che tale concetto debba essere espresso in una prospettiva di lavoro... quando si vareranno gli ordinamenti regionali delle regioni a statuto ordinario , non si potrà non tener conto di certi fatti... » . queste affermazioni dell' onorevole Gagliardi mi inducono a qualche commento, per la verità piuttosto divertito: ovviamente, il collega Gagliardi — quando parla di « certe regioni » a statuto speciale — intende riferirsi alla Sicilia, cioè a quella fra le regioni a statuto speciale che ha dato adito ai più clamorosi rilievi. ma l' onorevole Gagliardi ha detto anche che si dovrà sempre rispettare la « massima autonomia » di queste regioni: vorrei proprio sapere in che modo si potrà rivedere certi statuti, rispettando nello stesso tempo la massima autonomia delle regioni interessate! ho la vaga impressione che l' onorevole Gagliardi desideri troppo e che, se si dovesse giungere alla revisione degli statuti regionali, non si potrebbe certamente rispettare una « massima » autonomia. anzi, credo che sia proprio il concetto di autonomia a dover essere messo in discussione. insomma, l' onorevole Gagliardi afferma che gli statuti regionali (o certi statuti regionali) possono essere rivisti (o « debbono » essere rivisti?) perché sottoposti al logorio... della vita moderna! onorevole sottosegretario, noi siamo molto lieti che si faccia strada in ambienti finora sordi e ciechi della maggioranza il principio della necessaria revisione degli statuti regionali (anzi: di tutti gli statuti regionali, perché l' onorevole Gagliardi dice che debbono essere rivisti taluni statuti speciali e che si deve tener conto di tale revisione nel quadro del da lui auspicato ordinamento regionale a statuto ordinario ). e tanto più valgono le esperienze ventennali! ella mi consentirà (anzi, credo che ne sarà molto lieto) di sintetizzare al massimo e di non dilungarmi in un' esposizione che da sola potrebbe abbracciare una intera seduta. ne riparleremo a tempo e luogo. ma, sintetizzando al massimo, vorrei intanto rilevare (per riferirmi allo stesso esempio citato dall' onorevole Gagliardi) che l' esperienza relativa al funzionamento dell' autonomia siciliana suggerisce anche a parti politiche diverse e molto lontane dalla nostra un revisionismo assai avanzato. ha parlato e sta parlando in termini revisionistici assai avanzati l' onorevole La Malfa , tanto per indicare un uomo molto, molto lontano da noi come concezioni politiche (e anche un uomo che ha provenienze siciliane, e quindi possibilità sperimentali direi più approfondite di quelle che possa avere io!). ma allora, se l' esperienza regionale siciliana di questi vent' anni suggerisce un revisionismo assai avanzato, vorrei chiedere alla consapevolezza degli altri gruppi politici di mettersi (senza di noi, per carità!) attorno ad un tavolo, rotondo o quadrato che sia, per vedere che cosa resti in piedi dopo le esperienze di vent' anni dello statuto regionale siciliano. credo di conoscere quel testo, e ritengo di conoscere anche gli altri statuti delle regioni, perché mi sono molte volte occupato di questi problemi. non sono pessimista: mi attengo all' esperienza, così come l' onorevole Gagliardi e lei mi state insieme consigliando! ripeto che non ho qui assolutamente né il tempo né l' opportunità né la scortesia di impegnare i pochissimi parlamentari presenti in una discussione a fondo su questo problema. mi limito ad accennarvi. e chiedo a chi abbia qualche dimestichezza con gli statuti regionali, ed in particolare con quello siciliano: che cosa resterebbe in piedi, ai sensi della esperienza di questi venti anni, dello statuto regionale siciliano? le dico infatti, onorevole sottosegretario, che, se si vuol pervenire a quella revisione che ormai non soltanto noi, ma anche altri — e, mi sembra, soprattutto altri — stanno chiedendo, bisognerebbe cominciare dall' inizio, vale a dire dalla potestà legislativa esclusiva che lo statuto regionale siciliano concede al parlamento regionale su, diverse materie. è infatti inconcepibile, nel quadro di uno Stato che non voglia diventare uno Stato federale e che voglia mantenere unità di indirizzi, una facoltà legislativa esclusiva affidata ad organi decentrati. questo è il nodo del problema, e da questo deriva tutto il resto. perché? perché alla potestà legislativa esclusiva — come ella mi insegna, onorevole sottosegretario — si accompagna la responsabilità esecutiva ed amministrativa. non è possibile negare ad una Giunta regionale poteri amministrativi ed esecutivi esclusivi per materie per le quali la Costituzione (perché lo statuto è legge costituzionale ) prevede la potestà legislativa esclusiva del parlamento regionale. si vuole venire a capo di questa aggrovigliata matassa? c' è allora una sola strada: rivedere daccapo lo statuto regionale siciliano. e non solo lo statuto siciliano: perché è vero che lo statuto siciliano è più oltranzista dello statuto regionale sardo e di quello recente del Friuli Venezia Giulia , ma è anche vero che — sotto taluni aspetti — quello valdostano lo supera in estremismo. la realtà è che tutti gli statuti speciali debbono essere riveduti, se vogliamo giungere ad una revisione di indirizzi che consenta quel sistema di controlli amministrativi che si giudica indispensabile. lo Stato non perverrà mai, « per la contradizion che nol consente » , a seri controlli amministrativi su materie sulle quali gli sono negati seri controlli legislativi. è un problema di sistema, anche questo. siccome però noi pensiamo che non abbiate, non dico il coraggio, ma la più lontana volontà politica di giungere ad una simile revisione integrale, sarebbe più dignitoso non parlarne nemmeno. è veramente contraddittorio rilevare da un lato che dopo venti anni bisognerebbe rivedere largamente, per esempio, lo statuto regionale siciliano e d' altro lato inserire negli ordini di priorità l' ordinamento regionale ordinario. ci si dimentica così che, se mettiamo a confronto l' articolo 117 della Costituzione (che attribuisce le potestà legislative alle regioni a statuto ordinario ) e gli statuti speciali, ci accorgiamo che le radici del male stanno anche lì, nell' articolo 117. e stanno nell' articolo 119, relativo alle autonomie finanziarie delle regioni: e stanno nella indeterminatezza degli altri articoli che fanno parte del Titolo V . e stanno, soprattutto, nell' indeterminatezza di quegli articoli che dovrebbero costringere le regioni a diventare organi di decentramento e che invece consentono loro, a quelle speciali come a quelle ordinari, di diventare organi di feroce accentramento a danno delle province e dei comuni. questi sono problemi che voi conoscete, nella vostra pratica quotidiana di Governo. voi sapete benissimo che le regioni a statuto speciale tendono a diventare — o sono diventate — organi di accentramento, e non di decentramento. voi sapete che stanno diventando o sono diventate — organi di elefantiasi burocratica, che le entocrazie regionali, specie in Sicilia, superano addirittura la stessa entocrazia nazionale. voi sapete quali sono le vere origini che sono di sistema, e non di persone o di gruppi — degli sperperi, delle irregolarità e degli intrallazzi: eppure, ci venite a raccontare che pensate si possa rivedere qualche statuto speciale, pur nel fermo proposito di dar luogo subito all' ordinamento regionale ordinario! non è serio — io credo — esprimersi in questo modo. e non è serio dire, come dice l' onorevole Gagliardi nella sua relazione, che in tema di decentramento amministrativo il ministero dell'Interno ha realizzato una notevole applicazione delle norme a suo tempo stabilite. sappiamo tutti che la legge delega per il decentramento amministrativo è stata un pietoso fallimento; sappiamo tutti che il decentramento amministrativo di cui tanto si parla... d' accordo: non c' era quasi nulla nei sedici — se non sbaglio — decreti delegati , ma quel quasi nulla il ministero dell'Interno ha senza dubbio realizzato! ma che si parli di decentramento amministrativo — e se ne parli con presunta serietà — in un paese nel quale in tema di decentramento amministrativo (ella lo sa: e non per colpa sua o di questo Governo, ma per colpa di tutte e quattro le legislature e di tutti i governi che hanno preceduto questo; questo compreso, però) non è stato fatto niente, ebbene ciò non è serio. non è l' Italia un paese in cui di decentramento amministrativo si possa oggi parlare con serietà, perché nulla da questo punto di vista vi è stato fatto. l' onorevole ministro ha avuto occasione d' occuparsi (in sede di Commissione e poi attraverso ulteriori dichiarazioni) della grave crisi degli enti locali , comuni e province; o, più esattamente, della grave crisi della finanza locale . io non farò quello che maliziosamente ha fatto qualche collega (non di mia parte) in Commissione. non citerò vecchi testi, come quello del compianto onorevole Bubbio che nel 1948 diceva: non mi soffermerò su questo tema, perché so che una commissione alacremente sta lavorando per approntare il nuovo testo relativo alla finanza locale . me ne guardo bene! apparirei davvero un nostalgico di memorie ingiallite negli annali parlamentari. ma so benissimo che non si farà niente e si continuerà soltanto a parlare — come se n' è parlato in Commissione — d' un' inchiesta sullo stato della finanza locale in Italia. è stato analiticamente preciso come quel medico il quale dice all' ammalato: analiticamente tu puoi morire di questa, di questa, o di quest' altra malattia, ti lascio la scelta. si tratterebbe stavolta non di morire, ma di resuscitare, perché abbiamo l' impressione che — sotto il peso, sotto il macigno dell' indebitamento, del deficit e dell' illustrazione stessa che il ministro ha dato di quell' indebitamento, precisando che ahimè, serve in larga parte per coprire le spese correnti — sotto quel macigno, dicevo, abbiamo l' impressione che giacciano molte speranze! a proposito di sacrifici, per fortuna se ne è andato l' onorevole Preti. avrei infatti dovuto metterlo in difficoltà un' altra volta, chiedendogli se sarebbe in grado — senza minacciare le dimissioni — di imporre ai contribuenti italiani ulteriori sacrifici. perché sempre di questo alla fin fine si tratta, o in sede locale o in sede nazionale. ma, prescindendo da ciò e ancora una volta chiedendo scusa per la parentesi cui il tema mi ha costretto (d' altra parte, questo è uno spunto che rientra strettamente nell' analisi del bilancio dell' Interno), vorrei sapere dal ministero dell'Interno — e può anche darsi che la risposta possa venire a conclusione di questa nostra domanda — se il piano di ammortamento di cui trattasi o comunque il piano relativo al risanamento della finanza locale — fa parte organica della programmazione che fra poco ci accingeremo a ratificare con il voto. perché i casi sono due. o gli stanziamenti relativi sono già previsti nella programmazione: e allora non mi sentirei ugualmente sicuro, perché — come ella sa, onorevole sottosegretario — la programmazione non ha una copertura finanziaria (dal bilancio 1967, che stiamo esaminando, risulta che il risparmio pubblico è assai inferiore, è la terza parte del risparmio pubblico previsto nella programmazione come possibile sua copertura). sicuro: anche se per avventura questo famoso piano di ammortamenti a proposito del risanamento della finanza locale fosse contemplato nella programmazione, io mi sentirei molto in dubbio circa la possibilità di attuarlo. se poi addirittura — come ho la vaga impressione un preciso piano di questo genere nella programmazione non è stato, almeno per ora, compreso: allora, onorevole sottosegretario, ci rivedremo fra cinque anni, o fra tre anni. oppure dobbiamo prevedere uno slittamento ulteriore, procurando nuovi dispiaceri allo onorevole Pieraccini? io non lo credo. credo che si tratti semplicemente di una manifestazione di buone intenzioni, assai utili al Governo in una fase ormai preelettorale come questa. ma non credo che si possa cominciare ad affrontare seriamente questo problema se non alla prossima legislatura, o addirittura dopo il primo quinquennio di eventuale attuazione programmatica. a questo riguardo, debbo occuparmi brevemente di un problema che non è un problema particolare. anzi, in questi giorni esso ha assunto e sempre più sta assumendo un grosso rilievo, tanto che se ne sta occupando lei personalmente, temo non troppo lodevolmente dal nostro punto di vista . si tratta della situazione del personale degli enti locali . non v' è certo bisogno che io chiarisca a lei la situazione, perché lei me la insegna. ma devo pur premettere due parole, per indicare come la situazione si sia venuta a determinare (almeno, secondo quanto noi riteniamo corrisponda alla realtà). il personale degli enti locali — che in talune cronache di stampa, sta facendo le spese della pubblica opinione come è accaduto poco tempo fra anche per i previdenziali, quasi si trattasse di nababbi o di privilegiati è in una ben difficile situazione. esso sta dando luogo, in parecchie parti d' Italia, a scioperi che indubbiamente sono fra i più fastidiosi e i più impopolari (poiché mettono maggiormente a disagio la popolazione, incidendo in maniera più diretta sulla sua vita di ogni giorno), ma che debbono essere spiegati — nelle loro effettive cause. il personale degli enti locali — come lei sa — da molti anni, da moltissimi anni (potrei dire da sempre, con la massima serenità e obiettività), si trova in una condizione giuridica d' inferiorità nei confronti del personale dello Stato. infatti, ogni qualvolta vengono approvate norme di garanzia giuridica o di miglioramento salariale o di stipendio a favore del personale dello Stato, quelle norme non possono venire immediatamente applicate anche ai dipendenti locali. sicché, una volta migliorato o perfezionato o statuito il trattamento giuridico ed economico del personale dello Stato, gli enti locali provvedono — hanno sempre provveduto — con provvedimenti singoli, vorrei dire d' emergenza, talora; comunque, con provvedimenti d' adeguamento e perequazione tardivi e parziali. cosa è accaduto in questi ultimi anni? è accaduto che, mentre per il personale dello Stato — in favore del quale si era provveduto in anni precedenti, dal punto di vista economico e dal punto di vista giuridico, con singoli provvedimenti — sono intervenute le norme conglobative, non altrettanto è accaduto per il personale locale. anche se (ne abbiamo avuto recente esperienza, trattando dei previdenziali) il conglobamento non è stato completato, tuttavia si può considerare oggi con maggiore chiarezza la situazione e giuridica ed economica di un dipendente dallo Stato. al contrario, non essendo intervenute norme conglobative per il personale degli enti locali , i vari enti locali hanno provveduto, anche negli ultimi anni, con assegni ad personam e con formule indubbiamente eterodosse dal punto di vista del diritto e di un' ordinata amministrazione. quelle soluzioni, per altro, erano le sole che si potessero adottare in quelle situazioni particolari. ad un certo punto (c' era da aspettarselo) è intervenuto il tiranno senza volto, come lo chiama il professor Maranini in un suo bel libro contro la partitocrazia. è intervenuto cioè questo curioso Stato italiano dai molti volti, ma dal nessun volto quando si tratta di assumere una responsabilità. non si capisce bene in effetti chi sia intervenuto: se il Governo nella sua collegialità o la commissione centrale per la finanza locale , o il ministero dell'Interno , o il ministero delle Finanze , o quello del Tesoro. fatto è che ci si è accorti che quei regolamenti, quei provvedimenti, quegli espedienti — debbo pur chiamarli così — erano extra legem ; e si è ritenuto, in molti casi, di doverli abrogare puramente e semplicemente, negando cioè (ed è la questione di cui abbiamo discusso a proposito dei previdenziali, e mi dispiace dovervi tornare sopra solo pochi giorni dopo) quelli che erano ormai, in una consolidata esperienza, dei diritti acquisiti . onorevole sottosegretario, non si può fare così. può anche darsi che, esaminando (ne parlerò brevemente) i singoli provvedimenti, i singoli regolamenti, i singoli — li ho chiamati francamente così — espedienti, si possa ravvisare non dico in tutti ma in molti una qualche irregolarità, una qualche illegittimità. ma non è pensabile, non è possibile — non dico da parte di un Governo di centrosinistra, di un regime altamente sociale quale è quello che a parole regge l' Italia: ma da parte di qualsivoglia governo o regime, il più reazionario in ipotesi — che si faccia ricadere sul povero diavolo la responsabilità di un' irregolarità, di un' illiceità amministrativa o giuridica che si sia verificata in alto, in altra sede, anche se a suo beneficio. cos' è accaduto? come lei sa, una specie d' insurrezione generale. e, a seguito dell' insurrezione generale, scioperi, occupazione di sedi di comuni e di province, eccetera. credo che a Messina il comune sia tuttora occupato dai « giornalieri » . per effetto di queste agitazioni, la solita trattativa, molto inconcludente, come ella sa, a livello di presidente del Consiglio , e invece un inizio di trattativa che sembrò concludentissima a livello di ministero dell'Interno . se sono bene informato, il ministro dell'Interno , in una riunione alla quale parteciparono rappresentanti di tutte le organizzazioni sindacali ebbe a concordare cortesemente una specie di accettabile compromesso (accettabile almeno in linea di larga massima), in base al quale si era individuata una certa data (se non erro il 1964) e più precisamente una certa delibera da parte del Consiglio dei ministri del 1964, che voleva essere una specie di delibera-catenaccio dopo la quale non si potesse ulteriormente dar luogo a provvedimenti di favore per il personale degli enti locali . se non erro si era stabilita, in linea di massima, una sanatoria nei confronti di tutti i provvedimenti precedenti, salvo ad esaminarne qualcuno che desse luogo ad appunti di particolare gravità. le trattative successivamente hanno avuto corso a livello di onorevole sottosegretario; e, se sono bene informato, a questo livello le trattative stanno naufragando poiché è mutato l' atteggiamento del ministero dell'Interno o del Governo. sono qui per chiedere chiarimenti a nome delle categorie. le notizie che ho portato, di cui cioè sono latore, ovviamente vengono dall' altra parte, cioè dalle organizzazioni sindacali o, più esattamente, da una organizzazione sindacale . io non sono un deputato sindacalista — l' ho già detto in altre occasioni — però posso occuparmi di questi problemi, attingendo le informazioni alla fonte. secondo le notizie in mio possesso, le cose stanno in modo leggermente diverso. e questo non lo dico per permettermi di smentire quanto lei ha detto, ma per dare la nostra responsabile interpretazione delle trattative. non ho sentito ripetere qui quanto era stato assicurato dall' onorevole ministro dell'Interno , cioè che lo Stato stabiliva un punto di partenza ed un termine post quem , vale a dire il 1964, e si consideravano sanate le situazioni anteriori al 1964. ho l' impressione che, con la sua impostazione, ella abbia (rimosso in discussione ciò che le organizzazioni sindacali ritenevano di avere acquisito con il cordiale e responsabile colloquio con il ministro. se, poi, anche fra le situazioni, anteriori al 1964 ve ne fossero alcune tali da gridare vendetta di fronte agli uomini e a Dio, si esaminerebbero con la giusta severità. questa era l' impostazione accettata dalle parti sindacali, quella cioè di approvare tutto quello che fino al 1964 era avvenuto, sceverando, se del caso, singole situazioni veramente anomale. sappiamo, invece, che lei intende rimettere tutto in discussione, vedendo caso per caso quel che può restare in piedi. ciò, onorevole sottosegretario, è molto diverso, anzi è proprio il contrario. lei è sorridente, gentile ed abile, ma non si tratta di premiare o punire i singoli sindaci o i presidenti delle amministrazioni provinciali, perché è molto difficile che voi li premiate o li puniate. vorrei vedere se avete il coraggio di assumere giusti provvedimenti di scioglimento di consigli comunali o di destituzione di sindaci della vostra parte (perché certo della nostra parte non sono), responsabili di simili violazioni. voi ve la prendete con i funzionari, con i dipendenti, a Messina con i giornalieri. non credo che i giornalieri di Messina abbiano compensi mensili suppletivi di 500 mila lire. voglio pensare di no, altrimenti ci trasferiremmo immediatamente tutti a Messina, se le cose stessero così. onorevole sottosegretario, veda un po', nel foro intimo della sua coscienza, anche sindacale, se fosse possibile continuare le trattative con lo stesso animo can cui esse furono iniziate in sede responsabile e con dichiarazioni che sembravano essere chiare e responsabili da parte del ministro, dell' Interno. si vede che il ministro ha bisogno di essere reinterpretato. oppure lo avevano interpretato esattamente, ma il ministro ci ha ripensato. siccome non credo che i sindacati vorranno ripensarci e siccome non credo che sarebbe utile a nessuno, a nessuna parte politica o sindacale, che le agitazioni in corso proseguissero o si estendessero, noi auspichiamo una rimeditazione responsabile del problema. vi è un (altro problema che riguarda, anche i sindacati e del quale parlerò un momento, pur rendendomi conto che ella, onorevole sottosegretario, mi potrebbe rispondere non essere questa questione di stretta competenza del ministero dell'Interno . mi riferisco alle disposizioni che i prefetti — credo quello di Napoli, quello di Roma ed altri — ai sensi dell'articolo 2 del vigente testo unico delle leggi di Pubblica Sicurezza , stanno impartendo a proposito delle farmacie e del conflitto farmacie-INAM che è scoppiato — anzi, è riscoppiato — in questi giorni. perché, mi permetto di rivolgermi (anche se mi rendo conto che il problema per altri versi interessa forse più direttamente il ministro della Sanità o del lavoro) in questo caso al ministero dell'Interno ? perché io non so se le disposizioni ai prefetti le abbiano date di concerto i tre ministri o le abbia date soltanto il ministro. dell' Interno. devo escludere che le abbiano date il ministro della Sanità e il ministro del Lavoro senza tener presente, quanto meno, l' opinione e la responsabilità del ministro dell'Interno . ecco perché mi rivolgo in questo caso, anche per motivi di urgenza... sussiste, non è vero? allora se sussiste, e la ringrazio di questa precisazione, la responsabilità del ministro dell'Interno , poiché si tratta di problema di grande momento che può dar luogo, come ella sa, a pesantissimi inconvenienti! di natura sindacale, ma, soprattutto di natura sociale, umana, popolare, mi permetta alcune considerazioni. primo: vorrei proprio sapere in quali altre occasioni il governo italiano in questo dopoguerra si sia fatto forte dell' applicazione del famoso articolo 2 del testo unico di Pubblica Sicurezza . un articolo che io, incolpevole, mi sono sentito rinfacciare infinite volte, fin dal primo giorno in cui entrai in questo Parlamento, come articolo fascistissimo facente parte di una legge ultrafascista quale il testo unico . ho l' impressione di non sbagliare dicendo che in rarissime occasioni ma (in termini come gli attuali) forse in nessuna occasione, l' articolo 2 del testo unico di Pubblica Sicurezza sia stato adottato in questo dopoguerra. vi sono state alcune circostanze nelle quali noi, Movimento Sociale Italiano , saremmo stati — le confesso — piuttosto lieti se qualche Governo avesse adottato, a tutela nostra o di nostre manifestazioni l' articolo 2 del testo unico di Pubblica Sicurezza . ci si disse sempre: figuratevi se in vostro favore possiamo permetterci o possiamo avere il coraggio di adottare una norma che viene ritenuta una norma fascista che è in contrasto con la Carta Costituzionale e che deve essere sottoposta a revisione. infatti sono andato, a controllare il disegno di legge . la tesi dello sciopero è senz' altro valida. no, onorevole sottosegretario. volevo proprio arrivare a questo, onorevole, sottosegretario, e la ringrazio; e le dimostro, se mi consente, che sul piano giuridico ella ha gravemente torto. perché? perché ella ha parlato di sciopero e ha detto: questo, sciopero turba gravemente... il Governo però lo considera uno sciopero. il Governo ha dichiarato: questo è uno sciopero atto a turbare gravemente l' ordine pubblico . vorrei pregarla di non ritirare quello che ha detto. quando i ferrovieri rifiutano di guidare i treni, che è rifiuto di un servizio, come lo chiama questo rifiuto? il rifiuto di adempiere un servizio pubblico come viene chiamiate? uno sciopero, evidentemente. sarà uno sciopero dei pubblici dipendenti, sarà l' astensione dal prestare il proprio servizio; e siccome è un servizio sociale comandato per legge, è uno sciopero, onorevole sottosegretario. e quando ella mi dice che avete applicato l' articolo 2 del testo unico delle leggi di Pubblica Sicurezza perché uno sciopero turba, gravemente l' ordine pubblico , io le dico che voi siete fuori della legge. non solo siete fuori della legge, ma non potete fare... sì, un paese libero, ma vi sono anche i farmacisti che sono liberi; allora non bisogna ottemperare a delle ingiunzioni sbagliate! e fate questo nel momento stesso in cui presentate, voi, al Senato il nuovo testo dell' articolo 2, che non vi consentirebbe di fare ciò che state facendo. pertanto, approfittate degli ultimi giorni, secondo voi, di vita di un determinato articolo che considerate fascista (e che lo era, ma inserito in ben altro sistema, che offriva garanzie, discutibili finché volete, ma garanzie di lealtà di indirizzi ed orientamenti, cui voi vi guardate bene dall' ottemperare). non potete far questo, soprattutto in un settore tanto delicato come quello della sanità. io ricordo altri precedenti nel medesimo settore. vi è stata l' agitazione dei medici. si trattava di una agitazione grave quanto questa; si minacciava una astensione dal lavoro, e si sono anche verificate parziali astensioni dal lavoro, di gravissimo peso, dato il settore di cui trattavasi. cos' è successo in quel caso? sono intervenuti il ministro della Sanità e il ministro del Lavoro , dando luogo a trattative. si è arrivati, sia pure dopo faticosissime discussioni, a qualche conclusione; non si è arrivati, come nei confronti dei farmacisti, all' editto. voi non potevate autorizzare i prefetti a servirsi di quell' articolo e ad emettere un editto simile; siete stati molto imprudenti ad agire così, specie in questo momento, in cui si discute del diritto di sciopero, anche in altissime sedi. anzi, talune affermazioni hanno provocato ripercussioni assai vaste: il problema è all' attenzione della pubblica opinione . si provveda all' attuazione — dell' articolo 40 della Costituzione! se non vi è nulla di grave, lo si vedrà a cominciare da domani. credo che ci siamo spiegati con sufficiente chiarezza in ordine a questo problema. se potete, rimeditate sugli aspetti giuridici, estremamente delicati, anche e soprattutto perché il problema della liceità dello sciopero da parte dei pubblici dipendenti o comunque da parte di dipendenti di pubblici servizi è davanti alla pubblica opinione . vi è un solo modo di risolverlo, come da venti anni andiamo dicendo, e voi ce ne dovete dare atto: portare alla discussione del Parlamento il disegno di legge di attuazione dell' articolo 40 della Costituzione. abbiate il coraggio di farlo. vedremo come si pronunceranno, anche a questo riguardo, responsabilmente, di fronte al paese, i singoli parlamentari e le singole parti politiche. e finiremo con questo gioco di scaricabarile tra Capo dello Stato , presidente del Consiglio , ministro dell'Interno , ministro del Lavoro , ministro della Sanità , all' occorrenza; un gioco del quale poi sono le categorie lavoratrici, comunque rappresentate, a pagare le spese. ultimo problema — chiedo scusa per essere intervenuto troppo a lungo — del quale mi occupo brevissimamente è quello relativo ai rapporti tra Stato e Chiesa. non me ne sarei, per la verità, occupato se non avessi trovato un impagabile passo a questo riguardo nel parere dell' onorevole Gagliardi, passo nel quale, quanto ai rapporti fra lo Stato e i culti non cattolici in Italia in relazione anche al Concordato, si dice testualmente che « si tratta di norma legislativa di fonte fascista, che in sostanza, essendo fonte fascista, anche se del 1929, si deve ritenere superata » . ecco, vorrei « essere spiegato » come il famoso caporale, perché, se la parte democristiana ritiene superata la legislazione, in ordine ai rapporti tra lo Stato e la Chiesa, del 1929, in quanto trattasi di legislazione fascista, ciò significa che la parte democristiana aderisce a quelle tesi di revisione del Concordato che sono state sostenute responsabilmente in Parlamento dal gruppo socialproletario; questo gruppo ha anzi chiesto ed ottenuto che alla ripresa autunnale (vedremo se si arriverà ad una ripresa autunnale o se le Camere non saranno sciolte prima) si svolga in Aula un dibattito su una mozione che richiede la revisione dei patti lateranensi . il partito socialista unificato non ha ancora preso al riguardo una posizione ufficiale, posizione che però ha fatto assumere ai settimanali pornografici di cui si serve per la sua propaganda; simile posizione il partito l' ha fatta anche prendere ad alcuni deputati di cui si serve per la propaganda, salvo a smentirli successivamente. noi abbiamo infatti visto cartelloni in una manifestazione svoltasi a Roma, alla quale hanno preso parte alcuni deputati del gruppo socialista, e nella quale si è chiesto la revisione o addirittura l' annullamento del Concordato. questa è quindi la tesi dei socialproletari e dei socialisti unificati; i comunisti invece in materia sono sempre più prudenti e, senza offesa, forse anche più intelligenti (basti ricordare a questo proposito la tesi sostenuta da Togliatti all' Assemblea costituente ). anche i comunisti comunque in un secondo momento potranno forse assumere questo atteggiamento, caratteristico dei gruppi radicali che nel nostro paese pubblicano rotocalchi. vorremmo comunque sapere qual è la posizione, circa questo problema del Concordato, della Democrazia Cristiana ; è la prima volta che in un parere sul bilancio dell' Interno viene affermato, da un eminente esponente democristiano, che la legislazione concordataria del 1929, in quanto fascista, deve ritenersi superata. non so se il collega Gagliardi abbia mai letto la Costituzione o i dibattiti dell' Assemblea costituente e non so se sia al corrente dell' inserimento nella Costituzione di un certo articolo 7. devo anche ricordare che Mussolini non costituzionalizzò i patti lateranensi , e non poteva e non voleva del resto farlo; sono stati invece i movimenti antifascisti a costituzionalizzarli per garantire che eventuali discussioni di revisione avvenissero bilateralmente o comunque con una maggioranza qualificata ; se tutto questo è noto anche al relatore, penso che quella parte della relazione non rappresenti, almeno essa, il pensiero del ministro dell'Interno e vorrei al riguardo essere rassicurato.