Francesco COSSIGA - Deputato Maggioranza
IV Legislatura - Assemblea n. 60 - seduta del 16-10-1963
Norme per la convocazione ed elezione del primo Consiglio regionale del Friuli-Venezia Giulia
1963 - Governo I Leone - Legislatura n. 4 - Seduta n. 60
  • Attività legislativa

signor presidente , onorevoli colleghi , il carattere prevalentemente tecnico e di mera attuazione costituzionale delle proposte di legge oggi al nostro esame pone limiti ben precisi alla replica del relatore; ciò anche in considerazione del fatto che molte delle norme della legge che ci accingiamo ad approvare sono transitorie, mirando appunto a dare una disciplina parziale al procedimento di formazione del Consiglio regionale in attesa che quest' ultimo, nell' esercizio della sua potestà legislativa primaria, emani la sua legge regionale . forse questa replica sarebbe anche superflua se non fossero state formulate alcune osservazioni politiche e tecniche, che meritano una puntualizzazione anche per il tono con il quale sono state talvolta avanzate. osservazioni tecniche sono state svolte dagli onorevoli Zucalli, Belci e Bologna. concordo pienamente con loro e li ringrazio anzi per le parole di apprezzamento che hanno avuto per il lavoro anche tecnico svolto dalla commissione. osservazioni politiche in sostegno all' approvazione del presente provvedimento sono state svolte anche dall' onorevole Lizzero, che ha voluto attribuire al gruppo parlamentare che rappresento arrendevolezza verso quello che egli ha definito « il ricatto delle destre » . devo ricordare che l' approvazione del disegno di legge elettorale nella precedente legislatura non fu possibile per l' intervenuto scioglimento anticipato delle Camere. richiamo pertanto l' onorevole Lizzero sull' esigenza che in materia sia seguìto un iter parlamentare non concitato, convinto come sono che in oggetto debba essere consentita, anche per rispetto della minoranza, la più larga e approfondita discussione. la maggior parte delle osservazioni politiche contro la legge sono state svolte dagli onorevoli Almirante, Franchi e Manco. su di esse mi soffermerò solo brevemente sia perché già fu ad esse risposto in sede di discussione sullo statuto del Friuli Venezia Giulia , sia perché molte di queste osservazioni sono state confutate efficacemente dagli onorevoli Belci e Bologna, sia perché si tratta in gran parte di ripetizione di argomenti già ampiamente trattati in sede di approvazione dello statuto speciale e qui riproposti per onore di bandiera e di firma. prendo atto con sodisfazione della dichiarazione dell' onorevole Almirante secondo la quale il gruppo del Movimento Sociale Italiano dichiara di abbandonare l' uso di mezzi ostruzionistici nei confronti di questa proposta di legge . mi auguro vivamente che tale spirito di collaborazione sia mantenuto anche nell' esame degli articoli, con l' abbandono degli emendamenti di natura evidentemente dilatoria e pretestuosa. l' onorevole Almirante ha ritenuto di poter cogliere un elemento di contraddizion e tra l' atteggiamento del mio gruppo sul problema della stabilità politica da noi avanzato in ordine all' attuazione delle regioni a statuto ordinario e quello assunto sul problema dell' attuazione dell' ordinamento della regione a statuto speciale Friuli Venezia Giulia . non è questo il momento per approfondire il discorso sulla stabilità politica in relazione all' attuazione delle regioni a statuto ordinario ; devo però far presente che la costituzione della regione Friuli Venezia Giulia risponde non solo alle esigenze di decentramento regionale che sono alla base della riforma in senso regionalistico dello Stato italiano, ma anche a specifiche esigenze di carattere economico e sociale di quelle zone, per cui si giustifica il carattere speciale che alla loro autonomia il legislatore costituzionale ha voluto riconoscere. direi anche che, contrariamente a quel che pensano gli onorevoli rappresentanti del Movimento Sociale Italiano , attraverso la realizzazione della regione Friuli Venezia Giulia si vuole attuare una più ampia partecipazione, in sede locale, al Governo della cosa pubblica da parte di quelle popolazioni, partecipazione che non potrà non risolversi in un maggiore interesse alla vita dello Stato italiano e quindi in un servizio reso alla causa della nazione italiana nella sua frontiera orientale. infondato mi sembra il parallelo recentemente istituito dall' onorevole Roberti fra la situazione del Trentino Alto Adige e quella del Friuli Venezia Giulia . osservo preliminarmente che il nostro gruppo, in linea generale, non può accettare lo spirito con il quale il gruppo del Movimento Sociale Italiano solleva in quest' Aula i problemi delle minoranze etniche. riconosciamo che essi, soprattutto nel Trentino Alto Adige , hanno dato e danno luogo talvolta a gravi problemi politici. però, da questo a disconoscere i diritti consacrati nella Costituzione — e, più ancora che nella Costituzione, nella coscienza cristiana e latina del popolo italiano — credo che corra una profonda differenza: ed è questa profonda differenza che divide il gruppo della Democrazia Cristiana da quello del Movimento Sociale Italiano . devo inoltre osservare per quanto riguarda il raffronto che si è voluto istituire fra i problemi della minoranza di lingua tedesca nella regione del Trentino Alto Adige e quelli della minoranza slovena nella regione del Friuli Venezia Giulia , che non sussiste in i quest' ultimo caso il pericolo di una internazionalizzazione di tali problemi. si è dunque ben lontani dalla situazione che indubbiamente rende politicamente complicati i problemi della minoranza di lingua tedesca nella regione del Trentino Alto Adige ; e cioè da quell' internazionalizzazione del problema che non fu certo posto in essere dal Governo democratico della Repubblica italiana , ma, più innanzi nel tempo, da un Governo, che non era democratico cristiano , con accordi specifici con la Germania nazista. quanto alle minoranze slovene nel territorio del Friuli Venezia Giulia , ricordo che non esiste un problema di carattere internazionale: esistono accordi, aventi rilevanza internazionale, con la Jugoslavia, ma solo per una limitata parte della minoranza slovena e secondo precisi caratteri di reciprocità, che rendono estranee le altre parti internazionali a questo accordo fra Italia e Jugoslavia. debbo poi far presente che, a differenza di quanto avviene nel Trentino Alto Adige , non esiste omogeneità storica tra i vari gruppi di lingua slovena, perché — lo ricordo agli onorevoli Deputati del Movimento Sociale Italiano — esistono gruppi italiani di lingua slovena dal 1866, sulla cui italianità io credo che il Movimento Sociale Italiano non vorrà avanzare dubbi, anche perché moltissimi di quegli italiani di lingua slovena, pur continuando a parlare il loro dialetto sloveno, hanno fatto interamente il loro dovere verso lo Stato italiano. come può quindi parlare di pericolosità del problema delle minoranze slovene? non si tiene neppure conto del fatto che queste minoranze slovene sono divise tra loro dal punto di vista dell' apprezzamento dei particolar i problemi che riguardano l' amministrazione di quel territorio. mi pare perciò veramente eccessivo continuare a insistere su questo argomento. credo che potremo più opportunamente contribuire alla causa della nazione italiana non portando in questo Parlamento, l' esasperazione ingiustificata dei problemi delle minoranze. dalla infondatezza di queste osservazioni deriva anche l' infondatezza dell' accusa, rivoltaci dall' onorevole Almirante, di voler premere l' acceleratore per giungere ad ogni costo, nel più breve tempo possibile, alla costituzione della regione a statuto speciale e l' accusa, lanciata in verità con molta disinvoltura e con eccessiva precipitazione dall' onorevole Franchi, di avere fatto con questa legge un mostro giuridico. questa proposta di legge giunge all esame del Parlamento dopo un lungo iter, dopo essere stata ben due volte esaminata con cura da due Commissioni permanenti e dopo avere subita un' attenta elaborazione. il progetto di legge non vuole affatto costituire un indebito colpo di acceleratore perché, nell' attuazione di un impegno costituzionale quale è quello della costituzione della regione Friuli Venezia Giulia , vi era una precisa volontà politica, un preciso impegno politico del mio gruppo, al quale noi con l' approvazione di questa legge rimaniamo semplicemente fedeli. vi sono state poi osservazioni di carattere tecnico svolte dagli onorevoli Franchi e Manco sulle quali mi soffermerò ampiamente allorché esamineremo i singoli articoli e gli emendamenti. di esse desidero tuttavia occuparmi ora brevemente, solo per rilevare il tono e talvolta la facilità con cui sono state fatte. di queste osservazioni si è fatto portavoce, direi con stupefacente disinvoltura, l' onorevole Franchi nella sua implacabile requisitoria contro questa proposta di legge , della quale egli ha ritenuto di poter esprimere il giudizio più duro e demolitore definendola praticamente un aborto legislativo. ascoltando l' onorevole Franchi, mi sono chiesto se egli scherzasse o se parlasse seriamente, poiché è comprensibile che si possa andare a ruota libera e con disinvoltura in materia politica, ma ritengo che una maggiore attenzione e ponderatezza si dovrebbe avere almeno quando si tratta di questioni tecniche e legislative. riservandomi di contestare punto per punto le osservazioni svolte dagli onorevoli Franchi e Manco, vorrei richiamare l' attenzione di questi onorevoli colleghi sul fatto che il progetto di legge è stato per due volte esaminato dalla Commissione affari costituzionali, è passato per due volte al vaglio degli uffici legislativi dei ministeri di grazia e Giustizia e dell' Interno, e quindi offre tutte le garanzie di serietà dal punto di vista tecnico. il provvedimento non era ancora passato al vaglio dell' onorevole Franchi, ma a ciò abbiamo rimediato in questa sede. riassumendo, mi soffermo ora su alcuni aspetti generali delle critiche esposte. la proposta di legge si divide in due parti, di cui una è destinata a dettare una disciplina transitoria che verrà poi sostituita dalla disciplina definitiva che in forma autonoma si darà il Consiglio regionale . in questa sede noi abbiamo ritenuto, proprio per rispettare l' autonomia politica del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia , che fosse buona norma di tecnica legislativa scegliere un modello che è stato concordemente accettato da tutti i settori della Camera, quello rappresentato dalla legge per l' elezione della Camera dei Deputati . quanto alle cause di ineleggibilità e di incompatibilità, al contenzioso elettorale, riteniamo di avere compiuto uno sforzo apprezzabile. questa materia deve certamente essere rivista anche per quanto riguarda le altre regioni, e con l' approvazione di questo progetto di legge noi, dal punto di vista della forgiatura di un modello, abbiamo fatto un passo avanti sulla regolamentazione degli analoghi problemi delle altre regioni a statuto speciale . vi è un' altra questione, molto delicata, della quale mi occuperò in sede di articoli e di relativi emendamenti, ma sulla quale con molta pacatezza vorrei richiamare l' attenzione degli onorevoli rappresentanti del Movimento Sociale Italiano . per spiegabili motivi essi hanno presentato un emendamento diretto a consentire l' esercizio del diritto di voto ai cittadini italiani della zona B di Trieste. si tratta di un problema complesso sotto il profilo giuridico. infatti, nel nostro sistema di governo locale, l' elettorato è strettamente collegato al fattore territoriale. come dice l' articolo 1 dello statuto per il Friuli Venezia Giulia , da quella regione è escluso il territorio che in forza del memorandum d' intesa è sottoposto all amministrazione del governo jugoslavo . il problema dell' ammissione al voto di quei cittadini solleverebbe delicate questioni di carattere giuridico e politico, che non so quanto possano giovare agli stessi cittadini italiani della zona B . comunque ne potremo discutere più ampiamente quando esamineremo gli articoli. concludo invitando la Camera, a nome della Commissione e del mio gruppo, a respingere l' ordine del giorno Roberti di non passaggio agli articoli.