Ugo LA MALFA - Presidente del Consiglio Maggioranza
IV Legislatura - Assemblea n. 529 - seduta del 10-10-1966
Sulla politica estera
1966 - Governo III Fanfani - Legislatura n. 3 - Seduta n. 541
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

sono stato a Trieste sabato sera e ho trovato una estrema eccitazione negli ambienti cittadini con i quali a quell' ora ho potuto avere contatto. l' indomani, domenica, mi è parso che l' atmosfera si fosse placata, pur se validissime preoccupazioni esistevano in tutti gli ambienti della città. dovevo tenere un comizio e in esso mi sono sforzato di dimostrare che, nelle condizioni in cui oggi è il Governo nazionale, premuto da mille problemi e difficoltà finanziarie, probabilmente non si sarebbe potuto fare di più. ella sa, onorevole ministro del Bilancio , che io sono molto preoccupato dei termini in cui si pone il problema della programmazione economica. noi siamo presi alla gola da un insieme di problemi contingenti, per affrontare i quali ad un certo punto non abbiamo gli strumenti ed i mezzi. ma questo è un discorso a parte che faremo in altra sede. nel pomeriggio ho ritenuto mio dovere, essendo il solo parlamentare presente a Trieste, visitare gli ospedali, i feriti sia della parte civile sia della parte militare. ho trovato un giovane repubblicano che era minacciato di commozione cerebrale per aver partecipato alla dimostrazione, e un carabiniere che si teme possa perdere un occhio. spero che non vi siano gravi conseguenze e mi auguro, avendo visto militari e civili quasi negli stessi ambienti — la situazione dell' ospedale di Trieste è drammatica — che questa comunanza serva a calmare gli animi. ripeto: mi sono sforzato di rappresentare la posizione del Governo. non posso nascondere che vi è insodisfazione, preoccupazione nella città. non sono stato a Genova: ma penso che le due città si ritengano avulse da un processo di sviluppo economico che è avvenuto in alcune regioni del nostro paese, in un certo senso vittime di questo processo che sposta industrie. e sedi; e quindi sono particolarmente sensibili a quello che avviene nel loro ambito. problema grave perché si tratta di due città di avanzata civiltà economica e democratica, la cui agitazione non ci riempie certo di gioia. per quel che riguarda Trieste, vi è anche un problema più complesso: il problema di una città che ha lottato per essere italiana, per tornare all' Italia, e che, qualche volta, nella sua opinione cittadina, esprime la preoccupazione di non aver trovato riconoscimento a questi suoi profondi sentimenti, e di dover pagare in termini economici, sociali, occupazionali, la grande devozione che essa ha dimostrato alla causa italiana. questo sentimento è particolarmente accentuato nei repubblicani locali, perché essi, nella battaglia irredentista, hanno avuto qualche merito, hanno fatto qualche sacrificio, e si sentono quasi responsabili di una menomazione degli interessi della città. ciò spiega la particolare sensibilità con cui essi guardano a questi problemi, e lo stato di insodisfazione che in essi è molto più accentuato che in altri partiti. questo spiega anche l' atteggiamento dei sindacati, soprattutto dei sindacati che hanno una certa presenza di forze repubblicane a Trieste. vi è una tradizione patriottica, che è molto sentita dal nostro partito, e vi è questa ansia di non vedere compromessa l' altezza dei loro sentimenti da una situazione cittadina che li preoccupa molto. del resto, questo sentimento di preoccupazione per quanto riguarda l' avvenire è diffuso in tutti gli ambienti: negli ambienti operai, ma anche negli ambienti cittadini. non dobbiamo dimenticare che, se anche la riconversione può risolvere il problema della occupazione operaia — questo è molto importante — vi sono strutture economiche che evidentemente sono messe in forse da certi trasferimenti che si riflettono sia sull' occupazione, sia sulle tradizioni, sulle possibilità di certi nuclei economici imprenditoriali che si sono costituiti nella città. a una cosa dobbiamo stare attenti; e qui faccio un richiamo ai partiti locali. ho avuto l' impressione che qualche esponente di partito abbia esagerato. dal punto di vista degli interessi locali, non si può chiedere che si esprima sodisfazione. si può esprimere accettazione, onorevoli colleghi , di una situazione che risponde anche a un certo stato di necessità, che può anche esprimere la buona intenzione di ricostruire. ma pretendere che, dal punto di vista locale, si esprima piena sodisfazione, è pretendere un po' troppo. nel mio discorso visto da un punto, direi, di osservazione nazionale, non ho assolutamente preteso una cosa di questo genere, perché sarebbe stato assurdo e non avrebbe interpretato il reale stato d'animo . le forze sindacali e politiche locali possono, nella loro valutazione, trattandosi di città molto civile (e Trieste è una città di grande civiltà), capire certe ragioni, possono aspettare la realizzazione di alcune cose promesse, possono sperare che non venga ulteriore danno; ma pretendere che esse gridino evviva mi pare sia una pretesa eccessiva che nessuno di noi, responsabili dal punto di vista nazionale, può avanzare. e ciò sia per quel che riguarda la situazione della città sia per la situazione regionale. ho sentito affermare che, se non si esprime con esaltazione questa sodisfazione, chi sa che conseguenze possono derivare. mi pare che questo non risponda al rapporto che, con riguardo ai problemi trattati, devono avere gli interessi politici, economici e sindacali locali rispetto a interessi politici, economici e sindacali di altre città e rispetto a quella che è la posizione del Governo nazionale. c' è una dialettica che speriamo assurga al più alto grado quando la politica di programmazione sarà realizzata in pieno; c' è una dialettica che bisogna rispettare perché, altrimenti, stabiliremmo una cappa conformistica nel nostro paese che, secondo noi, è contraria al principio della articolazioni democratiche e degli interessi locali rispetto agli interessi nazionali . detto questo, onorevoli ministri, vorrei sollecitare (si tratta di un ministro genovese, che conosce quindi la situazione di questa città e del ministro Pieraccini, che, per ragioni del suo ufficio, deve tener conto degli interessi di queste due grandi città), di realizzare non solo quello che è stato promesso, ma, se possiamo allargare la nostra visuale politica, vedere altre possibilità, perché, ripeto, la situazione della città, che ho visitato di recente (ma credo che la situazione di Genova non sia diversa) dal punto di vista dell' opinione pubblica non è delle più tranquillanti, anche se non si esprimeva più con agitazioni o con atti di violenza. ma anche se non si esprimerà così in un primo tempo, rimane l' ansia sull' avvenire delle due città, soprattutto sull' avvenire della città di Trieste, per cui io credo che il Governo, dopo quello che ha fatto, abbia tutto il dovere, direi l' obbligo morale e politico, di stare attento nei prossimi mesi a quello che potrà avvenire in quella città e di studiare il da farsi per rassodare uno spirito di fiducia e di sicurezza verso l' avvenire.