Aldo MORO - Deputato Opposizione
IV Legislatura - Assemblea n. 508 - seduta del 15-09-1966
1966 - Governo II D'Alema - Legislatura n. 13 - Seduta n. 714
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , onorevoli Deputati , non posso che compiacermi per il tono elevato e composto che ha avuto questo dibattito, benché il tema trattato, per la sua importanza, per la sua delicatezza, per le circostanze nelle quali è venuto in evidenza, fosse tale da eccitare le passioni e generare una emozione in contrasto con la serenità del giudizio. e invece questa discussione, pur nella diversità delle valutazioni, è stata, in complesso, rispettosa, pacata, in tutto degna del Parlamento italiano. ed è stata una discussione estremamente costruttiva, dalla quale mi sembra di poter trarre indicazioni sicure a conforto dell' azione che il Governo ha svolto e intende svolgere, per affrontare efficacemente questo problema nei suoi molteplici aspetti. né mi è sembrato che il Governo fosse qui in Parlamento, contrariamente a quel che pensa l' onorevole Almirante, trascinato, e trascinato come imputato. il Governo infatti non solo ha accettato di buon grado, fin dal 4 agosto scorso, il dibattito alla Camera sull' Alto Adige , ma ha voluto iniziarlo, senza alcuna reticenza, lo stesso giorno della riapertura della Camera e con una sua dichiarazione. e neppure si può dire che esso sia ora in stato di accusa, perché quel che ha fatto e si propone di fare è stato oggetto di un sostanziale consenso. la verità è che, quando si apre un dibattito serio e che va al fondo delle cose, le posizioni assunte con attenzione, con equilibrio, con senso di responsabilità appaiono chiaramente senza valide alternative. io sono il primo a riconoscere — e non ne ho fatto mistero fin dal mio primo intervento — che le cose con le quali ci cimentiamo, quelle di fronte alle quali il paese si trova, sono estremamente difficili e aggrovigliate. ed è del tutto naturale che si tenti di liberarsi da cose difficili, prospettando una soluzione facile. ma soluzioni facili non esistono per cose difficili. esse non sono vere soluzioni, non sono serie alternative. e allora una siffatta inconsistenza non tarda a venire in evidenza e ciò costringe a tornare alla ragione, all' equilibrio, al senso di responsabilità , anche se essi indicano una via aspra da percorrere e il successo appare qualche volta lontano. ebbene, è proprio un atteggiamento realistico e responsabile che il Governo ha assunto, imperniato sulla vigorosa repressione della violenza — anche se il ministro Taviani ci ha detto con grande serietà che potremo avere ancora ore difficili — sulla ricerca di una pacifica convivenza dei gruppi linguistici dell' Alto Adige , sullo sforzo per superare con giustizia una controversia internazionale. essendo questi i problemi che si propongono, sembra che l' onorevole Almirante ci offra la prospettiva di risolverli semplicemente ignorandoli. si nega cioè che vi sia un problema politico di migliore assetto dell' autonomia in Alto Adige , certo estremamente delicato e difficile, ma che non cessa di esistere, per il fatto che ci si rifiuti di riconoscerlo e di affrontarlo civilmente. si nega che questa più giusta sistemazione, anche se ad essa non siamo giuridicamente tenuti, sia opportuna anche per togliere pretesti e possibili solidarietà all' azione terroristica, bensì vero, infatti, onorevole Almirante, che non possiamo assicurare che il migliore ordinamento di convivenza in Alto Adige sbarri la via al terrorismo: ma possiamo sperare che ne renda più difficile il verificarsi e opponga ad esso, in un giudizio di riprovazione e di tragica inutilità, una collettività altoatesina di lingua tedesca più a suo agio nell' ambito di uno Stato giusto e rispettoso di quella tradizione e di quella cultura. si nega infine che vi sia un problema di rapporti con l' Austria e di responsabilità dinanzi all' Onu esso, non risolto per quanto sta in noi e certo con dignità e fermezza, può appesantire la politica estera italiana e frustrare, in una serie imprevedibile di ripercussioni, gli sforzi per la pace e l' unità dell' Europa democratica. respingere l' autonomia, per applicare, se non la violenza, la legge uniforme che ignora peculiari esigenze ed attese,...... denunciare l' accordo De Gasperi-Gruber , per rifiutare ogni rapporto con l' Austria su questo tema, significa disconoscere alcuni dati politici della situazione, i quali tuttavia riaffiorerebbero, rendendo tormentata la vita della nazione. certo, se corrispondere a queste esigenze volesse dire davvero compromettere l' integrità territoriale e la sovranità dell' Italia, mettere nel nulla l' immenso sacrificio di generazioni di italiani, cedere pavidi ad altrui ingiuste pretese, ebbene, noi che abbiamo il senso vivo della dignità e dei diritti del nostro paese, noi che non siamo né deboli né rinunciatari, insorgeremmo per primi; noi non pagheremmo questo prezzo infame all' altrui volontà di sopraffazione. ma non di questo si tratta, bensì di essere civili e democratici, di riconoscere che esistono cittadini italiani ai quali è giusto assicurare uno statuto particolare, di rendere possibili, per quanto sta in noi, e senza alcuna rinuncia, costruttivi rapporti con uno Stato confinante nello spirito di una comune civiltà in una Europa unita. l' opporre a questi problemi un rifiuto pregiudiziale, oltre che essere politicamente imprudente ed ingiusto, non ci farebbe fare un solo passo avanti verso la serenità di rapporti e il pacifico sviluppo della vita nazionale ai quali aspiriamo. la posizione dell' onorevole Almirante, come quella dell' onorevole Romualdi, è una puntigliosa ed appassionata posizione politica, non una realistica alternativa ai problemi, così seri e gravi, che oggi ci occupano. non potrei seguire in dettaglio le argomentazioni, qualche volta — esse sì — sofistiche (me lo consenta il collega) dell' onorevole Almirante. vorrei solo dire che è pretestuoso sostenere che, in fondo, siamo noi che abbiamo riaperto un problema che era stato chiuso nel 1948. perché esso, invece, si è, per alcuni aspetti, riaperto all' Onu in seguito all' azione austriaca. e noi siamo stati invitati da quell' alto consesso a trovare una soluzione negoziata; il che cerchiamo di fare con spirito di equità e senza sacrificare fondamentali interessi della nazione. ed è strano che l' onorevole Almirante sostenga questa tesi, perché egli sembra in qualche modo apprezzare il nostro atteggiamento all' Onu e le conclusioni di quella assemblea. ebbene, noi eseguiamo la decisione in atto fin dal 1960, battendo la via del negoziato che è la prima alternativa che l' Onu ha proposto, e che non mi pare costituisca uno svantaggio di fronte all' altra e subordinata ipotesi prospettata — la ricerca di un mezzo pacifico — che, oltretutto, non si vede in che sia per noi preferibile ad una dignitosa trattativa. e come si può dire che noi abbiamo rinunziato alla garanzia contro la violenza, quando ho fatto ad essa un esplicito riferimento? e dove ha potuto l' onorevole Almirante trovare la prova che noi, Governo di centrosinistra, avremmo ammesso il mancato adempimento da parte italiana dell' accordo De Gasperi-Gruber ? nel mio discorso, che esponeva fedelmente la costante posizione diplomatica italiana, ho detto più volte che noi riteniamo di avere adempiuto pienamente quegli impegni, che non potremmo in alcun caso assumere obblighi internazionali maggiori o diversi da quelli sanciti nell' accordo di Parigi, che il riassetto dello statuto delle province di Trento e di Bolzano, nel quadro della regione Trentino Alto Adige , è un atto libero e sovrano che l' Italia si riserva di compiere, non essendovi in alcun modo tenuta, anche se interessata a conoscere i riflessi che questa iniziativa avrebbe sulla controversia italo-austriaca. non vedo davvero dove siano novità di atteggiamenti ed ingiustificati cedimenti da parte nostra. il discorso si fa più serio e più generale se si tratta di discutere del rapporto tra terrorismo e negoziato, tra terrorismo ed adeguamento dello statuto di autonomia per l' Alto Adige . l' onorevole Almirante crede di potermi cogliere in fallo , sostenendo che ogni concessione, ogni iniziativa politica per il riassetto democratico della regione non contrastino, ma anzi favoriscano l' azione terroristica. però il Governo è convinto, e mi pare ne sia convinta la Camera, che, anche se si possa temere che manchi un risultato immediato e compiuto, la normalizzazione della situazione altoatesina è, come ho accennato, a scadenza più o meno breve, l' eliminazione di una occasione e di un ambiente adatto per lo sviluppo dell' attività terroristica, la garanzia...... che esso resti, per spegnersi infine, come un fenomeno isolato di ristrette minoranze ciniche e faziose. e, per quanto riguarda il sondaggio con l' Austria al fine del superamento della controversia secondo la raccomandazione dell' Onu, il Governo ha riconfermato la sua convinzione che non convenga dare ai terroristi un potere di decisione sugli assetti istituzionali come sui rapporti internazionali dell' Italia, mentre è stata posta l' esigenza essenziale di una efficace ed organica collaborazione dell' Austria per la prevenzione e repressione del terrorismo. ciò risponde al comune dovere di porre tutte le condizioni per una pacifica convivenza in Alto Adige , secondo lo spirito dell' accordo di Parigi e delle risoluzioni dell' Onu, e al comune interesse di assicurare rapporti amichevoli e fiduciosi tra i due paesi, di spianare la via all' unità dell' Europa democratica, di combattere i pericolosi fermenti di una politica di sopraffazione che minacciano l' Austria, non meno che l' Italia, nella sua autonomia e nella sua posizione internazionale di solidarietà e di collaborazione democratica. ho detto, a proposito di questa collaborazione, quale sia la nostra richiesta, la nostra speranza di fronte alle solenni ed impegnative assicurazioni che, anche in questi giorni drammatici, ci sono state ripetute. il ministro Taviani ha rilevato come nell' ultimo periodo questa comune responsabilità sia apparsa in effetti più efficacemente operante. ma io devo qui rinnovare fiduciosamente l' attesa di una pronta ed efficace realizzazione. in ispecie, per quanto riguarda i quattro della Valle Aurina , per i quali abbiamo richiesto l' estradizione, risulta che da parte austriaca è stato spiccato mandato di cattura per tutti gli indiziati, per due di essi in conseguenza della nostra richiesta di estradizione, e per gli altri per la loro partecipazione in concorso... all' attentato del « Brennero-express » . il ministro dell'Interno ha dato pure notizia dei modi secondo i quali ha potuto svolgersi sinora la collaborazione con la Repubblica Federale Tedesca , alla quale pure io ho rivolto la mia richiesta di un utile intervento in vista di un comune interesse ed in considerazione dei vincoli di amicizia e di alleanza che ci legano a quello Stato. questa esigenza è stata prospettata da varie parti nel corso di questo dibattito, ed io non debbo ora che sottolinearla. ma desidero pure richiamare lo spirito, del resto in armonia con le mie dichiarazioni preliminari, con il quale questa esigenza viene fiduciosamente prospettata. anche l' onorevole Ballardini ha voluto ricordare e confermare i rapporti di amicizia e di alleanza ed il comune evidente interesse politico. è l' interesse a risolvere un grave problema, che turba profondamente la vita italiana. ma è anche l' interesse a salvaguardare da ogni incrinatura, anche solo psicologica, le ragioni storiche di questa alleanza ed amicizia, che sono fondate sulla comune appartenenza all' Europa e sulla volontà di sottrarci all' isolamento ed ai rischi dell' isolamento ed a trovare in una vigorosa integrazione il modo di sostenere forze democratiche che si sono incontrate e vogliono procedere insieme dopo una svolta decisiva della politica europea e mondiale. tutto quello che può indebolire questa solidarietà, tutto quello che può comprometterne le indispensabili condizioni, è contro i nostri paesi, è contro la pace e la democrazia in Europa. si è rilevata polemicamente una mia presunta reticenza nel cogliere alcuni aspetti politici della situazione. ma io ho manifestato chiaramente, anche se con sobrietà, il mio pensiero sul significato politico di alcune manifestazioni di fronte alle quali ci troviamo e ho detto dei più vasti e pericolosi disegni ai quali talune rilevanti forme di terrorismo sembrano voler porre le premesse. ed io fui d' accordo con il ministro dell'Interno , quando per la prima volta parlò, qualche tempo fa, e d' intesa con me, di terrificanti episodi di chiara impronta neonazista. è questa una terribile esperienza che l' Europa non vuole rifare. a questo proposito nessuna condanna sarà mai abbastanza dura e nessuna vigilanza troppo diffidente e severa. ma il Governo non può accettare l' identificazione che viene fatta con troppa facilità, da parte comunista, secondo una costante polemica e nell' ambito di una visione e di un disegno politico, tra Germania democratica e nazismo. certo, nessun popolo è mai a sufficienza difeso contro i miti della violenza totalitaria, i quali di quando in quando vengono alla luce e devono essere condannati e battuti nella fisiologia di una vita democratica che voglia sopravvivere. ma, come ha detto il ministro Taviani, questa diffidenza e questa vigilanza sono presenti, come in noi, nella democrazia tedesca, che ha scelto la collaborazione...... l' Europa, l' integrazione tra i grandi paesi dell' Occidente, anche per difendere ideali di libertà e di rispetto per l' uomo che sono oggi patrimonio morale del popolo tedesco . questa profonda convinzione che la libertà è bene supremo che bisogna quotidianamente difendere dovrebbe condurre anche ad una cooperazione vigorosa contro i segni, sempre allarmanti, della rinascita dello spirito di violenza, dovunque esso si manifesti, ed in ispecie così vicino ai propri confini ed in un momento storico come questo. l' appassionata fermezza del nostro richiamo alla cooperazione è fondata sulla fiducia e sulla solidarietà nella lotta comune per la libertà degli uomini e dei popoli. e ciò induce a respingere l' idea di una sorta di rovesciamento delle alleanze, che sembra ci venga suggerito, e che sarebbe la drammatica rottura dell' equilibrio europeo con irreparabili conseguenze non solo per il nostro paese. la risposta al pericolo che si avverte è lo stringersi di un fronte unito appunto per la libertà, la pace e la generale sicurezza in Europa. di fronte all' invito comunista ad inserire il problema dell' Alto Adige nel problema più vasto di tutte le frontiere europee, il Governo dichiara che con ciò, lungi dal semplificare la questione che ora discutiamo, si conferirebbe ad essa un carattere diverso da quello che ci siamo sforzati di mantenere, sacrificando la sua natura essenzialmente interna, che quasi tutti gli oratori hanno tenuto a sottolineare. sul problema delle frontiere europee più volte, in Parlamento e in altre sedi appropriate, il governo italiano ha fatto conoscere la propria opinione; ma nessuno può illudersi di considerare questo problema facendo astrazione da tutte le altre questioni che interessano l' equilibrio e la sicurezza dell' Europa. si è avuto più volte occasione di richiamare tale connessione in sede interna ed internazionale. e l' attenta cura che stiamo rivolgendo, insieme ai nostri alleati, ai problemi dell' equilibrio e della sicurezza europea, può tranquillizzare il Parlamento sulla consapevolezza che il Governo ha dell' importanza, nei suoi vari aspetti, del tema delle frontiere europee. spero che, consapevoli di tale serietà, anche voi comunisti vi asteniate dal fare interruzioni. in relazione alla richiesta fatta circa la cooperazione di Bonn nella prevenzione e repressione del terrorismo, desidero richiamare la dichiarazione che il ministro Schroeder ha fatto stamani in quel parlamento in risposta ad interrogazioni. « il governo tedesco ed il popolo germanico — egli ha detto — condannano questi fatti con vivo sdegno. secondo il loro parere, gli atti terroristici sono mezzi tanto inadeguati quanto illegittimi per raggiungere delle rivendicazioni politiche. i terroristi rendono agli altoatesini il peggior servizio immaginabile. inoltre essi avvelenano le relazioni internazionali. il presidente del Consiglio italiano Moro, durante il suo discorso al Parlamento, ha fra l' altro anche esortato la Repubblica federale di Germania , sua alleata — cito testualmente — « a contribuire efficacemente all' eliminazione di una tale situazione di insicurezza e di gravissimo disagio » . a ciò siamo disposti. il governo tedesco concede alle autorità italiana e a quelle austriache ogni assistenza ed aiuto per accertare e perseguire reati. il governo tedesco contribuirà inoltre, d' intesa con gli organi austriaci ed italiani, ad attuare tutti i provvedimenti necessari per la lotta contro il terrore ed è a disposizione per ogni e qualsiasi chiarimento necessario » . il ministro Schroeder ha quindi concluso affermando: « noi comprendiamo lo sdegno che i recenti avvenimenti hanno provocato in Italia; su questi avvenimenti noi non la pensiamo diversamente, dall' opinione pubblica italiana. nel contempo speriamo che il chiaro atteggiamento da noi sempre assunto nei confronti di questo problema venga apprezzato dall' Italia amica. l' amicizia italo-germanica, che noi consideriamo uno dei fatti maggiormente apprezzabili della storia postbellica e il cui rafforzamento riteniamo essere uno dei più importanti fini della nostra politica...... non deve essere né coinvolta né compromessa » . su un spunto essenziale si è manifestata in questo dibattito la più ampia convergenza di consensi: sulla opportunità cioè di una liberale revisione dello statuto per l' Alto Adige , sì da accrescere, sempre nel quadro della regione Trentino Alto Adige , le competenze proprie delle due province, il che, onorevole Scotoni, dovrebbe essere fatto contestualmente per entrambe. questa volontà politica, certo non indiscriminata né cieca, è di una seria attuazione democratica e di definitiva pacificazione. ma anche su questo punto non vi sono da temere debolezze tali da mettere in discussione gli interessi nazionali , la integrità ed unità dello Stato, la condizione di effettiva parità, al riparo da ogni possibile sopraffazione. della popolazione italiana che viene a trovarsi in minoranza nella provincia di Bolzano. ho già accennato ad alcune garanzie fondamentali in proposito, ed i numerosi e qualificati consensi, specie di coloro che vivono nella zona come gli onorevoli Piccoli, Berloffa, Ballardini, mi danno la certezza che lo spirito di equità e di prudenza con il quale ci siamo mossi in questa delicatissima materia è stato compreso, e che si è dato credito alla ferma volontà dello Stato di essere giusto con tutti. ci muoviamo nell' ambito delle proposte formulate dalla « commissione, dei 19 » , che fu nominata dal ministro dell'Interno onorevole Scelba per compiere un approfondito ed obiettivo esame delle modifiche istituzionali opportune per normalizzare la situazione in Alto Adige . la materia è, come ho detto, estremamente complessa; e la graduazione dei consensi ottenuti dalle diverse proposte ha richiesto e richiede una attenta considerazione del Parlamento e del Governo prima che gli autorevoli suggerimenti siano tradotti in norme giuridiche. questo lavoro è in corso , reso difficile dalle vicende politiche che hanno caratterizzato, spesso drammaticamente, questi ultimi anni e dalla opportunità di saggiare la disponibilità austriaca a dichiarare chiusa la controversia in presenza di una autonoma e costruttiva posizione italiana in ordine ai problemi dell' autonomia dei gruppi linguistici in Alto Adige . da qualche parte ho sentito affiorare l' opinione che sia opportuno sciogliersi da questo vincolo e far cadere il parallelismo secondo il quale si è proceduto, rispettivamente, nella elaborazione delle nuove norme e nel sondaggio delle reazioni austriache al nostro atteggiamento. ma questo mutamento di rotta sarebbe certamente un grave errore. noi siamo dinanzi ad una controversia internazionale ed a raccomandazioni dell' Onu in ordine ai problemi ed alle esigenze, ai quali appunto si vuole provvedere utilizzando i risultati della « Commissione dei 19 » . poiché non pensiamo di sottrarci all' invito che ci è stato rivolto, poiché vogliamo promuovere una normalizzazione dei rapporti tra Italia ed Austria, poiché abbiamo buone carte da giocare e partecipiamo alla trattativa con prospettive di successo, poiché dobbiamo e vogliamo vincolare l' Austria ad una collaborazione efficace contro il terrorismo, lo sganciamento del negoziato dal processo di autonoma attività normativa dell' Italia non gioverebbe certo al nostro paese. lasciar cadere il punto di vista che ci ha guidato in questi anni significherebbe in pratica abbandonare a tempo indeterminato il negoziato con l' Austria e la prospettiva di un superamento concordato della controversia. la quale poi presumibilmente continuerebbe, con fastidio dei due paesi, con intralcio alla loro collaborazione, con l' allentamento dei vincoli che invece vogliamo stringere, per affrontare insieme quello che riteniamo un comune pericolo. è quindi del tutto prematuro dire, specie in una fase ancora aperta della trattativa, che cosa farebbe l' Italia, nel caso che il sondaggio incontrasse difficoltà ed apparisse sostanzialmente sterile. una seria ragione politica, dunque, ci induce a puntare sul contatto italo-austriaco ed a sforzarci, fatti sempre salvi gli interessi fondamentali del nostro paese, di rimuovere gli ostacoli che ritardano un' intesa definitiva e costruttiva tra i due paesi. naturalmente questa volontà, questo impegno, questa fiducia devono essere comuni alle due parti e devono esprimersi in quell' atteggiamento responsabile che abbiamo più volte fermamente sollecitato. mi è stato chiesto di chiarire il mio accenno a possibili statuizioni che vadano fuori delle previsioni dei 19. confermo che il quadro nel quale lavoriamo è quello offertoci dalla commissione Rossi, nel cui ambito effettuiamo un vaglio che ci porta, in alcuni casi che ho anche citato ad esempio, a non dare seguito ad alcuni punti pure indicati dalla commissione. correlativamente, in talune circostanze, è sembrato profilarsi una formulazione non esplicitamente contemplata dal rapporto Rossi, ma opportuna ed accettabile. si tratta però di fatti marginali, i quali non alterano in alcun modo l' equilibrio complessivo delle autorevoli proposte in ordine alle quali si è operato con responsabile prudenza. pur con la riserva già fatta di opportuno riserbo, ritengo conveniente fornire alcune indicazioni che, spero, potranno tranquillizzare sia coloro che temono che il complesso di misure sarà tale da esorbitare il limiti del consolidamento di una equilibrata autonomia, sia coloro che fossero indotti a ritenere che le stesse misure possano rappresentare non tanto un danno, quanto anche solo un potenziale pericolo per la salvaguardia degli interessi del gruppo linguistico italiano residente in Alto Adige . sarà forse utile ricordare che il complesso di misure di cui si tratta trae la sua origine dal fermo intendimento del Governo di contribuire allo sviluppo sociale ed economico di tutti i gruppi linguistici residenti in Alto Adige e verte, principalmente, su aspetti di interesse locale delle due province, nella cornice del rispetto dei più vasti interessi della regione Trentino Alto Adige e dei limiti invalicabili dei diritti dello Stato. le misure si riferiscono sia ai suggerimenti elaborati all' unanimità dai commissari, sia a quelli concordati a maggioranza. per alcuni di questi ultimi si è provveduto, come ho detto, a modifiche opportunamente equilibrate. ad esempio, si è ritenuto di potere esaminare favorevolmente qualche istanza altoatesina concernente problemi economici; ciò è stato fatto soltanto nel settore dello sviluppo industriale — il che non tocca la materia relativa alla disciplina dell' industria in generale e in particolare di quella già esistente — e, per il settore del credito, esclusivamente per quanto concerne la maggiore partecipazione delle province alle nomine delle cariche sociali delle casse di risparmio e d' esercizio dell' attività bancaria, nei limiti, ovviamente, degli interessi provinciali. ho ritenuto utile dare al Parlamento questi chiarimenti, particolarmente perché si tratta di una materia, quella economica, che giustamente preoccupa tutti coloro che sono pensosi dell' ordinato sviluppo economico delle province di Trento e Bolzano e del progresso sociale di tutti i gruppi linguistici dell' Alto Adige . desidero aggiungere che in altri importanti settori, come, ad esempio, quelli dell' amministrazione pubblica , della scuola, dell' assistenza sanitaria ed ospedaliera, del turismo, del collocamento al lavoro, della utilizzazione delle opere pubbliche e delle opere idrauliche ed in altri ancora concernenti l' attività artistica e culturale, il pubblico impiego , l' uso della lingua tedesca nei pubblici uffici, il complesso delle misure ipotizzate è stato predisposto tenendo anzitutto conto dell' interesse locale, che è stato ad un tempo la ragione d' essere delle misure stesse ed il limite della loro ampiezza. da varie parti mi è stato rimproverato il riserbo con il quale ho trattato il tema della possibile revisione delle norme di autonomia in Alto Adige , e tanto più si è deplorata questa riservatezza, in quanto la si è contrapposta ad una presunta comunicazione che il Governo avrebbe fatto alla Sudtiroler Volkspartei . respingo intanto come assolutamente infondato il rilievo polemico, secondo il quale vi sarebbe stata addirittura una trattativa da partito a partito. Governo e partiti hanno un senso molto vivo dei rispettivi compiti e limiti. il Governo mai ha abdicato e mai abdicherà ai suoi poteri costituzionali. ho detto poi nell' ultima parte del mio discorso di apertura in quali termini vada intesa e per quali tramiti sia avvenuta la sommaria informazione relativa ad ipotesi formulate nel quadro, del rapporto della Commissione dei 19. quando ho detto che sono stati effettuati dei sondaggi attraverso rappresentanti dei due ministri degli Esteri ho detto una cosa rigorosamente e tecnicamente esatta. nessun documento italiano è stato trasmesso al governo austriaco e tanto meno alla Sudtiroler Volkspartei . si sono avute delle conversazioni italo-austriache, nelle quali si sono scambiati punti di vista e sono state prospettate ipotesi di soluzione, non formulate in modo preciso e definitivo. il dibattito in seno alla Sudtiroler Volkspartei è stato fondato su un riesame del complesso delle proposte dei « 19 » , presumibilmente alla luce delle reazioni emerse nel corso dei sondaggi italo-austriaci. desidero confermare che non si mancherà, al momento opportuno, di dare un seguito, secondo la logica e le previsioni dell' accordo De Gasperi-Gruber , a consultazioni tempestive con le popolazioni interessate; e non si trascurerà di prendere in considerazione i modi migliori per assicurare una risposta positiva del Parlamento alle proposte che il Governo dovesse presentare. ribadisco infatti ben volentieri in questo momento il nostro doveroso ossequio al Parlamento, il cui largo consenso, espressione di quello del paese, è condizione indispensabile per rendere politicamente e giuridicamente valide le ipotesi di soluzione che fossero emerse nel corso del sondaggio. quanto alle ragioni che ci hanno imposto un certo riserbo, ripeto che esse non sono dovute a capriccio o ad insufficiente considerazione del Parlamento, ma ad un doveroso senso di responsabilità . l' onorevole Badini Confalonieri , nel suo appassionato intervento, ha proposto, oltre i rilievi ai quali credo di aver risposto or ora , anche un quesito relativo alla maggioranza necessaria per assicurare l' approvazione delle norme innovative in materia di autonomia e fare dell' Italia in questa circostanza un interlocutore valido. polemicamente ha detto che noi potremmo cadere o nella trappola comunista o nella trappola austriaca. desidero intanto confermare che il Governo definirà con attento studio quali siano gli strumenti legislativi idonei per tradurre in atto le proposte dei « 19 » . quali poi che siano le conclusioni di questi studi in ordine alle maggioranze richieste, il Governo farà le sue proposte ritenendo di interpretare esigenze nazionali e non di partito o di maggioranza, e le affiderà al senso di responsabilità di ciascun partito e di ciascun parlamentare. e ciò escludendo ogni ipotesi di opportunistico adattamento della maggioranza parlamentare che sostiene il Governo alle esigenze derivanti dai modi di votazione. sarebbe offensivo per i partiti, prima che per il Governo, ritenere che decisioni obiettivamente valide per la loro rispondenza agli interessi nazionali possano essere subordinate a concessioni di ordine politico, e cioè di sconosciute e strumentalizzate in funzione di interessi politici contingenti. il Governo è quindi tranquillo nell' atto di compiere il proprio dovere e di indicare al Parlamento che nel suo insieme ha il potere di provvedere, le soluzioni ritenute utili e giuste. del resto, nostro sistema costituzionale ha in sé gli strumenti per provvedere, nell' ipotesi che insorgano difficoltà per un' attuazione normativa di quel che si sia ritenuto necessario fare nell' interesse del paese. signor presidente , onorevoli Deputati , questo dibattito ha dato, io credo, com' è nei compiti del Parlamento, un chiaro orientamento all' opinione pubblica ; e ha reso più consapevole e, in certo senso, più sereno il popolo italiano . il problema del quale abbiamo parlato in questi giorni è dinanzi a noi in tutta la sua gravità. emozione e preoccupazione sono giustificate. ma oggi abbiamo una linea da seguire, che è emersa più sicura ed efficace dal confronto delle nostre idee. essa non ci promette il rapido superamento delle nostre difficoltà, ma ci indica chiaramente la via da seguire. è una linea di fermezza e di giustizia, che darà i suoi frutti forse più tardi di quanto noi possiamo desiderare, ma li darà certamente, contribuendo a tranquillizzare la vita politica italiana . non dobbiamo agitarci in modo scomposto né farci travolgere dagli avvenimenti. dobbiamo affrontarli serenamente e piegarli mano a mano in conformità delle nostre aspirazioni e delle necessità del paese. si richiede fermezza nel combattere il terrorismo, come ha detto il ministro Taviani, senza esclusione di colpi. si richiede fermezza nel contatto con altri paesi, in relazione sia alla cooperazione contro la violenza sia al superamento della controversia internazionale. si richiede fermezza nella difesa della nostra frontiera e dell' unità e integrità dello Stato italiano. respingo le accuse di debolezza, per noi come per il popolo italiano . il patrimonio che la nostra storia di sofferenze e di sangue ha accumulato non sarà disperso. ma si richiede anche giustizia, ma si richiede rispetto, ma si richiede volontà di utilizzare tutti gli strumenti che la vita democratica offre, per riconoscere i loro diritti agli uomini e ai gruppi. ciò non è incompatibile con l' unità della nazione, ma la prepara e la rende possibile. ciò non è incompatibile con la tranquillità e la pace dell' intera collettività nazionale, ché anzi la serenità di gruppi e persone la condiziona e la rende possibile. ho sentito parlare dall' onorevole Almirante di assimilazione progressiva delle minoranze linguistiche. questa non è la nostra politica. e se ciò fosse fatto, non solo non sarebbe utile alla nazione, ma alla lunga ne comprometterebbe gli interessi oltre che la dignità. perciò desidero dire quanto lo spirito di libertà e di rispetto, emerso in tanti civili interventi ed in quello così appassionato ed umano dell' onorevole Piccoli, che ha parlato nello spirito dell' onorevole De Gasperi ed a difesa della sua opera storica di giustizia e di tutela dell' integrità nazionale, trovino facile riscontro nel Governo e in me personalmente. è un atteggiamento coerente con la nostra politica generale, ma è soprattutto conforme alla ispirazione più naturale di questo nostro civile e umano paese, che, se libero, non sa essere ingiusto e sopraffattore. mi rendo conto, naturalmente, come tutti questi elementi, non contraddittori, ma diversi, debbono essere accortamente combinati perché ne risulti una linea politica efficace. questa la nostra difficile responsabilità che ci accingiamo ad assumere, confortati dalle vostre non equivoche indicazioni. ho detto in apertura che, essendo questo un grande problema nazionale, non dovevano valere per esso le differenziazioni polemiche che sono naturali nella quotidiana dialettica politica. confermo questa impostazione. ribadisco che mi rivolgo a tutti i partiti e a tutti i parlamentari e che a tutti mi rivolgerei, per la intrinseca importanza del tema, anche se non vi fosse alcun problema di maggioranza qualificata . ha detto l' onorevole Almirante che, dopo una prima positiva reazione, ha inteso il sottofondo politico di questo appello e si è tirato indietro. ebbene, egli ha sbagliato, perché a tutti mi rivolgo, perché vi sono cose alle quali deve provvedere la nazione intera. e l' onorevole Galluzzi ha colto l' occasione per chiedere che differenziazioni e polemiche siano eliminate, come in questo, e in ogni caso. ebbene, neppure egli ha capito. non si tratta di cambiare maggioranza, ma di fare, ciascuno al proprio posto, quello che è necessario per tutelare gli interessi del paese. ed io ho fiducia che, se vi sarà, per i temi e gli avvenimenti che pesano su di noi, una vasta, civile e ferma reazione del popolo italiano , domineremo la situazione e faremo di questa vicenda un punto di partenza per un più alto livello di convivenza democratica e pacifica in Italia e in Europa.