Giorgio ALMIRANTE - Deputato Opposizione
IV Legislatura - Assemblea n. 506 - seduta del 13-09-1966
Sull'Alto Adige
1966 - Governo III Moro - Legislatura n. 4 - Seduta n. 506
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , onorevoli colleghi , svolgendo la mozione che il gruppo del Movimento Sociale ha avuto l' onore di presentare intorno alla questione altoatesina mi riferirò — anche per dare, possibilmente, maggior concretezza al mio intervento — alle dichiarazioni rese ieri alla Camera dal presidente del Consiglio , il quale ha invocato la responsabilità, anzi la corresponsabilità del Parlamento e di tutti i gruppi parlamentari e ha fornito, sia pure con riserva, indicazioni — finalmente — sullo stato delle trattative con l' Austria e con la Sudtiroler Volkspartei in ordine alla questione dell' Alto Adige . si pone un primo interrogativo inquietante, che è di natura formale, sostanziale ed addirittura morale al tempo stesso : noi (dobbiamo chiederci se il Governo si sarebbe indotto finalmente ad informare il Parlamento e il paese circa lo stato delle trattative per la questione dell' Alto Adige se non vi fosse stato dolorosamente costretto da recenti, recentissime vicende luttuose, nonché dalla iniziativa politica che tempestivamente prima delle vacanze il nostro gruppo ebbe l' onore di prendere e che in quel momento quasi tutti gli altri settori dell' opinione pubblica qui rappresentati ebbero a definire molto imprudentemente, e forse insolentemente, come una speculazione. ritengo cioè di poter dire, per rimettere le cose a posto e per cominciare fin dall' inizio a precisare il nostro punto di vista , che il Governo è qui come imputato di fronte alla pubblica opinione , di fronte ad una coscienza di reazione nazionale così viva e vibrante, così ampiamente rappresentata anche da quotidiani che in (altre occasioni avevano tenuto ben più prudenti e moderati atteggiamenti: il Governo, insomma, è stato trascinato a rispondere al Parlamento ed al paese, finalmente! noi pensavamo e speravamo che, data questa situazione, il presidente del Consiglio ai mostrasse sensibile, almeno questa volta, al richiamo della coscienza nazionale. non ci sembra che egli lo sia stato; ci sembra anzi di aver rilevato, ieri, una sostanziale differenza anche di tono fra il nobilissimo discorso iniziale del presidente della Camera e il successivo discorso del presidente del Consiglio . ci è sembrato di poter dire — e lo diciamo serenamente — che il presidente della Camera abbia assolto al suo compito di portatore di istanze nazionali senza alcuna coloritura di parte; e ci è sembrato che il presidente del Consiglio abbia voltato le spalle, deliberatamente, non con un discorso moderato, ma con un discorso cinico, alle istanze nazionali che erano state rappresentate non soltanto dalla nostra parte, ma più altamente, al di sopra delle parti. è evidente che, se continuassi su questo tono, il mio discorso diventerebbe troppo pesante. intendo riferirmi, invece, ai lineamenti del discorso del presidente del Consiglio , alla sua esposizione punto per punto, per contrapporre alle tesi ufficiali del Governo le nostre osservazioni e le nostre tesi. tenterò di farlo con una moderazione che desidero imporre a me stesso, per il senso di responsabilità che tutti dobbiamo avere, e anche perché, forse, una volta tanto, questo dibattito può essere considerato o dovrebbe essere considerato come un dibattito esemplare di fronte all' opinione pubblica , e non soltanto di fronte all' opinione pubblica del nostro paese. il signor presidente del Consiglio si è riferito inizialmente — e non poteva fare altrimenti — all' accordo De Gasperi-Gruber . sul patto De Gasperi-Gruber (tutti i gruppi politici di questa Camera avranno la bontà di riconoscerlo) noi abbiamo da sempre espresso determinate tesi, che sono state definite quasi sempre tesi eccessive, estremistiche ed istero-nazionalistiche: abbiamo da sempre chiesto la denuncia del patto De Gasperi-Gruber ai vari governi italiani — sono venti anni che reiteriamo questa nostra richiesta — e abbiamo sempre considerato, dal nostro punto di vista , come un pesante errore l' accordo sottoscritto nel 1946 da Alcide De Gasperi . non pretendiamo, ovviamente, che un qualsivoglia governo italiano , che in particolare l' attuale Governo di centrosinistra condivida simile nostra posizione. non riusciamo a capire però perché l' attuale Governo di centrosinistra; si sia distaccato, in relazione al patto De Gasperi-Gruber , da posizioni che sono state per anni in questo dopoguerra — ce ne darete atto — tipiche e tradizionali dai governi del nostro paese. non capisco perché il presidente del Consiglio non abbia affermato ciò che, all' Onu (avrò modo di tornare su questo argomento) i rappresentanti di un governo italiano ebbero solennemente, ad affermare tanto nel 1960 quanto nel 1961: e cioè che l' Italia non può essere chiamata politicamente in causa per discutere sull' adempimento del patto De Gasperi-Gruber , in quanto l' Italia ha adempiuto gli impegni derivanti da quel patto. ma c' è di più. siccome il signor presidente del Consiglio ha parlato ieri ripetutamente di una « (quietanza liberatoria » — e lo perdoniamo per il termine adottato — da parte dell' Austria in relazione alle future concessioni italiane in materia di assetto interno della provincia di Bolzano, ci meravigliamo molto, ci lamentiamo e ci rammarichiamo, come italiani, veramente al di fuori e al di sopra delle parti, che questo Governo non ripeta solennemente quanto è stato ripetuto solennemente da tutti i governi italiani fin qui: e cioè che la quietanza liberatoria fu rilasciata dall' Austria e dalla Sudtiroler Volkspartei nel 1948, informa solenne e ufficiale, con documenti scritti che sono stati pubblicati a cura di precedenti governi italiani, a cura — signor ministro degli Affari esteri — di precedenti ministri degli affari esteri del nostro paese, in « libri verdi » che abbiamo sott' occhio, in ripetute pubblicazioni. fu precisato, secondo verità, che subito dopo la promulgazione da parte italiana della Costituzione e della legge costituzionale per lo statuto della regione speciale Trentino Alto Adige , sia i dirigenti ufficiali di allora della Sudtiroler Volkspartei sia quello stesso uomo di governo austriaco che aveva condotto con De Gasperi le trattative per il noto accordo espressero la loro piena sodisfazione. non voglio tediarvi con citazioni, poiché si tratta di documenti che avete avuto modo di consultare chissà quante volte, documenti che altri governi Nano richiamato non alla nostra attenzione, ma all' attenzione della controparte, all' attenzione dell' Assemblea delle Nazioni Unite . perché questo Governo non si serve neppure di documenti di cui precedenti governi hanno ritenuto di servirsi per porre la questione nei suoi giusti termini? perché questo Governo accetta di essere inadempiente nei confronti di un accordo che precedenti governi dissero, proclamarono, sancirono pienamente adempiuto? perché — non voglio fare nomi, essendomi proposto, nei limiti del possibile, di non attizzare eccessive polemiche — vi sono deputati della maggioranza, della Democrazia Cristiana , i quali con molta imprudenza e (dato che non faccio nomi posso dirlo) con assoluta incoscienza e con scarsa sensibilità nazionale concedono interviste in cui con tutta leggerezza parlano delle inadempienze italiane nell' attuazione del patto De Gasperi-Gruber ? anche se ciò fosse vero, sarebbe bene non dirlo. ma poiché vero non è, poiché l' articolo 2 del patto De Gasperi-Gruber , per chi sappia leggere, nel testo italiano e nel testo tedesco, parla con sufficiente chiarezza; poiché si è disquisito a sufficienza sulla formula e sul contenuto dell' articolo 2 e l' espressione « quadro » è stata collegata con le successive chiarissime espressioni dello stesso articolo, in cui si allude con tutta evidenza alla futura sistemazione regionale e si parla di consultazione delle popolazioni interessate; poiché le popolazioni interessate furono allora consultate; poiché fu costituita allora, prima della promulgazione dello statuto regionale speciale, una Commissione dei 18 che credo abbia funzionato molto meglio dell' attuale infelice Commissione dei 19; poiché quella Commissione dei 18, della quale facevano parte i rappresentanti dei cittadini di lingua tedesca dell' Alto Adige , seguì la formulazione dello statuto, l' apprezzò, l' approvò prima e successivamente; dobbiamo chiederci: di fronte a quale governo italiano ci troviamo? è un governo italiano quello che trascura di servirsi, non all' interno del Parlamento e del nostro paese, ma addirittura di fronte a contestazioni internazionali così pesanti e insidiose, degli strumenti che, sia pure in rapporto a un documento che io credo la storia potrà condannare o non approvare, sono a disposizione e sono stati a disposizione di altri governi, evidentemente diversamente orientati, meno pesantemente condizionati dell' attuale in senso antinazionale, o quanto meno più accorti e più dignitosi nelle trattative con altri paesi? dieci anni or sono — sono eventi memorabili perché, ahimè, in quest' Aula di rado si verificano — un deputato che s' intendeva di diritto internazionale , l' onorevole De Francesco , ebbe a pronunziare in merito al patto De Gasperi-Gruber una vera e propria lezione di diritto internazionale , che non trovò, se sono bene informato (perché sono sufficientemente attento ricercatore di testi), contestazioni in quest' Aula e, mi sembra, neppure fuori di qui. egli dimostrò la validità di una tesi su cui, se non sbaglio, successivamente è tornato in altra occasione l' onorevole Cantalupo, ribadendo gli stessi concetti. l' onorevole De Francesco dimostrò che giuridicamente l' accordo De Gasperi-Gruber non è stato trattato nel senso proprio del termine, e quindi non è — voglio ripetere la sua testuale affermazione — « un atto creativo di diritti e di obblighi internazionali » . si trattò semplicemente di un accordo politico, a livello di ministri degli Esteri . ci piacerebbe sapere il pensiero della Farnesina, degli esperti della Farnesina — senza necessità che anche in questo caso sentano prima il parere degli esperti della Sudtiroler Volkspartei e del governo austriaco — in ordine a questo importante problema. se questa tesi è valida, ed io non ho sentito che sia stata contestata, allora crolla tutto l' edificio politico e pseudogiuridico artificiosamente messo in piedi dal Governo di centrosinistra per giustificare un capovolgimento di posizioni. noi questo denunciamo: un capovolgimento di posizioni di fronte a quelle precedenti, che non erano le nostre, che abbiamo ritenuto di criticare, che erano certo più duttili e meno intransigenti (se vogliamo usare questa terminologia) delle nostre, ma che comunque, nei confronti delle attuali, erano posizioni che ci consentivano, come ora vedremo, di difendere il nostro paese. siccome anche di recente è stata celebrata — doverosamente — la memoria dell' onorevole De Gasperi , vorrei suggerire ai colleghi del gruppo democristiano, a cominciare dal presidente del Consiglio , di celebrare tale memoria con un diverso tipo di fedeltà agli impegni che scaturiscono da quello che essi chiamano (e hanno tutto il diritto e il dovere di farlo, dal loro punto di vista ) il « messaggio politico » degasperiano. l' onorevole De Gasperi , che si assunse allora la pesante responsabilità dell' accordo con Gruber, non certamente — sia detto e ripetuto una volta per tutte (anche su questo punto non temiamo contestazioni) — perché costrettovi dalle potenze vincitrici, in quanto queste avevano per due volte preliminarmente respinto le assurde richieste austriache per una revisione della frontiera del Brennero, andò poi in Alto Adige a pagare di persona, prima delle elezioni politiche del 18 aprile 1948, e pronunziò a Bolzano, subito dopo l' entrata in vigore dello statuto, un coraggioso discorso. egli sapeva probabilmente con chi aveva a che fare e pensava — sbagliando — di poter controllare determinati uomini, determinati movimenti politici , determinate forze tradizionali. egli dichiarò a Bolzano che si augurava che lo statuto fosse applicato così come era stato concesso e non fosse preso come punto di partenza per attuare un' autonomia in senso progressista. sono parole del 1948: non vi impegnano? e non vi vergognate, avendo mollato, non nei confronti, ripeto, di nostre o di altrui posizioni, ma delle vostre posizioni, di quelle posizioni che in materia furono prese dall' uomo che senza dubbio era maggiormente in grado fra tutti voi di esprimersi con sufficiente senso di responsabilità ? il presidente del Consiglio , richiamandosi al patto De Gasperi-Gruber , ha avuto la bontà di riferirsi, come dicevo poco fa, alle deliberazioni prese dall' Onu nel 1960 e nel 1961, ma non si è soffermato su quel momento abbastanza felice della nostra diplomazia come si è invece voluto soffermare su un momento molto infelice della nostra diplomazia, quello del 1964, a proposito del quale mi sia consentita una osservazione forse maliziosa. è strano che il presidente del Consiglio , che ci ha dichiarato di dover mantenere il riserbo in merito al pacchetto attuale, non abbia ritenuto di mantenere lo stesso riserbo in merito al pacchetto del 1964. forse perché responsabile della politica estera era in quel momento l' attuale presidente della Repubblica , e non l' attuale ministro degli Affari esteri ? noi non conosciamo gli interni o intimi segreti del centrosinistra. ma tornerò anche su questo argomento. comunque, sia pur di sfuggita, il presidente del Consiglio si è occupato della deliberazione dell' Onu. vogliamo rileggerla? penso che anche questo sia un punto di partenza obiettivo e responsabile, per contestare i successivi cedimenti e le attuali posizioni del Governo. risoluzione dell' Onu in data 27 ottobre 1960, punto 2: « se i negoziati non conducano a risultati sodisfacenti entro un ragionevole periodo di tempo , ambedue le parti diano favorevole considerazione alla possibilità di riportare una soluzione alle loro divergenze tramite uno qualsiasi dei mezzi contemplati dalla Carta dell' Onu, incluso il ricorso alla Corte internazionale di giustizia » . punto 3): « parimenti raccomanda che i paesi in questione si astengano da qualsiasi atto che possa danneggiare i loro amichevoli rapporti » . prima di passare a rapide osservazioni su queste deliberazioni dell' Onu, debbo ricordare che all' Onu l' Austria — e per essa il signor Kreisky, se non sbaglio — era andata con grosse presunzioni. l' Austria tentò allora di fare iscrivere nel dibattito all' Onu il problema dell' Alto Adige sotto l' intitolazione: « problemi relativi alla situazione e al trattamento della minoranza austriaca nel Südtirol » . l' Italia ottenne che l' Onu non accettasse questa intitolazione, sicché ogniqualvolta si parla, come si fa anche oggi, da parte di uomini politici austriaci, di minoranza austriaca nel Südtirol si è assolutamente fuori e al di là di quella che fu la manifesta e chiara volontà delle Nazioni Unite . il dibattito ebbe quindi luogo esclusivamente sull' applicazione o meno dell' accordo De Gasperi-Gruber . le Nazioni Unite non ritennero di entrare nel merito della questione, ascoltarono il punto di vista ovviamente divergente delle due parti, e, dato che l' Italia aveva accettato (noi deplorammo che così si fosse allora agito) il ricorso all' Onu per rispondere del proprio operato, invitarono le parti, come avevano l' autorità di fare anche per concessione del governo italiano dell' epoca, a continuare nelle trattative. però le Nazioni Unite posero un limite e parlarono di un « ragionevole periodo di tempo » : dissero cioè che se entro un ragionevole periodo di tempo le trattative per qualsivoglia motivo non si fossero sufficientemente concluse, le parti potessero rivolgersi ad altro tribunale; ed indicarono come tribunale quello che è la Corte di cassazione nel diritto internazionale , vale a dire la Corte permanente dell' Aja. le Nazioni Unite con ciò stabilirono non soltanto che se le trattative politiche non si fossero realizzate in maniera sodisfacente entro un certo periodo di tempo i due paesi avrebbero potuto ricorrere ad altri tribunali, ma che il prosieguo dell' esame della questione avrebbe avuto luogo solo in sede giuridica e non in sede politica. perché il governo italiano ha lasciato cadere questo formidabile strumento che un altro governo italiano si era guadagnato, in un momento nel quale noi non eravamo d' accordo? noi dicemmo infatti allora molto chiaramente, in polemica con il partito liberale , che a nostro avviso fin da quel momento si sarebbe dovuto adire la Corte dell' Aja , anziché andare alle Nazioni Unite . prendemmo atto però molto volentieri, allora e successivamente, del relativo successo della nostra diplomazia, per merito di un altro ministro degli Affari esteri che si chiamava — lo dico di passaggio — Antonio Segni, ed anche per merito di un capodelegazione che risponde al nome di Gaetano Martino . quindi prendemmo atto volentieri che un risultato non deteriore era stato raggiunto. che cosa fa il Governo di centrosinistra di questa arma a sua disposizione? non ci risulta che d' allora in poi le Nazioni Unite abbiano deliberato in senso contrario; ci risulta anzi che nel 1961 l' Assemblea generale dell' Onu si pronunciò nello stesso senso. non ritiene il governo italiano di valersi di questa indicazione? come è stato possibile, successivamente ai deliberati del 1960 e del 1961, che un qualsiasi governo italiano pensasse non solo di rinunziare a questo strumento, ma di lasciarsi invischiare nella nomina di una commissione di arbitrato politico? come sono possibili queste discontinuità di orientamento in seno al ministero degli affari esteri italiano e nei vari governi, che sono stati, grossomodo, in questi anni orientati politicamente sempre in uno stesso senso? ma — come vi ho già detto — vi è un' altra deliberazione, adottata lo stesso giorno (27 ottobre 1960) dall' Assemblea delle Nazioni Unite , che vi siete lasciati cadere di mano, il che è ancora più grave: il punto 3), che raccomanda ai due paesi di astenersi da qualsiasi atto che possa danneggiare i loro amichevoli rapporti. il signor ministro degli Affari esteri qui presente ha recentemente inviato un nobile messaggio di risposta al suo collega austriaco a proposito delle responsabilità nella preparazione degli attentati; un chiaro messaggio nel quale non ha esitato a denunciare le pesanti responsabilità dell' Austria nell' organizzazione, nella preparazione e nell' esaltazione degli atti criminosi. ritiene l' onorevole ministro degli Affari esteri che atteggiamenti di questo genere, da lui denunciati, possano danneggiare gli amichevoli rapporti tra Italia e Austria? cosa ne pensa l' onorevole presidente del Consiglio ? cosa ne pensa il signor ministro dell'Interno , che egualmente si è riferito a responsabilità di carattere internazionale? ritengono essi, ritiene il Governo di centrosinistra nella sua collegialità che l' Italia debba rinunziare ad avvalersi di uno strumento internazionale che è nelle sue mani, per lo meno a scopo dimostrativo? l' Italia deve continuare a farsi accusare di essere inadempiente nei confronti di un patto che ha completamente rispettato? deve continuare a farsi trascinare in giudizio da larga parte della stampa europea e mondiale come un paese che opprime o che non riconosce pienamente i diritti di una minoranza, quando si sa che l' Onu, sulla base di un esame sia pure sommario, ma per noi abbastanza sodisfacente, ha riconosciuto all' Italia un diritto che diventa un dovere non solo nei confronti della sua maggioranza, onorevole presidente del Consiglio , ma di tutti i partiti politici e di tutta l' opinione pubblica italiana? voi andate cercando strumenti per difendere il nostro paese, quando invece li avete già e non volete servirvene! perché non volete servirvene? quali sono le giustificazioni? chi ve lo impedisce? quali tendenze interne alla vostra coalizione, quali complessi d' inferiorità, quali stati d' animo vi impediscono di servirvi della vostra diplomazia e dei risultati che essa ha potuto ottenere? sono domande che l' opinione pubblica non può non rivolgersi, sono domande che noi vi rivolgiamo. e siccome, a proposito delle Nazioni Unite , organi di stampa italiani e soprattutto stranieri, e purtroppo anche esponenti di partiti politici rappresentati in quest' Aula, vanno parlando abbastanza spesso del problema della tutela delle minoranze, e vanno affermando che a prescindere dal patto De Gasperi-Gruber , a prescindere dai deliberati delle Nazioni Unite , vorrei dire persino a prescindere dalle posizioni, dalle richieste, dalle sollecitazioni dei vari governi austriaci , l' Italia democratica è comunque tenuta dalla sua stessa Costituzione ad osservare le norme del diritto internazionale e soprattutto le norme contenute nella Carta dei diritti dell' uomo a proposito di tutela delle minoranze, io che un giurista non sono — e vi chiedo quindi venia se per caso le citazioni cui mi riferire, dovessero apparire a qualche esperto tra voi improprie o non adeguate; attenderò i vostri lumi e soprattutto quelli del Governo a questo riguardo — sono andato a consultare i sacri testi; e ho fatto prima di tutto una scoperta o piuttosto un rilievo molto banale (però sono proprio certi rilievi banali che forse possono aiutare a capirci fra noi). il rilievo banale consiste nella constatazione che i richiami alla nostra Costituzione sono impropri. la nostra Costituzione all' articolo 6 non parla (come i signori del Governo ovviamente mi insegnano) di tutela delle minoranze etniche, parla soltanto di tutela delle minoranze linguistiche. c' è di più: era stato proposto da un componente dell' Assemblea costituente , esattamente dall' onorevole Codignola (attenzione alla sua parte politica , che ha sempre rivendicato simili posizioni) che si dicesse: « minoranze linguistiche e etniche » . la grande maggioranza dell' Assemblea costituente respinse quell' emendamento, per la preoccupazione che potessero sorgere equivoci e sotto il manto della tutela delle minoranze etniche potessero rivivere o vivere nella coscienza di talune popolazioni sentimenti od aspirazioni di carattere irredentistico o addirittura di carattere razziale o razzistico. la Costituzione italiana non soltanto, dunque, non ci impegna alla tutela delle minoranze etniche in quanto tali, ma vieta anche, per espressa ed esplicita volontà della Costituente, che si parli di minoranze etniche; vieta certo ai rappresentanti delle minoranze stesse di esprimersi o di agire politicamente o di chiedere riconoscimenti giuridici o addirittura di pretendere, come si parla in questo momento, adeguamenti e revisioni della Costituzione (perché di leggi costituzionali in questo caso deve trattarsi), che facciano riferimento alla accezione etnica e non a quella puramente linguistica della minoranza. ma c' è qualche cosa di più. di recente l' Avvocato dello Stato ha avuto modo di esprimersi al riguardo, in occasione di uno dei processi svoltisi a Milano contro gruppi di terroristi che hanno operato in Alto Adige . l' Avvocato dello Stato si è espresso a nome dello Stato, cioè a nome del Governo, nel 1964, in ordine al problema della tutela delle minoranze, con riferimento ai diritti delle minoranze in Italia nel quadro dei diritti delle minoranze nel mondo governato dai principi della Carta dell' Onu. l' Avvocato dello Stato (sebbene, trattandosi di un magistrato, non si possa parlare di linguaggio politico da parte sua o di ispirazione o di direttiva politica da parte del Governo; non mi risulta però che il Governo abbia richiamato quel magistrato e ne abbia smentito la manifestazione precisa di pensiero) ha ritenuto di esprimere i seguenti principi: 1) che titolari dei diritti relativi alla tutela delle minoranze sono i singoli individui e non le collettività (badate alla importanza e alla gravità di questo principio per tutte le implicazioni che esso comporta nella presente controversia); 2) che la soluzione ormai pacificamente accettata in dottrina e dagli stessi organismi internazionali è quella di una tutela minoritaria che tenga conto non solo delle esigenze dell' individuo, ma anche di quelle dello Stato e del suo diritto « ad una progressiva, pacifica, naturale assimilazione del gruppo minoritario » . quindi l' Avvocato dello Stato ha sostenuto il diritto naturale di assimilazione da parte dello Stato nei confronti della cosiddetta minoranza etnica dell' Alto Adige , nel momento stesso in cui gli organi dello Stato , vale a dire il Governo nella Presidenza del Consiglio , nel ministero dell'Interno , nel ministero degli affari esteri , stanno conducendo una tale politica, o stanno favorendo, o stanno tollerando — se volete — o stanno consentendo una tale politica in senso contrario, che oggi stesso dovremo parlare delle garanzie che vanno richiedendo e cercando, per non essere assimilati o cacciati, i cittadini del gruppo linguistico italiano della provincia di Bolzano. non so se voi vi rendiate conto che o si impugnano questi strumenti giuridici altamente rispettabili in tutte le sedi, oppure si scherza con le cose serie, il che non è lecito. del resto, quando l' Avvocato dello Stato ha asserito trattarsi di tesi pacificamente riconosciute aveva ragione. vi leggo l' articolo 25 del progetto di patto relativo ai diritti civili e politici che l' Assemblea dell' Onu ebbe occasione di redigere nell' immediato dopoguerra, articolo che dice testualmente: « negli Stati in cui esistono delle minoranze etniche, religiose o linguistiche » (si distingue dunque con l' « o » tra minoranza etnica, religiosa o linguistica: il che vuol dire che anche l' Assemblea delle Nazioni Unite ritiene che altro sia una minoranza etnica, altro sia una minoranza religiosa, altro sia una minoranza linguistica), « le persone appartenenti a tali minoranze non possono essere private del diritto di avere in comune con le altre persone dello stesso gruppo la propria vita culturale, di professare e di praticare la loro religione e di usare la loro lingua » . ma al tempo stesso l' articolo aggiunge: « si è pensato che le disposizioni relative ai diritti delle minoranze non dovrebbero essere applicate in modo tale che esse possano incoraggiare la creazione di minoranze nuove od ostacolare il processo di assimilazione, perché ciò rischierebbe di essere pericoloso per l' unità dello Stato » . questo dicono le Nazioni Unite ; e voglio anche permettermi di spiegarvi o — se mi consentite — di spiegare a me stesso, nella mia ignoranza in materia giuridica, i motivi politici per i quali le Nazioni Unite sono arrivate ad esprimersi in questo modo. se nel diritto internazionale postbellico fossero state inserite norme per la tutela delle minoranze etniche o addirittura delle minoranze nazionali o delle minoranze razziali, credo che qualche grosso paese, ad esempio l' Unione Sovietica , si sarebbe trovato in pesanti difficoltà. mi sapete dare notizie di minoranze che si chiamano, si chiamavano, si chiamarono la Lituania, la Lettonia, l' Estonia? se ne parla più? e vi è qualcuno fra i tanti rivendicatori dei diritti delle minoranze, qui, in questo Parlamento, in questo Governo del nostro paese, che si commuova per le sorti di quelle minoranze scomparse nel gorgo del comunismo mondiale? è logico che l' Assemblea delle Nazioni Unite , la quale ha agito politicamente, così come ogni assemblea di quel genere deve agire, soprattutto quando imposta nella parte iniziale le proprie funzioni, abbia dovuto esprimersi in questo modo. gli pseudogiuristi, gli incompetenti e — questa volta devo dirlo proprio sul serio — gli ignoranti di casa nostra (ignoranti perché vogliono ignorare, perché non leggono i documenti, perché non li studiano, anche se fanno parte di consessi, come la Commissione dei 19, nei quali forse sarebbe stato utile trattare seriamente di queste tesi), gli ignoranti di casa nostra, dicevo, addebitano all' Italia impegni che non risultano né dalla nostra Carta Costituzionale né dal diritto internazionale vigente, e che sono oltretutto smentiti dall' Avvocato dello Stato, per conto dello stesso Governo che poi si comporta nel modo che sappiamo. credo quindi, anche su questo punto, di essermi espresso a nome del mio gruppo con sufficiente chiarezza e senso di responsabilità , non chiedendo ad alcuno tra voi di accettare le nostre tesi « estremiste » , ma richiamandovi al rispetto di posizioni per le quali siete invitati, come Governo e come maggioranza, ad agire in difesa del nostro paese. a questo punto, signor presidente del Consiglio , continuando ad esaminare punto per punto il testo del suo discorso, arrivo a quella che ne è stata l' affermazione principale, e senza dubbio più pesante e più grave. desidero citare testualmente: « opinione del Governo è che non convenga dare ai terroristi un potere di decisione sulla continuità del negoziato e la possibilità di conseguire quella rottura ed esasperazione della situazione che è nei loro obiettivi » . signor presidente del Consiglio , io debbo dire che mi attendevo da parte sua e del Governo di centrosinistra una impostazione di questo genere fino a quattro o cinque giorni fa; ma quattro o cinque giorni fa, a seguito delle ultime luttuose vicende in Alto Adige , ho visto apparire con dolore, e con un certo senso di conforto e di speranza al tempo stesso , editoriali su giornali governativi, su giornali notoriamente vicini al suo pensiero, signor presidente del Consiglio , e ai suoi interessi politici, in cui si scriveva a tutte lettere: « è l' ora di reagire » . quando su Il Messaggero o sul Il Corriere della Sera , per non fare nomi, ho letto articoli in cui si asseriva essere addirittura ovvio che sotto l' incalzare degli attentati terroristici questo Governo avrebbe suggerito al Parlamento e al paese quanto meno un tempo di pausa e di meditazione, ho sperato che ella non avrebbe seguito la linea di condotta che in precedenza aveva dimostrato di voler tenere. quando poi, all' inizio della seduta di ieri, abbiamo udito il presidente della Camera affermare in un discorso (desidero ripeterlo rispettosamente) che non poteva e non voleva essere una intromissione politica nella controversia politica in corso , ma voleva essere l' espressione di larghi sentimenti di opinione pubblica , quando ho sentito — dicevo — il presidente della Camera dire: « muta in queste condizioni ogni prospettiva della controversia in atto » , la mia speranza si è accentuata. sicché, signor presidente del Consiglio , io devo manifestarle una delusione, un amaro disinganno, che non è soltanto nostro, ma credo esprima un sentimento assai diffuso nella pubblica opinione italiana; e voglio augurarmi, anche se questo mio augurio può sembrare in questo momento un poco fittizio, un poco irreale, che da questo punto di vista ella non incontri l' approvazione per lo meno di alcuni settori della sua maggioranza. se volessi essere ultraottimista, dovrei augurarmi, signor presidente del Consiglio (in fin dei conti augurare anche a lei, che rischia di uscire assai male, a titolo personale, come responsabilità non solo politica, ma anche storica di questa triste vicenda), dovrei augurare a lei e a tutti quanti noi che il segretario del suo partito avesse la bontà di dissentire apertamente dalla sua impostazione, se è vero come è vero , che in una occasione non lontana, il 19 settembre 1963, l' onorevole Rumor, quando esercitava le funzioni di ministro dell'Interno , ebbe ad esprimersi, in una situazione analoga, esattamente nei termini seguenti: pur manifestando una predisposizione favorevole alla ripresa del negoziato bilaterale, il governo italiano ha fatto sapere al governo austriaco il 12 luglio scorso che la proposta italiana di riprendere le trattative bilaterali con un incontro dei ministri degli Esteri a Salisburgo nella prima decade di settembre presupponeva naturalmente un' atmosfera di serenità fra i due paesi. la ripresa degli attentati terroristici verificatasi in Alto Adige pochi giorni dopo la proposta italiana indusse il governo italiano a sottolineare al governo austriaco che il perdurare o il rinnovarsi dell' azione terroristica in Alto Adige , nuocendo profondamente all' atmosfera tra i due paesi, avrebbe potuto finire con il compromettere la ripresa delle trattative bilaterali. il persistere poi dell' attività terroristica e gli indizi raccolti su connivenze che l' organizzazione terroristica trova in territorio austriaco hanno determinato ovviamente per sua autonoma riflessione e determinazione il Governo a proporre che l' incontro fra i ministri degli Esteri venisse aggiornato. è ben chiaro che ogni trattativa non può non essere collegata allo stabilirsi di un' atmosfera appropriata derivante da un diverso atteggiamento del governo austriaco , oggi manifestamente in contrasto con il punto 3) della risoluzione dell' Onu » . come vedete, le tesi da noi sostenute oggi non sono altro (lo dico con umiltà e con modestia) che il risultato del nostro amoroso studio delle tesi che voi sostenevate in periodi non lontani. guardiamo la data: estate 1963. l' onorevole Moro non era ancora diventato presidente del Consiglio della formula di centrosinistra; era in piedi uno di quei governi che si ama definire, in certi ambienti della pubblica opinione nazionale, « qualunquista » nelle sue impostazioni. era un Governo qualunquista? badate, era un Governo al quale noi non demmo la fiducia; un Governo, anzi, che espresse la preconcetta volontà, in quella occasione, con un certo malgarbo, di non avere il nostro voto di fiducia qualora glielo avessimo voluto concedere; comunque un Governo qualunquista, amministrativo, monocolore (definitelo come volete), che trovava il non eccessivo coraggio per rilevare essere ovvio quello che ovvio era ed è, essere naturale quello che naturale era ed è. io mi sono proposto e imposto di non cedere ad alcun richiamo non dico retorico, ma anche appena appena sentimentale. non dirò quindi che quel Governo si comportava con dignità e l' attuale Governo senza, perché anche questo è naturale ed ovvio. non c' è neppur bisogno di dirlo o di sottolinearlo. non so se l' onorevole Rumor, a nome della Democrazia Cristiana , ci farà l' onore di intervenire in questo dibattito. noi lo chiamiamo in causa come ex ministro, così come abbiamo il diritto e il dovere di fare in Parlamento ai sensi del regolamento della Camera, perché egli ci riferisca sulla sua attività — in quel momento — di ministro dell'Interno , sui suoi atteggiamenti, sulle informazioni che egli aveva circa le connivenze austriache con i terroristi e, quindi, sui seri motivi che nel 1963, in una situazione apparentemente identica all' attuale, indussero un Governo che non aveva la nostra fiducia a regolarsi in modo opposto al modo in cui si sta comportando e decide di comportarsi l' attuale Governo. e, onorevole ministro degli Esteri , io debbo scomodare anche lei per un momento perché, fra le tante e facili e — ripeto — ovvie e naturali citazioni, ho trovato una citazione che la concerne. ella, il 13 luglio del 1961, parlando in quest' Aula (e, se non sbaglio, il 13 luglio del 1961 lei aveva un' alta responsabilità governativa: mi pare che lei fosse presidente del Consiglio in quel momento), ebbe a dichiarare: « sennonché, il ripetersi e lo estendersi anche fuori della provincia di Bolzano » (il che si sta ripetendo) « di attentati, preannunciati in oscure minacce e previsioni già nei giorni scorsi nelle parole di esponenti politici austriaci, ha indotto, martedì 11 corrente, il Governo a sospendere la risposta alla nota suddetta, cioè ad interrompere le trattative e ad inviare in sua vece una formale protesta » . questa volta lei invia le formali proteste e continua le trattative, o almeno accede (io non sono informato dei segreti governativi) alle impostazioni del Governo di cui lei fa parte e accetta di continuare, anche in prima persona (perché a nome degli esperti è indubbiamente impegnato, perlomeno tecnicamente, il signor ministro degli Esteri ), e accetta, nelle stesse condizioni di allora (anzi, devo dire, in condizioni senza alcun dubbio peggiori di quelle di allora), di ribaltare un precedente atteggiamento. le due precedenti formule di Governo, contro le quali noi votammo, in periodi diversi e attraverso uomini diversi, hanno sostenuto una linea politica che noi ci sentiamo in questo momento di suggerire all' attuale Governo; ma l' attuale Governo non ritiene di continuare in quell' indirizzo. qual è il motivo? il signor presidente del Consiglio (debbo dargliene atto onestamente), rendendosi conto, come egli stesso ha detto, che questo era il punto più delicato del suo discorso di ieri, ha tentato di dare una giustificazione: ha tentato di darla, penso, non soltanto e non tanto al Parlamento, quanto all' opinione pubblica . egli ha detto ciò che abbiamo sentito riecheggiare in questi giorni su molti giornali governativi, anche questa mattina; ciò che ha avuto — io penso — la scarsa accortezza di dire anche il presidente della Commissione dei 19 (che dovrebbe imporsi, almeno lui, un certo riserbo, dopo tanti guasti, in questa circostanza!) ad un giornale del nord: cioè, il presidente del Consiglio ha detto che interrompere le trattative sarebbe un grosso errore e, in sostanza, significherebbe (tradotto in termini semplici o forse semplicistici il concetto espresso con la solita amabile tortuosità dal signor presidente del Consiglio ) fare il gioco dei terroristi che non vogliono gli accordi, che non vogliono le trattative, che non vogliono che si concluda tramite trattative e con accordi la vertenza italo-austriaca; e pertanto, se i terroristi, che non vogliono gli accordi, insistono negli attentati, l' Italia, che vuole gli accordi, per scoraggiare i terroristi e per non fare il loro gioco, deve proseguire impavida nelle trattative. signor presidente del Consiglio , ella è molto bravo, ma io certamente non la offendo né desidero lusingarla: riconosco semplicemente un suo merito dicendo che in fatto di sofismi ella è più bravo di tutti noi. chi ha detto, chi ha dimostrato (io sono qui per dimostrare il contrario e, purtroppo, posso farlo) che lo scopo dei terroristi, il loro fine politico e di chi arma loro la mano, di chi li finanzia, di chi li spinge all' interno del nostro paese (ne parleremo poi) sia in questo momento o sia stato in precedenza o possa essere in futuro quello di impedire il corso delle trattative fra l' Italia e l' Austria? non le è mai saltato in mente, dopo una esperienza ventennale che è nostra su questi modesti banchi ma anche sua su banchi ben più responsabili ed importanti, non le è mai saltato in mente ciò che tutta la stampa italiana ha riconosciuto in tante occasioni, anche in quelle attuali, e cioè che da parte austriaca (per ora mi limito ad esprimermi genericamente così) e della Sudtiroler Volkspartei , di tutti gli ambienti che fanno capo all' Austria, si sta attuando la politica del carciofo nei confronti del nostro paese? non si è mai accorto, signor presidente del Consiglio , che l' Austria non poteva iniziare le manifestazioni e le sue rivendicazioni nei nostri confronti nel 1946, 47 e 48 perché in quel momento l' Austria era ancora occupata da quattro eserciti stranieri e non aveva riacquistato la sua piena sovranità, la capacità di agire internazionalmente? non si è accorto, studiando gli atti, signor presidente del Consiglio , che, guarda caso , la prima delegazione della Sudtiroler Volkspartei che si sia recata in Austria lo ha fatto quando l' Austria stessa ha riacquistato la propria autonomia e alla vigilia della firma del trattato di Stato del 1955? non le hanno detto che il primo memorandum austriaco all' Italia e contro l' Italia è stato quello presentato dopo la firma del trattato di stato perché l' Austria lo poteva fare? non le hanno mai spiegato che da allora in poi l' Austria, paese neutrale ai sensi del trattato di stato, ha violato e sta violando i suoi impegni internazionali? penso che gli esperti della Farnesina potrebbero su questo illuminarci. non le hanno mai spiegato che l' Austria ha violato e sta violando la neutralità che si è autoimposta attraverso la linea politica che conduce anche internazionalmente nei confronti del nostro paese? non le hanno mai spiegato che contropartita dell' accordo De Gasperi-Gruber dato che questo accordo appare essere un fatto unilaterale (e non esistono accordi unilaterali) — era la sanzione definitiva da parte austriaca del trattato di San Germano e che l' Austria rivendicava revisioni di frontiera anche in sede internazionale, anche all' Onu, violando ogni patto e aumentando via via le sue rivendicazioni? non si è accorto che le rivendicazioni della Sudtiroler Volkspartei sono andate crescendo di anno in anno? ho riletto con melanconia (non certo per divertimento) gli Atti parlamentari di tutto questo dopoguerra. melanconia dei primi discorsi dei rappresentanti della Sudtiroler Volkspartei che venivano qui a chiedere qualche concessione relativamente alle opzioni e soprattutto qualche riconoscimento, di carattere economico per i poveri rioptanti i cui beni non erano stati rivalutati e il diritto a pensione per i bravi soldati della Wehrmacht che hanno avuto tutte le pensioni e tutti i riconoscimenti, mentre molti combattenti della repubblica sociale italiana hanno dovuto attendere e attendono ancora. melanconie di quei timidi interventi, di quei primi passi : poi — e lo notò allora un deputato di Bolzano che non è più qui presente, l' onorevole Facchin — non appena si manifestò una situazione internazionale che vedeva in difficoltà l' Italia, i rappresentanti della Sudtiroler Volkspartei mutarono atteggiamento e fu l' onorevole Guggenberg, se non sbaglio, a pronunciare il primo discorso aggressivo contro un governo italiano . sapete quando? nel 1953, quando eravamo impegnati nella controversia relativa a Trieste. vi siete mai chiesti, con tutti i vostri esperti di Governo, come mai la controversia fra Austria e Jugoslavia a proposito della Carinzia, che pure riguarda una grossa minoranza, dorma e nessuno ne parli e tutte le rivendicazioni si indirizzino soltanto nel nostro senso, crescendo sempre di misura? non vi siete mai accorti — basterebbe leggere gli atti — che la lievitazione ha avuto luogo proprio attraverso lo scoppio clamoroso degli attentati terroristici nella famosa e famigerata notte dei fuochi dell' 11 e 12 giugno 1961? non vi ricordate che quella « notte dei fuochi » era stata preceduta da una vera e propria proclamazione di guerra a Castel Firmiano da parte di taluni esponenti, che oggi avete la faccia tosta di definire moderati, della Sudtiroler Volkspartei con alla testa il signor Magnago, contro il popolo italiano , contro la nazione italiana? non avete visto di anno in anno, di mese in mese, marciare di pari passo l' esercito dei banditi attentatori e quello dei banditi politicanti? non ve ne siete accorti forse perché tutto questo non riguarda rivendicazioni nei confronti dei governi di centrosinistra o delle posizioni di potere democristiane o socialiste, ma riguarda soltanto rivendicazioni nei confronti del nostro paese e degli italiani di Bolzano. avreste pur dovuto accorgervene! ma se non ve ne siete accorti si vede che non avete neppure letto ciò che hanno proclamato apertamente, sfrontatamente, gli organizzatori degli attentati. vi leggo qualche cosa delle dichiarazioni di Burger. oggi tutti sanno chi sia Burger, ma lo si sapeva da molti anni. negli ambienti governativi italiani e del ministero dell'Interno il dossier Burger dovrebbe essere un grosso dossier, io oso pensare. bene, questo signore ad un processo svoltosi a Graz ebbe a fare alcune dichiarazioni. gli austriaci di tanto in tanto, per prenderci ancor meglio in giro, celebrano dei processi contro dei poveri « frilli » , come si direbbe, onorevole Taviani, nella sua Genova: pescano dei poveri cialtroncelli responsabili di niente, li processano. accade così che i « frilli » vengono processati e naturalmente assolti. testimoni a discarico sono i capi terroristi. il signor Burger frequenta le aule giudiziarie austriache in veste di testimone a discarico. non è avvenuto una volta sola, è avvenuto anche di recente. desidero leggervi una delle tante spavalde dichiarazioni che il signor Burger testimone a discarico ha pronunciato a Graz nel corso di un processo-farsa. egli ha detto: « è una situazione momentanea di disagio per i sudtirolesi, destinata però a logorare la volontà dell' Italia nel perseguire la sua politica. con le bombe però abbiamo ottenuto le discussioni all' Onu, la Commissione dei 19, e così via . ho parlato con un alto esponente sudtirolese il quale mi ha detto che da quando vi sono gli attentati gli italiani sono più pronti a discutere; altrimenti cercano di prendere tempo. quindi noi con le bombe dobbiamo costringerli a discutere e a cedere » . ecco quanto pubblicava Il Corriere della Sera a proposito delle dichiarazioni fatte da Burger e da Kienesberger durante lo stesso processo: « i due hanno espresso la loro sodisfazione per i risultati ottenuti dalla politica delle bombe che ha spinto l' Italia a trattare con l' Austria e che ha frenato l' immigrazione degli italiani in Alto Adige » . voi potreste giustamente dirmi che non ho il diritto di prendere sul serio in un' Aula parlamentare le dichiarazioni spavalde di un bandito e che i documenti presentati fino ad ora non meritano attenzione. accetto da me a me stesso il richiamo. ed è per questo che ho qui con me un documento che dovreste riconoscere perché è governativo: è il « libro verde » pubblicato a cura del ministero degli affari esteri nel 1961, in cui testimonianze di questo genere, evidentemente prese sul serio dall' Italia se inserite in un documento destinato all' attenzione più internazionale che interna, non scarseggiano davvero. ve ne fornirò qualcuna; vi prego poi di andare a studiare questo testo che ha una notevole importanza. il 2 dicembre 1959 in occasione del dibattito sul bilancio al Parlamento il ministro federale degli affari esteri dottor Kreisky (non si tratta più di un bandito o perlomeno non si tratta di un bandito facente la sua professione in maniera diretta e chiara), riferendosi alle conversazioni italo-austriache sull' Alto Adige , ha detto: « con la trattazione di questo problema si deciderà se i metodi di trattazione pacifica dovranno essere condannati perché infruttuosi, mentre con altri metodi, come mostrano gli esempi di questi ultimi anni, si può ottenere giustizia » . è il governo austriaco che parla questo linguaggio nella persona di un ex ministro degli Esteri che a taluni settori di questo Parlamento (e forse non soltanto in questo Parlamento) è molto caro per precedenti, per amicizie, per relazioni anche personali. tutti potete dire chi è Bruno Kreisky, con il quale successivamente i vari governi italiani, uomini politici di primissimo piano, accettarono di trattare, e al quale hanno stretto la mano tutti i più noti personaggi politici governativi del nostro tempo. scorrendo lo stesso testo, notiamo che l' accenno del ministro federale degli affari esteri è stato immediatamente ripreso dal presidente regionale del Partito Popolare austriaco, cioè il partito democristiano . sono i colleghi con i quali vi trovate, onorevoli Deputati della Democrazia Cristiana , in quelle belle riunioni internazionalistiche, in cui i vari partiti della Democrazia Cristiana rilevano unanimità di vedute intorno a problemi stratosferici, mentre gli altri si riservano di fare i propri interessi in casa propria ai danni nostri, e noi naturalmente di apprezzare i loro atteggiamenti, quali essi siano. ebbene, sapete come si chiamava questo presidente regionale, del Partito Popolare austriaco? dottor Oberhammer. non so se questo nome vi dica qualche cosa. penso che a qualche collega dica qualche cosa, perché il dottor Oberhammer guidò la delegazione austriaca all' Onu al momento delle trattative con l' Italia nel 1960-61. successivamente il dottor Oberhammer è stato giudicato dal tribunale di Milano e condannato, se non sbaglio, a trent' anni di carcere per comprovata complicità in attentati contro l' integrità dello Stato italiano, alla guida dei terroristi. sono questi i personaggi politici che vi danno affidamento, o che ve lo hanno dato in precedenza, circa la possibilità di raggiungere dei risultati attraverso le trattative e non con le bombe. sentite che cosa ha detto allora il signor Oberhammer: « al dibattito sul bilancio il ministro degli Esteri austriaco ha detto che il Sud Tirolo è un problema che può dimostrare se sono il diritto e la giustizia ad avere il sopravvento e se le trattative costituiscano la via migliore per raggiungere allo scopo, oppure se sono necessarie le bombe. questa è una espressione che non si può ignorare. per quindici anni il Tirolo del nord e del sud ha dato prova di pazienza; ma ci si chiede fino a quando si potranno tenere a freno gli uomini che pretendono solo di vedersi restituire quanto spetta loro di diritto, se vedono che è in gioco la questione essenziale » . volete un' altra citazione? si è parlato di apologia del delitto, di incitamento al delitto, e ci si chiede se siano espressioni oltranziste sfuggite dalla penna di giornalisti esagitati. sentite il giornale viennese Heute del 25 febbraio 1961: « se vogliamo trarre dalle esperienze degli ultimi anni una conclusione cinica ma realistica, dobbiamo notare che anche nel mondo occidentale e libero una minoranza etnica o un paese che combatte per la propria libertà possono fare affidamento su sforzi internazionali tendenti a risolvere il conflitto soltanto quando tale conflitto ha causato i primi morti. di conseguenza, anche il Sud Tirolo avrebbe bisogno del sacrificio di un paio di vite » . ahimè, non siamo soltanto al paio di vite! è bene che i colleghi sappiano, se per caso non hanno fatto i conti, che tra morti e feriti a causa degli attentati o nelle operazioni relative alla prevenzione degli stessi, le forze armate italiane e le forze dell'ordine hanno perduto circa 600 elementi in questi ultimi anni. credo che il signor ministro dell'Interno vorrà confermare poi, se lo crede, l' esattezza di questa cifra. di conseguenza — prosegue lo scritto — anche il Sud Tirolo avrebbe bisogno del sacrificio di un paio di vite per scuotere l' Italia dalla sua testardaggine e l' opinione pubblica mondiale dal suo disinteressamento » . tralascio altre citazioni per non tediarvi, pregando i colleghi e soprattutto i membri del Governo di voler richiamare se stessi ad atti governativi ufficiali come questo. attraverso queste notazioni siamo arrivati, seguendo il corso dell' esposizione del presidente del Consiglio , all' altro punto centrale del dibattito in corso , il punto relativo alle responsabilità internazionali: le bene individuate responsabilità transalpine di cui ha parlato il presidente della Camera , e quelle responsabilità austriache, o germaniche, di cui hanno parlato in pratica tutti i rappresentanti del Governo e della maggioranza e tutti i giornalisti italiani in questi ultimi tempi. debbo in primo luogo permettermi di citare con esattezza le affermazioni del presidente del Consiglio nei confronti dei rapporti fra Italia e Austria da questo punto di vista . il signor presidente del Consiglio ha detto (cito testualmente): « poniamo con grande fermezza l' esigenza di una organica e impegnata collaborazione dell' Austria » . poi ha detto: « la violenza danneggia i due paesi » , e poi ha aggiunto, con un sottile regresso dialettico e psicologico: « Italia e Austria sono chiamate a contribuire efficacemente alla eliminazione del terrorismo » . quindi si parte (e non è nuovo il signor presidente del Consiglio a queste imprese dialettiche) da una affermazione apodittica e moralmente impressionante: grande fermezza. si passa poi ad una affermazione che frettolosamente potrebbe anche essere considerata valida: cioè la violenza danneggia i due paesi. se ne tira una sottile ed imprevedibile conseguenza politica: cioè Italia e Austria sono impegnate a risolvere il problema. la prossima volta il presidente del Consiglio ci dirà che le responsabilità sono tanto austriache quanto italiane e la volta successiva saranno soltanto italiane e si scoprirà che è in casa nostra e probabilmente nel nostro settore che si devono cercare i responsabili. non per nulla il signor De Luca continua a fare il necroforo alla televisione. ma c' è qualcosa di più bello ancora. a proposito del governo austriaco il signor presidente del Consiglio (davvero un artista) ha detto: « uomini dei quali conosciamo la sincerità dei sentimenti di solidarietà » . solidarietà! non ha detto con chi. se siano solidali con i terroristi, con il Governo, federale del Nord Tirolo (come lo chiamano loro), con la Sudtiroler Volkspartei , se siano solidali col centrosinistra italiano, con la Democrazia Cristiana italiana, non si sa. sono uomini solidali e questo rassicura il signor presidente del Consiglio . sinceri nella solidarietà! è veramente un' opera d'arte ! e poi ha aggiunto: « non dubitiamo che anche da parte austriaca si debba provvedere » . provvedere a che cosa? il ministro degli Esteri , come mi sono permesso di ricordare, ed anche il ministro dell'Interno , nelle loro affermazioni (le affermazioni del ministro dell'Interno qui in Aula, quelle del ministro degli Esteri attraverso quel suo messaggio al ministro degli Esteri austriaco) si sono impegnati un poco di più; anzi il ministro degli Esteri molto di più. il ministro dell'Interno , riferendosi alla prevenzione e repressione del terrorismo all' interno dei nostri confini, ha detto: « combatteremo il terrorismo senza esclusione di colpi » . il ministro degli Esteri nel suo messaggio chiede « adozione da parte delle autorità austriache di tutte le misure necessarie ad impedire nel territorio federale la preparazione degli attentati, il rifugio degli attentatori, la esaltazione del terrorismo » . credo che un ministro degli Esteri serio e rispettabile, senza alcun dubbio, non si sia lasciato indurre a vergare un simile messaggio pubblicato con grande rilievo da tutta la stampa e con una precisa destinazione internazionale (quindi un messaggio al quale poteva anche essere contrapposta una sdegnosa replica da parte austriaca, replica che non ci sembra sia arrivata in termini sdegnosi) senza avere le sue buone ragioni. penso quindi che ufficialmente il Governo ritenga che le autorità austriache siano in grado, quando lo vogliano, di impedire nel territorio federale la preparazione degli attentati, il rifugio degli attentatori, la esaltazione del terrorismo. quindi il governo italiano ritiene che l' Austria in questo momento consenta nel suo territorio o non impedisca nel suo territorio, potendolo, la preparazione degli attentati, il rifugio degli attentatori, la esaltazione del terrorismo. ora io mi chiedo, signor ministro degli Esteri , quando ella si induce ufficialmente ad inviare un messaggio di questo genere, così pesante, quasi provocatorio oserei dire, ad un suo collega ministro degli Esteri rappresentante di un altro Stato, e ritiene altresì (come senza dubbio è esatto) di avere le prove o, quanto meno, di avere sufficienti indizi per poter inviare, senza essere smentito dai fatti e dalla controparte, un messaggio di questo genere, crede ella che il tutto possa esaurirsi qui? nei confronti di uno Stato che sul suo territorio consente la preparazione di attentati in casa nostra, offre rifugio ai terroristi dopo che hanno assassinato i nostri soldati, provvede, come ora mi permetterò di ricordare, non dico di documentare, al finanziamento persino delle organizzazioni terroristiche, le esalta o le lascia esaltare dai suoi organi di stampa ufficiali, dalla sua radio, dalla televisione, lei crede che ci si possa limitare a un messaggio? e il Governo che cosa ne pensa? in attesa che il Governo voglia darci qualche cortese risposta, mi permetto, anche a questo riguardo, di offrire alla meditazione del Governo e dei colleghi di ogni parte politica alcuni documenti sulle responsabilità austriache. avverto che si tratta dei modestissimi documenti che posso essermi procurato senza fruire di particolari fonti di informazioni; e chiedo scusa pertanto ai componenti del Governo, che indubbiamente debbono avere nei loro dossiers dei documenti molto più pesanti che si riserveranno di esibire dopo che le trattative con l' Austria saranno state concluse e altri morti italiani saranno stati seminati sul terreno. al Senato (questo non è un documento ma un semplice richiamo) nel novembre 1965 (data molto recente) l' allora ministro della Difesa Andreotti ha annunciato che il governo italiano aveva chiesto ufficialmente a quello austriaco l' estradizione dei quattro terroristi della Valle Aurina , il signor Forer, il signor Steger, il signor Oberlechner, il signor Oberleiter. l' onorevole Andreotti disse in quella occasione: « sarebbe molto grave se l' Austria si assumesse la responsabilità morale di fronte al mondo di sottrarre ai giudici gli incriminati di un assassinio al quale proprio gli altoatesini di lingua tedesca hanno giustamente negato la qualifica di delitto politico » . desidero spiegare, per chi non se ne rendesse conto, il significato dell' ultima parte di questa grave affermazione dell' allora ministro della Difesa . il ministro della Difesa si riferiva al fatto che, se l' Austria avesse accettato di incriminare per reati comuni gli assassini, che sono comuni banditi, che operano in Alto Adige , non avrebbe potuto negare (mi si corregga se sbaglio) la richiesta italiana di estradizione. se l' Austria invece si fosse rifugiata nella qualificazione, nella nobilitazione di delitto politico — con ciò assumendosi, evidentemente, qualche corresponsabilità di natura politica o addirittura di natura nazionale — allora l' Austria avrebbe potuto negare l' estradizione. sta di fatto che fino ad oggi questa richiesta del governo italiano non è stata esaudita. ritiene l' attuale Governo di farla propria? l' ha fatta propria l' attuale Governo? il signor ministro della Giustizia — in questo momento assente e non gliene faccio assolutamente un addebito, perché non era tenuto ad essere presente — il quale fu così sollecito, in un' altra occasione, a concedere la necessaria autorizzazione del suo ministero per l' incriminazione di un giovane imputato per un reato presunto commesso in Austria, come si è comportato? e come intende regolarsi? è questa — la richiesta di estradizione di quattro noti banditi — una richiesta che il Governo da lei presieduto, onorevole Moro, sia in condizioni morali di fare in questo momento nei riguardi dell' Austria, o neppure questo si può osare di fare? è una domanda che noi crediamo di poter porre, che abbiamo il diritto di porre. anche perché, come tutti sanno e come forse in particolare il signor ministro dell'Interno avrà modo di sapere, questi quattro, che il noto Burger chiama « i quattro ragazzi della Valle Aurina » , sono assai probabilmente coloro che hanno compiuto l' attentato a San Martino di Val Casies . vuole, per cortesia, il Governo rispondere su questo punto? o desidera, il Governo, una chiamata di correo, da parte nostra, in complicità morale di assassinio, in questo caso? vuole, il Governo, dirci se sia vero o no che risulta, che è risultato ai suoi servizi di informazione che « i quattro ragazzi della Valle Aurina » continuano a salire e scendere con assoluta tranquillità e — mi duole dirlo — con la vergognosa omertà delle popolazioni (lo so, perché sono stato in quei luoghi, come molti altri di noi), delle popolazioni che non vedono e non sentono, che hanno nobilitato e riabilitato la mafia e il banditismo in quelle contrade, con il loro comportamento e con il loro atteggiamento? che cosa dice il Governo a proposito di ciò? sa il Governo (lo ho ricordato poco fa) che il signor Oberhammer, con cui i governi italiani hanno trattato, è stato condannato a 30 anni di reclusione da un tribunale italiano, a conclusione di un processo che perfino la stampa austriaca ha avuto modo di dover giudicare come un processo svoltosi con tutti i crismi della legalità? sa il Governo che, nel corso di quello stesso processo, la nostra magistratura ha potuto accertare — ed è stato dichiarato e non smentito — che la sede del BAS — il famigerato comitato di cosiddetta liberazione a Innsbruck — è ufficialmente pagata dal governo regionale del Nord Tirolo ? conosce il Governo questa notizia? e l' onorevole Piccoli, che mi onora della sua presenza e della sua attenzione, ricorda quanto egli ebbe a dire il 15 giugno 1961 in quest' Aula, a proposito del giornalista austriaco Wolfgang Pfaundler che fu al centro, a Innsbruck, di un ritrovamento di armi destinate all' Alto Adige , ritrovamento che sollevò molto scalpore? di lui la stampa tedesca indicò i legami con una organizzazione segreta, un corpo di liberazione, al solito — fatalità dei nomi — che faceva capo a taluni ambienti del Tirolo. nessun provvedimento fu preso contro il Pfaundler — l' ha detto l' onorevole Piccoli — il quale parlando dell' Alto Adige annunciò « metodi di lotta che sollevassero clamore » . chiedo agli onorevoli rappresentanti del Governo: il testamento del terrorista Amplatz vi è noto? questo testamento è stato pubblicato prima su un organo di stampa viennese socialista, Die Arbeiter Zeitung , poi è stato pubblicato su giornali italiani, poi si è saputo, ma soltanto attraverso non confermate indiscrezioni che, di fronte al clamore suscitato dalla rivelazione, il governo austriaco avrebbe mandato il testo autentico al ministero degli Esteri italiano. se, quindi, i suoi esperti, onorevole Fanfani, volessero farci sapere, attraverso la sua cortesia, qualcosa, saremmo grati. il testamento di Amplatz, di cui cito alcune parti, è un documento clamoroso. ecco qui: « le prime conversazioni le avemmo » (parla di se stesso e di un gruppo di terroristi) « a Innsbruck col giornalista Wolfgang Pfaundler » (ecco, onorevole Piccoli, la conferma alle sue notizie) « che ci mise poi in contatto con Fritz Molden di Vienna. il Pfaundler aveva il compito di provvedere alla propaganda, il Molden al denaro e alle armi. questa collaborazione riuscì molto bene. ricevemmo ottime armi che poi furono trasportate da altre persone nel Sud Tirolo . svegliata che fu la loro attenzione sui nostri progetti, parecchi uomini politici vi acconsentirono. così il socialista consigliere regionale tirolese Rupert Zechtl che ci propose più volte di parlare con il ministro degli Esteri dottor Kreisky e con altri uomini politici del suo partito. a metà di settembre del 1959 Kissbauer ed io fummo invitati, attraverso Zechtl, a presentarci a parlare dei nostri piani col ministro degli Esteri Kreisky » . ed ecco il racconto: « i tre uomini » (i tre terroristi) « espressero il loro punto di vista e giocarono a carte scoperte. dissero anche che prossimamente sarebbero avvenute esplosioni nel Sud Tirolo . Kreisky ascoltò attentamente ed era anche d' accordo con ciò che gli uomini avevano detto. egli disse testualmente: « non avrei creduto che nel Sud Tirolo ci fossero ancora uomini del genere che si dedicano a cose così pericolose. bene se una volta tanto qualcosa esplode nel Sud Tirolo perché soltanto così il mondo rivolgerà la sua attenzione a questo problema » . la stessa cosa Kreisky aveva già detto a Klotz alcuni mesi prima. l' incontro Kreisky-Klotz era avvenuto nel febbraio 1959. Klotz disse allora a Kreisky: « gli italiani diventano sempre più insolenti nel nostro paese. se continua così, un giorno replicheremo » . e Kreisky: « ciò costituisce l' unica possibilità per farci aria » . l' autenticità di questo documento potrebbe essere messa in discussione, fino a quando almeno il ministero degli Esteri non si deciderà a sciogliere l' enigma di cui ho parlato. ma c' è un altro documento che non credo possa essere messo in discussione perché è stato acquisito agli atti della magistratura italiana ed è la confessione del famigerato Andergassen, del quale, se non erro, anche ieri l' onorevole ministro dell'Interno ha dato notizia, riferendosi alla sua banda sgominata, precedente necessario del processo di Milano a seguito del quale egli è stato condannato. non voglio mettere nell' imbarazzo nessuno. al solito, non faccio nomi se non per citazioni cortesi, e non mi riferisco a quella parte della confessione dell' Andergassen, attraverso la quale fu incriminato un nostro collega, che si presentò al processo di Milano e fu assolto. mi riferisco a un' altra parte della confessione dell' Andergassen che non è stata ritrattata, come era stata ritrattata, certo a caso e spontaneamente, la confessione di cui ho parlato or ora , e mi riferisco a quanto l' Andergassen ha detto a proposito dell' Oberhammer, di cui abbiamo parlato poco fa. « sopra di noi vi erano una o più personalità con la quale o con le quali tenevamo i contatti attraverso il signor Oberhammer, consigliere regionale del Tirolo. da tale alta fonte, che io ritengo si trovasse a Vienna, giungevano suggerimenti sull' epoca nella quale commettere gli attentati » (allude in particolare all' estate 1963). « ritengo, ma non posso provarlo con elementi precisi, che la stessa alta fonte viennese fornisse i necessari mezzi finanziari alla nostra organizzazione » . fra parentesi quadra ricordo che svolsi, signor ministro dell'Interno , diverso tempo fa una interpellanza nella quale fra l' altro mi permisi di chiedere se fosse vero che uno dei capi dei terroristi austriaci, il signor Klotz, viva a Vienna in un albergo a spese o di associazioni cosiddette di beneficenza o addirittura del governo austriaco , senza alcuna vigilanza. non ebbi allora risposta. credo che in questo momento una risposta potrebbe essere utile, non per impedire che il Klotz discenda in Italia a tentare di ammazzare qualcuno, ma per lo meno per accertare un' altra responsabilità austriaca in tempo utile. « in particolare — continuo a leggere la deposizione Andergassen — il dottor Heuberger, in quest' opera di collegamento, agiva insieme ad Oberhammer. quando io parlavo con Heuberger era come se parlassi con Oberhammer. i due, in particolare, suggerivano il momento adatto per gli attentati. tengo a precisare che la data di inizio degli attentati doveva essere stabilita, come in effetti è stata stabilita, da me e da Kurt Welser , dopo esserci consultati con il dottor Heuberger, il quale, a sua volta, doveva prendere in proposito contatti con Oberhammer, che era dietro a quest' ultimo. in poche parole, Heuberger ed Oberhammer erano i portavoce di ambienti molto più alti, ritengo viennesi » . si potrà dire, a proposito di questo documento, che si tratta della confessione di un reo, il quale forse voleva scaricare la responsabilità su altri, e che pertanto questa confessione non è in questa parte attendibile. come vedete, voglio fare l' avvocato del diavolo . sottopongo allora all' attenzione del Governo un documento che forse il Governo non ha avuto in visione e che io ho potuto avere di recente. si tratta di una circolare segreta, o per lo meno molto riservata, di una delle tante associazioni antitaliane che pullulano in Austria, il Notring für Südtirol . ne è a capo un certo dottor Timmel, che i cari colleghi della Sudtiroler Volkspartei — di cui mi dovrò occupare in seguito — conoscono molto bene, penso. questa associazione, il Notring für Südtirol , non poté tenere in data 1° luglio 1964 una sua riunione nel corso della quale il capo della organizzazione, dottor Timmel, avrebbe dovuto dare importanti comunicazioni agli associati, per cui questi ha inviato ai soci una circolare, di cui ho copia nella traduzione. non vi stupite, onorevoli colleghi , del fatto che egli abbia inviato una circolare su cose così riservate, perché si tratta di un numero molto ristretto di associati che sono a capo della stessa organizzazione. in questa circolare — che consegnerò nella traduzione nelle mani del ministro degli Affari esteri , se vorrà avere la bontà di svolgere gli opportuni accertamenti — si legge: « un colloquio del dottor Timmel con il cancelliere federale dottor Klaus » (l' attuale cancelliere federale) « ha indotto quest' ultimo ad invitare il segretario di Stato dottor Bobleter » (notissimo nemico dell' Italia, come credo sappiano i signori del Governo) « a convocare il dottor Timmel per un colloquio sui problemi sudtirolesi » . si è dunque svolto un colloquio, fra il giugno e il luglio del 1964, fra l' attuale cancelliere federale Klaus e questo capo di una organizzazione vicina o ispiratrice dei terroristi. ma la circolare continua: il colloquio fra il segretario di Stato dottor Bobleter e il dottor Timmel ha avuto come esito un ampio accordo sulle questioni trattate. la diceria, diffusa negli ultimi tempi da circoli interessati, secondo la quale le associazioni per il Sud Tirolo intralcerebbero con richieste di autodecisione la politica ufficiale per il Sud Tirolo del ministero degli affari esteri austriaca o, è stata chiarita in modo del tutto sodisfacente. il diritto di autodecisione, riservato in modo ufficiale a tutti i popoli dalla Carta mondiale, » (e vi ho già dimostrato, onorevoli colleghi , che questo è falso) « è un diritto irrinunciabile dei sudtirolesi. in tal senso le associazioni per il Sud Tirolo continueranno a tener desta l' attenzione del diritto di autodecisione. nei confronti di questa posizione non è in contrasto la politica estera austriaca, che tende — sulla base della situazione concreta ed in accordo con la Sudtiroler Volkspartei — ad ottenere un' ampia autoamministrazione per il Sud Tirolo . un colloquio tra il dottor Timmel ed il presidente della Sudtiroler Volkspartei dottor Magnago ha condotto, sulla stessa base, ad una concorde conclusione » . la circolare prosegue: « il Notring für Südtirol ha anche indirizzato al governo federale austriaco, vale a dire al cancelliere federale dottor Klaus, la richiesta perché non divenga per ora esecutivo il mandato di arresto per Ottokar Destaller , il diplomatico ingegner Ludwig Messerklinger e Kurt Welser , condannati a suo tempo per azioni in Sud Tirolo » . vi posso dichiarare, onorevoli colleghi , e prego l' onorevole ministro degli Affari esteri di voler controllare l' esattezza di questa informazione, che la richiesta del dottor Timmel è stata esaudita e il mandato di arresto non è stato eseguito nei confronti di questi signori, che sono in Austria a piede libero. nella circolare si legge inoltre: « anche sulla grave questione dell' arresto dei sudtirolesi Klotz ed Amplatz, che avevano richiesto asilo in Austria, il dottor Timmel ha potuto parlare nel corso del colloquio con il cancelliere federale. entrambi sono ora nuovamente a piede libero » . (infatti scesero in Italia ed ebbe luogo il noto incidente nel quale l' Amplatz lasciò la vita). « il Notring für Südtirol si sta dando da fare per rendere meno grave la loro sorte » . ripeto: questo documento sarà da noi depositato nelle mani del Governo, nella speranza che a qualche accertamento si possa arrivare. credo con ciò di avere sufficientemente documentato che quando il signor presidente del Consiglio nutre fiducia nel senso di avere solidarietà sincera da parte degli attuali governanti austriaci, egli nutre fiducia nei confronti di uomini politici che fanno il loro gioco in pieno accordo da un lato con il governo regionale tirolese, dall' altro con il Sudtiroler Volkspartei , dall' altro ancora con ambienti giornalistici esagitati, ed in fin dei conti — lo abbiamo visto — con gli stessi esponenti del terrorismo, se non altro per il fatto che, su richiesta di queste associazioni « assistenziali » , essi vengono lasciati immediatamente a piede libero. il Governo di centrosinistra dichiara di volere agire fino in fondo contro il terrorismo. ma siccome il Governo di centrosinistra non ha avuto finora l' autorità o la volontà di agire contro il terrorismo nelle sue basi di lancio, vale a dire in Austria, certamente pensiamo che esso vorrà dare un' occhiata alle cose di casa nostra. ed allora questa volta i nomi devo farli; ma li farò soltanto sulla base di rapidi documenti. e poiché ella, signor presidente del Consiglio , non tratta, ma accetta i sondaggi, come li chiama nel suo pittoresco linguaggio, dei dirigenti e dei parlamentari della Sudtiroler Volkspartei , vogliamo un po' occuparci di questi « angioletti » , nostri colleghi, che sono appunto i parlamentari della Sudtiroler Volkspartei ? penso sia lecito il farlo, anche perché noi amiamo le posizioni chiare. nella nostra mozione fra l' altro chiediamo una inchiesta sulla Sudtiroler Volkspartei ed è bene cominciare a dimostrare che qualche dato utile, significativo ai fini di una inchiesta di questo genere, è nelle nostre mani, in quelle vostre, ed a disposizione del Parlamento e del governo italiano . ricordo in primo luogo che non abbiamo tardato a prendere posizione molto netta e molto rigida su questo grave e delicato problema. nel 1955 (mese di ottobre) la procura della Repubblica di Bolzano ha inoltrato alla Camera una richiesta di autorizzazione a procedere — naturalmente insabbiata — contro i deputati della Sudtiroler Volkspartei allora in carica per il reato di alto tradimento, ai sensi del codice penale vigente, titolo primo. il crimine che secondo il denunciante, il nostro consigliere regionale avvocato Mitolo, essi avevano commesso era in verità molto lieve nei confronti di tutto quello che è successo da allora in poi. oggi se ne sorride: erano andati a Vienna per prendere ispirazione ed ordini dal governo austriaco in una loro azione indubbiamente ai danni, secondo noi, del nostro paese. successivamente delegazioni ufficiali della Sudtiroler Volkspartei , visto che quella prima denuncia era stata insabbiata, hanno liberamente girato per il mondo e sono andate all' Onu è vero che l' allora nostro ministro degli Esteri , onorevole Segni, ha deplorato con roventi parole la loro presenza, ma la sensibilità di ciascuno è naturalmente correlativa alla propria origine ed agli scopi che si propone, per cui essi non furono molto sensibili a quell' atto di accusa . adesso però la Sudtiroler Volkspartei — si dice da parte degli ambienti governativi e della stampa bene informata — per fortuna non è più diretta dai « duri » e dai fanatici. ma i « duri » ci sono ancora. c' è — dicono i giornali — l' onorevole Dietl che rappresenta l' ala estremista e c' è invece il dottor Magnago che rappresenta l' ala moderata o più accomodante. bene, qualche piccola notizia sul comportamento del dottor Magnago, presidente in carica della Sudtiroler Volkspartei , forse sarà opportuna. a proposito di solidarietà con i terroristi devo ricordare che nel 1964, svolgendo sia Milano il noto processo contro 68 terroristi, molti dei quali sono stati condannati a pene anche gravissime; in un processo, ripeto, che anche la stampa austriaca ha ritenuto estremamente corretto e umano, il dottor Magnago è andato a testimoniare a favore dei terroristi. poco male perché ciò era suo diritto e suo dovere: entrando nell' Aula egli ha voluto però compiere un gesto plateale e politico che, considerata la sua carica di presidente della Sudtiroler Volkspartei , ha assunto un certo rilievo: egli, cittadino italiano investito di una carica in quella che mi sembra essere una provincia italiana, è andato a stringere personalmente la mano a tutti i 68 imputati. d' altra parte il dottor Magnago del processo di Milano si era precedentemente occupato al congresso della Sudtiroler Volkspartei tenuto a Bolzano nel febbraio 1964. in quel congresso aveva invocato — suo diritto — una sentenza umana e giusta nei confronti dei presunti terroristi. in quello stesso congresso il senatore Sand della Sudtiroler Volkspartei aveva rivolto al congresso un saluto a nome degli imputati, i quali a suo nome esortavano il partito « a non cedere per la lotta ed il trionfo dei diritti del Südtirol » . a conclusione di quel congresso della Sudtiroler Volkspartei fu fatta una colletta a favore dei terroristi ed i soldi furono mandati a destinazione. aggiungo che nella sua deposizione al processo di Milano il dottor Magnago con lodevole schiettezza non ha nascosto affatto — e non poteva — le strette relazioni tra la Sudtiroler Volkspartei e il famigerato e famoso Berg Isel Bund . quanto poi agli orientamenti politici moderati del dottor Magnago, io vi cito a caso qualche frase di suoi discorsi. per esempio il 10 novembre 1957 nel centro di Cortaccia in Alto Adige egli ha detto: « se oggi mettiamo 10 bambini tedeschi a giocare con 10 bambini italiani in capo a due mesi tutti parleranno italiano ma nessuno dei bambini parlerà il tedesco. quindi netta separazione » . in relazione con le tesi sostenute in questo e in altri discorsi, fu il dottor Magnago, moderato capo della Sudtiroler Volkspartei , che a Castel Firmiano pronunciò (l' onorevole Piccoli credo che queste cose le sappia assai meglio di me) un chiarissimo discorso contro i matrimoni misti. la propaganda razziale contro i matrimoni misti è propaganda normale in Alto Adige . abbiamo in altre occasioni denunciato al Parlamento quello che accade da questo punto di vista in Alto Adige , non solo dal punto di vista propagandistico ma in ben altre guise attraverso vere e proprie pesanti, ingiuriose, e intollerabili persecuzioni contro le rarissime ragazze del gruppo linguistico tedesco che aderiscono a richieste di fidanzamento nei confronti di giovani italiani abitanti in Alto Adige . si tratta di dipingere con i colori della bandiera austriaca le case di queste ragazze, si tratta di scrivere sui muri esterni delle case di queste ragazze parole ingiuriose, cioè si tratta di mettere queste povere figliole nella impossibilità di aderire ai bestemmiatissimi matrimoni misti. queste sono le tesi moderate del dottor Magnago, sono le tesi della Sudtiroler Volkspartei . al congresso — più recente questa notizia — tenutosi nel giugno 1966 (mi perdonerete se le notizie relative ai congressi della Sudtiroler Volkspartei , sono così scarne. la Sudtiroler Volkspartei è partito così democratico che non ammette i rappresentanti della stampa italiana ai suoi congressi. soltanto i rappresentanti della stampa tedesca possono parteciparvi. ciò naturalmente non vi dice nulla), il delegato di lana, Hoffmann, ha lamentato che Magnago nella sua relazione iniziale non avesse parlato dei detenuti politici sudtirolesi e li ha definiti « eroi » . il dottor Magnago ha risposto ringraziando e affermando di non aver voluto parlare dei terroristi per non influenzare la Corte di appello di Milano contro di loro. altro discorso programmatico di Magnago al congresso della Sudtiroler Volkspartei del 1959, un discorso che forse vi interesserà — speriamo — nei confronti del destino degli enti locali in Alto Adige , dei comuni amministrati da lor signori . Magnago disse: « è un grave e fatale errore il credere che nel sud-Tirol il comune viene bene amministrato quando il suo capo è soltanto un buon amministratore. ciò può forse bastare in tutto il mondo ma non in Alto Adige . il sindaco, i membri della Giunta e i consiglieri comunali devono, accanto alle succitate doti, possedere anche una chiara impostazione etnica » . si amministra etnicamente nel Südtirol secondo le direttive del moderato dottor Magnago, e non soltanto prima ma anche dopo le elezioni. e nei confronti degli attentati, degli attentatori e dell' atteggiamento del Governo a questo riguardo, non fu forse il moderato Magnago che dopo gli attentati del 1961 riferì alla stampa di aver pregato il ministro dell'Interno di allora di non prendere provvedimenti di polizia « che potrebbero suscitare legittime reazioni da parte della popolazione sudtirolese » ? vi è un altro angioletto qui tra noi, che è l' onorevole Lieti. ripeto: sorvolo, perché è agli atti della Camera, sulla richiesta di autorizzazione a procedere contro di lui, dato che il processo ha avuto luogo ed egli è stato assolto. però devo ricordare a me stesso e alla Camera che egli si presentò ai magistrati al processo di Milano con un atteggiamento sufficientemente spavaldo e dichiarò nettamente che l' autodecisione da lui propugnata comprende anche la richiesta di annessione dell' Alto Adige all' Austria: dichiarazione resa in sede di testimonianza al processo di Milano di fronte alla magistratura italiana da parte di un deputato italiano in carica , nonché dirigente di un certo partito politico con il quale voi conducete trattative, ai rappresentanti del quale stringete volentieri la mano, sul piano politico (e non alludo a rapporti personali sui quali non mi permetterei mai di interferire). quanto all' altro angioletto che abbiamo qui, piuttosto robusto, l' onorevole Mitterdorfer, capo degli Schiitzen, devo dire che è una bella, piacevole organizzazione quella degli Schiitzen. non so se sappiate che non molto tempo fa gli Schiitzen hanno coniato una medaglia per ricordare il cinquantenario della loro fondazione. sapete la data? 25 maggio 1915, perché gli Schdtzenin augurarono la loro attività sparando i primi colpi contro i soldati italiani nella guerra 1915-1918. era logico che allora facessero il proprio dovere. Almirante. non è fantasia perché il distintivo porta la data: 1915-1965 e vi è l' emblema dell' aquila tirolese divisa in tre a indicare la drammatica, « ingiusta » — come dite voi — divisione del Tirolo a partire dalla guerra 1915-1918 fino ad oggi. state attenti, perché se cito, cito attraverso i documenti e non credo vi convenga interrompere o contestare. comunque avrete libertà di parlare a suo tempo. quanto alla Sudtiroler Volkspartei in genere, a prescindere dalle singole persone, io ripeto, onorevole Piccoli, quello che ella ha avuto la bontà di dire in quest' Aula il 15 giugno del 1961. cito tra virgolette: « non valgono, anzi sono estremamente sospette ed equivoche le indicazioni di generica condanna di taluni esponenti del mondo politico della Sudtiroler Volkspartei nei confronti degli attentati » . nel 1961 quelle attestazioni erano generiche, non valevano ed erano sospettabili. io sono convinto, dato che ella, onorevole Piccoli, è un galantuomo, che altrettanto ella penserà nei confronti delle attuali attestazioni degli esponenti della Sudtiroler Volkspartei . ma desidero chiarire perché l' onorevole Piccoli ed anche altri uomini politici di questo Parlamento ritennero in quell' occasione — 1961, dopo la « notte dei fuochi » — di non fidarsi delle dichiarazioni ultrapacifiste rese dagli esponenti della Sudtiroler Volkspartei in quest' Aula. vi fu allora un battibecco tra l' onorevole Scelba, che prese la parola il 22 giugno del 1961, e l' onorevole Mitterdorfer or ora citato. cito ancora tra virgolette. l' onorevole Scelba disse in quell' occasione: « il governo italiano non può ignorare l' esistenza in Alto Adige di un partito che raccoglie tutta la popolazione di lingua tedesca utilizzando esclusivamente il motivo razziale. vi è il sospetto in taluni che il gruppo politico maggioritario agisca per alimentare la divisione razziale come mezzo per conservare l' attuale predominio politico » . queste furono dichiarazioni fatte dall' onorevole Scelba. e credo di dover ricordare che in questa stessa Aula vi fu successivamente un colloquio piuttosto concitato tra l' onorevole Rumor, quando egli era ministro dell'Interno , e l' onorevole Dietl, perché avendo l' onorevole Rumor come ministro dell'Interno deplorato gli ulteriori e chiesto agli esponenti della Sudtiroler Volkspartei di collaborare con le forze dell'ordine e con la giustizia italiana, l' onorevole Dietl sembrò porre delle condizioni. disse: fino a quando le trattative non saranno andate innanzi con sodisfacenti risultati non vi sarà uno stato d'animo di collaborazione da parte della popolazione che noi rappresentiamo; disse di più: inseriteci nelle forze dell'ordine , inseriteci nel controllo della polizia e vedrete che le cose andranno meglio. l' onorevole Rumor rispose per la verità molto nettamente: onorevole Dietl — disse — io spero di aver capito male quando mi è sembrato che ella volesse condizionare il leale rispetto dei doveri di cittadino italiano da parte sua e dei suoi amici della Sudtiroler Volkspartei ad un eventuale accordo — che in questo caso sarebbe un ricatto accettato e tollerato — per l' ingresso di vostri amici o rappresentanti nelle forze di polizia . attualmente — si dice — grazie alla fervida inventiva del partito socialdemocratico italiano e alle alte influenze di cui esso gode, la situazione è mutata. in Alto Adige non c' è soltanto la Sudtiroler Volkspartei , c' è un altro partito politico , molto modesto, con pochissimi aderenti, che raccoglie un certo gruppetto, però, di cittadini di lingua tedesca ; abbiamo il partito socialdemocratico anche in Alto Adige tra la popolazione di lingua tedesca ; lo dirige un certo dottor Jenny. si potrebbe essere indotti a pensare che, essendo nato in opposizione alla Sudtiroler Volkspartei , che è diretta da uomini di questo genere, che la pensano così, che si comportano e si esprimono in questo modo, il nuovo partito, che comprende alcuni cittadini di lingua tedesca , sia più moderato, sia cioè su posizioni di possibile colloquio. bene, disilludetevi: il dottor Jenny, che è il capo di questo piccolo partito socialista o socialdemocratico di lingua tedesca , sta facendo sì l' opposizione. in qualche modo la concorrenza. nei confronti dei dirigenti della Sudtiroler Volkspartei , ma la fa in guisa, come direbbero i francesi, di suranchère, cioè cerca di ottenere maggiori adesioni tra la popolazione di lingua tedesca accusando di moderatismo i dirigenti della Sudtiroler Volkspartei , compresi i duri, e chiedendo qualcosa di più; e lo fa (non è un sospetto, ma è una chiara indicazione politica, evidentissima, attraverso i resoconti di stampa) in accordo con il partito austriaco al Governo, dopo le ultime elezioni, fa anche lui la suranchère, presentandosi come il duro e ricordando, in una dichiarazione che in parte il signor presidente del Consiglio ieri ha voluto e dovuto smentire, che ai suoi tempi, quando era lui il ministro degli Esteri in Austria e quando c' era un altro ministro degli Esteri in Italia, le cose andavano molto meglio. ho detto prima, onorevole presidente del Consiglio , che mi sarei occupato un poco maliziosamente di questa parte del suo discorso. lo farò in rapidissima sintesi perché so quanto sia delicato l' argomento, dato che l' allora ministro degli Esteri è diventato presidente della Repubblica . vorrei sapere soltanto una cosa, signor presidente del Consiglio . ella ci ha detto che doveva mantenere un certo riserbo nei confronti dell' attuale fase delle trattative, dell' attuale « pacchetto » delle attuali concessioni o non concessioni alla Sudtiroler Volkspartei e all' Austria, perché, essendo in corso delle trattative, non tutte le questioni possono essere rivelate perfino al Parlamento. da un punto di vista formale non possiamo che dargliene atto e darle ragione, ma, da un punto di vista sostanziale, per i motivi che poi le dirò, le diamo torto. comunque, la sua è stata una presa di posizione rispettabile. ed allora, per qual motivo, signor presidente del Consiglio , ella ha posto a confronto l' attuale « pacchetto » , che non ci ha aperto, con il precedente « pacchetto » , che invece ci ha aperto? forse per farci sapere ciò che il ministro degli Esteri di allora aveva concesso? e molto garbato questo atteggiamento? queste rivelazioni che cosa significano? no, onorevole Moro, allora mi sono spiegato male io, se mi consente o, se mi consente ancora, ella forse ha inteso male in questo momento. non mi riferisco al fatto che in extremis (se non erro nel dicembre 1964, pochi giorni prima della elezione del Capo dello Stato ) il corso ulteriore di quelle trattative fosse stato autorizzato. mi riferisco a ben cinque riunioni precedenti degli esperti e a due riunioni dei ministri degli Esteri che non erano state precedute da alcun comitato; o per lo meno ella non ce ne ha dato notizia ieri. signor presidente del Consiglio , mi dà cortesemente atto che ella si è riferito solo alla riunione del dicembre 1964, nel suo discorso di ieri, e non alle precedenti? la ringrazio e ho il piacere di poter constatare che ella si assume la responsabilità di atti compiuti anche dall' allora ministro degli Esteri Saragat mentre ieri avevamo avuto l' impressione di una dissociazione di responsabilità. siamo lieti di aver provocato per lo meno questo chiarimento. si vede — dato che solo su questo punto ella mi ha risposto — che questa materia è scottante. a questo punto, a proposito delle responsabilità austriache, delle responsabilità bavaresi di cui si è parlato e di cui non abbiamo alcuna difficoltà a parlare dal nostro settore, delle responsabilità della Sudtiroler Volkspartei , io debbo accennare ad un tema — che non so se politico o propagandistico — al quale nel suo intervento non si è riferito il presidente del Consiglio , al quale si è invece riferito il signor ministro dell'Interno , al quale si è riferito (in questo caso posso citarlo senza offesa) il signor presidente della Repubblica in un messaggio diciamo così « veemente » nella sua estemporaneità, fors' anche simpatica proprio perché eccessiva, e al quale si sono anche riferiti (alludo al motivo propagandistico) molti giornalisti (quasi tutti) e molti uomini politici italiani: cioè il neonazismo, il razzismo e via dicendo. faccio una semplice considerazione che ritengo obiettiva, onesta e non polemica nei confronti di alcuna parte politica : quando il signor presidente della Repubblica ha ritenuto di indirizzare quel tale telegramma, egli si è trovato (per caso, ovviamente) ad esprimersi con le identiche parole con cui si è espresso in quella stessa situazione un altro uomo politico italiano, e cioè il segretario nazionale del partito comunista onorevole Longo. non c' è affatto da stupirsi: coincidenze o convergenze di questo o di altri generi possono sempre accadere: si può convergere nei telegrammi e si può convergere nei voti, si può convergere nei telegrammi senza convergere nei voti. ad ogni modo, lo dico senza animo polemico, è stata una coincidenza che ha un suo significato. volevo rilevare soltanto che è naturale (quindi i colleghi comunisti possono stare tranquilli) che i comunisti sostengano simili tesi perché hanno un aggancio politico, e i comunisti ce lo hanno detto. finora i comunisti non sono intervenuti in questo dibattito. ho letto diligentemente i loro interventi in tutti i precedenti dibattiti di questo genere; ho letto anche le dichiarazioni che l' onorevole Pajetta ha fatto ieri sera dopo il discorso del presidente del Consiglio . i comunisti agganciano il tema del neonazismo, razzismo, revanscismo tedesco ad una loro posizione di carattere internazionale. il partito comunista sostiene che l' Italia si trova in queste condizioni perché non accetta di considerare irrinunciabili e intoccabili tutte le frontiere del dopoguerra. chiaro che al partito comunista (e mi pare una constatazione ovvia e obiettiva) la frontiera che interessa in tal caso e in tal senso non è quella del Brennero: è quella dell' Oder-Neisse; posizione del tutto legittima nel quadro dell' internazionalismo comunista. che poi i precedenti del partito comunista italiano nei suoi uomini più illustri non siano in materia del tutto conformi a queste tesi, che il solo revisionista di frontiere in senso antitaliano in questo dopoguerra sia stato l' onorevole Togliatti quando andò da Tito per vedere un po' se Tito poteva prendersi Gorizia, è un altro discorso. in quel caso Togliatti voleva rivedere una frontiera a vantaggio della Jugoslavia perché non accettava, nel quadro delle concezioni e degli interessi del comunismo mondiale, il Territorio Libero di Trieste controllato dagli anglo-americani e non accettava in prospettiva la restituzione all' Italia da parte degli anglo-americani del Territorio Libero di Trieste . comunque, allora, oggi, poi, i comunisti strumentano i loro interessi in maniera adeguata alla loro propaganda e strumentalizzano la loro propaganda nel quadro dei loro interessi e dei loro legami interni ed internazionali. posizione tipica, perfettamente chiara, perfettamente legittima, anche se da parte nostra ovviamente non accettata, non accettabile e condannata. questo ci si concederà. il partito socialista , a sua volta, in tutti i precedenti dibattiti su questo argomenta (me ne darà cortesemente atto l' onorevole Ballardini, che in altre occasioni è intervenuto su questo problema), ha sostenuto, meno accesamente, meno acidamente, una tesi similare. il partito socialista ha sempre sostenuto che si tratta di focolai neonazisti o razzisti che bisogna estirpare nel quadro di una rinnovata politica estera italiana. per la verità il partito socialista sostiene questa tesi meno amorosamente oggi, dato che si trova in un certo imbarazzo nel sostenerla: i legami tra il partito socialista italiano e gli ambienti del dipartimento di Stato americano sono così evidenti, cose continui, così stretti (e così disinteressati, naturalmente) che certe tesi che agli USA possono non piacere e che alla Germania federale dispiacciono senza alcun dubbio, sono sostenute più timidamente — non è vero, onorevole Nenni? — dal partito socialista italiano. ma quando il Governo di centrosinistra in taluni suoi esponenti, quando la propaganda del centrosinistra, quando la stampa del centrosinistra sostengono questa tesi noi siamo tentati un po' paradossalmente di prenderli in parola. noi non condividiamo questa tesi, ma voi la sostenete, noi non riteniamo che sia esattamente così, ma la televisione da voi controllata ammannisce al popolo italiano ogni sera questa tesi. ed allora prendiamone atto, prendiamovi in parola. se si tratta di neonazismo o di razzismo, se i terroristi sono neonazisti o razzisti; coloro che preparano gli attentati, coloro che organizzano o consentono che si organizzino gli attentati, che panni vestono? quel governo austriaco cui si è indirizzato l' onorevole ministro degli Esteri in termini così pesanti, alla stregua della propaganda di centrosinistra, come lo vogliamo chiamare? ma vi è di più: ci sono le responsabilità della Sudtiroler Volkspartei . e allora ha ragione l' onorevole Scelba; si tratta di un partito razzista. che cosa significa essere neonazisti o razzisti, secondo la vostra definizione? vediamo. significa aver fatto parte delle formazioni militari hitleriane? i dirigenti della Sudtiroler Volkspartei a questo riguardo hanno ruolini di marcia perfetti. borgomastro di Bolzano fu il senatore Tinzl (come tutti sapete) tra il 1943 e il 1945. neonazismo o razzismo significa sostenere tesi chiaramente razziali? battersi contro i matrimoni misti in Alto Adige ? sostenere la tesi della riserva etnica? sostenere che non si tratta di una minoranza linguistica ma di una minoranza etnica e quindi razziale? sostenere che quella minoranza deve essere difesa non nelle sue usanze o costumanze, nella sua lingua, nelle sue abitudini — contro cui nessuno attenta da nessun settore di questa Camera — ma come popolo a se stante? che significa essere razzisti in Alto Adige ? non significa forse esprimersi negli stessi termini in cui si esprimono questi signori? e in quali sedi questi signori si esprimono, onorevole Paolo Rossi , in termini razzisti? anche nella Commissione dei 19. fra le richieste che i commissari di lingua tedesca , spesso appoggiati dai commissari di lingua italiana , hanno sostenuto in seno alla Commissione dei 19, molte erano e sono definibili, da qualunque osservatorio si guardi, come tesi razziste o razziali. non è affatto vero — e tutti lo sanno — che i dirigenti di lingua tedesca in Alto Adige siano minacciati nella loro esistenza di popolo o di razza. non è affatto vero che si tratta. come essi nei loro cartelli vanno dicendo, di un popolo che marcia verso la morte. è vero, come sapete, piuttosto il contrario. è vero comunque che essi chiedono tutto un insieme di misure che valga non a far sì che essi possano parlare la loro lingua o frequentare scuole nella loro lingua; ma a far sì che non sia mutata la proporzione etnica e che gli italiani non possano o non vogliano immigrare in Alto Adige e a far sì che gli italiani siano costretti ad andarsene e che il gruppo etnico o razziale tedesco affermi come tale la sua autonomia, la sua personalità, le sue caratteristiche. ma allora, ecco, se vi prendessimo in parola, se l' opinione pubblica italiana vi prendesse in parola, come se la caverebbe il signor presidente del Consiglio con le sue lunghe strette di mano al razzista dottor Magnago? come se la caverebbe con i rapporti intrecciati con questa gente e con le tesi loro discusse ed accettate? tutto questo lo diciamo noi: un gruppo politico cioè che, ripeto, non aderisce a questo vostro strano tipo di campagna propagandistica, che fa il gioco soltanto dei comunisti; e vi chiede, in nome di quell' interesse nazionale cui si è riferito l' onorevole presidente del Consiglio , di chi facciate il gioco con una propaganda di questo genere. internazionalmente giova al nostro paese una propaganda di questo genere? capirei che un presidente del Consiglio italiano, consapevole dei suoi diritti e dei suoi doveri di rappresentante di un grande popolo, qualora si accertino responsabilità politiche germaniche — può anche darsi — nella preparazione degli attentati o nella eccessiva tolleranza nei confronti di certi esponenti della malavita terroristica austriacante, prendesse contatto con il suo collega germanico (ella è stato recentemente in Germania) e gli dicesse: « attenzione, voi avete necessità di una nostra solidarietà a proposito della revisione di eventuali frontiere o di eventuali discorsi su revisioni di frontiere o comunque di non accettazione definitiva di talune frontiere; quindi non vi esponete politicamente in un determinato modo, altrimenti ci mettete in seria difficoltà, nell' imbarazzo, e forse ci potete anche indurre a rivedere talune nostre posizioni di solidarietà che non possano essere indefinitamente gratuite » . così credo si dovrebbe comportare il Governo di un grande paese! ma voi state regalando ai comunisti, che ne approfittano, ai socialisti, che ci si divertono nel solito tipico doppio giuoco, una propaganda che internazionalmente ci squalifica, ci mette in difficoltà, che internamente crea equivoci. dopo di che non ne prendete atto neppure voi e non la prendete sul serio neppure voi, non ne traete le necessarie conseguenze nemmeno voi e continuate a trattare con uomini che indirettamente ma con tutta evidenza voi definite neonazisti e razzisti. sapete bene, infatti, che non potete pigliarvela con il solito straccio che va per l' aria in tutta questa catena di complicità che noi stiamo denunciando: il terrorista che esegue l' attentato, il ragazzo di 17 anni che ha sparato ieri — sciagurato! — colpi di pistola ai carabinieri in Alto Adige ! non è lui il vero responsabile! i veri responsabili sono i mandanti, sono gli ispiratori, sono i farisei che vengono anche qui a parlare un linguaggio di falso ossequio nei confronti del governo italiano : sono i nostri veri nemici all' interno del paese e ora alle nostre frontiere. ed è con loro che voi trattate, è a loro che stringete la mano ed è nei loro confronti che, anche in villeggiatura, il signor presidente del Consiglio usa le gentili maniere che difficilmente usa nei confronti di partiti politici rispettabili all' interno del nostro paese. signor presidente del Consiglio , esamino, adesso (e do assicurazione alla Camera di essere verso la conclusione del mio troppo lungo intervento: ne chiedo scusa), nei sensi e nei limiti in cui posso farlo, il cosiddetto « pacchetto » relativo ai sondaggio alle trattative in corso con la Sudtiroler Volkspartei . ella si è occupato della cosiddetta « Commissione dei 19 » ed ha esordito dicendo: « la Commissione dei 19 della quale furono chiamati a far parte 12 commissari di lingua italiana e 7 di lingua tedesca » . perché ha detto simile inesattezza alla Camera italiana? della Commissione dei 19 furono improvvidamente chiamati a far parte 7 rappresentanti della Sudtiroler Volkspartei , un rappresentante del gruppo di lingua ladina, un solo rappresentante degli italiani dell' Alto Adige , nella persona dell' onorevole Berloffa. per la provincia di Bolzano, quindi, 9 rappresentanti (di cui 7 della Sudtiroler Volkspartei ) e un solo rappresentante del gruppo di lingua italiana nella persona dell' onorevole Berloffa; 5 rappresentanti della provincia di Trento (non voglio fare loro torto ne alcuna anche indiretta offesa, ma debbo rilevare che, dato che le provvidenze concesse alla provincia di Bolzano sul piano amministrativo, legislativo e finanziario diventano automaticamente provvidenze autonome concesse alla provincia di Trento, non potevano essere, all' interno della Commissione dei 19, troppo contrari, né in linea, di principio, né in linea di fatto alle tesi sostenute dai rappresentanti della Sudtiroler Volkspartei ); e poi 5 rappresentanti cosiddetti nazionali, compreso il presidente della Commissione onorevole Rossi, con l' inclusione di alcuni partiti politici , con l' esclusione preconcetta di altri. non diciamo ora per la prima volta queste cose, l' onorevole Rossi quindi non si dorrà se le ripetiamo adesso. quando la Commissione dei 19 fu costituita noi criticammo pesantemente quell' atto compiuto da un presidente del Consiglio che è ora ministro degli Affari esteri e da un ministro dell'Interno che ora è presidente nazionale della Democrazia Cristiana . fu un grave errore e i fatti lo hanno dimostrato. fu un grosso errore anche perché, come sempre accade nel nostro beato paese, ci si è dimenticati le origini dalle quali si era partiti, ci si è dimenticati che l' onorevole Scelba, nell' insediare come ministro dell'Interno la Commissione dei 19, disse testualmente ed esattamente che non si trattava neppure di un organo consultivo, ma che si trattava di una commissione i cui lavori, nella parte in cui fossero arrivati a conclusione unanime, sarebbero stati di grande ausilio (credo di non sbagliare nella citazione a memoria) al governo italiano per l' ulteriore esame della questione. e non poteva essere che così, perché altrimenti sarebbe stato inaudito nominare una commissione con poteri anche soltanto consultivi, nella quale si inserivano ben sette rappresentanti della controparte interessata. la quale controparte ha avuto da allora il vantaggio di essere contemporaneamente all' interno e nell' esterno della Commissione dei 19. in realtà, noi abbiamo di recente letto una dichiarazione del dottor Magnago nella quale egli ha detto: « noi abbiamo sul tappeto vari documenti: abbiamo i verbali degli incontri dal 1964, abbiamo il verdetto della Commissione dei 19, abbiamo l' ulteriore lavoro compiuto dagli esperti » , fingendo di non ricordare che egli i lavori della (Commissione dei 19, attraverso la Sudtiroler Volkspartei li aveva potuti vivere e determinare dall' interno. quindi si è inserita la controparte all' interno della Commissione, inserimento che sarebbe stato già errato se la Commissione stessa non avesse avuto neppure poteri consultivi, ma che, avendoli avuti (in pratica poteri quasi deliberanti, poiché il verdetto è astato in larga misura incamerato e incorporato dal Governo), rappresenta davvero un fuor d' opera, un ulteriore pesante attentato agli interessi del nostro paese e agli interessi della minoranza italiana in Alto Adige . quanto al « pacchetto » ella, signor presidente del Consiglio , come ricordavo poco fa, ha dichiarato: « mi sia consentito mantenere dinanzi all' Assemblea un certo riserbo sulle ipotesi di lavoro che sono state oggetto di sondaggio. noi non sappiamo ancora quali risultati si potrebbero ottenere se si decidessero determinati atti » . noi abbiamo protestato a questo punto, e rinnoviamo la nostra formale protesta, perché un certo riserbo ella non è stato in grado di mantenerlo nei confronti della Sudtiroler Volkspartei , la quale è stata messa al corrente del contenuto del « pacchetto » . ma vi è qualche cosa di più e di peggio. il cancelliere austriaco Klaus, in una recente dichiarazione alla radio austriaca, non smentita da alcun nostro giornale, ha informato l' opinione pubblica del suo paese che prima di tutto il governo austriaco aveva messo al corrente del dettaglio delle trattative, cioè del contenuto del « pacchetto » , il governo regionale del Nord Tirolo , il governo di Innsbruck. a questo punto chiediamo e desideriamo che il nostro Governo chieda, se ritiene di averne il coraggio, al governo di Vienna: cosa c' entra in questa fase delle trattative e dei sondaggi il governo regionale di Innsbruck? allora è esatto quello che si ritiene, che cioè, secondo la particolare visione nazionalistica del governo austriaco , il governo del Nord Tirolo rappresenta, fin da questo momento, la calamita nei confronti del futuro costituendo governo della Sudtiroler Volkspartei in quello che si chiama il Sud Tirolo . come è possibile che la conoscenza di elementi che viene negata anche formalmente, con motivazione formalmente valida, al Parlamento italiano, all' opinione pubblica italiana, venga invece concessa in pasto al governo del Nord Tirolo e al partito della Sudtiroler Volkspartei ? come ci dobbiamo regolare? dobbiamo pregare la cortesia dell' onorevole Dietl di volerci qui dire ciò che ella non ci ha detto, onorevole presidente del Consiglio ? dobbiamo umiliarci fino a questo punto? crede ella davvero che non sia possibile che, a conclusione di questo dibattito, il Governo dica ciò che non ha voluto dire? quali sono i motivi della reticenza? nessuno di noi le chiede di dirci squali siano i definitivi e finali impegni del governo italiano ; ma noi abbiamo il diritto di chiedere e di pretendere di sapere per lo meno gli impegni presi fino ad fora. visto che il dibattito si è aperto e si deve concludere con un voto; visto che ella, onorevole presidente del Consiglio , chiede al Parlamento un impegno (e poi le dirò perché lei è costretto a chiedere a tutto il Parlamento un impegno in questo momento), noi vogliamo votare ad occhi aperti. nel corso di un intervento polemicissimo, le ho dimostrato di non sostenere tesi preconcette, le ho dimostrato di cercare di comprendere le tesi e le posizioni del Governo; mi sono richiamato obiettivamente a posizioni di precedenti governi contro i quali noi abbiamo votato. le chiedo, proprio come uno dei deputati dell' opposizione, di essere messo al corrente e di non essere costretto a ragionare al buio. siccome temo che ella non si smuoverà dalle posizioni che ha ritenuto di prendere dopo una seduta del Consiglio dei ministri , allora mi permetto di farle delle domande, nella speranza che ella voglia annotare queste poche richieste e voglia dare risposta o voglia comunque dire che non intende dare risposta su questi punti, il che in qualche modo potrà illuminarci. ella ha dichiarato, se cito esattamente, signor presidente , che le deliberazioni prese alla unanimità dalla Commissione dei diciannove non si discutono. ella ha dichiarato anche che in parte le deliberazioni prese a maggioranza sono accettabili dal governo italiano . ella ha dichiarato che una parte delle richieste della minoranza tedesca può essere accettata. ella ha addirittura dichiarato (cosa pesantissima) che, in certi casi, si potrà andare oltre e fuori le conclusioni della Commissione dei 19 e non ha avuto la bontà di dirci in ordine a quali materie. siccome le materie di cui la Commissione dei 19 si è occupata sono quelle concernenti l' attività legislativa primaria, secondaria, di terzo grado, l' attività amministrativa della regione Trentino Alto Adige e delle due province, è difficile immaginare, persino a chi abbia studiato da vicino il problema, quali possano essere le ulteriori materie che verrebbero concesse alla potestà autonoma della provincia di Bolzano. comunque ho qui l' elenco delle richieste che sono state fatte dalla minoranza di lingua tedesca in seno alla Commissione dei 19 e che la maggioranza della Commissione non ha accolto. gliene citerò alcune, con la viva preghiera di dirci, a conclusione del dibattito, se, quali e quante di queste richieste sono considerate accettabili dal governo italiano . primo: parere contrario espresso dalla minoranza di lingua tedesca alla nomina di un intendente agli studi nominato dallo Stato su terna proposta dalla provincia. a questo proposito, siccome ieri il signor presidente del Consiglio ha detto che la materia della scuola è compresa fra le concessioni, ma che viene riesaminata in un nuovo quadro (nuovo quadro che non ha avuto la bontà di illustrarci) mi permetto di ricordare a me stesso che, secondo i lavori della Commissione dei 19, gli studi in provincia di Bolzano avrebbero dovuto essere ordinati nella seguente guisa: tre intendenti agli studi, uno per la scuola di lingua tedesca , uno per la scuola di lingua italiana , uno per la scuola di lingua ladina tutti e tre nominati dalla provincia, vale a dire dalla Sudtiroler Volkspartei , ivi compreso l' intendente agli studi per la lingua italiana . però la maggioranza della Commissione dei 19 per le meno sostenne che dovesse essere nominato dal Governo una specie di superintendente agli studi (sempre in accordo con la provincia) per vigilare sui tre subintendenti. la minoranza di lingua tedesca non ha accettato questa posizione volendo il controllo di tutta la scuola in Alto Adige , ivi compresa la scuola di lingua italiana . siccome il presidente del Consiglio è stato quanto mai elusivo su questo punto che noi consideriamo gravissimo, se ci consente, forse grave quanto quello relativo ai poteri di polizia, vorrà dirci qualcosa prima che la sua stessa maggioranza sia indotta a votare al buio? la minoranza di lingua tedesca poi ha chiesto il passaggio nei ruoli provinciali di tutto il personale insegnante in provincia di Bolzano, ivi compreso tutto il personale insegnante statale per la scuola di lingua italiana . ci vuole dire il signor presidente del Consiglio se questa richiesta viene accettata o respinta? si è parlato di competenza legislativa in materia di collocamento e di avviamento al lavoro. anche qui il presidente del Consiglio ha detto, se non sbaglio: « si può concedere una competenza legislativa integrativa e non la competenza legislativa primaria o secondaria » . signor presidente del Consiglio , è proprio sicuro (e glielo diciamo in nome dei lavoratori italiani della città industriale di Bolzano che sono in vivissimo allarme) che competenza integrativa legislativa alla provincia in materia di collocamento al lavoro non significhi condanna alla disoccupazione ed alla fame per tanti lavoratori italiani? è stata richiesta l' attribuzione alla provincia delle competenze in materia di acque pubbliche, comprese le opere idrauliche. ritiene il Governo di affidare alla Sudtiroler Volkspartei lo sfruttamento delle acque pubbliche, comprese le opere idrauliche? e stata chiesta la competenza, per la provincia, della materia agricola, compresa la disciplina dei rapporti privati, vale a dire dei masi chiusi. non si tocchino! non si tocchi il maggiorascato! e ci sono colleghi progressisti e tutto il centrosinistra in solidarietà — non è vero, signor presidente del Consiglio ? — con posizioni feudali, arcaiche, retrive, condannate ormai dal senso comune e dalla morale comune, rappresentate da un gruppo di fanatici sostenitori di tradizioni che non hanno alcuna rispettabilità sociale. anche questo avete deciso di concedere, perché non si tocchi il maggiorascato, perché il maso chiuso rimanga chiuso? c' è poi la richiesta di attribuzione alla provincia delle competenze in materia di finanza locale . che cosa ha risposto il governo italiano di fronte alla richiesta della competenza legislativa sulla finanza locale per la provincia di Bolzano, cioè per la Sudtiroler Volkspartei ? c' è la richiesta di competenza legislativa in materia di industria e commercio: e mi duole dire che, se non sbaglio, con un voto di maggioranza, la Sottocommissione della Commissione dei 19 ha accettato che il commercio in tutta la provincia di Bolzano passi alle dipendenze della Sudtiroler Volkspartei . c' è poi la richiesta di competenza legislativa in materia di credito. quindi, anche le banche. è gente pratica, dunque; non sono i fanatici, gli idealisti di cui si parla. gente che, quando stava comoda in Italia, è stata in Italia; è gente che, quando credette di star meglio nella Germania hitleriana, non si preoccupò di motivo di scrupoli democratici e se ne andò nella Germania hitleriana; è gente che, quando vide le cose a pezzi nella nuova patria, ritornò in casa nostra chiedendo la reintegrazione dei patrimoni. è gente che adesso mira, sì, ai principi, ma anche al sodo: vuole le banche, vuole il controllo delle acque. e siccome la Democrazia Cristiana , alla provincia di Bolzano, secondo statuto, collabora con la Sudtiroler Volkspartei e deve obbligatoriamente far parte della giunta provinciale , allora certi uomini politici della Democrazia Cristiana in provincia di Bolzano possono essere indotti, signor presidente del Consiglio , ad atteggiamenti moderati, ma in senso veramente deteriore, anzi vergognoso. poi c' è la richiesta di attribuzione alla provincia della potestà primaria in materia di espropriazioni per pubblica utilità e, inoltre, la richiesta di controllo autonomo dell' anagrafe. anche questo avete concesso o intendete concedere? ce lo volete dire? è una questione di una certa importanza, credo. e ancora: richiesta di competenza della provincia in materia di stato giuridico dei segretari comunali che, poveri diavoli !, sono in quasi tutti i comuni della provincia di Bolzano i soli rappresentanti di lingua italiana nelle amministrazioni; e che, a causa non del bilinguismo ma del monolinguismo rigido che state attualmente introducendo, o imparano il tedesco oppure non hanno la possibilità di lavorare e di rappresentare gli interessi della collettività italiana. di fronte al « pacchetto » delle concessioni e delle ulteriori richieste, signor presidente del Consiglio , si pone in maniera obiettiva — tanto è vero che ella lo ha posto ieri — il problema delle garanzie per i cittadini di lingua italiana dell' Alto Adige . credo che il fatto stesso che il Governo e questo Parlamento siano costretti ad occuparsi, nell' anno di grazia 1966, della possibilità di conceder garanzie ai cittadini italiani di lingua italiana dell' Alto Adige perché non siano sopraffatti dai cittadini di lingua tedesca (o, per essere più esatti, dal gruppo politico che li controlla), credo che questa sola e semplice constatazione sia un dato che pesa come vergogna e come condanna politica nei confronti dei governi che si sono succeduti in questo dopoguerra e che, dai tempi del patto De Gasperi-Gruber , hanno compromesso in tal guisa la situazione. comunque, ci siamo arrivati. avete intenzione di esaminare seriamente il problema oppure no? se lo si vuole esaminare seriamente, signor presidente del Consiglio , abbia la bontà di tenere presente, proprio lei, presidente del Governo della programmazione progressista del centrosinistra — che questo non è problema costituzionale, che non è problema giuridico, che è prima di tutto problema sociale. si tratta, a Bolzano, di difendere il cittadino italiano immigrato in Alto Adige in quanto lavoratore. la provincia di Bolzano sarebbe rimasta ancorata ad una economia feudale di tipo esclusivamente agricolo, se l' Italia non avesse reso feconda anche industrialmente quella parte che ella chiama l' ultimo lembo della nostra patria. il lavoro compiuto in 40-50 anni di storia dagli italiani in Alto Adige è lavoro che ha dato i suoi riflessi positivi su tutta l' economia della provincia e che — ripeto — ha trasformato una provincia esclusivamente agricola e con conduzioni arretratissime in una provincia dal punto di vista agricolo largamente avanzata e industrialmente capace di grosse iniziative. signor presidente del Consiglio , è su questo piano che si difendono gli italiani dell' Alto Adige : si difendono nella scuola, nell' officina, nel posto di lavoro e in casa. cosa sta chiedendo la Sudtiroler Volkspartei ? ci fu un grave incidente anni or sono quando l' allora ministro dei lavori pubblici onorevole Togni rifiutò di concedere che le case costruite a Bolzano col denaro dello Stato italiano fossero attribuita secondo la proporzione etnica. è vero o non è vero che attorno a Bolzano ci sono ancora profughi italiani di altre parti d' Italia senza casa e che per altro è sancito anche nelle risultanze della Commissione dei 19 che i nuovi alloggi, anche quelli costruiti con i soldi dello Stato italiano, debbono essere dati secondo la proporzione etnica: due a cittadini di lingua tedesca , uno a cittadini di lingua italiana ? poco importa se quei due cittadini di lingua tedesca non hanno bisogno dell' alloggio e se vi sono invece altri dieci cittadini di lingua italiana che ne hanno bisogno, perché il principio razziale della proporzione etnica da voi accettato si deve affermare in Alto Adige . queste sono le garanzie che noi chiediamo per gli italiani in Alto Adige . niente proporzione etnica nei posti di lavoro . e togliete quell' altra immonda e ridicola norma che vi colpisce proprio al cuore perché mette in discussione anche la vostra capacità di intendere quei principi di democrazia che ci insegnate da tanti anni: la norma secondo la quale l' italiano che si trasferisca in Alto Adige , assumendo regolare residenza, per quattro anni è privo del diritto elettorale, perché così piace alla Sudtiroler Volkspartei per motivi evidentemente non linguistici, ma soltanto di sopraffazione politica. vergognatevi non dico di accettare condizioni simili, ma di discuterle; vergognatevi di accettare di poter considerare gli italiani che vanno o stanno in Alto Adige come cittadini di secondo bando; vergognatevi di introdurre, proprio voi, discriminazioni di carattere etnico e anche politico all' interno del nostro paese. abbiate un minimo di pudore e fate capire a questi signori che certe cose in casa nostra non si possono chiedere neppure a un Governo di centrosinistra. non limitatevi a parlare di garanzie più o meno generiche per i cittadini di lingua italiana e date, se potete, assicurazioni al riguardo. signor presidente del Consiglio , a conclusione del suo intervento, ella ha dichiarato che questo è il momento della scelta ed ha posto la Camera dei Deputati di fronte alla necessità di scegliere. io credo di avere tentato di dimostrarle che questo è il momento peggiore per fare la scelta che voi vorreste fare. noi siamo programmaticamente contrari a tale scelta, e l' abbiamo detto e scritto nel documento da noi presentato. non ho bisogno di ripeterne o di ritesserne le ragioni, perché, grazie a Dio , da venti anni a questa parte, giuste o sbagliate che siano, le nostre tesi le andiamo coerentemente sostenendo, sempre in minoranza, quasi sempre alla opposizione. un solo grande dolore abbiamo in questo momento: quello di rilevare che abbiamo avuto ragione troppe volte. preferiremmo venire qui a fare atto di ammenda, a riconoscere la validità di altre tesi o di altre posizioni. ci duole che quelle tesi da voi un tempo definite isteriche si siano rivelate politicamente le sole valide. vedremo se il Governo presenterà un suo documento: secondo come esso sarà redatto, ci regoleremo nella votazione, essendo evidentissima la nostra opposizione integrale alle tesi che il presidente del Consiglio ha sostenuto e che ci auguriamo attraverso il dibattito parlamentare , che ora appena sta cominciando, possano essere modificate attraverso il peso di altri interventi anche all' interno della maggioranza. se per esempio l' onorevole Lucifredi volesse avere la bontà di ripetere in quest' Aula ciò che ha detto e ha fatto mettere a verbale nel corso dei lavori della Commissione dei 19 inficiando la validità di tutta la parte essenziale, cioè statutaria, dei lavori della Commissione stessa, penso che il parere di un così autorevole costituzionalista potrebbe esercitare una certa influenza sugli uomini del Governo e su una parte almeno degli uomini della maggioranza. ella, signor presidente del Consiglio , ferme quindi restando le nostre tesi, si è rivolto, a conclusione del suo discorso — e non lo fa spesso — a tutto il Parlamento, a tutte le forze politiche , chiedendo la collaborazione di tutti, perché il Parlamento faccia la sua scelta, ed auspicando che il Parlamento faccia una scelta conforme a quella da lei indicata. signor presidente del Consiglio , stavo per cascarci, per commuovermi, per dire a me stesso che una volta tanto l' onorevole Moro si rivolge a tutte le parti, non è il presidente del Consiglio chiuso, maso chiuso anche lui del centrosinistra, ritiene che ci possa essere un dialogo e che anche altre parti politiche, oltre a quelle che rappresentano il centrosinistra, abbiano il diritto di interloquire su problemi di questo genere. poi ci ho riflettuto, signor presidente del Consiglio , e ho capito che anche questo, ahimè, è un trucco. poiché, qualora il Governo mantenga le posizioni che ha dichiarato di volere assumere e presenti al Parlamento gli strumenti legislativi necessari per far sì che l' Austria possa rilasciare quietanza liberatoria , si tratta in sostanza di norme di revisione della Costituzione, per approvare le quali è necessaria la maggioranza dei due terzi . voi quindi chiedete una maggioranza più ampia di quella del centrosinistra, avete cioè bisogno di altri voti per dar vita ed esecuzione agli accordi internazionali che volete stipulare. ciò può spiegare talune degenerazioni propagandistiche alle quali mi sono riferito, può spiegare talune reticenze del presidente del Consiglio , ma ciò pone per fortuna la situazione in una condizione anche parlamentare e tecnica diversa da quella che forse taluni frettolosi esponenti del centrosinistra potrebbero pensare. noi speriamo naturalmente e ci auguriamo che il Governo riveda le proprie posizioni nel corso di questo stesso dibattito. ovviamente speriamo che il Governo, qualora non riveda le proprie posizioni nel corso di questo dibattito, sia costretto per motivi interni e internazionali a non procedere ulteriormente sulla strada della capitolazione. e che di capitolazione si tratti credo di averlo dimostrato, almeno dal nostro punto di vista . ma se per avventura il Governo potrà, Iddio non voglia , procedere, ci rivedremo in Parlamento, quando presenterete le norme di revisione della Costituzione. dite ai vostri colleghi ed amici, austriaci — ma lo diciamo in questo momento anche noi, a nome dell' opposizione in questo Parlamento — che sarà molto difficile concludere un simile dibattito in questa legislatura con l' iter della doppia lettura e con la maggioranza costituzionale necessaria. non è una minaccia terroristica la mia e non è neanche una minaccia di ostruzionismo. un impegno a lavorare sodo e seriamente, perché, malgrado tutto, il centrosinistra non riesca a guastare fino in fondo, a rovinare, a compromettere i destini d' Italia alla frontiera.