Aldo MORO - Deputato Opposizione
IV Legislatura - Assemblea n. 283 - seduta del 12-03-1965
Esame di questioni sospensive
1965 - Governo I D'Alema - Legislatura n. 13 - Seduta n. 496
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , onorevoli Deputati , rispondendo ora, come avevo preannunziato, agli oratori intervenuti in questo dibattito — al quale hanno arrecato tutti, a vario titolo, un apprezzabile contributo del quale io sono loro molto grato, e particolarmente, come è naturale, a coloro che hanno espresso e motivato la loro fiducia — ritengo mio dovere sgomberare il campo in via preliminare dalla critica, che mi è stata da più parti rivolta, di aver fatto mancare una base chiara ed impegnativa a questa discussione per essermi astenuto dal fare dichiarazioni aggiuntive alle mie comunicazioni formali circa il rimpasto del governo . vorrei ricordare a questo proposito che siamo di fronte ad una mozione di sfiducia , per la quale l' iniziativa spetta per diritto e, direi, per dovere a chi muove l' attacco al Governo; un attacco di fondo, radicale, in relazione al quale appaiono di scarso rilievo le vicende del rimpasto e la sua conclusione. mi si consenta a questo punto di replicare incidentalmente ai rilievi con i quali, in particolare dall' onorevole Almirante, si è inteso sottolineare come eccezioni e riserve di ordine costituzionale ma con evidente significato politico — circa l' avvenuto rimpasto siano venute ora da destra, mentre in passato, in una diversa situazione politica, erano sollevate da parte comunista. ma così si finge di ignorare che da parte comunista, più che formulare eccezioni e riserve, si è profilata una critica radicale attraverso la presentazione di una mozione di sfiducia che intende mettere in discussione il Governo anche al di là delle modificazioni di struttura che esso ha subìto in forza del rimpasto che io ho annunciato alle Camere. insinuare dunque che in questo caso si sarebbe di fronte ad una sorta di indulgenza da parte del partito comunista è un inconsistente espediente polemico. per quanto riguarda il Governo, nel rispetto delle norme regolamentari che disciplinano i dibattiti del Parlamento, non si intende certo trincerarsi dietro la mozione comunista di sfiducia per impedire che altri gruppi esprimano liberamente il loro giudizio sull' attuale Governo. una mozione di sfiducia è una netta manifestazione di sfiducia il cui significato non può essere disconosciuto ed è una conferma di quella meditata e seria delimitazione di maggioranza, che è essenziale per cogliere la fisionomia politica del Governo che ho l' onore di presiedere. ma, al di là della sfiducia formale, vi sono i problemi del rimpasto ed il giudizio sul rimpasto. quest' ultima discussione si è intrecciata e confusa con quella relativa alla proposta comunista al Parlamento di revocare la fiducia. ad essa non mi è sembrato necessario di dare avvio con specifiche dichiarazioni, perché la chiarificazione politica perseguita nelle scorse settimane ed infine raggiunta e sfociata nell' operazione del rimpasto, ha portato non ad una innovazione, ma ad una conferma della base politica e programmatica del Governo con gli adeguamenti, del resto già identificati e sollecitati in precedenti dibattiti in entrambi i rami del Parlamento, resi necessari dalla attuale fase di evoluzione dell' economia italiana . gli interrogativi che sono stati posti, l' insodisfazione che è stata manifestata per la mancanza di una preliminare dichiarazione orientatrice del Governo e per l' incertezza sul programma non hanno dunque ragione di essere. sono riaffermati i fondamentali obiettivi di politica interna , estera ed economica che hanno caratterizzato sin dall' inizio la nostra azione ed in vista dei quali è stata ottenuta ripetutamente la fiducia del Parlamento. mi sia consentito poi, non in adempimento di un formale dovere costituzionale, ma per una profonda convinzione, di dare atto, di fronte ad ingiuste e talora sconvenienti polemiche, al presidente della Repubblica dell' imparzialità, della correttezza costituzionale, del senso del dovere ai quali egli si è ispirato anche in questa circostanza nell' esplicazione delle attività inerenti al suo alto ufficio. il Capo dello Stato ha ricevuto da me tutte le informazioni relative alla evoluzione della situazione politica e ha potuto esercitare così la sua funzione di controllo. e come per un verso non si può pretendere che il Capo dello Stato — sostituendosi al Governo nelle responsabilità di esso proprie e trascurando il rapporto fiduciario intercorrente tra Parlamento e Governo — si renda, senza valide ragioni costituzionali, promotore di una crisi, così per altro verso non è contestabile il suo potere-dovere di seguire le vicende di un rimpasto come supremo moderatore e alto consigliere. in realtà non si è verificata una crisi, perché non sussistevano le ragioni politiche le quali avrebbero dovuto determinarla. non è affatto vero che una effettiva dissoluzione della maggioranza di Governo si sia manifestata e sia stata tenuta nascosta, per evitare l' intervento decisivo del Capo dello Stato e la dialettica politica che si esprime nelle consultazioni e nelle prese di posizione di tutti i gruppi parlamentari . il processo di chiarificazione, conclusosi con il rimpasto, non ha richiesto quella scomposizione degli elementi, come condizione di chiarezza e premessa ad una nuova unità, della quale ha parlato l' onorevole Gullo. per quanto lungo e difficile sia stato il dibattito politico tra i partiti della maggioranza, in nessun momento si è profilata una rottura o si è considerata l' opportunità di una revisione di fondo delle basi politiche e programmatiche del Governo sia pure per un nuovo incontro nell' ambito della stessa formula di Governo. se si fosse realmente prospettata una decomposizione della maggioranza in vista di una rottura politica o per la costruzione, partendo da zero, di una nuova unità, io non avrei esitato, come non ho esitato nel luglio dell' anno scorso , a rassegnare le dimissioni. ma nel luglio del 1964, qualsiasi soluzione del dissidio verificatosi nella coalizione sarebbe stata possibile, anche se in fatto si decise di riprendere la via della collaborazione. nel gennaio scorso invece l' intesa politica dalla quale aveva preso vita l' attuale Governo, non era messa in discussione in linea di principio e soltanto si intendeva verificare che in tutti i partiti essa conservasse la sua validità ed avesse il sostegno di una volontà politica atta a svilupparla ed a renderla feconda. si discuteva semmai dei modi secondo i quali essa potesse svilupparsi mediante la mobilitazione di tutte le forze che potevano essere utilmente impegnate per la politica di centrosinistra. certamente contribuivano a consigliare questo atteggiamento le difficoltà della situazione politica ed economica e la preoccupazione di non adoperare strumenti radicali di chiarificazione politica, di per sé non necessari. ma queste valutazioni non sarebbero potute prevalere, se il discorso fosse stato di fondo e non invece inerente alla opportunità di una reale reciproca spiegazione tra i partiti ed alla ricerca del modo migliore di realizzare un comune obiettivo politico. e siffatto obiettivo restava a tal punto fermo e fuori discussione che il Governo poteva approvare senza difficoltà, proprio in quel periodo, il programma di sviluppo economico quinquennale, vale a dire l' atto più qualificante ed impegnativo della sua vita. intanto nei due rami del Parlamento la maggioranza procedeva all' esame del bilancio dello Stato , a discussioni di grande portata sulla situazione economica , all' adozione di numerosi disegni di legge . e certamente vero che le vicende della elezione del presidente della Repubblica , ma anche e più una vasta e difficile consultazione elettorale, sia pure di carattere amministrativo, ed avvenimenti politici di notevole rilievo, i quali l' avevano preceduta e seguita, avevano creato uno stato di inquietudine tra i partiti e nei partiti, sollecitando una verifica della volontà politica che deve presidiare un comune lavoro. ed è pure vero che si è immaginata ed auspicata una più intensa ed impegnata partecipazione delle forze che compongono i partiti della coalizione nell' azione di governo : obiettivo quest' ultimo, a differenza del primo, solo parzialmente raggiunto, anche se non si può dubitare della piena lealtà di tutti coloro che accettano di far parte della coalizione e quindi dell' esistenza di una effettiva maggioranza parlamentare . io certo mi rammarico, mentre comprendo e rispetto le particolari vedute e le riserve le quali limitano il pieno impegno nel Governo di tutte le forze disponibili, di questo risultato in parte deludente. ma ritengo al tempo stesso che l' accettazione della disciplina di gruppo significhi una leale e libera decisione positiva in favore del Governo. ché, se così non fosse, non accetterei di restare un solo minuto a questo posto, al quale non mi legano illusioni né ambizioni. compiutosi dunque questo processo di chiarificazione (che, nei rapporti tra i partiti, ha richiesto un tempo ben minore di quello che è stato qui polemicamente indicato); riconfermati gli obiettivi di intransigente difesa della libertà e delle istituzioni, di profondo rinnovamento democratico della società italiana , di continua elevazione dei lavoratori sul terreno economico, sociale e politico; accertata in tutti l' esistenza di una decisa volontà politica di collaborazione; richiamati i precedenti accordi senza alcun mutamento; delimitata consapevolmente la maggioranza senza alcuna discriminazione tra i cittadini; constatata la piena validità del programma, di tutto il programma, che è in corso di realizzazione; indicate le linee di una politica congiunturale aderente all' attuale fase di evoluzione dell' economia italiana e perciò protesa ad accrescere la domanda interna ed a difendere il livello di occupazione , il Governo ha potuto ricevere, nella sua immutata fisionomia politica, limitate ma significative modifiche strutturali. il Governo dunque si presenta come lo stesso Governo cui il Parlamento accordò la fiducia nell' agosto scorso. non solo non è cambiata la sua base politica e la maggioranza parlamentare su cui si regge, ma non è nemmeno mutato — ché anzi è stato espressamente confermato — il programma per la cui attuazione il Parlamento ha concesso la fiducia. quanto ai limiti quantitativi del rimaneggiamento, essi sono stati di ridotta entità e hanno avuto — oltre che lo scopo di reintegrare la composizione governativa mantenendo immodificata, non solo qualitativamente ma anche quantitativamente, la rappresentanza nel Governo delle forze politiche che in esso collaborano — quello di acquisire al Governo la forte personalità politica dell' onorevole Fanfani, del quale sono ben note la competenza, l' esperienza e l' energia realizzatrice. il Consiglio dei ministri è stato concorde in tale valutazione, dandomi mandato di prendere le necessarie iniziative e di sottoporre le conseguenti proposte al Capo dello Stato . faccio notare per inciso che in tale occasione non si è verificata affatto una dimissione generale dei ministri, diversamente da quanto è stato qui sostenuto, essendo state invece contenute le variazioni nel Governo nella misura strettamente necessaria ed essendosi esse verificate con atto individuale di dimissione del senatore Medici, al quale va la mia riconoscenza per il prezioso apporto di saggezza e di passione dato per un lungo periodo al Governo che ho l' onore di presiedere. si profila dunque con tutta chiarezza la figura del rimpasto che è saldamente acquisita nella nostra tradizione costituzionale, nella quale è conosciuta ed intesa come mezzo per contribuire alla stabilità ed all' efficienza di un Governo che permanga identico nella sua fisionomia politica e nel suo contenuto programmatico. l' onorevole Gullo, tra gli altri, ha rivolto vivacissime critiche al Governo per la mancanza di una qualsiasi azione riformatrice, sicché si sarebbe, come egli ritiene, nella linea, ancora una volta, di una totale rinunzia ad ogni adeguamento delle strutture sociali a nuove. e sempre più vive, esigenze di giustizia. il rilievo non è fondato in linea generale né con riguardo al programma ed alle iniziative dell' attuale Governo. non è vero che nulla si sia fatto per il Mezzogiorno d' Italia e che in quel settore non siano da registrare che massicce emigrazioni, ora anche arrestate dalla sfavorevole congiuntura economica. è vero invece che un imponente sforzo è stato già compiuto, che sono state poste le premesse, ed anzi più che le premesse, per uno sviluppo equilibrato dell' economia e della vita sociale, che è ormai concretamente definito un modo organico di intervento atto a superare gli squilibri esistenti nella società italiana , che la legge di proroga della Cassa per il Mezzogiorno , con nuovi metodi e nuovi assai rilevanti impegni, è già dinanzi a questa Camera. ad essa seguirà a brevissima scadenza il provvedimento corrispondente per le altre zone da sviluppare. la riforma della legislazione, in termini più aderenti ai principi democratici della Costituzione, è già in corso . il prossimo Consiglio dei ministri si occuperà di un progetto di legge delega , predisposto dal ministro guardasigilli, per l' emanazione del nuovo codice di procedura penale . anche la nuova legge di Pubblica Sicurezza è pronta per l' esame in sede di Governo. leggi riformatrici, ma non eversive, di notevole rilievo nel campo agricolo sono state sottoposte al Parlamento. taluna di esse è già approvata, altre sono bene avanti nel loro iter parlamentare . i stata già iniziata in questa Camera la discussione delle leggi istitutive delle regioni a statuto ordinario , mentre è in corso , come ebbi a preannunziare, il lavoro dell' apposita commissione da me nominata e diretta dal presidente della Corte dei conti per l' accertamento del costo delle regioni e la conseguente formulazione della legge relativa alle finanze e al demanio, nell' intento di porre rigorosi limiti alle spese e di assicurare l' effettivo trasferimento delle funzioni e del relativo onere finanziario senza alcuna duplicazione. il ministro Preti, con esemplare serietà e costante iniziativa, le quali inducono ad apprezzare nel giusto valore la sua attività di ministro per la riforma dell' amministrazione, ha predisposto gli opportuni disegni di legge che il Governo intende discutere organicamente, nella consapevolezza dell' importanza decisiva che ha il rinnovamento degli ordinamenti della Pubblica Amministrazione . sarà proposta a breve scadenza l' istituzione del ministero della ricerca scientifica . la nuova legislazione sulle pensioni della previdenza sociale , nonostante la difficoltà della materia ed i suoi rilevanti riflessi finanziari, è pressoché messa a punto e si può ritenere compresa nell' insieme dei provvedimenti predisposti per affrontare la sfavorevole congiuntura economica. la nuova legge urbanistica è pronta per l' esame del Consiglio dei ministri e per quello successivo del Parlamento, dove la delicata e complessa materia potrà essere oggetto di una valutazione approfondita, e, com' è giusto, attenta a tutti gli aspetti della questione. dovrebbero così venire a cessare alcuni elementi di incertezza i quali hanno forse contribuito a rallentare l' attività edilizia. com' è noto, poi, è pressoché ultimata la formulazione della nuova legge sulle società per azioni , uno stralcio della quale, di notevole importanza ed urgenza — quello relativo ai fondi comuni di investimento — si trova già all' esame del Senato. dopo che sarà stato espresso il parere del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro , il progetto di programma di sviluppo economico per il quinquennio 1965-69 riceverà la definitiva sanzione del Consiglio dei ministri e sarà trasmesso al Parlamento. è in corso ad alto livello tecnico lo studio sulle modalità della prevista approvazione parlamentare del programma di sviluppo. il disegno di legge che riordina il ministero del Bilancio e lo fornisce di strumenti adeguati ai suoi nuovi compiti relativi alla programmazione è, dopo un' attenta preparazione, in stato di avanzata elaborazione. è poi mio proposito anticipare sulla legge, nell' ambito del generale coordinamento dell' attività economica del Governo, la istituzione della commissione per la programmazione, che intende anche utilizzare per affrontare organicamente e secondo un principio di vasta corresponsabilità i problemi urgenti e gravi dell' attuale fase di evoluzione dell' economia italiana . per la scuola, sulla quale si è inasprita nelle scorse settimane la polemica, non sempre con piena conoscenza dei veri termini del problema, debbo qui riaffermare, secondo quanto è esplicitamente detto nel nostro programma, che essa ha priorità sia nella spesa pubblica sia nell' azione amministrativa e legislativa. né ho bisogno di spiegarne le ragioni. il ministro della pubblica istruzione , onorevole Gui, ha già compiuto un intenso e diligente lavoro per trarre dalle risultanze della Commissione di indagine — valutati, come la legge imponeva, anche i pareri del Cnel. e del Consiglio superiore della pubblica istruzione — le linee dell' auspicato sviluppo quantitativo e del rinnovamento qualitativo della scuola italiana in aderenza alle nuove esigenze economiche e sociali ed alle vocazioni e capacità naturali dei giovani. si tratta di una materia estremamente difficile sul piano tecnico e delicata sul piano politico, sulla quale il Governo si ripromette di promuovere senza indugio un esame collegiale, nel quale possano essere vagliate e ragionevolmente contemperate tutte le posizioni che si vengono prospettando su problemi, come questi, tanto gravi e ricchi di conseguenze per l' avvenire del nostro paese. ma in materia di attuazione del programma per ciò che riguarda la scuola non si deve dimenticare che un altro utile lavoro è stato compiuto, il quale trova espressione in un importante capitolo del progetto di programma quinquennale con riferimento al prevedibile sviluppo dell' edilizia scolastica e della scuola stessa nei suoi vari ordini e gradi, e nell' indicazione di alcune linee essenziali dell' auspicata riforma. il piano di spesa per il prossimo quinquennio, pur accuratamente predisposto dal ministro Gui in vista delle urgenti esigenze della scuola, ha dunque un termine di riferimento per il quale vi è un impegno comune nella coalizione. il necessario raccordo tra i due documenti non dovrebbe quindi presentare difficoltà. nell' esplicazione del mio compito di coordinamento dell' attività di Governo, sarà mia cura armonizzare questa complessa materia, ravvicinando le posizioni che siano ancora differenziate per quanto riguarda sia le procedure di elaborazione e presentazione delle leggi sia la intrinseca sostanza dei problemi. abbiamo presenti due fondamentali obiettivi: corrispondere con la necessaria tempestività alle esigenze, che non possono essere disattese, della scuola e dare tutta la nostra attenzione alle istanze di profondo rinnovamento della scuola italiana, così vive nella coscienza dei giovani e nell' opinione pubblica in generale. questi sono dunque i propositi del Governo circa l' immediato avvenire nella fedele e meditata attuazione del suo programma. la preparazione su questi temi è continuata serenamente in tutto questo periodo, ingiustamente considerato come un tempo di paralisi per il Governo, e continua ancora. il Governo non si è sentito né si sente in crisi. ha delle difficoltà da superare, ma ha anche la forza e la volontà di affrontarle. fra non molto sarà stato offerto dal Governo al Parlamento, con i disegni di legge sopra elencati e con gli altri che seguiranno poiché non vi è accantonamento di punto alcuno del nostro programma — un imponente materiale di discussione che potrebbe occupare un lungo periodo di questa legislatura. perché, anzi, l' attività legislativa non si disperda senza dare i frutti sperati, perché essa sia rapida e conclusiva, risolvendo finalmente problemi aperti da alcune legislature, occorrerà un attento coordinamento dell' attività delle assemblee parlamentari e del Governo, il quale per parte sua si mette sin d' ora a disposizione intera delle Camere. anche nel corso di questo dibattito si è molto insistito sui problemi posti dalla congiuntura economica. ricordo infatti che la Camera dei Deputati ha portato la sua attenzione sugli stessi problemi 15 giorni addietro, nel quadro di una discussione assai ampia alla quale hanno partecipato tutti i gruppi politici e che è stata conclusa, per conto del Governo, con gli interventi dell' onorevole ministro del Tesoro e dell' onorevole ministro dei lavori pubblici . gli interventi di più spiccato rilievo, per quanto riguarda la situazione economica del paese sono stati, nell' ambito di questo dibattito, quello dell' onorevole La Malfa e quello dell' onorevole Malagodi. mentre l' onorevole La Malfa , con vivo senso di responsabilità , ha messo in chiaro le difficoltà ancora da superare per ritornare ad una situazione di normale sviluppo produttivo — ed a tal fine sono indirizzate le misure congiunturali che il Governo sta per deliberare — l' onorevole Malagodi ha ripetuto ancora una volta la sua interpretazione fortemente pessimistica della situazione, che è, si voglia o no, un elemento psicologico negativo in ordine all' auspicata normalizzazione della nostra vita economica. l' onorevole Malagodi ha ancora una volta affermato che la tensione inflazionistica non è stata frenata, argomentando che il costo della vita è cresciuto del 6 per cento nel 1964 e che i prezzi continuano a salire di mese in mese. ebbene, non sta a me ricordare all' onorevole Malagodi, tanto esperto in questioni economiche, che se avessimo frenato drasticamente l' ascesa dei prezzi avremmo veramente provocato la paralisi dell' apparato produttivo, la disoccupazione di massa, la miseria nel paese. l' onorevole Malagodi sa che la politica monetaria seguita dal Governo si è preoccupata di controllare al tempo stesso la liquidità ed il livello di occupazione . egli non deve disconoscere che quella politica ha dato concreti risultati. i prezzi al consumo erano aumentati del 7,5 per cento nel 1963 e sono aumentati del 5,9 per cento nel 1964 nonostante che nel 1964 la bilancia dei pagamenti sia stata attiva e nel 1963 fortemente passiva. vorrei poi aggiungere all' onorevole Malagodi che negli ultimi mesi il ritmo di crescita dei prezzi è fortemente diminuito: nel gennaio 1964 i prezzi all'ingrosso aumentarono di mezzo punto e quelli al minuto di un punto; nel gennaio 1965 per i prezzi all'ingrosso si è avuta una flessione, anche se limitata, e per i prezzi al consumo un aumento di solo mezzo punto. l' importante è, allorché si combatte l' inflazione, riuscire a spezzare la spirale ascendente dei prezzi: ciò è stato fatto e per il mese di gennaio abbiamo avuto addirittura un' inversione di tendenza per i prezzi all'ingrosso . sarebbe superfluo ritornare ad illustrare i risultati positivi conseguiti in tema di bilancia dei pagamenti . su questo tema vorrei solo dire che la posizione dell' onorevole Malagodi si è allineata a quella dei comunisti nell' accettare la tesi delle esportazioni a prezzi non competitivi, tesi che il Governo, nella sua responsabilità, non ha mai fatto propria. né è da criticare l' attenzione che il Governo ha sempre dedicato ai problemi dell' esportazione nel presupposto che per un' economia integrata — come la nostra — le vendite all' estero hanno un significato determinante. in coerenza con l' azione passata il Governo si appresta ad annunciare misure capaci di allineare le possibilità competitive delle esportazioni italiane a quelle degli altri paesi. avere realizzato una politica di stabilizzazione che ha dato risultati positivi in tema di prezzi e di bilancia dei pagamenti , significa aver posto le basi per la ricostituzione del risparmio, sia pubblico sia privato. l' onorevole Malagodi ha contestato anche questo. ed a parte quel che di non preciso ha detto in tema di risparmio pubblico, credo che abbia veramente esagerato affermando che la spesa pubblica non è stata controllata come pur si doveva fare. dall' estrema sinistra ci si rimprovera il contrario: di avere cioè troppo controllato la spesa pubblica . secondo l' onorevole Malagodi l' inflazione continua e dovremmo avere nel 1965 scatti per otto punti della scala mobile che comporterebbero un aumento di circolazione di circa 400 miliardi. l' andamento dei prezzi ci dice che ciò non potrà avvenire; gli interventi che ci apprestiamo a realizzare non significheranno una immissione di liquidità irrorata disordinatamente nel sistema economico ma una destinazione di mezzi finanziari verso quelle attività che immediatamente possono accrescere l' offerta di beni e servizi. in tal modo, utilizzando precipuamente capacità produttive già in essere e forze di lavoro disponibili, non si pone in essere una carica inflazionistica. ma l' onorevole Malagodi ha allargato il discorso anche ai problemi a più lungo termine propri della società italiana . su questi problemi il Parlamento potrà presto fare un discorso serio ed ordinato allorché sarà chiamato a discutere il progetto di programma che il Governo ha già approvato e che è oggi all' esame del Enel. tornando all' azione congiunturale ho ricordato prima il recente dibattito che sulla stessa si è avuto l' altra settimana in quest' Aula. già in quell' occasione il Governo ha avuto modo di precisare la sua diagnosi della situazione e di indicare le linee di azione che intende seguire per accelerare il più possibile, con la ripresa degli investimenti, il ritorno ad un elevato grado di occupazione. è il livello dell'occupazione il tema preminente del nostro impegno in questo particolare momento. oggi non posso che riconfermare le linee di azione già sottoposte alla vostra attenzione e che altro non sono che la concreta traduzione in impegni legislativi della valutazione dell' attuale situazione economica e delle misure intese a fronteggiarla, effettuate nel corso dei colloqui e dei contatti sviluppati ai fini del rimpasto del governo che ho l' onore di presiedere. il Governo ha avuto modo di constatare che in questi ultimi tempi sono stati conseguiti concreti risultati in tema di stabilità monetaria e di equilibrio dei nostri conti con l' estero. contemporaneamente, però, si è avuto un indebolimento del livello di occupazione legato ad una contrazione degli investimenti particolarmente accentuata in alcuni settori. la politica monetaria e creditizia è stata elasticamente adattata alle esigenze poste dalla varietà degli sviluppi congiunturali e, in presenza del favorevole andamento della bilancia dei pagamenti , essa è stata, fin dalla scorsa estate, orientata nel senso di fornire al mercato liquidità largamente sufficiente per accompagnare una pronta ripresa degli scambi e dell' attività produttiva. in prosieguo di tempo, è diventata però sempre più evidente la necessità di ulteriori incisivi interventi capaci, da un lato, di stimolare l' espansione della domanda, dall' altro di ricostruire, innanzitutto con l' aumento della produzione , migliori prospettive economiche per le imprese. per sollecitare la ripresa della domanda globale e con essa degli investimenti, il Governo, ed è ormai a tutti noto, ha già predisposto un complesso provvedimento che in primo luogo renderà possibile nel giro di un ristretto numero di mesi di mettere in cantiere un volume di lavori abbastanza rilevante nel vasto settore delle costruzioni. precipua parte avrà l' edilizia popolare e in genere l' edilizia alimentata da contributi dello Stato e finanziata dalla Cassa Depositi e Prestiti nonché da enti creditizi pubblici. ci si riferisce, cioè, oltre che all' edilizia abitativa, anche a quella scolastica ed ospedaliera. per l' edilizia residenziale in generale sono poi previste speciali agevolazioni fiscali capaci anche di mobilizzare il patrimonio già investito in case non ancora vendute. ma gli interventi si estenderanno anche al settore della viabilità e dei porti, accelerando quegli investimenti che il progetto di programma di sviluppo prevede come strozzature da eliminare per garantire all' economia ed alla società italiana il conseguimento di un duraturo ed elevato tasso di sviluppo del reddito. l' agricoltura e le sue esigenze di ammodernamento trovano posto non trascurabile nel provvedimento, così come, per l' industria costruttrice di macchinario, sono previste agevolazioni per accrescere le possibilità di vendere sul mercato interno . per le vendite all' estero sarà rafforzata e resa più incisiva l' azione di finanziamento del Mediocredito centrale. l' aumento della domanda globale non è evidentemente fine a se stesso , ma destinato a provocare quell' incremento della produzione e quindi dell' occupazione che è lo scopo della nostra azione. ed è proprio perché ciò si verifichi che occorre altresì salvaguardare le prospettive di equilibrio economico dell' attività produttiva, le quali trarranno per altro sicuro beneficio dall' aumentata utilizzazione delle attuali capacità produttive degli impianti e potranno quindi sodisfare l' espansione della domanda a prezzi assolutamente stabili. occorre cioè evitare che si verifichi, anche per effetto del maggior utilizzo di liquidità da parte del sistema economico , un aumento dei costi che in tutto o in parte possa trasferirsi sui prezzi. in tal caso infatti crescerebbero le importazioni dall' estero ma non la produzione interna, facendo così cadere la possibilità di riconquistare un più elevato livellò di occupazione. il provvedimento già predisposto dal Governo tende pertanto anche a risolvere, o a dare un contributo alla soluzione del problema dell' equilibrio fra costi e ricavi delle aziende: in modo che queste possano più facilmente accrescere le vendite a prezzi non crescenti e trovare maggior convenienza a procedere sulla via degli investimenti. il Consiglio dei ministri avrebbe già potuto approvare questo complesso di misure congiunturali, ma la deferenza che il Governo deve sempre osservare verso il Parlamento mi ha indotto a sospendere la decisione, mentre era in corso questo dibattito, in modo da recepire in essa anche i suggerimenti che da questa discussione, che oggi si conclude, potevano derivare, come in effetti è avvenuto. onorevoli colleghi , sempre rimanendo ancorati all' esigenza indiscussa della stabilità monetaria — che è garanzia primaria nella difesa del valore reale dei salari, a sua volta fondamento della ripresa del risparmio senza il quale gli investimenti non trovano sostegno e l' occupazione non si riprende — il Governo, superata la fase più critica della congiuntura, si appresta a rilanciare l' attività produttiva ed il livello di occupazione . esso conta sul responsabile apporto di tutte le categorie impegnate nella produzione e nella ripresa economica . come ha già fatto in passato, ed anzi ancora più intensamente, esso perseguirà il contatto — in una sede propria, presso gli organismi della programmazione — con i sindacati dei lavoratori e gli organismi imprenditoriali. passo ora alla politica estera . se c' è una cosa da rilevare in questo dibattito è il fatto che, ove si eccettui taluni specifici interventi come quello dell' onorevole Badini Gonfalonieri, la politica estera non ha occupato in esso un posto particolare. eppure essa dovrebbe avere un peso non piccolo nella valutazione della nostra azione passata e nell' inquadramento della nostra attività futura, soprattutto oggi che l' onorevole Amintore Fanfani ha la responsabilità di un settore al quale egli ha già portato in passato il vivace contributo. di una sua larga ed approfondita esperienza. a proposito della richiesta di chiarimento rivoltami dall' onorevole Badini Gonfalonieri non ho difficoltà a dichiarare che l' attività del nuovo ministro degli Esteri si svilupperà nell' attuazione del programma di Governo , incentrato nella ricerca della pace nella sicurezza della nazione. anche in questo ramo del Parlamento si è cercato di rinnovare, nei confronti del Governo, l' accusa di inerzia. è un' accusa che non può restare senza risposta. per quanto personalmente mi riguarda, dirò che ho assunto l' interinato del ministero degli Esteri , pur nel desiderio di affidarlo il più rapidamente possibile ad un qualificato titolare, non come mera copertura formale, ma accettando ed assolvendo l' impegno di attenzione e d' interessamento che comporta un settore così delicato della politica generale di Governo. ad esso ho dedicato, in modo preminente, le mie energie nei due mesi circa nei quali ho tenuto l' incarico. in linea generale poi occorre premettere che, quando si sente parlare di spirito di iniziativa, o quando si fa appello alla necessità di intraprendere azioni nuove e vigorose si intende spesso cose diverse — e talvolta opposte — a seconda dei settori da cui questo richiamo proviene. per taluni l' iniziativa è la ripresa di vecchie ambizioni o il tentativo di riesumare speranze deluse. per altri l' iniziativa nasconde il disegno di indurre al passaggio da un sistema di amicizie e di alleanze ad un altro. respingiamo l' una e l' altra posizione, per accettare invece la direttiva che l' Italia, in armonia con la sua vocazione, debba rivolgere tutti i suoi sforzi — come essa in effetti fa — allo sviluppo della collaborazione con tutti i popoli e alla ricerca dei mezzi atti ad assicurare una pacifica convivenza nella generale sicurezza. la nostra coscienza è perfettamente tranquilla perché, su questa strada, abbiamo percorso un buon cammino, acquistando una posizione che possiamo affermare essere quella di un paese che gode di largo prestigio e con il quale il dialogo, da parte di tutti, viene ricercato sia sul piano politico, sia su quello economico e culturale. alle Nazioni Unite , in questi mesi di difficile ricerca della soluzione di un problema delicato ed essenziale, legato alla questione del finanziamento delle operazioni di pace, la nostra delegazione è stata sempre in prima linea nella ricerca di soluzioni concrete, prendendo attiva parte agli scambi di vedute fra tutti i membri dell' organizzazione e fornendo idee, formule, contributi, per smussare gli angoli o per vincere resistenze. questa nostra opera silenziosa e discreta, ma non per questo meno utile, è senza dubbio fra i titoli per i quali siamo stati scelti a far parte del « comitato dei 33 » , il cui compito sarà quello di effettuare un riesame globale del problema e di ristabilire una situazione di normalità nelle attività delle Nazioni Unite . né si può certo accusarci di immobilismo in un altro delicato settore che può costituire un elemento essenziale della distensione internazionale: quello del disarmo. bisogna invece riconoscere che, proprio in tale campo, abbiamo esercitato, insieme con altri paesi, un' azione costante per la messa a punto di taluni progetti e soprattutto per la ricerca di una intesa sul problema della non disseminazione delle armi nucleari . abbiamo svolto passi, fra l' altro, in vista di un concreto rilancio dell' appello di Bombay del Sommo pontefice, dando ad esso un particolare contenuto. ma soprattutto non abbiamo trascurato occasione per chiedere una sollecita ripresa dei lavori della conferenza di Ginevra, facendoci anzi promotori di una tale iniziativa. il nostro orientamento parte dalla considerazione che, soprattutto in un momento difficile della congiuntura internazionale, sia utile riaprire il dialogo in una sede in cui paesi di così diversa origine e di così differente impegno sono rappresentati, per attenuare talune ombre che caratterizzano l' attuale atmosfera internazionale. inoltre riteniamo che, proprio perché l' Assemblea delle Nazioni Unite ha dovuto aggiornarsi a settembre, è opportuno che vengano mantenuti quei contatti multilaterali sul disarmo, che hanno dimostrato di costituire fattori positivi di distensione. sul piano europeo è a tutti nota la posizione direi quasi di avanguardia — ma di realistica avanguardia — che è stata assunta dal nostro paese. e appena necessario che io ricordi che fra i vari piani all' esame per un rilancio europeo, figura un piano italiano, che prende nome dal Capo dello Stato , che vorrei ancora qui ringraziare per il suo prezioso contributo all' attività di Governo e per gli indirizzi impressi alla nostra politica internazionale . ho sentito pronunziare qui qualche voce di critica o almeno di perplessità sulla nostra azione in campo europeo. mi rammarico che tra queste voci vi sia anche quella dell' onorevole Badini Confalonieri , il quale pur conosce, per personale esperienza, quanta parte l' Italia abbia nella complessa e multiforme attività che si accompagna alla ripresa del dialogo europeo. vorrei dire all' onorevole Badini Confalonieri , che ha trattato tale argomento, che i vari interrogativi che egli ha proposto, sono, in realtà, ancor più che teorici, sterili. essi non toccano la nostra posizione sull' argomento. l' Europa quale noi la vogliamo è quella che nello stesso documento italiano viene fermamente indicata. viene indicata attraverso i principi da cui è caratterizzata logicamente, in una proiezione verso il futuro, la nostra concezione tradizionale di un' Europa democratica, aperta, supernazionale e rappresentativa. nel frattempo, e proprio in vista di tale ideale, riteniamo che si debba pensare a mettere in moto un processo graduale, che deve tendere altresì ad evitare che il sentimento dell' Europa s' indebolisca e che con esso appassiscano a poco a poco le speranze dei molti che in questa Europa credono e che di questa Europa sanno giudicare il valore per la salvaguardia stessa della nostra civiltà. credo che si debba riconoscere che in questo periodo la nostra diplomazia è stata molto attiva in questo settore. attraverso una serie di contatti bilaterali si è cercato di sondare il terreno allo scopo di determinare più esattamente le convergenze che rendono possibile la ripresa del dialogo europeo, secondo le linee a suo tempo accennate nei progetti predisposti da noi e da altri esponenti del gruppo dei « sei » . la riunione a Roma di autorevoli esponenti di tale gruppo ci ha consentito nuovi ed interessanti scambi di idee. ci auguriamo che servano a spianare la strada verso gli obiettivi che ci proponiamo. queste premesse smentiscono, credo, in modo incontrovertibile le accuse di assenteismo che ci sono state rivolte. non mi propongo di riprendere, anche se in questo contesto potrebbe essere utile farlo per dimostrare la nostra costante sollecitudine per i problemi internazionali, molti altri argomenti, come la politica verso il terzo mondo e verso la Cina ed i problemi dell' interdipendenza nucleare, che ho trattato nell' altro ramo del Parlamento. ma naturalmente non posso non riproporre in questa sede i problemi relativi alla crisi nel Vietnam, che so essere motivo di vigile e preoccupata attenzione per noi e per molti. vi hanno fatto riferimento, sia pure con toni e obiettivi diversi, vari oratori, tra cui l' onorevole Longo e l' onorevole Badini Confalonieri . all' onorevole Longo vorrei dire che le sue stesse dichiarazioni mi sembrano non prive di un certo imbarazzo, forse comprensibile, data la complessità della situazione attuale ed i molti interrogativi che da essa scaturiscono. così, per esempio, quando egli ci chiede, nel contesto di una sua critica generale della politica estera italiana, di stabilire rapporti di sincera amicizia e di collaborazione con tutti i paesi ed in particolare con quelli socialisti, c' è da domandarsi (a parte il fatto che questi rapporti noi già li intratteniamo e che essi sono apprezzati dalle due parti) se gli stessi paesi socialisti non abbiano problemi per quanto riguarda i rapporti politico-economici e di collaborazione nel seno del loro stesso raggruppamento. ma lasciamo da parte queste disquisizioni. che cosa l' onorevole Longo propone che l' Italia faccia nei riguardi della crisi del Vietnam? egli chiede una autonoma iniziativa per favorire una soluzione pacifica nel sud est asiatico che sia conforme alle conclusioni della conferenza di Ginevra. ora è appena necessario che io ricordi che iniziative di pace sono state già prese e che, come l' onorevole oratore sa, esse non hanno prodotto frutti concreti perché non si sono finora verificate le condizioni per una equilibrata e dignitosa soluzione negoziata. questa soluzione negoziata gli americani non la respingono, purché vi sia un segno sicuro di buona volontà tale che il negoziato non porti a sacrificare fondamentali interessi dell' equilibrio internazionale. per parte sua l' onorevole Badini Confalonieri ci ha chiesto spiegazioni sul passo compiuto dall' ambasciatore sovietico a Roma. non ho difficoltà a fornire opportuni chiarimenti, respingendo nettamente l' ipotesi, in se stessa offensiva, che possa essere stato chiesto all' Italia di tradire — secondo quella che mi sembra sia stata la sua espressione — i propri alleati. aggiungerò che la sua dura critica alla mia risposta in Senato mi stupisce, quando qualificati esponenti del gruppo senatoriale liberale la considerano « cauta, prudente e sostanzialmente corrispondente all' interesse nazionale ed agli interrogativi ed alle ansie degli italiani » . premetto che nessuna nota formale è stata consegnata al governo italiano dall' ambasciatore Kozyrev, il quale ha semplicemente esposto il punto di vista del suo Governo sull' attuale, critica fase degli avvenimenti del Vietnam. l' ambasciatore sovietico rilevava che a Mosca si aveva l' impressione che il governo italiano solidarizzasse con il punto di vista americano. citava anche l' invio del personale sanitario italiano nel Vietnam, che veniva considerato come un appoggio agli « atti aggressivi » americani. l' ambasciatore sovietico esprimeva infine la speranza che il governo italiano volesse collaborare per la ricerca di una soluzione pacifica della crisi impostata sul rigoroso adempimento degli accordi di Ginevra. la mia risposta ha richiamato le dichiarazioni ufficiali già fatte in due interventi al Senato. l' Italia, pur non avendo impegni politici nel sud est asiatico, ha comprensione, nel quadro delle alleanze, della posizione e della responsabilità degli USA, la cui azione si svolge in una situazione difficile e complessa, la quale non può essere valutata a prescindere dalle iniziative che, in violazione degli accordi di Ginevra, hanno determinato la reazione americana. occorre quindi non solo volere una soluzione pacifica, ma crearne le condizioni. assumendo che la coesistenza pacifica è un principio fondamentale della politica delle grandi potenze, le quali hanno consapevolezza della responsabilità che incombe su di loro nei confronti della pace mondiale, ci si aspetta che anche l' Unione Sovietica concorra al verificarsi delle condizioni necessarie per la pacificazione ed all' assicurazione di un equilibrio che non è neppure nel suo interesse vedere alterato. quanto all' Italia, nel quadro delle sue alleanze, nella sicurezza e nella giustizia, non mancherà di favorire il raggiungimento di una soluzione pacifica e negoziata. circa la presenza di medici italiani nel Vietnam del sud, preciso che si tratta di un gruppo di tre medici e di sei infermieri, liberi professionisti civili, recatosi volontariamente in ospedali civili del Vietnam del sud, nel quadro dell' assistenza scientifica e tecnica che l' Italia svolge a beneficio di molti paesi in via di sviluppo . la loro missione umanitaria a favore di quelle popolazioni non può in alcun caso essere presentata come una nostra partecipazione agli avvenimenti politico-militari del sud est asiatico. questa impostazione mi sembra risponda agli interessi generali, ai nostri obiettivi di pace nella sicurezza. non possiamo che auspicare che la saggezza prevalga e che sappiano assumere i loro compiti tutti coloro sui quali ricade la responsabilità di garantire il bene supremo della pace. passo adesso a trattare di un problema che è stato qui sollevato e sul quale ci sono state chieste spiegazioni. esso concerne i rapporti con la vicina Jugoslavia. non è la prima volta che dai banchi del Parlamento vengono rivolte al Governo domande di chiarimento in merito alla situazione della cosiddetta zona B dell' ex Territorio Libero di Trieste e il Governo ha già avuto occasione di fornire al riguardo opportuni elementi di valutazione. ma non ho difficoltà a dare a questo alto consesso nuovi chiarimenti, tanto più che noto qualche preoccupazione in relazione a voci incontrollate e che debbono essere nettamente smentite, in merito a presunti accordi che sarebbero in preparazione fra Italia e Jugoslavia su alcuni aspetti delle questioni territoriali italo-jugoslave. parto da una breve premessa. l' accordo intervenuto nel 1954 nella capitale britannica, concretatosi nello strumento noto come memorandum d' intesa di Londra, fu certamente un atto estremamente opportuno. l' appoggio a questa iniziativa ci venne da quasi tutti i settori di questa Camera: segno che l' opinione pubblica italiana era concorde con noi sulla necessità di porre termine ad una così dolorosa e grave vertenza. pur con i sacrifici che ha comportato, lo strumento, da cui scaturì la soluzione del problema di Trieste, consentì infatti al nostro paese di scongiurare la possibilità che questa città esemplarmente italiana fosse avulsa dal territorio nazionale : e creò, nel colloquio tra i due paesi, il presupposto per porre i rapporti con la vicina repubblica su un piano di amichevole collaborazione. rimangono naturalmente da risolvere fra Italia e Jugoslavia alcuni ed anche essenziali problemi. che su taluni di questi problemi vi siano divergenze, non può essere motivo di illazione su nostri propositi che, comunque, non potrebbero mai, come è ovvio, andare a scapito degli interessi nazionali , della cui fondamentale importanza noi siamo perfettamente consapevoli. né d' altra parte queste divergenze dovrebbero influire sui rapporti generali fra i due paesi, i quali hanno raggiunto un grado di fiduciosa collaborazione che riteniamo opportuno rendere ancora più fruttuosa. all' onorevole Franchi vorrei dire che molte delle sue citazioni non sono esatte e aggiungo anche che l' esprimersi con ottimismo sull' andamento di taluni rapporti reciproci non può essere motivo di critica. la nostra politica tende a creare ovviamente su basi di reciprocità un costante miglioramento dei rapporti con i vicini. quando affermiamo questo, non sottintendiamo concessioni o rinunce. affermiamo un proposito, che è parte essenziale di ogni saggia politica. è stato accennato in quest' Aula alla situazione medio orientale e l' onorevole Badini Confalonieri ha avanzato, in tale contesto, una serie di interrogativi. mi consenta di non seguirlo in una polemica che, anziché portare a chiarimenti, potrebbe oggi incoraggiare incomprensioni ed inserirsi vanamente in una situazione senza dubbio complessa e delicata. ma non vorrei lasciare senza risposta due argomenti che riguardano direttamente gli interessi immediati dell' Italia: la situazione delle nostre collettività ed i rapporti economico-finanziari in quel settore. per questi ultimi, occorre intenderci. da una parte, sul piano della politica generale, ci si accusa di inerzia; dall' altra si riscontra nella nostra politica economica un attivismo eccessivo. mentre confermo che la prima ipotesi è del tutto infondata, tengo a precisare che i crediti fatti ai paesi del mondo arabo sono perfettamente compatibili con le nostre possibilità finanziarie. essi rispondono inoltre a quegli interessi di politica economica dai quali non potremmo prescindere senza rinunciare a un dato tradizionale, direi quasi storico, della nostra azione in Mediterraneo e senza, allo stesso tempo, rinnegare quei principi di solidarietà che noi perseguiamo nel quadro della nostra particolare sensibilità per i problemi del terzo mondo . anche in un periodo in cui il Governo, per ovvi motivi, è costretto a soppesare attentamente i suoi impegni di ordine finanziario verso l' estero, riteniamo questa politica — anche se in precisi limiti — perfettamente giustificata. aggiungo che la nostra esposizione, in particolare verso la Repubblica Araba Unita (ad essa mi sembra di comprendere che l' onorevole Badini Confalonieri si riferisse), è dovuta alle facilitazioni creditizie previste dalle disposizioni vigenti per forniture a pagamento dilazionato. questa nostra politica — se da un lato cerca di andare altresì incontro alle esigenze dei nostri esportatori — non può naturalmente non tener conto della situazione delle collettività italiane in quei paesi. gli indennizzi per nazionalizzazioni e il problema dei trasferimenti sono in corso di negoziato con la Repubblica Araba Unita . confidiamo che le trattative diano risultati positivi. d' altra parte non si è trattato di misure contro la collettività italiana in particolare, ma di provvedimenti che hanno colpito tutti i paesi che avevano loro collettività o interessi in quel settore. la tenace tutela di questi interessi va congiunta ad una valutazione della evoluzione storica in Africa. questo quadro della situazione internazionale non è certamente completo, ma era inteso a rispondere essenzialmente alle domande che mi sono state rivolte da vari settori di questa alta Assemblea. ringrazio gli onorevoli colleghi di aver sollevato talune importanti questioni: e ringrazio in particolare coloro che ci hanno confortato del loro consenso. il Governo è disposto ad accogliere ogni proposta costruttiva; allo stesso modo come non può non respingere ciò che non giova al migliore sviluppo di una politica che vuole essere equilibrata e positiva. la nostra azione in campo internazionale è stata, è e sarà sempre legata ad un obiettivo specifico: assicurare che, nella giustizia e nella equità, nel quadro dell' alleanza che abbiamo liberamente e consapevolmente accettata, la pace venga tutelata e la collaborazione internazionale si estenda e si approfondisca superando, a mano a mano , quegli attriti, quei contrasti e quelle incomprensioni che turbano l' atmosfera internazionale. il momento è certamente delicato, ma noi, confortati dal senso di responsabilità che grava su tutti i paesi — grandi e piccoli — e su tutti i popoli antichi e nuovi, siamo fiduciosi che possano conseguirsi, nel colloquio internazionale, risultati che non compromettano l' interesse di nessuno e rafforzino il senso di sicurezza di tutti. per quanto riguarda gli accenni che sono stati fatti nel corso di questo dibattito all' atteggiamento assunto dal Governo relativamente alla rappresentazione nella città di Roma del dramma Il Vicario , debbo rilevare con tutta serenità che, in tal modo, è stata data una esatta interpretazione ed una giusta applicazione, tenuto conto di tutti gli elementi, ai patti lateranensi , e cioè ad obblighi liberamente assunti in sede internazionale e che la Costituzione ha inteso garantire in modo particolare, quasi a sottolineare l' importanza che essi hanno per la pace religiosa nel nostro paese e lo sviluppo di costruttivi rapporti di rispetto e di collaborazione tra l' Italia e la Santa Sede . non desidero soffermarmi ora a descrivere il meccanismo giuridico nel quale siffatta applicazione si è concretata, partendo dalla inequivocabile dizione dell' articolo 1 del Concordato ed avendo presente che qualsiasi modifica dei patti richiede, a norma dell' articolo 7 della Costituzione, l' applicazione della procedura costituzionale, quando non sia concordata tra le alte parti contraenti. il che esclude possa essere fatta unilateralmente, in sede interpretativa, una scelta delle clausole che si assumono in contrasto con le norme costituzionali. limitazioni di attività sono legalmente prevedibili, quando esse siano significative della violazione di fondamentali interessi propri della vita associata. avendo presente che il divieto ha toccato esclusivamente la città di Roma, non si può non ricordare, senza entrare nella polemica sul Vicario, che quest' opera incide in modo fortemente ed ingiustamente negativo sulla memoria, tuttora viva soprattutto nella sua sede episcopale, di un pontefice che difese alti valori religiosi, umani e civili, salvò Roma da più grandi rovine, tutelò generosamente quanti, nella persecuzione e nelle dure prove della guerra, fecero appello alla sua sollecitudine paterna e protettrice. signor presidente , onorevoli Deputati , non sono riuscito probabilmente a rispondere in modo esauriente, data anche la brevità del tempo a mia disposizione, ai molteplici rilievi che sono stati mossi al Governo nel corso di questo dibattito così serrato e così interessante. ritengo tuttavia di avere potuto delineare a sufficienza le caratteristiche di questo Governo, i suoi impegni politici e programmatici, specie con riguardo alle pressanti esigenze della presente situazione economica , le ragioni per le quali ci opponiamo alla revoca della fiducia richiesta alla Camera dal gruppo comunista. ho cercato di non entrare in una polemica minuta. non ho voluto ribattere punto per punto le accuse sempre ripetute contro questo Governo: l' intrinseca contraddizione tra le parti politiche che lo compongono, la irrimediabile divisione e la conseguente impotenza, il piccolo tatticismo, lo spirito di compromesso, la meschina volontà di durare ad ogni costo, magari soltanto guadagnando con espedienti qualche giorno di vita, la debolezza e precarietà di questa formazione governativa, della quale si preconizza e si auspica prossima la fine. e poi da destra, con maggiore o minore veemenza, l' accusa di essere questo un ponte verso la sponda comunista; da sinistra di essere questa una nuova ed appena aggiornata espressione di una politica conservatrice, del tutto incapace di affrontare i temi di rinnovamento della società italiana e di sciogliere i nodi che si sono andati infittendo in una situazione intricata e difficile. così da parti opposte si dichiara una lotta ad oltranza contro la politica di centrosinistra così nettamente qualificata com' essa è e per ciò stesso storicamente realizzabile nella presente realtà italiana. da più parti si annuncia un' alternativa, ma si manca di indicarne con precisione la natura e di verificarne l' attuabilità. non è che io pensi, come pareva accennare ieri sera l' onorevole Malagodi, di bilanciare critiche comuniste e critiche liberali, ripulse comuniste e ripulse liberali, offerte comuniste ed offerte liberali, per trarne la certezza di essere sulla giusta via di mezzo e quindi nella verità. non penso a questa operazione di geometrica equidistanza. vedo le ragioni della nostra opposizione, dell' opposizione di questa coalizione, a queste forze e vedo le ragioni per le quali da destra e da sinistra ci si oppone con uguale accanimento alla politica di centrosinistra. ma l' area che noi occupiamo è definita in forza degli obiettivi positivi che noi perseguiamo, del valore che assume questa tormentata collaborazione di partiti diversi e talvolta ancora lontani, dei pericoli che essa storna e delle prospettive che apre nella vita sociale e politica del nostra paese. appunto questi partiti diversi e lontani hanno trovato una ragione d' incontro nella imperiosa necessità di far convergere forze, malgrado le loro particolari intuizioni, di libertà, per sostenere responsabilmente ed insieme per sospingere la pacifica evoluzione della società italiana , una evoluzione reale, inarrestabile, indilazionabile, che deve essere incanalata nell' alveo della libertà, della consapevolezza e dell' autocontrollo. bisogna evitare che essa divenga protesta disordinata e sovvertitrice, così come si deve evitare che si mortifichi ed isterilisca la carica rinnovatrice, vorrei dire, questa forza di giovinezza e di progresso che è nella società italiana . questo è un grande ed impegnativo processo di sviluppo economico e sociale , ma è soprattutto un fatto politico. ed è per questo che l' incontro politico, dal quale trae vita questo Governo, risponde essenzialmente a questa esigenza, corrisponde alla situazione. ciò richiedeva, come richiede, lo spostamento verso sinistra dell' equilibrio politico italiano, che era ieri centrista ed è oggi, secondo uno sviluppo effettivo, di centrosinistra, uno spostamento però che ha il suo limite ed il suo costante punto di riferimento nella libertà, la libertà che, soprattutto, dobbiamo e vogliamo garantire in una collaborazione politica che vuole essenzialmente salvare la libertà, per riempirla per ogni uomo di tutto il suo naturale contenuto di dignità, di benessere, di diritto e di potere. s' intende bene come tutto ciò costi qualche cosa e laceri qualche cosa. è però una piccola interpretazione di un momento importante della nostra vita sociale e politica l' elencazione dei capi di accusa ai quali poc' anzi facevo riferimento: tatticismo, compromesso, impotenza, divisione, debolezza, precarietà. ci sono e ci saranno delle difficoltà: ecco tutto. sono in ogni coalizione e soprattutto in una come questa, che segna una svolta nel nostro sviluppo. importante è che il travaglio si componga, a poco a poco, nell' azione, nella chiarezza, nell' autorità morale, sicché si possa parlare al paese nella certezza d' interpretarne le esigenze e di essere capiti, così, dal paese. questo è uno sviluppo possibile e che noi ci auguriamo. lavoriamo, finché non ci mancherà la vostra fiducia, per questo fine e con questo impegno, in assoluta dedizione a quegli ideali di libertà dei quali voglio anch' io dire la superiorità di fronte ai mortificanti sistemi di coercizione dell' uomo e della società.