Ugo LA MALFA - Presidente del Consiglio Maggioranza
IV Legislatura - Assemblea n. 283 - seduta del 12-03-1965
Sull'anonima banchieri
1965 - Governo II Fanfani - Legislatura n. 3 - Seduta n. 98
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , onorevoli colleghi , abbiamo discusso di molti argomenti in questo lungo dibattito, di politica interna , di politica estera , di politica scolastica , ma penso che la questione fondamentale rimanga sempre, anche per l' urgenza. dei problemi che pone, la politica economica e più precisamente l' esame del meccanismo dello sviluppo economico . noi ci troviamo, alla fine del dibattito, in questa particolare situazione. l' onorevole Malagodi è rimasto strettamente fedele al vecchio meccanismo di sviluppo quale si è svolto durante il cosiddetto miracolo economico . egli non ha ammesso un solo punto debole di tale meccanismo: non è una degenerazione possibile del sistema, non un errore, non un momento speculativo. si trattasse dell' edilizia, dell' amministrazione interna, delle aziende anche private, dell' impiego degli utili dell' azienda entro o fuori dell' azienda in attività speculative, per l' onorevole Malagodi quel processo era perfetto, quel meccanismo di sviluppo, in sé perfetto, fu alterato e capovolto dall' intervento della politica di centrosinistra. su questa posizione, che ha rasentato il dogmatismo assoluto, si è arroccata tutta la destra. ora, onorevoli colleghi , almeno per quel che mi riguarda, mi sono sforzato di vedere criticamente che cosa di positivo vi fosse in quel meccanismo di sviluppo e che cosa vi fosse invece di degenerativo, di speculativo e di negativo. e qui la mia posizione e la posizione del centrosinistra coincidono con l' esame che di questo problema fu fatto nella cosiddetta « Nota aggiuntiva » presentata nel 1962, nella quale appunto del meccanismo di sviluppo degli « anni Cinquanta » si davano gli elementi positivi e negativi, come punto di partenza per la costruzione di una politica di programmazione economica. all' onorevole Ingrao, che vuole riportare la polemica con me al momento anteriore a questa « Nota aggiuntiva » (come se io non avessi assunto responsabilità nel descrivere gli elementi degenerativi del vecchio meccanismo di sviluppo), devo ricordare la medesima « Nota aggiuntiva » , che sta sempre alla base del mio ragionamento e deve essere il presupposto, a mio avviso, del nuovo schema di sviluppo. la verità è, onorevole Ingrao,... a lei e dirò per quale motivo. la verità è che, quando ci siamo sbarazzati, attraverso una valutazione critica, del vecchio meccanismo di sviluppo ed abbiamo iniziato la polemica con il partito liberale , dovevamo approfondire il nostro discorso, non sugli obiettivi di una politica di programmazione economica. ma sul meccanismo di sviluppo che doveva portarci a realizzare quegli obiettivi. ed io devo dire, con estrema chiarezza, che la discussione sul meccanismo di sviluppo che deve portare agli obiettivi della programmazione economica è ancora incompleta tra le forze parlamentari e, se incertezza vi è in noi, essa si riflette sul Governo. ma guai a pensare che noi abbiamo esaurito questa discussione. e che il partito comunista offra, sul terreno di un mezzo meccanismo di sviluppo, una posizione coerente! assolutamente no, onorevole Ingrao: il partito comunista sul meccanismo di sviluppo che, superato il vecchio, ci deve portare agli obiettivi della programmazione economica, ha altrettanta incoerenza di quella che possiamo avere noi. ciò vuol dire che la discussione, il famoso dialogo, onorevole Ingrao, deve continuare. ed in che cosa è consistito il chiarimento che ho cercato di dare a questo problema? nel mettere ordine nei vari problemi che deve considerare, attraverso la programmazione economica, un nuovo meccanismo di sviluppo e che sono: il rapporto fra occupati e disoccupati, rapporto che implica anche una valutazione di situazioni territoriali ossia tra zone economicamente soprasviluppate e zone sottosviluppate; il rapporto tra l' incremento dell' occupazione fino al pieno impiego e la modernizzazione tecnologica del nostro apparato produttivo. non ho scelto la tesi secondo la quale si deve dare preferenza assoluta all' occupazione rispetto all' ammodernamento tecnico, ma ho scelto la tesi che in quel paese che non ha il pieno impiego, l' occupazione deve avere carattere di priorità o di prima scelta rispetto all' ammodernamento tecnico in molti settori, a meno che non si tratti dei settori basilari dello sviluppo economico come la siderurgia. in terzo luogo, ho affacciato anche l' esigenza o per lo meno la necessità che, nel mercato comune europeo, noi ci presentiamo con le nostre caratteristiche, cioè rappresentando la nostra situazione economico-strutturale quale essa è, per cui il carattere e la struttura di una economia a pieno impiego e di una economia perfettamente industrializzata siano considerati il punto di arrivo della nostra dinamica economica, non il punto di partenza . noi commetteremmo un grave errore se ritenessimo che la nostra partecipazione al mercato comune ci assimili immediatamente e direttamente alla situazione per esempio di un paese ad alto potenziale industriale, come la Germania occidentale . sono questi i problemi che si presentano in un nuovo meccanismo di sviluppo bene ordinato, ed affermavo, rispetto a questi problemi, che lo stesso intervento della politica di centrosinistra è servito qui a correggere il vecchio meccanismo di sviluppo nelle sue degenerazioni. poiché è vero che il calmieramento delle aree edificabili, dal punto di vista del loro prezzo, non è completamente compiuto, ma come si può negare che, per ragione del cattivo investimento edilizio e per ragione delle leggi ordinatrici che il centrosinistra si propone di applicare, questo calmieramento è iniziato e che la corsa all' accrescimento del prezzo delle aree non vi è più? come si può negare che la stessa industria automobilistica, della quale ci siamo occupati, trovi un condizionamento nella diversa situazione del mercato? come negare che tutta la situazione del paese risente di un clima di maggiore serietà e di maggiore austerità per il fatto che ognuno di noi deve considerare i problemi di fondo che nella faciloneria del miracolo non erano considerati? tuttavia ho anche detto, rivolgendomi a tutto l' arco delle forze della sinistra, di stare attenti a non confondere quello che è lo scopo di rettificazione: del vecchio ciclo e di correzione del sistema con la demolizione del sistema medesimo, di stare attenti a non trovarci nella condizione di non saper sostituire ad un vecchio schema di sviluppo un altro schema di sviluppo coerente in tutte le sue parti, perché allora, sì, noi ci assumeremmo una responsabilità, di gravi proporzioni. avendo cercato di superare, nei suoi aspetti negativi un vecchio schema di sviluppo, cacciamo il nostro paese in una crisi di fondo da cui non saprebbe più trarsi. questo è l' apporto che noi abbiamo cercato, con grande senso di responsabilità , di dare alla presente discussione, che è impegnativa per tutte le forze del centrosinistra ma lo è anche per il partito comunista , se esso deve rappresentare gli interessi della classe operaia che sul nuovo ed efficiente e coerente meccanismo di sviluppo gioca tutte le sue sorti. onorevole Ingrao, come si fa a dire che io ho negato la funzione autonoma del sindacato nel nuovo schema di sviluppo? non posso però accettare che la funzione del sindacato, nell' economia moderna, si eserciti solo nella fabbrica, poiché accanto alla funzione che il sindacato ha nella fabbrica, a mio giudizio, vi è la funzione che il sindacato ha nella direzione della vita economica nazionale. non capisco perché il sindacato sia libero e autonomo alle porte della fabbrica e non sia libero ed autonomo al tavolo della programmazione, dove si decide la politica di sviluppo economico e si controlla il ciclo. questo è il problema che noi dobbiamo affrontare perché nella fabbrica, onorevole Ingrao, il sindacato subisce il meccanismo di sviluppo, non lo crea, ma semplicemente lo rettifica, e il meccanismo di sviluppo la classe operaia lo deve valutare e controllare al tavolo della programmazione, come grande forza di direzione della vita economica del paese. ella, onorevole Ingrao, ha detto qualche cosa che mi ha colpito e che è esatta: le forze politiche sono forze di mediazione in una politica di sviluppo economico. ma che cosa mediano le forze politiche ? mediano il profondo contrasto tra le due classi — se le vogliamo considerare due classi — che determinano il meccanismo di sviluppo economico : gli imprenditori e la classe operaia attraverso il suo sindacato. ma se la classe operaia commette l' errore, per decisione del suo sindacato, di ritenersi lesa nella sua autonomia se partecipa al processo decisionale, allo scontro per stabilire le linee di sviluppo economico, ebbene, il Governo, le forze politiche sono messe in condizione di non poter esercitare la loro opera di mediazione. siete in certo senso voi che accettate il meccanismo di sviluppo capitalistico quale finora si è svolto, e non noi, che abbiamo una nuova maniera di vedere la politica economica del nostro paese. ma su questo, onorevoli colleghi , continueremo a discutere. nel frattempo, proprio perché questa discussione è una discussione importante e grave e impegnativa per tutti, vorrei che l' onorevole Malagodi qualche volta se ne occupasse senza essere troppo sicuro... con l' onorevole Malagodi l' ho già fatto da tempo. proprio perché su questo problema della messa a punto , del meccanismo di sviluppo in una politica programmata abbiamo talune incertezze ancora — e ciò giustifica la presente particolare situazione delle forze politiche , spiega alcune incertezze nella maggioranza, che non è così trionfalmente sicura dei propri giudizi come l' onorevole Malagodi si dimostra sicuro del vecchio meccanismo di sviluppo — noi discuteremo sui provvedimenti congiunturali che il Governo presenterà. di tali provvedimenti conosciamo le linee generali, ma esse vanno apprezzate quantitativamente, onorevole Ingrao: perché questi discorsi sul meccanismo di sviluppo hanno, sì, un importante aspetto qualitativo, ma hanno anche un aspetto quantitativo che dobbiamo imparare ad apprezzare, se vogliamo seriamente occuparci di questioni economiche. sicché, onorevole presidente del Consiglio , noi votiamo la fiducia in attesa di conoscere le determinazioni concrete della politica congiunturale. sappiamo che esistono altri problemi che ancora ci dividono, nel campo della scuola, in altri campi più vasti e di grande responsabilità, che dobbiamo ancora discutere. sappiamo benissimo questo. sappiamo anche che l' azione di un governo di coalizione , di una maggioranza di coalizione è estremamente difficile. è difficile tra quattro partiti, come dicevo all' inizio di questo dibattito; sarebbe difficile se intervenisse il partito comunista o se dovesse intervenire il partito liberale : i problemi si complicherebbero ulteriormente, e l' opposizione di domani troverebbe che, con estreme difficoltà e incertezze, più ampie maggioranze si costituiscono. anche i vecchi governi dell' esarchia, dopo la liberazione, non erano governi che filavano il perfetto amore: erano governi e maggioranze che si scontravano ogni giorno nella determinazione della linea politica concreta. l' accetto e lo valuterò nella determinazione concreta, perché le trattative dei partiti hanno determinato le linee generali, lasciando al Consiglio dei ministri le responsabilità delle determinazioni tecniche. noi non potevamo sostituirci all' organo costituzionale che deve concretare i provvedimenti; abbiamo convenuto linee generali nelle trattative politiche, come era nostro diritto e, direi, nostro dovere. oltre questi limiti, non potevamo andare per ragioni di rispetto dell' attività propria del Governo. voglio infine dire che esistono problemi di politica internazionale che dovremo forse discutere più ampiamente in altra sede. solo che, onorevoli colleghi , in materia di politica internazionale , qualcosa mi ha colpito, di quel che è stato detto dal partito socialista di unità proletaria e dal partito comunista : il richiamo continuo all' iniziativa del generale De Gaulle . ora, onorevoli colleghi , è con profondo rammarico che sento come i nostri egregi colleghi si occupino molto del generale De Gaulle quando, per scopi strumentali, egli offre una mano alla Cina e al Vietnam. questi nostri colleghi apprezzano tale politica e dimenticano che vi è un problema che per noi è molto più importante: il rapporto fra le esigenze democratiche del popolo francese e il regime autoritario che il generale De Gaulle ha creato. mi pare che questo sia problema che debba avere precedenza per giudicare la stessa politica del generale De Gaulle rispetto ai paesi terzi. voi sarete profondi nella conoscenza di questa materia, ma il sentimento che il generale De Gaulle ha verso i cinesi sarebbe molto più apprezzabile se egli rispettasse le libertà fondamentali del popolo francese . questo è un dato che deve presiedere ogni altro giudizio. so che questo vi dispiace. e a questo punto devo replicare ad una affermazione del collega Basso fatta con troppa disinvoltura. noi possiamo criticare la politica degli USA quante volte vogliamo e mille volte io sento di doverla criticare, ma che debba sentire dall' onorevole Basso che gli USA si sono comportati come nazisti, no, onorevole Basso, questa è una vergogna, perché, onorevole Basso, se non ci fosse stata una grande battaglia del popolo degli USA, ella non siederebbe in questo Parlamento.