Giorgio ALMIRANTE - Deputato Opposizione
IV Legislatura - Assemblea n. 202 - seduta del 25-09-1964
1964 - Governo II Moro - Legislatura n. 4 - Seduta n. 202
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , onorevoli colleghi , onorevole ministro, in primo luogo debbo le mie scuse alla Presidenza per il fatto che essendo stata questa interpellanza, come accade sovente dei documenti parlamentari, vergata parecchi giorno or sono, il suo testo non corrisponde alla situazione né alle richieste che in questo momento riteniamo di formulare in ordine alla situazione che si è determinata. io penso che la Presidenza mi accorderà, senza modificarne il testo, di svolgerla con riferimento alla situazione attuale. la ringrazio, signor presidente . in secondo luogo, mi debbo cortesemente rammaricare per il fatto che non mi risponda anche il signor ministro degli Esteri , in quanto non certo per volontà nostra, ma indubbiamente per l' atteggiamento di questo Governo ed in particolare dell' onorevole ministro degli Esteri — e, debbo dire, anche dei precedenti governi — quello dell' Alto Adige è divenuto un problema di carattere internazionale ancor più che interno. spero, per altro, che l' onorevole ministro dell'Interno abbia la buona grazia ed anche la possibilità di rispondere collegialmente a nome del Governo (dato che questo Governo ha dimostrato anche in recentissime occasioni e viene tuttora dimostrando di essere assolutamente compatto al suo interno) e quindi anche a nome del suo collega degli affari esteri . come sapete benissimo, onorevoli colleghi , la situazione in Alto Adige si è appesantita in questi ultimi tempi, sia dal punto di vista internazionale sia dal punto di vista interno, in tale misura, che polemiche, accuse, recriminazioni, argomentazioni, richieste fino a qualche tempo fa proprie quasi esclusivamente del nostro gruppo sono state largamente riecheggiate nell' opinione pubblica italiana, nonché da organi di stampa molto lontani dal nostro partito e invece molto vicini sia ai precedenti governi sia all' attuale. sicché si è verificato un fatto da questo punto di vista insolito, che cioè il signor ministro degli Esteri è stato costretto ad entrare in polemica circa il suo atteggiamento per l' Alto Adige e particolarmente circa le trattative con l' Austria, con larga parte della stampa quotidiana indipendente italiana. credo che l' onorevole ministro degli Esteri avrebbe potuto sviluppare tale polemica con diverso metodo. né credo sia conforme alla dignità di un ministro degli Esteri e di un Governo, e neppure agli interessi obiettivi del nostro paese, il fatto che una simile polemica da parte del ministro degli Esteri sia stata condotta per mezzo di una agenzia di partito. penso, invece, che egli avrebbe potuto, in una polemica di tal genere, lasciar da parte le impostazioni e le organizzazioni di partito, ad ogni modo nostro dovere, in questo momento, prendere atto delle posizioni che sia pure attraverso una agenzia, la agenzia ufficiale del suo partito, il signor ministro degli Esteri ha ritenuto di far note. incominciamo dunque con l' esame della sua « nota » polemica. vorrei infatti uscire subito dai consueti schemi di parte in una questione come questa, per dimostrare che le nostre posizioni al riguardo non soltanto sono quelle sempre coerentemente sostenute dal Movimento Sociale Italiano in questa materia (credo che il Governo vorrà darcene atto), ma riflettono anche posizioni e tesi larghissimamente sostenute dall' opinione pubblica del nostro paese. quali sono state, dunque, le tesi sostenute dall' agenzia del partito socialdemocratico per conto del signor ministro degli Esteri negli ultimi giorni, in una nota che è stata largamente ripresa dalla stampa quotidiana italiana? 1) il problema delle trattative con l' Austria sarebbe seguito dal governo italiano con grande cura e meticolosità » . le trattative con l' Austria sono state predisposte (dice il signor ministro degli Esteri ) « con grande cura e meticolosità » . penso che vi sia da dubitarne: se non della cura, quanto meno della meticolosità, se si tien conto — e ho già avuto occasione di rilevarlo in quest' Aula durante un recente dibattito sullo stato di previsione della spesa del ministero dell'Interno — del fatto che a poco più di due settimane di distanza dalla pubblicazione o, per meglio dire, dalla consegna al Governo del rapporto della Commissione dei 19, il Governo — e per esso il ministero degli Esteri — ha ritenuto d' investire della materia gli esperti italiani incaricati di prendere contatto con gli esperti della controparte austriaca. non penso proprio che il Governo e il ministero degli Esteri , in tal caso, abbiano dato prova di meticolosità. penso che il ministro degli Esteri , se avesse voluto essere accurato e meticoloso, avrebbe dovuto sottoporre all' esame degli organi competenti italiani (né solo di quelli del ministero degli Esteri , ma anche di quelli di molti altri dicasteri) il verdetto della Commissione dei 19; e penso che soltanto dopo un meticoloso esame della complessa materia il signor ministro degli Esteri avrebbe dovuto e potuto essere autorizzato dal Governo (semmai tale autorizzazione avesse potuto e dovuto essere data) a trattarne in sede internazionale. credo dunque di poter dire che il signor ministro degli Esteri e tutto il Governo hanno dato prova di essere non accurati e tutt' altro che meticolosi, ma frettolosi. e questa è una osservazione che riprendo di peso da larga parte della stampa italiana, la quale si è chiesta: perché tanta fretta? la pongo al Governo e al signor ministro dell'Interno , sperando che questi possa rispondere anche a nome del signor ministro degli Esteri . perché tanta fretta? forse l' onorevole Saragat voleva conseguire, pensando al breve ciclo della sua permanenza al ministero degli Esteri , qualche risultato « storico » ? forse aveva fretta di concludere per passare alla storia, in materia, come un secondo De Gasperi , ammesso e non concesso che positivi siano stati i riflessi della firma, anch' essa frettolosa, apposta da De Gasperi tanti anni fa al patto con l' allora ministro degli Esteri austriaco Gruber? non lo so. spiegazioni obiettive non ne sono venute. ma mi sembra obiettivo rilevare che di meticolosità e di cura il Governo e il signor ministro degli Esteri non hanno certamente dato prova. 2) seconda affermazione dell' agenzia socialdemocratica — e per essa del signor ministro degli Esteri — in polemica con parte della stampa quotidiana italiana: il governo italiano è stato assolutamente unanime nel prendere le note posizioni in merito alle trattative con l' Austria. direi che c' è da dubitare anche di questo, ma non ho alcuna ragione d' insinuare niente in materia perché quanto si svolge all' interno del Consiglio dei ministri non dovrebbe essere conosciuto dai parlamentari. se poi per caso è conosciuto dai parlamentari, si tratta di indiscrezioni, ed io non voglio dar campo a indiscrezioni in questo mio intervento. 3) il patto De Gasperi-Gruber non sarebbe un fatto interno. nel momento in cui l' Austria solleva contestazioni, l' Italia non può non accettare le raccomandazioni dell' Onu. a questo punto il problema si aggrava e si allarga; né è possibile non riferirsi a come si svolse a suo tempo il dibattito all' Onu, e a quelle che furono la posizione del governo italiano e la risoluzione finale dell' Onu in quell' occasione, perfettamente vero che il governo italiano dell' epoca non era il fausto e felice Governo di centrosinistra e che il ministro degli Esteri dell' epoca non era (purtroppo per l' Italia, per l' Europa e per il mondo) l' onorevole Saragat, anche vero però che ogni paese che si rispetti cerca per lo meno, in ordine ai suoi indirizzi di fondo in politica estera , di assicurarsi una certa continuità e coerenza d' azione. penso che, ciò valga soprattutto nel caso (ed è questo il caso) in cui un governo abbia assunto determinate posizioni impegnative di fronte all' Assemblea dell' Onu e l' Assemblea dell' Onu abbia votato determinate risoluzioni. ho l' impressione che, con tutta la sua cura e meticolosità, il signor ministro degli Esteri non abbia avuto il tempo di rileggere la risoluzione a suo tempo votata dall' Onu. non dico che egli non abbia avuto il tempo di rileggere le dichiarazioni allora rese all' Assemblea dell' Onu dall' onorevole Gaetano Martino , capo della nostra delegazione, o dall' onorevole Segni, allora ministro degli Esteri . non si trattava di esponenti del centrosinistra o della socialdemocrazia. il ministro degli Esteri è allergico a chiunque non faccia parte del centrosinistra, e possibilmente della socialdemocrazia. quei testi può pertanto averli trascurati. non credo però che egli possa aver trascurato, nella sua cura e meticolosità, la risoluzione dell' Onu approvata il 27 ottobre 1960. quella risoluzione (né da allora risulta che l' Onu abbia approvato altre risoluzioni in merito al problema dell' Alto Adige contiene ai punti 2) e 3) le seguenti precise indicazioni: 2) l' Onu raccomanda che, nel caso che i negoziati di cui al paragrafo precedente non conducano a risultati sodisfacenti entro un ragionevole periodo di tempo , ambedue le parti diano favorevole considerazione alla possibilità di cercare una soluzione alle loro divergenze tramite uno qualsiasi dei mezzi contemplati dalla Carta dell' Onu, incluso il ricorso alla Corte internazionale di giustizia, o qualsiasi altro mezzo pacifico di loro scelta; 3) parimenti raccomanda che i paesi in questione si astengano da qualsiasi atto che possa danneggiare i loro amichevoli rapporti. chiedo al Governo e in particolare al ministro degli Esteri (e spero che il ministro dell'Interno possa cortesemente rispondere) perché si sia lasciato sostanzialmente e formalmente cadere questi due punti della risoluzione approvata nel 1960 dall' Onu: tanto più in quanto essi (come dissero allora la diplomazia, il Governo e tutta la stampa governativa italiana) rappresentarono un successo italiano all' Onu nei confronti delle diverse richieste e pretese austriache. devo lealmente ricordare che noi non fummo d' accordo a suo tempo e devo anche dire che i fatti, ahimè!, ci hanno dato ragione. noi non volevamo allora (lo dicemmo in questa Aula) che l' Italia accettasse di farsi trascinare dinanzi al tribunale dell' Onu dall' Austria a proposito di un problema rientrante nella sfera di sovranità del nostro paese... ci si rispose allora che l' Italia poteva anche essersi messa in una situazione pericolosa accettando il verdetto, ai punti 2) e 3), in sostanza accoglieva largamente le tesi italiane, noi avevamo avuto torto nel chiedere che l' Italia non si portasse all' Onu e avevano avuto ragione i negoziatori. sono passati quasi quattro anni. il punto 2) parla di « ragionevole periodo di tempo » . ebbene, io chiedo se quattro anni, per un problema di questo genere, non siano giudicati da questo Governo un ragionevole periodo di tempo , tanto più che nel loro corso le trattative con l' Austria sono state condotte in varie riprese nella maniera più formale e ufficiale attraverso incontri ad alto e medio livello, e penso lo siano state (come avviene nella preparazione degli incontri diplomatici ad alto e medio livello) anche attraverso i normali canali diplomatici. quanto tempo il governo italiano considera « un periodo ragionevole » perché si possa ritenere concluse le inutili trattative e si giunga non ad una arbitraria iniziativa italiana, ma a quell' iniziativa che l' Onu ha raccomandato? perché il governo italiano attraverso il suo ministro degli Esteri , nel momento di aprire trattative con il governo austriaco il giorno dopo l' assassinio di un carabiniere in Alto Adige , si è riferito agli impegni derivanti all' Italia dalla risoluzione dell' Onu e non ha avuto la « meticolosa cura » di riferirsi ai diritti che ci derivano da quella stessa risoluzione? perché l' Italia sembra aver rinunciato, in questa fase della vertenza, ad ogni possibilità di ricorso alla Corte di giustizia dell' Aja, allora sbandierata dal Governo e dalla stampa italiana, e in parte a ragione, come un successo della nostra diplomazia? perché è stato accettato il rovesciamento dei diritti e delle responsabilità proprio da questo punto di vista , che è estremamente importante? ho poi la netta impressione che il signor ministro degli Esteri e tutto il Governo (qui la collegialità entra in scena in maniera ancor più impegnativa) non abbiano riletto il terzo punto della risoluzione dell' Onu, dove si raccomanda all' Italia e all' Austria di astenersi « da qualsiasi atto che possa danneggiare i loro amichevoli rapporti » . le complicità austriache nell' organizzazione degli attentati sono forse atti « amichevoli » ? il governo italiano ritiene di poter escludere in modo assoluto quanto sostenuto da precedenti governi anche in pubblicazioni ufficiali, come il ben noto « libro verde » sull' Alto Adige , e soprattutto in sede Onu, circa corresponsabilità ufficiali austriache negli attentati verificatesi negli ultimi tempi e che purtroppo stanno continuando ormai da molti anni? perché il Governo non ha ritenuto e non ritiene di avvalersi del terzo punto di quella risoluzione per denunziare all' opinione pubblica italiana e mondiale l' atteggiamento dell' Austria, che non si è affatto astenuta dall' assumere atteggiamenti non amichevoli nei nostri confronti? penso che tutte queste domande meritino una risposta da parte del Governo. 4) sempre per il tramite dell' agenzia ufficiale socialdemocratica l' onorevole Saragat difende poi una quarta tesi. « noi sosteniamo — si legge — che il patto De Gasperi-Gruber ha avuto leale e completa applicazione. gli austriaci sono di parere diverso. smuovere noi dalle nostre posizioni giuridiche è impossibile » . quale aggettivo! l' onorevole Saragat è invero avvezzo ad usare aggettivi di questo genere: « impossibile » e « irrinunziabile » sono quelli che pronunzia più volentieri: ho l' impressione che in questi giorni egli li pronunzi molto spesso, soprattutto il secondo. il guaio è che queste posizioni « irrinunziabili » l' onorevole Saragat le assume non già nei confronti del ministro degli Esteri austriaco, ma del governo italiano e della Democrazia Cristiana . se l' onorevole Saragat si appellasse ai diritti irrinunziabili dell' Italia nei confronti delle ingiuste pretese austriache come avanza pretese irrinunziabili verso i suoi alleati di Governo, sarebbe certamente un miglior ministro degli Esteri , un miglior uomo di Governo e anche un miglior compagno di cordata per coloro che hanno la disavventura di trovarsi insieme con lui in una compagine governativa! quando però l' onorevole Saragat afferma che il patto De Gasperi-Gruber ha avuto leale applicazione e che è impossibile smuovere l' Italia dalle sue posizioni di principio, e lo fa proprio nel momento in cui sono in corso trattative con il governo di Vienna, cade nel ridicolo, mi si perdoni l' espressione, o dà prova di ipocrisia all' ennesima potenza. non ha senso, infatti, fare affermazioni del genere nel momento stesso in cui il ministro degli Esteri accetta di discutere con il governo austriaco le modalità e l' estensione della stessa applicazione del patto De Gasperi-Gruber . non credo si possa sostenere posizioni di questo genere senza cadere nel ridicolo. se l' onorevole Saragat non fosse ministro degli Esteri , me ne interesserebbe poco: ma quando nel ridicolo si pone, internazionalmente parlando, il ministro degli Esteri , trascina nel ridicolo il nostro paese. non penso che ne abbia il diritto. 5) quinta tesi sostenuta ufficialmente dall' agenzia socialdemocratica a nome del signor ministro degli Esteri : « in pratica, il governo italiano deve favorire la serena e pacifica convivenza tra le popolazioni di lingua italiana , ladina e tedesca » . quel « ladina » inserito a questo punto, come se si trattasse di un problema, è un fiorellino assai pregevole. a prescindere da ciò, l' impostazione, apparentemente, è valida: si tratta di stabilire, come dicevo, una serena e pacifica convivenza fra le popolazioni altoatesine di lingua italiana e di lingua tedesca . ma l' equivoco sta proprio in questo fatto. il problema non esiste, perché queste popolazioni sono decise, disposte, inclini, hanno interesse a convivere pacificamente. non esistono problemi di base in Alto Adige : esiste un ristretto gruppo di politicanti di lingua tedesca agganciati a interessi stranieri, sia austriaci sia tedeschi, i quali hanno convenienza a turbare la situazione in Alto Adige . purtroppo riescono a farlo e si avvalgono del fatto che un solo partito politico rappresenta al vertice, in Alto Adige , i cittadini di lingua tedesca , per agire all' interno delle nostre frontiere in maniera contraria agli interessi del nostro paese, ma soprattutto agli interessi della popolazione italiana e di quella di lingua tedesca dell' Alto Adige . fino a quando, pertanto, il governo italiano accetterà la tesi che si tratta di stabilire una pacifica convivenza fra popolazioni, con il conseguente corollario che in questo momento tale convivenza non è pacifica e con l' altro che, non essendo tale, esistono rivendicazioni non appagate del gruppo etnico tedesco, al quale bisognerà dare sodisfazione nelle sue richieste, altrimenti la pacifica convivenza ne verrà turbata, il Governo si collocherà, come purtroppo ha già fatto, e come purtroppo hanno fatto i precedenti governi, sul piano inclinato delle concessioni senza fine non già al gruppo etnico di lingua tedesca , ma al gruppo ristretto di politicanti che hanno interesse a turbare i rapporti fra la popolazione di lingua italiana e quella di lingua tedesca . 6) sesta tesi sostenuta dal ministro degli Esteri , attraverso l' agenzia socialdemocratica: « tale » (cioè la pacifica convivenza fra il gruppo etnico italiano e quello tedesco) « è stato l' obbiettivo della Commissione dei 19 » . in ordine al verdetto di detta commissione, dato che il ministro dell'Interno ha avuto la pazienza di ascoltarmi a questo riguardo altra volta, mi riferisco a quel precedente intervento, nel quale credo di avere serenamente dimostrato come il verdetto della Commissione dei 19 sia inaccettabile dal punto di vista degli interessi italiani e di quelli obiettivi della popolazione di lingua italiana dell' Alto Adige , non soltanto nelle parti controverse, ma anche in molte fra le parti che controverse non sono state in seno alla Commissione e hanno avuto l' approvazione di tutti i commissari. a questo riguardo; non ho bisogno di pronunciarmi polemicamente. devo al contrario far rilevare che è stato il governo italiano , attraverso il ministro degli Esteri , a cambiare clamorosamente parere in questi ultimi tempi. il nostro ministro degli Esteri , antecedentemente al primo fra i recenti e recentissimi incontri con il collega austriaco (vale a dire, se non sbaglio, nel mese di maggio), aveva espresso apertamente e pubblicamente il parere che il verdetto della Commissione dei 19 fosse esclusivamente un fatto di pertinenza interna del nostro paese, rientrante nella sua sovranità, e non potesse essere comunque oggetto di trattative internazionali. esattamente il 15 maggio l' onorevole Saragat ebbe a dichiarare: « la posizione del governo italiano di fronte alle proposte formulate poche settimane fa costituisce un fatto interno italiano, derivato principalmente dal desiderio di andare incontro alle aspettative espresse dai nostri concittadini di lingua tedesca » . la rivista Relazioni internazionali — che, come tutti sanno, esprime largamente il pensiero del ministero degli Esteri , e che come suol dirsi è ispirata dagli ambienti della Farnesina — nella stessa data pubblicava un articolo in cui testualmente si diceva: « sempre opportuno ricordare che i provvedimenti suggeriti dalla Commissione per migliorare la situazione locale sono sottoposti all' esclusivo giudizio del governo italiano . questo è un punto fermo irrinunciabile » . l' ispirazione del nostro ministro degli Esteri in questo caso è indiscutibile. l' articolo prosegue dicendo « che lo stesso onorevole Saragat ebbe occasione di confermare ciò al ministro Kreisky nell' incontro di Parigi dello scorso dicembre, e la diplomazia italiana lo ha ribadito anche successivamente » . quindi, nel mese di maggio era « fermo e irrinunciabile » che le conclusioni della Commissione dei 19 rappresentavano un fatto interno italiano, che non sarebbe stato discusso nei particolari con l' Austria; che esse, una volta sottoposte al vaglio del governo italiano e dei suoi organi tecnici ed eventualmente da esso fatte proprie, avrebbero seguito il normale iter, fino evidentemente al Parlamento, per le decisioni da prendere, ma non avrebbero comunque dovuto costituire oggetto di trattative con l' Austria. il punto fermo e irrinunciabile è uno dei tanti sui quali noi abbiamo constatato, sulla base delle stesse dichiarazioni del nostro ministro degli Esteri , la capitolazione del Governo di centrosinistra e del suo ministro degli Esteri di fronte alle posizioni e alle pretese austriache. 7) il ministro degli Esteri , attraverso l' agenzia socialdemocratica, sostiene: « se si ottenesse dal governo austriaco il riconoscimento che la controversia sull' applicazione dell' accordo è chiusa, la cosa gioverebbe a tutti » . sembra di sentire Monsieur De La Palisse : certo che se si ottenesse dal governo austriaco la chiusura definitiva della controversia, la cosa gioverebbe a tutti. sembra La Palisse , ma è Giuseppe Saragat, cioè qualcosa di diverso. mi permetto in primo luogo di rilevare che vi è un salto logico: « se si ottenesse dall' Austria » , signor ministro: ma a quali condizioni? ottenere dall' Austria la chiusura della controversia, in ipotesi (secondo me si tratta di un' ipotesi di terzo tipo) potrebbe anche esser possibile. ma se per avventura la chiusura della controversia potesse essere ottenuta concedendo all' Austria nella sostanza ciò che essa per ora desidera, cioè l' autonomia effettiva di tipo regionale per la provincia di Bolzano, noi pensiamo — e con noi ritengo pensino tutti, compreso l' attuale Governo, poiché questa è stata la posizione ufficiale di tutti i governi italiani di questo dopoguerra, posizione che neppure l' attuale Governo ha smentito — che tutti saremmo d' accordo nel ritenere talmente onerosa tale condizione da pregiudicare in maniera irreparabile gli interessi dei cittadini di lingua italiana dell' Alto Adige . credo che ad una capitolazione simile non si possa arrivare. non basta dire: « se si ottenesse » ; bisogna che un ministro degli Esteri abbia il senso di responsabilità ed anche di lealtà e di chiarezza di indicare attraverso quali vie ed entro quali limiti egli pensa di tentare di ottenere qualche cosa. mi permetto dire « entro quali limiti » , perché quanto ho esposto finora dimostra ampiamente che il governo italiano , e per esso il ministro degli Esteri viene via via scavalcando all' indietro gli ostacoli che aveva posto al raggiungimento di un accordo sulla base delle richieste austriache. d' altronde , il ministro degli Esteri sa benissimo che non è ottenibile quanto egli dice di volere ottenere, cioè la chiusura definitiva della controversia con l' Austria. lo sa benissimo perché glielo ha detto il suo collega Kreisky. è vero che il signor Kreisky appartiene al partito socialdemocratico austriaco, quindi all' Internazionale socialdemocratica . è perfettamente vero (e lo sappiamo tutti) che in questi giorni il nostro ministro degli Affari esteri si occupa più dei problemi dell' Internazionale socialdemocratica che dei problemi del nostro paese e dello stesso Governo di cui fa parte. può darsi che in questo momento i problemi dell' Internazionale socialista , con riflessi sulla possibile unificazione socialista all' interno del nostro paese, ispirino certi atteggiamenti che tutti giudicano stravaganti del nostro ministro degli Affari esteri . ma nessuno può pensare che il nostro paese debba pagare un costo così alto alle velleità annessionistiche nei confronti del partito socialista nenniano o di leadership internazionalista in senso socialista dell' onorevole Saragat. l' onorevole Saragat è dunque pregato da noi cortesemente di volere perlomeno prendere atto di quelle che sono state in questi giorni, dopo le « irrinunciabili » affermazioni del nostro Governo, ed in particolare del nostro ministro degli Affari esteri , le dichiarazioni ferme, dobbiamo ritenere perfino chiare, del ministro degli Esteri austriaco. il signor Kreisky il 5 settembre scorso ha dichiarato, e nessuno ha smentito tale dichiarazione: « noi dobbiamo cercare di ottenere quanto è possibile per i sudtirolesi. ma la vita non rimane ferma, va avanti, sorgono nuovi problemi che debbono essere risolti, e perciò bisogna vedere la questione sudtirolese come una questione politica che ha bisogno di trattazione continua ma assolutamente pacifica. in queste faccende non si deve diventare impazienti. se a suo tempo a Parigi si fosse proceduto meno affrettatamente e si fosse dedicata maggiore attenzione ai particolari, oggi avremmo meno da fare. i sudtirolesi si sentono strettamente legati con la gente del restante Tirolo. la frontiera passa attraverso le loro case e abbiamo l' obbligo civile, umano e giuridico di interessarci di questa minoranza austriaca che vive in Italia » . qui vale la pena di ricordare che l' onorevole Martino e l' onorevole Segni nel 1960 alle Nazioni Unite riuscirono a far respingere la dizione « minoranza austriaca » contenuta nel testo della risoluzione votata dall' Onu interessante rilevare che a ciò riuscirono i nostri rappresentanti non già sulla base dell' accettazione temporanea da parte loro di principi nazionalistici che noi coerentemente andiamo sostenendo, ma riferendosi alla stessa Carta delle Nazioni Unite , alla dichiarazione cioè dei diritti dell' uomo , che non contempla le minoranze nazionali ma soltanto le minoranze etniche. se ciò non fosse, penso che sarebbe difficile a molti paesi, per esempio all' Unione Sovietica , far parte tranquillamente dell' Onu. infatti, intere nazioni sono scomparse nell' Urss e non se n' è parlato più. ed allora credo che non sia possibile parlare di minoranza austriaca in Italia da nessun punto di vista . la storia recente e recentissima del nostro paese è nota a tutti e non occorre tornarvi sopra. penso comunque che quando il ministro degli Esteri austriaco, nel corso di una trattativa con l' Italia, mentre le bombe esplodono all' interno del nostro paese per opera di terroristi provenienti dal suo paese e mentre i carabinieri italiani vengono assassinati con armi di fabbricazione o di provenienza austriaca, insiste nel parlare di una minoranza austriaca, si renda gravemente colpevole agli occhi dell' opinione pubblica italiana e internazionale. è una presa di posizione irredentistica, questa: non v' è alcun dubbio. e non vedo perché in questa Aula da parte di questo Governo ci si debba scandalizzare di eventuali prese di posizione irredentistiche che sono proprie del nostro gruppo e dei nostri giovani nei confronti di minoranze italiane che, ahimè!, vivono nei confini di altri paesi, mentre noi si consente che posizioni irredentistiche e revansciste, non nei confronti di frontiere cosiddette fasciste ma di frontiere derivanti dal trattato di San Germano , vengano sostenute da un ministro degli Esteri straniero. responsabilità austriaca, d' accordo; ma abbiamo visto tutti le fotografie relative al cordialissimo incontro, alle affettuose strette di mano tra il compagno Saragat e il compagno Kreisky, e sono recenti, sono contestuali alle dichiarazioni irredentistiche del signor ministro degli Esteri austriaco. il signor ministro degli Esteri austriaco faccia l' irredentista ai danni dell' Italia assumendosene le responsabilità all' interno del suo paese, nonché di fronte alle Nazioni Unite , ma non gli si conceda, nel momento stesso in cui egli così si esprime e si comporta, la cordiale collaborazione per lo meno iniziale del governo italiano e del ministro degli Esteri italiano. a prescindere da tutto ciò, comunque, come può il ministro degli Esteri italiano ritenere di poter dichiarare attraverso una agenzia ufficiale che la controversia in questo modo può essere chiusa definitivamente, quando l' Austria con molta chiarezza afferma che non può essere affatto chiusa? ma vi è qualche cosa di più, e mi duole dirlo: la solita pubblicazione ufficiosa ispirata dalla Farnesina si è già messa sulla strada, signor ministro, di una nuova capitolazione, perché in una nota recentissima, di cui leggerò una piccola parte, ammette che il problema possa essere chiuso e lasciato aperto, ammette cioè che si possa andare incontro a quella che — tutti lo sanno — è in questo momento la principale tesi austriaca. l' Austria che cosa vuole in questo momento? ottenere il possibile. di quali mezzi si serve per ottenere il possibile? si serve — mi duole dirlo — della presenza di un ministro socialdemocratico al dicastero degli Esteri in Italia: si serve — mi duole dirlo — della presenza di un Governo di centrosinistra nel nostro paese (penso che con qualunque altra formula di Governo siffatte speranze austriache potrebbero essere deluse, e non parlo di formule di Governo a noi vicine, ma di formule di Governo meno lontane non da noi, bensì dagli interessi obiettivi del nostro paese); si serve delle bombe, dei terroristi, di un certo clima, senza alcun dubbio, ma sì serve soprattutto, voglio essere benevolo, della madornale faciloneria ed ingenuità degli ambienti della Farnesina. si tratta ora di esaminare — scrive la rivista vicina alla Farnesina — questo delicato aspetto del problema, perché una supervisione della Corte di giustizia dell' Aja costituirebbe una indebita ingerenza negli affari interni italiani » (bontà sua ! non costituirebbe un attentato alla sovranità italiana, non sarebbe incompatibile con la Costituzione del nostro paese, come ha scritto in questi giorni la grande stampa quotidiana, in polemica con il Governo e con il ministro degli Esteri ; ma per lo meno costituirebbe una indebita ingerenza negli affari interni italiani) « azionabile a beneplacito di Vienna magari per un funzionario rimosso o per l' arresto di un criminale di lingua tedesca . una possibile via di soluzione potrebbe essere questa: una volta accettata dall' Austria la conclusione definitiva della controversia ed informate le Nazioni Unite di questa chiusura, la Corte dell' Aja potrebbe essere invocata d' accordo fra le parti, come del resto l' Italia sosteneva prima che il governo di Vienna avanzasse il primo ricorso alle Nazioni Unite » . qui siamo nel falso. il governo italiano sosteneva che la questione, invece di essere chiusa attraverso ulteriori trattative con l' Austria o attraverso ulteriori verdetti delle Nazioni Unite , fosse chiusa da un verdetto una tantum della Corte di giustizia dell' Aja. qui si contrabbanda una falsità non nei nostri confronti ma nei confronti di tesi sempre sostenute da precedenti governi e contenute in libri bianchi del governo italiano , per tentare di far passare come coerente con la precedente politica estera del nostro paese una eventuale decisione che rappresenterebbe un clamoroso rovesciamento, la sconfessione di tutte le posizioni precedenti in materia del nostro paese, la definitiva capitolazione di fronte alle più odiose richieste austriache ed un attentato permanente alla Costituzione italiana ed alla sovranità italiana. io credo si debba insorgere contro questo ignobile tentativo di soffocare la verità del punto di vista stesso del Governo e dei precedenti governi e dei precedenti ministri degli Esteri . non è vero che l' Italia abbia mai sostenuto una tesi di questo genere. è vero invece che il giornale ispirato dalla Farnesina tenta di far passare una tesi di questo genere. che cosa dovrebbe accadere dopo? chiusura definitiva, proclamata: però, con un permanente arbitrato della Corte internazionale di giustizia, arbitrato non automatico ma che entrerebbe in funzione ogni qualvolta una delle parti si rivolgesse alla Corte dell' Aja per vigilare sull' attuazione dell' accordo. e badate che qui siamo anche ai particolari: per arbitrarie serie contestazioni » (e chi stabilirà se siano o non siano serie? quale sarà l' unità di misura ? l' interesse del governo austriaco , evidentemente) come potrebbero essere quelle suscitate dall' ipotetica revoca di misure adottate nell' ordinamento interno italiano in applicazione dell' accordo » . siamo dunque — e noi lo denunciamo — sulla strada della rinunzia all' irrinunziabile anche da questo punto di vista . ancora: l' agenzia socialdemocratica, a nome del ministro degli Esteri , ha scritto che « gioverebbe » (questo tipo di accordo) « alle popolazioni di lingua tedesca che vedrebbero accolte in gran parte le loro istanze, e gioverebbe alle popolazioni di lingua italiana » . io mi dolgo molto che l' agenzia ufficiale del partito socialdemocratico dica che attraverso questi accordi in gran parte potrebbero essere sodisfatte le esigenze della popolazione di lingua tedesca , perché questo è un riaprire la questione di diritto nel momento stesso in cui si dice di voler tentare di chiuderla con una serie di concessioni. se noi stessi ammettiamo che in gran parte le richieste, non della Sudtiroler Volkspartei , ma delle popolazioni di lingua tedesca potrebbero essere accolte attraverso questa serie di ulteriori concessioni alla Sudtiroler Volkspartei , noi offriamo alla Sudtiroler Volkspartei e al governo austriaco la possibilità di dire: tu stesso, governo italiano , ex ore tuo, hai detto che solo in parte hai potuto accogliere le richieste di base delle popolazioni di lingua tedesca , hai fatto questo sforzo, in questo momento forse non puoi fare di più; vuol dire che alla prossima occasione otterremo anche il resto. amici miei, sono quasi venti anni che parliamo di questo. ma in questi venti anni la esperienza ci ha insegnato che la politica del carciofo ha funzionato a favore dell' Austria e della Sudtiroler Volkspartei . e di concessione in concessione siamo arrivati al punto in cui siamo, e senza mai aver ottenuto, salvo le mentite lettere di congratulazioni a De Gasperi dopo la firma del patto De Gasperi-Gruber e per l' attuazione della regione Trentino Alto Adige , neppure un grazie dal governo austriaco e dai suoi rappresentanti in Italia. ancora: l' agenzia socialdemocratica ha scritto: « gli incontri tra Italia e Austria hanno luogo per porre fine alle contestazioni austriache sulla nostra pretesa inadempienza all' accordo » . eh, il ministro degli Esteri Kreisky — mi duole dirlo — ha giustamente replicato che se l' inadempienza italiana all' accordo fosse « pretesa » , l' Italia evidentemente non si accingerebbe ad attuare l' accordo stesso in maniera diversa e indubbiamente più vasta rispetto all' attuazione che finora ne è stata data. io non riesco assolutamente a comprendere come non dico un ministro ma un alfabeta possa sostenere di fronte all' opinione pubblica interna ed internazionale tesi ridicole, assurde e quindi dannose fino a questo punto. dopo aver esaminato le posizioni del Governo e del ministro degli Esteri sulla base di un documento ufficiale, anche se di partito, devo rapidamente affrontare un altro problema, che poi in questo momento è il problema più grave, più acceso. ho rilevato dapprincipio che per la prima volta dopo tanti anni nostre posizioni che furono definite isteronazionaliste, ultranazionaliste, sono state accolte da una certa parte della stampa di grande informazione italiana. perché è avvenuto questo? perché la pubblica opinione italiana e quindi la stampa che se ne è fatta portavoce sono state come si suol dire con parola brutta ma efficace — « choccate » , traumatizzate dalla contemporaneità delle trattative e degli attentati. di tale contemporaneità evidentemente non poteva non rendersi conto il Governo e per esso il ministro degli Esteri . su tale problema il Governo e il ministro degli Esteri hanno preso posizione, e lo hanno fatto attraverso una specie di sillogismo che io recito fedelmente. premessa: gli attentatori, i terroristi non vogliono le trattative. prima conseguenza: noi combattiamo gli attentatori e i terroristi. conseguenza finale: noi vogliamo le trattative come mezzo per combattere gli attentatori e i terroristi. il sillogismo, come al solito, potrebbe, in apparenza, essere accolto, perché l' onorevole Saragat, come tutti i semplici, ha questa facoltà bamboleggiante di dire le cose false o addirittura assurde con completa semplicità. e semplice, infatti, il sillogismo, ma è anche assai semplice, purtroppo, replicare con due modeste osservazioni. in primo luogo il sillogismo sarebbe valido se la conclusione delle trattative ponesse fine agli attentati. non mi risulta fino a questo momento che il signor ministro degli Esteri stia trattando con il signor Klotz o abbia trattato con il signor Amplatz prima della sua drammatica fine; anzi, se la tesi del signor ministro degli Esteri è vera (io voglio sperare che vera sia almeno in questa parte), se, cioè, gli attentatori e i terroristi non vogliono le trattative, penso che ancora meno gli attentatori e i terroristi vorranno la conclusione pacifica delle trattative, vorranno quella che viene definita la conclusione democratica e concordata delle trattative. se nel corso, pertanto, delle trattative, gli attentatori e i terroristi hanno fatto quello che hanno fatto e stanno facendo, è da presumere, secondo la stessa tesi del ministro degli Esteri , che a trattative eventualmente concluse, il terrorismo in Alto Adige si scatenerebbe con raddoppiata, triplicata o quintuplicata efficacia. e basta questa considerazione per far cadere l' ingenua tesi del ministro degli Esteri , secondo la quale il modo migliore per combattere gli attentatori, per isolarli e per far cessare il vero e proprio stato di guerriglia in Alto Adige consisterebbe nel portare avanti a tutti i costi le trattative. in secondo luogo, se poi il signor ministro degli Esteri è proprio convinto che portando a conclusione le trattative, gli attentati finiscono, allora il signor ministro degli Esteri si spieghi meglio: vuol dire che egli è convinto che gli attentati non provengono da un gruppo sparuto, isolato e a briglia sciolta di terroristi, ma che sono organizzati dal governo austriaco ; allora il signor ministro degli Esteri ci chiarisca questa parte (che non conosciamo e nessuno conosce) delle trattative; ci dica se egli ha avuto o potrebbe avere dal governo austriaco chiarimenti, qualche affidamento o qualche assicurazione, per lo meno, circa la buona volontà austriaca di porre fine alla manifesta complicità verificatasi fino a questo momento da parte austriaca con gli attentatori e con i terroristi. e poiché non vorrei dire cose che possano essere considerate come estremistiche o approssimative, anche se gran parte della stampa italiana, da noi lontana, in questi ultimi giorni le ha riecheggiate, mi limito, onorevole ministro, a indicarle qualche elemento relativamente alle manifeste complicità austriache nell' organizzazione degli attentati abbiamo letto su giornali italiani, i quali però citavano testualmente la stampa austriaca, precisamente il Tiroler Tagesblatt , alcuni edificanti particolari circa i precedenti dell' ultima e drammatica sortita del signor Klotzedel signor Amplatz in Alto Adige ; abbiamo letto che i due vivevano a Vienna sotto vigilanza speciale della polizia e che la vigilanza speciale della polizia austriaca si esercitava nei confronti dei signori Klotz e Amplatz facendoli vivere in due molto comodi e — dicono — lussuosi alberghi viennesi, senza che uno dei due, il Klotz, esercitasse alcuna professione perché sostenuto dalla pubblica beneficenza, si dice. ma abbiamo anche appreso che il signor Klotz e il signor Amplatz erano in gravissime condizioni di salute e lo hanno dimostrato saltando come scoiattoli, entrambi prima della tragica avventura, e uno dei due, sebbene ferito, dopo la tragica avventura, per le montagne dell' Alto Adige ; siccome erano gravemente infermi erano stati esonerati, questi due vigilati speciali della polizia austriaca, dal presentarsi ogni sera al posto di polizia come accade per i vigilati speciali. sarebbe stata sufficiente una telefonata. quando se ne andarono, si dimenticarono di telefonare; e sebbene vivessero in un albergo, l' albergatore di dimenticò di controllare la presenza o l' assenza dei suoi ospiti; e sebbene l' albergatore esercitasse la sua professione naturalmente fornito di una licenza da parte delle autorità, la polizia si dimenticò di ritirare quella licenza, sebbene quell' albergatore avesse violato quelle leggi che non possono non esistere anche in Austria di fronte a complicità di questo genere. e allora, a questo punto, la materia riguarda anche lei, onorevole ministro, almeno relativamente a questa pubblicazione ufficiale del 1961 del ministero degli Esteri italiano, del governo italiano . v' è in essa una serie impressionante di documentazioni, di fotografie circa la provenienza delle armi, dall' Austria o da certe parti della Germania. ora, io vorrei sapere se il signor ministro degli Esteri italiano abbia continuato a documentarsi circa tale provenienza delle armi e vorrei pure sapere se i reparti di artificieri abbiano fatto le necessarie ed opportune verifiche, come pure, quando le abbiano fatte, cosa da esse sia risultato. io penso infatti che questi elementi non possano non essere tenuti presenti dal Governo responsabile. mi si risponderà che il governo austriaco ha espresso una viva deplorazione e ha dato anche formali assicurazioni circa quello che sarà il suo atteggiamento in seguito. ed infatti noi abbiamo appreso che in Austria si propongono modifiche al codice penale ed alla legge di Pubblica Sicurezza , poiché le leggi vigenti in Austria non consentono per ora la repressione del terrorismo. così, quando avranno presentato al Parlamento le modifiche indispensabili in questo senso e tali norme saranno state approvate e rese esecutive, allora noi potremo forse contare su una maggior cautela da parte austriaca. amici miei, sono 16 anni che questa Camera funziona e sono 16 anni che si sta da noi discutendo su presunte modifiche al nostro codice penale ed alla nostra legge di Pubblica Sicurezza . e poiché l' Austria è pure un paese molto democratico, io credo che soltanto fra 15 o 16 altri anni noi potremo vedere, forse, se queste modifiche saranno state apportate dall' Austria. ma poi vi sono anche le complicità morali. e se è certamente difficile — me ne rendo conto — stabilire se complicità politiche austriache sussistano, non egualmente difficile è stabilire se sussistano quelle morali. e se è vero che la stampa austriaca ha preso posizione ufficiale a questo riguardo proprio attraverso l' organo principale ed ufficiale di stampa della Democrazia Cristiana (questa volta non si tratta soltanto dei socialdemocratici, ma si tratta anche dei democristiani), se è vero questo, se è vero cioè che quell' organo di pubblica opinione ha esaltato Amplatz come combattente per la sua patria, tanto maggiormente noi vediamo come non sia difficile postulare queste complicità morali. e concludo, onorevole ministro, su questa parte che concerne il suo collega degli affari esteri : quella che si riferisce alla sua competenza, cioè al ministero dell'Interno , sarà molto più breve. concludo riassumendo il mio punto di vista (poiché abbiamo presentato un' interpellanza, il Governo dovrà ora rispondere ed io dovrò replicare) attraverso alcune domande che mi permetto di rivolgere. primo: noi chiediamo se l' onorevole ministro degli Esteri e naturalmente il Governo nella sua collegialità intendano, nonostante tutto ciò che abbiamo ritenuto di dire e di documentare, di insistere nella prosecuzione immediata delle trattative ad ogni costo. è imminente, si dice, un nuovo incontro tra il ministro degli Esteri italiano e quello austriaco. noi riteniamo di poter dire che non ve ne sono le premesse politiche né le giustificazioni morali e nazionali. vorremmo sperare e attenderci (e la nostra speranza è molto scarsa, esilissima) un gesto di resipiscenza da parte del governo italiano . in secondo luogo chiediamo al signor ministro degli Esteri e al Governo nella sua collegialità se intendano considerare irrinunciabili (ma irrinunciabili sul serio, non alla Saragat quando fa il ministro degli Esteri !) almeno le parti della relazione dei 19 per le quali vi è il « no » della maggioranza italiana. il signor ministro degli Esteri sa molto bene (perché credo sia uno fra i non molti che hanno avuto occasione di studiare a fondo la materia) che il verdetto della Commissione dei 19 è stato distinto e differenziato in tre ordini di problemi: i problemi per i quali vi è stata unanimità, i problemi sui quali si è votato a maggioranza, i problemi sui quali la minoranza tedesca — talvolta, purtroppo, appoggiata da uno o due esponenti della maggioranza italiana — ha avanzato richieste che non sono state accolte. vorremmo sapere in tempo, vorremmo sapere subito, prima che le trattative proseguano, se per lo meno le parti per le quali la maggioranza italiana ha detto « no » in seno alla Commissione dei 19 sono del tutto irrinunciabili, oppure se (come appare da talune indiscrezioni giornalistiche) si sta trattando perfino di queste e si intende trattare perfino di queste. terza domanda al signor ministro degli Esteri e al Governo nella sua collegialità: vorremmo sapere se il ministro degli Esteri e il governo italiano intendano rispettare le prerogative del Parlamento italiano e le stesse guarentigie costituzionali o intendono impegnare internazionalmente l' Italia a modificare la propria Costituzione. so benissimo che a questa domanda il signor ministro può rispondere perentoriamente: è evidente che il governo italiano intende rispettare le prerogative del Parlamento italiano e le guarentigie costituzionali. ma non mi accontenterei di una risposta simile e vorrei sommessamente pregare il signor presidente della Camera, nell' esercizio delle sue funzioni, di voler vigilare, come potrà, con gli strumenti che avrà a sua disposizione, su questa grave e importante materia. infatti, se per caso le trattative dovessero concludersi — o nell' incontro di ottobre o in ulteriori incontri che sono previsti, penso, per la fine dell'anno — , e dovessero concludersi con un accordo, e se l' accordo consistesse nell' accettazione da parte austriaca e quindi con l' internazionalizzazione, sotto vigilanza dell' Austria attraverso il mantenimento in vigore del patto De Gasperi-Gruber e addirittura attraverso la possibilità di continui ricorsi al tribunale dell' Aja; se — dicevo — dovessero concludersi con l' internazionalizzazione del verdetto o anche soltanto di una parte del verdetto della Commissione dei 19, che cosa accadrebbe, signor presidente della Camera e onorevole ministro? accadrebbe che in un documento internazionale il governo italiano prenderebbe solenne impegno di rivedere in alcune parti il suo dettato costituzionale. fra gli impegni presi infatti in via preliminare dalla Commissione dei 19 anche alla unanimità (i colleghi che hanno studiato il problema lo sanno), vi sono taluni impegni che comportano modificazioni dello statuto regionale del Trentino Alto Adige , che è legge costituzionale . noi non crediamo, in maniera tassativa ed assoluta, che il governo italiano possa prendere impegni internazionali di questo genere, e non lo crediamo nell' interesse stesso del governo italiano : non voglio dire di « questo » governo italiano , ma posso dire, come parlamentare, del governo italiano istituzionalmente parlando. noi non crediamo che il governo italiano possa impegnarsi internazionalmente, con un atto solenne sottoposto a successivi controlli da parte della Corte internazionale dell' Aja, a modificare la Costituzione della Repubblica italiana , visto che per ora la Costituzione repubblicana italiana può essere modificata solo attraverso l' approvazione, con il procedimento delle due letture e con una determinata maggioranza qualificata , di leggi costituzionali . io non credo che questo Governo sia in condizione di impegnarsi in tal senso. io dichiaro che questo Governo non è in condizioni di impegnarsi in tal senso! ho la presunzione di dichiarare a nome del gruppo che in questo momento ho l' onore di rappresentare, ma anche a nome (penso di poter dire, moralmente) di altri gruppi che non sono d' accordo o ritengo che non siano d' accordo in materia, che faremo tutto il possibile perché a una modifica della Carta Costituzionale italiana non si giunga! e se in passato abbiamo condotto battaglie anche tenaci e abbiamo fatto anche ricorso all' ostruzionismo per tentare di impedire che da decisioni parlamentari derivasse un danno irreparabile per il nostro paese, sarà questa l' occasione in cui ci batteremo con accanimento anche maggiore poiché mai ci saremmo trovati di fronte a provvedimenti tanto lesivi degli interessi obiettivi del nostro paese. stia dunque in guardia il Governo prima di prendere impegni! e noi desideriamo che queste nostre modeste parole riecheggino nell' opinione pubblica italiana perché si sappia che il Governo non è abilitato a firmare in nome del Parlamento italiano, o per lo meno di quella parte del Parlamento italiano che si appresta ad affrontare una legittima, sacrosanta battaglia perché a tanto non si giunga. chiediamo infine di sapere se il ministro degli Esteri , e il Governo nella sua collegialità, intendano respingere ogni soluzione che non chiuda definitivamente il problema nei suoi aspetti internazionali. esiste il pericolo che la tesi austriaca venga accettata non solo in quella che l' onorevole Saragat ha definito come la parte sostanziale (il verdetto della Commissione dei 19 in alcune sue parti), ma anche in quella che l' onorevole Saragat ha definito come la parte giuridica internazionale, il regolamento dei futuri rapporti fra Italia e Austria. noi desideriamo sapere se per lo meno il Governo è intenzionato a non concludere le trattative qualora non si ottenga dall' Austria un impegno di definitiva, irrinunciabile, non rivedibile soluzione della questione; perché altrimenti saremmo a quella permanente ingerenza del governo austriaco negli affari interni italiani che quasi tutta la stampa italiana ha denunciato in questi giorni. al ministro dell'Interno devo chiedere poche cose, anche perché il mio collega Romualdi ha presentato una sua interrogazione. devo chiedere soltanto al ministro dell'Interno se egli abbia intenzione (come autorevolmente è stato chiesto da molte parti) di avvalersi degli articoli 214, 215 e 216 della legge di Pubblica Sicurezza , i quali prevedono la facoltà del ministro dell'Interno (e dei prefetti, per delegazione) di dichiarare lo stato di pericolo in una parte del territorio nazionale nel caso di minaccia di disordini. abbiamo l' impressione che questo stato di pericolo vi sia ampiamente in Alto Adige . se gli articoli da noi richiamati della legge di Pubblica Sicurezza venissero immediatamente applicati, si otterrebbe un risultato da ogni punto di vista positivo e a tutela di qualunque interesse. il vicecommissario di governo di Bolzano avrebbe tutti i poteri e si potrebbe quindi avere una direzione unitaria dell' ordine pubblico in Alto Adige , cosa che in questo momento è molto importante. noi chiediamo inoltre al ministro dell'Interno (e per esso al Governo) se il Governo ritenga di poter rivedere la sua precedente posizione in merito alla norma di legge che a suo tempo fu proposta, e disgraziatamente fu insabbiata, per l' eventuale revoca della cittadinanza ai rioptanti che della cittadinanza italiana si siano dimostrati indegni. poiché ci troviamo di fronte a sentenze penali estremamente gravi, le quali colpiscono coloro che direttamente sono stati responsabili ma indirettamente colpiscono i complici e i mandanti; poiché in Alto Adige ci troviamo di fronte ad una aperta istigazione a delinquere che proviene da uomini perfettamente identificati e identificabili, noi chiediamo al Governo se in presenza di fatti, di avvenimenti, di complicità, di responsabilità e di reati di questo genere intenda solo reprimere o non anche prevenire attraverso l' approvazione di una legge che consenta il ritiro della cittadinanza ai rioptanti che se ne siano resi indegni. quando noi sosteniamo queste tesi veniamo accusati, anche da parte di certi rappresentanti della Democrazia Cristiana , di oltranzismo fascista. ora a tale riguardo voglio ricordare una « nota verbale » del ministero degli Esteri , pubblicata nel « libro verde » sull' Alto Adige e nella quale si respingono le proteste del governo austriaco per l' approvazione da parte del Senato del progetto di legge sulla cittadinanza, in un testo al quale anche il Movimento Sociale sì era dichiarato favorevole. « quanto all' articolo 6, divenuto articolo 5 nella più recente stesura del progetto di legge e trattato nella nota verbale cui si risponde — afferma la nota — esso contempla la perdita della cittadinanza italiana per colui che , avendola acquistata o riacquistata, svolga attività incompatibili con il dovere di fedeltà alla Repubblica e alle sue istituzioni. tale articolo, contemplando tutti coloro che abbiano in qualsiasi modo acquistato o riacquistato la cittadinanza italiana, non ha evidentemente per destinatari soltanto gli optanti in base alla legge del 1948 e pertanto non prevede nei riguardi di essi alcuna discriminazione. d' altra parte norme analoghe sono contenute nelle legislazioni di vari paesi democratici » . la rivendicazione che noi oggi riproponiamo era dunque ritenuta una posizione logica, democratica e giustificata anche dal punto di vista del diritto internazionale dal Governo che allora presiedeva alle sorti del nostro paese. ho voluto ricordare questo fatto per richiamare ancora una volta il Governo alla necessaria continuità nei confronti dell' opera dei precedenti governi, almeno in relazione alle più importanti questioni internazionali. mi permetto poi di chiedere al ministro dell'Interno se non ritenga giunto, poiché si parla molto di inchieste in questi ultimi tempi, il momento di dar luogo ad una inchiesta sulla Sudtiroler Volkspartei e sui suoi dirigenti, a cominciare dai parlamentari. parlerà fra breve nel corso di questo stesso dibattito l' onorevole Mitterdorfer, che ritengo sia tuttora il capo dell' organizzazione degli Schutzen e che nemmeno negli ultimi tempi ha rinnegato la sua posizione e le relative corresponsabilità. ha parlato in quest' Aula ed è spiritualmente presente l' onorevole Vaja, che, se ben ricordo, fu denunziato e anche condannato per vilipendio al Capo dello Stato , il che non è certamente un grosso titolo di onore e rappresenta un elemento indicativo degli orientamenti di certi uomini. il terzo parlamentare che rappresenta la Sudtiroler Volkspartei ; l' onorevole Dietl, credo sia stato denunziato in questi giorni dalla procura della Repubblica di Bolzano ed è implicato nel secondo processo contro i terroristi che si svolgerà fra qualche tempo. il segretario della Sudtiroler Volkspartei , Stanek, è stato per lungo tempo in carcere e anche sul suo conto vi sarebbe qualcosa da dire, pur se con una sentenza che dal punto di vista nazionale non gli fa molto onore è stato restituito all' affetto della sua gente. vi è poi il senatore Sand, che di recente ha pronunziato a favore dei terroristi altoatesini arringhe nelle quali ha aspramente criticato il trattato di San Germano , dichiarando « ingiuste » le frontiere del Brennero. non si tratta di rilievi personali ma politici, che si riferiscono a responsabilità precise dei parlamentari di lingua tedesca , che devono essi pure affrontare e pagare le loro responsabilità, come abbiamo fatto di persona anche noi. non deve essere consentito ad alcuno di presentarsi in quest' Aula con la pelle dell' agnello per poi andare in Alto Adige , come ha fatto qualche parlamentare della Sudtiroler Volkspartei , a condurre a Montassilone una inchiesta sul comportamento dei carabinieri e delle nostre forze di polizia (e anche su ciò gradirei che l' onorevole ministro dell'Interno esprimesse il suo pensiero). non credo sia molto piacevole (e su ciò richiamo anche l' attenzione del presidente della Camera ) che colleghi di questa Assemblea abbiano partecipato in un determinato modo, cioè non prendendo parte volutamente al corteo, ma recandosi semplicemente sul sagrato della chiesa, alle esequie in Bolzano del povero carabiniere assassinato, e abbiano ben altrimenti partecipato alle esequie del terrorista Amplatz. penso non sia molto piacevole sapere come italiani, a qualunque partito si appartenga, che alle esequie del terrorista Amplatz figurava una grossa corona sulla quale era scritto: Du bist unser Vorbild (tu sei il nostro esempio). penso non sia piacevole sapere (come tutti sapranno certamente) attraverso i giornali che un esponente neonazista, un certo Fritsch, venuto in Italia in quella occasione, abbia pronunziato un discorso dinanzi al cimitero di Bolzano ed esaltato l' Amplatz come la guida morale della gioventù tirolese. penso non sia affatto piacevole sapere che, nonostante il divieto espresso della polizia italiana, gli Schutzen sono intervenuti con le loro uniformi ai funerali del signor Amplatz. penso non sia affatto piacevole apprendere dai giornali che vi sia stato qualche tafferuglio avendo avuto gli agenti italiani l' ordine tassativo di non dar luogo ad alcuna manifestazione di violenza perché si era in un cimitero, ad una manifestazione che, anche se si trattava di terroristi doveva essere di pietà, ma come spietati siano stati nei confronti dei nostri agenti alcuni di quegli Schutzen, tanto che due agenti hanno dovuto farsi medicare dopo quella simpatica, democratica manifestazione all' ospedale di Bolzano. penso che su queste cose debba essere fatta luce. penso che simili cose non siano ulteriormente tollerabili nel nostro paese. voglio augurarmi che, per lo meno da questo punto di vista , se non altro perché abbiamo udito pochi giorni fa dal ministro dell'Interno , a nome di tutto il Governo, parole di indubbiamente sincera e commossa esecrazione per gli attentati e di solidarietà morale nel nome di tutto il popolo italiano per i nostri poveri carabinieri o agenti di polizia assassinati o feriti, vi sia unanimità da parte del Governo e di tutti i deputati italiani presenti in questa Aula.