Giorgio ALMIRANTE - Deputato Opposizione
IV Legislatura - Assemblea n. 164 - seduta del 18-06-1964
Bilancio di previsione dello Stato per il periodo del 1° luglio-31 dicembre 1964
1964 - Governo I Moro - Legislatura n. 4 - Seduta n. 164
  • Attività legislativa

signor presidente , onorevoli colleghi , onorevole ministro, mi sono permesso di far presente in precedenza alla Presidenza che in questa sede intendo svolgere i temi di un' interpellanza che il nostro gruppo ha presentato pochi giorni or sono, in ordine alle conclusioni della Commissione dei 19 per la questione altoatesina e in ordine ai colloquio di Ginevra tra il nostro ministro degli Esteri e il ministro degli Esteri austriaco. poiché abbiamo invano sollecitato nei giorni scorsi che la nostra interpellanza fosse messa all' ordine del giorno per lo svolgimento, e d' altra parte ci rendiamo conto dell' appesantimento per motivi obiettivi dei lavori della Camera, abbiamo pensato di svolgere i temi della interpellanza in questa sede. parlerò quindi di questo solo argomento: con la viva preghiera, però, all' onorevole ministro dell'Interno di voler fare in modo che a conclusione del dibattito una risposta comunque ci venga fornita sulla questione dal Governo, perché altrimenti, per compiere il nostro dovere, saremmo costretti ad insistere per lo svolgimento separato della interpellanza. desidero anche precisare all' onorevole ministro che il fatto di avere inserito questo intervento nel dibattito sullo stato di previsione del ministero dell'Interno corrisponde ad una nostra impostazione politica, potrei anche dire in questo momento: ad una nostra impostazione polemica. sebbene si tratti di problemi che sono in questo momento, sembra, di competenza nell' ambito del Governo del ministro degli Esteri , noi insistiamo nel ritenere che si tratti d' una questione interna italiana, come d' altra parte precedenti governi e, se non sbaglio, questo stesso, hanno avuto occasione di dire; e riteniamo pertanto congruo che del problema altoatesino si parli in sede di bilancio dell' Interno. altra premessa che debbo fare è che dovrò essere notevolmente critico ed anche notevolmente polemico nei confronti dell' azione svolta in materia da questo Governo. e poiché lo dovrò essere, onestà vuole che io incominci con lo scagionare il Governo dalle colpe che non sono sue. debbo infatti dare atto a questo Governo che esso non è responsabile della nascita della Commissione dei 19, come non lo è della sua composizione, come non lo è del mandato che ad essa è stato a suo tempo affidato. a ciascuno il suo. la Commissione dei 19 nacque nel 1961: se non sbaglio, esattamente il 1° settembre. era al potere il Governo cosiddetto delle convergenze e faceva parte di esso anche il partito liberale . quel Governo aveva dovuto fronteggiare poche settimane prima un vero e proprio moto di indignazione e di protesta nazionale a seguito di quanto era stato perpetrato in Alto Adige nella notte del 12 giugno 1961, nella quale si erano verificati ben 47 attentati e si erano avute vittime, oltre che in Alto Adige , anche in altre parti d' Italia, perfino a Roma, a causa di attentati terroristici la cui provenienza, i cui mandanti erano indubitati, i cui esecutori sono in parte noti: il processo di Milano ha avuto larga divulgazione. tutto poteva pertanto immaginarsi, tranne che quel Governo, a poche settimane di distanza dalla « notte dei fuochi » , desse vita a quella Commissione dei 19 e con il mandato che ad esso fu affidato. il ministro dell'Interno del tempo. onorevole Scelba, ritenne di assumersi tale responsabilità. non credo che gli italiani dell' Alto Adige possano essergliene grati; noi certamente non gliene siamo grati, soprattutto, vorrei dire, per la composizione e per la funzione della Commissione dei 19. questa in effetti fu composta con la partecipazione di sette rappresentanti dei cittadini dell' Alto Adige di lingua tedesca , di un rappresentante dei cittadini dell' Alto Adige di lingua italiana e poi con la partecipazione di altri rappresentanti che possiamo definire nazionali, estranei per origine personale e politica all' Alto Adige ed alla questione degli altoatesini in quanto tali. il rappresentante dei cittadini altoatesini di lingua italiana in seno alla Commissione dei 19 era l' onorevole Berloffa. poiché nei confronti dell' onorevole Berloffa ho avuto occasione di esprimermi assai polemicamente in quest' Aula ed in altre occasioni ed anche in ripetuti comizi a Bolzano, tanto che ho avuto modo di chiamarlo, a causa delle sue tendenze politiche a proposito del problema dell' Alto Adige e dei suoi legami di simpatia con la Sudtiroler Volkspartei , anziché Berloffa, « onorevole Kartoffel » , non voglio qui ora esprimere alcun giudizio a proposito del suo comportamento nella Commissione dei 19. mi limiterò soltanto a leggere quanto dice a questo riguardo il giornale Alto Adige , che come i colleghi sanno è un giornale indipendente, se mai di tendenze governative e non certo filomissine né estero-nazionaliste. scrive testualmente quel giornale: « è risaputo che quell' unico rappresentante, Berloffa, non riassumeva le opinioni della maggioranza del gruppo linguistico italiano, ma soltanto quelle d' una corrente prevalente della Democrazia Cristiana di Bolzano » . egli dunque non era nemmeno in seno a quella Commissione il rappresentante della Democrazia Cristiana di Bolzano, ma il rappresentante d' una corrente, orientata in un determinato modo, della Democrazia Cristiana di Bolzano. credo che i colleghi siano abbastanza informati al riguardo. penso che, se invece di chiamarla corrente Berloffa si chiamasse corrente Menapace, dal nome della ninfa Egeria dell' onorevole Berloffa e della Democrazia Cristiana di Bolzano, si sarebbe piuttosto nel vero. che la rappresentanza degli interessi italiani in Alto Adige sia stata affidata nella Commissione dei 19 all' onorevole Berloffa mi sembra sufficientemente grave. ancor più grave la considerazione che può farsi circa il mandato che venne affidato alla Commissione dei 19. si legge testualmente nell' introduzione alla relazione sulla Commissione dei 19 che il ministro ebbe a dire, dando inizio ai lavori: « la Commissione è pienamente libera poiché non è vincolata da impegni di qualsiasi natura, inesistenti, né da tesi preconcette » . ora, che un ministro dell'Interno , che un Governo della Repubblica nell' anno 1961, dopo tutto quel che era già accaduto nel 1961, nazionalmente e internazionalmente, a proposito dell' Alto Adige , dopo le prese di posizione reiterate (giuste o sbagliate che fossero state) dei vari governi precedenti, potesse insediare una commissione di questo genere dicendo alla commissione stessa, nella quale erano presenti i rappresentanti della Sudtiroler Volkspartei in numero preponderante... in numero preponderante rispetto alla rappresentanza dei cittadini dell' Alto Adige . l' ho già spiegato: 7 su 8 rappresentanti dell' Alto Adige : quindi, non preponderanza, ma addirittura stragrande maggioranza, quasi totalità. il rappresentante del gruppo democristiano ho già detto come si è comportato. tutte le votazioni a maggioranza hanno visto il voto dell' onorevole Berloffa unirsi a quelli dei 7 rappresentanti della Sudtiroler Volkspartei . lo sapete perfettamente bene. ho detto che nelle votazioni a maggioranza ha votato insieme con voi. non ha votato con voi solo nelle votazioni in cui siete rimasti isolati. nelle votazioni a maggioranza ha votato con voi, ha favorito le vostre tesi, si è associato quasi sempre alle vostre posizioni. ad ogni modo non ha molta importanza. si tratta d' un particolare. ha molta importanza, invece, il fatto che il Governo, che il ministro dell'Interno dell' epoca, abbia ritenuto di affidare a questa Commissione un mandato assolutamente libero e senza alcun impegno, mentre sappiamo tutti benissimo (e mi permetterò anche di documentarlo) che impegni in precedenza i vari governi italiani e quello stesso governo italiano ne avevano presi dinanzi all' opinione pubblica ed anche internazionale, all' Onu e nelle conversazioni con l' Austria. io adesso, signor ministro, esaminerò la relazione della Commissione dei 19 e devo chiedere scusa al signor ministro e ai colleghi che hanno la bontà di essere presenti e di ascoltare, perché per forza di cose si tratterà d' una esposizione che cercherò di contenere in limiti di tempo ristretti, ma comunque d' una esposizione minuziosa e noiosa. si tratta d' una elencazione di problemi. attraverso l' elencazione di problemi e il riassunto che mi permetterò di farne a conclusione, potrete misure con una certa esattezza (è la prima volta che se ne parla in Parlamento e penso che di queste cose successivamente il Parlamento si dovrà molto occupare) quale sia stato il lavoro della Commissione e quale sia stata la responsabilità che la Commissione dei 19 si è assunta. la Commissione ha sintetizzato i suoi lavori in una relazione che è stata pubblicata dalla stampa italiana, mentre non mi risulta che i parlamentari italiani ne abbiano avuto notizia. mi sono un po' stupito, per la verità, nel considerare che una relazione di tanta importanza e di tanta delicatezza, non trasmessa in alcuna guisa ai parlamentari italiani, sia stata invece resa di pubblica ragione. non so se io sia bene informato, ma ho l' impressione che questa relazione sia stata data alle stampe in Italia perché larghi squarci di essa erano stati dati in precedenza alle stampe in Austria. credo di sapere che sul giornale austriaco Die Presse larghi stralci di questa relazione erano usciti. e penso che, per impedire che la relazione uscisse in extenso all' estero e non fosse resa nota all' opinione pubblica italiana, ne sia stata autorizzata la pubblicazione in Italia, prima sul giornale Alto Adige e poi sul periodico Relazioni internazionali . siccome siamo in materia di responsabilità di questo Governo, comincio col chiedere conto ad esso di questa strana procedura. non riesco a capire perché sia stata resa di pubblica ragione immediatamente la relazione dei 19 e non riesco assolutamente a capire perché sia stata data alla stampa (evidentemente da uffici governativi, non posso pensare che si tratti di indiscrezioni di qualche commissario). se l' hanno fatto, chiedo di sapere dal Governo come sono andate le cose; comunque vorrei sapere perché è avvenuta questa importante fuga di notizie. dico importante perché forse, se questa relazione non fosse stata immediatamente pubblicata, il ministro degli Esteri avrebbe potuto rinviare un po' nel tempo l' incontro di Ginevra con il ministro degli Esteri austriaco, avrebbe potuto meditare meglio il problema, che credo non abbia meditato, avrebbe potuto consentire agli uffici governativi di studiare doverosamente il testo della relazione. perché un documento che doveva essere riservato (e lo era in quanto la commissione costituita dal Governo di allora doveva riferire soltanto ad esso; per lo meno prima di tutti ad esso) è diventato un documento politico e giornalistico? come parlamentare credo di avere il diritto di chiedere spiegazioni in merito. ad ogni modo, abbiamo sotto gli occhi il testo completo della relazione, tranne gli allegati che non risultano pubblicati. da questo lungo testo della Commissione risulta che i 19 hanno votato talune risoluzioni all' unanimità, ne hanno votate altre a maggioranza, mentre per alcuni problemi vi è un parere dei commissari di lingua tedesca non condiviso espressamente dai commissari di lingua italiana . questa tripartizione è importante perché il ministro degli Esteri ha già fatto sapere che i voti manifestati all' unanimità dalla Commissione dei 19 possono considerarsi in linea di massima già accolti dal Governo; i voti manifestati dalla maggioranza della Commissione sono all' attenzione del Governo (non è escluso che possano essere condivisi dal Governo, ma potrebbero anche essere corretti); i voti infine espressi soltanto dai commissari di lingua tedesca non potrebbero, secondo le recenti dichiarazioni del ministro degli Esteri e salvo ulteriori sviluppi della situazione, essere accolti dal governo italiano . attraverso tale tripartizione si può quindi avere abbastanza chiaro il quadro della situazione che potrà determinarsi per l' Alto Adige . devo anche osservare preliminarmente che nella relazione sono inserite a verbale due dichiarazioni di commissari di lingua italiana : una del vicepresidente della Commissione onorevole Lucifredi, l' altra del socialista onorevole Ballardini. sono due dichiarazioni di carattere nettamente antitetico. l' onorevole Lucifredi, a proposito di tutto un gruppo di problemi dei quali parleremo più avanti, ha manifestato la sua netta opposizione a che quei problemi potessero essere discussi ed esaminati dalla Commissione dei 19, mentre l' onorevole Ballardini, a proposito del problema della ufficialità della lingua italiana in Alto Adige , ha preso posizione contro l' ufficialità di essa a nome del partito socialista italiano. questo è un atteggiamento sul quale mi permetterò di tornare più avanti; un atteggiamento che noi crediamo di poter considerare di estrema gravità dal punto di vista politico. e veniamo ai problemi. un primo gruppo di problemi concerne per l' appunto la parificazione della lingua tedesca alla lingua italiana in Alto Adige . al riguardo i rappresentanti della Sudtiroler Volkspartei e i loro amici sostengono che si tratta né più né meno che di un' attuazione tardiva dell' accordo De Gasperi-Gruber . devo far rilevare che anche a voler accogliere le tesi di coloro i quali non si oppongono in linea di principio alle richieste della Sudtiroler Volkspartei , non è così. secondo l' accordo De Gasperi-Gruber , dev' essere riconosciuta in Alto Adige la parificazione, a proposito dell' uso della lingua, fra i due gruppi etnici ; si tratta cioè di una parificazione soggettiva. la parificazione oggettiva tra le due lingue, cioè la possibilità di usare anche negli atti pubblici disgiuntamente l' una o l' altra lingua, e quindi in pratica la sola lingua tedesca negli atti pubblici in Alto Adige , non solo non fa parte e non risale all' accordo De Gasperi-Gruber , ma può essere considerata contraria all' accordo stesso. la Commissione dei 19 in materia si è espressa per la quasi completa accettazione delle richieste avanzate dalla Sudtiroler Volkspartei . stato votato all' unanimità, tranne il voto contrario di un commissario (l' onorevole Ballardini), il principio della parificazione nella regione della lingua tedesca e di quella italiana. l' onorevole Ballardini ha fatto inserire a verbale una dichiarazione che desidero leggere perché i componenti democristiani del Governo e il gruppo parlamentare della Democrazia Cristiana sappiano con chiarezza quali sono gli orientamenti dei loro alleati a proposito dell' Alto Adige . ecco la dichiarazione dell' onorevole Ballardini: « egli ha espresso l' avviso che debba essere soppressa dall' attuale articolo 84 dello statuto la dichiarazione di ufficialità della lingua italiana , in quanto cosa insolita e inutile a livello di norma costituzionale e, invece, pericolosa perché può diventare pretesto di artificiose dispute nazionalistiche sulla diversa dignità delle due lingue » . l' onorevole Ballardini è dunque un nazionalista tedesco in Alto Adige ! il che ci commuove. se consideriamo l' atteggiamento normalmente tenuto dal partito socialista a proposito del mondo germanico, non possiamo che rimanere attoniti e confortati dall' atteggiamento che invece l' onorevole Ballardini ha assunto a nome del partito socialista italiano nella Commissione dei 19! il partito socialista ritiene che in Alto Adige , cioè in Italia, la lingua italiana non sia quella ufficiale: non si accontenta della parificazione oggettiva tra le due lingue, ma vuole proprio cancellare l' ufficialità della lingua italiana in Alto Adige . tenetene conto, colleghi della Democrazia Cristiana , se volete giudicare i vostri alleati dall' atteggiamento che tengono la Commissione dei 19 ha pure accolto all' unanimità il principio della parificazione a proposito dell' uso disgiunto delle due lingue. non siamo più, qualora siano approvati i principi accolti da quella commissione, al bilinguismo in Alto Adige , ma al monolinguismo tedesco. l' uso disgiunto delle due lingue anche negli atti ufficiali, in una provincia in cui i due terzi della popolazione sono notoriamente di lingua tedesca e le amministrazioni locali sono quasi tutte nelle mani di cittadini di lingua tedesca , significa monolinguismo tedesco in Alto Adige . gli italiani saranno costretti a cercare di capire qualcosa negli atti ufficiali che potranno interessarli, perché questi atti, nella quasi totalità, saranno redatti, se passeranno queste proposte, esclusivamente in lingua tedesca . la Commissione è stata anche concorde nello stabilire che l' uso disgiunto dell' italiano e del tedesco sia adottato non soltanto nella corrispondenza fra funzionari rappresentanti di uffici diversi, ma anche nella corrispondenza ufficiale tra uffici. gli interrogatori anche in flagranza dovranno avvenire nella lingua madre dell' eventuale reo; sicché praticamente non ne avverranno più, a meno che il presunto reo non abbia la fortuna di essere colto in flagranza da un agente di polizia che conosca la lingua tedesca . ma se il reo sarà colto in flagranza da un agente di polizia o da un carabiniere di lingua italiana , in base alle conclusioni della Commissione dei 19, egli potrà rifiutare di essere sottoposto ad interrogatorio per cui la flagranza andrà a farsi benedire. anche gli atti notarili, se queste conclusioni della Commissione dei 19 verranno accolte, saranno redatti solo in tedesco. vi è, poi, il problema delle opzioni. bene che i colleghi ricordino le cifre. le domande che l' Italia ha accolto subito dopo la fine della guerra in sede di revisione delle opzioni sono state 201.327. si tratta di 201.327 ex cittadini italiani che erano diventati cittadini tedeschi attraverso il plebiscito del 1939. al riguardo, devo ribadire un' osservazione di carattere morale, di moralità politica e nazionale, che abbiamo avuto occasione di fare altre volte. in generale, i problemi delle minoranze etniche e delle minoranze nazionali, se possiamo usare questo termine, sono oggetto in tutti i paesi del mondo, e quindi anche nel nostro, di considerazioni morali che portano a larghe solidarietà. quando una minoranza si batte per il riconoscimento dei suoi diritti, evidentemente trova ostacoli, oppositori (come può trovarli in noi) magari aspri, ma sempre leali, e pertanto merita comunque rispetto. io non credo però che questo rispetto sia dovuto a coloro che rappresentano politicamente la minoranza tedesca in Alto Adige per il precedente cui mi sto richiamando. la minoranza etnica che cosa rappresenta? rappresenta l' attaccamento alle tradizioni, alle memorie familiari e ai luoghi, rappresenta l' attaccamento alla chiesa, al comune, rappresenta l' attaccamento alla terra. ora, la minoranza di lingua tedesca dell' Alto Adige tanto poco ha dimostrato di essere attaccata alla propria terra che quando nel 1939 le due dittature, quella italiana e quella tedesca, offrirono concordemente alla minoranza in Alto Adige la possibilità di pronunciarsi, di scegliere, questa minoranza scelse in larghissima parte la sede tedesca. se a quel tempo vi fosse stata in Italia dittatura e in Germania democrazia, si potrebbe parlare di una scelta democratica. ma coloro che nel 1939 sceglievano la cittadinanza tedesca dopo aver fruito della cittadinanza italiana, passavano da Mussolini a Hitler, il che è quanto dire, in termini democratici, dalla padella alla brace; ed io non credo che andassero in cerca della libertà per fruire di diritti che erano loro negati dalla « tirannide fascista » . pertanto, perdevano il diritto alla terra, alla casa, il diritto di stare in quella zona che essi continuano a considerare casa loro; e in cambio ho l' impressione che non andassero a stare in una casa democratica. molti fra essi ce li siamo visti tornare in Italia in divisa tedesca tra il 1940 e il 1945. larga parte di questi ex cittadini italiani, ridiventati cittadini italiani dopo aver fatto il loro dovere nel nostro paese in divisa germanica, specie dal 1943 al 1945, al tempo della repubblica sociale italiana, dopo, e a seguito di tutti questi meriti acquisiti in nome dell' Italia, della democrazia e della liberazione antifascista, hanno chiesto la riopzione dato che la grande Germania era finita e in Austria, occupata da quattro eserciti stranieri, si viveva ancora peggio di quanto non si vivesse nel nostro paese. in questo modo ben 201.327 di essi hanno chiesto di ritornare cittadini italiani e lo sono ridiventati ipso facto . ebbe luogo a quell' epoca un certo controllo, una revisione, un vaglio? sì, perché le riopzioni furono concesse sulla base di indagini, credo, molto superficiali condotte da una commissione costituita per legge. tanto fu benevola l' indagine che nelle maglie di questa commissione rimasero soltanto 4.114 elementi. attraverso ulteriori vagli soltanto 300 degli ex optanti per la cittadinanza tedesca non ottennero la riopzione. perché? bisogna tenere presente che il decreto del 1948, il quale istituì la commissione per l' esame delle riopzioni, stabiliva che questa dovesse indagare sull' attività antitaliana, sulla faziosità antitaliana, non certamente antifascista, perché da buoni fascisti avevano attuato il plebiscito del 1939, da buoni nazisti avevano successivamente fatto il loro dovere combattendo per la Germania di Hitler, da buoni nazifascisti avevano militato nelle file dell' esercito tedesco al tempo della repubblica sociale italiana. dunque, sulla base della faziosità e della particolare odiosità antitaliana furono discriminati in definitiva 300 elementi. la Commissione dei 19 ha ritenuto di occuparsi benevolmente di questi 300 — come vogliamo chiamarli? — camerati che appartenevano, per ben diverse ragioni da quelle dei veri camerati, alle file dell' esercito germanico anche durante la repubblica sociale italiana. essa ha ritenuto all' unanimità di chiedere al Governo un provvedimento di generale sanatoria. vale la pena di leggere questo paragrafo: « la Commissione, su richiesta dei componenti di lingua tedesca e considerando che il problema delle riopzioni è stato già quasi totalmente risolto in favore dei rioptanti residenti, affida alla valutazione politica del Governo nella sua esclusiva competenza l' esame della opportunità di un provvedimento di generale sanatoria per tale categoria di rioptanti » . non basta; oltre a chiedere la generale sanatoria per queste brave persone che erano state escluse per faziosità antitaliana, si chiede che esse vengano risarcite dei beni morali e materiali che hanno perduto. vi è un paragrafetto in cui si dice che la Commissione, avendo saputo che alcuni di questi apolidi si sono trovati in una situazione difficile, « invita il Governo ad assumere quelle iniziative che rientrino nelle sue possibilità per portare a definizione tali particolari situazioni » . questo è quanto la Commissione dei 19 all' unanimità chiede a proposito dei rioptanti. si tengano presenti due cose. anzitutto la faziosità antitaliana tali apolidi l' hanno dimostrata anche in questo dopoguerra, dal 1948 in qua, e può darsi che l' abbiano dimostrata per offesa ricevuta, non avendo riottenuta la cittadinanza italiana. ma la faziosità antitaliana è stata dimostrata in questo dopoguerra da tutta la classe dirigente della Sudtiroler Volkspartei . non siamo noi a dirlo, ma i precedenti governi l' hanno detto; l' hanno dimostrato i dirigenti ufficiali del suddetto partito, l' ex segretario nazionale (non so se sia considerato ancora in carica ) del partito Hans Stanek, principale imputato al processo di Milano. la classe dirigente ufficiale della Sudtiroler Volkspartei è imputata proprio di faziosità antitaliana. è veramente singolare il fatto che, nel momento in cui attraverso le autorità di Pubblica Sicurezza e la magistratura il governo italiano si difende piuttosto male nei confronti della perdurante faziosità antitaliana della Sudtiroler Volkspartei , la Commissione dei 19, consenziente il Governo, e alla unanimità, assume atteggiamenti di questo genere. altro problema: l' immissione nei pubblici uffici statali (perché negli uffici degli enti locali , della regione e della provincia, questa immissione è logicamente avvenuta da gran tempo) della provincia di Bolzano, e anche negli uffici della magistratura, di elementi di lingua tedesca . se ricordo bene, nel 1946 o nel 1947 l' onorevole De Gasperi rifiutò di accettare una richiesta di questo genere avanzata dall' Austria per bocca del signor Gruber, con il quale l' onorevole De Gasperi era in trattative. viceversa la Commissione dei 19 ha ritenuto di accettare che un contingente fisso di posti venga riservato a cittadini di lingua tedesca nel pubblico impiego in provincia di Bolzano. si tenga presente, signor ministro, che riservare un certo contingente di posti ai cittadini di lingua tedesca nel pubblico impiego a Bolzano e addirittura chiedere la intrasferibilità di questi funzionari significa mettere in notevole difficoltà i funzionari di lingua italiana in quella provincia. voglio augurarmi che almeno questa parte del verdetto della Commissione dei 19 venga attentamente riconsiderata. la Commissione ha inoltre proposto che i criteri validi per la generalità dei pubblici impiegati siano applicati anche al personale della magistratura giudicante e inquirente. avremo quindi — se questi criteri dovessero essere accolti di fatto — la proporzione etnica anche per quanto riguarda la magistratura giudicante e inquirente. quanto alle attività culturali, la Commissione ha stabilito che alla provincia di Bolzano, vale a dire alla Sudtiroler Volkspartei , venga messa a disposizione la televisione. ne avevano proprio bisogno. non potranno però costruire una propria trasmittente (ed è già molto), ma la televisione dovrà essere posta a loro disposizione per la trasmissione di determinati programmi, a cura naturalmente della Sudtiroler Volkspartei . inoltre (e questa è un' annotazione molto divertente, dati i tempi che corrono), la Commissione chiede al Governo che siano rivedute le commissioni di censura a proposito dei film tedeschi che debbono circolare in Alto Adige , che siano snellite le procedure per la censura, che i film tedeschi siano rapidamente immessi in circuito e siano considerati con particolare benevolenza. speriamo che i film che la Germania invierà in Alto Adige non siano di propaganda irredentista. dato che ella ha chiesto di parlare per fatto personale , potrei fornirle altri argomenti di carattere politico. vorrei però pregarla, e la mia preghiera è rivolta a tutti i colleghi (siamo così pochi e possiamo ragionare fra noi), di voler considerare questi problemi con serietà. i richiami all' asse Roma-Berlino, al passato fascista, in questo caso e su questo specifico argomento, spettano a noi che ci siamo sempre assunti e continuiamo ad assumerci le nostre responsabilità. se i colleghi desiderano un dibattito su questi argomenti, siamo pronti ad affrontarlo molto volentieri per ricordare ciò che i colleghi volutamente dimenticano. ai colleghi della Sudtiroler Volkspartei mi permetto di ricordare, se per caso l' abbiano dimenticato... ma io parlo dell' Alto Adige . si tranquillizzi perché non creerò mai incidenti. il mio discorso, signor presidente , riguarda soltanto ed esclusivamente l' Alto Adige . non uscirò di un sol passo da questo argomento. se vogliamo affrontare un dibattito sul passato, posso ricordare anche all' onorevole Berloffa, dati i suoi rapporti di amicizia con la Sudtiroler Volkspartei , che una larga parte della classe dirigente della Sudtiroler Volkspartei proviene dai ranghi fascisti. posso ricordare poi — e questo è molto più importante — che il plebiscito del 1939 rappresentò per i cittadini di lingua tedesca dell' Alto Adige una possibilità di autodecisione, in un clima di accordo internazionale. vorrei criticare e criticherei volentieri quella decisione del governo fascista di allora perché non abbiamo alcun obbligo di non criticare determinati gesti o responsabilità del governo fascista, se non tenessi presente che il precedente storico e politico della decisione di concedere il referendum e l' autodecisione ai cittadini di lingua tedesca dell' Alto Adige fu rappresentato dagli accordi di Roma del 1938 circa la intangibilità della frontiera del Brennero che era in discussione allora da parte tedesca così come è in discussione adesso. non fingete di ignorarlo, onorevoli colleghi , perché, come voi sapete, abbiamo a disposizione testi (e li possiamo citare) recentissimi. oggi la intangibilità del Brennero è in discussione da parte austriaca, da parte del governo austriaco , da parte delle centrali austriache di Innsbruck e delle centrali pangermaniche di Monaco di Baviera . allora la dittatura risolse il problema: adesso la democrazia non lo ha ancora risolto, dopo vent' anni . è questo il motivo per il quale le richieste di autodecisione che vengono tuttora avanzate dalla Sudtiroler Volkspartei e dal governo austriaco per conto della Sudtiroler Volkspartei , trovano in noi la più decisa opposizione. se quindi si vogliono fare i raffronti con altre epoche, si facciano, ma in modo integrale e si assumano le rispettive responsabilità. ci si dica come si siano comportati allora uomini che vediamo oggi alla testa del vostro partito e del vostro Governo. e il discorso lo potremo fare fino in fondo. ora, se il signor presidente lo consente, riprendo l' argomento che stavo prima trattando: l' onorevole Berloffa troverà altri spunti per fatti personali e politici. a proposito dei problemi culturali, la Commissione dei 19 ha convenuto sull' opportunità di consentire che il materiale custodito negli archivi di Stato di Bolzano possa essere ripartito fra Stato e provincia, rimanendo a questa affidata la custodia e la manutenzione di quegli atti che rivestano particolare interesse per la storia locale. sicché l' archivio storico di Bolzano passa alla Sudtiroler Volkspartei . tutti ricorderete lo sdegno suscitato nell' opinione pubblica dalla notizia dell' attentato alla casa del senatore Tolomei, anni or sono. ma questo nuovo attentato è molto più pesante e più vile perché compiuto nel chiuso di una commissione consultiva. edilizia popolare. qualche anno fa vi fu una crisi pesante nei rapporti tra Sudtiroler Volkspartei e Democrazia Cristiana nel Trentino Alto Adige . vi fu una crisi di Governo regionale, se non sbaglio, a Trento, a causa proprio del rifiuto da parte del Governo nazionale di accettare il criterio della distribuzione etnica delle case popolari in Alto Adige ; cioè di accettare il principio in base al quale le abitazioni costruite totalmente o parzialmente con il denaro dello Stato dovessero essere distribuite in Alto Adige con un particolare criterio di proporzione etnica e non con il criterio di dare le abitazioni secondo le necessità ed i bisogni della povera gente , come avviene in ogni parte d' Italia. vi fu allora un atteggiamento abbastanza coraggioso di un ministro dei lavori pubblici e una sentenza della Corte costituzionale , che tuttavia non è valsa a nulla perché a proposito dell' edilizia popolare è stato stabilito che la dizione che configura, all' articolo 11 dello statuto, la potestà legislativa della provincia di Bolzano, sia modificata in quella di « edilizia comune sovvenzionata totalmente o parzialmente da finanziamenti a carattere pubblico » . ed è stato chiarito in modo esplicito che la competenza provinciale si riferisce all' esecuzione in provincia dei programmi di costruzione di case ad opera dell' INA-CASA con l' inclusione di programmi di future realizzazioni che dovevano passare alla competenza di nuovi enti che eventualmente fossero succeduti all' INA-CASA. l' INA-CASA (oggi Gescal » ) praticamente passa sotto il controllo della provincia, cioè della Sudtiroler Volkspartei . diritti elettorali. vi è un articolo dello statuto per il Trentino Alto Adige , che ho l' impressione finora non sia stato applicato — se sbaglio mi potete correggere — in base al quale non è elettore in Alto Adige il cittadino che non risieda colà da almeno tre anni. si propone da parte della Commissione non solo di applicare tale articolo, ma di emendare l' articolo 19 dello statuto in modo che nelle future elezioni per il Consiglio regionale nonché nelle elezioni per la formazione dei consigli comunali il periodo minimo di residenza richiesto sia portato da tre a quattro anni. cioè i cittadini di lingua italiana i quali per motivi di lavoro o di famiglia si trasferiscono in Alto Adige vengono esclusi per quattro anni dai diritti elettorali. io vi chiedo come ciò sia compatibile con la lettera e con lo spirito della Costituzione italiana: non concorda nemmeno con lo statuto regionale per il Trentino Alto Adige , che è legge costituzionale , di cui si chiede la revisione allo scopo di escludere per un altro anno gli italiani dal diritto di voto , anche amministrativo, in Alto Adige . finché si tratta di misure intese a conferire dei vantaggi o addirittura dei privilegi ai cittadini di lingua tedesca , potrà esservi in quest' Aula chi sia consenziente. ma io mi domando chi possa essere consenziente nei confronti di misure intese a stabilire persecutorie discriminazioni a sfavore dei cittadini italiani. ascoltavamo giorni or sono una interessante anche se solitaria conversazione del sottosegretario onorevole Lupis con alcuni colleghi dell' estrema sinistra a proposito dell' apartheid nel Sudafrica. in questo caso vi è un provvedimento di carattere smaccatamente razziale. si stabilisce non solo una discriminazione in favore della Sudtiroler Volkspartei , ma la riserva politica e addirittura elettorale in favore della stessa Sudtiroler Volkspartei , a cui poi non so chi abbia attribuito in via permanente il diritto di rappresentare politicamente ed elettoralmente i cittadini di lingua tedesca . più gravi sono le norme relative alla scuola. a proposito della scuola la Commissione ha convenuto sul passaggio alla competenza primaria della provincia delle materie: scuola materna e assistenza scolastica. così tutta la scuola materna e tutta l' assistenza scolastica passano sotto la competenza legislativa primaria della provincia, vale a dire della Sudtiroler Volkspartei . passano alla provincia anche l' edilizia scolastica, l' istruzione e l' addestramento professionale successivo all' adempimento della scuola dell'obbligo . poi — il che è più grave ancora — circa l' assetto del provveditorato agli studi , la Commissione propone che lo Stato, sulla base di una terna proposta dalla giunta provinciale di Bolzano, nomini per detta provincia un intendente agli studi. siccome lo Stato non può nominare l' intendente agli studi se non nel quadro della terna proposta dalla giunta provinciale di Bolzano, cioè dalla Sudtiroler Volkspartei , praticamente l' intendente agli studi (ex provveditore agli studi) per la provincia di Bolzano dipenderà dalla Sudtiroler Volkspartei . non è soltanto la scuola di lingua tedesca che viene subordinata alla sorveglianza e alla direzione della giunta provinciale , cioè della Sudtiroler Volkspartei : è tutta la scuola in Alto Adige che viene subordinata ad un intendente agli studi nominato su designazione della Sudtiroler Volkspartei . a sua volta la provincia di Bolzano nomina tre intendenti scolastici, uno per ciascun gruppo di scuole: gruppo di scuole italiane, gruppo di scuole ladine e gruppo di scuole tedesche. il personale amministrativo del provveditorato agli studi passa alle dipendenze della provincia; e si è ventilata anche — non si è insistito per ora su questo problema che merita ben altra attenzione e trattazione — la possibilità di istituire una università a Bolzano. personale insegnante. a proposito del personale insegnante vi è dissenso nella commissione, perché i commissari di lingua italiana chiedono che il personale insegnante rimanga alle dipendenze organiche dello Stato italiano, mentre i commissari di lingua tedesca hanno proposto che questo personale insegnante della provincia passi nei ruoli provinciali e quindi alle dipendenze dell' amministrazione provinciale . per fortuna è questa una delle richieste non accolte o per lo meno non ancora accolte da parte italiana. lavoro e collocamento della manodopera. si riconosce da parte della Commissione l' opportunità di garantire il diritto di precedenza nel collocamento al lavoro per i residenti rispettivamente nelle due province di Trento e Bolzano, attribuendo alle province stesse la potestà di emanare norme intese a regolare tale diritto. quindi anche in questa materia legifera la provincia, cioè la Sudtiroler Volkspartei . siccome lor signori temevano, attraverso una norma di questo genere, che potesse insorgere la Corte costituzionale , o che magari potesse insorgere un isolato cittadino italiano memore dei diritti del suo paese, ecco allora una norma che reca testualmente: « la Commissione dispone che non si potrà fare richiamo ad altre norme costituzionali per impedire l' attuazione di questa norma e che di conseguenza i limiti alla legislazione autonoma non possono limitare l' attuazione di questa norma, sempre fatta salva l' osservanza delle norme costituzionali » . egualmente dicasi per le norme che si riferiscono al collocamento e all' avviamento al lavoro, ai libretti di lavoro, alle qualifiche e al funzionamento degli uffici competenti ed al loro ordinamento. anche qui la provincia, cioè la Sudtiroler Volkspartei , avrà competenza primaria. la Commissione ha inoltre ritenuto debbano essere ripristinati i nomi delle famiglie tedesche. la Commissione poi, « preso atto del ritardo intervenuto nell' applicazione della legge 2 aprile 1958 che ha esteso agli ex appartenenti alle forze armate germaniche i benefici morali e giuridici concessi alle similari categorie nazionali, riconosce l' urgenza di provvedere affinché le provvidenze stesse trovino anche per essi pronta applicazione » . ora, noi siamo d' accordo per la equiparazione degli appartenenti alle ex forze armate germaniche, tornati ad essere cittadini italiani, agli altri ex combattenti; siamo d' accordo perché questa equiparazione sia completa. è doloroso però che altrettanto non si sia fatto, che in egual guisa non si sia disposto anche per gli appartenenti alle forze armate della repubblica sociale italiana e non so davvero quale possa essere la giustificazione di ordine morale e nazionale per questa discriminazione. evidentemente si ritiene che i cittadini i quali abbiano combattuto contro i partigiani in divisa nazista non abbiano demeritato dalla patria, mentre coloro che hanno combattuto contro le forze di liberazione nazionale in divisa fascista abbiano invece demeritato. una distinzione questa che veramente rincuora. si continua poi con il rilevare che le Commissioni interni e giustizia di questa Camera si sarebbero pronunciate nel senso « di non consentire l' adozione di norme legislative intese a rendere possibile la revoca della cittadinanza italiana ai cittadini delle province annesse all' Italia dopo la prima guerra mondiale » . debbo dire a questo riguardo — e prego l' onorevole Berloffa di volerne prendere nota — che si tratta di un falso. le Commissioni interni e giustizia della Camera decisero semplicemente lo stralcio di una norma che rappresentava l' atteggiamento ufficiale del governo italiano , che il governo italiano ebbe occasione (c' è un « libro verde » del nostro Governo, onorevole ministro) di far conoscere al governo austriaco attraverso una nota verbale del 2 settembre 1961. in essa il governo italiano di allora sosteneva la legittimità e l' opportunità e comunque l' insindacabilità da parte austriaca della norma sul ritiro della cittadinanza ai cittadini che se ne fossero resi indegni. riferendosi a tale norma, approvata dal Senato, l' articolo 6 della legge generale sulla cittadinanza, il ministro degli Affari esteri d' Italia, ripeto, il 2 settembre 1961, con sua nota verbale al governo austriaco , dichiarava: « quanto all' articolo 6, divenuto articolo 5 nella più recente stesura del progetto di legge , e trattato nella nota verbale cui si risponde, esso contempla la perdita della cittadinanza italiana per coloro i quali, avendola acquistata o riacquistata, svolgano attività incompatibili coi doveri di fedeltà alla Repubblica e alle sue istituzioni. tale articolo, contemplando tutti coloro che abbiano in qualsiasi modo acquistato o riacquistato la cittadinanza italiana, non ha evidentemente per destinatari soltanto i rioptanti in base alla legge del 1948 e pertanto non prevede nei riguardi di essi alcuna discriminazione particolare. d' altra parte norme analoghe sono contenute anche nelle legislazioni di vari paesi democratici » . nel 1961 il Governo della Repubblica italiana difendeva pertanto, giustamente, la norma relativa all' eventuale ritiro della cittadinanza ai cittadini italiani che, per infedeltà alla Repubblica, se ne fossero resi indegni. la Commissione dei 19, invece, in quest' occasione, ritiene di dover ringraziare il Parlamento italiano per non aver insistito su una legge di questo genere. devo ricordare ai signori del Governo, ai colleghi e (in questo caso) alla Presidenza della Camera che si trattò allora di uno stralcio. il Movimento Sociale Italiano , proprio per rispondere al falso della Commissione dei 19, ripresenterà immediatamente come sua proposta di legge (con le argomentazioni di cui si valse il Governo di allora in favore della norma stessa), la proposta di revocare la cittadinanza a coloro che se ne rendano indegni per infedeltà alla Repubblica e alle sue leggi. in questo modo si risponderà non tanto alle provocazioni della Sudtiroler Volkspartei , quanto ai falsi e alle leggerezze della Commissione dei 19. un' altra norma edificante e interessante (ed anche qui siamo molto vicini al razzismo) è quella relativa ad una proposta perché il vilipendio delle minoranze etniche sia equiparato al vilipendio alla nazione attraverso una modifica alla Costituzione. abbiate la bontà di ascoltare questo piccolo interessante paragrafo: « la Commissione concorda » (tutta la Commissione? fatto personale !) « sul principio secondo cui nel concetto di vilipendio alla nazione debbano essere incluse le offese alle tradizioni di lingua e di cultura delle minoranze linguistiche e prende atto che un favorevole orientamento in tal senso risulta essersi già manifestato in seno alla commissione parlamentare per la riforma dei codici » . quando dunque saranno riformati i codici ci onoreremo di essere sovente accusati non solo per vilipendio alle forze della Resistenza (in cui siano professionalmente dei tecnici) ma anche per vilipendio alle minoranze etniche rappresentate dalla Sudtiroler Volkspartei . c' è una proposta molto divertente ed edificante per quel che riguarda soprattutto l' atteggiamento dei settori dell' estrema sinistra che sono così solleciti nei confronti degli interessi tutelati dalla Sudtiroler Volkspartei . « paragrafo 10: l' istituzione dell' « Enel » non deve comportare ad avviso della commissione » (tutta la commissione) « alcun pregiudizio ai diritti e alle prerogative costituzionalmente sancite in materia idroelettrica e di utilizzazione delle acque pubbliche a favore degli enti locali » . quindi, far saltare tralicci è un' altra cosa; far saltare la statua dinanzi ad una centrale idroelettrica costruita in tempo fascista per il benessere di quelle popolazioni, la statua cosiddetta del genio italico, è una bellissima impresa; ma non si tocchino le prerogative della provincia, cioè dei signori della Sudtiroler Volkspartei e non le tocchi l' « Enel » e non si pensi di non fermarsi con la nazionalizzazione lassù: lassù ci si ferma dinanzi al maso chiuso e alle acque che i signori della Sudtiroler Volkspartei desiderano sfruttare ai fini della produzione e del consumo dell' energia idroelettrica. tutto ciò è molto edificante nel momento in cui una larga maggioranza di centrosinistra, che di solito quando sente toccati siffatti tasti sussulta, è invece completamente d' accordo nell' aderire a richieste di questo genere. non poteva mancare naturalmente l' impegno a liquidare il vecchio ente delle Tre Venezie e a riconoscere alcuni particolari titoli di studio e diplomi conseguiti in Austria e in Germania. c' è la famosa questione degli odontotecnici che si ripresenta con gran divertimento e gioia dei dentisti italiani dell' Alto Adige , c' è questa disputa fra dentisti che si trascina da parecchi anni. poi si passa all' allargamento delle competenze della provincia. per illustrarvi sinteticamente questa parte devo ricordare a me stesso che la disputa di fondo dal punto di vista giuridico fra l' Italia e l' Austria a proposito dell' ordinamento regionale e provinciale dell' Alto Adige consiste in questo: che la Sudtiroler Volkspartei e l' Austria chiedono l' autonomia provinciale piena, cioè la provincia eretta a regione, mentre i vari governi italiani fin qui si sono sempre opposti a tale richiesta. la Sudtiroler Volkspartei (lo vedremo successivamente attraverso un documento della Sudtiroler Volkspartei stessa) ha pensato con molta eleganza e abilità di aggirare l' ostacolo: ha ritenuto di non chiedere più per ora in maniera assolutamente intransigente l' autonomia totale per la provincia, ma chiede soltanto una estensione delle competenze legislative primarie della provincia. siccome la provincia di Bolzano ha già una serie di competenze legislative primarie di una certa importanza, è evidente che, estendendo le competenze primarie, la famosa autonomia completa della provincia, non entrando per la porta, entrerebbe per la finestra. mi limito ad elencarvi le competenze legislative ulteriori che vengono richieste per la provincia. se non sbaglio, la provincia ha già la competenza in diciotto materie. quelle ulteriori che vengono richieste, non dalla Sudtiroler Volkspartei ma dalla Commissione dei 19, sono le seguenti: viabilità, acquedotti e lavori pubblici di interesse provinciale; miniere, comprese le acque minerali e termali, cave, torbiere, caccia e pesca; comunicazioni e trasporti di interesse provinciale; turismo e industria alberghiera (pensate quale importanza abbia in provincia di Bolzano un settore di questo genere); utilizzazione delle acque pubbliche (e abbiamo sentito le dichiarazioni per l' « Enel » ) esistenti o scorrenti nel territorio della provincia, eccettuate le grandi derivazioni; opere idrauliche della quarta e della quinta categoria; assunzione diretta di servizi pubblici ; agricoltura, foreste e Corpo forestale; patrimonio zootecnico e ittico; istituti fitopatologici; consorzi agrarie stazioni agrarie; servizi antigrandine; bonifiche; apicoltura; protezione della flora e della fauna; opere di protezione e pronto soccorso per le calamità pubbliche. una piccola osservazione va fatta a proposito di queste ultime opere. i commissari di lingua tedesca hanno chiesto che alla provincia passi la competenza primaria ed esclusiva in materia di servizi antincendi. essi hanno una grande simpatia per i vigili del fuoco . in materia, i commissari di lingua italiana si sono, almeno per ora, opposti. per ora non si è ottenuto da parte della Sudtiroler Volkspartei che quei simpatici, cari vigili del fuoco in divisa passino sotto il suo totale controllo. le altre materie sono: costituzione, soppressione e denominazione dei comuni; modificazione delle circoscrizioni comunali (anche qui, secondo i commissari italiani, la competenza non dovrebbe essere pienissima; secondo quelli tedeschi dovrebbe esserlo); autorizzazione in materia di finanza locale ; servizi di prevalente interesse provinciale; igiene e sanità; assistenza sanitaria e ospedaliera. sono questi i temi principali per i quali la Commissione propone che le competenze primarie passino alla provincia, salvo qualche contrasto con i commissari di lingua tedesca . vi è stato un contrasto a proposito dell' industria e del commercio. i commissari di lingua italiana , per fortuna, non sono stati d' accordo nel passare alla provincia anche la competenza primaria in materia di industria. stato raggiunto però un certo compromesso a proposito del commercio. vi è quindi da parte della Sudtiroler Volkspartei la ragionevole speranza che anche queste competenze possano passare senza il suo controllo. passano alla provincia le rilevazioni statistiche, le dirette informazioni sui dati statistici riguardanti settori di competenza legislativa e amministrativa della provincia e la facoltà di svolgere nel settore medesimo indagini. censimenti, rilievi statistici propri. si è discusso delle forze di polizia e del diritto di poterne disporre. a questo punto i rappresentanti della Sudtiroler Volkspartei nella Commissione dei 19 sono stati notevolmente agevolati dai precedenti. hanno citato l' articolo 31 dello statuto siciliano e lo statuto della Valle d'Aosta , e hanno proposto una norma che per fortuna non è stata approvata. qualcosa è stato approvato, però, anche in questo senso. la norma che commissari della Sudtiroler Volkspartei mi hanno proposto in seno alla Commissione dei 19 è questa: il presidente della giunta provinciale provvede al mantenimento dell' ordine pubblico (quindi, vi provvede la Sudtiroler Volkspartei ) secondo le direttive del governo centrale, verso il quale è responsabile, mediante reparti di polizia dello Stato, i quali da lui (cioè dal presidente della giunta provinciale , non dal governo centrale) dipendono disciplinarmente per l' impiego e l' utilizzazione, e mediante reparti di polizia locale. in casi eccezionali, quando la sicurezza dello Stato lo richieda, il Governo assume direttamente la tutela dell' ordine pubblico (meno male !). il presidente della giunta provinciale ha anche il diritto di proporre, con richiesta motivata al governo centrale, la rimozione o il trasferimento fuori della regione di funzionari di polizia. questo è lo stato d'animo e lo spirito con cui i rappresentanti della Sudtiroler Volkspartei hanno partecipato ai lavori della Commissione dei 19. voi credete che sia stato risposto del tutto di no a queste richieste? qualche concessione è stata fatta anche in questo senso. la maggioranza dei commissari ha ravvisato che al sodisfacimento di queste esigenze possa procedersi mettendo a disposizione del presidente della Giunta regionale e del presidente della giunta provinciale appositi nuclei di polizia. naturalmente il presidente della giunta provinciale di Bolzano metterà i nuclei di polizia a guardia dei tralicci, non perché non saltino, ma perché i carabinieri non si avvicinino quando i signori della Sudtiroler Volkspartei li faranno saltare. è veramente edificante questo atteggiamento della maggioranza della Commissione dei 19. non solo, ma nella composizione di tali nuclei di polizia si dovrà rispettare, sia per la regione sia per la provincia di Bolzano, il principio del rapporto etnico e del bilinguismo; cioè la provincia di Bolzano deve scegliere etnicamente i componenti di questi nuclei. sarà necessario che i due terzi di essi, messi a disposizione del presidente della giunta provinciale di Bolzano, siano rappresentati da cittadini di lingua tedesca . per ora sembra che non sia richiesta la tessera della Sudtiroler Volkspartei , ma penso che con successive sue raccomandazioni la maggioranza della Commissione dei 19 (vero, onorevole Berloffa?) potrà arrivare anche a questo. queste considerazioni rivolte ad un ministro dell'Interno mi sembrano particolarmente gravi, se teniamo presente quello che è accaduto e che purtroppo potrà accadere ancora in Alto Adige . ma non basta. l' unanimità si è formata rispetto alla proposta di concedere alla provincia la legittimazione ad impugnare le leggi dello Stato davanti alla Corte costituzionale . quindi la provincia di Bolzano avrà questa facoltà che hanno le regioni a statuto speciale , sarà equiparata in pieno alle regioni, come è al fondo delle richieste avanzate dall' Austria e dalla Sudtiroler Volkspartei . e ancora. l' unanimità di vedute si è pure riscontrata intorno alla raccomandazione che sia accordata la partecipazione del presidente della provincia alle sedute del Consiglio dei ministri quando si tratta di questioni che riguardino in particolare la provincia stessa. come sapete, questa facoltà è concessa ai presidenti delle Giunte delle regioni a statuto speciale ; in questo caso anche la provincia di Bolzano viene equiparata ad esse. e ancora. la maggioranza dei commissari ha ritenuto di potere attribuire alla provincia la facoltà di riconoscere persone giuridiche private nelle materie di propria competenza. si è stabilito di raccomandare al Governo, a proposito dello stato giuridico dei segretari comunali , che questi impiegati passino alle dipendenze organiche dei comuni. poi, un commissario di lingua tedesca ha avanzato un' altra richiesta che nasceva, evidentemente, da una sua perplessità. quel commissario di lingua tedesca in Commissione deve aver chiesto a se stesso : se volessimo ad un certo punto stabilire sanzioni penali a carico di cittadini di lingua italiana , sarebbe possibile? la Commissione l' ha accontentato. infatti, il testo dice: « in relazione ad una richiesta di un commissario di lingua tedesca intesa a concedere alla provincia di Bolzano di stabilire con proprie leggi pene pecuniarie e pene detentive allo scopo » — siamo al diritto penale provinciale! » di garantire l' osservanza delle leggi e delle ordinanze provinciali, la maggioranza si è espressa nel senso » — onorevole Berloffa — « che tale garanzia potrebbe essere conseguita in modo sodisfacente » . quindi, siamo a questo punto, siamo al diritto penale provinciale! è inutile dire che è stato anche concesso il diritto al gonfalone all' Alto Adige . inutile dire che è stata ritenuta meritevole di accoglimento la richiesta che la denominazione in lingua tedesca Trentino Alto Adige , prevista per la regione nell' articolo 96 dello statuto, sia modificata in quella di Trentino-sud Tirolo . ricordo che una volta l' allora presidente della Camera , onorevole Leone, ebbe a redarguire, minacciandolo di togliergli la parola, un collega della Sudtiroler Volkspartei , il quale si era permesso di parlare in questa Assemblea in nome del Sud Tirolo . dirò che bisogna purtroppo riconoscere che allora avevamo torto, perché la Commissione dei 19, a grande maggioranza italiana, ha ritenuto, onorevole Berloffa, di concedere questo diritto ai signori della Sudtiroler Volkspartei ; e cioè di cambiare la denominazione tedesca in quella di Sud Tirolo ; e pertanto, nessuno potrà protestare, né i signori del Governo né quelli della maggioranza (noi però continueremo a farlo), se la Commissione dei 19 otterrà quello che è stato richiesto dai commissari di lingua tedesca . naturalmente, ci si è occupati del demanio, del patrimonio, delle finanze provinciali e i rappresentanti della Sudtiroler Volkspartei hanno chiesto che se alla provincia verranno conferite tutte le citate attività, i bilanci siano adeguatamente rinsanguati; e i commissari di lingua italiana hanno dato assicurazione ed amministrativa della provincia, tanto più inoltre, i commissari di lingua tedesca hanno chiesto che il demanio regionale passi in larga parte alla provincia e hanno anche stabilito come questo possa verificarsi. a proposito dei controlli — ne riparleremo quando arriveremo a questo argomento in materia di leggi regionali ordinarie — è interessante sapere, signor ministro dell'Interno , quello che è stato chiesto e approvato a maggioranza proprio per quanto riguarda il controllo sugli atti provinciali. i commissari hanno ritenuto tutti che i controlli di legittimità sugli atti della regione e della provincia potrebbero essere attribuiti ad una commissione con competenza sul piano regionale avente una sezione distaccata a Bolzano. questa sezione dovrebbe avere carattere paritetico, cioè dovrebbe essere composta da un uguale numero di rappresentanti dello Stato e della provincia. pensate, questa commissione di controllo sugli atti provinciali dovrebbe comprendere un uguale numero di rappresentanti dello Stato e della provincia; e tutto questo si vuol concedere nel momento in cui si dà vita alle regioni a statuto ordinario con criteri di controllo che dovrebbero stabilire una garanzia e impedire le famose vicende dei controllori controllati! evidentemente, in Alto Adige si è per un apartheid non solo razziale, ma anche giuridico. la Commissione dei 19 ha infine deciso che sia aumentato il numero dei consiglieri regionali, portandolo a 70. in conclusione, credo di aver riferito sulle cose per lo meno più importanti che la Commissione dei 19 ha ritenuto di poter concedere all' unanimità o a maggioranza. a questo punto, sorge una legittima curiosità: e la contropartita? non è mai accaduto che si apra, si conduca e si concluda una trattativa di questa importanza a livello nazionale (in questo caso addirittura a livello internazionale), nel corso della quale a una parte vengano richiesti sacrifici sostanziali e questa si dichiari disposta a compierli, senza che qualcosa venga richiesta all' altra parte: delle contropartite, delle assicurazioni, delle garanzie. perché parliamo di contropartite? perché, signor ministro, la realtà è che in Alto Adige vi è una maggioranza di cittadini di lingua tedesca e una minoranza di cittadini di lingua italiana . perciò, quanto più ci si avvia verso l' autonomia legislativa Sudtiroler Volkspartei e i loro amici vanno rappresentando da tanti anni contro la verità. se anche soltanto una parte di quanto la Commissione dei 19 ha proposto per la provincia di Bolzano, verrà sancita dal Parlamento e dal Governo della Repubblica, non sarà certamente la situazione della maggioranza di lingua tedesca che avrà bisogno di garanzie e di tutela, ma quella della minoranza di lingua italiana . ho letto attentamente tutta la relazione della Commissione dei 19 e su questo punto non vi è nulla, neanche una parola. invece, come ho avuto occasione di documentarvi, numerose norme non si accontentano di tutelare i diritti dei cittadini di lingua tedesca , ma attentano ai diritti politici , civili, ai diritti in genere dei cittadini di lingua italiana . qual è il quadro della situazione? se queste proposte dovessero essere accolte e tradotte in realtà, la provincia di Bolzano come verrebbe a presentarsi? come una provincia dotata di amplissimi poteri legislativi , amministrativi, governata da una maggioranza di lingua tedesca , praticamente da un partito politico , dalla Sudtiroler Volkspartei . nel quadro di questa provincia autonoma, la giunta provinciale verrebbe ad avere tra le mani il controllo della scuola, degli enti locali , attraverso le potestà legislative primarie quasi di tutta l' economia locale, tolti pochissimi settori e non tolti neppure quelli nazionalizzati, in qualche modo perfino sulla polizia, in parte sul pubblico impiego e sui pubblici uffici, sulla situazione sociale, sulla situazione del lavoro, sulla edilizia popolare, praticamente il controllo su tutta la vita dell' Alto Adige , su tutti i cittadini dell' Alto Adige di lingua italiana e di lingua tedesca . per i cittadini di lingua italiana in Alto Adige , qualora le raccomandazioni della Commissione dei 19 si traducano — e Dio non voglia ! — in concessioni effettive da parte dello Stato italiano, il problema non si porrebbe più in termini politici, non si tratterebbe di andare più o meno d' accordo col governo locale, di essere più o meno in disaccordo con i dirigenti della Sudtiroler Volkspartei , ma in termini razziali: sei cittadino di lingua italiana , non hai diritto, per esempio, a votare se non risulti residente in Alto Adige da almeno quattro anni; sei cittadino italiano e non puoi ricevere un alloggio popolare, perché in base al principio della riserva etnica due alloggi su tre spettano ai cittadini di lingua tedesca : pertanto un cittadino di lingua tedesca che non abbia necessità dell' alloggio popolare, costruito col denaro dello Stato, in tutto o in parte, ha diritto all' alloggio, mentre il cittadino di lingua italiana , profugo da altre parti d' Italia, non ha diritto all' alloggio se non rientra in quella determinata proporzione. di fronte ad una situazione di questo genere, chiediamo quali siano le contropartite. per gli italiani dell' Alto Adige non ve ne sono, perché dovrebbero risultare proprio da questi testi. ci auguriamo e faremo il possibile perché queste contropartite risultino in prosieguo di tempo da quelle che saranno le deliberazioni che il Parlamento italiano dovrà prendere in questa materia. se non vi sono contropartite a proposito dei diritti dei cittadini di lingua italiana , vi sono forse contropartite politiche? cioè la Sudtiroler Volkspartei è stata indotta, convinta, costretta ad assumere atteggiamenti che in qualche modo, non agli occhi nostri ma agli occhi del Partito di maggioranza relativa, possano giustificare quanto viene perpetrato ai danni dei cittadini di lingua italiana dell' Alto Adige ? vorrei citare testualmente un passo di una pregevole pubblicazione sul verdetto della Commissione dei 19 edita a cura del professore Carlo Battisti che insegna glottologia a Firenze. cito testualmente perché vorrei poi domandare al ministro dell'Interno se risponda a verità la seguente affermazione contenuta in quello scritto. scrive il professore Battisti: « ciò è tanto più pericoloso in quanto l' ancoramento nella relazione finale della Commissione dei 19 di una clausola di rinunzia da parte della Sudtiroler Volkspartei ad ulteriori pretese fu silurato dalla decisa resistenza dei rappresentanti della Sudtiroler Volkspartei che altrimenti si sarebbero perfino ritirati dalla commissione » . onorevole ministro dell'Interno , chiedo di sapere se sia vero che da parte italiana in seno alla Commissione dei 19 fu fatto il tentativo di inserire una clausola che impegnasse i rappresentanti della Sudtiroler Volkspartei a rinunciare ad ulteriori pretese; se sia vero che i rappresentanti della Sudtiroler Volkspartei abbiano rifiutato di sottoscrivere tale clausola ed abbiano minacciato addirittura di abbandonare i lavori della commissione; se sia vero che, a seguito di tale atteggiamento tenuto dai rappresentanti della Sudtiroler Volkspartei , la presidenza della Commissione dei 19 abbia ritenuto di non inserire la clausola e quindi di non chiedere alcun impegno di questa natura ai rappresentanti di quel partito. se questo è un fatto personale , esso riguarda il presidente e tutti i componenti di lingua italiana della Commissione dei 19. d' altra parte, a prescindere dall' atteggiamento che la Sudtiroler Volkspartei ha tenuto in seno alla Commissione dei 19, vi sono i pubblici atteggiamenti che esponenti della Sudtiroler Volkspartei hanno tenuto di recente al processo di Milano e in pubbliche dichiarazioni. cito quanto ha detto al processo un testimone, l' onorevole Dietl, altissimo esponente della Sudtiroler Volkspartei , il quale ha affermato che l' atteggiamento da lui propugnato comprende anche la richiesta di annessione dell' Alto Adige all' Austria. un atteggiamento estremamente franco e leale che da un certo punto di vista onora chi ha il coraggio di fare dichiarazioni simili. non credo però che possa sentirsi onorato un paese che consente che dichiarazioni simili vengano fatte da gente che nello stesso tempo è autorizzata a trattare e a firmare con i rappresentanti della maggioranza e del Governo accordi di questo genere. se questo è un fatto personale , esso riguarda tutti i membri di lingua italiana della Commissione dei 19. d' altra parte, abbiamo due documenti a disposizione: una dichiarazione resa dal presidente della Sudtiroler Volkspartei , signor Magnago, subito dopo la pubblicazione della relazione della Commissione dei 19 e un lungo comunicato dell' Esecutivo della Sudtiroler Volkspartei in data 22 maggio 1964, cioè dopo la conclusione dei lavori della Commissione stessa. ecco quanto il presidente della Sudtiroler Volkspartei , dopo la pubblicazione degli accordi, argomenta in un discorso che ha avuto la bontà di tenere in Austria, credo a Graz. non so come il Governo del nostro paese giudichi l' attività di uomini politici di cittadinanza italiana, anche se di lingua tedesca , i quali tengono discorsi di netta intonazione antitaliana all' estero. il signor Magnago ha dichiarato a Graz recentemente, pochi giorni dopo la pubblicazione della relazione della Commissione dei 19: « molte nostre richieste fondamentali sono state accolte. altre. pure fondamentali, sono state respinte. io dico che se le proposte accolte dalla maggioranza dei commissari venissero attuate, avremmo un' autonomia assai migliore di quella odierna, ma saremmo ancora lontani dall' autonomia così come la intendiamo noi » . voi, onorevoli colleghi , avete sentito a quale grado di autonomia arriverebbero sulla base delle proposte formulate dalla maggioranza della Commissione dei 19. secondo il signor Magnago, tali proposte sono abbastanza soddisfacenti, ma sono ancora molto lontane dall' autonomia come la intendono loro. « considerate nel loro complesso — continua il signor Magnago — le proposte della Commissione dei 19 sono troppo poco » (vede caro onorevole Berloffa!). « oggi ci troviamo in questa situazione: da un lato abbiamo coloro i quali sostengono l' assoluta necessità di accettare i vantaggi offerti, dall' altro coloro i quali dicono: « siete dei traditori se le accettate » » . (i duri e i molli all' interno della Sudtiroler Volkspartei ). « dobbiamo invece trovare una soluzione di compromesso. non chiedere cose impossibili o guardare alle stelle perché oggi sono ancora troppo lontane, ma insistere invece su cose accettabili e al riguardo mostrarsi duri e inflessibili. così otterremo domani anche quello che oggi la Commissione dei 19 ci ha negato e lavoreremo nell' interesse della patria che tanto amiamo » . la « patria che tanto amiamo » è una frase pronunciata in tedesco, a Graz, di fronte ad un pubblico di fanatici austriacanti, dal signor Magnago, presidente di un partito politico italiano come cittadinanza, che partecipa alle elezioni nel nostro paese e determina in parte la vita di una regione ed in gran parte determina totalmente o vuole determinare, direi totalitariamente la vita di una provincia italiana. il Governo del nostro paese non soltanto rimane insensibile di fronte a queste gravissime ed ignobili provocazioni, ma considera evidentemente amici e alleati i signori che così si esprimono, firmano con loro accordi, parlano a loro nome in consessi internazionali per mezzo del signor ministro degli Esteri . ah vero, il signor Magnago distingue fra la regione natia e la patria. quindi si considera un senza patria per essere nato in una determinata parte che considera la regione natia ma che non incarna per lui il concetto di patria. il 22 maggio del 1964 l' Esecutivo della Sudtiroler Volkspartei si è riunito e ha approvato e resa pubblica una lunga dichiarazione. vi risparmio la lettura del testo che consegnerò alla Presidenza e all' onorevole ministro, se per caso non lo avesse consultato, cosa che mi dispiacerebbe. l' Esecutivo della Sudtiroler Volkspartei , commentando la relazione della Commissione dei 19, dichiara tra l' altro: « le proposte della Commissione dei 19, cosa questa che va riconosciuta, significano un buon passo in avanti verso la reale attuazione degli accordi di Parigi » . signor ministro, questa è la loro posizione ufficiale. essi considerano la relazione della Commissione dei 19 come un passo avanti verso la realizzazione degli accordi di Parigi. siamo al nocciolo della questione. la tesi italiana ufficiale — e non la nostra tesi — è ed è sempre stata che l' accordo di Parigi fu integralmente realizzato attraverso la costituzione della regione a statuto speciale Trentino Alto Adige , da parte dell' onorevole De Gasperi . la tesi austriaca e della Sudtiroler Volkspartei , in un primo momento, cioè nel 1948, fu identica a quella italiana. tanto è vero che a De Gasperi giunsero i messaggi di felicitazioni, di congratulazioni, di gratitudine da parte degli esponenti austriaci e della Sudtiroler Volkspartei . successivamente l' atteggiamento della Sudtiroler Volkspartei è mutato e da anni la Sudtiroler Volkspartei e l' Austria considerano l' Italia in flagrante violazione degli accordi di Parigi. invitano — secondo loro — l' Italia ad attuare questi accordi. e l' Italia è caduta nel tranello da anni concedendo foglia a foglia il carciofo che la Sudtiroler Volkspartei sta inghiottendo. ogni volta che viene fatta una concessione da parte italiana la Sudtiroler Volkspartei e l' Austria rispondono sempre allo stesso modo: prendiamo atto che avete compiuto un passo avanti verso la meta finale. cioè, anche dopo le concessioni enormi da parte della Commissione dei 19, essi continuano a considerare tali concessioni solo come dei passi avanti. il comunicato della Sudtiroler Volkspartei prosegue: « i membri sudtirolesi della commissione » ormai si parla solo dei sudtirolesi — « al fine di facilitare la possibilità di un accordo, si sono dichiarati disposti a lasciare inalterato l' attuale quadro regionale dell' autonomia » è una concessione che fanno — « a condizione, però che alla provincia di Bolzano vengano trasferite tutte le competenze legislative e amministrative autonome indispensabili per conservare l' esistenza etnico-culturale ed economico-sociale dei sudtirolesi » . quindi la regione rimane: per carità, non chiedono più l' autonomia della provincia, chiedono però che la provincia autonoma abbia tutte le competenze legislative e amministrative che in parte prima spettavano alla regione. e le richieste presentate dai commissari di lingua tedesca sono qualificate dall' Esecutivo della Sudtiroler Volkspartei come « irrinunciabili necessità » (sono vocaboli di moda in questo momento, con il centrosinistra); la Sudtiroler Volkspartei stessa attraverso il suo esecutivo si permette di dire che il governo italiano « senza perdere tempo » dovrebbe provvedere ad elaborare le necessarie leggi costituzionali e a presentarle al Parlamento. ma non basta il governo italiano : eh la Sudtiroler Volkspartei è troppo importante per rivolgersi come unico interlocutore al governo italiano ! vi è l' Europa. l' Esecutivo della Sudtiroler Volkspartei invita il Consiglio d' Europa « di voler far valere » (il cattivo italiano non è nostro) « anche per l' avvenire la propria influenza a favore di una sodisfacente soluzione della questione sudtirolese » . quindi, attraverso un comunicato ufficiale, un partito che ha cittadinanza italiana invita il Consiglio di Europa ad intervenire presso il governo italiano per far valere soluzioni che quei signori hanno trattato con il governo italiano per la buona grazia eccessiva dello stesso. il comunicato conclude con un auspicio affinché attraverso una soluzione sodisfacente della questione sudtirolese si possa — notate l' insidia — finalmente compiere un ulteriore passo in avanti verso l' unità europea da tutti auspicata. il passo in avanti che essi vogliono compiere è verso l' attuazione, così come essi la intendono, dell' accordo De Gasperi-Gruber , e nel quadro di tale attuazione verso l' unità europea da tutti auspicata: cioè non vogliono raggiungere un accordo nel quadro della unità nazionale da tutti auspicata, ma nel quadro dell' unità europea da tutti auspicata. alla nazione si guardano bene dal riferirsi in qualunque caso! che cosa è accaduto, onorevole ministro, dopo la pubblicazione della relazione della Commissione dei 19 e dopo questi commenti da parte della Sudtiroler Volkspartei e dei massimi esponenti della stessa Sudtiroler Volkspartei ? è accaduto che del problema si è impadronito di forza, con un entusiasmo che, più che giovanile, vorrei definire infantile, il signor ministro degli Esteri , onorevole Saragat. io penso che la materia avrebbe richiesto a qualsivoglia ministro degli Esteri , anzi, a qualsivoglia ministro, a qualsivoglia uomo di Stato, una lunga meditazione. come avete sentito anche attraverso una esposizione frammentaria e necessariamente frettolosa, la Commissione dei 19 chiede che vengano modificate alcune leggi costituzionali , chiede che vengano modificate alcune norme della Costituzione, chiede che vengano presentate dal Governo e approvate dal Parlamento alcune leggi ordinarie , che la regione Trentino Alto Adige a sua volta approvi alcune leggi di sua competenza, e che infine il Governo adotti provvedimenti di carattere amministrativo ed esecutivo di sua competenza. si tratta di un complesso di richieste, di un complesso di norme che investono la responsabilità dello Stato italiano, dalla Presidenza della Repubblica alla Corte costituzionale , al Governo, al Parlamento nazionale, al Consiglio regionale del Trentino Alto Adige . il ministro degli Esteri non ha avuto bisogno di studiare questa così complessa materia; non so nemmeno se abbia letto — mi auguro che l' abbia fatto con attenzione — la relazione della Commissione dei 19. ma subito dopo averla letta è partito di gran carriera verso la Svizzera per incontrarsi con il rappresentante del governo austriaco signor Kreisky. che cosa lo onorevole Saragat abbia detto al signor Kreisky, che cosa il signor Kreisky gli abbia risposto, non sappiamo; sappiamo però che cosa è stato ufficiosamente fatto ed è stato fatto sapere in Italia dopo l' incontro di Ginevra e che anche lo stesso ministro Saragat ha detto prima dell' incontro di Ginevra a proposito del problema dell' Alto Adige . traggo da una pubblicazione ufficiale del ministero degli Esteri una dichiarazione dell' onorevole Saragat a proposito dell' Alto Adige e della Commissione dei 19. dichiara l' onorevole Saragat: « è noto che la Commissione dei 19 ha compiuto un lavoro eccellente e che in linea di massima saremmo disposti a dare un seguito alle proposte di detta Commissione, ma desideriamo andare incontro a certe ragionevoli esigenze della minoranza altoatesina di lingua tedesca senza che, effettuata tale concessione, ci si chieda dell' altro che supererebbe gli impegni nazionali assunti con l' accordo De Gasperi-Gruber » . quindi il signor ministro degli Esteri , che sembra avere le idee abbastanza confuse, da un lato ritiene che la Commissione dei 19 abbia compiuto un ottimo lavoro ed è disposto di conseguenza a dare ad esso un esito positivo; dall' altra però dichiara ragionevoli le esigenze della minoranza di lingua tedesca dell' Alto Adige , ma non vorrebbe si chiedesse dell' altro, il che mi fa pensare che l' onorevole Saragat abbia letto molto frettolosamente le conclusioni della Commissione dei 19. dopo l' incontro avvenuto tra l' onorevole ministro degli Esteri Saragat ed il ministro degli Esteri austriaco Kreisky, è uscita una nota ufficiosa sulla rivista Esteri ed io credo che questa nota ufficiosa, salvo la smentita del Governo — ed è un' altra, questa, delle domande che pongo al Governo — rispecchi il pensiero del ministro degli Esteri . essa reca testualmente: « per quanto il Governo di Roma non avesse ancora avuto il tempo materiale di assumere alcuna decisione in merito alle proposte della Commissione dei 19, non vi era ragione di pensare che fosse venuta meno la disposizione italiana di adottare le misure di liberalizzazione proposte all' unanimità dalla commissione » . quindi, secondo la rivista ufficiosa del signor ministro degli Esteri , il governo italiano non ha avuto il tempo materiale per considerare attentamente il verdetto della Commissione dei 19; tuttavia, traverso il suo ministro degli Esteri , il governo italiano ha creduto di intervenire subito, accedendo ad una conversazione internazionale avente come base tale verdetto che non aveva avuto il tempo di studiare. vorrei sapere quale strano potere di fascino abbia il signor Kreisky sul signor ministro degli Esteri del nostro paese. io non credo che il signor Kreisky abbia potuto imporre una conversazione subito dopo i lavori della Commissione dei 19. penso che se l' onorevole Saragat avesse detto al suo collega austriaco: « non ho avuto ancora il tempo materiale di prendere alcuna decisione in merito alle proposte della Commissione dei 19 » , il signor ministro degli Esteri d' Austria, nell' interesse stesso delle trattative, nell' interesse della chiarezza, della serietà, della responsabilità, oserei dire nell' interesse dell' Austria stessa non meno che dell' Italia, avrebbe risposto: « caro ed egregio collega, tra le tante tue occupazioni, tra i tanti tuoi viaggi, tra i tanti tuoi impegni di Governo, trova il tempo materiale per leggere ciò che la Commissione dei 19 ha scritto e per studiare i relativi problemi e farli studiare dagli uffici statali competenti e poi ne parleremo » . noi ci troviamo invece di fronte ad un ministro degli Esteri che non trova il tempo materiale per studiare i problemi, ma che trova il tempo materiale e quello politico per occuparsi internazionalmente dei problemi. una volta vi era in Francia un ministro degli Esteri che veniva chiamato anziché des affaires étrangères , l' étranger aux affaires . ora, mi pare che veramente l' onorevole Saragat sia egli pure l' étranger aux affaires . e non si tratta in questo caso del solo ministro degli Esteri , giacché egli si assume una responsabilità che è di tutto il Governo ed in particolare del dicastero dell' Interno molto più che di quello degli Esteri. ma evidentemente non può presentarsi il ministro degli Esteri ad un convegno internazionale di tanta importanza confessando, attraverso una pubblicazione ufficiosa del suo stesso ministero. di non aver avuto il tempo materiale per studiare i problemi. che cosa è successo a Ginevra? ripeto, non è dato saperlo. però sappiamo che cosa ha dichiarato il ministro degli Esteri austriaco dopo l' incontro. il signor Kreisky è stato molto contento di aver visto l' onorevole Saragat; e ce ne rendiamo conto perché vedere l' onorevole Saragat e conversare con lui è senza dubbio una gioia e qualche volta un divertimento. stato dunque molto contento il signor Kreisky e ha fatto dichiarazioni che un giornale austriaco ha pubblicato. ascoltate: « il signor Kreisky ha detto che l' incontro è stato estremamente positivo dato che la situazione a Ginevra è veramente mutata per lo sviluppo assunto dal problema, non soltanto perché abbiamo superato il vecchio assioma italiano secondo cui il rapporto della commissione di studio è un fatto interno sul quale l' Austria non deve intervenire, ma anche perché l' onorevole Saragat ha modificato la sua linea, mi ha prevenuto nel fissare una data precisa per i nuovi incontri e soprattutto perché ha accettato una procedura e più che una procedura » . questa dichiarazione del ministro degli Esteri austriaco evidentemente non è una dichiarazione ufficiale e non mi riferisco ad essa come ad una dichiarazione ufficiale del governo austriaco in materia così delicata. mi riferisco però ad un fatto politico: è una dichiarazione giornalistica che finora non è stata smentita e che, salvo che non sia smentita, può essere da noi in termini politici commentata. che l' incontro sia stato « estremamente positivo » fa parte del gergo diplomatico e non ci impressiona. ma il signor Kreisky ha precisato che la situazione a Ginevra è mutata perché l' Italia ha accettato non di considerare la relazione della Commissione dei 19 come un fatto interno, ma ha portato immediatamente la relazione della Commissione dei 19 sul tavolo delle trattative internazionali. penso che questa considerazione del signor Kreisky, che indubbiamente risponde a verità perché l' oggetto del colloquio di Ginevra è consistito esattamente in un primo esame delle conclusioni della relazione dei 19, penso dicevo che questa dichiarazione del ministro degli Esteri austriaco sia il compendio della situazione. che cosa ha fatto il ministro degli Esteri italiano? senza averla meditata e senza averla fatta considerare dagli uffici competenti, ha preso di peso la relazione della Commissione dei 19, che era un fatto interno (interno al Governo, neppure interno allo Stato italiano o al Parlamento italiano: si trattava d' una commissione consultiva costituita da un precedente Governo per dare pareri in argomento al precedente Governo o comunque ad un governo italiano ); ha preso di peso la relazione della Commissione dei 19, che era un fatto interno al governo italiano , che doveva essere perfino un fatto riservato al governo italiano e semmai ai parlamentari italiani, e l' ha portata sul tavolo delle trattative internazionali. sicché automaticamente, per lo meno nel giudizio (o per lo meno nella impressione o nella presunzione) dell' interlocutore, le proposte presentate dalla Commissione dei 19 a maggioranza o all' unanimità al Governo del nostro paese si sono trasformate nelle proposte rivolte dal Governo del nostro paese al governo austriaco . le concessioni che i commissari di lingua italiana hanno ritenuto di dover fare ai commissari di lingua tedesca si sono ipso facto trasformate nelle concessioni che il governo italiano ha ritenuto di fare al governo austriaco . tutta la materia che era sin qui, almeno in parte, materia di colloquio o di trattativa fra rappresentanti di taluni partiti politici italiani e rappresentanti della Sudtiroler Volkspartei è divenuta materia di trattative e di dibattito fra governo italiano e governo austriaco . sicché d' ora in poi il governo austriaco può partire da quella determinata base. evidentemente non arretrerà d' un passo, non sarà così ingenuo il governo austriaco da chiedere meno di quanto il governo italiano si è dichiarato disposto a concedere alla Sudtiroler Volkspartei . sicché i colloqui tra gli esperti che dovevano cominciare il 15 giugno (e vorrei sapere dal Governo se sono cominciati o se sono stati rinviati in modo che gli esperti possano essere diventati meno inesperti e non si presentino del tutto inesperti come il ministro), serviranno all' Austria per chiedere ciò che la Commissione dei 19 non ha ancora ritenuto di concedere. nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, se questo Governo resterà in piedi e se l' onorevole Saragat continuerà a rappresentare internazionalmente l' Italia, fra Austria e Italia si discuterà non di ciò che la Commissione dei 19 ha statuito, ma di ciò che i commissari di lingua tedesca hanno chiesto in più e non hanno ancora potuto ottenere. ciò che non hanno potuto ottenere dai commissari di lingua italiana , i commissari di lingua tedesca sperano di poterlo ottenere, grazie alla mediazione cortese del ministro degli Esteri italiano, dal governo austriaco . vorrei ora permettermi di rilevare che le nostre critiche dal nostro punto di vista sono senza dubbio coerenti. esse risalgono ad un nostro atteggiamento, che potrà piacere o dispiacere, ma che abbiamo sempre tenuto in quest' Aula, in Alto Adige , dovunque. ma ciò ha scarsa importanza. il Movimento Sociale Italiano combatte una determinata battaglia. quello che ha importanza è che le nostre critiche muovono da precedenti di assoluta obiettività. noi non abbiamo mai approvato l' opera dei precedenti governi a proposito della questione altoatesina. abbiamo sempre criticato i precedenti governi e abbiamo sempre condotto pesanti polemiche contro i precedenti ministri dell' Interno e degli Esteri a proposito della questione altoatesina. questa volta ci troviamo di fronte ad una situazione che mette in polemica voi con voi stessi. se il ministro dell'Interno avrà la bontà di rileggersi il « libro verde » pubblicato dal ministero degli affari esteri della Repubblica italiana a proposito dell' Alto Adige (documenti presentati al Parlamento italiano dal ministro degli Affari esteri Segni il 19 settembre 1961), troverà i precedenti obiettivi in base ai quali risulta valida la nostra critica al Governo del nostro paese. cito solo pochissimi documenti: ad esempio, il comunicato italo-austriaco per la parte che concerne l' atteggiamento italiano dopo l' incontro di Milano del gennaio 1961: « la delegazione italiana da parte sua ha precisato che lo statuto speciale è pienamente conforme all' accordo De Gasperi-Gruber » ; e ha aggiunto che « nessuna modifica dell' ordinamento costituzionale dello Stato italiano e dell' ordinamento regionale è accettabile, perché ciò andrebbe al di là dell' accordo internazionale di cui si discute l' esecuzione e non la revisione » . in questo momento, invece, il Governo del nostro paese ha accettato che si possa modificare l' ordinamento costituzionale dello Stato italiano e l' ordinamento regionale del Trentino Alto Adige . il che vuol dire che il governo italiano ha accettato che si discuta della revisione dell' accordo e non della sua esecuzione. il che vuol dire che il governo italiano ha accettato, o sembra aver accettato, le tesi austriache che il governo italiano aveva solennemente respinto e fatto respingere attraverso l' opera di suoi ministri degli Esteri all' Assemblea delle Nazioni Unite , di fronte alla quale noi ci presentiamo, dopo i colloqui e i trascorsi ginevrini del ministro degli Esteri , in una situazione veramente difficile, perché i rappresentanti austriaci alle Nazioni Unite potranno contestare all' Italia il diritto di mantenere le posizioni che in precedenza l' Italia aveva assunto in quella Assemblea, dato che da quelle posizioni il governo italiano si è allontanato attraverso i suoi recenti atteggiamenti. e vorrei leggervi una dichiarazione fatta dall' allora ministro degli Esteri Segni al ministro Kreisky a Zurigo il 24 giugno 1961, a conclusione dell' incontro che si svolse in quella città e che, se non sbaglio, fu l' ultimo incontro italo-austriaco prima del recente incontro di Ginevra. l' onorevole Segni, nel discorso pronunziato al cospetto del ministro degli Esteri e della delegazione austriaca, ebbe a dire: « non ho certo bisogno di rifare qui in dettaglio la storia degli atti terroristici che hanno avuto luogo in queste ultime settimane. basti rilevare che nelle notti dell' 11 e del 12 giugno sono stati effettuati ben 47 attentati, che hanno determinato danni inestimabili non solo per le distruzioni direttamente causate, ma anche per l' intralcio prodotto alla attività economica e in genere alla vita della regione. non può esservi il minimo dubbio che questi attentati sono stati concepiti, diretti ed eseguiti nel modo più meticoloso ed efficace e che essi non possono quindi che fare capo ad una organizzazione disciplinata ed esperta. mi corre l' obbligo, signor ministro, di farle presente nel modo più esplicito che dagli elementi raccolti dal governo italiano (cito fra gli altri il materiale di propaganda, le armi e gli ordigni esplosivi di diversa provenienza), risulta chiaro che l' attività terroristica risponde ad una volontà direttiva che supera anche i confini dello Stato italiano. ma v' è di più: incitamenti, istigazioni ed incoraggiamenti sono stati fatti anche in pubblico da personalità responsabili. il governo austriaco è certamente al corrente di tutto ciò e non è pertanto necessario che le citi casi particolari. debbo però almeno richiamare la sua attenzione sulle gravi responsabilità che incombono, in ogni caso, su chi, avendo l' autorità e la possibilità, non ha tempestivamente scoraggiato l' attività degli elementi estremisti, attività che ha purtroppo provocato delle vittime: sia il generoso lavoratore perito nel tentativo di rimuovere un ordigno che avrebbe causato ingenti danni, sia due giovani vittime della funesta propaganda estremista » . signor ministro dell'Interno , ho il disappunto di dirle che noi in questo momento dobbiamo richiamare la sua attenzione sulle gravi responsabilità che in ordine a tutto quanto concerne l' Alto Adige e la vita, i diritti, la dignità dell' Italia in quella regione incombono sulle spalle del Governo!