Amintore FANFANI - Presidente del Consiglio Maggioranza
III Legislatura - Assemblea n. 98 - seduta del 22-01-1959
1959 - Governo I D'Alema - Legislatura n. 13 - Seduta n. 425
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , onorevoli colleghi , tutti ricordano, perché se ne ebbe a parlare in quest' Aula, che il Governo, fin da quando inusitati rumori si levarono intorno al caso Giuffrè, dichiarò che non intendeva opporsi né alla presa in considerazione della proposta di legge diretta a promuovere una inchiesta, né alla inchiesta stessa. su questa linea il Governo si è sempre mosso, convinto, in virtù delle prime indagini da esso fatte, che dalla inchiesta, anche dalla inchiesta più approfondita possibile, non sarebbe risultato nulla a carico né di questo Governo, né dei governi che lo precedettero. il Governo, anzi, dichiarò, per bocca del ministro Del Bo , in quest' Aula e davanti al Senato, che non avrebbe fatto uso del vincolo del segreto di ufficio nei confronti dei funzionari della Pubblica Amministrazione e avrebbe lasciato tutti liberi di rispondere secondo coscienza. io ringrazio l' onorevole Tesauro che, dopo tanti vari commenti, intorno ai quali non intendo soffermarmi per rispetto alla Commissione ed ai suoi lavori, ha questa sera ristabilito la verità, riconoscendo che davanti alla Commissione e in seno a essa, da parte del Governo non vi fu che azione schiettamente agevolatrice, affinché la Commissione stessa raggiungesse tutti i migliori risultati possibili. il Governo ha preso atto della relazione e delle conclusioni alle quali la commissione è arrivata. il Governo, pur senza voler interferire, nemmeno postumamente, sui lavori della commissione, non può non riconoscere la saggezza e la solerzia con cui la Commissione stessa, sotto la presidenza del senatore Paratore, ha proceduto. il Governo identificò immediatamente in quelle conclusioni, coerenti con i fini che alla commissione stessa una legge d' iniziativa parlamentare aveva assegnato, gli inviti precisi ad agire sia in sede legislativa , sia in sede amministrativa. e fin dal 21 dicembre, nelle quattro lettere, che qui ho sentito più volte ricordare, io ebbi l' onore, dopo attento esame della relazione oltre che delle conclusioni della commissione, di rivolgere quattro inviti. uno di essi era rivolto al ministro Giardina. osservando che nel testo della relazione si indicava come l' assunzione di persone estranee alla Pubblica Amministrazione nei gabinetti, nelle segreterie e negli uffici stampa dei ministeri, producesse talvolta degli inconvenienti, persuaso della bontà di detta osservazione io scrivevo al ministro Giardina, che, desideroso di far contribuire il Governo che ho l' onore di presiedere ad accrescere l' efficienza e la chiarezza dell' azione della Pubblica Amministrazione , pensavo (e penso tuttora) che fosse nostro dovere predisporre una attenta revisione delle norme che regolano la materia, adottando in proposito norme più restrittive e cautelative. in conseguenza, pregavo il ministro Giardina di predisporre sollecitamente una proposta che integrasse le norme vigenti e la diramasse, appena predisposta, per gli opportuni concerti a tutti i ministri, per poi chiederne la iscrizione all' ordine del giorno di uno dei seguenti Consigli dei ministri , in modo che si potesse sollecitamente provvedere all' esame e alla approvazione, nonché alla presentazione davanti al Parlamento. sempre il 21 dicembre io scrissi anche al ministro Andreotti. in quella lettera rilevavo che, anche in base alla inchiesta e alla relazione della commissione parlamentare , la legge bancaria del 1936 aveva bisogno di revisione. e ora l' onorevole Tesauro ci ha ricordato come, per la mancanza di questa revisione, negli anni passati si è trovata impotente ad agire, non soltanto l' autorità di Pubblica Sicurezza , ma anche l' autorità giudiziaria . nella relazione della commissione parlamentare si aggiungeva che, oltre ad una revisione della legge bancaria, vi era bisogno di dedicare una particolare disciplina alle « piccole finanziarie » che prestano ad alti tassi speculando sulle necessità del pubblico. nella lettera al ministro Andreotti ricordavo come subito dopo che il Governo ebbe a trovarsi di fronte alla faccenda dell' « anonima banchieri » , nelle riunioni che il Consiglio dei ministri dedicò all' argomento, la detta proposta venne fuori e il ministro Andreotti ne condivise l' idea. concludevo che, poiché anche la commissione ci invitava a procedere su quella strada, bisognava provvedere; invitavo quindi il ministro del Tesoro a predisporre eventualmente due disegni di legge , in modo che nell' uno e nell' altro campo si potesse sollecitare il Parlamento, dopo l' approvazione degli schemi da parte del Consiglio dei ministri , ad un approfondito esame, quell' approfondito esame cui si rifaceva lo stesso onorevole ministro del Tesoro quando per la prima volta ci occupammo in quest' Aula dell' argomento. una terza lettera indirizzai al ministro Preti. « nel testo della relazione della commissione parlamentare d' inchiesta sulla cosiddetta « anonima banchieri » — scrivevo — si osserva che sarebbe bene che il Corpo della Guardia di Finanza , tramite il comando generale, regolarmente trasmettesse al ministero delle Finanze , e in particolare alla direzione delle imposte dirette e alla direzione generale tasse e imposte sugli affari notizie afferenti alle operazioni sui casi di maggiore consistenza » . e proseguivo: « penso che il suggerimento sia opportuno. e poiché desidero che, in attuazione del nostro programma di Governo , la Pubblica Amministrazione migliori la sua efficienza, ti prego di disporre per la presentazione, in uno dei prossimi Consigli dei ministri , delle norme opportune per raggiungere lo scopo suddetto. non so — aggiungevo — se occorre un disegno di legge , nel qual caso bisogna predisporlo e approvarlo in tempo » . « tieni presente — concludevo — che in data odierna ho scritto a Tambroni affinché, in concerto con il tuo ministero, predisponga norme opportune per garantire un permanente coordinamento nelle indagini analoghe tra polizia ordinaria e polizia tributaria. quando Tambroni, quindi, ti cercherà, aiutalo volenterosamente a predisporre le norme occorrenti » . in conseguenza scrivevo al ministro Tambroni la quarta fra le lettere che ho ricordate. di questo esame preliminare che della relazione stessa avevo fatto fu data pubblica notizia alla stampa. l' onorevole Romualdi ha lamentato ieri che — oltre a queste quattro lettere di cui è stata data notizia alla stampa — non ve ne sia una quinta, della quale i giornalisti pure hanno parlato, che il presidente del Consiglio ha scritto al ministro Preti; lettera nella quale l' onorevole Romualdi dubitava si fossero potuti fare apprezzamenti men che riguardosi nei confronti della commissione. lo stesso onorevole Romualdi pensava inoltre che si fossero scritte parole meno che riguardose verso altri membri del Governo. ho il piacere di dire, onorevoli colleghi , che copia della lettera da me inviata al ministro Preti (niente affatto richiesta, onorevole Almirante: ella faceva una supposizione molto abile; perché quando ricevo una lettera ho il dovere di rispondere, anche ai ministri) venne da me trasmessa, per ragioni di cortesia, anche al presidente della Commissione di inchiesta, affinché apparisse nel modo più chiaro che da parte del Governo, né pubblicamente né privatamente, si veniva meno al doveroso rispetto nei confronti del Parlamento e della Commissione stessa. posso oggi leggere la lettera inviata in data 22 dicembre al ministro Preti, e che era così redatta: « caro Preti, la tua decisione di mettere a disposizione del presidente del Consiglio il portafoglio a te affidato non sembra congrua con le risultanze dell' inchiesta svolta dalla commissione parlamentare . ieri ho inviato a te e ai colleghi Giardina, Andreotti e Tambroni una lettera con l' invito a predisporre e proporre in uno dei prossimi consigli la revisione di norme vigenti, per rendere più efficiente e chiara l' azione della Pubblica Amministrazione , secondo le indicazioni contenute nella relazione della suddetta Commissione di inchiesta » . seguiva poi (lo rileggerò) il passo che tutti i giornali hanno pubblicato: « non posso quindi che pregarti cordialmente di ritirare le dimissioni per proseguire con il consueto impegno il tuo lavoro, assolvendo nei prossimi giorni anche al compito che nella suddetta lettera ho affidato a te e agli altri colleghi. con i migliori auguri di buon Natale, ti invio saluti cordiali » . proseguendo nell' illustrazione davanti al Parlamento dell' attività che il Governo ha iniziato coerentemente con le conclusioni della Commissione di inchiesta parlamentare , debbo informare che cosa è avvenuto degli inviti da me per lettera rivolti (e poi ripetuti a voce, come loro possono immaginare) ai miei colleghi. devo informare che il collega Giardina ha ultimato la predisposizione del suo disegno di legge . aveva il compito più facile. disegno di legge ultimato e corredato di relazione. loro diranno: perché non lo avete presentato? spiegherò il perché fra poco. il ministro Andreotti ha nominato una commissione di esperti per esaminare la delicatissima materia della legge bancaria e in data 12 gennaio mi ha rimesso la prima relazione dell' orientamento che in materia si potrebbe tenere. dico si potrebbe tenere dato il fatto che si discute (ed anche qui ho udito da qualcuno riprendere il tema) se le norme invocate dalla Commissione di inchiesta debbano essere introdotte come modifiche alla legge bancaria o non piuttosto alla legge di Pubblica Sicurezza o ad altre leggi, ad evitare che con le risultanze di un' inchiesta svoltasi attorno ad un fatto abnorme si introducano elementi di confusione in un congegno così delicato come quello della legge bancaria che — come il ministro Andreotti ebbe l' onore ed il vanto di illustrare qui da questi banchi, all' inizio di questa nostra discussione — è stata uno dei presìdi dell' ottimo funzionamento delle banche italiane e dell' esercizio del credito, prima della guerra e dopo la guerra. comunque devo informare questa Camera che la commissione di esperti nominata dal ministro Andreotti sta camminando e arriverà (speriamo presto, ce lo auguriamo) a quelle risultanze che noi cercheremo siano quelle, più conformi ai voti della Commissione d' inchiesta; ma che comunque saranno esaminate, valutate, modificate, approvate da voi, come ebbe ad invocare il ministro Andreotti quando per la prima volta parlò di questo problema. il ministro Preti in data 13 gennaio mi ha informato che per quanto riguardava il primo problema (quello di una disciplina più tempestiva delle sollecite ed esaurienti informazioni da parte della Guardia di Finanza al ministro delle varie operazioni che la Guardia di Finanza stessa poteva compiere), egli aveva già provveduto ad un perfezionamento delle procedure necessarie nella bozza del nuovo regolamento di servizio per la Guardia di Finanza , che solo quale istruzione interna era stato compilato nel 1957 (forse dall' onorevole Andreotti), ma che aveva bisogno di divenire un provvedimento definitivo. e lo diverrà non appena il Consiglio di Stato , investito dell' argomento, avrà fornito il parere prescritto. per quanto riguarda il coordinamento dell' azione tra polizia tributaria e polizia ordinaria, il ministro Preti, sempre in data 13 gennaio, dava assicurazione (confermata del resto dal ministro Tambroni in un' altra sua lettera) di avere preso già tutti gli accordi necessari affinché sempre più perfettamente questo coordinamento avvenisse. devo spiegare perché, a parte le difficoltà procedurali, non si è già provveduto, in seno al Consiglio dei ministri , a un esame delle prime bozze dei provvedimenti da me invocati. e la ragione, lo dico subito, è dovuta al rispetto per il Parlamento. infatti, allorché feci la proposta di predisporre prontamente le misure perché, al momento della riapertura della Camera, si potessero presentare questi provvedimenti, furono alcuni miei colleghi di gabinetto a chiedermi se non ritenevo opportuno attendere la discussione che si sarebbe svolta intorno alla relazione e alle conclusioni sulla anonima banchieri, per potere, attraverso la discussione stessa e le sue conclusioni, trarre argomento di perfezionamento, di incitamento e di eventuale suggerimento per i tempi che si andavano approntando. nei giorni scorsi abbiamo preso un altro provvedimento che può avere qualche connessione non dirò con il disservizio, ma con qualcuna di quelle lentezze che forse indebitamente si sono qui qualificate come inerzia. il provvedimento ha per oggetto l' aumento dell' organico della Guardia di Finanza . non dimentichiamoci che mentre i compiti ogni giorno crescono, come pure le mene truffaldine, gli organici non sono in condizioni di assolvere con la necessaria tempestività e malgrado il lavoro massacrante, alle funzioni istituzionali. l' onorevole Macrelli stamane ha raccomandato, con accorate parole, il ripristino dell' autorità dello Stato, e ha invocato che nel campo civile e in quello ecclesiastico ogni cittadino italiano si adoperi al rafforzamento di tale autorità, dimostrando pieno rispetto delle leggi ed estrema prudenza nel lasciarsi sedurre da tentazioni di ogni genere. non si può non consentire a così accorate parole, prendendo impegno, per quanto ci compete — quindi in sede governativa — di scoraggiare ogni seduzione e di incoraggiare ogni resistenza delle autorità centrali e periferiche e dei loro rappresentanti all' estrema periferia, contro i seduttori e contro i sedotti. non è umoristico. se ella avesse avuto la pazienza di ascoltare, come io ho fatto, le considerazioni che in materia di ripristino dell' autorità dello Stato ha fatto testé l' onorevole Almirante, ella concluderebbe con me che vi è molto da fare. ma questo non dipende solo dall' azione governativa. io penso che quando in un' Aula parlamentare si prende pretesto delle conclusioni dell' inchiesta per presentare lo Stato in dissolvimento e il Governo come un gruppo di malfattori, non si fa niente per ripristinare l' autorità dello Stato, ma si fa qualche cosa per dissolverla. noi siamo molto onorati — lo devo dire a nome di tutti i colleghi — di non aver frapposto nessun ostacolo a che questa inchiesta vi fosse; ci sentiamo onorati di avere agevolato lo svolgimento dell' inchiesta, perché essa ha sgonfiato parecchi palloni propagandistici che intorno a questo argomento si erano levati. e un non piccolo pallone sgonfiato lo ha ricordato testé l' onorevole Tesauro è stato quello di una pretesa connivenza fra autorità religiose e autorità civili dove è dimostrato invece che le autorità religiose e le autorità civili hanno compiuto per tempo tutto il loro dovere per mettere in chiaro questa faccenda. è vero, onorevole collega, non perché lo affermo io, ma perché è scritto nella relazione. ho letto tutta la relazione, non solo le conclusioni. è scritto nella relazione che si riconosce a merito delle congregazioni romane l' avere per prime gettato un allarme che per tempo ha sgonfiato ed arrestato le operazioni del signor Giuffrè. noi non lo possiamo arrestare. quando qualcuno da quella parte e anche nel corso della discussione odierna ci ha invitato ad arrestarlo, ci ha voluto spingere per una strada che non è certo la strada dello stato di diritto . ci ha voluto spingere per la strada dell' arbitrio! la faccenda è ormai nelle mani, per quanto riguarda l' arresto e gli altri provvedimenti conseguenti, dell' autorità giudiziaria . noi siamo rispettosi della funzione autorevole e degna che l' autorità giudiziaria ha sempre svolto e continua a svolgere nel nostro paese. per quanto riguarda la parte tributaria e finanziaria gli onorevoli colleghi sanno, l' hanno appreso da tutti i giornali e l' onorevole Macrelli lo ha ricordato qui, che provvedimenti sono stati presi, tanto è vero che il signor Giuffrè è ricorso contro questi provvedimenti, presi anche per somme cospicue. il Governo ha la coscienza tranquilla di aver operato come doveva, di avere atteso prima ed ascoltato poi con religioso rispetto le conclusioni della commissione. prendo impegno di tradurre queste conclusioni in tutte quelle misure amministrative o legislative che sembreranno le più idonee a far sì che questa nostra collettiva indagine lasci al nostro paese prospettive di bene, di giustizia e di verità nell' ordine ripristinato, ove fosse mancato o fosse carente in qualche particolare circostanza.