Giorgio ALMIRANTE - Deputato Opposizione
III Legislatura - Assemblea n. 87 - seduta del 06-12-1958
Sulla politica interna
1958 - Governo II Fanfani - Legislatura n. 3 - Seduta n. 87
  • Comunicazioni del Governo

signor presidente , onorevoli colleghi , l' onorevole Fanfani ha impostato molto correttamente — gliene diamo atto — il dibattito quando ha chiesto al Parlamento, in sostanza, un giudizio di appello nei confronti di quello che gli era stato dato alcuni mesi or sono. altrettanto correttamente noi potremmo dire che non abbiamo nulla da modificare rispetto a quanto esprimemmo alcuni mesi or sono quando l' onorevole Fanfani chiese per la prima volta la fiducia alle Camere alla testa di questa formazione governativa. se così dicessimo, diremmo la verità, almeno sul terreno politico e con riguardo alle esperienze politiche accumulate in questi mesi. in tal modo noi ci accosteremmo ad altri nella svalutazione di questo dibattito che da altri (e specialmente, mi pare, dall' onorevole Nenni) è stata ieri tentata. noi non riteniamo, come ha detto l' onorevole Nenni, che questo dibattito sia poco importante e sia in qualche modo scontato in anticipo nei suoi sviluppi e nei suoi risultati. pensiamo, invece, che sia molto importante, dal nostro punto di vista , per lo meno per i seguenti motivi. prima di tutto, perché quello che alcuni mesi fa, onorevole Fanfani, avemmo l' onore di dirle lo dicemmo in qualche modo a priori nei confronti di una esperienza che doveva essere fatta e valutata, nei confronti di un Governo che doveva ancora dar prova. di sé, nei confronti di una formula governativa che doveva essere messa alla prova sul terreno dei fatti. quanto oggi invece avremo l' onore di dirle e indubbiamente anche di ripeterle, perché i nostri giudizi sono rimasti al fondo immutati, lo potremo ripetere alla stregua di un' esperienza, che, tenterà di dimostrarlo, ha dato ragione alle nostre perplessità e alle nostre argomentazioni di allora; sicché quanto dicemmo allora poteva essere considerato aprioristico, preconcetto, ma oggi ha il pregio, a nostro modesto avviso, di poter essere detto a lei con la massima obiettività, se di obiettivo vi è qualcosa nei giudizi politici. quello che dicemmo alcuni mesi or sono rappresentava un insieme di nostri punti di vista . quello che questa volta possiamo dire e ripetere rappresenta non più e non soltanto insieme di nostri punti di vista , perché abbiamo avuto il piacere, nel corso di queste ultime settimane, di sentire e molto autorevolmente riecheggiare i nostri temi, i nostri motivi, i nostri orientamenti, le nostre perplessità, quelle che potevano sembrare le nostre prevenzioni; abbiamo sentito riecheggiare tutto ciò su altri banchi e addirittura sui banchi della maggioranza e in qualche caso sui banchi del Governo . sicché vi è in questo momento a nostro favore una doppia obiettività: la obiettività delle esperienze e la obiettività della convalidazione di tesi di opposizione da parte, di esponenti molto qualificati della maggioranza o addirittura dello stesso Governo. infine (e questa, sì, è una considerazione di parte, ma di una parte che sta adempiendo a un dovere di carattere nazionale) questo dibattito ci sembra molto importante perché nelle sue origini (che sono partite di qui, e noi lo vogliamo rivendicare), nei suoi sviluppi e anche nelle sue conclusioni esso sta dimostrando e dimostrerà la raggiunta compattezza di una opposizione che amo qualificare nazionale, senza peraltro volerci attribuire il monopolio di questo aggettivo che dovrebbe essere di tutti, opposizione nazionale che in questi ultimi mesi ha dimostrato di sapersi orientare, di volersi in qualche modo allineare e di saper adempiere una funzione assai importante. noi, signor presidente del Consiglio , siamo stati i primi a chiedere fuori di qui, nelle forme più aperte e responsabili, una verifica della maggioranza. ella ha potuto dare atto al Parlamento, e quindi a questo settore del Parlamento, che la verifica della maggioranza anche a suo avviso era indispensabile. ciò significa che abbiamo colto in maniera esatta il momento politico e che ci siamo mossi non soltanto per motivi di parte (come pure era nostro pieno diritto) ma anche sulla base di una chiara ed esatta visione dell' attuale situazione politica del nostro paese. mesi or sono, signor presidente del Consiglio , ci permettemmo di criticare la formula, il programma e gli orientamenti del Governo. la nostra fu, pertanto, una critica totale, senza attenuanti (non le concedemmo proprio nulla, lo riconosciamo), una critica aspra e dura e tuttavia tale che, alla stregua dei fatti, era assolutamente serena e obiettiva, come adesso mi accingo a tentare di dimostrare. circa la formula governativa che criticammo allora e a maggior ragione critichiamo oggi, ella, signor presidente del Consiglio , rispose sostanzialmente con due argomentazioni. la prima era che non esistevano altre formule possibili. « indicatemi, se potete, una altra formula » (ella disse in sostanza); « non me la potete indicare, il Parlamento non è in grado di suggerirla, le opposizioni non sono in condizione di consentire, almeno in questo momento, una alternativa, e pertanto io responsabilmente devo avvalermi dell' unica formula oggi possibile » . l' altro argomento fu più sostanziale e sostanzioso. ella sostenne, signor presidente del Consiglio , che si trattava di una formula omogenea sia sul terreno programmatico sia sul terreno politico. aggiunse (e questa era una risposta un tantino ambiziosa) che si trattava di una formula suscettibile di sviluppi positivi. abbiamo sentito ripetere ieri questa argomentazione dall' onorevole Saragat che in questo momento — sui banchi parlamentari ma non sui banchi del Governo , di cui accortamente non ha voluto far parte — è diventato in poi il vero leader della maggioranza, anche se probabilmente ciò non fa piacere a molti colleghi della Democrazia Cristiana . dal leader di questa maggioranza (vedremo se sarà proprio una maggioranza o invece una minoranza, come nei giorni scorsi) ci siamo sentiti ripetere che l' attuale è una formula diretta ad allargare la base democratica. all' affermazione dell' onorevole Fanfani secondo cui non vi era altra formula di Governo possibile noi potremmo rispondere che questa non è una argomentazione in quanto le opposizioni sono di parere contrario e la nostra parte è in grado di dimostrare che altre formule vi sono. la nostra non è mai stata, nel corso di questi anni, e non è una opposizione negativa, malgrado le reiterate chiusure che ancora ieri ci siamo sentiti rinnovare, in forma non molto garbata per un parlamentare così illustre, dall' onorevole Gui. a parte le reiterate chiusure che ci sono state opposte, noi non abbiamo mai politicamente e programmaticamente chiuso se non nei confronti dei socialcomunisti. ci siamo sempre sforzati di preparare un dialogo che, almeno dal nostro punto di vista e nell' ambito della nostra responsabilità, è sempre stato e sempre può essere un dialogo positivo e costruttivo. un argomento ancora più solido per confutare l' affermazione dell' onorevole Fanfani circa l' inesistenza di altre possibili formule di Governo ce lo ha fornito lo stesso presidente del Consiglio con l' importante discorso pronunziato al Consiglio nazionale del partito di cui egli è il segretario. in quel discorso l' onorevole Fanfani ha manifestato apertamente il suo desiderio, e il suo proposito, di andare in cerca di altre formule, di aprire altri colloqui, anche diversi da quelli che sta conducendo col partito socialdemocratico , con programmi e orientamenti diversi; in quello stesso momento ha mostrato (che lo abbia fatto per ragioni di opportunità di partito o precongressuali non ha alcuna importanza, perché in quel momento egli era anche il presidente del Consiglio e certo non dimenticava di esserlo) di considerare l' attuale come una formula di Governo provvisoria e comunque suscettibile di essere modificata o addirittura sostituita con altre perché in Consiglio nazionale della Democrazia Cristiana ella ha rivolto un contemporaneo invito al partito socialista nenniano, al partito repubblicano ed al partito liberale . sono stati inviti, ci sembra, non troppo bene accolti. e questo potrebbe anche divertirci. onorevole Fanfani, ci siamo sentiti dire nell' altra legislatura, quando ce lo diceva l' allora presidente del Consiglio senatore Zoli, che i nostri voti non erano richiesti e non erano graditi, e abbiamo visto la Democrazia Cristiana , anche nella sua persona, assumere atteggiamenti sprezzanti. quando, pertanto, la Democrazia Cristiana , anche nella sua stessa persona, rivolge inviti in molte direzioni e si sente rispondere di no, si sente rispondere che i suoi inviti non sono né richiesti né graditi, vediamo in questo, in certo qual modo, una vendetta del destino. ma questi sono argomenti polemici che forse non meritano neppure di essere sostenuti in una situazione così grave. comunque il fatto rimane ed è questo: che l' onorevole Fanfani ha ritenuto, come presidente del Consiglio e come segretario del suo partito, di rivolgersi contemporaneamente ai liberali perché attenuassero quanto meno la loro opposizione, ai repubblicani perché trasformassero la loro posizione di attesa in posizione di appoggio o addirittura di compartecipazione e di coabitazione, ai socialisti nenniani affinché si staccassero definitivamente dai comunisti, nel qual caso senza riserve (egli lo ha detto) la Democrazia Cristiana intenderebbe porre concretamente il problema di una partecipazione del partito socialista nenniano al potere. onorevole Fanfani, quel suo triplice e contemporaneo invito a noi sembra un poco la chiave di volta di tutta la situazione, e ci sembra essere (se non siamo presuntuosi, se possiamo intervenire dal di fuori nella situazione interna, in quella che è indubbiamente la crisi interna del suo partito) anche la chiave di volta della situazione che l' attuale maggioranza sta soffrendo, in qualche maniera subendo. quando l' onorevole presidente del Consiglio , il massimo esponente del maggior partito di governo, ritiene di potersi rivolgere nello stesso momento al partito liberale , perché attenui la sua opposizione, e al partito socialista nenniano, perché configuri la possibilità di entrare a far parte della maggioranza; quando cioè il presidente del Consiglio e segretario del partito ritiene di poter nello stesso momento annunziare ai liberali una politica distensiva nei loro confronti, ai socialisti pure una politica distensiva; quando in sede non soltanto politica o di ricerca della maggioranza purchessia, ma programmatica, alla vigilia di un congresso del maggior partito di governo, annunciando responsabilmente quel congresso che deve svolgersi fra pochi mesi e gettandone le basi, il presidente del Consiglio e segretario del partito dice contemporaneamente ai liberali e agli antiliberali, per lo meno sul terreno economico e sociale , ai socialisti e agli antisocialisti, ai marxisti e agli antimarxisti, ai sostenitori dell' intervento dello Stato nell' economia e ai sostenitori del liberismo economico più spinto: venite mecum , evidentemente il presidente del Consiglio e segretario, del partito pone il problema in termini di confusione e non di chiarezza. non deve lamentarsi se poi (ha parlato in quella occasione. come segretario del partito, mi sembra) la confusione, la non chiarezza regna nelle file del suo stesso partito, nelle file della sua stessa maggioranza, divide la sua maggioranza, determina perplessità che poi si traducono nei voti, per ora a scrutinio segreto , contro il Governo e, fino ad ora, credo forse più ancora contro il segretario del partito che contro il presidente del Consiglio . perché, onorevole Fanfani, ella che indubbiamente è uomo di grande preparazione, di grande intelligenza politica, ha ritenuto di poter cadere in una contraddizione (ci scusi, lo dico con estremo garbo e in fin dei conti senza polemica) così banale? come mai ella ha potuto pensare di rivolgere contemporaneo invito ai liberali, ai socialisti nenniani, ai repubblicani? ella lo ha fatto perché è stato indotto a farlo da quella che, forse, è un po' la sua personale impostazione del gioco politico e che è comunque l' impostazione di una parte notevole dell' apparato dirigente della Democrazia Cristiana . sono anni, onorevole Fanfani, che voi ai vari partiti che compongono lo schieramento parlamentare non chiedete una politica: chiedete dei voti. chiedete ai vari partiti che compongono lo schieramento parlamentare (e questo spiega il fatto che lo chiedete ora a destra, ora a sinistra, ora al centrosinistra, e addirittura contemporaneamente a destra, a sinistra e al centrosinistra, come è avvenuto nel Consiglio nazionale ) degli appoggi, dei sostegni, per una politica in sostanza purchessia. quando l' onorevole Fanfani chiede al partito liberale di attenuare la sua opposizione, nello stesso discorso fornisce al partito liberale il maggior motivo per aggravare la sua opposizione, e quel motivo è costituito dalla ennesima serenata a Pietro Nenni. questo è il migliore argomento perché il partito liberale risponda duramente di no, come ha risposto, il che crea motivi di perplessità e di incertezze in seno alla stessa maggioranza. ma più grave ancora è la nostra considerazione nei confronti degli inviti al partito socialista ; non per le serenate (ci siamo avvezzi) ma per il tono con cui gli inviti vengono fatti, per i motivetti con cui le serenate vengano cantate sotto il balcone di Pietro Nenni. l' onorevole Nenni ha ieri pronunciato (e l' onorevole Saragat lo ha rilevato) un discorso indubbiamente precongressuale, dominato da preoccupazioni di congresso, e quindi un discorso ancora meno sincero di quanto avrebbe potuto essere, di quanto possa esserlo la dialettica oratoria, qui dentro e fuori di qui, dell' onorevole Nenni. ma, bisogna riconoscerlo, è stato un discorso, nei confronti della Democrazia Cristiana , di una certa chiarezza. siamo costretti a rilevare che l' onorevole Nenni, in questo dialogo fra Democrazia Cristiana e socialismo, che ci siamo sentiti tante volte riecheggiare nei vostri congressi, da Trento in poi, è più chiaro di voi, perché egli vi invita a scendere sul suo terreno tanto in politica estera quanto in politica sociale . in politica estera l' onorevole Nenni vi ha invitato apertamente ad aderire alle tesi di Kruscev su Berlino. in politica sociale l' onorevole Nenni ha parlato apertamente come uno dei massimi esponenti, sul terreno politico, della Cgil: non ha parlato di problemi sociali e sindacali in genere, ma ha parlato espressamente, chiaramente, sinceramente, delle impostazioni ufficiali di quella Cgil di cui egli è un portavoce politico qui dentro. ma voi gli rispondete: sganciati dal partito comunista . è una risposta che non ha alcun senso. infatti, quando l' onorevole Nenni afferma che le tesi di Kruscev per Berlino sono accettabili, od anche soltanto quando afferma che sono tesi che potrebbero costituire una piattaforma per una discussione responsabile qui dentro, egli non è soltanto con Togliatti, è con Kruscev. quando parla qui dentro in nome della Cgil, egli non è con le cosiddette masse lavoratrici socialiste: è con il partito comunista , legato non soltanto dottrinalmente, marxisticamente nella lotta di classe che il partito comunista conduce, ma organicamente, organizzativamente associato nel senso più stretto che si possa immaginare. la base comune organizzativa del partito socialista e del partito comunista è la Cgil. questa è una verità che non può sfuggire, anche perché nei comizi andate giustamente ripetendo in ogni parte d' Italia. quindi, voi chiedete all' onorevole Nenni dei voti, ed egli vi risponde: venite sul mio terreno. ma l' onorevole Saragat dice: stiamo allargando le basi della democrazia. no: state allargando la base del socialismo nenniano in Italia: state offrendo, in questo modo, larghi argomenti, larghi spunti, larghe sollecitazioni in favore della politica socialista. voi offrite a Nenni, in questo modo, la possibilità di impostare lui il discorso politico con voi e con il Governo; di impostarlo sul suo terreno, di condurvi sul suo terreno. è lui che vi dice: trattate con Kruscev. siete voi che non avete la capacità (forse neppure la volontà) di tentare, dal vostro punto di vista (che noi consideriamo ingenuo ed illusorio) di trascinare l' onorevole Nenni, internazionalmente e socialmente, sul terreno di quella che l' onorevole Saragat chiama una democrazia che si deve allargare. in questo modo, a me sembra, si identifica la ragione della attuale crisi della maggioranza e l' attuale crisi della Democrazia Cristiana . quanto, poi, onorevole Fanfani, al secondo argomento con il quale ella ritenne di sostenere mesi or sono l' attuale formula di Governo — « questa è una formula omogenea » — signor presidente del Consiglio , signor segretario della Democrazia Cristiana , ella si sentirebbe invero, e c' è qualcuno in quest' Aula il quale dopo questi 4 mesi di esperienza, si senta davvero, di sostenere che l' attuale formula di Governo bipartitica è una formula omogenea? il vostro neoleader, l' onorevole Saragat, ieri si è rivolto paternamente verso i banchi della Democrazia Cristiana frugando non con gli occhi, ma con gli occhiali alla ricerca dei cosiddetti franchi tiratori ; è stato garbato e gentile con i cosiddetti franchi tiratori , e, direi, è stato tanto corretto da non inveire, ma la paternale l' ha fatta. li ha invitati a riflettere, a considerare che in questo modo si sarebbe ristretta anziché allargata l' area democratica. ha detto: fate il gioco delle opposizioni. in sostanza, egli ha assunto il tono del nobiluomo, un tantino scandalizzato, ma benevolo, il quale si comporta così: questa volta vi ho perdonato, ma la prossima potrei non perdonarvi. nei giorni scorsi, l' onorevole Saragat, e non a caso, ha fatto rilevare nelle dichiarazioni alla stampa, in comunicati pubblicati da alcuni giornali che i 22 deputati socialdemocratici erano stati tutti presenti per sostenere l' onorevole Preti in una difficile votazione, mentre vi erano stati dei vuoti nella votazione a scrutinio segreto che indicavano qualche dissenso nelle file della Democrazia Cristiana . ieri, l' onorevole Gui ci ha richiamati chiedendoci da quale pulpito parlavamo. noi possiamo chiedere oggi all' onorevole Saragat, da quale pulpito l' onorevole Preti rivendica la solidarietà del gruppo parlamentare democristiano. ma, onorevole, presidente, del Consiglio, onorevoli colleghi della Democrazia Cristiana che mi fate l' onore di ascoltarmi in questo momento, quale solidarietà l' onorevole Preti ha dato alla Democrazia Cristiana , alla formula di Governo, agli uomini che fanno parte di questo Governo? io penso che vi ricorderete (andate a rileggerlo), l' articolo intitolato « la scopa » apparso alcuni mesi or sono sul giornale ufficiale del partito socialdemocratico , in cui non c' era solo un programma di Governo , ma, qualche cosa di più, un programma personale di moralizzazione della vita pubblica , della vita governativa; un programma personale e di partito di moralizzazione del Governo, all' interno del Governo, di moralizzazione della maggioranza all' interno della maggioranza. l' onorevole Preti la ramazza l' ha impugnata decisamente per ripulire le ragnatele, gli angolini della maggioranza e del Governo. egli l' ha detto e lo ha scritto, o quanto meno l' hanno detto e scritto uomini che io penso la relazione Giuffrè chiarirà ancora meglio, ma che le precedenti polemiche e discussioni giornalistiche e politiche hanno già sufficientemente chiarito, essere a tal punto legati con il signor ministro delle Finanze attuale, a tal punto legati con i suoi uffici, che da codesti, uffici sono partiti memoriali clandestini contro componenti del Governo. si criticano i franchi tiratori ; ma i franchi calunniatori, dove li mettiamo? i socialdemocratici tacciano di franchi tiratori quei democristiani i quali sono stati costretti, come l' onorevole Roberti ha egregiamente rilevato a nome del nostro gruppo, da una disciplina formale di partito, che fa parte dell' intero sistema (e qui il discorso sarebbe lungo e duro e anche inutile), a scrutinio segreto , nell' unico modo loro consentito, ad esprimere un dissenso dalla politica governativa, peraltro dopo averlo espresso a chiara voce, ad alta voce in consessi responsabili del partito democratico cristiano , assumendone la responsabilità dopo averlo espresso in note, in articoli apparsi sulla stampa. essi sarebbero i franchi tiratori e il capufficio stampa del ministro delle Finanze , i giornalisti che fanno parte di quell' ambiente, che cosa sono? come si sono comportati? è omogeneo, sul terreno, potrei dire morale, ma mi limito al terreno funzionale e della correttezza personale, questo Governo? è omogenea questa maggioranza? e voi democristiani state a sentire le paternali affettuose, ma anche un pochino arcigne e sdegnate dell' onorevole Saragat. perché l' onorevole Saragat non ha fatto la sua paternale a suo tempo all' onorevole Preti e perché non ha ottenuto quanto meno che il giornale ufficiale del partito socialdemocratico , quando il ministro dell'Interno democristiano si è assunto delle pesanti responsabilità nei confronti dei socialcomunisti, si assumesse in solido col ministro le stesse responsabilità nei confronti dei socialcomunisti? (ma è omogenea una formula di Governo che poi si rivela non omogenea sul terreno morale, funzionale, delle comuni responsabilità e solidarietà politiche? il Governo (gliene abbiamo dato atto e perciò gliene possiamo dare atto in questo momento) nel mese di luglio si assunse delle pesantissime responsabilità di carattere politico interno in un momento che fu da tutti giudicato di emergenza. l' omogeneità delle formule governative si misura nelle difficoltà, come le amicizie si appalesano nei momenti del pericolo. la omogeneità di, questa formula non risulterà certamente oggi dal voto palese dei socialdemocratici per il Governo presieduto dall' onorevole Fanfani, perché è loro interesse rimanere ancorati a questa formula che ha permesso loro una immeritata rivalutazione politica all' interno del paese. votando oggi per l' onorevole Fanfani i socialdemocratici non mostrano alcuna solidarietà per il Governo, ma mostrano solidarietà per i propri interessi di parte, per le proprie vedute politiche e per i propri uomini. ma in tutti questi mesi nei problemi politici di fondo e di carattere interno e di carattere internazionale noi non abbiamo visto essere omogenea l' attuale formula di Governo. e non l' hanno giudicata omogenea larghi settori del partito democristiano . mi sono riferito alla parte scandalistica della non omogeneità di questa formula governativa e della non solidarietà dei socialdemocratici nei confronti del Governo e della Democrazia Cristiana , (ma posso riferirmi anche alla parte programmatica. posso chiedere, per esempio, se il presidente del Consiglio , alcuni mesi or sono, quando si presentò qui per chiedere la fiducia, abbia giudicato omogeneo con la sua maggioranza e con la sua politica il veramente inaudito discorso che sulla politica estera tenne in quella occasione l' onorevole Saragat; discorso per altro preceduto da articoli dello stesso senso e forse ancora più gravi pubblicati dall' organo ufficiale del partito socialdemocratico . non so se ella ricorda, onorevole presidente del Consiglio , che l' onorevole Saragat, quanto a politica estera , in quella occasione sostenne la davvero aberrante tesi, non per questo Governo, ma per qualsiasi altro governo, che l' Italia deve, sì, rimanere fedele alle alleanze internazionali che la vincolano e la sostengono e ne giustificano l' azione, ma nel quadro di tali alleanze deve condurre un serrato dialogo di collaborazione non già con i governi che sono al potere in Inghilterra, negli USA, in Germania (e adesso il discorso può, anzi deve essere allargato alla Francia), ma con quelle forze che l' onorevole Saragat definì allora e definisce anche oggi le forze progressive più avanzate nei rispettivi paesi, che, guarda caso , sono poi i partiti di opposizione. l' onorevole Saragat invitò la maggioranza a condurre il colloquio internazionale non con il signor Adenauer, ma col signor Ollenhauer, non con il presidente degli USA, ma con le forze che sono all' opposizione in America, non con i conservatori inglesi che sono responsabilmente al Governo, ma con i laburisti; e oggi il discorso come avete sentito affermare non soltanto sui banchi socialdemocratici, ma, cosa più grave, sui banchi democristiani, va condotto non con le forze che sono in maniera schiacciante al potere in Francia, ma con le veramente nostalgiche forze che sperano che la situazione francese possa in avvenire rovesciarsi ancora in loro favore. ora, vorrei sapere se questa è una impostazione responsabile di politica estera da parte di una qualsivoglia maggioranza, se è una impostazione utile agli interessi del paese quando il paese venga identificato non col Governo, non con i deputati che occasionalmente lo sostengono, ma con la nazione e lo Stato. mi sembra di no. eppure questa fu l' impostazione dell' onorevole Saragat e del partito socialdemocratico nei confronti dei problemi di politica estera , cioè una impostazione di parte anche al di là dei confini del nostro paese, l' impostazione non del governo italiano , ma dell' Internazionale socialista , della quale il partito socialdemocratico fa parte e continua a far parte. ora, noi chiediamo se l' impostazione dell' Internazionale socialista sia conciliabile con una impostazione omogenea di un Governo presieduto e sorretto dalla Democrazia Cristiana . ci sembra di no. avevamo, quindi, perfettamente ragione allora, abbiamo molto più ragione oggi quando parliamo di una formula tutt' altro che omogenea e quindi non giustificabile da alcun punto di vista ; anche perché, onorevole Fanfani, se vogliamo tenere un discorso assolutamente spregiudicato (e l' ora sembra adatta), un Governo di tal genere si giustificherebbe in un solo caso, quando fosse veramente stabile, quando fruisse di una larga base di (maggioranza, quando questo Governo fosse perlomeno (e ne parleremo sul piano tecnico-amministrativo) a prescindere, se se ne potesse prescindere, dalle grandi impostazioni politiche, così solido e potesse tanto tranquillamente lavorare, da poter anche trascurare i gravi problemi politici di fondo, ai quali ho accennato ora. onorevole Fanfani, ella ha fatto tante volte la critica alla formula monocolore, dicendo che è instabile. ma, ella ha forse l' impressione che l' attuale sia una formula stabile? ella è qui in questo momento a dover chiedere alla Camera — e, ripeto, le diamo atto della sua correttezza formale, politica e costituzionale — una verifica della maggioranza, e se chiede tale verifica, evidentemente è perché il terreno in qualche modo le è mancato sotto i piedi, e perché questa maggioranza non si è dimostrata veramente tale o veramente stabile. ella, quindi, ha dato vita ad una formula che ha tutti gli inconvenienti da lei denunciati nelle formule monocolori o minoritarie, perché questa è una formazione minoritaria, in sostanza: non si può parlare di formazione maggioritaria, quando questa si regge sul voto dell' onorevole Olivetti — rispettabilissimo voto, ma sempre un voto — quando si regge sulle sei astensioni (che non sappiamo ancora in questo momento se saranno tali o no) dei parlamentari repubblicani, quando si regge, peggio ancora, sulle tre astensioni (che non sappiamo ancora se saranno astensioni e di tutto cuore le auguriamo che diventino voti contrari) del Sudtiroler Volkspartei . ella ha dunque dinanzi a sé, con sé, sotto di sé una formula governativa che ha tutta la instabilità delle formule minoritarie e che non ha la coerenza programmatica delle formule maggioritarie, ed ha gli inconvenienti dell' uno e dell' altro sistema. ci sembra, pertanto, ripeto, che le nostre critiche di allora e di oggi fossero e siano perfettamente fondate. quanto, infine, per concludere dal punto di vista della formula, alle argomentazioni ancora ieri ripetuteci dall' onorevole Saragat, che cioè si sta allargando l' area della democrazia, desidero ribattere con argomenti molto semplici. mi si ripeterà probabilmente, e forse, onorevoli colleghi , lo state dicendo nell' intimo della vostra coscienza politica anche se avete il garbo di non dirmelo ad alta voce, che questo non è il pulpito adatto, che noi non dovremmo parlare di democrazia, ma vi rassicuro dichiarando che mi limiterò a parlarne dal vostro punto di vista . non voglio usurpare nulla dei vostri punti di vista . Dio mi guardi dall' impartire lezioni! ma, siccome in undici anni di modesta vita parlamentare ne ho sentite tante, un po' di imparaticcio me lo consentirete. abbiamo, dunque, sentito ripetere ieri dall' onorevole Saragat che si sta allargando o si dovrebbe allargare o che si allargherà l' area della democrazia. l' onorevole Saragat ieri se ne è venuto fuori con uno strano argomento, ha detto cioè che in Francia le cose sono andate in un determinato modo ma che anche li si può allargare l' area della democrazia. le masse popolari francesi, — si è chiesto l' onorevole Saragat — in questo momento, cosa pensano? qual è il loro vero atteggiamento? al riguardo ho avuto occasione di leggere una dichiarazione grave e responsabile, oltre che molto schietta, di uno dei massimi esponenti del comunismo francese, dopo il referendum del 28 settembre. dico questo solo perché vorrei qualche spiegazione, come il caporale di turno, senza pretendere assolutamente, per carità, di insegnare niente a nessuno, ma per constatare se ho ben capito le lezioni che mi sono siate impartite, alla luce degli esempi che mi sono stati forniti. dicevo che ho letto una dichiarazione resa alla stampa da uno dei massimi esponenti del comunismo francese, dopo il referendum del 28 settembre. penso che lo stesso esponente potrebbe o avrebbe potuto ripetere, aggravandola, la stessa dichiarazione, dopo i recentissimi risultati delle elezioni politiche francesi. il signor Marcel Servin è uno dei massimi gerarchi del partito comunista francese. dopo il referendum del 28 settembre fece, come i comunisti talora hanno il merito di fare, l' autocritica in pubblico; ammise apertamente (d' altra parte lo dicevano i fatti) che il partito comunista francese aveva perduto circa un milione e mezzo di elettori, ammise che si trattava senza alcun dubbio di voti autenticamente comunisti quanto alla loro provenienza sociale, cioè che si trattava di voti proletari di base, e si chiese il perché, e rispose — e mi sembra che sia una risposta degna di qualche meditazione da parte di tutti i settori indistintamente e con la massima serenità — : si tratta di un milione e mezzo di lavoratori francesi i quali avevano sin qui in perfetta buona fede votato comunista perché da sinistra attendevano la risoluzione dei loro problemi; non avendola avuta da sinistra hanno concepito la speranza in un uomo, in una formula, in un nuovo sistema, ed hanno votato De Gaulle . mi sembra che questo sia un discorso serio. mi sembra di poter dire che non è invece molto serio il discorso dell' onorevole Saragat, perché se allargare le basi della democrazia ha esattamente il senso che tante volte ci avete spiegato ed abbiamo tentato — ripeto — di imparare e di comprendere, ha esattamente il senso che ancora ieri l' onorevole Saragat paternamente si è compiaciuto spiegarci, cioè se allargare le basi della democrazia in un grande paese come il nostro significa sottrarre voti (guardate la mia obiettività, non voglio neppure dire ai comunisti, voglio dire come dice Saragat) alle estreme, quando uno dei massimi esponenti del partito comunista francese dichiara: abbiamo perduto un milione e mezzo di voti, erano voti proletari, erano voti comunisti autentici, erano voti di lavoratori, adesso questa gente spera in De Gaulle , crede in lui, vota per lui, mi sembra di poter dire che De Gaulle è riuscito a fare una vasta operazione nel senso di quel famoso allargamento delle basi della democrazia. non vi piace l' esempio francese? ed allora io vi cito un esempio che dovrebbe piacervi, che dovrebbe piacere ai democristiani: l' esempio tedesco. non ho mai sentito dire su codesti banchi che il cancelliere Adenauer sia un dittatore: ho sempre sentito dire che è un democratico. è un democratico alla maniera tedesca — penso sia un po' diversa da quella italiana — ma l' onorevole Fanfani ne è un buon amico, lo conosce assai bene, giustamente dichiara di stimarlo moltissimo, e quindi è in grado senza dubbio di esprimere un giudizio molto più approfondito del mio. il cancelliere Adenauer è un democratico convinto e, penso, un anticomunista convintissimo. fu in campo di concentramento — mi pare di ricordare — sotto il regime hitleriano. il cancelliere Adenauer ha allargato le basi della democrazia. come? con un sistema diverso, indubbiamente, da quello adottato recentemente da De Gaulle , ma, guarda caso , egli che è democraticissimo, che è in odore di santità dal punto di vista democratico presso di voi, che non è mai stato accusato — e giustamente — di antidemocrazia, ha allargato le basi della democrazia sciogliendo il partito comunista tedesco. lo ha sciolto con una formula corretta, ma non è la correttezza della formula che ci interessa, sono i risultati successivi. perché l' onorevole Saragat può oggi chiederci legittimamente — lo riconosciamo, perché siamo all' inizio di un esperimento — che cosa accadrà in Francia domani; ma l' onorevole Saragat non si è chiesto, neppure in nome dei socialdemocratici tedeschi che egli ha tante volte detto qui di rappresentare, che cosa accadrà in Germania domani da questo punto di vista . perché in Germania abbiamo già visto che cosa è accaduto o, per meglio dire, che cosa non è accaduto dopo lo scioglimento, per legge, del partito comunista tedesco. è stato sciolto il partito comunista tedesco: non ho l' impressione che i lavoratori tedeschi si siano ribellati al provvedimento e non ho neppure l' impressione che si siano tanto doluti del provvedimento da dar luogo ad agitazioni, da dar luogo ad orientamenti politici di una certa entità. avrebbero potuto se non altro riversare in segno di protesta i loro suffragi sul partito più vicino, cioè sul partito socialdemocratico tedesco ed allontanarsi dalla Democrazia Cristiana tedesca. invece dopo lo scioglimento del partito comunista in Germania la Democrazia Cristiana tedesca ha conseguito maggioranze sempre più vaste, addirittura schiaccianti, detiene e domina la situazione in Germania con voti evidentemente dovuti alla piccola, media, alta borghesia; saranno anche — come dicono le sinistre — i voti dei capitalisti, ma sono in larghissima misura. senza alcun dubbio, i voti delle masse lavoratrici tedesche. a noi questi allargamenti della democrazia piacciono, e dovrebbero piacere anche a voi, perché tra l' altro sono attuali con sistemi assolutamente democratici, nel quadro della democrazia, da regimi che voi considerate democratici e che citate quali esempi di democrazia. in Italia, invece — ed è qui che noi vorremmo ci deste una spiegazione — gli allargamenti e le dilatazioni della democrazia si praticano con una politica la quale, di elezione in elezione, concede ai comunisti sempre maggior numero di voti; con una politica che, di legislatura in legislatura, concede — lo dicevo poco fa — all' onorevole Nenni, agganciatissimo alla politica estera , interna, sociale e sindacale del partito comunista , sempre maggiori occasioni; con una politica, infine, che allargherà — questo è un mistero eleusino — la base della democrazia, ma che restringe la compattezza della Democrazia Cristiana . ora, che questo piaccia all' onorevole Saragat lo posso anche capire, un po' perché l' onorevole Saragat è tutto un mistero eleusino della politica italiana , e un po' perché certe fratture tra di voi possono anche non dispiacere all' onorevole Saragat, che in tal modo acquisisce davvero il tono paternalistico di leader nuovo della maggioranza, e acquista un ruolo che gli garba, che è il suo vecchio sogno — lo sappiamo benissimo — fin dai tempi della Costituente. ma che piaccia a voi una simile dilatazione della democrazia, che tutto dilata quello che vi è contrario, secondo le vostre stesse dichiarazioni, tutto restringe quello su cui contate, e dal punto di vista dei principi, e dal punto di vista della politica, e dal punto di vista degli uomini, questo veramente ci sorprende, ci lascia allibiti. quindi anche dal punto di vista della formula, pure così com' essa è stata prospettata ieri dall' onorevole Saragat, pensiamo di aver ragione oggi opponendoci e votando contro, e di avere avuto ragione alcun mesi or sono. circa il programma, onorevole Fanfani, riconosco che alcuni, mesi or sono ella, quando si presentò alla Camera per la prima volta alla testa di questo Governo, ci seppe emettere in qualche difficoltà, perché più che di programma parlò di metodo di attuazione del programma, e ci prospettò quel dinamismo governativo che un certo fascino, indubbiamente, nel paese e perfino in Parlamento, può avere. noi la conoscevamo prima (adesso ci conosciamo un po' meglio) e ci rendevamo conto che l' onorevole Fanfani presidente del Consiglio avrebbe rappresentato una motorizzazione spinta del Governo. ma è venuta meno proprio la benzina. allora, il motore prima girava in folle — senza allusioni — oggi, poi, non c' è più nemmeno la benzina, né ci sono i gas liquidi. ci sono le spinte di Saragat, ma ho l' impressione che egli spinga indietro e verso sinistra, e non credo che sia la direzione migliore. vi restano le « vespe, ma i vespisti » sono contro di voi: non so proprio come farete a cavarvela in questa situazione. ad ogni modo, quando ella, onorevole Fanfani, accennò al dinamismo che intendeva imprimere al Governo dal punto di vista strumentale, noi ci trovammo in qualche difficoltà, perché dicemmo: su questo terreno l' onorevole Fanfani lo dobbiamo prendere sul serio. e invece, onorevole Fanfani, perché ci troviamo qui? ci troviamo qui oggi esattamente perché il suo dinamismo — cioè anche la strumentalità, anche il metodo che ella, onorevole Fanfani, aveva promesso e si era ripromesso — non solo è venuto meno, ma si è convertito in paralisi. so qual è la sua, d' altra parte corretta e legittima, risposta a questo punto: non è il Governo responsabile della paralisi — ella può dire — sono le opposizioni che sistematicamente in questi ultimi tempi hanno bocciato i provvedimenti presentati dal Governo al Parlamento. controrisposta nostra ancora più facile: non è vero, onorevole Fanfani, se la matematica non è un' opinione, le opposizioni anche congiunte, anche schieratissime qui dentro non sono in grado di paralizzare l' attività del Governo. ma io non voglio neppure darle questa risposta; le darò una risposta che, a mio parere, è più importante. onorevole Fanfani, quando le opposizioni — se delle opposizioni fosse la colpa, dice lei, il merito, diciamo noi — riescono ad impedire che il Governo tenga in piedi la sovratassa sulla benzina e recano ai consumatori, agli utenti, il beneficio che le opposizioni con la loro azione hanno in questi giorni determinato; quando le opposizioni riescono ad impedire che, con un altro veramente iniquo (e comunque pessimamente congegnato anche dal punto di vista tecnico) decreto legge , venga messa in atto un' imposta sui gas liquidi assolutamente sproporzionata a quello che avrebbe potuto essere il giusto merito della questione e tale da paralizzare un altro e popolare settore della vita economica italiana, le opposizioni hanno un merito grandissimo dal punto di vista costruttivo. quindi, non ci si può rimproverare di aver contrapposto al presunto dinamismo del Governo un autentico dinamismo dell' opposizione, perché il dinamismo del Governo — quanto ai rapporti fra Parlamento e Governo — si è tradotto in questi ultimi tempi nella presentazione a getto continuo di decreti legge (e attiro la vostra attenzione sullo strumento del decreto legge !), dai gas liquidi alla benzina o ai mercati. ed è certamente merito dell' opposizione (nel Senato per ora e poi certamente alla Camera), di avere svuotato del suo contenuto negativo il decreto legge sui mercati e averlo ridotto ad una formula molto più accettabile dal punto di vista economico e sociale ; è merito delle opposizioni avere impedito che ad un monopolio si contrapponesse un altro e più insidioso monopolio quanto alla gestione dei mercati. quindi, se al presunto e (mi sembra di poter dire in questo momento) fallito dinamismo governativo, si contrappone il dinamismo delle opposizioni e questo si traduce in Parlamento nel bocciare provvedimenti iniqui e dannosi per la pubblica economia e nel far sì che larghe categorie sociali e popolari di utenti siano alleviate da tasse e imposte ingiuste, evidentemente il dinamismo di opposizione è un dinamismo di nazione, di Stato, per la nazione e per lo Stato, un dinamismo per il popolo. vi abbiamo paralizzato e siamo felici di essere riusciti (d' altra parte, in concorso necessario con alcuni di voi, che ringraziamo) a paralizzare il dinamismo governativo che si svolgeva su direttrici assolutamente contrarie agli interessi economici e sociali del paese! quanto poi al programma nella sua sostanza, mi avvalgo di una battuta dell' onorevole Saragat, il quale ha detto ieri che per qualificare in senso positivo il programma governativo basterebbe una legge: la legge Vigorelli sui contratti collettivi di lavoro. onorevole Fanfani (penso che il dialogo fra noi, perlomeno su questo punto, possa essere costruttivo e possiamo intenderci): ella si ricorda bene di quella legge, ella conosce da tanto tempo quella legge. non si chiamava legge Vigorelli, ma si chiamava in un altro modo. il presidente, poco prima che io prendessi la parola, ha letto una richiesta di autorizzazione a procedere contro di me (l' ennesima!) per apologia di fascismo. mi guarderò bene dal fare apologia di fascismo: l' ha fatta ieri l' onorevole Saragat. perché quando l' onorevole Saragat dice: « volete la qualificazione esatta, dal punto di vista sociale, di questo programma governativo? basta la legge per la validità giuridica dei contratti di lavoro » , io guardo il calendario, leggo questa data: 6 dicembre 1958, e chiedo a me stesso: siamo nel dicembre 1958 o nell' aprile del 1926? ella sa benissimo, onorevole Fanfani, perché dico questo. e aggiungo che nell' aprile del 1926 e negli anni immediatamente successivi (specialmente nel 1927) si era più avanti, perché quello stesso edificio (c' è una politica delle cose anche dal punto di vista sociale e sindacale, vi sono talune necessità di fondo, anche ideologiche e programmatiche, alle quali non si può sfuggire perché sono esigenze della logica dei fatti), l' edificio — dicevo — si costruì dalla base, non dal tetto: non si dava validità giuridica ai contratti collettivi di lavoro senza aver prima istituito un diritto sindacale, cioè senza aver dato prima riconoscimento giuridico alle organizzazioni sindacali . ma io prendo in parola l' onorevole Saragat. se la qualificazione programmatica e sociale di questo Governo sta, non dico proprio in quella legge, ma anche in quella legge, sta anche in quella legge perché quella legge dimostra (scusatemi il termine che non vuole essere offensivo; siamo in tema di programmi) il disordine mentale di questa compagine governativa; perché presumere, sotto qualunque regime (e qui gli accenni al passato e i richiami apologetici non hanno alcun interesse), presupporre sotto qualunque regime di poter dare validità giuridica ai contratti collettivi di lavoro senza che abbiano riconoscimento giuridico, e quindi senza che siano inseriti nei doveri e nei diritti degli organi dello Stato , i sindacati stipulanti, è una aberrazione giuridica, una aberrazione sociale, una aberrazione sindacale, una aberrazione logica, è una prova di confusione mentale, è una prova di quella demagogia di basso conio della quale ho sentito in questi giorni accusare le opposizioni ed in particolare l' opposizione della nostra parte. la demagogia si fa anche e soprattutto con le leggi. si fa demagogia, onorevole Fanfani, onorevole Saragat e onorevole Vigorelli, quando si dice ai lavoratori: eccovi fra le mani una autentica conquista, e si dà uno strumento del quale essi lavoratori non potranno avvalersi. chi se ne avvarrà? l' Esecutivo. la legge Vigorelli è una fonte nuova di decreti legge : saranno i decreti governativi, i decreti dell' Esecutivo, nemmeno più i decreti legge , ho sbagliato, i decreti ministeriali che daranno vigore ai contratti collettivi di lavoro. non è una legge per i lavoratori, ma per l' Esecutivo, non è una legge sindacale, ma antisindacale. e lo diciamo con una qualche soddisfazione, signor presidente del Consiglio . ed anche qui il dialogo fra noi può essere costruttivo, anche se lo è nei sottintesi, anche perché, dicevo, onorevole Fanfani, è venuto il momento di chiarirci le idee a proposito di reazione, di conservazione, di partiti progressisti e no, di partiti che fanno l' interesse dei lavoratori e di partiti che combattono l' interesse dei lavoratori, di partiti che sostengono i monopoli e di partiti che, invece, difendono la libera iniziativa e il progresso sociale autenticamente concepito. finora, a cominciare dalla legge sui mercati, leggi che di sostegno di monopoli nuovi e vecchi sono venute dal Governo, che l' onorevole Saragat sostiene, e non certamente da questa parte. e quanto alla legislazione sindacale nel 1958, dopo circa 14 anni di esperimento democratico e quindi sociale, e quindi progressista, siamo ancora al 1926-2 in forma peggiorata. questa è una costatazione assolutamente obiettiva che l' onorevole Saragat ci ha spinto a fare e che possiamo allargare all' insieme del programma economico di questo Governo, alla stregua di quanto è accaduto ed è stato constatato in questi mesi, per rilevare che il programma di questo Governo, dal punto di vista economico, cioè sul terreno in cui questo Governo sperava e diceva di ripromettersi le maggiori affermazioni, si è rivelato costituzionalmente scorretto, finanziariamente incauto, economicamente irresponsabile e socialmente controproducente. ho usato quattro aggettivi piuttosto pesanti, ma credo di poterli giustificare. costituzionalmente scorretto. ho letto ieri su un giornale economico (ma ella, onorevole Fanfani, come segretario del partito, se l' è sentito dire nel Consiglio nazionale della Democrazia Cristiana da uomini, della sua parte, i quali in materia hanno una larga esperienza personale) e noi, concordiamo — e con noi anche uomini molto autorevoli della sua parte — che è altamente scorretto dal punto di vista costituzionale aggirare la cortina di ferro dell' articolo 81 della Costituzione, che vuole essere una garanzia per tutta l' economia italiana (e quando non vi sono garanzie economiche — ella ce lo insegna, onorevole presidente del Consiglio — non vi sono garanzie di progresso sociale ), impegnando in piani pluriennali, decennali, bilanci futuri senza in modo assoluto prevedere quali possano essere le fonti corrispondenti di entrata o prevenendole genericamente in un incremento del reddito, che molte volte, anche in questi ultimi tempi, si è dimostrato alquanto illusorio nei confronti almeno dei dati presuntivi e preventivi. ho letto diligentemente, quando volevo intervenire sul bilancio dell' Interno, la lunga relazione di un collega della Democrazia Cristiana , in cui erano elencati i lutti comunali, cioè gli enormi deficit e gli enormi aggravi di mutui e di ammortamenti di mutui che gravano sulle spalle dei comuni e delle province e, pertanto sulle spalle dei contribuenti; e molle volte ho sentito colleghi della Democrazia Cristiana accusare giustamente amministrazioni comunali socialcomuniste, di praticare una finanza allegra, in quanto con mutui e supercontribuzioni esse hanno gravato sul contribuente senza assumersi una diretta responsabilità, senza impostare una politica economica e finanziaria costituzionalmente e legislativamente corretta e cauta dal punto di vista economico e sociale . la vostra politica economica e finanziaria sul piano nazionale, però, non è altro che una proiezione sul piano nazionale dell' irresponsabile politica che molte amministrazioni comunali hanno fatto e stanno facendo da tanti anni a questa parte. infatti, voi fate le stesse cose: non si chiamerà supercontribuzione, o accensione di mutui, o spese previste per ammortamenti. si chiamerà piano decennale . ora, i piani decennali, i piani in genere sono una bellissima cosa e tutti noi, certo, sul terreno astratto, non abbiamo potuto fare altro e non potremo mai fare altro che approvarli e appoggiare il Governo quando esso presenta un piano; e soprattutto quando si tratta, per esempio, di un piano per la scuola. tuttavia, sotto il profilo finanziario, allorché leggiamo che si impegnano 1.368 miliardi e che di questi 1.368 miliardi ne esistono in cassa (soltanto 8, per le spese relative cioè al prossimo semestre — se non erro — questi piani, onorevole Fanfani, diventano piani di dissesto e non piani economici concreti. pertanto, quando affermiamo che tali piani, tali programmi, tali impostazioni sono scorretti dal punto. di vista economico e controproducenti dal punto di vista sociale, siamo certi di dire la verità. verità che ancora una volta è stata suffragata da un autorevolissimo e qualificatissimo esponente della maggioranza, il quale, in un pubblico discorso pronunciato l' altro giorno, ha rilevato, tra l' altro, che l' incremento della occupazione non esiste e che esiste, invece, una stabilizzazione della disoccupazione. non solo, ma ha affermato che le cosiddette spese produttive, produttive non sono state né dal punto, di vista sociale, né dal punto di vista economico. quanto agli orientamenti di questo Governo, noi li denunciammo alcuni mesi or sono e non possiamo fare altro che ripeterci, convalidando la nostra denuncia e ribadendola anche in questo momento. in politica interna ne abbiamo dato atto — l' ho ricordato poco fa. — che vi siete assunti durante questi mesi pesanti responsabilità. nel momento stesso, però, in cui queste responsabilità vi assumevate (e anche questo ho ricordato) autorizzavate un settore della maggioranza e del Governo a condurre una politica o per lo meno una propaganda contraria; e dopo esservele assunte in blocco come Governo, ed ella personalmente, onorevole Fanfani, come segretario del partito e come presidente del Consiglio , avete continuato imperturbabili le serenate sotto il balcone di Pietro Nenni. non mi ripeterò a questo riguardo: ma non si può fare una politica anticomunista ferma e decisa, come accennaste di fare nel mese di luglio, per motivi, di carattere nazionale, e al tempo stesso reiterare il veni mecum a Pietro Nenni. si impone una scelta. finché non avrete effettuato questa scelta, dovremo considerare espedienti i vostri periodi di rigurgiti anticomunisti, come li chiamano i colleghi di estrema sinistra ; e non li potremo considerare neppure come l' inizio di una seria politica interna di repressione in quel senso o di difesa organica dello Stato italiano da quel punto di vista . quanto alla politica estera , l' onorevole Fanfani ci ha seriamente richiamato, giustamente richiamato, alle nostre responsabilità di italiani, di occidentali, di europei, prima ancora che di parlamentari e certamente prima che di uomini di parte, quando ha detto: « state attenti, tra pochi giorni questo Governo si dovrà presentare, anzi dovrà rappresentare l' Italia in una importante riunione della NATO, per assumere le sue responsabilità. onorevole Fanfani, noi, forse, questo richiamo non lo meritavamo. ma come mai ella non ha ritenuto di fare ascoltare tale responsabilissimo appello al presidente del gruppo parlamentare della Democrazia Cristiana , onorevole Gui. onorevole Fanfani, come ministro degli Esteri , come presidente del Consiglio , mi permetta di chiederle se ritiene che dopo che l' onorevole Gui, capo del gruppo parlamentare democratico cristiano ebbe a definire il rigurgito di nazionalismo » il fenomeno verificatosi in un certo settore... non equivoco: anzi la ringrazio. ho ascoltato e letto diligentemente, come era doveroso, data la sua personalità, il suo discorso e non credo di equivocare. ella parlava del parlamento francese come di un parlamento dominato da un rigurgito di nazionalismo. ma siccome il parlamento francese rispecchia in questo momento legittimamente, perché formato attraverso elezioni democratiche, un fenomeno popolare e nazionale che ella, nella sua qualità di presidente del gruppo parlamentare democristiano, definisce rigurgito di nazionalismo... la ringrazio della sua interruzione, che indubbiamente ella mi rivolge per aiutare me e la mia parte. le rispondo in primo luogo che nel 1953 voi volevate fare qualche cosa del genere... non dicevo, onorevole colleghi del centro, che nel 1953 voi avete tentato la stessa cosa che è stata fatta in Francia, ma che vi siete mossi nello stesso senso. questo mi pare obiettivo. voi avete cioè tentato di ottenere (ed era tentativo legittimo parlamentarmente, ma insidioso politicamente) una legge maggioritaria e tale tentativo avete compiuto per gli stessi motivi o per motivi analoghi per i quali di recente il governo francese ha instaurato una legge maggioritaria . se posso aggiungere qualche cosa di più, serenamente ma anche obiettivamente, qualche cosa che va a vostro discapito, onorevoli colleghi della Democrazia Cristiana , vi dirò che voi, quando postulavate una legge maggioritaria , nella situazione elettorale e parlamentare italiana di allora, lo facevate soprattutto per colpire i nostri settori, che, anche se non vi piacciono, sono indubbiamente settori nazionali e anticomunisti. al contrario, recentemente, il governo francese ha sostenuto e fatto approvare una legge maggioritaria per colpire i settori di sinistra. e non è la differenza in percentuale... onorevole Gui, anche come vecchio relatore di minoranza contro quella legge (e ciò credo che parlamentariamente mi onori; le posso rispondere, in sede tecnica, come giustamente suggeriva ora l' onorevole Cuttitta, che allora la legge prevedeva il premio di maggioranza non per quel singolo partito che avesse raggiunto il 30 per cento più uno dei voti, ma per quella coalizione di partiti che avesse raggiunto tale percentuale, partiti che furono allora i quattro cosiddetti di centro, ma che in base alla legge avrebbero potuto rappresentare qualunque altra coalizione. in secondo luogo, non pongo problemi di identità, ma problemi di analogia: e non pongo problemi di numero e di quantità, ma problemi di orientamento, di programmi e di qualità. la legge, maggioritaria è da me avvicinata alla legge maggioritaria ; l' indirizzo politico maggioritario è da me avvicinato all' indirizzo politico maggioritario. quando un Governo, quando un partito, quando gruppi di partiti, in qualsiasi paese, in qualsiasi tempo, impostano i problemi elettorali in termini di leggi maggioritarie, ciò significa che essi hanno già deciso di impostare i problemi politici in termini di regime. questa è la verità! quando si cerca di raggiungere una maggioranza solida ed inattaccabile per un certo numero di anni, ciò significa che ci si pone il problemi del regime. era esatto infatti il riferimento che allora si fece, e che anche noi avemmo la lealtà e la correttezza di fare, alla legge elettorale fascista del 1924: con la differenza però che il fascismo disse allora e disse poi di voler instaurare il regime. vi furono accuse da parte vostra e giustificazioni o addirittura consensi ed entusiasmi da parte del popolo italiano e certamente della nostra parte; ma vi fu comunque una posizione chiara, responsabile, leale. l' onorevole De Gaulle recentemente ha detto di voler, mutare, e l' ha mutata, la costituzione del popolo francese ; e prima di invitare il popolo alle urne ha modificato il sistema elettorale ; egli ha detto che voleva una legge maggioritaria perché intendeva rafforzare non l' autorità del presidente del Consiglio o del Governo, ma l' autorità della nazione e dello Stato. e noi in ciò lo approviamo, e voi in ciò lo combattete. ma, ritornando alla vostra coalizione di allora, essa si è dimostrata veramente ibrida. voi stessi lo dimostrate quando respingete l' accostamento liberale. voi avete, chiuso le porte in faccia, anche ieri, al partito liberale ; questo partito, a sua volta, lo fa nei vostri confronti. anche i repubblicani vi confermano di non essere con voi. quella coalizione che alla prova dei fatti, si è mostrata ibrida, la volevate per i vostri interessi, non per dare l' avvio a un diverso indirizzo, non per instaurare e rafforzare l' autorità dello Stato e la dignità della nazione. queste sono le accuse di fondo (e scusate la concitazione, comunque sono molto sereno) che abbiamo sempre sostenuto nei vostri confronti. ritorno il tema che stavo svolgendo e chiedo nuovamente al signor presidente del Consiglio , il quale ci ha giustamente richiamato al nostro senso di responsabilità perché l' Italia sia validamente rappresentata alle imminenti riunioni della NATO, se il discorso di ieri del presidente del gruppo parlamentare democristiano abbia facilitato il presidente del Consiglio e ministro degli Esteri nei suoi imminenti compiti internazionali. non sappiamo esattamente chi lo rappresenterà, ma certamente il governo italiano sarà presente a quelle riunioni e comunque sono certo che il Governo, anche da lei rappresentato, farà il suo dovere in quel consesso. da oppositore, ma da oppositore legato alla solidarietà occidentale, vorrei facilitare onestamente (e credo sia mio dovere e mio diritto il farlo) il compito del presidente del Consiglio e ministro degli Esteri . non mi pare che abbia facilitato questo compito il presidente del gruppo democristiano; egli ha tutto il diritto di pensarla come crede riguardo all' attuale situazione francese, ma non ha il diritto di esprimersi in quei termini (quando prende la parola in un dibattito sulla fiducia al Governo che ha luogo alla vigilia di importanti incontri internazionali e dopo il richiamo responsabile fatto in questa sede dal presidente del Consiglio ) per motivare, con questi argomenti, la fiducia che la Democrazia Cristiana intende ricordare all' attuale Governo. mi auguro che l' onorevole Gui voglia oggi. stesso non dico smentire (perché diventerebbe un franco tiratore ) di più) ma correggere le sue affermazioni. non riesco mai a dirlo perché ella mi interrompe... che cosa ella abbia detto, onorevole Gui, risulta d' altra parte dal resoconto sommario , che ho sott' occhio. motivando la loro fiducia al Governo con impostazioni di politica estera e con giudizi sulla situazione francese quali quelli che abbiamo udito da parte degli onorevoli Gui e Saragat, credo che i due leaders della maggioranza abbiano reso un pessimo servigio al Governo e soprattutto allo Stato e alla nazione italiana. la NATO non avrebbe senso se, prima di essere per noi solidarietà occidentale in senso lato, non fosse solidarietà europea in senso stretto e con particolare riferimento ai nostri vicini. perché, onorevole presidente del Consiglio , noi possiamo permetterci di rivolgere questo, d' altra parte riguardoso e costruttivo, discorso? perché non abbiamo mai fatto prevalere nella nostra valutazione di politica estera il giudizio che — legittimamente, dal nostro punto di vista — potevamo, dare sulla situazione interna francese negli anni in cui la Francia era retta in modo assai diverso dall' attuale e al potere erano governi socialisti, di centrosinistra o diretti dalla, Democrazia Cristiana francese, che in quel momento era a sua volta orientata a sinistra; governi che ancora si richiamavano alla liberazione e ostentavano quello che De Gaulle non ostenta più del suo passato, non so se perché non gli piaccia o perché non gli convenga. essendo in gioco gli interessi della solidarietà occidentale, a cui il popolo francese e il popolo italiano sono, entrambi legati, a noi non interessava allora se chi dirigeva la politica interna ed estera francese, fosse Guy Mollet o Mendès-France, rappresentasse legittimamente il popolo o il parlamento francese; a noi interessava anche allora che il dialogo responsabile fra i grandi popoli dell' Europa occidentale — Italia, Francia e Germania — fosse condotto in modo da salvaguardare, nell' ambito della comune civiltà, i comuni diritti ed interessi. sempre in questo modo ci siamo battuti. e se abbiamo chiesto e, insistentemente chiediamo che a quel dialogo venga responsabilmente associata la Spagna ed anche il Portogallo (sui quali tanto ironizzavano ieri socialdemocratici e democristiani: ed è strano perché si tratta di regimi molto vicini alle vostre concezioni non dico sociali, ma certo paternalistiche della sociologia) non lo facciamo, signor presidente del Consiglio e ministro degli Esteri , perché il regime di Franco e quello di Salazar possono essere vicini a talune nostre impostazioni. chiunque comandasse in Spagna ed in Portogallo, chiunque rappresentasse legittimamente il popolo di Spagna e il popolo di Portogallo, dovrebbe avere, nel quadro della nostra politica internazionale , una obiettiva considerazione, perché non si può guardare all' Italia internazionalmente parlando senza guardare alla Francia, alla Germania, all' Inghilterra, alla Spagna e al Portogallo, quali ne siano i loro regimi. noi ci distinguiamo da voi e soprattutto dalle impostazioni dell' onorevole Saragat, ma anche da alcune impostazioni democratiche cristiane (mi dispiace dirlo) proprio per questo, proprio perché non facciamo mai precedere considerazioni obiettive di carattere nazionale da considerazioni di parte. questa, onorevole presidente del Consiglio , è una critica di fondo alla vostra impostazione. in verità a Nizza e in Savoia vi era l' onorevole Sereni vostro amico che pugnalava i soldati italiani. è bene che ella non parli. vi è un processo del tribunale speciale badoglismo, non fascista, contro di lui. è una vergogna che uomini simili in Italia possano sedere sui banchi del Parlamento. onorevole Fanfani, anche come presidente del Consiglio e soprattutto come ministro, degli Esteri, richiamandomi anche a quello che è stato detto qui e che da mesi state dicendo sulla nuova situazione francese, devo far rilevare che non appena essa si è determinata, il primo uomo di Stato europeo che ne ha preso atto e ne ha (se posso usare un termine che non vorrei) tratto profitto è stato il democristiano cancelliere Adenauer. ho letto nei giornali governativi in Italia che il fatto europeo più importante di questi ultimi anni è stato l' incontro De Gaulle Adenauer in Francia immediatamente dopo l' esito trionfale per De Gaulle del referendum francese. indubbiamente Adenauer, dal suo punto di vista , dal punto di vista della sua formazione politica , della sua formazione dottrinaria, può avere legittimamente nei confronti del regime attuale francese. del Governo e della maggioranza del parlamento francese, tutte le riserve di fondo che potete avere voi, più legittimamente di voi perché è un tedesco: e in De Gaulle può vedere un nemico personale, mentre voi, uomini della liberazione, in De Gaulle dovreste vedere un amico personale. se Adenauer è passato oltre la barriera di sangue che ha diviso la Francia e la Germania e si è precipitato in Francia per prendere, nazionalmente e internazionalmente, atto della nuova situazione e stabilire con De Gaulle un colloquio, che anche ultimamente, per problemi economici e non più soltanto per problemi politici, si è dimostrato fruttuoso, evidentemente penso che potreste fare altrettanto. il fatto che non lo facciate, che seguiate un indirizzo addirittura polemico nei confronti di quella situazione, non vi dà delle buone carte in mano da giocare alla NATO in nome della solidarietà europea della quale vi riempite la bocca. signor presidente del Consiglio , sono veramente lieto per Adenauer, il quale, potendo fruire dei suoi incoraggiamenti e dei suoi consigli, sta conducendo in Germania una politica ben diversa da quella che ella sta conducendo in Italia. mi stupisce il fatto che ella, dicendo tante buone cose ad Adenauer, non le consigli a se stesso : avrebbe potuto risolvere tanti problemi italiani se fosse stato largo verso se stesso dei consigli così generosamente dati al cancelliere Adenauer. devo poi farle rilevare anche un' imprecisione contenuta nella sua felicissima precisazione. ella ha parlato del 7 agosto. ma il referendum francese è del 28 settembre. quindi ella vi è andato lì prima della cura » . ma quale atteggiamento ha tenuto come presidente del Consiglio dopo la cura » ? prima e dopo la cura essi si trovarono d' accordo. ella si trovò d' accordo prima della cura, ma dopo la cura quale atteggiamento ha tenuto? a questo riguardo noi presentammo una interrogazione con la quale chiedevamo come mai il governo italiano non si fosse congratulato con quello francese per l' esito trionfale del referendum del 28 settembre. ha fatto qualche cosa di più, perché sta conducendo una politica europea e perché non ho notizia che nel Parlamento tedesco, da parte di esponenti della, maggioranza, si stia ingiuriando la Francia, o il parlamento francese e gli uomini rappresentativi della Francia, come avviene adesso in Italia. ma, a parte questo, signor presidente del Consiglio , noi avemmo a lamentare allora il fatto che il Governo da lei presieduto non si fosse congratulato con il generale De Gaulle . ma lamentammo anche qualche cosa di più; perché, oltre alle mancate congratulazioni, vi fu l' espressione mal controllata dell' onorevole Saragat, il quale, all' indomani dell' esito anticomunista del referendum francese, fece gravi dichiarazioni che, del resto, ha convalidato anche ieri (d' accordo con l' onorevole Gui) a proposito della « preoccupante » situazione francese. credo dunque di poter ripetere quanto, in sostanza e con precisione, ho dichiarato poco fa. l' onorevole Nenni, che a noi piace tanto quando fa il nazionalista (perché ritorna un po' ai vecchi amori, e lo crediamo sincero in questo), ha detto cose che sottoscriviamo in pieno: ha detto che l' avallo alla politica estera italiana deve essere cercato nel nostro paese, e non fuori dei suoi confini. se l' onorevole Nenni ci promette di essere buono, come è stato ieri quando ha parlato, anche in futuro, e ci prometterà di non cercare più l' avallo alla politica estera italiana, per esempio, in Russia o in Cecoslovacchia, noi siamo pronti a ripetere tutti i giorni l' elogio che in questo momento gli sto facendo. siamo d' accordo: l' avallo alla politica estera deve essere cercato anche e soprattutto nei punti nazionalmente più sensibili, cioè ai confini del nostro paese. ho avuto occasione di parlare altre volte e lungamente della situazione in Alto Adige , ma dovrò dire due parole intorno a questo problema anche per un motivo di stretta correttezza parlamentare. infatti il nostro gruppo ha presentato nei giorni scorsi una mozione sulla situazione in Alto Adige . non voglio in questo, momento illustrare la mozione (che dovrà essere discussa e determinerà un voto), ma voglio solo inserire tra gli elementi della nostra motivata sfiducia anche quelli che pochi giorni or sono ci siamo permessi di sottolineare di fronte all' opinione pubblica nazionale attraverso quella mozione. in questo, momento non intendo risollevare — perché l' argomento ci porterebbe troppo in lungo — la discussione sul problema dell' Alto Adige : si tratta solo di portare alla sua attenzione, signor presidente del Consiglio , il problema del comportamento del partito della Democrazia Cristiana in Alto Adige — che è parte determinante della maggioranza — nei confronti della questione altoatesina. che cosa è accaduto? è accaduto che quel parlamento regionale in cui esiste una maggioranza costituita da democristiani e da rappresentanti della Sudtiroler Volkspartei , ha approvato la legge sull' ordinamento dei comuni nel Trentino Alto Adige . è accaduto che quel parlamento provinciale di Bolzano, in cui esiste addirittura una maggioranza della Sudtiroler Volkspartei da sola, data la composizione etnica e la rappresentanza proporzionale della popolazione, ha approvato le norme di attuazione dello statuto regionale per l' edilizia popolare e della scuola. è accaduto che il Governo per quanto attiene al primo problema, la legge sull' ordinamento dei comuni nel Trentino Alto Adige , l' ha lodevolmente respinta con un' ampia e motivata eccezione di incostituzionalità. in particolare, ha respinto l' articolo 4 della legge (mi permetto di richiamare l' attenzione dei colleghi democristiani su questi problemi che sono problemi di grave preoccupazione), come incostituzionale, perché attraverso l' articolo 4 della legge sull' ordinamento dei comuni del Trentino Alto Adige si passa dal bilinguismo attualmente esistente, secondo la Costituzione, al monolinguismo in lingua tedesca nella corrispondenza fra i comuni in Alto Adige . la Costituzione è stata lesa e così i diritti di quella popolazione italiana che in quella provincia è diventata una vera e propria minoranza. il Governo lo ha riconosciuto ed ha rinviato per un ulteriore esame la legge al Consiglio regionale . in Consiglio regionale , i consiglieri della Democrazia Cristiana hanno votato in favore della legge contro l' indirizzo del Governo. non hanno agito da franchi tiratori . l' hanno fatto apertamente. io credo che si debba stabilire una certa differenza fra i cosiddetti franchi tiratori che qui votano contro l' indirizzo del Governo, e i franchi tiratori , ripeto, che tirano non sul Governo soltanto, ma sull' Italia, sulla, minoranza italiana in Alto Adige , che ritengono addirittura di associarsi alla Sudtiroler Volkspartei contro la tesi sostenuta dal Governo. non ho notizia che siano stati presi provvedimenti e neppure annunciate deplorazioni nei confronti di quei consiglieri regionali della Democrazia Cristiana . anzi, ho un' altra notizia e cioè che è stata sciolta (scusate se io mi occupo di cose del vostro partito) la direzione provinciale di Bolzano che si era espressa in senso governativo e nazionale e che è stata sostituita da una commissaria. le donne nella Democrazia Cristiana dell' Alto Adige hanno molta fortuna: infatti non vi è solo la commissaria signora Menapace, ovvero « menaguerra » come si dice a Bolzano da parte degli italiani. vi è anche la gentile onorevole Conci che non solo a Bolzano ma anche ad Innsbruck reca le espressioni di solidarietà alla Sudtiroler Volkspartei austriaca nel momento in cui, in un congresso, i massimi esponenti di questo partito si esprimono in modo insolente nei confronti del Governo, del popolo italiano , della storia italiana tutta. e l' onorevole Conci non è davvero una franca tiratrice! l' onorevole Conci, anzi, controlla i presunti franchi tiratori . la vedremo anche oggi appostata per controllare chi vota e chi non vota, intenta ad usurpare perfino i banchi dei commessi, ad occupare gli impianti della Camera quando deve compiere le sue operazioni strategiche. penso, e lo dico gentilmente e garbatamente, che sia degna di ogni elogio. noi vorremmo avere una onorevole Conci in ogni gruppo parlamentare . purtroppo ne siamo sprovvisti. ma non mandatela all' estero, perché qui controlla e là non ha controllato le incontrollate manifestazioni di antitalianità di quei signori. e non mi risulta che abbiate deplorato l' onorevole Conci, anzi spero che non la deploriate perché è tanto gentile e simpatica e dispiacerebbe davvero che avesse qualche mortificazione. questa è la realtà politica del vostro partito. io devo pensare, delle due l' una: o state facendo un triste doppio gioco, cioè date ordini agli esponenti della Democrazia Cristiana in Alto Adige perché solidarizzino con la Sudtiroler Volkspartei italiana e anche austriaca, mentre d' altro canto da parte del Governo si controbattono con corretti argomenti costituzionali e politici quelle medesime tesi; oppure vi sfugge il controllo della Democrazia Cristiana . del vostro partito in tutto l' Alto Adige . io non so quale possa essere, onorevole presidente dei Consiglio, la sua risposta tenendo presente la sostanza delle cose. io voglio augurarmi di tutto cuore, per l' Italia, che ella ci dica che cosa intendete fare in Alto Adige su questi problemi che ella, onorevole Fanfani, conosce. e triste che io debba rivolgermi a lei, che è anche ministro degli Affari esteri , parlando di una provincia italiana; ma voi l' avete fatta diventare oggetto di trattative internazionali per quanto riguarda il suo assetto interno. vorrei che ella, onorevole Fanfani, ci assicurasse oggi, quanto meno, che il Governo manterrà fermo il proprio atteggiamento per la legge sui comuni e che intende riesaminare a fondo il problema delle norme di attuazione dello statuto del Trentino Alto Adige per quanto attiene alle case popolari e alla scuola. se ci darà questa assicurazione accadrà che i tre deputati della Sudtiroler Volkspartei voteranno contro. se lo auguri il loro voto contrario, come italiano. penso che dentro di sé ella se lo augura e che è combattuto tra questo augurio e il desiderio di stare comunque al Governo. signor presidente del Consiglio , se ci deve stare con loro, non ci stia. ella non può fare la figura della signora Menapace (o menaguerra) a Bolzano o della signorina Conci a Innsbruck. non ci deve conciare per le feste, onorevole Fanfani, come ci ha conciato lei. le piacciono i giuochi di parole, accetti anche questo e pensi a questi problemi che sono di importanza nazionale, di correttezza e di obiettività. aspettate ad applaudire perché potreste ricredervi. si immagini, onorevole Lucifredi, se smentisco Il Secolo d'Italia : mi troverei in una difficile situazione professionale, soprattutto dopo lo sciopero...... e non smentisco nemmeno lei, onorevole Lucifredi. sono costretto, dopo la sua cortese interruzione, ad accennare a qualcosa che ho saputo, che torna a suo onore ma non a conforto del Governo. ho saputo che la Commissione da lei presieduta ha lavorato lodevolmente, ma che alla vigilia di quel Consiglio dei ministri che doveva approvare lo schema di norme di attuazione dello statuto del Trentino Alto Adige è stato messo da parte del Governo un certo bavaglio anche ai funzionari che facevano parte di quella commissione perché non insorgessero troppo decisamente contro le richieste della Sudtiroler Volkspartei e contro quella che è diventata, sembra, la tesi del Governo. mi auguro pertanto che l' onorevole presidente del Consiglio voglia chiarirci, ad esempio, la posizione del Governo rispetto a quella norma contro cui la popolazione italiana di Bolzano in questi giorni sta decisamente ribellandosi. per quanto riguarda l' edilizia popolare so di trattare un tema nel quale posso trovare l' accordo — guarda caso — dell' onorevole Saragat. infatti, una delegazione socialdemocratica è venuta da Bolzano a Roma, per sostenere la stessa tesi del Secolo d'Italia . io posso sostenere perfino le stesse tesi che a Bolzano sostengono i socialcomunisti. non me ne vergogno, anzi non me ne dispiace affatto, perché a Bolzano bisogna, almeno su questi problemi, cercare di coordinare tutte le forze e tutti gli sforzi, ed è molto strano che questa non sia prima di tutto la posizione del Governo. la popolazione di Bolzano, i socialcomunisti, i socialdemocratici di Bolzano, non solo i missini di Bolzano, in questi giorni stanno violentemente protestando per una norma sull' edilizia popolare che, se dovesse entrare in vigore in quel modo, provocherebbe una situazione grave per gli italiani. l' onorevole Togni queste cose le sa molto bene perché gli stanno arrivando migliaia di telegrammi, perché ha tenuto un atteggiamento in tale materia ben diverso da quello della Democrazia Cristiana di Trento e di Bolzano. se quelle norme fossero approvate nel testo che la Sudtiroler Volkspartei desidera, accadrebbe che le case popolari , costruite con i soldi dello Stato italiano e del contribuente italiano, verrebbero assegnate a Bolzano non sulla base dello stato di bisogno delle famiglie dell' Alto Adige , ma sulla base della appartenenza all' uno o all' altro gruppo etnico , cioè due case ai cittadini di lingua tedesca per ogni casa ai cittadini di lingua italiana . se il Governo non desidera far questo, avrà l' opportunità oggi di dirlo e si accorgerà che gliene daremo atto qui e a Bolzano, perché non abbiamo due politiche noi, una a Roma e una a Bolzano, per l' Alto Adige . la nostra politica è identica. i nostri camerati di Bolzano saranno i primi a riconoscerlo, come in altre occasioni hanno fatto, quando cioè uomini di Governo hanno parlato a Bolzano di una politica a vantaggio della nazione. stia tranquillo, onorevole Fanfani, che i nostri camerati del Movimento Sociale gliene daranno atto. sono i nostri camerati. lo volete negare? ringrazio i colleghi se a causa delle interruzioni posso continuare il mio discorso. sono grato all' onorevole Lucifredi per questo e mi limito semplicemente a dirgli che farebbe bene a parlare, e ne ha tutto il diritto, come deputato e come esponente della Democrazia Cristiana . lasci, però, al Governo il linguaggio che il Governo userà; lasci che il Governo si assuma le responsabilità che si assumerà, anche perché, dato che l' onorevole Lucifredi mi ha interrotto, mi sarà pure consentito il diritto di dirgli qualcosa di personale. onorevole Lucifredi, ella non deve parlare di falso, non deve usare aggettivi di tal genere, altrimenti potrei dire che è falso atteggiamento quello suo di schierarsi a sostegno del Governo oggi, mentre credo che ieri nel gruppo della Democrazia Cristiana (se, a parer suo, non è un falso anche questo) ella abbia assunto, forse anche per questi motivi, un atteggiamento ben diverso. lasci all' onorevole Fanfani l' assunzione delle sue responsabilità e sia più prudente a questo riguardo. credo di potermi avviare alla conclusione, anzi di concludere senz' altro, rilevando che le tesi che ho, purtroppo per voi, lungamente sostenuto questa mattina, non sono le tesi del Movimento Sociale Italiano . non voglio mettere alcuno nell' imbarazzo, ma potrei documentare in politica interna , in politica economica , sociale, finanziaria ed anche in politica estera , di non aver detto assolutamente nulla di più, in parecchi casi addirittura di non aver detto nulla di diverso, di non avere usato aggettivi più duri o più pesanti, di non aver usato un tono meno riguardoso e anche una dizione meno chiara di quanto invece non sia stato fatto da autorevolissimi esponenti della Democrazia Cristiana e anche dal Governo in questi mesi, nei confronti della politica interna , sociale, economica, finanziaria ed estera del Governo. voi ben lo sapete, colleghi della Democrazia Cristiana . l' onorevole Fanfani lo sa più di ogni altro. dico questo con molta sodisfazione; attraverso questo colloquio indiretto ma sostanzialmente diretto, perché è un colloquio delle cose e non delle parole, si stanno stabilendo delle obiettive convergenze di opposizione o per lo meno si stanno già stabilendo o si sono stabilite delle obiettive divergenze fra una parte della Democrazia Cristiana e l' attuale indirizzo di Governo che noi condanniamo e che ha condannato anche una parte della Democrazia Cristiana , ha condannato non solo con lo scrutinio segreto ma in aperti consensi ed in articoli di giornali. lo dico con molta sodisfazione perché ciò ci conforta nella nostra battaglia di opposizione, la quale si rivolge non contro un Governo in quanto tale, ma contro un Governo e nell' interesse della nazione e dello Stato; battaglia di opposizione condotta sempre più largamente, con argomenti e con tesi, sulla base di orientamenti e di programmi, che non sono limitati e ristretti a questo settore ma si vanno dilatando in vasti settori di opinione pubblica , in vasti settori politici della nostra nazione. noi ci auguriamo, signor presidente del Consiglio , che nel suo interesse, nel comune interesse, si esca dall' equivoco, e crediamo che questo Governo un equivoco rappresenti. siamo coscienti di aver contribuito a dissipare l' equivoco, siamo certi che si dissiperà del tutto: e se sarà dissipato, come noi ci auguriamo, vogliamo dire all' onorevole Saragat: non abbia paura, o piuttosto non finga di aver paura; non abbia paura che da questa eventuale crisi che l' onorevole Pacciardi ha definito una possibile crisi di regime, possa derivare prima, come egli dice, una involuzione a destra e poi una pesantissima involuzione a sinistra fino ai comunisti. non abbia paura, onorevole Saragat. ella ai tempi antichi del congresso di palazzo Barberini partì da quel settore per avviarsi verso altri settori, si mosse da sinistra per andare non a destra, ma nemmeno a sinistra; onorevole Saragat, si convinca che se nel 1947 quella fu per lei la via della verità, che se nel 1947 secondo lei per andare verso la verità bisognava voltare le spalle all' estrema sinistra , se ella ha avuto ragione di voltare le spalle allora, noi abbiamo più ragione di sostenerne la necessità adesso. pertanto quando noi chiediamo che l' equivoco si dissipi in senso di chiusura a sinistra, in senso di antisinistra, siamo d' accordo con la nazione italiana, anche con i settori che in questo momento sembrano darci torto, siamo soprattutto d' accordo con la nostra coscienza nazionale, con gli interessi dello Stato.