Giuseppe SARAGAT - Deputato Opposizione
III Legislatura - Assemblea n. 86 - seduta del 05-12-1958
Sul problema della fame nel mondo
1958 - Governo I Cossiga - Legislatura n. 8 - Seduta n. 24
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , onorevoli colleghi , il voto di ieri l' ha creato una situazione che va indubbiamente chiarita. ieri abbiamo visto votare assieme la destra, il partito missino , i due partiti monarchici, i liberali, il partito socialista , il partito comunista , il partito repubblicano ; ma questo non è l' aspetto più singolare della votazione di ieri: ieri vi è stata una frazione della maggioranza che ha votato contro. ha il voto di ieri, per quanto si riferisce a questo atteggiamento della frazione ancorché minima della maggioranza, un significato politico? v' è chi vede nel voto di ieri l' inizio addirittura di una crisi di regime. io credo che il giudizio sia eccessivo, ad una condizione però: che: tutti i partiti riflettano sulla situazione e: che vi sia un risveglio del senso di responsabilità da parte di tutti. ciò che l' onorevole Fanfani ha voluto fare con le dichiarazioni di ieri che cos' è? prima di tutto ha voluto ottenere una risposta alla domanda cui ho accennato prima, vale a dire se il voto di questa frazione della maggioranza avesse un significato politico; ma ho l' impressione... per cortesia, quando ella parla io non la disturbo. il secondo scopo dell' intervento di ieri dell' onorevole Fanfani quale sarebbe? di richiamare tutti i partiti, non solo quelli della maggioranza, ma anche quelli dell' opposizione, ad una valutazione più obiettiva della situazione, e diciamo pure ad un maggiore senso di responsabilità . questo Governo si è formato su un programma e su una formula politica. che cosa è che ha ispirato questo programma e questa formula politica? e un capriccio di qualche dirigente politico italiano, oppure è un atteggiamento ispirato a esigenze obiettive della vita nazionale e della vita internazionale? evidentemente questa formula politica è stata suggerita da una, visione particolare dei problemi del nostro paese e da una valutazione della situazione generale in cui si trova oggi il nostro continente. i due partiti che hanno formato l' attuale Governo, nei loro organi direttivi hanno considerato e considerano che il loro primo dovere è il consolidamento delle istituzioni democratiche e repubblicane. ma il problema del consolidamento delle istituzioni democratiche e repubblicane non è un fatto tecnico: non v' è una ricetta per risolvere questo problema; è un fatto politico che si risolve avendo una visione integrale dei problemi della nazione, una visione integrale dei problemi della politica internazionale . per quanto riguarda la situazione interna, è indiscutibile che nel corso di questi anni si sono fatti dei progressi importanti, ma è anche discutibile che molto resta da fare. la situazione della classe lavoratrice è migliorata da per tutto, ma noi sappiamo che particolarmente nel sud della penisola la situazione del bracciantato, dei contadini, del ceto medio è più che precaria. noi sappiamo che si sono fatti progressi nel campo dell' occupazione, ma sappiamo anche che la disoccupazione è ancora grave. noi sappiamo che si sono fatti progressi in questi 10 anni nel campo scolastico, ma sappiamo anche che la piaga dell' analfabetismo, purtroppo, sanguina ancora. noi sappiamo che vi sono larghe zone del ceto medio che hanno redditi insufficienti: lo Stato ha fatto degli sforzi notevoli per andare incontro a queste esigenze, ma sappiamo che questi sforzi sono inadeguati ai bisogni, che sono veramente grandi. noi sappiamo che gli impiegati non stanno certamente bene in Italia; proprio in questi giorni vi è lo sciopero di una categoria di lavoratori intellettuali, i giornalisti, cui mi si permetta di mandare un fraterno saluto. ma questo sciopero esprime una situazione obiettiva nella quale si trovano i ceti medi del nostro paese. v' è un fatto che deve essere tenuto presente: ed è che lo schema Vanoni, che prevedeva un aumento del reddito nazionale del 5 per cento annuo, per effetto della recessione internazionale, non può più essere applicato integralmente; e sappiamo che il reddito nazionale ha subito, pur aumentando, una leggera flessione nel suo ritmo di sviluppo. questo è il quadro di fronte al quale il Governo sapeva di trovarsi, poiché non ignoravamo che esisteva l' inizio di questa recessione. per quanto riguarda la situazione internazionale, sappiamo che si son fatti progressi in questi dieci anni e certi pericoli di guerra, che parevano imminenti dieci anni fa, oggi si sono per molte ragioni allontanati. vi è chi addirittura (penso, con fondamento) considera che la guerra è divenuta impossibile. questo non è il risultato di scoperte tecniche, ma è anche il risultato di una politica. quindi, progressi se ne son fatti, ma sappiamo che bisogna fare in questo campo altri progressi. si tratta di contribuire ancora. a consolidare la sicurezza nazionale, ma si tratta anche di portare un contributo decisivo alla causa della distensione internazionale. è nel quadro di questa visione di cose che il Governo ha assunto le sue responsabilità, e le ha assunte sapendo che in questo quadro, che vede delle note negative accanto a molte note positive, v' è un fatto confortante: quello della crescente adesione delle masse lavoratrici italiane alle istituzioni democratiche e repubblicane. questo è il fatto veramente positivo di quanto è avvenuto in Italia in questi anni! non è vero che le masse lavoratrici , di fronte alle prove che devono affrontare, si siano allontanate dalla democrazia. noi sentiamo che il cuore delle masse è sempre più vicino alle istituzioni democratiche e repubblicane. e noi sappiamo che, quanto più questo progresso si realizzerà, tanto più si creeranno gli strumenti politici per risolvere quei problemi che sono rimasti ancora insoluti. hanno ragione coloro i quali dichiarano che un programma non può essere realizzato se non vi è lo strumento di una politica, ma questo progresso della coscienza democratica di larghe zone di lavoratori lascia sperare in modo concreto che questo strumento si stia sviluppando e rafforzando sempre di più. è nel quadro di questa visione delle cose che la Democrazia Cristiana ed il partito socialista democratico hanno ribadito la loro politica con un obiettivo preciso. qual è l' obiettivo di allargare la base democratica del paese. se si rimprovera a questo Governo di perseguire questo obiettivo, il rimprovero è meritato. tanto il presidente Fanfani quanto i colleghi socialdemocratici che collaborano con lui hanno precisamente questo scopo: lavorare per allargare la base democratica del paese. purtroppo, nonostante la spinta verso la democrazia di zone sempre più larghe di lavoratori, permangono in altri settori delle tendenze preoccupanti alla polarizzazione, allo slittamento verso alternative che, tanto per intenderci, chiamerò totalitarie. l' estrema destra italiana e alcune frazioni della nostra borghesia non si sono convertite alla democrazia o non si sono convertite alla democrazia che molto superficialmente. qual è la tendenza delle zone più conservatrici della borghesia italiana? è di eludere i problemi di carattere sociale, rifugiandosi in soluzioni di carattere reazionario. basta considerare l' orientamento di certi grandi rotocalchi italiani per i quali la lotta politica si risolve in un problema di forza; basta costatare il pullulare di libelli antidemocratici, basta saggiare la temperatura morale di certi elementi della classe borghese dirigente per sentire come questa adesione alla democrazia sia superficiale, come vi sia una tendenza verso forme di carattere reazionario. oggi, poi, per queste forze di destra vi è l' incentivo degli avvenimenti francesi. è: un incentivo che non va sopravvalutato se si considera obiettivamente la situazione. la Francia del 1958 non è la Francia di Delcassé, di Poincaré. la Francia, che era la seconda o la terza potenza mondiale, è la settima o l' ottava potenza e non ha certo nello statuto mondiale l' influenza che aveva 30 anni fa. immaginiamo quali sarebbero state le ripercussioni degli avvenimenti francesi del tempo in cui gli ambasciatori francesi di palazzo Farnese avevano, non dico il controllo, ma una larga influenza sulla politica italiana . oggi questa situazione è mutata, tuttavia gli eventi francesi non vanno neppure sottovalutati. certo una parte della borghesia italiana che in questo momento sta prendendo una sbornia di spumante francese, dimentica che questo spumante francese, se dà un momento di ebbrezza, taglia poi le gambe. bisogna stare molto attenti a queste sbornie di carattere reazionario, ché possono portare coloro i quali ne sono dominati verso avventure pericolose. d' altro canto, l' estrema sinistra punta, quantunque su un piano storicamente e — aggiungo — moralmente anche diverso, sempre sulla carta del « tanto peggio tanto meglio » . l' estrema sinistra accoglie la democrazia con troppe riserve mentali. l' onorevole Togliatti è uomo di intelligenza superiore, che sa maneggiare questi strumenti che considera creati dalla società borghese e che vanno sfruttati fino all' ultimo, salvo ad accantonarli nel momento in cui si considera che la loro funzione è diventata superflua. in paesi dove uomini come Togliatti sono riusciti a conquistare il potere politico , i comunisti non si sono comportati come dei democratici, almeno se consideriamo la democrazia come l' istituto che garantisce i diritti fondamentali dell' uomo e del cittadino. in una libera democrazia un caso come quello Pasternak, per esempio, sarebbe inammissibile. penso che sarebbe difficile spiegare ad un dirigente sovietico la reazione di un occidentale di fronte ad un fenomeno di quel genere, appunto perché quegli ha un concetto della democrazia troppo diverso da quello che abbiamo noi. l' azione del partito comunista mira ad esasperare gli antagonismi, non tenendo conto che siano in un mondo diverso da quello degli sviluppi del capitalismo delle origini; siamo in un mondo in cui la lotta di classe permane, ma permane su un piano e su un livello completamente modificati. i comunisti mirano ad esasperare gli antagonismi, a favorire lo slittamento da una situazione democratica a quella di un' alternativa totalitaria. in questa rivalità fra estrema destra ed estrema sinistra , fra coloro che auspicano delle impostazioni di carattere totalitario di destra e coloro che , invece, considerano la democrazia come un sistema strumentale per arrivare ad un tipo di organizzazione sociale in cui l' individuo è privato di certi diritti umani che per noi occidentali sono validi; in questo antagonismo vi è un punto di incontro, rappresentato dalla lotta comune contro la piattaforma democratica. sarebbe puerile dire che il partito comunista sia da considerare un alleato del partito missino perché vota contro il Governo: evidentemente no. ma è certo che essi si incontrano almeno su di un punto: nell' avversione alle istituzioni democratiche, nell' avversione al centro o al centrosinistra democratico. se per una ipotesi assurda la piattaforma democratica dovesse essere distrutta, cosa che noi paventiamo con angoscia perché ciò implicherebbe lotte sanguinose nel nostro paese, sofferenze immani tra la nostra classe lavoratrice e tra tutti i cittadini, se per disgrazia questa piattaforma democratica, dicevo, dovesse essere distrutta e se si dovesse assistere ad un confronto nella situazione attuale dell' Occidente tra totalitarismi di destra e di estrema sinistra , è probabile che a breve scadenza la situazione evolverebbe, come in Francia, a favore dell' estrema destra . ma è anche probabile che, a lunga scadenza , si risolverebbe a favore del comunismo. in ogni caso, si tratta di alternative che non possono essere incoraggiate da coloro che , come noi, credono che l' evoluzione della classe lavoratrice debba avvenire e possa avvenire soltanto sul terreno della democrazia. abbiamo l' esempio in Europa di paesi in cui la classe operaia è giunta al potere, o sia per giungervi; l' esempio di paesi in cui la classe operaia gode del più alto livello di vita. citerò la Svezia per tutti gli altri paesi in cui la classe operaia si batte su un terreno democratico. il problema della democrazia italiana è quindi uno solo: fare una politica che allarghi il margine di manovra della democrazia, che allarghi la base democratica, fare una politica che restringa democraticamente la zona di azione delle estreme totalitarie. ora, per allargare la base democratica e per attirare nell' area democratica masse sempre più numerose di lavoratori, senza la presenza dei quali è difficile fare una politica sociale veramente radicale, bisogna impostare una politica che vada, con i mezzi che abbiamo oggi a disposizione, incontro alle loro aspirazioni. la contraddizione in cui si dibatte la democrazia italiana è questa: la democrazia italiana con le sue gracili forze deve preparare il terreno, attraverso riforme sociali, per l' afflusso di masse democratiche sempre maggiori, che possano poi, all' ultimo momento, dare un contributo decisivo. dobbiamo quindi fare una politica che vada incontro alle aspirazioni profonde di queste masse di lavoratori, una politica che sodisfi i bisogni economici, i bisogni morali, i bisogni ideali, i bisogni culturali dei lavoratori. bisogna fare una politica che vada incontro al desiderio più profondo degli uomini dignità e nella sicurezza della propria nazione. bisogna fare una politica, in altri termini, che cerchi di inserire masse sempre più grandi di lavoratori nella vita democratica dello Stato. non intendo polemizzare con gli onorevoli colleghi dell' estrema destra , perché parliamo due linguaggi diversi. e sarebbe difficile impostare un dialogo fra uomini che parlano due linguaggi diversi. la destra, per noi, è una manifestazione di involuzione sociale e anche umana; e noi la combattiamo. intendo invece rivolgermi prima di tutto a quei democratici tiepidi che pensano di poter lottare contro il pericolo totalitario comunista (tanto per fare un caso) in modo diverso; che pensano di poter affrontare il problema comunista alleandosi alla reazione o, peggio ancora, al fascismo. chi pensasse questo, commetterebbe un errore colossale! abbiamo avuto una esperienza in questi ultimi quaranta anni di storia europea: quegli uomini che hanno creduto di praticare una politica di forza di fronte a problemi di natura umana cosi profondi, come sono le rivoluzioni nei paesi dell' Oriente, quegli uomini sono riusciti a portare la Russia sovietica nel cuore di Europa. per rimanere nel campo della politica interna , quali sono i paesi che hanno i partiti comunisti più deboli o inesistenti? forse quelli che hanno usato la mano forte nei confronti dei comunisti? quali sono i paesi in cui non esiste una forma di totalitarismo operaio? quelli in cui si è fatta una politica reazionaria o non piuttosto i paesi in cui si è trovata una classe dirigente capace, responsabile, comprensiva delle esigenze della classe lavoratrice ? è chiaro, quindi, che, collocandoci dal punto di vista democratico, se vogliamo fare una politica che restringa l' area di azione delle forze totalitarie, dobbiamo fare una politica coraggiosamente sociale. oggi si guarda alla Francia e si battono le mani perché in quel paese i comunisti sono tornati con dieci deputati alla Camera. quale cecità! sono tornati, è vero, alla Camera con dieci deputati soltanto, ma il problema non è di ridurre la rappresentanza dei comunisti in Parlamento, ma di trasformare la coscienza dei lavoratori e di fare dei lavoratori comunisti dei lavoratori democratici. questo il vero problema, ed i più chiaroveggenti sanno che se in Francia, per sventura della Francia stessa e dell' Europa, non vi sarà una rapida ripresa democratica, il risveglio sarà terribile per tutti. vi sono poi dei democratici tiepidi che non guardano a destra semplicemente perché vorrebbero il ritorno ad una formula che è stata utile negli anni passati. non vogliamo contatti con i partiti di carattere reazionario — essi dicono — ma vorremmo una formula che già è stata sperimentata utilmente in Italia e che ha permesso di consolidare le istituzioni, vorremmo, in altri termini, il ritorno al centrismo. ma come è possibile perseguire la lotta per l' inserimento di masse sempre più vaste di lavoratori nell' area democratica senza una politica sociale coraggiosa e come è possibile una politica sociale coraggiosa con una formula che vedrebbe le posizioni sociali più avanzate neutralizzate da quelle più arretrate? è chiaro, dunque, onorevoli colleghi , che il problema non si può porre in questo modo. ma vi è anche, infine, chi credendo di essere democratico, paventa, per delle grette (ripeto: grette) ragioni di bottega e di partito, l' allargamento della base democratica. anche in questo caso, quale cecità! meglio che le cose stiano come sono — dicono costoro — che masse nuove non scendano sul terreno democratico e rimangano nell' Aventino totalitario dove si trovano, perché, se scendessero, dovremmo far posto anche ad esse, perdere delle posizioni attualmente tenute dal nostro partito. effettivamente la forza politica che oggi ha la maggioranza relativa nel nostro paese, di fronte a questo evento che noi consideriamo come uno dei più positivi della storia nazionale dovrebbe far posto alle nuove forze che fossero per scendere nel campo della democrazia: è appunto per questo che si assiste, da parte di coloro che hanno una visione così gretta del problema, a delle curiose collusioni con coloro che a sinistra temono lo stesso spostamento. ma vi è sempre qualcuno che è più furbo di questi furbi. i francesi dicono che v' è qualcuno più spiritoso di Voltaire, è il signor « tutto io » . v' è qualcosa più forte di queste astuzie. è il corso della storia che travolge con la spinta delle masse popolari ogni cosa. e vi è infine chi crede di essere democratico e per ragioni di interesse di classe borghese paventa l' avanzata democratica dei lavoratori. di costoro si può dire che, come la biblica Zafira, vedono già fuori dell' uscio i piedi di coloro che debbono portarli via. ma la grande maggioranza del partito della Democrazia Cristiana e il nostro partito, che sono formati da lavoratori e che partecipano con tutto il loro cuore alla sorte della classe lavoratrice italiana, vedono il problema dell' ascesa democratica del mondo del lavoro come il grande evento del secolo, non lo paventano, ma lo auspicano con gioia e con speranza. e coloro che non partecipano a questa ascesa della classe lavoratrice con il cuore, ma che sono però persone intelligenti per capire la storia, auspicano che questa ascesa democratica avvenga, come il mezzo più sicuro per salvare le libertà elementari e i diritti dell' uomo e del cittadino. nella competizione che è aperta con il mondo orientale entrano in gioco molti fattori: entrano anche fattori di forza, entrano indubbiamente fattori di enorme sviluppo industriale , entrano traguardi di produzioni economiche che saranno sempre più alte, ma entra soprattutto il problema fondamentale della condizione umana. vincerà questa gara chi assicurerà ai propri popoli la più alta condizione umana. vincerà questa grande gara quella parte del mondo che saprà dimostrare di aver dato alla sua classe lavoratrice il più alto livello di vita ai suoi cittadini maggior benessere, maggiori possibilità di sviluppo economico , culturale e morale. per noi italiani, il problema dell' ascesa democratica della classe lavoratrice — parliamoci chiaro — è anche un problema di elementare patriottismo; e lo dico anche ai colleghi dell' estrema destra . fintantoché non avremo risolto il problema sociale, non potremo aspirare a quei primati che si raggiungono solo quando si gode della stima profonda di tutti gli altri popoli; fintantoché non avremo risolto il problema delle aree depresse, il problema della classe lavoratrice , il problema del sud dell' Italia, il problema dell' analfabetismo, il problema della disoccupazione, saremo sempre gravati da una ipoteca terribile che frenerà la nostra ascesa nel grande consesso dei popoli della terra. la grande politica democratica, cui faceva cenno l' onorevole Nenni, la politica di allargamento della base democratica, la politica che vada incontro alle aspirazioni della classe lavoratrice , è quindi non soltanto l' unica umana, l' unica giusta, ma è anche la più intelligente e la più patriottica. ed è questa politica che ha voluto realizzare il Governo attuale di centrosinistra, pur sapendo che questa politica avrebbe trovato il suo complemento necessario con l' apporto di nuove forze. non vi è alcuna contraddizione in questa volontà di realizzare un programma audace sperando che nel corso della sua azione altre forze verranno di rincalzo per aiutarci e portarci più avanti. tale politica si è sviluppata e si sviluppa in tre direzioni. è facile fare la critica alla politica di un Governo che esiste da appena quattro mesi e che ha dovuto agire tra mille ostacoli e mille incomprensioni. è facile! ma la direzione di questa politica è stata di progresso nel campo sociale, nel campo della politica estera , nel campo della politica interna . prendiamo, per esempio, la politica sociale . vi è qualcuno che onestamente può dire che si sia fatta della demagogia, che si sia messa in pericolo la moneta? no! il Governo ha varato una legge che riconosce su scala nazionale il valore dei contratti collettivi di lavoro è un passo enorme! vi è qualcuno che contesta il valore di questa legge? è una legge che crea delle condizioni assolutamente nuove a favore delle classi lavoratrici . basterebbe questa legge per giustificare un Governo come quello di centrosinistra. pensate voi che un Governo di destra avrebbe varato una simile legge? ho sott' occhio l' elenco dei punti programmatici concordati all' epoca della formazione dell' attuale Governo. alcuni di essi sono già stati realizzati, altri sono in corso di realizzazione; d' altra parte, non credo che sia possibile attuare in quattro mesi il programma di una legislatura. vorrei chiedere all' onorevole Pajetta, che è fornito di una automobile (io non la ho) se considera veramente che una sovrattassa di questo genere, in un paese in cui esistono regioni con un' automobile per mille abitanti, sia veramente antidemocratica. abbiamo visto deputati meridionali, che (giustamente, molte volte) criticano la « politica di Milano » , votare contro l' imposta, che in fondo era pagata da coloro che hanno l' automobile nel nord a favore delle popolazioni del sud, che non l' hanno! l' onorevole Nenni ha fatto un discorso di critica del programma sociale del Governo. è la funzione dell' opposizione fare la critica; ma l' onorevole Nenni ha impegni congressuali e bisogna porre questo suo discorso non tanto sul piano della politica generale, quanto su quello interno di partito. ma io di congressi in questo momento non ne ho! l' onorevole Nenni ha accusato questo Governo di condurre una politica conservatrice sul piano sociale, mentre noi vediamo tutte le forze reazionarie italiane scatenate contro il Governo proprio per la politica sociale che esso conduce! ma passiamo, onorevoli colleghi , all' impostazione di politica estera del Governo, criticata sia dalla destra sia dalla sinistra. nel programma concordato si parlava di attuazione di una politica estera che, nella rinnovata adesione e solidarietà con tutti i paesi democratici, avrebbe messo in valore la vocazione italiana nella lotta per la pace e per la mediazione tra gli interessi legittimi di tutti i popoli. possiamo onestamente affermare che in questi quattro mesi il Governo ha fatto una politica imperialistica, una politica di lotta contro la pace, una politica da giudicare negativamente dal punto di vista delle aspirazioni profonde delle masse lavoratrici ? certo, questo Governo non è un Governo di irresponsabili e sa benissimo che lo statuto del mondo impone all' Italia dei doveri, e il primo dovere è la sicurezza nazionale. un problema, questo, che interessa tutti i popoli, compreso quello russo, non credo che al Soviet supremo vi sia qualcuno che non si preoccupi del problema della sicurezza della Russia. permettete dunque che anche noi ci occupiamo di questo problema! come si è sviluppata la politica estera del Governo? in questi mesi vi è stata un' importante polemica sui problemi del mercato comune ; sono sorte delle impostazioni di carattere intransigente da parte di alcuni paesi del mercato europeo. questo Governo, invece, ha preso una posizione di mediazione in modo da allargare l' area del mercato comune senza entrare in un conflitto con le altre nazioni che fanno parte del nostro continente. quindi, in questo settore abbiamo fatto una politica di grande prudenza, ma anche di audacia e di volontà costruttiva. nel campo della sicurezza nazionale, evidentemente, non abbiamo potuto e non dovevamo fare alcuna concessione. sarebbe un governo irresponsabile quello che sacrificasse la sicurezza del proprio paese. fintanto che esiste l' attuale statuto del mondo (statuto che ci auguriamo di modificare), non possiamo mutare la nostra politica. l' onorevole Nenni (ha fatto bene) si è riferito alla politica del partito laburista ; ma non creda l' onorevole Nenni che non seguiamo anche noi quello che avviene nel partito laburista . l' onorevole Nenni non ignora che quando l' onorevole Bevan si è trovato di fronte al problema della bomba all' idrogeno e all' invito di disarmo unilaterale, ha detto « no » , ed ha tutelato gli interessi e la sicurezza del suo paese su un problema ben altrimenti terribile di quelli che si pongono al nostro. ecco quindi che per ogni paese si pongono problemi di sicurezza e di responsabilità che vanno valutati obiettivamente. ma nell' atto in cui l' onorevole Bevan dice che l' Inghilterra deve avere la bomba all' idrogeno, non siamo così sciocchi di pensare che egli faccia quella politica per ragioni di carattere imperialistico o bellicistico: la fa perché considera che nell' attuale statuto del mondo l' equilibrio delle forze è una garanzia fondamentale per la difesa della pace. e queste opinioni sono quelle stesse del maggiore dirigente del partito laburista Gaitskell, il quale le ha ripetuto a iosa , in tutte le sue pubblicazioni e i suoi discorsi, che la garanzia fondamentale della pace è l' equilibrio delle forze; ed ha suggerito anche la formula della distensione internazionale dicendo che è giusta ogni formula di distensione internazionale ed ogni altra proposta la quale non tenda a mutare né da una parte né dall' altra l' equilibrio delle attuali forze. e si pongono qui tutti i problemi dei rapporti tra l' Occidente e l' Oriente, ma in modo concreto. l' onorevole Nenni ha fatto cenno al problema di Berlino. sono d' accordo con lui che il problema di Berlino non è uno di quelli che vanno risolti con un « no » . è un appiglio, secondo me molto importante, per iniziare una discussione di fondo su tutto il problema tedesco. è molto comodo per Kruscev dire: liberiamo Berlino e lasciamola accerchiata dalle truppe comuniste. no, questo non è un modo serio di porre il problema. ma se si pone il problema di Berlino e si pone quello della riunificazione tedesca con quegli accorgimenti che possono essere suggeriti dalle circostanze (e lo abbiamo già prospettato un' altra volta in questa Assemblea), penso che si faccia un passo avanti e non indietro. non credo che questo Governo sia sordo a questo suggerimento, il queste aspirazioni, a queste tendenze. si è parlato del problema del Mediterraneo. tenendo conto dello statuto del mondo e di quell' equilibrio che deve esistere tra le potenze occidentali ed orientali, e quindi di quelle necessità di alleanze che permangono, nel quadro di queste necessità abbiamo fatto tutto quello che era possibile per determinare una distensione e per fare dei passi avanti in questa zona. sarebbe molto ingiusto rimproverare il nostro Governo, proprio nell' atto in cui le forze reazionarie, le più cieche degli altri paesi, lo accusano di essere venuto meno alla solidarietà che invece non ha mai violato e che non violerà mai. quindi, anche sul terreno della politica estera mi pare che vi siano dei passi innanzi e l' orientamento sia di carattere nettamente positivo. vi è infine la politica interna che ci impegna a diverse cose che abbiamo scritto nel programma. per esempio, la laicità dello Stato e la difesa di questo principio. vedo che vi sono degli onorevoli colleghi che sorridono. badate, ho l' impressione che questo problema debba essere posto con senso di responsabilità e con una visione nuova delle cose. proprio in questi giorni leggevo il progetto di programma di un partito confratello, la socialdemocrazia tedesca, il quale in materia di problemi religiosi era di estrema sinistra : i suoi programmi cominciano con la frase di Marx: « la religione è l' oppio dei popoli » . prego gli onorevoli colleghi di leggere lo schema di programma che sarà discusso al prossimo congresso della socialdemocrazia tedesca: vedranno come tutti i problemi vengano visti sotto una nuova luce, dove si vede la necessità dell' autonomia dello Stato, ma si vede pure l' assurdo d' una lotta tra principi religiosi e quelli civili e umani, nell' atto in cui l' umanità è minacciata da nostri autentici, che sono proprio gli Stati totalitari e reazionari, che hanno con la forza schiacciato e distrutto milioni di vite umane . il problema quindi si pone in un modo completamente diverso da come si poneva un secolo fa. la lotta è contro ogni intervento arbitrario delle gerarchie ecclesiastiche nella vita dello Stato, ma è soprattutto lotta per la difesa dello Stato democratico contro le aberrazioni dello Stato totalitario, che è il vero pericolo che minaccia l' umanità. noi abbiamo combattuto lo Stato confessionale , noi però dobbiamo lottare contro il pericolo maggiore che minaccia oggi l' umanità, che è quello al quale mi sono riferito. sempre nel campo della politica interna , dobbiamo sottolineare la eliminazione della legislazione penale e di Pubblica Sicurezza delle superstiti norme di carattere reazionario; un largo decentramento amministrativo : un sistema che migliori il gettito tributario italiano. questi orientamenti di politica sociale , di politica estera , di politica interna , hanno avuto forse come risultato di indebolire la base democratica del paese? lo chiedo a voi. per quanto riguarda i partiti di Governo, certamente no. hanno avuto come risultato di favorire, rafforzare le forze totalitarie? per quanto mi risulta, certamente no. hanno avuto come risultato di scoraggiare la spinta delle masse verso la democrazia e la loro progressiva discesa verso il terreno democratico, che è quello in cui possono combattere e vincere le loro battaglie? certamente no. chiaro quindi che questo Governo ha avuto come risultato, sia pure dopo soli quattro mesi di azione, un processo di allargamento della base democratica. so che vi è chi guarda al congresso del partito socialista italiano con timore. ci guardiamo bene dall' interferire nelle faccende interne di un partito, ma non possiamo non fare valutazioni su un fatto politico che ha influenze così importanti nella vita nazionale. noi guardiamo a questo processo di inserimento progressivo di forze sempre più larghe di lavoratori socialisti nell' area democratica con profonda simpatia, senza rinunciare per questo ai nostri principi. noi pensiamo che tutti i democratici debbano fare altrettanto perché siamo convinti che ogni allargamento della base democratica si tradurrà non già in un allargamento della base governativa (perché non è questo il problema), ma in un allargamento del terreno della democrazia nel nostro paese, per permetterle — ci auguriamo — come meta finale quell' alternativa democratica che è veramente il coronamento di ogni sviluppo democratico in un paese moderno e civile. ed è a questo punto, onorevoli colleghi ? che ognuno deve assumersi le proprie responsabilità. l' estrema destra — il Movimento Sociale , i due partiti monarchici, il primo per ragioni che toccano al cuore il problema della democrazia, gli altri per ragioni istituzionali — è chiaro che deve avversare a fondo una formula politica come quella attuale: è logico. il partito comunista (che non pongo sul piano dei partiti reazionari, intendiamoci, ma su un piano storico e morale diverso) non possiamo considerarlo democratico; esso pure ostacola questo allargamento della basi? democratica, perché tende a creare alternative di carattere totalitario e favorisce la politica del « tanto peggio, tanto meglio » ed è quindi logico che combatte questo Governo. la lotta dei comunisti, sotto la formula del fronte comune contro l' estrema destra , è in realtà orientata a rendere difficile il funzionamento del Governo democratico e ad assecondare tutto ciò che può favorire invece alternative di carattere totalitario. ho già detto che a lunga scadenza esso spera di essere il beneficiario di questa. crisi. ma, in primo luogo quelli della maggioranza che hanno tendenza ostile a questo Governo, gli uomini della maggioranza che non amano questa formula di centrosinistra, si rendono conto delle loro responsabilità? la Democrazia Cristiana sta preparando il suo congresso e lungi da noi anche per quel partito di interferire su dibattiti interni; ma sia ben chiaro che la nostra solidarietà, piena, fraterna, va a quelle larghe masse di lavoratori cattolici che hanno trovato nella Democrazia Cristiana l' appagamento dei loro ideali religiosi e morali e che nella Democrazia Cristiana sono certi di trovare la risposta alle loro rivendicazioni di carattere sociale, di carattere umano. questi lavoratori cattolici vogliono come noi una politica che tenda all' allargamento della base democratica del paese, vogliono come noi una politica che tenda all' inserimento nell' area di tale democrazia di lavoratori sino a ieri dominati dall' ipoteca di dottrine di carattere totalitario. a noi pare, vedete, che l' onorevole Fanfani abbia saputo interpretare meglio di ogni altro, dopo la scomparsa del grande De Gasperi , questa aspirazione dei lavoratori cattolici ed è per questo, non per altro, non per dei motivi di lotte interne di partito come si immagina, che la Democrazia Cristiana lo ha scelto come suo leader. il discorso con gli amici repubblicani sarà più aperto, più esplicito perché hanno già fissato il loro pensiero in un documento profondamente responsabile. a loro diciamo che la lotta che conduce questo Governo è orientata verso la stessa visione a cui tende il partito repubblicano italiano. la giusta aspirazione verso l' allargamento della base democratica trova la sua risposta più efficace in una politica di apertura sociale, in una politica di distensione internazionale che conduce l' attuale Governo. al partito liberale dirò che esso ha una funzione assai utile come forza di opposizione. ma l' onorevole Malagodi si è reso conto che al centrismo non si torna e che le sue aspirazioni al Governo di centrodestra non potranno mai essere appagate, perché la democrazia o si rafforza decisamente con l' apporto di nuove forze del lavoro oppure è fatalmente spinta verso posizioni che scavalcherebbero il destrismo moderato dell' onorevole Malagodi? ma, il discorso più importante, indubbiamente, è quello con il partito socialista italiano. l' onorevole Nenni ci ha detto che non facciamo abbastanza. ha ragione, non si fa mai abbastanza per la classe lavoratrice . ma di chi la colpa se da tanti anni una parte della classe lavoratrice è isolata su di un Aventino e si rifiuta di scendere su quel terreno democratico cui potrebbe dare un apporto decisivo per varare in modo veramente efficace le riforme sociali e trasformare il volto della nazione? il congresso imminente vede quel partito in travaglio salutare. noi ci auguriamo che quel partito raggiunga la sua autonomia e sia messo in grado..... di contribuire a creare quella alternativa democratica che esso auspica. ma, per creare l' alternativa democratica occorre scendere risolutamente, senza riserve mentali, sul terreno della democrazia. e, nella situazione attuale, pensa quel partito che l' obiettivo di allargamento della base democratica, l' obiettivo di raggiungimento di una autonomia sia più raggiungibile con uno slittamento della situazione governativa verso destra? uno slittamento della situazione governativa verso destra, nella situazione attuale italiana, nel quadro della situazione attuale dell' Europa occidentale , potrebbe andare al di là di certi calcoli. esso favorirebbe non già l' alternativa democratica, ma favorirebbe la reazione, da un lato, e il frontismo dall' altro. questa è la verità! ecco perché difendiamo una formula democratica di centrosinistra. noi socialisti democratici nel corso di questi dieci anni ci siamo assunti il compito difficile di collaborare al consolidamento della democrazia. ma il nostro senso di responsabilità , nella situazione grave che si potrebbe determinare in Italia, se l' attuale formula di Governo dovesse cedere di fronte a un voto negativo, non potrebbe più supplire alla eventuale irresponsabilità di coloro che , piaccia o non piaccia, hanno in comune con noi l' aspirazione alla creazione di una società di lavoratori animati dal grande spirito della libertà e della democrazia. il nostro gruppo piccolo di numero, riformato da uomini profondamente responsabili e profondamente legati alla causa inseparabile del progresso dei lavoratori, della democrazia e della patria, mi ha invitato unanimemente a fare appello al senso di responsabilità di coloro che nella maggioranza possono avere delle perplessità, al senso di responsabilità degli amici repubblicani, al senso di responsabilità di coloro che noi continuiamo e continueremo a chiamare i compagni del partito socialista . noi abbiamo fatto il nostro dovere e qualunque cosa accada continueremo a farlo. se vi è in quest' Aula, in questo momento difficile, un gruppo di uomini consapevoli della gravità della situazione, ma sereni di quella serenità che deriva da una buona coscienza, questo gruppo è quello rappresentato dai socialisti democratici . a nome di questo gruppo che ho l' onore di rappresentare, a nome di tutti i lavoratori socialisti democratici italiani, dichiaro che abbiamo piena fiducia nel Governo attuale, presieduto dall' onorevole Fanfani, e che approviamo pienamente le dichiarazioni che l' onorevole Fanfani ha tenuto ieri in questa Assemblea; che abbiamo piena fiducia in una politica che mira a consolidare la pace nella sicurezza, ad elevare la classe lavoratrice nella democrazia, a consolidare le istituzioni fissate dalla nostra Costituzione. noi abbiamo fatto, ripeto, e faremo il nostro dovere. ci auguriamo che anche coloro a cui il nostro appello è rivolto facciano il loro.