Giorgio ALMIRANTE - Deputato Opposizione
III Legislatura - Assemblea n. 787 - seduta del 13-02-1963
Disegno di legge sulla Revisione delle circoscrizioni dei collegi della regione Friuli-Venezia Giulia per la elezione del Senato della Repubblica
1963 - Governo IV Fanfani - Legislatura n. 3 - Seduta n. 787
  • Attività legislativa

desidero chiarire che i motivi della nostra opposizione al disegno di legge sono essenzialmente politici. il relatore e il ministro ci hanno rimproverato, forse a ragione dal punto di vista formale, di non avere a suo tempo preso la parola contro l' articolo 4 della legge per la riforma della composizione delle Camere. voglio rispondere con un dato di fatto e con estrema sincerità: è vero che non ci siamo allora opposti; ma non ci siamo opposti, onorevoli colleghi della maggioranza, perché non potevamo prevedere che si sarebbe giunti alla fine della legislatura, che si sarebbe atteso di porre termine alla legislatura esattamente il giorno in cui entrerà in vigore la legge che prevede lo statuto regionale per il Friuli Venezia Giulia : legge contro la quale, si deve riconoscerlo, abbiamo combattuto un' aspra, lunga e coerente battaglia. dico questo non soltanto per rispondere alla giusta obiezione del relatore e dell' onorevole ministro, ma anche per chiarire le responsabilità dell' una e dell' altra parte, che in questo momento sono responsabilità politiche . è esattamente vero, secondo me, in questo momento e stando così le cose — essendosi praticamente deciso di sciogliere le Camere dal 16 febbraio in poi — che senza questo strumento legislativo non. si potrebbe tenere le elezioni per il Senato nel Friuli Venezia Giulia . ma è anche vero che non era scritto in alcun libro che si dovesse sciogliere le Camere dal 16 febbraio in poi. ed è pur vero che io posso entrare in questa materia — indelicatamente, me ne rendo conto — perché indelicatamente in questa materia è entrata da parecchie settimane la stampa italiana, la quale ha fatto sapere a noi parlamentari che con ogni probabilità le Camere sarebbero state sciolte dal 16 febbraio in poi, perché in precedenza avrebbe dovuto entrare in vigore , con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale , e trascorsi i rituali 15 giorni, lo statuto per la regione Friuli Venezia Giulia . è dunque vero che in questo momento vi è una volontà politica — io non la discuto, Dio me ne guardi — in base alla quale le Camere devono essere sciolte in modo tale che possa entrare in vigore , in precedenza, lo statuto regionale per il Friuli Venezia Giulia . entrando in vigore lo statuto regionale per il Friuli Venezia Giulia , si muove tutto un determinato meccanismo che ha una sua logica impeccabile, lo riconosco; ma è una volontà politica che lo muove, non una ragione di carattere costituzionale, non una ragione di carattere giuridico. una volontà politica muove quel meccanismo costituzionalmente e giuridicamente impeccabile; e si giunge al risultato di togliere un senatore a Trieste. in questo momento mi interessano la volontà politica iniziale e il risultato politico finale. che poi il tramite fra volontà politica iniziale e risultato politico finale sia un congegno costituzionale impeccabile, qualora lo sia, mi interessa molto meno; vuoi dire che questo congegno costituzionale impeccabile è stato messo al servizio di una pessima causa nazionale e politica. ed è questa la nostra tesi. perché nessuno vorrà sostenere — e meno che mai il signor ministro, che ha avuto così nobili, sinceri e commossi accenti, senza dubbio, per la popolazione di Trieste, per la tradizione di Trieste — nessuno vorrà sostenere che togliere un senatore a Trieste, diminuire la rappresentanza politica di Trieste sia un positivo coronamento, dal punto di vista nazionale e politico, di questa legislatura. credo anzi che questa legislatura non potrebbe finire peggio, da qualunque punto di vista si consideri la situazione. mi consentirà, onorevole Cossiga, una sola osservazione in ordine alla sua così diligente relazione. l' osservazione non la rivolgo alla parte costituzionale della sua relazione, ma alla sola notazione politica che ella vi ha inserito, là dove scrive che « con la definitiva incorporazione del cosiddetto territorio di Trieste nella nuova regione è venuta meno ogni ragione politica e giuridica per il mantenimento di quello status elettorale speciale previsto con la citata legge costituzionale 9 marzo 1961, numero 1 » . onorevole Cossiga, ancora una volta sotto il profilo costituzionale non ho niente da dire; dal punto di vista giuridico altrettanto (o comunque posso immaginare di non aver niente da dire, non è questo il tema che mi interessa); ma dal punto di vista politico mi permetto di ricordarle: quando il Parlamento pressoché unanime votò la legge che concedeva tre senatori a Trieste senza tenere conto del rapporto con la popolazione — lo ha rilevato onestamente l' onorevole Gefter Wondrich — di che cosa tenne conto? perché il Parlamento concesse alla città di Trieste una rappresentanza senatoriale superiore a quella che le sarebbe spettata a norma della Costituzione? se invece della città di Trieste si fosse trattato di un' altra città italiana, Roma compresa, il Parlamento sarebbe stato forse concorde? evidentemente no. perché invece il Parlamento è stato concorde in quel senso? perché si trattava di Trieste? onorevole Cossiga, si trattava di qualcosa di più: si trattava di Trieste, per quella parte del territorio giuliano che è sotto la sovranità e l' amministrazione dello Stato italiano, ma si trattava di Trieste anche per quell' altra parte del territorio giuliano che è sotto la sovranità italiana, ma purtroppo non è sotto l' amministrazione dello Stato italiano. quando furono concessi tre senatori, nessuno ufficialmente disse che il terzo senatore avrebbe avuto la responsabilità e la sensibilità di rappresentare idealmente e moralmente coloro che non possono votare, coloro che sono oltre il provvisorio, posticcio e comunque iniquo confine, coloro che non possono esercitare i loro diritti di cittadini italiani. ma proprio per questo fummo tutti d' accordo che a Trieste dovesse essere concesso un senatore in più. adesso voi siete d' accordo, con motivi giuridicamente e costituzionalmente forse ineccepibili, nel togliere a Trieste quel senatore in più. e avete architettato le cose, avete congegnato perfino le scadenze e le date in modo che una legge costituzionale tacitamente abrogasse l' altra (e sull' istituto della abrogazione tacita di una norma costituzionale, onorevole Cossiga, ella mi insegna che si potrebbe seriamente discutere), in modo che la legislatura finisse con questo che non posso non considerare come un affronto, una menomazione senza alcun dubbio alla città di Trieste e alle sue tradizioni. perciò, signor ministro, proprio perché siamo d' accordo con lei per quanto riguarda la sua perorazione in relazione a Trieste e a quello che essa significa e sempre significherà, non possiamo essere d' accordo con il Governo né con la maggioranza nell' approvare questo disegno di legge .