Amintore FANFANI - Presidente del Consiglio Maggioranza
III Legislatura - Assemblea n. 778 - seduta del 26-01-1963
Cessazione del mandato parlamentare del deputato Romano Prodi
1963 - Governo I D'Alema - Legislatura n. 13 - Seduta n. 583
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , onorevoli colleghi , un anno fa di questi giorni, in altra sede, mi diffusi ad accertare quali fossero i problemi ancora aperti nel nostro paese. doverosamente ne prospettai le soluzioni possibili ed indicai le forze politiche che avrebbero potuto assumere in Parlamento la responsabilità di affrontare quei problemi non discostandosi da quelle soluzioni. il partito cui ho l' onore di appartenere, la Democrazia Cristiana , con il partito socialista democratico italiano e con il partito repubblicano italiano, esaminate le questioni insorte per le avvenute dimissioni del Governo delle convergenze democratiche, mi fecero l' onore di designarmi quale possibile presidente di un nuovo Governo. e, dopo il conferimento dell' incarico da parte del Capo dello Stato , mi onorarono della loro costruttiva collaborazione per predisporre un programma. per l' attuazione di esso, il partito socialista italiano offrì la sua astensione sulla fiducia e il voto su singoli provvedimenti. ad un anno di distanza dalle ricordate prospettazioni, a undici mesi dalla ricordata designazione e a dieci dall' inizio dell' attuazione del predetto programma, il gruppo parlamentare del partito comunista italiano, con apposita mozione, ha proposto alla Camera di negare la fiducia al Governo per una pretesa mancata attuazione del suo programma e per il supposto sgretolarsi della maggioranza che lo sostiene. la mozione comunista è stata svolta giovedì dall' onorevole Togliatti. l' onorevole Michelini ha qualificato tale svolgimento come manifestazione di opposizione di comodo, anzi corroborante. in contrapposto, e giustamente, l' onorevole Moro ha invece ritrovato nella mozione comunista la conferma di antiche, abituali posizioni di opposizione, confermate oggi nella speranza di condurre a termine l' insidiosa manovra contro il centrosinistra. come ha detto l' onorevole Nenni, in esso, infatti, i comunisti vedono la dimostrazione della sterilità sociale della posizione politica da loro assunta nel nostro paese. l' onorevole Reale, da par suo, ha rilevato, con un certo humour, la convergenza di tutte le opposizioni — da quella liberale a quella « missina » sulle posizioni critiche assunte dal partito comunista realizzando ieri. e ier l' altro un incontro dialettico e preparandosi a realizzare oggi un incontro di voti, su cui l' onorevole Reale ha discretamente richiamato l' attenzione dei prossimi elettori. ognuno ormai ha potuto constatare che la pretesa sterilità del centrosinistra è stata segnalata dall' onorevole Togliatti non tanto per criticare — come egli ha detto — il burocraticismo del presidente del Consiglio , quanto per criticare il dinamismo politico del partito socialista italiano. ed è naturale che la prima e più esauriente dimostrazione della fatuità della critica comunista l' abbia data l' onorevole Nenni in quella parte del suo intervento nella quale, con precisione, ha enumerato i principali traguardi raggiunti dal Governo di centrosinistra, con evidente sodisfazione di quel mondo operaio e contadino che anche il partito socialista italiano rappresenta in Parlamento. l' onorevole Moro, segnalando nel predetto elenco le cose ragguardevoli che egli apprezza e che sono particolarmente apprezzate dal grande partito interclassista della Democrazia Cristiana , ha aggiunto alla sodisfazione dimostrata dall' onorevole Nenni la sua particolare, completata da quella che anche l' onorevole Saragat per il partito socialista democratico italiano e l' onorevole Reale per il partito repubblicano hanno cordialmente espressa. così, non solo l' onorevole Togliatti non ha raggiunto il primo obiettivo della sua mozione, quello di dimostrare l' inefficienza del Governo, ma ha procurato al Governo la fervida testimonianza di tutti i quattro partiti che lo sostengono sull' efficacia della sua azione. ed anche il secondo obiettivo che i comunisti perseguivano, cioè quello di dividere la maggioranza sulla fiducia al Governo, appare fallito; mentre a noi del Governo tocca la sodisfazione di constatare la verità di quanto più volte ho avuto occasione di dire, e cioè che avevamo mantenuto fede al nostro programma e che la maggioranza ci aveva confortati compiendo notevoli e leali sforzi per seguire il ritmo severo di lavoro che le iniziative governative andavano suggerendo rispettosamente al Parlamento. l' onorevole Degli Occhi asserì, ieri l' altro, che questo è il Governo più debole fra quelli succedutisi nella presente legislatura. sta però di fatto che questo Governo, per durata, sarà certamente il secondo dei cinque della legislatura; per ampiezza di fiducia, ottenuta sempre, è il primo. e, poiché questa fiducia non è stata espressa da una maggioranza di comodo, ma decisa e leale, questo Governo, per imponenza di iniziative proprie e per coronamento di iniziative di governi che lo hanno preceduto, non ha avuto l' eguale in questa legislatura. i confronti con i governi delle legislature precedenti lasciamoli agli storici, nel rispetto, da parte nostra, di tutti gli sforzi onesti, volenterosi ed utili di quanti, precedendoci in tanto duro servizio, hanno servito la patria con fedeltà e zelo. non aggiornerò dati statistici sulle iniziative governative e il lavoro parlamentare. per quanto riguarda questa Camera, lo farà certamente da par suo l' onorevole presidente Leone quando i lavori parlamentari giungeranno al termine. per quanto riguarda il Governo, sarà mia cura, prima dell' inizio della campagna elettorale , fornire tutti i colleghi di un documento che consenta agli oppositori e ai sostenitori di appoggiare critiche e consensi su elementi sicuri. per la qualità delle cose realizzate, mi rimetto ai larghi accenni che ne hanno fatto gli onorevoli Saragat, Nenni, Reale e Moro. devo, invece, fare qualche altro accenno agli effetti della nostra attività per cooperare con la maggioranza a confutare le critiche degli oppositori. l' onorevole Michelini ha rilevato l' incertezza delle critiche rivolteci dall' onorevole Togliatti. ma l' onorevole Reale ha rilevato l' incertezza delle critiche dell' onorevole Michelini, e anzi ha aggiunto che in questa occasione si sono attenuate perfino le critiche dell' onorevole Malagodi. insomma, da sinistra nessuno più ha detto, come profetò in marzo, che il popolo è stato oppresso, conculcato nei suoi diritti, sprezzato nei suoi bisogni; e da destra nessuno — salvo l' onorevole Casalinuovo — è venuto qui a dire, come nelle profezie di marzo, che l' economia è stata devastata. sì, ci hanno detto che i prezzi salgono... ora vedremo se è vero. io riferisco quello che è stato detto. ella non ha parlato, ma gli onorevoli Angioy e Michelini hanno parlato per lei. si è detto inoltre che gli investimenti si attenuano e la produzione non cresce con l' antico ritmo. ma per il Governo ha già risposto l' onorevole Reale con un argomento che opposi ai facili critici fin dal giugno scorso, dicendo che, anche supposti veri i fenomeni denunciati, verificandosi essi in Italia con intensità minore di quanto avvenga in altri paesi europei ed extraeuropei, dove non vi è il criticato Governo di centrosinistra, o non si può tirare questo in causa per spiegare i fenomeni in questione, generalmente diffusi, o si deve, tirandoli in causa, confessare che, mentre agiva in Italia il Governo di centrosinistra, il fenomeno mondiale della lievitazione dei prezzi si manifestava in Italia meno intensamente che altrove; il fenomeno mondiale dell' attenuarsi del progresso produttivo in Italia si verificava meno che altrove; il fenomeno mondiale dell' attenuarsi dell' aumento del reddito si accentuava in Italia meno che altrove; il fenomeno mondiale dell' attenuarsi degli investimenti si produceva in Italia meno che altrove. lasciatemi dire, ad onore dei lavoratori, dei consumatori, dei risparmiatori, dei tecnici, degli inventori, degli imprenditori italiani: nel 1962 l' Italia ha avuto un incremento produttivo di avanguardia fra tutti i paesi del mercato comune europeo; un aumento dei prezzi inferiore a quello degli altri paesi, anche vicini; un aumento delle retribuzioni pubbliche e private e delle pensioni superiore, in ogni caso, all' aumento dei prezzi ; un aumento degli investimenti tra i più ragionevoli; un aumento di reddito forse il più alto del mondo. anche le prime cifre che ci giungono per il gennaio 1963, ormai alla fine, ci dicono che in questo mese la produzione italiana raggiungerà la cifra record di tutta la sua storia, con l' indice di circa 242, superiore a quello, sinora il più alto, dell' ottobre 1962, superiore del 7 per cento a quello del dicembre 1962 e del 10 per cento a quello del gennaio 1962. in mezzo a grandi difficoltà, dunque, si è progredito; l' onesta fatica di tutti e le assidue cure dei governanti dello Stato e della moneta hanno smentito tutti i profeti di sventura. ad essi anche il rapporto previsionale della congiuntura per i prossimi mesi, diffuso ieri dall' Istituto per lo studio della congiuntura, dà l' ammonimento di essere più cauti nei neri presagi, per non essere ancora smentiti dall' operosa attività di tutti gli italiani e dalla coerente opera del Governo. personalmente sono grato ai colleghi di Governo e di Parlamento per aver sottolineato il successo della recente iniziativa italiana a Washington, ma colgo l' occasione per dire che in quella, come del resto in ogni altra sede internazionale, non basterebbe la generosità degli ospiti né l' antica consuetudine amichevole a renderci bene accolti e ascoltati ove non avessimo, come abbiamo tutti insieme, portato l' Italia ai progressi in questi anni da essa raggiunti; ove non dimostrassimo — come abbiamo tutti insieme potuto dimostrare — che vicende politiche e governative non indeboliscono ma consolidano la nostra democrazia, non annullano ma confermano gli impegni assunti e, in definitiva, consentono all' Italia di progredire libera e di cooperare pacifica al progresso di tutti. dopo che dei problemi sociali, si è parlato in questo dibattito della situazione internazionale, dei massimi recenti avvenimenti, della presenza operante dell' Italia a Bruxelles e dell' incontro di Washington. all' unanimità, almeno a giudicare da quanti hanno parlato in questa Camera, la situazione è stata ritenuta turbata; più turbata in Europa per una recente presa di posizione francese e per un recentissimo trattato franco-tedesco . in contrapposto, la situazione internazionale è stata giudicata da tutti più distesa nel mondo per la fermezza lungimirante di Kennedy nei giorni di Cuba e dopo e per la recente accettazione da parte di Kruscev delle ispezioni, a garanzia della cessazione degli esperimenti nucleari. il Governo condivide il giudizio espresso unanimemente dagli oratori in questa Camera e, prevedendo i turbamenti che sì sono verificati e desiderando da tempo i miglioramenti che si sono prodotti, ha agito tempestivamente, secondo le sue possibilità, per scongiurare i primi e per favorire i secondi. dal 1961 facciamo presente ai nostri consociati del mercato comune l' opportunità politica di favorire l' adesione ad esso della Gran Bretagna . nell' aprile 1962 e poi nel luglio abbiamo comunicato pacatamente, riservatamente ed amichevolmente a Parigi che sarebbe stato un fatale errore da parte di tutti i sei paesi del mercato comune opporsi alla conclusione positiva delle trattative per l' adesione della Gran Bretagna alla Cee. in maggio ai governanti di Bonn, tramite l' ambasciatore, e direttamente in settembre a Torino e in ottobre a Roma ai governanti di Parigi abbiamo detto quale errore sarebbe stato far seguire al riavvicinamento franco-tedesco una istituzionalizzazione di più intima particolare collaborazione, alla quale né l' Italia né gli Stati del Benelux avrebbero poi aderito, operandosi così una frattura tutt' altro che producente per il MEC e per la stessa auspicata unità politica dell' Europa. dopo tanti mesi di intensa partecipazione dei ministri Colombo e Rumor alle trattative per l' adesione della Gran Bretagna al MEC, in gennaio a Bonn prima e poi a Bruxelles poi il ministro Piccioni ha fatto quanto era in suo potere per coronare positivamente la lunga trattativa. ma, nonostante la concomitante azione del Benelux e, infine, della stessa Germania, l' esito è stato quello che tutti conoscono per la nota presa di posizione politica della Francia, seguita quasi contemporaneamente alla firma del trattato con la Germania. tale trattato, a prescindere dal suo contenuto, per il momento in cui è stato siglato, non ha potuto non vedere aggravate certe caratteristiche di presentazione che accentuano ora le polemiche; manterranno domani gli ostacoli all' attesa adesione di altri al trattato medesimo e, in definitiva, creano un particolarismo nocivo al mercato comune , nocivo al progresso dell' unità europea, nocivo all' equilibrio interno della NATO, nonostante le migliori intenzioni dei suoi sottoscrittori. il Consiglio dei ministri ha confermato ieri l' altro la partecipazione attiva e costruttiva dell' Italia al MEC, ha approvato l' azione finora svolta dai nostri rappresentanti nelle diverse sedi, ha confermato la direttiva di favorire in ogni sede l' adesione della Gran Bretagna al MEC a questa linea si atterranno i nostri rappresentanti il 28 gennaio a Bruxelles. ed il 10 febbraio, quando avremo l' onore di ricevere a Roma il Primo Ministro britannico, ripeteremo a lui e al suo Governo, a nome dell' Italia, il dispiacere che noi abbiamo provato e proviamo nel constatare che una adesione auspicata e certamente foriera di maggiore prosperità economica e di maggiore solidarietà politica, per lentezze procedurali — cui, occorre riconoscere, ha contribuito anche la situazione interna inglese — e per impensati veti dell' ultima ora, sia stata invece l' occasione di un malessere che se non riusciremo a superare presto, come per parte nostra ci proponiamo di fare con saggezza, prudenza e fermezza, potrà arrecare gravi danni a tutti. il ministro Colombo è sempre a disposizione della Camera — in Aula e nelle Commissioni — per tutte le spiegazioni che essa è in diritto di chiedere. succintamente però, avendo seguito, come era mio dovere, l' opera instancabile, intelligente, universalmente apprezzata tra tutti i nostri alleati, svolta dal ministro Colombo, con le direttive del ministro Piccioni, posso dirle che la dimostrazione dell' inconsistenza delle pretese francesi si ha nel fatto... ma mi lasci almeno finire il periodo! ella è un presuntuoso se ritiene di potere immaginare dalle prime parole di un periodo... stavo dicendo che la dimostrazione dell' insussistenza o, per chi vi crede, della sussistenza delle ragioni francesi in materia di politica agricola poteva venire proprio dal proseguimento di quelle trattative che, in sede tecnica, noi abbiamo sostenuto che si dovessero concludere. ecco la mia risposta all' onorevole Pacciardi. i nostri tecnici e i nostri politici hanno sempre sostenuto che, nonostante i notevoli divari esistenti tra le possibilità finora offerte collettivamente dai sei e le richieste inglesi in materia di politica agricola o di clausole finanziarie, ad opera del lavoro della commissione dei sei ministri dell' Agricoltura, intensificatosi particolarmente nella settimana fra l' 8 e il 13 gennaio, si profilava la possibilità di un avvicinamento che, s' intende, in sede di negoziati, non può apparire conclusivo e costruttivo se non nel momento finale. per tali ragioni, convinti come eravamo e come restiamo dell' opportunità di non interrompere trattative che si trascinano da quindici mesi ed al cui inizio unanime fu il voto di tutti i paesi, non essendo stata sollevata allora la questione della insularità della Gran Bretagna e non potendo essa essere tollerata oggi, perché (come ha osservato il collega onorevole Piccioni ad un' illustre rappresentante del governo germanico) la Gran Bretagna non è diventata un isola per la befana del 1963, ne consegue il dovere di europei, interessati a far progredire l' integrazione economica e ad avviare l' unità politica, di procedere pacatamente fino ad esaurire, in tutte le sedi congrue, tutti gli esperimenti possibili per accertare chi veramente vuole o chi veramente non vuole l' adesione della Gran Bretagna al mercato comune . e debbo dire all' onorevole Pacciardi, rassicurando lui e tutti i colleghi, che l' Italia, assumendo tale atteggiamento, non ha creduto di impostare una politica meschina di divisione o di sovvertimento del mercato europeo, ma ha creduto di continuare, come fin dal principio ha fatto, una politica di solidarietà in mezzo a mille difficoltà, anche quando le difficoltà stesse ci possono far assumere la non sempre simpatica funzione, non dico di mediatori, ma di membri di una comunità che desiderano ristabilire il massimo di comprensione fra tutti i membri di essa, nell' interesse della reciproca armonia e della persistente amicizia, nel rispetto sempre notevole e doveroso da parte nostra per la Francia, per la Germania, per il Belgio, per l' Olanda, per il Lussemburgo e, soprattutto (io spero che su questo sarete tutti d' accordo), per il rispetto della nostra Italia. anche per gli sviluppi in sede di disarmo tempestivamente operò l' Italia a New York , in seno all' Onu, a Ginevra ed altrove, prima sotto l' impulso dell' allora ministro degli Esteri , oggi presidente della Repubblica , onorevole Segni, poi del vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri , onorevole Piccioni. ed avemmo la sodisfazione, recentemente, a Washington di constatare con i nostri maggiori alleati ed amici perfetta concordanza di vedute, circa gli sforzi da compiere per valorizzare l' accettazione del principio delle ispezioni fatta da Kruscev, per trovare un accordo in concreto in materia e per fare di esso il primo, importante spiraglio per una più vasta trattativa che porti finalmente all' esame ed alla risoluzione dei massimi problemi internazionali ancora aperti. lasciatemi dire quanto mi sia compiaciuto nei giorni scorsi di aver scritto nel primo giorno della crisi di Cuba al presidente Kennedy, che mi onorava della richiesta di un parere, che quella crisi doveva essere considerata — a parte la sua immediata pericolosità da fronteggiare — il richiamo ad abbandonar e gli esauriti tentativi di rattoppare sdrucite situazioni particolari e locali per assumere il coraggioso umano impegno di affrontare il complesso della situazione e dove più grande fosse la responsabilità più grande fosse l' impegno a compiere tutto quello che era necessario per dimostrare che si era finalmente compreso la lezione della tecnica. essa dichiara ormai chiusa l' era degli Orazi e dei Curiazi per l' impossibilità, una volta scatenato il duello nucleare, di garantire almeno la sopravvivenza delle donne necessarie ad imporre l' armistizio. non ci facciamo né vogliamo diffondere illusioni ireniche. le difficoltà sono ancora immense, ma il disastro ancora più grande che si profilerebbe impone alla ragione, ad ogni latitudine e sotto ogni regime, di rivendicare il suo predominio sull' istinto e impone a se stessa la sola soluzione degna di creature umane. la mancanza di illusioni, pur nella vivezza delle speranze, ha consigliato di concludere nei giorni scorsi l' esame attento della domanda americana di procedere alla costituzione di una forza nucleare multilaterale e, in tale quadro, sia pure in prospettiva di inserire il non recente problema dell' ammodernamento degli armamenti. come è stato detto nel comunicato di Washington e come il Consiglio dei ministri ha approvato, è stata valutata positivamente la proposta di costituire una forza nucleare multilaterale NATO, accettando di partecipare ora al suo studio e, una volta concluso questo, alla sua costituzione, alla sua direzione e al suo controllo, nel rispetto del noto principio cui sempre si è informato il governo italiano in seno all' alleanza, di non rimettere le nostre responsabilità a direttori di sorta e nell' intento di evitare la proliferazione degli armamenti nucleari. quanto all' ammodernamento delle armi in particolare, sarà provveduto in campo nucleare strategico alla difesa del settore meridionale NATO non più da basi dotate di Jupiter sorpassati, ma con sottomarini operanti non da basi italiane nel Mediterraneo, e armati di Polaris. ho ascoltato l' esortazione dell' onorevole Togliatti a privare l' Italia di ogni difesa nucleare, interna o esterna che sia. questo invito ha parecchi torti, principale quello di non essere accompagnato da un uguale invito ad altri paesi, ben più muniti di noi di tali ordigni, a dare il buon esempio. ed è la mancanza di tale invito preliminare nelle parole dell' onorevole Togliatti che lo rende improponibile all' esame di governanti che, per la Costituzione e per il mandato ricevuto dal Parlamento, hanno due elementari doveri da compiere: quello di provvedere alla difesa del proprio paese e quello di prevenire ogni pericolo per tutti promovendo accordi che li sventino o almeno li riducano. ho informato la Camera e le ho comprovato che a Washington, a nome dell' Italia e per la sua pace nella sicurezza, ho avuto la possibilità e l' onore di procedere contemporaneamente nei due sensi: incoraggiare ed impegnarsi ad appoggiare ulteriormente costruttivi sforzi in corso per il disarmo o almeno per cominciare la sospensione degli armamenti nucleari; accettare di partecipare a consultazioni che sostituiscano alla disgregazione ed alla dispersione dell' armamento nucleare la forza multilaterale; accogliere la sostituzione di mezzi che consentano una difesa più pronta ed efficace. così, preparando accordi di disarmo e in attesa prevenendo possibili minacce esterne, si è operato per la sicura pace dell' Italia, dell' Europa, del mondo. e questo è avvenuto nel quadro delle nostre alleanze e nel momento in cui si confermava la più stretta amicizia con gli USA, punto basilare per poter partecipare con autorevolezza al processo in corso di unità europea, di solidarietà atlantica, di distensione mondiale. desidero esprimere l' augurio che la preannunciata ripresa della conferenza di Ginevra rechi al mondo l' auspicata sorpresa che le trattative ora in corso tra USA, Unione Sovietica e Gran Bretagna sono finalmente riuscite a preparare un accordo. possa esso essere il primo di quella serie di intese che è necessario concludere perché all' insegna della fiducia i popoli comincino a coesistere approfondendo tutti la ricerca delle più vere condizioni di sicuro progresso e di libera pace. in virtù dell' azione tenace e discreta che continuiamo a svolgere, siamo a conoscenza di sintomi che ci fanno ritenere, in Occidente ed in Oriente, sempre più vivo il desiderio di alimentare con fatti, e non nel solo campo politico, il sorgere di una nuova fiducia. essa porterà ad intese ragionevoli a beneficio di una convivenza veramente umana, alla realizzazione della quale l' Italia si sente vivamente impegnata. l' augurio per una convivenza impegnata al libero progresso ed alla sicura pace mi ha fatto ricordare che la mozione dell' onorevole Togliatti aveva lo scopo di provare che la coesistenza tentata in campo interno, undici mesi fa, dalla Democrazia Cristiana , dal partito socialista democratico italiano, dal partito repubblicano italiano e dal partito socialista italiano ha incontrato recentemente alcune difficoltà. per due giorni qui abbiamo assistito al prolungarsi di un serrato dialogo, che si è iniziato or è un mese fuori di qui. quanto è stato detto comprova che tutti i quattro partiti hanno ampiamente riconosciuto l' opera fedele svolta dal Governo per attuare il programma prescelto. di ciò il Governo prende atto cogliendo l' occasione per rinnovare a tutti i quattro partiti un vivo ringraziamento per la leale cooperazione prestata allo svolgimento sinora fatto del predetto programma. su un punto di questo svolgimento è sorta una polemica. sul punto delle regioni il Governo ha compiuto quanto si era assunto di fare. sul merito della polemica sorta tra i partiti circa la tempestività della approvazione delle leggi regionali il Governo non entra, dato che i partiti si sono esplicitamente rimessi al giudizio degli elettori, dopo il quale scioglieranno le loro riserve, anche in base agli impegni particolari che per garantire la continuità della politica di centrosinistra l' onorevole Saragat e l' onorevole Reale hanno assunto rispettivamente per il partito socialdemocratico e per il partito repubblicano . personalmente ritengo con l' onorevole Saragat che una più diffusa conoscenza delle trasformazioni che il nostro paese sta subendo in campo sociale ed economico ed una più matura conoscenza delle conclusioni cui certamente perverranno la commissione per la programmazione e quella per la riforma della Pubblica Amministrazione persuaderanno molti che in uno Stato moderno, democratico, efficiente le regioni, sanamente costituite e saldamente amministrate, non costituiranno ragione di dissolvimento, ma saranno un nuovo presidio di coesione. ben a ragione l' onorevole Moro ha potuto dimostrare la confermata volontà della Democrazia Cristiana di mantener fede al programma regionalista, riaffermando la volontà di cooperare anche alla definitiva approvazione dello statuto della regione Friuli Venezia Giulia . e — giustamente l' onorevole Nenni ha osservato che, comunque, la formulazione e presentazione dei noti disegni di legge e l' approfondimento pubblico della discussione sulle regioni hanno fatto compiere un altro passo avanti, almeno sul piano psicologico e su quello della maturazione, per addivenire a quella che l' onorevole Moro a ragione ha detto la massima riforma strutturale dello Stato italiano. ma, a prescindere da questa polemica su un punto programmatico da differire, nutrito è stato l' elenco dei punti sui quali i partiti della maggioranza convengono di poter avanzare verso. l' attuazione. perché questa attuazione avvenga i gruppi della maggioranza hanno detto di voler dare la priorità sulla loro polemica regionalistica alla necessità di garantire la continuità del Governo. ad esso, hanno detto gli onorevoli Saragat, Nenni e Reale, si vuole affidare il coronamento delle iniziative già prese e la garanzia di un ordinato, democratico svolgimento delle elezioni. opportunamente prevenendoci, l' onorevole Moro ha detto che, oltre a ciò, al Governo deve restare affidata la cura in generale dello Stato e in particolare la cura di fronteggiare i problemi nuovi che si presentassero e di provvedere allo svolgimento della politica estera che non concede soste. così ampliato oltre i limiti della ordinaria amministrazione e riportato alla pienezza delle sue naturali funzioni, non ho difficoltà a dire, a nome del Governo, che accetteremo il rinnovamento del mandato, purché esso ci venga dal chiaro voto della maggioranza, quale si è costituita nel marzo del 1962. ci hanno detto tutti i gruppi della maggioranza che come governanti abbiamo mantenuto fede al mandato ricevuto e lo abbiamo assolto puntualmente. nel ringraziare del riconoscimento, invitiamo a confermarlo, assumendo, al momento del voto della mozione comunista, la stessa posizione originariamente assunta e non facendo ingiustamente cadere sul Governo le eventuali riserve che fossero sorte reciprocamente tra i partiti. non vi è presunzione — credetemi — in questa richiesta; ma la necessità di restare al servizio del paese in un momento tanto delicato senza particolari riserve anchilosanti e nella pienezza dei poteri che a un governo spettano. a questa richiesta ci induce anche la convinzione, che è in tutti i membri del Governo, di avere reso un particolare servizio al paese dimostrando che il programma approvato dalla maggioranza era attuabile — ed in gran parte è stato attuata in un tempo estremamente breve — ; che quel programma affrontava e risolveva annosi o gravi urgenti problemi del paese; che quel programma riusciva ad unire lo sforzo cooperante di forze che a lungo erano state dette non pronte all' incontro politico. tutti sanno bene il significato politico e anche storico di tutto ciò e l' opera del Governo ha dimostrato che tutto ciò poteva avere e ha avuto un significato positivo: positivo per l' incontro democratico che ha prodotto, per il controllo che ha consentito di fare delle dimensioni raggiungibili dall' area democratica, per i consensi conseguiti qui a fuori di qui, per i problemi che si è potuto impostare, per le soluzioni che ai suddetti problemi si è potuto dare, infine per le speranze accese nel nostro paese e fuori dei confini del nostro paese. la incredibilità e le diffidenze che esistono qui e fuori di qui non autorizzano quanti non sono increduli e non sono diffidenti a distruggere con le proprie mani quanto hanno contribuito a fare. la ricerca dei miglioramenti è un dovere: su di essa tutti gli oratori della maggioranza si sono soffermati e, in particolare, per la politica estera e sociale l' onorevole Saragat, per la politica interna l' onorevole Moro, per la politica agraria e sindacale l' onorevole Nenni, per la politica regionale l' onorevole Reale. ma la ricerca dei miglioramenti auspicabili e conseguibili manifesta già una volontà di proseguire, anzi di riprendere l' azione dopo il dialogo elettorale. il Governo, forte della sua esperienza, non può non avvertire i leali sostenitori della maggioranza che il dialogo elettorale darà tanto maggiori sodisfazioni ai propugnatori dell' esperienza in corso quanto più essi saranno capaci di difenderne la validità operativa, politica e storica, chiamando gli elettori, specie i giovani, a pronunciarsi, non solo sulle cose fatte e su quelle profilate con alcune avviate iniziative di studio sulla programmazione, sulla riforma della Pubblica Amministrazione , sulla riforma fiscale , sulla riforma e lo sviluppo scolastico, sull' ordinamento previdenziale, ma pronunciarsi anche sull' orientamento che a queste cose portò e ad altre può portare, ugualmente utili allo sviluppo vigoroso del popolo italiano , senza disarmonie, nella libertà, con un giusto progresso garantito da una pace stabile. avremmo mancato al completo adempimento del nostro mandato se dopo avere respinto le critiche di parte comunista, avallate spesso testualmente, talora rinforzate, sia pure contraddittoriamente, dalle critiche dei gruppi di destra, e dopo avere illustrato la più recente azione, specie in campo internazionale , non avessimo informato i gruppi della maggioranza circa la lezione che noi ricaviamo dalla nostra partecipazione alla esperienza comune. questa lezione ci suggerisce di riconoscere voi, membri della maggioranza, benemeriti per l' esperienza intrapresa e sostenuta, di incoraggiarvi a sostenerla ora meglio che potete e di spronarvi a riprenderla dopo le elezioni vigorosamente. assumendo questo atteggiamento, voi darete fondata prova agli italiani di non esser e stati avventati, mostrerete di essere consapevoli delle novità promosse ed anche capaci di sopportare i sacrifici e le difficoltà che queste novità ora vi impongono; vi presenterete agli elettori come rappresentanti meritevoli della conferma dei vecchi consensi e dell' acquisizione di nuovi per il coraggio dimostrato, per lo spirito di servizio praticato, per la ricerca spassionata di nuovi orizzonti per la democrazia italiana. e nel momento in cui auspichiamo per i gruppi di maggioranza il riconoscimento di cui sono meritevoli, desideriamo dare a tutti i nostri concittadini il buon esempio della riconoscenza. ringraziamo gli onorevoli colleghi della maggioranza della fiducia accordataci, della collaborazione ampia, lealmente prestataci, dell' onore fattoci chiamandoci ad esercitare un mandato difficile in un momento difficile. il ringraziamento è particolarmente cordiale per quanti nei diversi gruppi di maggioranza, pur non credendo nella piena validità dell' esperienza, con democratico rispetto del volere dei più, parteciparono disciplinatamente all' impegno collettivo. anche il loro disciplinato sacrificio chiede che si compia fino al termine della legislatura e durante il dialogo elettorale ogni sincero sforzo per convincere — come certamente essi desiderano — che l' esperienza intrapresa giova a consolidare le istituzioni, promuove il progresso, garantisce la libertà, avvicina ancor più alla giustizia sociale , per raggiungere la pace. infine, anche agli oppositori un grazie per gli errori che con le loro critiche ci hanno evitato, per gli avvertimenti che tempestivamente ci hanno dato, per il contributo che hanno recato a rendere meno difettosa ogni nostra iniziativa. anche con questi nostri ringraziamenti, rivolti ai sostenitori convinti, ai sostenitori soltanto disciplinati, ai critici e agli oppositori, abbiamo inteso rendere omaggio al Parlamento segnalandolo ancora una volta al paese come il saggio verificatore d' ogni ipotesi, il controllore d' ogni disegno, il garante di quelle libertà che sono il sicuro presidio d' ogni nostro non vacuo progresso.