Aldo MORO - Deputato Opposizione
III Legislatura - Assemblea n. 777 - seduta del 25-01-1963
Revisione della parte seconda della Costituzione
1963 - Governo I Prodi - Legislatura n. 13 - Seduta n. 304
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

questo dibattito, signor presidente e onorevoli colleghi , è mosso dalla presentazione di una mozione di sfiducia da parte del gruppo comunista, la quale si indirizza contro il Governo, contro la politica generale del Governo, e ha accentuate punte polemiche nei confronti della Democrazia Cristiana . l' onorevole Togliatti, nell' illustrare tale mozione, ha vantato la continuità della sua azione di opposizione all' attuale Governo, e ha attribuito a questa mozione — fra l' altro — il significato della testimonianza del fatto che il partito comunista , assumendo un così netto atteggiamento di opposizione, non teme, come non ha temuto ieri, di restare isolato nello schieramento politico e nel paese. in realtà, non è mancata talvolta nella posizione del partito comunista qualche maliziosa compiacenza tattica, non certo rivolta a facilitare, bensì a rendere difficile il corso della nostra azione politica; come, io credo, non è stato affatto inesistente nel corso di quest' azione politica il pericolo — che il partito comunista certamente ha avvertito — dell' isolamento del medesimo; pericolo d' isolamento che abbiamo potuto, in una misura limitata, ma non insignificante, registrare attraverso alcuni sbandamenti elettorali del partito comunista ; pericolo di isolamento che il partito comunista ha più volte tentato di fronteggiare attraverso alcune manovre tattiche di inserimento nell' ambito della maggioranza, nel corso della nostra azione politica per la realizzazione del programma di Governo . per altro, nella lucida consapevolezza del significato proprio della nostra azione politica e della sua vera finalità di sicuro sviluppo democratico, noi abbiamo sempre smascherato e respinto tali manovre, dando alla presenza e all' azione del partito comunista in taluni momenti della nostra azione politica il suo significato, cioè quello di un' azione di disturbo nell' ambito della maggioranza. oggi, però, nell' approssimarsi della prova elettorale, sono naturalmente esaurite le ragioni di quella certa tattica che ha portato il partito comunista ad un qualche gioco nel quadro della presente situazione politica, e attraverso questa decisa mozione di sfiducia diviene chiaro quello che è del tutto naturale, cioè la decisa opposizione di fondo del partito comunista a questo Governo, del quale è parte determinante la Democrazia Cristiana , e ad una qualsiasi azione politica della quale sia parte determinante la Democrazia Cristiana . appare, in tal modo, la naturale opposizione di fondo del partito comunista nei confronti di una politica che lo combatte e lo esclude. la sfiducia espressa nella mozione del partito comunista , dunque, non ci sorprende e non ci turba. è una sfiducia del tutto naturale. essa, semmai, convalida la nostra posizione politica, chiarisce il senso dell' azione svolta sempre, e anche in queste contingenze politiche, dalla Democrazia Cristiana . nella mozione del partito comunista , nella elencazione delle inadempienze, delle deficienze nelle quali sarebbe incorsa la maggioranza, nelle critiche rivolte alla politica della Democrazia Cristiana , emerge con assoluta chiarezza quel complesso politico, quella visione della nostra società e dei suoi sviluppi che è propria del partito comunista , quella concezione della società e della realtà politica alla quale noi ci opponiamo in modo radicale, una concezione che noi abbiamo sempre combattuto e continueremo a combattere, una concezione che non ha e, crediamo, non avrà domani la maggioranza nel Parlamento né nel paese. motivo primo, dominante forse, della mozione comunista è lo sforzo, il tentativo rinnovato anche in questo momento di sradicare l' Italia dal mondo occidentale, del quale essa è parte, per allontanare il nostro paese, con la prospettiva apparentemente vaga, ma significativa, di un comodo disimpegno, da quello che è il suo mondo, da quel mondo di storia, di cultura, di interessi. e di ideali al quale il nostro paese naturalmente appartiene e al quale è stato ancorato da ripetuti, inequivocabili responsi del corpo elettorale . vi è soprattutto, nella prospettiva politica del partito comunista , questo richiamo dell' Italia ad una posizione di isolamento innaturale ed impotente. di qui l' immagine (ingenua, lasciatemelo dire, nella sua limitata prospettiva) di un' Italia tranquilla e sicura perché non toccata da problemi di difficili rapporti con altri paesi, di un' Italia intangibile, di un' Italia la quale potrebbe quindi agevolmente fare a meno di qualsiasi forma di operante solidarietà internazionale. si tratta di una visione ingenua (volutamente ingenua, evidentemente) di un mondo estremamente complesso, caratterizzato fatalmente, ogni giorno di più, dall' interdipendenza e dalla solidarietà. sembra si ignori, guardando alla realtà limitata del nostro paese, che vi è un complesso del quale l' Italia fa parte e che la minaccia è venuta ieri e viene ancor oggi, non al nostro paese soltanto, ma a quel mondo complesso, idealmente caratterizzato, del quale il nostro paese fa parte. che una minaccia vi fosse e vi sia, è una realtà incontestabile; che questa minaccia abbia determinato e determini naturalmente una solidarietà tra coloro che tutti insieme possono essere colpiti e tutti insieme possono essere difesi, è uno dei punti fondamentali della nostra visione politica, una delle posizioni da noi proposte all' approvazione, che abbiamo ottenuto, del popolo italiano . una minaccia per tutti, una difesa di tutti; e l' Italia è parte di questa difesa. è questa forza solidale che apre la via della pace, è questa forza solidale capace di fermezza, di resistenza, di pazienza ed anche di misura, che ha difeso ieri, contro la prepotenza altrui, contro l' illusione dell' impunità, e che difende oggi la pace del mondo. se vi sono delle prospettive meno sconfortanti, ora, per quanto riguarda la pace del mondo, pur nella situazione precaria nella quale siamo, ciò è perché esiste un equilibrio delle forze, è perché è stesa intorno ai nostri interessi ed ideali una difesa comune, che ha tutta la fermezza, la pazienza e il senso di responsabilità necessari per perseguire, nella sicurezza, la pace. questa è la prima nostra scelta fondamentale che ci contrappone al partito comunista . è naturale che il partito comunista faccia oggi, innanzi tutto, il processo alla nostra scelta di politica estera . poi vi è la denuncia delle nostre deficienze e inadempienze, vi è l' accenno a quello che potrebbe essere un programma di azione sociale e politica capace di raccogliere il gradimento del partito comunista . o si tratta, per alcune cose, di quelle misure sconvolgenti e demagogiche che possono essere concepite nell' ambito dell' esasperato classismo del partito comunista ; o si tratta di un certo riformismo, in relazione al quale appare talvolta configurabile una certa parziale coincidenza di vedute in ordine a taluni provvedimenti; ma si tratta di un riformismo fatalmente, caratteristicamente strumentalizzato nel complesso della strategia comunista. quello che è certo è che, nel programma di rinnovamento, di riforme, di sviluppo democratico — come si dice — che il partito comunista propone di volta in volta, vi è un altro piano, vi è sempre una riserva, vi è una finalità, connaturale alla politica comunista, coercitiva e livellatrice; una riserva di qualche altra cosa, anche non enunciata, anche opportunamente nascosta; una riserva che rinvia a quelle cose diverse e più gravi; una riserva che si richiama a quell' insidia costante alla libertà che noi abbiamo identificato ed identifichiamo nella posizione del partito comunista , nella integralità sostanzialmente sovvertitrice del programma comunista, nella logica, non eliminata e non eliminabile, della rottura rivoluzionaria che lo caratterizza. questa politica su due piani, è questa fondamentale riserva che, al di là di parziali coincidenze su punti limitati della politica di sviluppo economico e sociale del paese, preclude le collaborazioni e determina quella radicale incompatibilità dei democratici con il partito comunista che non è un' ingiustizia, non è un arbitrio, ma è l' espressione di una profonda sfiducia che la dottrina comunista e gli eventi della storia non hanno potuto che confermare. noi vogliamo realizzare progressivamente maggiore giustizia nella nostra società, ma non vogliamo pagare, né oggi né domani, per questo (ciò sarebbe oltre tutto illusorio), il prezzo della libertà; non vogliamo pagare il prezzo della perdita dell' iniziativa dell' uomo; non vogliamo pagare il prezzo del sacrificio delle nostre tradizioni e del nostro costume morale; non vogliamo pagare il prezzo della perdita della nostra visione umana e libera della vita sociale. per questo siamo stati e siamo un' alternativa democratica al comunismo, senza alcuna pretesa di esclusività, così come mi è stato rimproverato ieri. non abbiamo nessuna pretesa di essere una forza di opposizione che operi da sola nei confronti del partito comunista . sappiamo che altri motivi ideali, altre visioni del mondo su basi democratiche concorrono, nella lotta politica, a contrastare il passo al partito comunista . ma non possiamo dimenticare che in Italia una politica di arresto della forza di penetrazione del partito comunista passa attraverso la vasta mobilitazione popolare della Democrazia Cristiana , passa non soltanto attraverso la forza degli ideali religiosi e morali nei quali noi crediamo, nei quali è la radice della nostra opposizione, ma passa attraverso la nostra intatta capacità di mobilitare democraticamente grandi forze popolari, nel segno della libertà, in una alternativa democratica al partito comunista . onorevoli colleghi , ritengo sia stato e sia, oltreché un dovere, anche un titolo d' onore per noi ed una ragione di efficacia in profondità della nostra azione politica il fatto di avere sempre tenuto questa competizione con il partito comunista sul terreno democratico e ad un livello civile, di avere combattuto efficacemente, democraticamente il partito comunista , senza indulgere alle tentazioni illusorie, oltreché false, di una politica conservatrice, incapace di risolvere i problemi della giustizia e dello sviluppo democratico della nostra società. senza paura della libertà, senza sfiducia nella libertà abbiamo creduto che, in termini di libertà e di progresso, si potesse combattere in una libera dialettica la battaglia democratica contro il partito comunista . questa è la ragione della nostra sfida democratica, espressione di coraggio e di fermezza, della sfida democratica al comunismo che non caratterizza soltanto questo momento politico, ma ha caratterizzato tutta quanta la nostra azione, perché in tutti questi anni non abbiamo opposto al partito comunista un' alternativa reazionaria, gli abbiamo contrapposto un' alternativa democratica. non ci siamo, nonostante tutto, mai affiancati alle forze di destra: abbiamo condotto una politica nostra di resistenza al partito comunista , di attacco contro il partito comunista . abbiamo combattuto una battaglia di libertà con gli strumenti della libertà, abbiamo combattuto una battaglia di progresso con strumenti di progresso, e abbiamo dimostrato di potere senza alcuna pregiudiziale adottare, dove esse ci siano sembrate necessarie, anche drastiche e severe misure di giustizia e di uguaglianza, ma senza cadere in pericolose unilateralità classiste, agendo cioè su un terreno sgombro da ogni pregiudiziale, con la prontezza e la capacità di adoperare, in una visione libera e giusta della società, tutti gli strumenti che appaiano utili a realizzare obiettivi di progresso e di giustizia nel nostro paese. dunque, noi voteremo contro la mozione di sfiducia del gruppo comunista, intendendo con ciò, naturalmente, riconfermare la nostra fiducia nel Governo, ma intendendo anche sottolineare con il nostro voto contrario la nostra opposizione al partito comunista ; intendendo, attraverso la reiezione dei suoi rilievi critici, la reiezione delle sue proposte, di presentarci ancora una volta al paese con la nostra autentica fisionomia politica, nella integrità della nostra forza e dei nostri ideali. respingiamo la mozione di sfiducia comunista anche per sottolineare, nell' ambito delle importanti vicende politiche che hanno caratterizzato quest' anno significativo della nostra vita, contro tentativi di inserimento e contro critiche interessate, la nostra totale indipendenza, nello svolgimento della nostra politica, dal partito comunista , dalle sue prospettive, dalle sue posizioni politiche. quel che abbiamo fatto, l' abbiamo fatto sempre in una valutazione obiettiva e serena della realtà politica, camminando sulla nostra strada, quella strada che la Democrazia Cristiana batte da sempre, di volta in volta ricercando, non in una visione opportunistica, ma in una intelligente aderenza alla realtà politica, i modi nuovi, i nuovi strumenti, le forze adeguate per continuare a combattere la sua battaglia democratica per la salvaguardia della libertà e la realizzazione del progresso e dello sviluppo democratico del nostro paese. su questa strada abbiamo camminato sempre, ed in particolare in questo anno difficile, con due caratteristiche fondamentali che sono proprie del nostro partito, che corrispondono alle responsabilità del nostro partito: con l' ardimento, con la prontezza, con la capacità, non opportunistica, ma responsabile, di movimento; e insieme con la prudenza, con la misura, con il senso di responsabilità propri di un grande partito che garantisce con la sua forza essenzialmente, non esclusivamente, la vita democratica del nostro paese. questa prudenza e questo ardimento sono stati la norma della nostra azione politica; in questo ambito si spiegano le nostre decisioni congressuali e gli sviluppi politici che ad esse sono seguiti. ci siamo trovati di fronte ad una situazione determinata, ad un problema difficile concernente la ricerca di una maggioranza democratica necessaria per fare andare avanti il paese; ci siamo trovati, in quel momento, di fronte all' esaurimento in termini politici di alcune forme di collegamento che erano state utili in passato e avevano reso, in momenti difficili, servizi autentici alla democrazia italiana; ci siamo trovati dinanzi all' esaurimento, al quale non si è certo accompagnato un nostro disconoscimento del loro valore positivo e costruttivo, di quelle collaborazioni di Governo attraverso le quali nelle forme allora possibili avevamo condotto innanzi la nostra azione di garanzia della vita democratica del paese, lasciandoci sempre significativamente certi margini a sinistra e a destra. perché né noi, né i partiti con i quali abbiamo collaborato, abbiamo mai assunto una collocazione tale da far dimenticare che vi sono, oltre che zone di riserva a sinistra, anche zone di riserva e di pericolo a destra dello schieramento politico italiano. in quella circostanza abbiamo registrato una situazione difficile nella ricerca di una maggioranza, abbiamo registrato l' esaurimento delle passate formule di Governo, abbiamo ricordato il valore di quelle formule, anche ieri richiamato significativamente dall' onorevole Saragat, che è stato meritoriamente uno dei protagonisti di un momento difficile e costruttivo della vita politica italiana . in quella situazione, non sotto la pressione di circostanze coercitive, ma secondo il nostro senso di responsabilità , secondo la nostra libera, ardita e insieme prudente determinazione, abbiamo deciso di esplorare le nuove strade. non abbiamo cercato una maggioranza di comodo, quale che fosse, ma abbiamo cercato di interpretare la difficile realtà del paese per vedere non se una qualsiasi solidarietà potesse risolvere il problema delle maggioranze, ma se vi fosse una nuova forma di solidarietà utile in rapporto alle esigenze di sviluppo democratico che il paese presentava. non abbiamo mantenuto, pur nel riconoscimento del giusto valore del nostro passato, alcuna inammissibile fissità nelle formule, abbiamo preso la via dell' iniziativa e della responsabilità, e non soltanto in rapporto ad alcuni particolari obiettivi programmatici. i programmi sono certamente importanti, ma non sono tutto. non si costituiscono le maggioranze soltanto per fare alcune cose, anche se le cose da fare sono importanti: si costituiscono le maggioranze per una ragione politica, e la ragione politica, quella che ho richiamato nell' articolo al quale l' onorevole Oronzo Reale ha fatto riferimento, il nostro nobile disegno politico era appunto quello di uno sviluppo democratico, di un incontro capace di valorizzare forze politiche fino a quel momento rimaste in una posizione di vincolo, in una posizione di protesta, in una posizione di sterile massimalismo; era quello di chiamare, aprendo una prospettiva nuova, queste forze politiche ad assumere responsabilità, per cercare di far coincidere più largamente — il che è un obiettivo politico fondamentale ed un obiettivo naturale in un partito di così alta responsabilità come il nostro — la sfera del potere con la sfera del consenso popolare. abbiamo stabilito un incontro nuovo, in una luce nuova, con alcuni partiti con i quali avevamo collaborato in passato; un nuovo incontro nel senso di una riconosciuta affinità fra noi, non ideologica, evidentemente, ma politica, di una iniziativa nuova, di un nuovo impegno che insieme volevamo assumere per fare andare ancora avanti il paese nell' ordine e nella sicurezza democratica. il significato della presenza di questi partiti è sempre stato molto alto per noi, ed io desidero richiamarlo qui anche per rispondere ad un implicito cortese rilievo dell' onorevole Saragat, il quale, facendo evidentemente allusione a me nel suo discorso di ieri, notava che in qualche sede sembrava si considerasse questo Governo pura espressione della Democrazia Cristiana . no: abbiamo sempre dato la giusta posizione, piena di rispetto e di considerazione, ai partiti che ancora una volta in una posizione nuova hanno accettato di collaborare con noi per il bene del paese. quando ricordavo, nell' espressione — che ha dato occasione al rilievo dell' onorevole Saragat, la presenza determinante della Democrazia Cristiana nel Governo, lo facevo di fronte a quella che mi sembrava essere una certa pericolosa furberia polemica, per la quale sembrava possibile ad un certo momento isolare un Governo, che è espressione composita di partiti ma ha in prima linea il sostegno della Democrazia Cristiana , del partito dal quale esso è espresso e dal quale riceve gli indirizzi politici che traduce nella sua responsabile azione. abbiamo avuto un incontro, quindi, rinnovato con i partiti della sinistra democratica; abbiamo avuto un difficile incontro, in una forma atipica, caratteristica di una fase sperimentale della nostra vita politica, con il partito socialista italiano, al quale abbiamo fatto credito, nel nostro doveroso senso di responsabilità , della sua dichiarata leale volontà di partecipare ad una maggioranza in una forma particolare, di iniziare un contatto con altri partiti, di contribuire ad aprire una nuova prospettiva nella vita democratica del nostro paese. la difficoltà e l' atipicità di questo incontro non sono certamente un fatto dovuto a piccole considerazioni di opportunità: sono l' espressione della realtà storica, sono l' espressione della evidente diversità tra il nostro partito e il partito socialista : partito interclassista la Democrazia Cristiana , in una visione di giustizia e di ordine sociale che pone l' accento sugli interessi popolari; partito classista il partito socialista , partito tormentato — questo è il suo problema e, in una certa misura, il nostro problema — dalla pressione di una solidarietà di classe che apre e rende acuti i suoi rapporti con il partito comunista ; un partito che viene da una diversa esperienza internazionale; un partito che viene da una posizione di protesta, da una posizione periferica, periferica rispetto al nostro sistema; un partito la cui difficoltà nell' inserimento in questa nuova prospettiva politica non può essere dimenticata: una difficoltà che evidentemente si riflette su di noi, una difficoltà che è stata la nostra difficoltà. ecco perché noi abbiamo ritenuto di dover presidiare, per quanto sta in noi, per quella che è la nostra responsabilità, questa esperienza con una rigorosa delimitazione, con una presenza determinante della Democrazia Cristiana , con una posizione di iniziativa la quale garantisce, secondo la nostra visione e la nostra responsabilità, nello svolgimento di questa esperienza, l' integrità del volto politico del paese, l' integrità della vita democratica del popolo italiano , quale a noi appare attraverso il voto ripetuto della larga maggioranza dell' elettorato. ecco perché abbiamo dovuto, naturalmente, fissare noi il ritmo della nostra azione, ecco perché abbiamo dovuto indicare il passo con il quale intendevamo camminare; abbiamo dovuto rivendicare quella nostra posizione centrale e determinante che è data dalla posizione, per consenso elettorale, del nostro partito, che è la garanzia della vita politica italiana . quando si dice « partito guida » , « partito sedicente guida » , come è stato rilevato stamane nel discorso dell' onorevole Nenni, non si ha altra pretesa se non di richiamare ad una posizione senza dubbio di determinante responsabilità della Democrazia Cristiana . fino a quando noi saremo i rappresentanti di una così larga parte dell' elettorato, fino a quando noi avremo una posizione di equilibrio e di responsabilità, quale abbiamo dimostrato di avere in questi anni, noi possiamo dire di essere, in questo senso e senza alcuna pretesa, nella nostra posizione di maggioranza, guida ed orientamento per la democrazia italiana. è perciò che è apparsa necessaria ad un certo momento, in ordine allo sviluppo dell' azione politica e programmatica di questi mesi, quella che è stata definita una battuta di arresto relativa all' attuazione dell' ordinamento regionale. in ordine alla nostra posizione crediamo, nonostante tutte le cose che sono state dette, di poter affermare che non vi sono state da parte nostra slealtà né improvvisazione. la nostra posizione non è emersa come un fatto nuovo improvviso ed incomprensibile, è stata chiarita ripetutamente in tutte le sedi...... e ha la sua radice in una esplicita riserva che io avevo fatto (era stata fatta, del resto, anche al Senato, nel corso del dibattito per la fiducia al Governo). il problema delle regioni era un problema accantonato per la Democrazia Cristiana , accantonato da anni, nonostante che questo punto programmatico appartenga decisamente al patrimonio della Democrazia Cristiana . questo ci è stato rimproverato come se fosse una contraddizione. non abbiamo difficoltà a dire che, noi da un lato e i repubblicani dall' altro, abbiamo sempre avuto questa visione varia e composita della vita sociale. abbiamo sempre compreso l' attuazione dell' ordinamento regionale nel nostro programma; ma questo non ci ha mai impedito una prudente valutazione circa resistenza delle condizioni politiche che avrebbero potuto consentire e rendere feconda questa grande riforma della vita dello Stato. e non è possibile disconoscere, con una sommaria accusa di inadempimento costituzionale, che tutto l' iter di attuazione della Costituzione si viene compiendo con considerazioni di prudenza e di gradualità. e non venite a dire che non vi è alcun partito politico che non abbia una riserva da fare o una prudenza da consigliare in rapporto a qualche punto dell' attuazione costituzionale. noi vogliamo rispettare tutte queste riserve, perché crediamo davvero che un attuazione istantanea e tumultuosa della Costituzione, da tutti i punti di vista ed in rapporto ai più diversi problemi, poteva essere pericolosa. quindi, noi chiediamo di essere rispettati anche quando abbiamo nostre ragioni di prudenza, di gradualità ed anche di serietà da far valere. perché, onorevoli colleghi , ad un certo momento si è creata in ordine ai tempi, ai modi di attuazione dell' ordinamento regionale, una certa mitologia, che induceva a trascurare tutte le ragioni di doveroso approfondimento, di organica visione delle cose, di seria scelta dei momenti, con l' effetto di screditare di fronte all' opinione pubblica quella che è certamente la più grande riforma democratica italiana. del resto, non deve essere sottovalutato il fatto che la nostra posizione negativa nei confronti della concreta attuazione dell' ordinamento regionale ha incominciato ad essere attenuata proprio in rapporto ad una prospettiva politica nuova rappresentata dalla esperienza di incontro con il partito socialista . ed anche questo può essere considerato come elemento qualificante dell' esperienza. proprio in rapporto a questa esperienza, richiamandoci al congresso di Napoli e alla nostra antica convinzione in favore delle regioni, noi abbiamo detto che si poteva incominciare a riprendere in esame l' ordinamento regionale. e passi innanzi sono stati fatti, non soltanto attraverso l' istituzione (pressoché compiuta), significativa ed esemplare, della regione a statuto speciale Friuli Venezia Giulia , ma anche attraverso l' attività di Governo e parlamentare svolta sin qui per portare innanzi, per far progredire in qualche modo sulla via dell' attuazione l' ordinamento regionale. ma io ho detto sempre, ho detto sino all' ultima riunione dei quattro partiti, che noi non potevamo andare di là da un certo limite, che cioè non ritenevamo la situazione matura, cioè politicamente idonea per una completa attuazione dell' ordinamento regionale. ove pure le elezioni regionali fossero state rinviate a dopo le elezioni politiche , ciò non avrebbe escluso l' esistenza compiuta di un ordinamento regionale che disponeva ormai di alcuni degli strumenti legislativi necessari alla sua attuazione, anche se (devo sottolineare questo punto) sarebbe stato privo di alcuni altri strumenti fondamentali per il retto funzionamento delle regioni, le leggi quadro cioè, senza le quali non sarà mai possibile definire realmente i confini fra la competenza dello Stato e la competenza della regione. il problema delle regioni è d' una enorme importanza, è stato detto da tutti; e, significativamente, anche dall' onorevole Togliatti, il quale, parlando di attuazioni programmatiche, anche obbedendo alle ragioni della sua polemica, ha detto che sì, la nazionalizzazione è qualche cosa, anche se viene applicata male (non sappiamo poi in che cosa),....... ma che il punto veramente importante sono le regioni. anche noi siamo dello stesso avviso. noi crediamo davvero (ecco perché, soprattutto su questo terreno, abbiamo creduto di far valere quelle ragioni di prudenza e di misura che, del resto, abbiamo cercato di tenere per tutto il corso della nostra esperienza), anche noi crediamo che le regioni siano una cosa importantissima, veramente la più grande riforma nella vita dello Stato democratico . le faremo quando sarà giunto il momento opportuno, quando voi non potrete approfittarne. si tratta di rapporti e di equilibri politici nuovi; si tratta, secondo la nostra originaria intuizione, di un modo decentrato e vario di essere della vita dello Stato; se si vuole, d' una difesa di fronte all' accentramento dello Stato, di un modo di essere democratico nella vita dello Stato; si tratta, ciò che è più, dati gli attuali sviluppi della realtà sociale e politica, di uno strumento ormai importante per rendere possibile una compartecipazione autonoma delle regioni, sfere particolari e significative della vita del paese, ad un' ordinata vita economica e sociale della nazione. sono due esigenze che confluiscono, l' una antica e l' altra nuova. noi le comprendiamo e condividiamo entrambe; ma proprio per questo crediamo — abbiamo detto — che per la completa attuazione dell' ordinamento regionale fossero necessarie condizioni di reale stabilità politica . su questa nostra riaffermata esigenza di stabilità politica si è inserita la grande polemica di questi giorni e si è parlato di una offesa arrecata, con questa indicazione, al partito socialista . io credo di avere spiegato nella riunione dei quattro partiti, e anche successivamente, che cosa si intenda da parte nostra con l' espressione « stabilità politica » : l' esistenza di un raggruppamento di forze politiche capaci di assumere nelle regioni la gestione del potere in modo coerente con la vita generale dello Stato; un raggruppamento di forze politiche il quale, per essere coerente con le esigenze generali della vita democratica del paese, non può includere il partito di opposizione pregiudiziale, che è il partito comunista . certo, questa è la prima esigenza. ma noi abbiamo inteso dire anche altre cose. abbiamo voluto richiamare, con la riaffermata esigenza della stabilità politica , la necessità, a nostro avviso, che una maggioranza organica, sufficientemente omogenea potesse assumere al centro, in funzione propulsiva, la responsabilità di questa grande riforma della vita democratica del paese. noi non siamo (e per questo non siamo antiregionalisti, ma regionalisti) tra coloro i quali credono compromessa l' unità dello Stato in forza dell' esistenza di centri autonomi di potere anche vasti e importanti come le regioni; ma non siamo neppure ciechi al punto di non vedere che occorre una grande forza politica unitiva, capace di contrastare i rischi della rottura dell' unità nazionale . e questa forza politica unitiva noi la vediamo necessariamente consistere in un raggruppamento di partiti che possano assumere al centro e alla periferia questa responsabilità con coerenza nell' intero arco di questa esperienza: un raggruppa, mento omogeneo, stabile di partiti i quali siano anche fra loro affiatati. perché, quando siamo di fronte all' ordinamento regionale, non possiamo chiedere tutto al Governo. anche se è necessario un Governo stabile, con una organica e sicura maggioranza, gran parte del successo di questa iniziativa, che può essere apportatrice di responsabile libertà nella vita del paese, è affidata ai partiti, a questi misconosciuti partiti, i quali sono così largamente protagonisti della vita nazionale. partiti affiatati fra di loro possono assicurare essi, con la loro iniziativa politica, la necessaria coerenza dell' intera vita politica nazionale. ora, tutte queste cose, onorevoli colleghi , non erano né sono in atto nel nostro paese; non vi erano per la natura stessa, riconosciuta nella sua limitazione e nella sua novità, dell' esperienza alla quale abbiamo dato vita. non vi è evidentemente in ciò, onorevole Nenni, come ella e il suo partito hanno voluto vedere, un disconoscimento del significato e del valore dell' esperienza in corso in sede centrale e in sede locale: nei rapporti tra i partiti non si può dimenticare che queste esperienze hanno il segno della novità, della sperimentazione, dell' incertezza. non si può negare che la maggioranza organica, una maggioranza cioè nella quale vi sia un comune impegno politico generale (che è l' essenziale), non è ancora all' orizzonte; l' onorevole De Martino ricordava nei giorni scorsi, nella sua replica al comitato centrale del partito socialista , che quest' ultimo, oggi come ieri, non si è impegnato sulle direttive politiche generali del Governo. siamo quindi dinanzi ad una forma importante e significativa di collaborazione, ma non siamo, pur in presenza di queste esperienze, alla stabilità politica che noi riteniamo necessaria; siamo ad un impegno che il partito socialista ha immaginato ipoteticamente di poter assumere per l' avvenire, sulla base di una futura valutazione politica dei risultati elettorali e delle future deliberazioni del suo congresso. anche noi, tenendo conto di questa situazione, pur credendo di poter fare passi in avanti sulla via dell' attuazione dell' ordinamento regionale, abbiamo ritenuto di proiettare a nostra volta il nostro impegno definitivo verso un avvenire in cui a sostegno della grande riforma vi sia un complesso di forze politiche sufficientemente collegate e impegnate sul piano politico generale per portare il peso della più grande riforma dello Stato democratico . non si può, noi crediamo, svalutare il tema da noi proposto e le ragioni di prudenza che abbiamo fatto valere nella nostra responsabilità, né vedere in ciò un espediente elettoralistico. tutti coloro che hanno seguito con obiettività gli avvenimenti, dall' interno come dall' esterno, possono dire che da parte nostra vi è stato lo sforzo di trovare in termini « negoziali » un punto di incontro che salvaguardasse queste esigenze, che a noi sembrano di fondamentale importanza. non si può, onorevoli colleghi , dire che abbiamo fatto una piccola speculazione elettorale, né affermare che si tratti di cosa di poco momento. si deve riconoscere (sia pure, se così piace, non condividendo le nostre impostazioni) che il tema da noi proposto è un tema importante e significativo, e di larghe implicazioni. esso significa, in sostanza, che noi intendiamo nella nostra azione politica, nella nostra apertura ad ogni forma di utile contatto con le altre forze politiche , ad ogni proficua esperienza di sviluppo democratico, portare il prezioso presidio della nostra iniziativa e del nostro senso di responsabilità . intendiamo rassicurare il paese che nella nostra forza e nella nostra fermezza può trovare in ogni caso uno strumento idoneo a fronteggiare qualsiasi evenienza, ed un elemento di garanzia per ogni utile sviluppo della sua vita democratica . su questi problemi si è verificata una polemica di vasta portata con il partito socialista . siamo di fronte alle decisioni, che mi permetterò di dire severe, del comitato centrale di quel partito. mi sarà consentito anche di rilevare una certa contraddizione fra le due parti del notevole discorso dell' onorevole Nenni: la prima tutta irta di punte polemiche, tutta protesa nella denuncia di un grave ed irrimediabile inadempimento della Democrazia Cristiana ; la seconda ampia e diffusa nell' elencazione di una serie di importanti conquiste democratiche alle quali la Democrazia Cristiana tutta intera ha dato il suo apporto determinante. il partito socialista dice alcune cose che mi sembra difficile interpretare altrimenti che alla lettera, essendo questo il primo e fondamentale tra i criteri ermeneutici. esso afferma che, in forza dell' inadempimento della Democrazia Cristiana , si intende chiusa, per nostra deficienza, quella fase di collaborazione che si era aperta e si era imperniata sull' accordo programmatico del febbraio scorso. questo qualche cosa di più di una polemica severa. ne prendiamo atto rilevando che essa sembra, se non avventata, un po' dura, un po' eccedente la natura reale delle cose, soprattutto se confrontata con il largo elenco di realizzazioni positive che sono state indicate proprio dall' onorevole Nenni. non tocca comunque a noi misurare ciò che altri, nella propria responsabilità, ha detto: quindi dobbiamo limitarci a prendere atto soltanto di quello che è stato detto. e stato detto di più: che in forza di questo inadempimento della Democrazia Cristiana si intende decaduto l' accordo di legislatura che era stato proposto dal partito socialista . anche di questo prendiamo atto, rilevando che così viene meno un punto intorno al quale potevano essere richiamati la nostra attenzione e il nostro senso di responsabilità . il partito socialista , a corollario di queste dichiarazioni, rilevando l' impossibilità o l' inopportunità di un chiarimento politico, si appella al giudizio del corpo elettorale . evidentemente noi non possiamo che fare, a nostra volta, lo stesso appello. poiché sono in discussione cose importanti, che coinvolgono grandi principi e grandi temi della vita politica (da un lato, infatti, vi è la strutturazione nuova, più agile, più viva dello Stato democratico : dall' altro vi sono le ragioni dell' unità, della coerenza, della sicurezza democratica, della stabilità politica ), noi intendiamo che di tutte le nostre esigenze e preoccupazioni sia fatto giudice il corpo elettorale ; giudizio, questo, più attento, e forse più genuino e conclusivo, di quello che potrebbe emergere da qualsiasi dibattito politico o parlamentare. quindi siamo d' accordo che di questi temi, accanto agli altri della nostra vita politica (i grandi temi dello sviluppo democratico, delle nostre responsabilità, dei nostri impegni in questa. fase nuova della vita del paese), si occupi il corpo elettorale , perché chiarisca, nei modi in cui può farlo, le nostre rispettive strade; perché dia consenso e consistenza alle forze politiche atte a rappresentare uno strumento per fronteggiare il domani politico del nostro paese. voi, colleghi socialisti, avete fatto richiamo a condizioni nuove. anche noi facciamo richiamo a condizioni nuove, più chiare, più precise, più decisive, dopo un' esperienza importante e significativa; un' esperienza che andava necessariamente compiuta come premessa di ogni sviluppo politico e che ormai, con il richiamo al corpo elettorale , cede il passo ad una prospettiva di più stabile assetto della vita politica italiana . si può dunque ritenere, sulla base delle dichiarazioni del partito socialista , che la fase creativa, vitale e politicamente significativa di questo corso politico si sia esaurita nell' attesa del grande dibattito elettorale al quale ci accingiamo; e che quindi tutte le nostre valutazioni, tutti i temi impegnativi del dibattito politico, siano da trasferire in quella sede. nella presente realtà politica noi ci troviamo di fronte alla mozione di sfiducia del partito comunista , la quale, oltre al significato già illustrato, ne ha anche uno immediato di sfiducia nei confronti del governo di coalizione presieduto dall' onorevole Fanfani. come dicevo all' inizio, noi respingiamo la mozione di sfiducia comunista, dando a tale reiezione il significato complesso di riconferma polemica della nostra posizione a cui accennavo all' inizio, nonché quello di una riconferma della nostra piena fiducia nel Governo presieduto dall' onorevole Fanfani. i motivi di questa fiducia non è difficile immaginarli. noi abbiamo fiducia nel Governo in considerazione dell' opera appassionata, tenace, intensa svolta in questi mesi in condizioni difficili, molto difficili, sul piano politico e nella complessa realtà che esso deve dominare. un' opera intensa, efficace, la quale ha consentito di risolvere alcuni grandi problemi della vita nazionale. per ragioni di tempo non potrò elencare tutto ciò che è già stato fatto, e che l' onorevole Nenni ha ricordato, penso, con un minimo di solidarietà. ricordiamo la nazionalizzazione dell' energia elettrica : una realizzazione importante, difficile, che ha eccitato il nostro giudizio critico, il nostro senso di responsabilità , un problema che abbiamo risolto in un senso che riteniamo utile al paese, ponendo una premessa ad una vita economica più ordinata e ad una vita sociale più giusta. ricordiamo la scuola media unica. pur nelle controversie su taluni aspetti particolari della legge, il fatto che dopo tanti anni sia stata configurata una scuola fondamentalmente uguale, aperta a tutti, una scuola di popolo per l' educazione di base dei nostri ragazzi, è un fatto positivo. va poi ricordata tutta l' attività svolta dal Governo per la preparazione di strumenti idonei per una più ordinata vita di domani: le grandi inchieste sulla scuola e sulla Pubblica Amministrazione , il lavoro della Commissione per la programmazione, la sollecitudine per rimuovere ingiustizie e situazioni di disagio fra le persone e fra le regioni del paese. è un complesso di opere veramente imponente che contribuisce a farci riconfermare la nostra fiducia nel Governo. riconfermiamo la fiducia al Governo anche guardando ad alcuni provvedimenti che sono ancora all' esame delle Camere, lungamente maturati nel corso di questa legislatura e che anche noi riteniamo necessario portare all' approvazione. mi riferisco anzitutto alla regione Friuli Venezia Giulia ed alla riforma del Senato, ben lieto di dare all' onorevole Saragat l' assicurazione del costante favore con il quale abbiamo considerato e consideriamo quel provvedimento. riconfermiamo la nostra fiducia al Governo, perché lo riteniamo per la sua composizione, per la ricca esperienza politica che lo caratterizza, per la provata capacità degli uomini che ne fanno parte, il più idoneo a guidare in condizioni di piena garanzia democratica il paese verso il traguardo elettorale. riconfermiamo la nostra fiducia al Governo perché lo riteniamo, per ciò che rappresenta, per i partiti che lo compongono, per la sua esperienza passata, per l' azione fin qui svolta, capace di fronteggiare in qualsiasi circostanza le evenienze nelle quali il paese si potesse trovare. e pensiamo soprattutto, evidentemente, ai temi di politica estera . la politica estera non si ferma, anche se vi è una certa stanchezza nei rapporti politici, anche se si va verso traguardi elettorali. ebbene, è anche tenendo conto di questa esigenza che noi riconfermiamo la nostra fiducia al Governo, dandogli il mandato di tutelare gli interessi del paese, di garantire la libertà e la sicurezza del popolo italiano , di garantire le nostre alleanze, di partecipare in modo costruttivo all' intensa azione politica che è in corso nel mondo in questo momento. vogliamo ribadire sinteticamente la nostra direttiva fondamentale: piena fedeltà all' Alleanza Atlantica , come abbiamo detto all' inizio. noi desideriamo una nostra partecipazione ad essa fatta di dignità, di iniziativa, di effettiva corresponsabilità, e quindi siamo favorevoli alle forme nuove che, adeguando gli strumenti alla realtà dei tempi, la NATO sta studiando per fronteggiare la situazione oggi con i mezzi che l' oggi richiede. siamo favorevoli ad una politica di stretta amicizia con la grande democrazia americana, lieti di constatare che il fortunato ed importante viaggio del presidente Fanfani è valso appunto a. consolidare e a riconfermare questa amicizia, a fare ancor più apprezzare negli USA l' appoggio leale ed efficace che il nostro paese desidera dare alla NATO ed alla politica perseguita dalla grande democrazia nord americana. quanto alla politica europea , noi non possiamo che confermare le nostre direttive fondamentali. siamo stati sempre favorevoli ad ogni processo di espansione e di integrazione europea , cioè abbiamo guardato con favore ogni allargamento della sfera di azione dell' Europa unita, ogni approfondimento dei vincoli che nell' ambito di questa comunità tendono all' auspicata integrazione. pare a noi che, di fronte alle difficoltà che si profilano, senza indulgere ad alcun esclusivismo, che reputiamo pericoloso, si debba procedere con decisa iniziativa per far valere, per quanto sta in noi, le vitali idee dell' integrazione europea nella quale abbiamo creduto, e continuiamo a credere, quali che siano le difficoltà che alla sua attuazione si oppongano in questo momento. mi pare che la nostra posizione in questo dibattito risulti ormai sufficientemente chiara. vorrei ancora aggiungere, anche per rispondere ad un accenno in certo modo critico dell' onorevole Nenni, che veramente la nostra polemica di questi giorni e la posizione da noi assunta per ragioni di serietà e di responsabilità non implicano in alcun modo alcuna concessione a destra; non significano che sia cambiata la linea politica fondamentale della Democrazia Cristiana , la quale non ritiene incompatibile con le ragioni di garanzia e di sicurezza, che essa ritiene di dovere far valere, la sua posizione nettamente differenziata da sempre nei confronti dell' estrema sinistra da un lato e dall' estrema destra dall' altro. non è, questa, cosa nuova. la polemica con la destra e la polemica della destra sono state costanti per la Democrazia Cristiana . sia che facessimo una politica centrista, sia che conducessimo la nostra esperienza di questi mesi, la polemica della destra contro di noi è stata sempre ugualmente viva, ingiusta talvolta in alcuni motivi, ma naturale, perché fondata sulla diversità che esiste tra la nostra e la sua posizione. questa posizione fondamentale, che colloca la Democrazia Cristiana al suo giusto posto, lasciando da parte il comunismo da un lato, il fascismo dall' altro, questa posizione fondamentale di indirizzo democratico, questo impegno di libertà, di progresso e di sviluppo democratico, continuano ad essere la caratteristica fondamentale del nostro partito. noi crediamo che da destra non possano venire proposti contenuti validi per l' avvenire del paese. riteniamo che da destra nulla possa venire che abbia risonanza nel profondo della coscienza popolare; e che quindi il compito della costruzione di un' autentica, profonda, seria, diffusa democrazia in Italia sia affidato ad altri, sia affidato, lasciatemelo dire, anzitutto alla Democrazia Cristiana per l' entità dei consensi popolari che essa ha saputo acquistare e conservare in tanti anni. siamo dunque sulla nostra strada, la strada di una democrazia in sviluppo garantita dalla forza e dalla fedeltà agli ideali del nostro partito. è questo che noi intendiamo mettere ancora una volta al servizio del nostro paese.