Giuseppe SARAGAT - Deputato Opposizione
III Legislatura - Assemblea n. 581 - seduta del 09-03-1962
sulla situazione in Iran e in Afghanistan
1962 - Governo I Cossiga - Legislatura n. 8 - Seduta n. 93
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , onorevoli colleghi , gli interventi che si sono succeduti nel corso di questo dibattito si sono riferiti particolarmente al programma ed alla composizione del Governo, nonché al problema delle forze che appoggiano questo Governo. io vorrei cominciare a parlare del programma anche perché alcuni hanno considerato che fosse questo l' aspetto più caratteristico del Governo che abbiamo di fronte. ieri abbiamo sentito il discorso dell' onorevole Malagodi e, ascoltandolo, mi ricordavo di una battuta di un Primo Ministro di Gran Bretagna , il quale diceva che anche le tribù dell' Africa hanno un capo, ma soltanto il parlamento d' Inghilterra ha una opposizione. anche questo Parlamento, questo Governo, ha una opposizione democratica: ieri l' onorevole Malagodi si è laureato leader di questa opposizione democratica. ma, nel suo intervento, l' onorevole Malagodi ha presentato il programma di questo Governo sotto un aspetto tale per cui ha dovuto concludere quasi facendo l' apologia del partito comunista e difendendo l' unità del partito socialista . le critiche che l' onorevole Malagodi ha mosso al programma presentato dal Governo sono critiche giustificate. l' onorevole Malagodi è un oratore molto abile, ma, mentre parlava, ho avuto l' impressione che facesse anche un pochino la caricatura di se stesso . mentre annunziava disastri ineluttabili per la politica del Governo, ci raccontava, con la sua arguzia, di quella tale commissione di esperti, di economisti acutissimi della Germania occidentale che avevano esaminato il problema delle fonti di energia ed avevano previsto che a distanza di cinque anni il petrolio sarebbe completamente scomparso dal globo terraqueo. mi pareva, appunto, in quel momento che l' onorevole Malagodi stesse facendo la caricatura di se stesso ; che, in altri termini, egli fosse uno di quegli squallidi esperti in economia specializzati nel prevedere disastri che poi non si verificano mai. infatti, se si esamina obiettivamente il programma di questo Governo, si vedrà anzitutto che si tratta di un programma serio, perfettamente articolato, di un programma che risponde, a nostro avviso, all' interesse della democrazia e della classe lavoratrice . ora lo esamineremo brevemente. l' onorevole Orlandi lo ha già fatto da par suo, conducendo un' analisi dettagliata su di esso; io mi limiterò alla parte generale, toccando soltanto alcuni punti fondamentali. il programma di questo Governo si articola in tre gruppi principali di provvedimenti: quelli che concernono lo Stato e la Pubblica Amministrazione ; quelli che si riferiscono alla diffusione democratica dell' istruzione; infine quelli relativi allo sviluppo dell' economia ed alla sua programmazione. a noi socialdemocratici, ripeto, pare che questo programma costituisca un tutto organico, suscettibile di imprimere un maggiore sviluppo al ritmo di progresso del paese ed al miglioramento del livello di vita della classe lavoratrice . il programma del Governo tiene, intanto, largamente conto della necessità della moralizzazione e dell' efficienza della Pubblica Amministrazione , pur sapendo che tale problema è collegato con quello generale del costume, che non può risolversi soltanto con provvedimenti legislativi ed amministrativi. il Governo si rende conto che è necessario rimuovere le cause delle sistematiche violazioni dei principi e delle norme che disciplinano l' attività legislativa. il rispetto della legge, anche nei termini di applicazione e di scadenza, deve essere imposto a tutte le pubbliche amministrazioni. il nostro partito, in un documento che aveva inviato all' onorevole Fanfani quando si stava discutendo del programma di questo Governo, aveva segnalato, tra i problemi di cui era più impellente ed urgente la soluzione, quello del ritorno alla normale amministrazione nei comuni, nelle province e negli altri enti pubblici nei quali ancora perdura il regime commissariale oltre i limiti di tempo fissati dalla legge e addirittura in contrastò con le più recenti norme di legge. l' onorevole Malagodi ieri ha insistito su questo tema, chiedendo che vengano il più rapidamente possibile convocati i comizi elettorali, ed io penso che il Governo non abbia a questo riguardo ragioni per opporsi. noi crediamo cioè che il Governo si renda conto della necessità di un ritorno alla normalità in questo settore. abbiamo inoltre sollecitato l' attuazione dei suggerimenti della Commissione d' inchiesta su Fiumicino in merito alla funzionalità della Pubblica Amministrazione . altrettanto pressante era la nostra richiesta su questo punto, circa cioè la compatibilità e la tolleranza per quanto compete ai pubblici controllori, circa le aziende di proprietà dello Stato, circa il divieto agli amministratori delle imprese di pubblica utilità di intrattenere qualsiasi rapporto di dipendenza o di consulenza con imprese private, nel quadro di una legge che disciplini compiti, responsabilità e requisiti degli amministratori stessi. il nostro partito è convinto che occorra rafforzare il potere di controllo del Parlamento adottando le norme ed i criteri nuovi che si renderanno opportuni per la discussione dei bilanci preventivi, stabilendo l' obbligo per il Governo di presentare i bilanci consuntivi entro i termini ultimativi che sono fissati dalla chiusura dell' esercizio finanziario, nonché impegnando i ministri all' obbligo di osservare i termini stabiliti dai regolamenti delle Camere nelle risposte alle interpellanze ed alle interrogazioni orali e scritte. l' efficienza della Pubblica Amministrazione va tutelata anche rivalutando il trattamento degli impiegati dello Stato, soprattutto di quelli delle categorie più modeste; migliorando le condizioni economiche delle categorie direttive della burocrazia statale; rendendo possibile la immissione diretta nei gradi superiori; istituendo una scuola superiore della Pubblica Amministrazione e adeguando i criteri di selezione alle esigenze di uno Stato veramente moderno. pensiamo che i dipendenti dello Stato non saranno insensibili alle ponderate parole del presidente del Consiglio che sollecitava ad aver fiducia in chi crede di aver dimostrato con i fatti, anche con recenti particolari disposizioni, che è capace di render giustizia alle categorie benemerite dei dipendenti statali. d' altra parte, noi ci impegniamo, solidalmente con il Governo, a favorire quell' ammodernamento, quel decentramento e quel riordinamento dello Stato che è premessa indispensabile anche per un più equo riconoscimento dei legittimi diritti dei dipendenti statali. per quanto si riferisce alle garanzie costituzionali dei diritti dei cittadini, il nostro partito ha giudicato necessario il riesame della legge sulla censura (d' accordo, del resto, con altri partiti) in armonia con lo spirito della Costituzione. abbiamo preso atto con viva sodisfazione che la censura, per quanto riguarda il teatro (teatro d' arte, beninteso), è stata completamente abolita, salve le norme tutelatrici dei giovani di età inferiore ai 16 anni. noi pensiamo che occorra accelerare l' approvazione della legge sul referendum e prendiamo atto con sodisfazione che il Governo promette la revisione delle leggi in vigore secondo le sentenze della Corte costituzionale e le norme della Costituzione, soprattutto in materia di leggi di Pubblica Sicurezza . il nostro partito aveva chiesto la modificazione in senso proporzionalistico della legge elettorale per il Senato come pregiudiziale all' approvazione della legge costituzionale che modifica il numero dei membri delle due Camere. naturalmente, noi ci adopereremo affinché ciò avvenga in modo che gli elettori possano essere consultati nel 1963 con una nuova legge relativa non soltanto alla equiparazione della durata del Senato con quella della Camera, ma anche ad una più obiettiva rappresentanza del corpo elettorale . per quanto concerne le autonomie locali, abbiamo preso atto del riconoscimento da parte del Governo della necessità di giungere alla rapida approvazione di una nuova legge che valga ad assicurare la funzionalità democratica e l' auspicata autonomia dei comuni e delle province, come del resto è richiesto dalla loro associazione. ciò, naturalmente, è legato alla contemporanea necessità di predisporre un provvedimento per sollevare la finanza locale , in attesa che nella prossima legislatura possa essere varata una nuova organica legge sulla materia. il presidente del Consiglio ha dichiarato che in materia costituzionale il Governo intende realizzare il completamento delle regioni a statuto speciale e l' istituzione delle regioni a statuto normale. l' ultima regione a statuto speciale , quella del Friuli Venezia Giulia , sarà approvata, accogliendo i voti pressoché unanimi (come giustamente ha detto il Governo) delle popolazioni friulane, goriziane e triestine. il nostro partito prende atto che il Governo s' impegna a promuovere l' istituzione delle regioni a statuto normale e che entro il 31 ottobre di quest' anno saranno presentati al Parlamento gli emendamenti eventualmente necessari alla legge istitutiva approvata nel 1953. prendiamo ugualmente atto dell' impegno del Governo di presentare per quella data la legge finanziaria ed alcune leggi quadro per le materie più importanti. nel nostro spirito (e, riteniamo, anche in quello della grande maggioranza della pubblica opinione ) non si tratta, come è stato argutamente detto, di ridurre l' Italia in pillole » o di creare altrettanti « parlamentini » che giochino alla politica. si tratta di procedere a un decentramento amministrativo , il quale, come giustamente ha detto l' onorevole Fanfani, accrescerà l' efficienza della Pubblica Amministrazione anche in vista di una economia pianificata (che ha nell' articolazione regionale uno degli strumenti di realizzazione) e quindi rinsalderà in ultima analisi l' unità nazionale . l' esigenza primaria dello sviluppo democratico del paese (ed è questo il secondo punto toccato dal Governo nella sua relazione) è la realizzazione di una scuola pubblica al servizio della nazione, aperta ad ogni livello a tutti i giovani e seriamente programmata in modo da fornire allo sviluppo economico , sociale, tecnico e culturale del paese le capacità e le energie umane adeguate alle esigenze di ogni settore di attività. noi abbiamo chiesto, perciò, una sempre maggiore estensione e una migliore efficienza della scuola di Stato, alla quale occorre dedicare ogni sforzo finanziario pubblico. abbiamo inoltre giudicato necessaria una selezione rigorosa che permetta l' accesso alla scuola non sulla base del censo ma delle capacità intellettuali dei singoli e impegniamo il Governo affinché ai meritevoli sia effettivamente garantita la gratuità degli studi e la possibilità economica di seguirli. per attuare questi principi è necessario, sul piano delle realizzazioni immediate, affermare innanzi tutto il principio legislativo dell' iniziativa e della responsabilità diretta dello Stato in materia di edilizia scolastica secondo un programma nazionale che abbandoni almeno in parte la strada dell' iniziativa comunale, che accentuerebbe gli attuali squilibri, iniziando nel corso di questa stessa legislatura la realizzazione di un grande piano edilizio atto a sodisfare l' effettivo bisogno di aule scolastiche. l' aumento e l' adeguata preparazione del personale insegnante devono procedere, naturalmente, di pari passo. occorre rendere effettivo con misure adeguate l' obbligo dell' istruzione fino al quattordicesimo anno di età e varare la legge sulla scuola media unica, respingendo ogni differenziazione che pregiudichi anche parzialmente la possibilità di scelta della scuola superiore , da parte dell' allievo. l' educazione umanistica, prezioso patrimonio al quale l' Italia non potrebbe rinunciare senza venir meno alla sua funzione culturale nel mondo, non deve essere un mezzo di discriminazione aprioristica che consacri l' egemonia culturale dei ceti abbienti sui ceti poveri, ma deve essere un potente mezzo formativo per la selezione di tutti i giovani meritevoli, indipendentemente dalle condizioni di fortuna delle loro famiglie, e per l' avviamento di tutti i giovani meritevoli agli studi medi e agli studi medi superiori. recentemente il cardinale Bacci, che è un' autorità in materia di studi umanistici, ha posto il problema in modo politico, a mio avviso, non esatto. il cardinale Bacci ha sostenuto, grosso modo, questa tesi: è evidente che per fare lo spazzino non occorre sapere il latino; questa lingua occorre invece per avviarsi agli studi superiori. ma il problema, politicamente, non è questo. il problema è di sapere chi deve fare lo spazzino e chi deve andare agli studi superiori. e questo criterio di selezione non può essere attuato, in un paese moderno, che sulla piattaforma della più larga scelta di tutti i giovani che sono avviati agli studi. si deve, quindi, stabilire per legge la gratuità degli studi di ogni ordine e grado, approvando il principio della concessione allo studente degli assegni familiari e trasformando il sistema delle borse di studio da criterio eccezionale per l' ammissione agli studi superiori in criterio determinante, in modo che, nello spazio di pochi anni, si possa assistere al veramente confortante spettacolo di aule universitarie affollate veramente dai giovani migliori, dal fior fiore della gioventù studiosa italiana. naturalmente, si rende pure necessario un provvedimento legislativo che preveda un piano organico di addestramento e di formazione professionale in ragione delle razionali previsioni della domanda di lavoro dei vari settori economici; il contrasto di competenze tra il ministero del Lavoro e quello della pubblica istruzione in questa materia va eliminato. si impongono inoltre l' adeguamento dell' istruzione e dell' organizzazione universitaria alle esigenze della nuova società e provvedimenti atti ad assicurare uno sviluppo programmato della ricerca scientifica . occorre, infine, predisporre con larghezza la distribuzione gratuita di libri in ogni ordine di scuole. bisogna riconoscere che, se non compiutamente (dico quello che penso, onorevole Fanfani), certo largamente, il Governo è venuto incontro alle nostre aspirazioni in questo campo. per quanto si riferisce al terzo punto (lo sviluppo programmato dell' economia) il Governo ha dichiarato che suo obiettivo finale, nel settore economico e sociale , è quello di dare un ulteriore sviluppo all' attività economica, per conseguire un giusto ed armonico sviluppo sociale. occorre garantire, nei limiti delle concrete possibilità dello Stato, uno sviluppo economico che abbia carattere di continuità e che consenta, con il suo alto ritmo, di risolvere i problemi sociali derivanti da una trasformazione graduale della struttura economica e del modo di vita associativo. ciò non può essere fatto se non con un sistema economico progressivo. l' intervento deve essere assicurato da un piano che offra unità, coordinamento, continuità alla pubblica azione e sia il risultato di democratiche, regolari consultazioni. il piano presuppone una dichiarazione di principi ed una organizzazione permanente di uffici da precisare per legge, onde la sua attuazione ed il suo costante aggiornamento siano indipendenti dall' alternanza dei governi. lungi dal soffocare l' iniziativa privata o dal mortificarla, un tale piano la asseconderebbe e la promuoverebbe. lo scopo del piano, infatti, è di combattere non l' iniziativa privata bensì la mancanza di iniziativa privata , di suscitarla là dove essa non esiste, favorendo l' espansione dell' economia nell' equilibrio, di tutti i suoi fattori e nella giustizia sociale . elementi di siffatta economia sono quindi un metro monetario dotato. di stabilità; bilancio dello Stato e bilancia dei pagamenti internazionali in sodisfacente equilibrio; un chiaro e lungimirante programma di coordinati interventi pubblici, al fine di assicurare un programma economico armonizzato con le esigenze sociali. nella fase attuale, in particolare, occorre accelerare e accompagnare con adeguati provvedimenti compensatori le trasformazioni economiche del paese, con il criterio di giungere ad un mercato internazionale sempre più aperto a costi e prezzi competitivi per tutte le produzioni essenziali. occorre attenuare gli alti livelli di sperequazione fra regioni e altri comprensori economici, fra città e campagne, fra categorie sociali, ed eliminare posizioni e condizioni di abuso di potere economico. si tratta, in fondo. di destinare una spesa crescente al miglioramento qualitativo degli uomini, in modo da porre tutti in condizioni di eguali possibilità di partecipare ai benefici della vita sociale: di attuare una intensa opera di eliminazione della sottoccupazione e decisivi provvedimenti per ovviare alla disoccupazione tecnologica, facilitando il più adatto reimpiego dei lavoratori spostati dalle loro tradizionali occupazioni; di raggiungere una più alta efficienza tecnica e minori costi dei servizi pubblici , da fornirsi in ampiezza e diffusione crescenti da imprese pubbliche a tutti i cittadini; di completare e coordinare i piani sezionali per le infrastrutture fondamentali in tutte le regioni italiane, con un programma di ridimensionamento del sistema tributario , degli apporti materiali alla collettività, pari all' effettiva capacità contributiva, di ciascuno dei cittadini. il piano deve tener conto dell' esigenza di rendere massimi i risultati combinati di alta produzione, di alta occupazione, di alto potere di acquisto ; deve offrire a tutti l' uguaglianza di opportunità anche in un meccanismo nel quale esista un largo spazio per le libere scelte, che non siano però in contrasto con l' interesse generale, secondo, del resto, i principi della Costituzione. prendiamo atto che, quanto agli strumenti della politica di programmazione, il Governo è entrato giustamente nell' ordine di idee di organizzare in modo nuovo il ministero del Bilancio , trasformandolo in ministero del Bilancio e della programmazione economica. prendiamo atto, inoltre, che un comitato interministeriale della programmazione dello sviluppo economico sostituirà il CIR (e sarà l' organo di coordinamento e di programmazione in seno al Governo) e che un comitato di esperti, al quale permanentemente parteciperanno economisti, imprenditori e lavoratori, preparerà gli schemi essenziali del piano. il Governo ha voluto, giustamente, tener conto della difficile situazione in cui si trova l' agricoltura e l' ha collocata in cima alle sue preoccupazioni. oltre alla revisione, specie nel sud, dei patti contrattuali abnormi, il Governo si propone di trasformare rapidamente forme superate di conduzione in nuove forme di conduzione diretta che diano ai proprietari coltivatori i mezzi per una produzione redditizia. veramente non mi spiego come l' onorevole Malagodi veda in questo una trasformazione « kolkosiana » ; a me pare la diffusione di una proprietà privata, ma di una proprietà privata a conduzione diretta ed efficiente nell' interesse della collettività. il problema della mezzadria e del piccolo fitto sarà avviato a soluzione e presto discuteremo il disegno di legge che dispone la concessione di mutui in favore di contadini che intendono acquistare il fondo coltivato. il periodo per l' estinzione dei mutui fino a 40 anni e il tasso di ammortamento non superiore al 3 per cento ci paiono tali da favorire una rapida e benefica trasformazione in questo settore. con questo provvedimento e con quello relativo che imporrà miglioramenti che eliminino le penose condizioni sociali e di vita, in modo che lo stesso contadino possa surrogare il proprietario in caso di mancata esecuzione nei termini stabiliti, si va largamente incontro alle richieste di quei lavoratori e alle aspirazioni di tutti coloro che , come noi, combattono ogni forma di ingiustizia sociale. sul piano generale, occorre impostare con adeguati provvedimenti un completo riordinamento della struttura fondiaria e aziendale allo scopo di favorire la costituzione di aziende contadine autonome di dimensioni economiche sufficienti, saldamente collegate da una valida organizzazione cooperativa articolata nei diversi stadi e, soprattutto, all' inizio e alla fine del ciclo produttivo . occorre anche provvedere con l' assistenza tecnica e la qualificazione professionale ad elevare le capacità imprenditoriali del lavoratore agricolo per facilitarne l' accesso alla gestione dell' azienda. gli interventi diretti e indiretti dello Stato a favore dell' agricoltura devono essere in prevalenza subordinati, secondo noi, alla realizzazione e allo sviluppo della cooperazione in ogni settore e in particolare in quello dei piccoli produttori. tra i provvedimenti che noi riteniamo urgenti va altresì ricordata l' assicurazione obbligatoria contro i danni da eventi naturali nelle aziende agricole. prendiamo atto che il Governo assicurerà l' assistenza sanitaria e farmaceutica nel settore bracciantile con l' istituzione dell' assegno familiare per tutti i lavoratori. nel campo dell' industria, l' annosa questione della nazionalizzazione dell' energia elettrica — sia che si tratti di centrali idroelettriche, sia termoelettriche e nucleari — ci pare saggiamente impostata e avviata a soluzione. il Governo si è impegnato a presentare entro tre mesi dal voto di fiducia un provvedimento di razionale unificazione del sistema elettrico nazionale, nel pieno rispetto, in caso di nazionalizzazione, del disposto dell' articolo 43 della Costituzione, garantendo i diritti dei possessori di azioni e l' autonomo equilibrio economico dell' eventuale ente. con questa sua dichiarazione, a nostro avviso, il Governo ritiene necessario nazionalizzare l' energia idroelettrica, termoelettrica e nucleare, per realizzare una politica di sviluppo . questa è anche l' opinione fondata del nostro partito, che dichiara di dare la piena fiducia al Governo nel presupposto che la nazionalizzazione dell' energia elettrica si faccia nei termini di tempo previsti. vorrei dire, su questo punto, che si è cercato di diffondere del panico tra i possessori di azioni; ma non si è agito in modo conforme all' interesse generale del paese. noi socialdemocratici abbiamo esaminato questo problema da parecchi anni e lo abbiamo posto tra le rivendicazioni programmatiche anche nelle elezioni del 1958; non è quindi, per noi, una novità. se si esamina il problema in modo obiettivo, si deve constatare che la pubblicizzazione dell' energia elettrica , ossia la nazionalizzazione, è assolutamente necessaria. direi che l' idea dominante che ha ispirato noi socialdemocratici quando abbiamo impostato questo problema, è stata di determinare un equilibrio effettivo in tutte le regioni d' Italia per quanto si riferisce ai costi dell' energia. ciò che non è stato detto mai dagli avversari della nazionalizzazione è questo: che lo Stato anche se non si nazionalizzasse l' energia elettrica dovrebbe affrontare presto il famoso problema della dorsale, che stabilisca un equilibrio fra nord e sud, dati i diversi regimi idrici fra il nord e il sud. dovrebbe perciò spendere parecchie centinaia di miliardi, indipendentemente, ripeto, dal fatto che l' energia elettrica sia, o non sia, nazionalizzata. tanto vale, dal momento che si devono affrontare queste spese massicce, che problema sia affrontato in modo radicale. v' è un' altra obiezione sollevata dall' onorevole Malagodi: in questo modo, dice, trasformate le azioni in obbligazioni e mettete in mano a coloro i quali abbiano vendute le obbligazioni, dei capitali che utilizzeranno in una direzione che non sarà prevedibile. rispondo che appunto per questo facciamo una politica di piano, per indirizzare, non coercitivamente, ma democraticamente, il risparmio verso le direzioni che riteniamo più produttive. un altro argomento, secondo me, è assurdo. si dice: lo Stato si troverà costretto, nei prossimi dieci anni, a fare investimenti per le industrie elettriche pari a quelli che sono stati fatti dall' inizio da queste industrie, ossia verso la fine dell' altro secolo. è noto infatti che in dieci anni la potenzialità dell' energia elettrica si raddoppia. ma questo capitale, se non lo dovesse trovare lo Stato, lo avrebbero trovato gli industriali: sarebbero stati sempre capitali sottratti e investiti in una determinata direzione. il problema si risolve in un solo modo: organizzando questo sistema di pubblicizzazione dell' economia in alcuni settori vitali, come quello delle fonti di energia nel quadro di una politica regolata dal punto di vista democratico. il problema è già stato risolto in modo efficace in Inghilterra, e non ci consta che l' Inghilterra abbia avuto un danno da questa soluzione. vi fu qualche errore nella nazionalizzazione operata dal governo francese . tali errori abbiamo presenti e li eviteremo. come? noi suggeriamo (e il Governo ne terrà il conto che crede) che il periodo di ammortamento delle obbligazioni debba essere il più breve possibile, e che il tasso delle obbligazioni debba essere realmente remunerativo. se il Governo affronterà il problema con questi criteri, credo che non vi sarà alcun rischio e che l' operazione si risolverà, come deve risolversi, nell' interesse della collettività e nell' interesse degli stessi piccoli proprietari di azioni. dico di più: se noi avessimo, fin dall' origine, adottato il criterio (del resto, approvato per legge) della nominatività dei titoli sulle azioni industriali, oggi potremmo fare prezzi discriminatori in favore dei piccoli proprietari. non è colpa nostra, signori dell' opposizione, signori liberali, soprattutto, se il provvedimento della nominatività dei titoli non è stato efficace e se oggi siamo costretti a rimborsare le azioni, in caso di nazionalizzazione, ad un prezzo comune per tutti. se fosse stata fatta con serietà la legge sulla nominatività, oggi potremmo andare incontro alle esigenze dei piccoli proprietari in modo assai più efficace. mi pare che non esistano vere preoccupazioni in questo settore. il Governo deve procedere per la sua strada, convinto di avere l' appoggio non soltanto del Parlamento e della classe lavoratrice , ma dell' intera opinione pubblica del nostro paese. per quanto si riferisce ai monopoli, prendiamo atto che il Governo si impegna a predisporre sulla base delle risultanze della Commissione di inchiesta una legge antimonopolistica, la quale deve essere coordinata con le misure che vengono progressivamente attuate dal mercato comune in applicazione degli articoli 85 e 86 del trattato di Roma , senza pregiudizio di norme più rigorose in materia di trasporti ferroviari. il nostro partito ritiene necessaria l' abolizione della concessione delle ferrovie private: la rete privata deve passare allo Stato, che determinerà l' eliminazione nel tempo delle linee inutili per sostituirle con altri mezzi di trasporto. le Ferrovie dello Stato devono poter gestire anche le linee automobilistiche e il coordinamento strada-rotaia va impostato con urgenza. in materia di aree fabbricabili, prendiamo atto dell' impegno del Governo di assecondare la sollecita approvazione da parte del Senato delle norme già approvate alla Camera affinché esse entrino rapidamente in vigore e possano dare il previsto gettito tributario. il problema dell' imposta annuale può essere risolto in un secondo momento. necessaria ed urgente è l' eliminazione delle case malsane. si deve finalmente dotare di fondi la legge numero 640, da tempo trascurata, e si deve incrementare con contributi dello Stato l' edilizia popolare. si deve altresì modificare sollecitamente e sostanzialmente la legge urbanistica , tenendo conto delle esigenze delle città moderne. per la politica sociale , prendiamo atto dell' impegno del Governo in materia di lavoro e di previdenza sociale . nel corso della presente legislatura sarà varato il provvedimento legislativo per l' attuazione dell' articolo 39 della Costituzione relativo al riconoscimento della personalità giuridica dei sindacati, nella piena salvaguardia della loro libertà e autonomia. noi riteniamo che occorra altresì garantire nelle imprese le libertà politiche e sindacali dei lavoratori, prevedendo a tal fine il riconoscimento giuridico degli accordi sindacali riguardanti gli organismi interni e aziendali, rappresentativi dei prestatori d' opera. noi pensiamo che urga predisporre programmi di qualificazione e riqualificazione accelerata per i lavoratori tuttora disoccupati o sottoccupati, tenendo conto delle possibilità di impiego in Italia e nell' area della comunità economica europea. riteniamo anche che si debba predisporre una riforma della previdenza sociale che assicuri a tutti i cittadini prestazioni adeguate ai bisogni stabilendo fin d' ora il principio della automaticità delle prestazioni, provvedendo pure ad una rivalutazione delle pensioni per infortuni sul lavoro, all' adeguamento dei minimi di pensione di invalidità e vecchiaia ed alla estensione alle casalinghe dell' assicurazione volontaria di invalidità e vecchiaia con contributo integrativo dello Stato, nonché all' applicazione del sistema previdenziale ed assistenziale a tutti gli invalidi civili. nel campo dell' assistenza sanitaria , prendiamo. atto che il Governo promuoverà la revisione delle varie competenze in materia accentrandole (o, almeno, coordinandole) alla competenza principale del ministero della Sanità . deve essere attuato l' ammodernamento dell' attuale sistema di assicurazione contro le malattie con equiparazione normativa dei vari enti. mutualistici e assistenziali. è necessario iniziare l' attuazione dell' auspicato « piano bianco » mediante una legge quadro che, nel rispetto dell' autonomia degli enti, consenta una razionale organizzazione, ripartizione e funzionalità anche economica degli ospedali, avviando ad esecuzione il piano della costruzione di ospedali nuovi e moderni in modo da giungere rapidamente agli oltre 200 mila nuovi posti letto che sono necessari. anche gli istituti di cura privati, opportunamente e rigorosamente regolati e disciplinati, potranno essere inseriti nel sistema assistenziale. il personale di sanità e di assistenza secondaria degli ospedali dovrà avere uno stato giuridico , un trattamento economico, una possibilità di carriera, adeguati alle sue funzioni. la sua preparazione culturale e pratica dovrà essere migliorata da un adeguamento degli insegnamenti fondamentali al numero degli studenti, ai risultati raggiunti dalla scienza, dallo sviluppo delle scuole universitarie e delle scuole professionali per infermieri, tecnici e laboratoristici. infine, l' esercizio farmaceutico e la produzione e la vendita dei prodotti medicinali debbono essere disciplinati da una moderna legislazione che elimini privilegi e consenta la revisione dei costi. prendiamo atto con sodisfazione, signor presidente , che gli studi condotti in materia di società per azioni consentiranno in breve la presentazione di un apposito disegno di legge per la loro riforma. a nostro avviso, la legge deve ispirarsi al criterio della democratizzazione delle società anonime; proporsi la tutela delle minoranze; offrire adeguate garanzie di pubblicità per le risultanze economiche dei bilanci; introdurre l' obbligatorietà del bilancio tipo; regolare e limitare le partecipazioni azionarie delle società anonime a società a catena; garantire la rispondenza dei bilanci alla realtà attraverso l' esame attuato da revisori appartenenti a un albo particolare autorizzato dal ministero delle Finanze . per la lotta contro le evasioni fiscali, prendiamo atto dello stanziamento di una somma adeguata (se non mi sbaglio, due miliardi) per rendere efficiente l' apparato di accertamento, nonché dell' impegno del Governo di far presente agli organi di giustizia tributaria l' opportunità di un più frequente ricorso alla facoltà di deferire il giuramento al contribuente a norma di legge. prendiamo atto altresì che, ferma restando la nominatività dei titoli azionari e la personalità dell' imposizione sul reddito complessivo, saranno adottate misure opportune perché gli utili conseguiti non sfuggano neppure immediatamente all' obbligo fiscale. noi pensiamo che occorra far funzionare l' anagrafe tributaria con un ufficio centralizzato meccanografico collegato agli uffici periferici eliminando le paratie stagne esistenti fra i distinti rami dell' amministrazione finanziaria . credo di aver risposto ad alcune critiche sul programma. vorrei occuparmi, adesso, degli aspetti politici, ossia della composizione del Governo. è questo, il problema che ha sollevato maggiori critiche e perplessità e, a mio avviso, è il problema fondamentale perché l' importanza del programma è indiscutibile, ma il programma può essere realizzato soltanto se vi sono forze politiche capaci di sostenerlo. se queste forze non ci sono, il programma sarebbe lettera morta . esaminiamo, pertanto, il problema della composizione del Governo e delle forze che lo appoggiano, problema che a me pare centrale. caratteristica particolare di questo Governo, al quale il nostro partito ha l' onore di partecipare direttamente, è la sua composizione e la forza che lo appoggia dall' esterno. noi abbiamo già avuto un Governo Democrazia Cristiana-partito socialdemocratico italiano , ma l' abbiamo avuto senza l' appoggio di tutti gli altri partiti, anzi l' abbiamo avuto con l' ostilità di tutti gli altri partiti. abbiamo già avuto anche un Governo appoggiato in un primo tempo dal partito socialista , sia pure nella forma indiretta dell' astensione. si trattava però di un Governo monocolore. per la prima volta abbiamo, invece, un governo di coalizione del Partito di maggioranza relativa con i partiti della sinistra democratica e con l' appoggio, sia pure nella forma indiretta dell' astensione, del partito socialista . il primo Governo di centrosinistra non poté reggersi di fronte all' ostilità naturale della destra, ed a quella, a mio avviso innaturale, ma non per questo meno paralizzante, del partito socialista italiano. il Governo monocolore dovette ritirarsi in seguito al passaggio all' opposizione del partito socialista e poi dei partiti della sinistra democratica: il partito socialdemocratico e il partito repubblicano . la formula attuale del Governo sorge per la decisione autonoma dei tre partiti che lo compongono e, per effetto dell' appoggio esterno del partito socialista , con una base assai larga, la quale nell' atto in cui favorisce — e ce ne siamo resi conto — la stimolante opposizione, lo garantisce dai pericoli dell' immobilismo e della paralisi. questo Governo rappresenta, insomma, un concreto progresso sulla via della politica dell' allargamento della base democratica, sempre propugnata dal nostro partito. quando nel 1947 il nostro partito diede inizio a quel processo di emancipazione del socialismo italiano che oggi si sta allargando, sia pure in forme diverse, a zone sempre più vaste di lavoratori, si pose come obiettivo essenziale il consolidamento delle istituzioni democratiche, non ancora saldamente ancorate nella coscienza popolare. si trattava di rendere possibili, allora, governi fedeli alle libere istituzioni, di evitare paralisi governative e slittamenti verso destra di larghi strati dell' elettorato del ceto medio . si trattava di impedire la funesta alternativa frontismo-reazione, in cui si sarebbe inabissata la democrazia italiana. si trattava, insomma, di mantenere aperta alla classe lavoratrice la via del suo destino democratico. a coloro che oggi, dopo avere raccolto i frutti delle nostre esperienze e dei nostri non sempre comodi impegni per salvaguardare le istituzioni democratiche, criticano il decennio 1947-50 come un periodo di involuzione della nostra storia del dopoguerra, rispondiamo, non per amore di polemica ma per il rispetto che si deve alla verità, che il centrismo fu il saggio, utile mezzo democratico di risposta ad un frontismo che diversamente sarebbe stato contrastato dalla più aperta reazione. a riprova di ciò valga l' esperienza di un Governo monocolore di questa legislatura a cui noi, per l' ambivalenza degli orientamenti, rifiutammo il nostro appoggio e che portò il paese sull' orlo di un' avventura pericolosa. grazie ai nostri impegni democratici con tutti i partiti che si richiamavano senza riserve mentali ai principi di democrazia fissati dalla Carta Costituzionale , che la situazione ha potuto in questi anni evolversi in modo positivo, creando l' atmosfera per le feconde evoluzioni, per i nuovi orientamenti di quella parte della classe lavoratrice che, anche col favore di rinnovate circostanze di politica interna e di politica internazionale , si sottrae sempre più alle influenze ed alle suggestioni totalitarie. la politica del partito socialista democratico è stata sempre dominata dalla visione del necessario consolidamento della democrazia come presupposto e parte integrante di qualsiasi politica sociale seria. noi rivendichiamo, non per orgoglio di partito, onorevoli colleghi , né per motivi di propaganda, l' aspetto positivo e propulsivo della, nostra azione di socialisti democratici in questi quindici anni. rivendichiamo l' aspetto positivo e propulsivo della nostra azione per la necessità di una esatta valutazione politica di ciò che è accaduto e di ciò che sta accadendo nel nostro paese. poiché la storia non si fa con i se o con i ma, ma con l' azione politica, resta fermo che siamo stati noi socialisti democratici ad affermare in modo efficace di fronte alla classe lavoratrice il valore indistruttibile ed insostituibile della democrazia politica. certo, la democrazia non è solo una nozione giuridica, ma è anche un valore sociale, un valore umano. fintanto che tutto il corpo sociale non è articolato in modo democratico, fintanto che il patto democratico non è divenuto realtà, in tutti i rapporti umani ed in particolare in quelli economici, la democrazia rischia di apparire come un nobile ideale sul cui sfondo le ingiustizie sociali prendono rilievo con estrema evidenza, come a sollecitazione di sovvertimenti violenti. durante tutto il secolo scorso e in buona parte della metà di quello in cui viviamo, i socialisti sono stati divisi sul valore della democrazia, che a taluni appariva come un' ombra vana senza soggetto e ad altri come un incentivo al sovvertimento totalitario. oggi è chiaro a tutti i socialisti, sotto la forza persuasiva degli eventi che si svolgono nei paesi in cui si è creduto di costruire il socialismo col potere coercitivo di un partito egemonico, che non è possibile socialismo senza libertà politica . appare quindi a tutti i socialisti che la democrazia è ben altro che un nobile ma vuoto ideale il quale attende per diventare concreto di essere riempito di un contenuto di socialità. egualmente appare a tutti i democratici che un coraggioso sviluppo sociale è nell' intima logica della democrazia politica. la democrazia, vedete, è il modo di essere di una società civile nel ritmo del suo ineluttabile progresso, per cui l' aspetto politico e quello sociale risultano inscindibili. si potrà, a seconda delle circostanze, mettere l' accento più sull' uno che sull' altro; ma non si potrà trascurare o rinnegare l' uno senza trascurare o rinnegare l' altro. ciò è quanto i nostri maestri solevano dire con una frase che pare un luogo comune , come tutte le frasi che condensano in termini semplici verità inoppugnabili, anche se, purtroppo, non da tutti intese: « non esiste libertà senza socialismo, ma non esiste socialismo senza libertà » . oggi assistiamo al concreto e progressivo consolidarsi di questa nozione democratica nella coscienza di nuove masse di lavoratori. questo evento positivo rende possibile a noi socialdemocratici di procedere per la nostra strada con maggior sicurezza e con maggior possibilità di azione. una democrazia, infatti, riesce a progredire, vale a dire riesce a risolvere i problemi sociali di fondo, nella misura in cui la classe lavoratrice diventa parte predominante e propulsiva del suo sviluppo. quanto più i lavoratori si sottraggono ai miti totalitari, tanto più agevole diventa il compito di quei loro compagni che li hanno preceduti sul terreno della democrazia nelle coraggiose battaglie per la creazione di una società libera e giusta. nel corso di questi anni non sfuggiva a noi socialisti democratici la necessità di tendere con tutte le nostre forze all' allargamento della base democratica come condizione per dare nuovi impulsi allo sviluppo sociale della nazione. ci rendevamo conto che allo sviluppo economico del paese non corrispondeva un adeguato sviluppo sociale. d' altra parte, pur nell' elevamento generale, del tenore di vita , lo scarto tra il livello di vita dei ceti abbienti e quello dei lavoratori non diminuiva. lo stesso grave fenomeno si verificava tra il livello di vita del nord e il livello di vita di larghe zone del centro, del Mezzogiorno e delle isole. la coscienza democratica si diffondeva più come aspirazione confusa che come un impegno politico concreto ed infatti non trovava una corrispondente espressione nell' ambito dei partiti e nell' articolazione della vita politica del paese. infine, il confronto tra l' impegno umano dell' Italia in quei settori in cui tale impegno è più necessario — come la scuola, la pubblica assistenza, la casa per i lavoratori, le pensioni — e l' impegno umano, negli stessi settori, dei paesi più progrediti, risultava negativo per il nostro paese. la saldatura tra Stato e nazione non era ancora sodisfacente ed a un generalizzato scarso senso di responsabilità degli individui, particolarmente di quelli più favoriti dalla sorte, verso la collettività e verso lo Stato, corrispondeva uno scarso senso di responsabilità dello Stato verso gli individui. in queste circostanze, il partito socialista democratico italiano ha tentato tutte le vie per superare la politica centrista e ha esplorato tutte le possibilità di un allargamento dell' area democratica. il problema dell' allargamento della base democratica è tutt' uno con quello della creazione di una coalizione di forze democratiche capace di dare una risposta decisiva ai problemi sociali ed umani rimasti insoluti. ovviamente, l' allargamento della base democratica deve essere fondato su acquisizioni sicure agli ideali di libertà. è, questo, l' aspetto sul quale maggiormente insistono gli avversari dell' attuale Governo che si pongono sul terreno della democrazia. il partito socialista , nel discorso del suo segretario generale , ha sottolineato che non esistono le condizioni per una maggioranza organica fra partito socialista e Democrazia Cristiana . a mia volta debbo dire che non esistono le condizioni neppure per un' alleanza organica tra partito socialista e partito socialista democratico italiano. le ragioni di questa impossibilità risalgono ad una diversa concezione dei rapporti con i comunisti. la nostra politica, come quella di tutti i partiti socialisti democratici dell' Internazionale, è di radicale contrapposizione ad ogni forma di totalitarismo; quella del partito socialista è definita in termini di autonomia di decisioni che possono però non escludere, in certi settori — e di fatto non le escludono — alleanze organiche e permanenti con i comunisti. sarebbe, quindi, impossibile non soltanto considerare come matura una coalizione governativa che comprendesse in modo diretto il partito socialista , ma anche considerare come matura un' alleanza organica tra partito socialista e partito socialista democratico . da questo, però, non si può e non si deve concludere che non è possibile alcun accordo con il partito socialista , che non è possibile accogliere come valido l' impegno del partito socialista di appoggiare un Governo formato da partiti democratici con un programma sociale coraggioso. vi è almeno — vedete — un impegno, uno, del partito socialista , che ci consiglia a perseverare sulla strada che abbiamo scelto, che ci consiglia a non rinunziare ad un aiuto prezioso. il partito socialista ha dichiarato in modo esplicito che il discorso con i comunisti è chiuso relativamente all' alleanza politica ed alla lotta con loro per il potere, poiché i socialisti intendono condurre tale lotta sulla base del rifiuto di ogni egemonia o dittatura di partito. questo è il punto essenziale che rende possibile prospettare il problema dell' appoggio del partito socialista ad un Governo democratico in termini diversi da come lo prospettano i liberali. certo, il fatto che il partito socialista mantenga rapporti organici con i comunisti sul piano sindacale e su quello delle amministrazioni comunali e il fatto che il partito socialista permanga, sul terreno della politica estera , su posizioni neutralistiche, rendono impossibili — per riconoscimento dei socialisti stessi — le condizioni dell' alleanza politica dei socialisti con i partiti di Governo, rendono impossibile l' organica partecipazione dei socialisti alla nuova maggioranza ed al Governo. tuttavia la chiusura di ogni dialogo politico fra socialisti e comunisti per il problema del Governo e la conquista del potere apre un dialogo politico fra partito socialista , partito socialdemocratico , partito repubblicano e Democrazia Cristiana . questo dialogo, per quanto riguarda noi socialdemocratici, non si apre sul problema di un' alleanza organica con il partito socialista e tanto meno su quello dell' unità socialista, della quale mancano i presupposti. questo dialogo, per quanto ci riguarda, si apre sul terreno del concorso che il partito socialista è in grado di dare ad una politica sociale costruttiva condotta da un Governo rigorosamente democratico. le nostre conclusioni, per questa parte, sono state positive e sono le stesse alle quali sono giunti gli amici repubblicani e gli amici democristiani. con un partito socialista che si presenta disposto ad aprire con noi un dialogo politico per sostenere un Governo democratico nell' atto stesso in cui chiede in modo esplicito ogni discorso politico, per quanto si attiene alla conquista del potere, con il partito comunista , noi riteniamo che vi sia largo margine per fare un buon lavoro in comune. e lo riteniamo tanto più volentieri in quanto abbiamo l' impressione che, al di là delle formule più o meno elaborate, sia in corso nel partito socialista un profondo ripensamento per tutto ciò che si riferisce ai valori della democrazia e della libertà. certo, non apriamo il dialogo con il partito socialista sui problemi della politica estera o sui problemi sindacali; lo apriamo su quel vasto settore di riforme sociali che debbono dare un impulso allo sviluppo del nostro paese ed al miglioramento delle condizioni di vita della classe lavoratrice . quel modo di portare avanti rivendicazioni comuni a tutti i lavoratori nell' ambito dello sviluppo democratico del paese che il partito socialista crede — a nostro avviso, erroneamente — di trovare mantenendo aperto per questa parte il discorso con il partito comunista , noi lo individuiamo invece nell' azione di un Governo democratico appoggiato dall' esterno dal partito socialista stesso. siamo lieti che il partito socialista — anche se, ideologicamente, non ha chiuso il dialogo con i comunisti — abbia però concretamente dato mano con noi alla realizzazione di questa alternativa democratica alle concezioni totalitarie. siamo perciò convinti che ci saremmo assunti una pesante responsabilità se avessimo chiuso la strada a questa alternativa concreta offerta dalle circostanze e dalla volontà dei partiti responsabili. se, per una intransigenza che definirei massimalistica, avessimo posto al partito socialista come condizione per appoggiare una alternativa democratica, la formula del « tutto o nulla » , noi avremmo reso un pessimo servizio alla democrazia, avremmo ritardato lo sviluppo sociale del paese, non avremmo fatto l' interesse dei lavoratori; avremmo, in ultima analisi, fatto il giuoco di quelle concezioni totalitarie che sono in contrasto con i nostri ideali. ecco perché accogliamo l' impegno del partito socialista , nei limiti e nelle forme in cui questo impegno viene assunto, anche se consideriamo che sarebbe stato più opportuno renderlo più esplicito con un voto favorevole anziché con una astensione, sia pure favorevolmente motivata. ci conforta in questa decisione la convinzione di rendere un servizio alla classe lavoratrice , alla nazione ed alla democrazia; ci conforta in questa decisione la convinzione che il nostro atteggiamento responsabile, e quello egualmente responsabile del partito repubblicano e della Democrazia Cristiana , favoriranno l' affermazione dei valori di libertà e di democrazia: problema, come dice l' onorevole Nenni, tuttora aperto ed insoluto per i comunisti, anche se non più estraneo alle loro preoccupazioni ed ai loro interessi politici, culturali e morali; problema, diciamo noi, avviato a soluzione positiva dal partito socialista italiano. la politica di centrosinistra nasce dalla lucida volontà dei democratici più consapevoli di tentare anche per l' Italia un destino simile a quello delle democrazie più progredite del mondo. c' è nella nostra risoluzione non soltanto la sensibilità di uomini offesi dallo spettacolo di una inferiorità sociale a cui sono soggetti intere regioni e milioni di lavoratori, ma direi anche la legittima ribellione di italiani che non si adattano a vedere il loro paese, citato ad esempio per il suo sviluppo economico , alla retroguardia nel campo sociale. la politica di centrosinistra non è soltanto l' allargamento dell' area democratica e l' inserimento di nuove forze sociali nella vita attiva dello Stato, ma è in un certo senso una dimensione nuova della politica italiana , che prende rilievo dalle gravi inferiorità morali da cui il nostro paese è ancora afflitto, che prende rilievo come ribellione alla dilagante irresponsabilità che investe quasi tutti i campi della vita nazionale e, purtroppo, anche quelli in cui il senso di responsabilità dovrebbe essere maggiore. la politica di centrosinistra balza come una irresistibile necessità, non soltanto dalla lettura delle statistiche o dallo spettacolo di una miseria ancora troppo diffusa, ma anche dalla semplice cronaca quotidiana, con la sua squallida catena di eventi che sottolineano carenze paurose e tragiche deficienze. non è una nuova mitologia che noi vogliamo creare, ma una nuova politica che si innesta su quella vecchia, onesta ma superata, con l' appoggio di forze nuove anche se queste forze trascinano ancora come scorie le tracce di crisi dolorose. è una nuova politica che, fondata sui principi immutabili della libertà e della giustizia, tende a porre il senso di responsabilità degli italiani all' altezza delle necessità di sviluppo di una democrazia moderna e civile. e in questo spirito che è stato elaborato un programma il quale tiene conto delle aspirazioni sociali dei tre partiti che compongono il Governo e del partito socialista . desidero, prima di concludere, fare alcune considerazioni sugli orientamenti di politica interna ed estera. noi riteniamo che il Governo attuale sia nella situazione presente lo strumento politico più idoneo per andare incontro ai bisogni ed alle aspirazioni dei lavoratori e dei cittadini tutti, per poter guidare il paese in modo conforme agli ideali di libertà, di democrazia, di giustizia, di sicurezza e di pace. i grandi avvenimenti che stanno trasformando il mondo aumentano le responsabilità e gli impegni del Governo democratico dell' Italia verso il popolo italiano e verso i popoli degli altri paesi. l' impegno dei lavoratori, le scoperte rivoluzionarie della scienza e le trasformazioni della tecnica hanno reso possibile in Italia una espansione economica senza precedenti, di cui però solo in parte beneficiano i lavoratori ed in misura ancora più ridotta le regioni del Mezzogiorno. a questa espansione hanno contribuito anche le iniziali applicazioni del trattato della Cee, che deve continuare il suo armonico sviluppo nell' interesse comune dei popoli e dovrà necessariamente allargarsi alla Gran Bretagna ed alle altre nazioni democratiche dell' Occidente europeo. noi siamo convinti che la politica coraggiosa iniziata da questo Governo potrà permettere all' Italia, nel corso dell' attuale decennio, di ridurre in modo decisivo gli squilibri economici tra nord e sud e di portare tutto il paese al livello delle democrazie socialmente più progredite. si deve vincere la disoccupazione; instaurare un organico sistema di sicurezza sociale ; creare un sistema universale di educazione che abbia carattere veramente democratico ed assicuri a tutti i giovani una effettiva eguaglianza nella possibilità di accedere agli studi medi e superiori; imporre l' adempimento del dovere fiscale, sviluppare la produzione ed assicurare a tutti i cittadini un livello di vita degno di una società veramente civile. di qui la necessità di una distribuzione più equa della ricchezza attraverso l' estensione della proprietà e del pubblico controllo, una legislazione efficace sui monopoli, una radicale riforma delle strutture economiche e sociali in modo da favorire il libero sviluppo della persona umana. nel maggiore impegno dello Stato democratico verso i cittadini, e soprattutto verso i cittadini bisognosi, si determina la saldatura sempre più solida tra la grande massa della popolazione e le libere istituzioni. lo Stato deve quindi assicurare la rapida espansione dell' economia, un alto livello degli investimenti, l' utilizzazione delle nuove tecniche scientifiche, l' accesso dei lavoratori alla partecipazione nella gestione dell' economia. il Governo potrà assolvere al suo compito se gli ideali di libertà si consolideranno nella coscienza dei cittadini e se nei rapporti internazionali trionferà in modo definitivo la pace nella sicurezza ed autonomia di tutte le nazioni. noi socialisti democratici ribadiamo la nostra convinzione, maturata in decenni di lotte e confortata da decisive esperienze, che non è possibile il progresso sociale senza il rispetto scrupoloso di tutti i diritti naturali degli uomini e in primo luogo del diritto alla libertà. il Governo avrà quindi sempre presente questa esigenza fondamentale di tutela e di sviluppo delle libere istituzioni, che trovano la loro consacrazione nei dettati della Carta Costituzionale . noi socialisti democratici respingiamo, quindi, ogni forma di collusione diretta o indiretta con dottrine totalitarie e con le forze politiche che di tali dottrine si fanno interpreti. lo scopo ultimo dell' azione politica è lo sviluppo totale e completo della persona umana: ogni cittadino ha il diritto di vivere in una situazione che lo metta in grado di sviluppare pienamente la propria personalità. i generosi sforzi di questo Governo sarebbero però gravemente compromessi se la situazione internazionale dovesse peggiorare; e la situazione internazionale peggiorerebbe se l' equilibrio delle forze in presenza dovesse essere alterato a danno dell' Italia e dei suoi alleati. noi socialisti democratici non consideriamo inevitabile e definitiva la divisione del mondo in due blocchi . noi lavoriamo per mettere un termine alla guerra fredda ; tuttavia, di fronte alle minacce egemoniche, noi socialisti democratici riteniamo che il nostro paese debba accettare la responsabilità della propria sicurezza. la sicurezza dell' Italia, nell' attuale situazione del mondo, è garantita — secondo noi — dalla Alleanza Atlantica , la quale ha costituito e costituisce un possente bastione a sostegno della pace. ribadendo la nostra fedeltà all' Alleanza Atlantica , noi socialisti democratici impegniamo il Governo a lavorare per la distensione internazionale, per il rafforzamento delle Nazioni Unite , per la creazione di un' atmosfera pacifica che renda possibile l' avviamento a soluzione dei gravi problemi che ancora dividono il mondo. in particolare, il Governo dovrà adoperarsi per il disarmo generale, simultaneo e controllato. nessuna difficoltà dovrà arrestare il Governo nella esplorazione di tutte le vie che possano condurre ad un miglioramento della situazione internazionale ed al consolidamento della pace nella sicurezza e libertà del nostro popolo e di tutti i popoli. la fine del colonialismo tradizionale ha già restituito all' indipendenza oltre 800 milioni di abitanti di nuovi Stati con i quali l' Italia deve consolidare legami di amicizia e stabilire sempre più fruttuosi scambi commerciali e culturali. questo Governo segna una tappa nella marcia del socialismo democratico verso la realizzazione dei radiosi ideali della libertà e della giustizia. la libertà politica e la giustizia sociale restano più che mai i fondamenti della nostra dottrina; più che mai siamo convinti che soltanto attraverso la loro piena realizzazione potranno essere assicurati in modo duraturo il benessere e la felicità di tutto il popolo italiano . signor presidente , onorevoli colleghi , la politica di centrosinistra, iniziata ai principio di questa legislatura e bruscamente interrotta da fatti a tutti noti, riprende il suo corso naturale in condizioni migliori e con accresciuto impulso. la volontà del partito socialista italiano di non sottrarre al rinnovamento sociale del paese l' apporto di una larga massa di lavoratori, congiuntamente con l' affermarsi nella Democrazia Cristiana dei democratici cattolici socialmente più avanzati, ha reso possibile la formazione del Governo che inizia in questi giorni la sua fatica. ma è con il compiacimento di chi sa di avere avuto una parte determinante nella evoluzione del partito socialista e della Democrazia Cristiana che il nostro partito considera la felice ripresa, dopo tre anni di ricerche faticose, della politica di centrosinistra. a chi dice che con questa politica abbiamo posto alcune ipoteche sullo sviluppo futuro del nostro partito rispondiamo, forti di una quarantennale esperienza di lotte per la democrazia, che si tratta di un giudizio completamente errato. al di là degli angusti limiti della tattica spicciola e — di fronte ai vasti orizzonti della politica vera, un fatto è incontrovertibile: il socialismo democratico si sviluppa quando le istituzioni democratiche si consolidano e le istituzioni democratiche si consolidano quando il socialismo democratico si rafforza, in un processo dialettico che non ha niente di misterioso perché è scandito sul ritmo stesso degli ideali dominatori e regolatori, in ultima analisi, di tutti gli eventi: la libertà e la giustizia. pensare che il socialismo democratico si possa indebolire con una politica che segna l' inserimento di nuove e più larghe masse di lavoratori nell' area democratica, e che grazie a questo fatto positivo può svilupparsi con maggior impegno nel senso della giustizia sociale , è pensare in modo errato. è vedere l' albero e non vedere la foresta. non sì sbaglia mai, né per il proprio paese né per il proprio partito democratico e socialista, quando si va incontro all' appello di maggiore giustizia sociale dei lavoratori senza lasciar pesare sul proprio partito e sul proprio paese una benché minima ipoteca totalitaria. la formula governativa attuale, per la sua particolare articolazione, risponde a questa doppia esigenza e sottolinea il senso di responsabilità di coloro che l' hanno voluta ed attuata. nessuno di noi è disposto a sacrificare un atomo solo di sicurezza internazionale o di libertà politica , ma nessuno di noi può respingere l' onesta, schietta volontà che emerge da nuove masse di lavoratori di aiutare la Democrazia Cristiana , il partito repubblicano e il nostro partito, in un comune impegno sociale. le contraddizioni che gli avversari della politica di centrosinistra denunziano nella nuova formula governativa — l' atlantismo del Governo ed il neutralismo del partito socialista italiano; l' autonomismo sindacale del partito socialdemocratico , del partito repubblicano , della Democrazia Cristiana , ed il diverso atteggiamento del partito socialista italiano — si risolvono in questo fiducioso, progressivo accostamento del partito socialista ai principi che reggono l' azione di tutti i grandi movimenti del lavoro nelle democrazie più progredite. ciò che sta avvenendo in Italia oggi sul piano politico è, senza dubbio alcuno, positivo. stupisce, dunque, che scrittori di spirito liberale si attardino in concezioni superate e si precludano quella più obiettiva visione delle cose che si ottiene osservando e giudicando senza preconcetti. occorre, in ogni caso, che coloro i quali si sono impegnati a fondo nella politica di centrosinistra non si addormentino sugli allori poiché la comune fatica è appena ai suoi inizi. c' è in giro tra la gente semplice una grande fiducia che sarebbe ingeneroso scoraggiare con forzature eccessive sulle difficoltà che ci attendono ma che sarebbe pericoloso deludere per insufficienza di impegno e di coraggio. le cose che il Governo si è impegnato a fare, devono essere fatte e fatte bene e presto. siamo in ritardo sulle democrazie più progredite e il Governo di centrosinistra sottolinea la volontà del nostro paese di non accettare che il distacco aumenti. del resto, quanto più l' Italia si accosterà sul piano sociale alle grandi nazioni che ci sono amiche e di cui condividiamo le nozioni che stanno a fondamento delle comunità veramente civili, tanto più concreta diverrà quella solidarietà che gli avversari della politica di centrosinistra temono di vedere attenuata. in ogni caso, al di là di queste considerazioni, restano i fatti maggiori e cioè l' accresciuta fiducia di masse sempre più larghe di lavoratori nella democrazia, la progressiva saldatura dello Stato democratico con la classe proletaria; l' affermarsi sempre più vivo, nella coscienza della grande maggioranza, dei doveri dello Stato democratico verso la collettività nazionale e della collettività nazionale verso lo Stato democratico ; l' accendersi nell' animo dei lavoratori di un sempre più alto senso di responsabilità . il partito socialista democratico italiano, fiero del contributo che ha dato al consolidamento della democrazia, saluta e ringrazia il presidente del Consiglio , i compagni ministri e sottosegretari, gli amici ministri e sottosegretari della Democrazia Cristiana e del partito repubblicano italiano, il partito socialista italiano, con l' impegno di appoggiare con fervore l' azione del governo di centrosinistra nella consapevolezza che si tratta di un Governo veramente al servizio della nazione.