Amintore FANFANI - Presidente del Consiglio Maggioranza
III Legislatura - Assemblea n. 390 - seduta del 03-02-1961
In ordine al patto sociale per lo sviluppo e l'occupazione
1961 - Governo I D'Alema - Legislatura n. 13 - Seduta n. 462
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , onorevoli colleghi , l' onorevole Segni, ministro degli Affari esteri , a nome di tutto il Governo e in modo speciale dei ministri ai quali erano state proposte particolari questioni nelle interpellanze e nelle interrogazioni, ha partecipato a questo dibattito e ha espresso — per quanto riguarda sia il passato sia il prossimo futuro — la linea che il Governo seguì e si propone di seguire. la mozione presentata dall' onorevole Edoardo Martino bene rispecchia il punto di vista del Governo per quanto riguarda l' attività passata e futura. da qualche parte mi si è rivolto l' invito a parlare; ed è un onore essere invitato dal Parlamento a partecipare ad un dibattito. d' altra parte, avrei forse mancato di riguardo prima di tutto all' onorevole Segni, se al termine di questo dibattito non avessi detto una parola a nome del Governo, nella mia qualità di presidente del Consiglio . la mia parola è di adesione all' esposizione e all' interpretazione dei fatti, oltre che all' enunciazione di linee direttive, che l' onorevole Segni ha qui fatto stasera a nome di tutto il Governo. poche parole devo aggiungere — e lo faccio per riguardo al Parlamento e alla nazione — a titolo di assicurazione e di garanzia al Parlamento e alla nazione. devo innanzitutto dichiarare che il Governo, nell' azione che da questo giorno in poi dovrà svolgere, continuando quella già intrapresa, non perderà mai di vista la ragione principale della nostra presenza in quest' Aula e della nostra funzione di governanti, ossia la garanzia e la tutela assoluta e totale della sicurezza e dei confini del nostro paese. è la principale delle direttive che qualsiasi governo di questo paese ed anche questo deve evidentemente osservare. ce ne fa obbligo la Costituzione; lo abbiamo giurato. il nostro paese esige che questo facciamo. la seconda direttiva che il Governo si propone di seguire è quella di promuovere, con il progresso di tutte le popolazioni della Repubblica, anche il progresso, in uno sviluppo ordinato e tranquillo, delle popolazioni della provincia di Bolzano. terza direttiva, chiave di volta dell' azione che il Governo deve svolgere anche in ordine ai problemi sollevati in questo dibattito, è la tutela e la difesa della pace e quindi dell' armonia tra tutte le nazioni che partecipano al consesso al quale noi partecipiamo. molto più che su queste direttive (sulle quali spero che tutto il Parlamento sia concorde, perché su di esse ritengo sia concorde l' intero paese) si è discusso del metodo con il quale attuare e perseguire le direttive stesse. a me sembra che le questioni di metodo più dibattute siano state efficacemente sintetizzate or ora dall' onorevole Malagodi. per quanto concerne l' aspetto nazionale interno di questa vicenda e quindi la promozione del progresso di tutte le popolazioni italiane e, in esse, della popolazione della provincia di Bolzano quale che sia la sua lingua, il metodo ci impone di restare fedeli alle ragioni ed ai sistemi della libertà. il che non può voler dire rinunzia al dovere principale e primordiale della tutela e salvaguardia assolute della sicurezza del nostro paese, specie, come ha detto bene l' onorevole Segni, in una provincia di confine come quella di Bolzano. e dunque, per quanto attiene a questo aspetto della vicenda, evidentemente, autonomamente, per decisione di Governo e di Parlamento, quel metodo ci impone di fare tutto ciò che è possibile perché la tranquillità completa si determini anche nella provincia di Bolzano. vi sono impegni costituzionali: bisogna osservarli. di là dagli impegni costituzionali, vi sono cose di amministrazione ordinaria e straordinaria che possono essere fatte: bisogna farle. quanto poi all' aspetto internazionale della questione, evidentemente non avrebbe alcun senso che nella nostra Costituzione si dicesse — come si dice — che l' Italia rinunzia alla guerra, se poi, pur rinunziando alla guerra come strumento di politica internazionale , non avessimo la capacità di usare i sistemi della pace, che non possono non esser quelli della negoziazione, ogni volta che attraverso la negoziazione si può difendere, realizzare e garantire la pace. noi facciamo parte di vari consessi, di varie zone geografiche e di varie associazioni politiche. una delle principali, per decisione del Parlamento, è quella dell' Onu. si è invocato più volte questa sera: ricorriamo alla Corte dell' Aja . bene, ricorriamovi; ma non dimentichiamo stoltamente di ricorrere alla Corte dell' Aja senza esserci procurati tutti i titoli per avere dalla stessa Corte pieno riconoscimento della nostra buona volontà e del nostro sacrosanto diritto. quindi, se come antefatto di questo ricorso all' Aja, dopo quanto l' Onu ha votato, occorre anche dimostrare buona volontà fino al limite della salvaguardia della sicurezza del nostro paese e della difesa dei nostri diritti, cogliamo tutte le occasioni di negoziare, che si offrano sanamente, giustamente, senza tranelli e senza inganni. e penso abbia fatto bene questa sera il ministro degli Esteri a sostenere anche che l' Italia non si deve assumere la responsabilità di essere la prima a ricusare un negoziato che, in campo internazionale ed in campo interno, avalla il nostro diritto e ci consentirà in ogni foro internazionale — se sarà necessario anche davanti al foro dell' Onu — di difendere strenuamente quelli che sono i diritti che l' Italia ha prima di tutto conquistato con il valore delle sue genti e che poi si è vista anche riconoscere nei consessi internazionali. credo, onorevoli colleghi , che coloro i quali si sono dichiarati parzialmente sodisfatti o insodisfatti dell' esposizione che qui il ministro Segni ha fatto abbiano forse per un momento dimenticato, involontariamente, che l' onorevole Segni non riferiva su un negoziato compiuto, ma su un negoziato da iniziare. in effetti si tratta — ove vi sia buona volontà — di iniziare un negoziato: e in questa situazione, non per una deliberata reticenza, ma per una prudenza normale nella tutela di quegli interessi di cui tutti si sono fatti giustamente paladini, l' onorevole Segni non ha potuto dire tutto quello che ciascuno desiderava né tutto quello che egli personalmente pensava. non ho dubbi sulla fondatezza delle cose che pensa l' onorevole Segni; ma che ella faccia torto al ministro degli Esteri di non pensare a tutto quello che occorre, secondo le sue rette intenzioni e la sua buona volontà , questo veramente non è giusto. onorevole Pajetta, già questa mattina un oratore, che non credo appartenga alla maggioranza, ha sollevato il problema che ora ella tocca. un oratore — di cui non ricordo il nome e me ne scuso — ha detto che forse non era opportuno, in una vicenda politico-diplomatica come l' attuale, condurre il dibattito a. un approfondimento, a un chiarimento che, proprio in una fase preliminare al negoziato, forse non è dei più giovevoli. io condivido il pensiero di questo collega. i temi politici, onorevole Pajetta, sono stati tutti approfonditi, per quanto riguarda il passato, il presente e le prospettive future, da tutti coloro che hanno partecipato a questo dibattito ed anche dall' onorevole Segni. mi sono sforzato di aggiungere alcune considerazioni alle cose già dette dall' onorevole Segni per significare la solidarietà del Governo alle dichiarazioni da lui fatte ed ai propositi da lui espressi. e ci associamo anche all' augurio formulato che tutte le popolazioni della provincia di Bolzano — gli italiani di lingua italiana e quelli di lingua tedesca — comprendano che non è per debolezza che questa posizione è stata assunta; che non è per sacrificare i diritti sacrosanti dei cittadini di lingua italiana o per opprimere i diritti sacrosanti dei cittadini di lingua tedesca che abbiamo assunto questa posizione: l' abbiamo assunta nella coscienza chiara e netta di poter contribuire a rendere la vita dell' Italia tranquilla e pacifica, senza vedere minacciata, direttamente o indirettamente, la sua sicurezza. su questa nostra posizione ci auguriamo si esprima favorevolmente la Camera, in modo da consentire all' onorevole Segni di assumere, a nome della Repubblica italiana e del suo Governo, quelle posizioni di fermezza che saranno richieste nella possibile ripresa del negoziato internazionale.