Giorgio ALMIRANTE - Deputato Opposizione
III Legislatura - Assemblea n. 364 - seduta del 24-11-1960
Sulla politica interna
1960 - Governo III Fanfani - Legislatura n. 3 - Seduta n. 364
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

il presente dibattito si è allargato, si è trasformato, come era logico che fosse soprattutto dopo la consultazione elettorale amministrativa del 6 novembre, in un dibattito di fondo, il quale non giunge in questo momento a conclusioni di carattere procedurale soltanto perché le interpellanze non comportano una votazione; ma si dovrà pur giungere a tali conclusioni perché il mio gruppo si riserva di promuovere gli opportuni strumenti parlamentari per consentire alla Camera di pronunziarsi sulla mutata situazione politica italiana . che la situazione politica italiana sia mutata dal luglio ad oggi, dalla campagna elettorale ad oggi, è dimostrato proprio da quanto è stato detto e da quanto non, è stato detto nel corso di questo dibattito, da talune affermazioni e da taluni silenzi. onorevole presidente del Consiglio , ella ci insegna con la sua esperienza parlamentare che in dibattiti di questo genere i silenzi talvolta sono più significativi delle parole e degli interventi. vi è chi ha taciuto. hanno taciuto i convergenti: hanno taciuto i socialdemocratici, i repubblicani, i liberali. noi ci chiediamo perché; ed io mi permetto di dare una interpretazione politica del loro silenzio: potrà essere giusta, potrà essere errata; mi sembra però abbastanza serena e forse anche obiettiva. penso che i cosiddetti convergenti abbiano taciuto perché, se avessero dovuto parlare, avrebbero dovuto fatalmente, onorevole presidente del Consiglio , manifestare una divergenza nei confronti delle sue successive interpretazioni dei fatti di luglio: l' interpretazione del mese di agosto, l' interpretazione del 13 novembre e l' interpretazione, adesso, del 24 novembre. e se avessero parlato, socialdemocratici e repubblicani avrebbero dovuto consentire ancora una volta sull' interpretazione di quei fatti data dall' onorevole Nenni e anche dall' onorevole Togliatti: identica; i liberali avrebbero dovuto dissentire da quella interpretazione; e gli uni e gli altri, se logici e coerenti fossero stati (probabilmente non lo sarebbero stati: non è loro qualità, sembra), avrebbero dovuto trarre diverse e divergenti conseguenze da divergenti atteggiamenti su problemi di fondo . del partito liberale si è parlato a proposito del suo atteggiamento nei confronti della formazione delle Giunte. si è detto che il partito liberale sta dimostrandosi possibilista. qualcuno, se non erro, ha chiesto chi l' ha detto. lo ha detto il vicesegretario nazionale del partito liberale , onorevole Aldo Bozzi; e ha fatto bene a dirlo perché tutte le posizioni, anche quelle possibiliste, e forse soprattutto quelle possibiliste, devono essere chiaramente enunciate. l' onorevole Bozzi, essendosi diffusa l' altro giorno, per opera di alcuni giornali, l' infondata notizia che il partito liberale avrebbe messo in crisi l' attuale Governo e l' attuale maggioranza qualora si fosse giunti ad operazioni di apertura a sinistra in talune Giunte importanti, si è affrettato a smentire con una dichiarazione che nessuno e neppure il partito liberale ha successivamente contraddetto o smentito. e dalla dichiarazione ufficiale abbiamo appreso quale sia in questo momento la posizione del partito liberale stesso e sul problema delle Giunte difficili e sul problema del Governo. vi sono stati poi altri silenzi, o, per meglio dire, altre mezze parole. molto significativo il silenziò attuale, in replica, dell' onorevole Nenni. non ha replicato perché non aveva nulla da replicare? con la facondia dell' onorevole Nenni, non lo credo. non ha replicato perché avrebbe preferito non parlare in questo dibattito? » ciò che penso; e infatti l' onorevole Nenni lo ha detto, se ricordate, nel suo precedente intervento. si è espresso così: in verità il partito socialista , il gruppo socialista non pensava di dover intervenire in questo dibattito che doveva rimanere isolato in una specie di dialogo, di duello personale; senonché l' interpellanza presentata dal partito comunista ha in qualche modo costretto ad intervenire anche noi, per dire o per ripetere la nostra interpretazione sui fatti di luglio e sugli eventi politici successivi. io mi permetto di chiedere: è stata l' interpellanza comunista o l' opposizione carrista che ha costretto l' onorevole Nenni a prendere la parola nel dibattito di oggi? la mia richiesta è retorica, perché l' interpellanza comunista e l' opposizione « carrista » fanno parte di un solo processo politico che si svolge al di fuori e all' interno del partito socialista , e che in questo momento sta costringendo l' onorevole Nenni a rinnegare praticamente tutte le precedenti posizioni autonomistiche. lo ha dimostrato lo stesso onorevole Nenni coi suoi toni ancor più accesi di quelli dell' onorevole Togliatti e, comunque, pienamente conformi sul terreno ideologico e politico, sul terreno della ricostruzione degli avvenimenti, sul terreno della individuazione delle responsabilità e delle conseguenze che dagli avvenimenti devono trarsi, sul più vasto terreno della concezione del metodo democratico, della difesa o dell' offesa contro un Governo democratico; l' intervento di oggi dell' onorevole Nenni — dicevo — ha coinciso pienamente con tutte le posizioni di carattere ideologico, politico e — vorrei dire — addirittura storico (se di storia possiamo parlare a proposito dei recenti avvenimenti italiani) assunte dal partito comunista . ecco perché l' onorevole Nenni ha taciuto! si è accorto (lo sapeva bene) di dovere assumere nella discussione di oggi posizioni che da tempo cercava personalmente di non assumere più, si è accorto di avere praticamente ricostituito oggi il fronte comune d' azione e di averlo ricostituito ufficialmente e — ripeto — anche ideologicamente col partito comunista . dopo di che, essendo stati tutti testimoni del penoso spettacolo della capitolazione dell' onorevole Nenni di fronte ai « carristi » del suo partito e di fronte al partito comunista o, per meglio dire, di fronte ai risultati del 6 novembre, che hanno bocciato tutta una politica che non è solo dell' onorevole Nenni ma che nell' onorevole Nenni aveva il suo eroe e il suo protagonista, e che oggi ha in lui (mi dispiace di dirlo in sua assenza, ma lo avrei detto ugualmente se egli fosse stato in Aula) un personaggio di cartapesta politica, ormai costretto a retrocedere su posizioni dalle quali era orgogliosamente partito verso chissà quali lidi; egli tace! l' onorevole Covelli ha parlato, diciamo così, soltanto in sede di richiamo al regolamento . stato detto che non avrebbe potuto parlare. io penso che, se l' onorevole Covelli avesse parlato, avrebbe detto quello che in sostanza ha già detto nei giorni scorsi attraverso le dichiarazioni da lui rese alla direzione del suo partito e comunicate alla stampa: cioè che il suo partito, dati i risultati delle elezioni, ritiene di doversi allineare a sua volta su posizioni chiare; posizioni chiare che, come il successo elettorale del Movimento Sociale Italiano ha dimostrato, sono gradite alla pubblica opinione ; cioè, posizioni di appoggio nei confronti di questo Governo o di opposizione nei confronti di questo Governo. non so quello che l' onorevole Covelli dirà nei prossimi giorni. comunque, quello che egli sosterrà non potrà non spostare la maggioranza dell' attuale Governo e mutare il volto politico dell' attuale Governo. prendiamo dunque atto che oggi, fin da questo momento, piaccia o non piaccia all' onorevole presidente del Consiglio e al Governo, non abbiamo più di fronte un Governo politicamente qualificato come esso si qualificò il 5 agosto con quelle approvazioni e con quelle astensioni che, come l' onorevole Roberti ha dianzi ricordato e richiamato alla vostra mente, non erano occasionali astensioni di esterno appoggio, ma erano condizioni per la possibilità delle convergenze. senza l' astensione dei socialisti non avrebbe avuto luogo l' appoggio del partito repubblicano , se non addirittura del partito socialdemocratico ; senza l' astensione dei demoitaliani, finanche il possibilismo accentuato dell' onorevole Malagodi non avrebbe forse avuto il coraggio di trasferire il voto dei liberali ad una maggioranza che si sarebbe qualificata poi come pronta verso l' apertura a sinistra, solamente a sinistra, e senza un alibi e senza una mascheratura che, compiacentemente e con scarso successo di opinione pubblica , il partito democratico italiano ritenne di offrire allora a quella maggioranza. oggi le mezze ali non ci sono più nel giuoco della maggioranza governativa , non ci sono più come alibi e come mascheratura: l' onorevole Nenni ha annunciato il passaggio all' opposizione, cioè l' allineamento sulla posizione dei comunisti; l' onorevole Covelli annuncerà fatalmente nei prossimi giorni o il passaggio all' opposizione o, lusingato dal passaggio dell' onorevole Nenni all' opposizione e attratto verso la maggioranza governativa , annuncerà che questo Governo e questa maggioranza gli piacciono. un magnifico risultato per gli uomini del centrosinistra della Democrazia Cristiana , per i progressisti della Democrazia Cristiana , per gli uomini i quali sono entrati in questo Governo affermando che questo Governo rispondeva in pieno alle aspirazioni della loro coscienza (quanto spreco di coscienza si è fatto in questi mesi in Parlamento e nel paese e sulla stampa!), che rispondeva ai voti della loro coscienza perché questo Governo avrebbe realizzato due importanti operazioni: l' operazione vasta dell' apertura a sinistra o della marcia verso sinistra e l' operazione dello sganciamento dell' onorevole Nenni dall' onorevole Togliatti, con l' isolamento — nel Parlamento, nel paese e nell' opinione pubblica — del partito comunista . a distanza di alcuni mesi, e dopo un' importantissima consultazione elettorale, dobbiamo constatare che l' unità d' azione socialcomunista è ricementata, che il partito comunista italiano non è affatto isolato, che i convergenti divergono nelle loro affermazioni, nei loro possibilismi, nei loro silenzi. sulla destra, il partito democratico italiano deve ancora chiarire il suo atteggiamento, ma anch' esso si sta spostando rispetto alla precedente sua posizione. ci troviamo quindi di fronte al fallimento pieno e totale dei motivi politici per i quali l' attuale maggioranza si era formata e il presente Governo era nato; motivi più o meno legittimi e che possono piacere più o meno, ma sui quali era stata fondata l' operazione condotta ai primi di agosto in Parlamento, e sulla base dei quali si è ritenuto addirittura di legittimare la resa dello Stato. su quella operazione noi esprimemmo, ai primi di agosto, il nostro giudizio negativo, determinato da considerazioni di ordine non soltanto politico ma anche morale. tutti noi, Parlamento e paese, comunque la pensassimo o la pensiamo, abbiamo pagato un altissimo costo politico e morale per quello che voi, signori della Democrazia Cristiana , avete fatto nei mesi di luglio e di agosto. dopo tutto ciò avremmo il diritto di pretendere che almeno vi presentaste qui con una realizzazione sia pure parziale del vostro programma politico di allora, che si proponeva come fine principale uno sganciamento, accentuato se non totale, del partito socialista dal partito comunista . voi stessi, colleghi della Democrazia Cristiana , avete invece dovuto riconoscere, prima, durante e dopo la campagna elettorale , che in quella direzione non vi è stato progresso ma regresso. ma allora a che cosa serve la convergenza democratica, se non porta ad alcun risultato né verso sinistra, in direzione dell' onorevole Nenni, né verso destra, in direzione dell' onorevole Covelli? avete fallito entrambi (e soprattutto il più importante, il primo) gli obiettivi che vi eravate proposti di raggiungere con l' operazione politica di luglio. riguardava dunque, quella operazione, soltanto la piazza? a questo punto sento il dovere di replicare ad alcune affermazioni fatte poco fa dall' onorevole Fanfani. questi ha dato sostanzialmente tre interpretazioni successive dei fatti di luglio. la prima, che risulta dal discorso del 2 agosto già richiamato dall' onorevole Roberti, era l' interpretazione del momento politico che poteva intitolarsi all' apertura a sinistra o ad una « speranziella » di apertura a sinistra, ad uso e consumo di quanti aspiravano all' apertura a sinistra. nel discorso del 2 agosto l' onorevole Fanfani (come i colleghi ricorderanno e come risulta da documenti ufficiali, e senza che comunque venissero fatte delle smentite) ebbe in sostanza a giustificare l' azione di coloro che avevano determinato gli eventi dei mesi di luglio e dei loro promotori, organizzatori e mandanti, con la tesi (che parve a noi singolare) del « malessere » determinato nell' opinione pubblica dall' esistenza di un Governo monocolore democristiano sostenuto da una maggioranza formata da 272 democristiani e 24 missini; una maggioranza nella quale i nostri 24 voti avrebbero contaminato i valori della Resistenza che si vorrebbero scolpiti nel cuore dei 272 deputati della Democrazia Cristiana , gli stessi che in precedenza avevano dato vita al Governo Zoli, poi al Governo Fanfani prima edizione, poi ai gabinetti degli onorevoli Segni e Tambroni e attualmente al secondo, Governo Fanfani. per la verità, noi non siamo mai riusciti a comprendere come un partito quale la Democrazia Cristiana (che tanto spesso critica la presunta nostra scarsa importanza e scarsa consistenza ideologica) potesse vedere compromessi i suoi ideali dalla sola partecipazione esterna, sia pure determinante, del nostro gruppo ad una maggioranza di Governo. la cosa appare tanto più incomprensibile in quanto si tratta di valori che si dice essere profondamente radicati, colleghi democristiani, nelle vostre coscienze (quelle coscienze di cui tanto si parla) e il cui significato è stato tante volte illustrato fuori di qui e nei consessi della Democrazia Cristiana dall' onorevole Moro, con la sua dottrina, la sua competenza, ed i titoli personali che la sua esperienza gli offre al riguardo. noi non abbiamo mai compreso questa impostazione. ad ogni modo tale fu l' interpretazione del mese di agosto dell' onorevole Fanfani. vi fu, poi l' interpretazione aretina. Nemo propheta in patria : mai l' onorevole Fanfani avesse parlato ad Arezzo! credo se ne sia un poco pentito. l' interpretazione degli « opposti estremismi » . anche questa strumentale e di comodo: lo dico senza intenti offensivi perché in politica ognuno interpreta gli avvenimenti come gli fa comodo. così, il 13 novembre, immediatamente dopo le elezioni, quando bisognava tentare di impedire che le convergenze divergessero, quando occorreva fare credere all' opinione pubblica che le convergenze avevano vinto, vi fu una interpretazione centrista, una interpretazione quadripartitica. sì, gli opposti estremismi : è la tradizionale impostazione centrista e quadripartitica della Democrazia Cristiana . avrebbe potuto l' onorevole Fanfani ripetere oggi quella interpretazione così recente del 13 novembre senza determinare all' interno della sua maggioranza delle crepe pericolose? gli onorevoli Saragat per il partito socialdemocratico e l' onorevole Reale per il partito repubblicano avrebbero potuto accettare, avallare una interpretazione simile? avrebbero potuto tacere di fronte a quell' interpretazione istituzionalmente centrista e quadripartitica? no, sarebbero stati costretti a prendere la parola. e se l' avessero fatto, che cosa avrebbero detto? avrebbero invitato, come hanno fatto gli onorevoli Nenni e Togliatti, l' onorevole Fanfani a ritornare sull' interpretazione dei mesi di luglio e di agosto. allora, l' onorevole Fanfani molto abilmente, non potendo ripetere l' interpretazione sinistrosa del mese di agosto, né quella centrista del 13 novembre, non avendo più formule a sua disposizione perché non ha più un Governo di apertura a sinistra, né un Governo centrista, ma un Governo con una maggioranza che annaspa per tentare di sopravvivere anche con l' espediente relativo alla formazione delle Giunte, si è inventato (ecco l' ingegno toscano!) un' interpretazione del tutto astratta. egli ha detto che nel mese di luglio ha avuto luogo — a suo parere — un conflitto di idee e di posizioni politiche tra il partito comunista ed il Msi. proprio nel mese di luglio? io penso che un conflitto di idee e di posizioni politiche tra i comunisti ed i missini abbia sempre avuto luogo e sono certo che sempre avrà luogo; non credo che quel conflitto sia scoppiato improvvisamente nel mese di luglio. un' interpretazione un po' strana. perché mai fino al mese di luglio 1960, esistendo tale conflitto, l' opinione pubblica non si è allarmata e i valori della Resistenza non hanno corso pericoli? perché mai, esistendo tale conflitto, per il Governo Zoli o per quello Segni i voti dei missini erano voti che la Democrazia Cristiana riteneva di poter accettare senza che i valori della Resistenza corressero pericolo? perché mai il pericolo si determinò solo nel mese di luglio? perché lo hanno ravvisato le sinistre, come diceva l' onorevole Roberti, perché alle sinistre quella maggioranza e quel Governo, in quel determinato momento politico, apparivano particolarmente incomodi e pericolosi. allora, ecco la conseguenza della sua tesi, onorevole presidente del Consiglio ; forse non vi ha pensato neppure quando l' ha enunciata, nella necessità in cui si è trovato di abborracciarne comunque una tesi apparentemente astratta ma assai pericolosamente politica a danno suo, del suo Governo, della segreteria della Democrazia Cristiana . che cosa significa che in luglio vi fu un conflitto di carattere ideologico e politico tra comunisti e missini e che pertanto se ne doveva trarre la conseguenza di determinare le dimissioni di un certo tipo di governo e di aprire la porta ad un nuovo tipo e ad una nuova maggioranza? significa che, siccome fra comunisti e missini esiste una opposta interpretazione ideologica, la Democrazia Cristiana , sotto la presidenza e la guida illuminata degli onorevoli Fanfani e Moro, ha ritenuto di sbarrare la strada a qualsiasi accostamento con l' interpretazione missina della vita politica nazionale e della ideologia alla quale e sulla quale ci si deve allineare per poter combattere il comunismo, e invece ha ritenuto di smorzare la differenza ideologica, abbattere le barriere nell' altro senso, nell' opposto versante. quando in Italia si determinano conflitti tra opposte ideologie, conflitti sia pure esasperati tra comunisti ed anticomunisti, la Democrazia Cristiana , secondo l' onorevole Fanfani, come risolve il problema? sbarrando la porta tassativamente a destra e marciando verso sinistra. non so come in tal modo la Democrazia Cristiana , questo Governo e l' onorevole Fanfani possano pensare di risolvere il problema, che essi dicono grave ed allarmante, della battaglia contro il comunismo. concludendo, onorevole Fanfani, mi permetto di accennare a quanto ella ha detto sulle elezioni amministrative . effettivamente, ella ha in questa sede parlato più volte di « voto amministrativo » , mentre alla televisione ella ha parlato un diverso linguaggio, come subito dopo avere appreso i risultati tutti gli esponenti del Governo e della Democrazia Cristiana hanno parlato onestamente un diverso linguaggio, hanno cioè ricercato l' interpretazione politica di una battaglia elettorale che tutti i partiti hanno politicamente impostato ed affrontato. e se vi è stato un partito che ha impostato questa battaglia elettorale sul terreno politico è stata proprio la Democrazia Cristiana , la quale l' ha impostata come una battaglia di convalida di ciò che nei mesi di luglio e agosto è stato fatto dalla Democrazia Cristiana ; di convalida e di appello sulla formula delle convergenze; di convalida della lotta per l' autonomia del partito socialista dai comunisti. ciò è tanto vero che le elezioni sono state celebrate solo quando nella manica dell' onorevole Nenni è stato messo il famoso « apriti Sesamo » della nuova legge elettorale provinciale, che doveva consentire al partito socialista di entrare nell' area democratica, sganciandosi dall' onorevole Togliatti. viceversa bisogna dire che mai si è avuta in Italia — a parte lo strumento di carattere amministrativo — una battaglia elettorale più politica di questa. oggi il Governo non riconosce che si è trattato di una battaglia politica. perché? anche questo è un silenzio che si interpreta facilmente. infatti il Governo vuole sfuggire al senso dei risultati delle elezioni. veda, onorevole Fanfani, noi non facciamo qui dei comizi e non diciamo che il Movimento Sociale Italiano abbia vinto le elezioni; diciamo che qualcuno le ha perse, in linea obiettiva, e questo qualcuno è rappresentato da quelle mezze ali di cui abbiamo parlato. l' onorevole Moro aveva sbandierato la formula politica del recupero dell' onorevole Nenni alla democrazia, formula che è completamente fallita; come è logicamente fallita la formula connessa relativa all' isolamento tassativo del Movimento Sociale Italiano . la battaglia contro il Movimento Sociale Italiano è stata impostata, si badi bene, in termini di democrazia e di antidemocrazia; si è cominciato con un veto comunista contro un nostro congresso, per giungere successivamente all' approvazione popolare della nostra politica. mi sembra quindi che voi siete stati battuti dai fatti in tutte quelle che erano state le vostre impostazioni di politica elettorale. è per questo che oggi ella, onorevole Fanfani, parla di elezioni amministrative e guarda un po'? — di rispetto delle autonomie degli enti locali . perché non lo dice al suo ministro dell'Interno , il quale... la polemica contro i prefetti la fanno gli altri. noi difendiamo l' istituto prefettizio, anche contro il Governo, quando questo non difende l' autorità dello Stato. il ministro dell'Interno , dopo le elezioni, ha pronunciato un importante discorso politico, in cui, non credo a titolo personale sarebbe cosa nuova che il ministro dell'Interno esprimesse opinioni personali sui problemi degli enti locali dopo le elezioni ha avanzato una tesi che ha fatto il giro di tutta la stampa e di tutti gli ambienti politici italiani: l' amena tesi secondo cui, quando la Democrazia Cristiana sia messa di fronte a delle scelte, possa non farle e debba costituire Giunte minoritarie, mettendo gli altri di fronte alle loro responsabilità. questo è il rispetto dell' autonomia degli enti locali e della volontà dell' elettorato? e rispettano l' autonomia degli enti locali quei dirigenti del partito repubblicano i quali hanno scritte, sul loro giornale ufficiale che dove l' elettorato si è comportato male, votando male (guarda caso : ci si riferisce tra l' altro a Genova, ovvero si è di fronte alle culle della Resistenza), determinando situazioni per cui i voti missini possono essere determinanti, si deve procedere allo scioglimento di quelle amministrazioni e nominare un commissario prefettizio? questo è il rispetto della autonomia degli enti locali ? e queste posizioni non risalgono alla responsabilità del Governo, dei suoi ministri o di quei dirigenti di partito che ufficialmente lo appoggiano? volete rispettare l' autonomia degli enti locali ? allora, cessate di porre negli enti locali quelle preclusioni politiche in un solo senso che state. ponendo e, successivamente, lasciateli autonomi e vedrete dalla periferia risalire al centro una terza condanna alla politica dell' onorevole Moro, il quale sarà preso alla gola dal sistema del caso per caso perché crede che sia la sua risorsa, mentre già in questo momento dalle notizie contrastanti e divertenti al tempo stesso che stanno giungendo da tutta Italia si rileva la condanna dell' impotenza della classe dirigente della Democrazia Cristiana a fermare dei processi politici che sono in corso alla periferia e che non potranno non ripercuotersi sul centro. onorevole presidente del Consiglio , come ho detto all' inizio questi motivi sono di tale importanza che non possono esaurirsi nel corso del presente dibattito. riteniamo, pertanto, che il Parlamento dovrà esaminare e discutere più approfonditamente, attraverso gli appositi strumenti, la situazione politica nuova che a seguito del voto popolare del 6 novembre si è determinata in Italia.