Palmiro TOGLIATTI - Deputato Opposizione
III Legislatura - Assemblea n. 364 - seduta del 24-11-1960
Misure urgenti per il risanamento della finanza pubblica
1960 - Governo I Amato - Legislatura n. 11 - Seduta n. 33
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , onorevoli colleghi , devo far rilevare all' onorevole Fanfani che, per sfuggire alla morsa delle critiche avanzate da diverse parti alla definizione da lui data nel discorso di Arezzo degli avvenimenti di luglio, egli ha cercato una via di scampo in un nuovo equivoco, se non — mi si consenta l' espressione — in un piccolo imbroglio. una cosa è, egli afferma, il conflitto delle ideologie che si contrapponevano le une alle altre e che si urtavano sull' arena nazionale; un' altra cosa il conflitto tra le forze armate dello Stato e le masse dei cittadini in lotta. orbene, onorevole Fanfani, la distinzione stessa non regge. sono pronto ad ammettere che vi era un conflitto di ideologie. le masse che manifestavano e combattevano nelle strade per allontanare la minaccia di una involuzione reazionaria erano animate da una precisa ideologia, l' ideologia democratica, antifascista, l' ideologia espressa dai valori della Resistenza a cui tanto di frequente ci si richiama. e allora dall' altra parte chi c' era? le forze armate dello Stato quale ideologia rappresentavano dunque, perché si opponevano a chi combatteva in nome di una ideologia democratica e antifascista? come vede, onorevole Fanfani, la distinzione che ella ha voluto introdurre non regge a un' analisi un po' attenta dei fatti nel loro svolgimento. sono lieto però che ella, pur attraverso questo espediente logicamente non consistente, abbia in sostanza ritirato la interpretazione dei fatti di luglio da lei data nel discorso di Arezzo, facendo ritorno, in certo modo, alla interpretazione già data nelle dichiarazioni programmatiche , all' atto della presentazione al Parlamento del suo Governo. mantengo però la critica da noi fatta, ed oggi ripetuta, alle affermazioni contenute in quelle dichiarazioni programmatiche , in cui non vi è altro che un riflesso della realtà, perché quasi non si ammette che i cittadini potessero avere piena coscienza di ciò che facevano, di ciò per cui si battevano nelle piazze. essi ne avevano invece piena e chiara coscienza. sapevano che si trattava di riunirsi, di manifestare e, se occorreva, di combattere per allontanare una minaccia di involuzione reazionaria e autoritaria, una minaccia alla democrazia, una minaccia che tendeva a spingerci di nuovo verso un regime di tipo fascista. questo per l' interpretazione che ella ha voluto dare dei fatti di luglio. per ciò che si riferisce al giudizio che ella ha inserito nella sua risposta circa il risultato della consultazione elettorale e circa la critica da me fatta al modo come in Italia viene amministrata la libertà di voto, ripeto che in Italia non abbiamo ancora raggiunto un tale progresso democratico per cui si possa dire che il cittadino, quando vota, è pienamente libero di esprimere le proprie opinioni. ella mi ha parlato dell' Unione Sovietica . ebbene, le ripeto che nell' Unione Sovietica non ho mai sentito dire che vi sia qualcuno che minaccia l' inferno agli elettori se non votano per il Governo. poiché, poi, ella ha creduto di rivolgere un ringraziamento agli elettori che hanno votato per i partiti democratici, sia permesso anche a me rivolgere un ringraziamento alla massa di elettori che si sono raccolti attorno alle bandiere e alle liste del nostro partito, dando ad esso un successo di gran lunga superiore a quello riportato da uno qualsiasi degli altri partiti che si sono presentati nella competizione elettorale. mi sia consentito inoltre di rallegrarmi con quella massa di circa un milione di elettori che ha negato il voto alla Democrazia Cristiana , facendo così un primo passo per liberarsi da una pesante catena. senza dubbio altri passi seguiranno, e questi elettori si uniranno alle forze democratiche e antifasciste che combattono contro il regime della Democrazia Cristiana su posizioni di democrazia avanzata. per ciò che si riferisce alla tentazione del comunismo, ripeto ciò che ho detto nel mio precedente intervento: la tentazione del comunismo, che è sentita da così gran parte della popolazione italiana, non è che la tentazione di vedere risolti finalmente i problemi vitali della propria esistenza e della vita nazionale, i problemi del benessere, della retribuzione, della casa, della scuola, della libertà di espressione, della lotta contro i monopoli, della necessità di spezzare il potere delle vecchie classi dirigenti conservatrici e reazionarie. questa è la tentazione del comunismo. e se essa in Italia risulta essere così grande, se noi possiamo con sodisfazione registrare il fatto che oggi in Italia su 4 elettori nella media uno vota per il partito comunista , ciò dipende precisamente dalla lotta che noi conduciamo perché i problemi reali che interessano la grande maggioranza della popolazione italiana vengano affrontati e risolti. ella ha detto, onorevole Fanfani, che la questione delle Giunte non interessa il Parlamento e non interessa il Governo. » vero, ma è vero solo in parte, appunto perché ci troviamo di fronte a un Governo monocolore democristiano, cioè al Governo di un partito il quale ha la maggioranza relativa nell' Assemblea e ha conquistato in pari tempo posizioni così forti nelle amministrazioni comunali e provinciali, soprattutto in quelle in cui oggi risulta difficile comporre le Giunte. appunto per questo il problema del modo come verranno affrontati anche nella formazione delle Giunte i problemi reali che interessano direttamente le grandi masse della popolazione lavoratrice, è legato a tutto il modo come vengono oggi considerati e come possono venire risolti i problemi la cui soluzione dipende da un mutamento degli indirizzi economici e politici nazionali. noi combattiamo perché questi problemi vengano risolti nell' interesse della maggioranza dei cittadini, e l' onorevole Tambroni ha fatto bene a ricordare che per noi le strade da seguire sono quelle non della capitolazione ma della lotta. continueremo questa lotta, e siamo certi che seguendo la strada non della capitolazione ma della lotta raggiungeremo nuovi risultati, pari e superiori anche a quelli che abbiamo raggiunto nella recente consultazione elettorale.