Palmiro TOGLIATTI - Deputato Opposizione
III Legislatura - Assemblea n. 364 - seduta del 24-11-1960
Concernenti l'istituzione di una Commissione bicamerale per le riforme istituzionali
1960 - Governo I Amato - Legislatura n. 11 - Seduta n. 30
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

credo possa essere chiaro per tutti, signor presidente , il motivo per il quale, essendo stato annunziato che all' interpellanza presentata dall' onorevole Tambroni circa l' interpretazione da darsi ai fatti di luglio sarebbe stato risposto in quest' Aula, il gruppo comunista ha deciso di assicurarsi la possibilità di intervenire nel dibattito e vi interviene con questa mia interpellanza. di che si tratta, infatti, onorevoli colleghi ? la cosa è stata presentata dagli organi di informazione dell' opinione pubblica come un nuovo episodio di una lotta che si svolge all' interno del partito della Democrazia Cristiana . uno dei notabili di questo partito, già presidente del Consiglio , l' onorevole Tambroni, pone in stato d' accusa il presidente del Consiglio attuale e lo fa, dicesi, evidentemente allo scopo di raccogliere le forze di un gruppo di aderenti alle sue posizioni, per una lotta interna tendente non so se a rafforzare queste posizioni o senz' altro alla conquista di un posto dirigente in contrasto con i gruppi avversari. se si fosse trattato soltanto di questo, vi dico apertamente che avremmo anche potuto fare a meno di intervenire. dico di più, avremmo anche potuto associarci all' opinione di coloro che pensano che la questione avrebbe dovuto essere regolata all' interno del gruppo della Democrazia Cristiana e che non vi era nessun bisogno di portarla nell' Aula dei dibattiti parlamentari . in realtà, non di questo, o per lo meno non soltanto di questo si tratta. l' interpellanza dell' onorevole Tambroni, infatti, solleva davanti al Parlamento, e quindi davanti all' opinione pubblica di tutto il paese, un gravame, un serio, un pesante problema politico: quello del giudizio che deve darsi dei fatti di luglio, in conseguenza dei quali venne tolto di mezzo il Governo presieduto dall' onorevole Tambroni e venne costituito il Governo attuale, presieduto dall' onorevole Fanfani. che i notabili della Democrazia Cristiana non siano concordi in questo giudizio, che ne discutano, che a seconda delle occasioni siano più o meno discordi circa le formulazioni che presentano all' opinione pubblica , è cosa, ripeto, che ci può più o meno interessare. l' essenziale, però, è che i fatti di luglio costituiscono una pagina di importanza decisiva della vita politica del nostro paese negli ultimi tempi. essi stanno all' origine degli attuali schieramenti dell' opinione pubblica , e all' origine, si voglia o non si voglia, della presente situazione politico-parlamentare. il giudizio che di questi fatti si dà è quindi inseparabile dalla posizione che viene presa circa le prospettive future, circa i compiti che nella situazione attuale si pongono, circa l' indirizzo di tutta la politica nazionale. da un giudizio giusto, rispondente alla realtà delle cose, deriva un esatto orientamento politico; da un giudizio sbagliato, che travisi la realtà delle cose, derivano un orientamento politico e un' azione politica sbagliati. perciò il tema di questo dibattito non può essere liquidato con un semplice scambio di battute più o meno vivaci tra l' onorevole Tambroni e l' onorevole Fanfani. un tema che interessa in primo luogo tutti coloro che hanno preso parte al movimento dei mesi di giugno e luglio, alla grande lotta che si sviluppò in quelle settimane in tutto il paese contro il tentativo evidente di respingerci indietro, verso soluzioni non più democratiche, ma autoritarie e di tipo fascista. e interessa, poi, tutti coloro i quali guardano al presente e all' avvenire con interesse, spesso anche con preoccupazione, perché hanno l' animo volto alle questioni vitali che oggi stanno davanti al popolo italiano , e sollecitano quelle soluzioni che sono indispensabili per sodisfare le esigenze più sentite delle masse della popolazione e favorire tutto il progresso del nostro paese. l' onorevole Tambroni si è doluto, nel testo della sua interpellanza, e nelle sue parole, del giudizio che sarebbe stato dato dall' onorevole Fanfani, nel suo discorso di Arezzo, a proposito dei fatti di luglio, e di altri giudizi che, nel corso della campagna elettorale , sono stati dati — così egli ha detto testé — dallo stesso onorevole Fanfani e da altri esponenti della Democrazia Cristiana . mi permetta l' onorevole Tambroni di dirgli che non comprendo perché egli si dolga. egli non ha, a mio modo di vedere , alcun motivo di dolersi. il Governo dell' onorevole Tambroni era composto tutto di democristiani, la maggioranza dei quali fa parte del Governo attuale. il Governo dell' onorevole Tambroni, poi, non si è mai trovato di fronte a una sconfessione e nemmeno a una critica da parte del gruppo dirigente della Democrazia Cristiana . la solidarietà del partito della Democrazia Cristiana e dei suoi organi dirigenti non gli è mai venuta meno. se non erro, l' 11 luglio di quest' anno, e cioè dopo i fatti di Genova, dopo i luttuosi fatti di Reggio Emilia e di Palermo, la direzione centrale della Democrazia Cristiana affermava tuttavia, in una sua risoluzione, di ritenere che il Governo Tambroni avesse « corrisposto al voto che era stato espresso » dalla stessa direzione della Democrazia Cristiana , « assolvendo con fermezza e senso di responsabilità al suo compito fondamentale di garantire la libertà e di assicurare l' ordine nel paese » . questa stessa risoluzione della direzione della Democrazia Cristiana conclude impegnando il presidente del gruppo parlamentare democristiano ad esprimere al Governo « la solidarietà del partito per quanto esso ha fatto » . non comprendo che cosa l' onorevole Tambroni potesse attendere di più. numerose altre deliberazioni della stessa natura potrebbero essere citate. credo che avrà modo di ricordarle, se lo ritiene, lo stesso presidente del Consiglio . ancora nel mese di agosto, cioè dopo che il Governo dell' onorevole Tambroni era stato sostituito dal Governo attuale, il segretario del partito della Democrazia Cristiana manifestava verso l' onorevole Tambroni sentimenti di « profonda gratitudine » , di « amicizia » , di « solidarietà » ; li manifestava verso l' onorevole Tambroni ed i suoi collaboratori, i quali, a suo dire, « avevano affrontato momenti difficili con dignità, con coraggio, con spirito di sacrificio » . tutto questo veniva affermato dal segretario della Democrazia Cristiana , ripeto, nel mese di agosto, dopo una lunga, tortuosissima esposizione, nella quale si cercava di spiegare il modo come questa solidarietà si conciliasse col fatto che il Governo dell' onorevole Tambroni, sotto la spinta di un movimento che partiva dalle grandi masse democratiche del paese, era stato costretto a dare le dimissioni. ciò che ha irritato l' onorevole Tambroni sembra sia l' affermazione, fatta dal presidente del Consiglio , che nel mese di luglio noi avremmo assistito all' « esplosione del conflitto fra opposti estremismi » . osservo immediatamente che nel dire questo l' onorevole Fanfani si è staccato da precedenti interpretazioni che egli stesso aveva dato di quegli avvenimenti e particolarmente della interpretazione data nel modo più autorevole nelle dichiarazioni programmatiche rese quando il Governo attuale venne costituito. in quelle dichiarazioni si diceva, infatti, che « al di là delle note manovre esasperatrici svolte dal partito comunista , le manifestazioni che nel luglio si sono verificate in Italia riflettevano anche lo stato d'animo di preoccupazione per la temuta involuzione politica » . si fa un accenno in seguito all' opinione di un insegne studioso e noto pubblicista circa i valori della Resistenza e si riconosce — sebbene il testo qui sia equivoco, perché non si comprende se il riconoscimento sia dell' onorevole Fanfani o se egli unicamente citi una opinione altrui — che « molti cittadini hanno temuto, nel luglio scorso, che quei valori potessero andare perduti ed hanno reagito a questo timore come hanno potuto e come hanno saputo » . debbo riconoscere, e noi del resto lo abbiamo subito riconosciuto, che in questo modo di configurare le cose vi è un certo riflesso. tra l' altro la realtà e la verità sono qui inizialmente oscurate dall' affermazione circa le note « manovre esasperatrici del partito comunista » , tema di cui già abbiamo parlato altre volte ampiamente e sul quale non intendo ritornare. quando fummo solennemente accusati di avere organizzato niente meno che l' assalto al potere rispondemmo che, se si avevano le prove che così fossero effettivamente le cose, la via che i governanti dovevano seguire era quella di adire la magistratura denunciando alla stessa ciò che noi avessimo fatto affinché si potesse chiarire le cose davanti a tutti. abbiamo atteso che venisse dato seguito a questo nostro invito. abbiamo atteso invano. l' onorevole Tambroni disse di avere a propria disposizione, come oggi ha ripetuto, una documentazione persino fotografica da cui risultava come noi avessimo organizzato l' assalto al potere. di quella documentazione abbiamo preso visione presso la Presidenza della Camera; abbiamo trovato delle sciocchezze. siamo quindi rimasti completamente all' oscuro per ciò che riguarda la documentazione dell' assalto comunista. ma siamo rimasti all' oscuro anche per un altro aspetto degli avvenimenti di luglio. non sappiamo infatti ancora che cosa venisse effettivamente preparato, che cosa venisse tramato alle sommità dell' apparato dello Stato. se ne è scritto parecchio. vi sono state frammentarie rivelazioni alle quali non vogliamo attribuire maggiore importanza di quanta possa essere attribuita a una documentazione giornalistica. un fatto che la verità non la conosciamo ancora. che cosa significavano, ad esempio, le dichiarazioni fatte dal presidente del Consiglio il giorno 7 luglio, lo stesso giorno dell' eccidio di Reggio Emilia : che il Governo « avrebbe fatto interamente il proprio dovere » ? tuttora non sappiamo quale proposito si nascondesse in modo più o meno esplicito dietro queste parole. abbiamo però potuto registrare una ammissione abbastanza preziosa fatta dal ministro dell'Interno dibattendosi il bilancio del suo dicastero nel mese di ottobre di quest' anno, quando l' onorevole Scelba dichiarava apertamente che gli organi statali debbono evitare anche il sospetto di operare fuori della legalità; aggiungeva che « bisogna eliminare ogni apparenza di dubbio e sospetto ove questa sia sorta » , e concludeva dicendo che « perciò sono stati disposti i recenti mutamenti negli alti quadri della Pubblica Sicurezza » . questa è la sola attestazione che effettivamente negli alti quadri dell' amministrazione dello Stato , cioè attorno al presidente del Consiglio , da parte di quelli che sono gli esecutori immediati delle volontà dello stesso presidente del Consiglio per ciò che si riferisce alla direzione della politica interna , si faceva o preparava qualcosa di illecito, di contrario alla legalità. vero che l' onorevole Scelba parlò soltanto di sospetto; non credo, però, che egli, riluttante e restio sempre a colpire anche quando sarebbe necessario, uomini che stanno alla testa degli apparati della forza pubblica , di fronte a un puro sospetto sorto dall' opinione pubblica si sarebbe mosso a quel modo, prendendo misure così serie e gravi come quelle che sono state prese. ignoriamo quindi tuttora quali fossero le reali intenzioni e trame di chi dirigeva in quel momento l' Esecutivo del nostro paese. ignoriamo su quali posizioni effettivamente si muovessero i ministri, quali disposizioni in realtà avessero dato agli organi della forza pubblica . vi sono pertanto alcuni episodi, i più gravi tra quelli che avvennero in quel tempo, che rimangono da spiegare. rimane da spiegare, onorevole presidente del Consiglio , perché ebbe luogo un eccidio a Reggio Emilia , dove tutti sanno che non vi fu nessuna manifestazione che nemmeno lontanamente accennasse, da parte delle forze popolari e delle masse cittadine, all' impiego della violenza contro le forze armate dello Stato. abbiamo sentito lanciare accuse infamanti contro i cittadini di Reggio Emilia , riuniti per una manifestazione democratica ed antifascista pacifica; li abbiamo sentiti chiamare facinorosi, « sospinti e ingannati da direttive e suggestioni » . non si è avuto, non dico il coraggio, ma l' elementare onestà di andare avanti, di ordinare sui fatti di Reggio Emilia un' inchiesta per stabilire a chi risalga la responsabilità di quell' eccidio che ha insanguinato le vie di una delle più nobili città italiane. rimangono quindi nell' ombra momenti essenziali per quel che concerne l' azione e gli orientamenti del Governo nelle giornate di giugno e di luglio. chiaro, invece, l' orientamento del paese. ma a proposito di esso sono da sottolineare due momenti. prima di tutto, il momento della lotta contro il fascismo. di fronte a una aperta minaccia di involuzione reazionaria, che risultava dalla collusione e alleanza del gruppo dirigente della Democrazia Cristiana e del Governo democristiano, col partito fascista , vi è stata una ribellione, spontanea e organizzata, delle grandi masse democratiche del paese, dei cittadini di tutte le condizioni sociali di opinioni democratiche. contro questa legittima ribellione il Governo scagliò le forze dello Stato. l' onorevole Tambroni ha citato qui la requisitoria del procuratore generale di Palermo e la sentenza pronunciata in quella città contro cittadini che avevano partecipato alle manifestazioni del luglio, rischiando anche la loro esistenza. ci sia consentito di affermare qui tranquillamente che la sentenza emessa in proposito, dalla magistratura di Palermo è la dimostrazione palese, del grave distacco che esiste fra la coscienza delle grandi masse democratiche del nostro paese, e alcuni esponenti della nostra magistratura. né ci si dica che, facendo un' osservazione simile, ci poniamo in una situazione tale per cui dovremmo essere denunciati — dice l' onorevole Tambroni — per vilipendio. la critica delle sentenze della magistratura è un diritto dei cittadini in regime democratico, soprattutto quando essa viene esposta come la esponiamo qui, come l' abbiamo esposta sui nostri giornali. noi non abbiamo fatto suonare le campane a morto, non abbiamo parato a morto le chiese, come altri hanno fatto quando qualche sentenza della magistratura non andava loro a genio. vi è stata, dunque, nel mese di luglio, una ribellione, un' insurrezione aperta della coscienza civile e politica dei cittadini contro una evidente minaccia di involuzione reazionaria. d' altra parte, vi era il governo clericale e fascista, che scagliava le forze dello Stato contro le pacifiche manifestazioni di cittadini, chiamandole manifestazioni organizzate da gruppi di facinorosi. dove sono qui gli opposti estremismi , onorevole Fanfani? da un lato vi è il Consiglio federativo nazionale, vi sono gli organi provinciali della Resistenza, i quali sono alla testa di tutto il movimento; da un lato vi è la coscienza democratica e antifascista della maggioranza dei cittadini; dall' altro lato vi è il Governo lanciato in un tentativo pazzo di opporsi con la forza e con la violenza alla manifestazione della volontà democratica della maggioranza del popolo. dove sono i due estremismi? parlando di un « urto di due estremismi » , ella, onorevole Fanfani, non soltanto abbandona quella cautelosa interpretazione che aveva data, nel momento della presentazione del suo Governo, per tener conto, in una certa misura, di ciò che era avvenuto nel paese, ma ripiega su una posizione che in sostanza viene a coincidere con quella dell' onorevole Tambroni. perché poi, quando si tratta di dare un giudizio di questi « due estremismi » , la vostra dottrina è che quello di destra non è poi un pericolo serio. si può anche essere alleati, di quell' estremismo, in un governo regionale siciliano, per esempio. il pericolo principale, il pericolo vero sono i comunisti... questo è per voi il « pericolo numero 1 » , contro il quale è necessario dirigere i propri colpi. la stessa cosa dice l' onorevole Tambroni. quanto alla minaccia fascista e clericofascista, inoltre, voi giungete fino ad ammettere che l' opinione pubblica ci credesse, non fino a riconoscere che il pericolo esistesse davvero. voi gettate così un' ombra di discredito sulla stessa opinione pubblica , sul Consiglio federativo della Resistenza, sul grande movimento antifascista di quei giorni per riuscire a salvare non dico la vostra coscienza, ma le apparenze di una coerenza politica. la domanda che ci si deve porre a questo punto è se voi, partito della Democrazia Cristiana , siete in grado di assicurare che il pericolo corso dalla democrazia in Italia nel mese di luglio non abbia a ripetersi nei mesi e negli anni futuri. nessuna garanzia in questo senso voi offrite fino a che la vostra posizione, quale risulta dalla vostra stessa interpretazione dei fatti di luglio, si riduce, in ultima analisi al tradizionale vostro anticomunismo. di qui che voi siete partiti nel determinare tutti i vostri indirizzi politici negli ultimi dieci anni ed è ciò che voi avete fatto che ha favorito il progresso delle forze di destra, che dovevano giungere nel mese di luglio fino al limite dell' avventura reazionaria. voi avete voluto la rottura di quella unità delle forze democratiche, che è la sola garanzia vera contro le avventure autoritarie e reazionarie. voi vi siete rifiutati di attuare quei principi costituzionali, che avrebbero dovuto essere la base del consolidamento e del pacifico sviluppo delle nostre istituzioni democratiche. è partendo dalle vostre posizioni che, presto o tardi, si rendono possibili le avventure totalitarie, quando le forze di destra che sono al di fuori del vostro partito alzano il capo, si uniscono a quelle esistenti all' interno del vostro partito stesso, e la minaccia di involuzione reazionaria diventa reale. così si spiega la situazione dei mesi di luglio. e non siamo sicuri che a una situazione simile non si arriverà, fino a che non muteranno gli indirizzi da voi sinora impressi alla politica italiana . vi è tuttavia, nel movimento di luglio, un secondo momento, che intendo qui sottolineare. alle origini di quel movimento sta una profonda aspirazione al rinnovamento politico, sociale e morale della società italiana . i combattenti di luglio, i comitati della Resistenza, l' opinione democratica chiedevano il rispetto della Costituzione e delle leggi. essi riaffermavano in pari tempo l' esigenza che le leggi siano giuste e che giuste siano le condizioni della vita economica e civile e, quindi le condizioni di esistenza dei cittadini. chiedevano che la società italiana venisse avviata sul binario di uno sviluppo economico e politico che porti alla soluzione dei gravi problemi che da anni e decenni attendono di essere risolti. il punto di partenza era, anche per questo aspetto, la riaffermazione degli ideali dell' antifascismo e della Resistenza. non si comprende che cosa sono questi ideali se non si ha un' esatta comprensione di ciò che il fascismo è stato. il fascismo non è stato altro che il dominio esercitato sul nostro paese dalle caste economiche privilegiate e mantenuto con la forza di un regime tirannico. con metodi diversi da quelli che aveva usato il fascismo, quel dominio voi lo avete restaurato, mantenuto, per certi aspetti, persino rafforzato, nonostante che la forza delle masse popolari abbia imposto uno sviluppo democratico e continuamente sia intervenuta e attivamente intervenga per veramente allargare i confini della democrazia, il che non può aversi se non spezzando il potere delle vecchie caste privilegiate. voi siete i responsabili diretti della restaurazione del potere di queste caste. questo è ciò che avete fatto. per farlo avevate bisogno di presentare all' opinione pubblica un falso scopo, che permettesse di rompere l' unità delle forze popolari e vi consentisse di stare al potere. questo falso scopo è stato l' anticomunismo, base reale sulla quale è maturato il pericolo dell' avventura reazionaria. i fatti di luglio hanno fornito la prova che le profonde contraddizioni da cui è travagliato il nostro paese non possono più oltre essere nascoste. a un certo punto, esplodono. se determinati problemi di fondo , concernenti la stessa nostra struttura economica e politica, non vengono affrontati e risolti, inevitabilmente si giunge a rotture di quella natura, alla lotta esasperata dei gruppi reazionari della destra per spezzare l' evoluzione democratica e alla ribellione della grande massa dei lavoratori e dei cittadini con un programma di difesa e sviluppo della democrazia. l' interpretazione dei fatti di luglio come scontro di due estremismi, serve soltanto a camuffare questa realtà, a far credere si tratti di comunisti che si agitano e di niente altro, a nascondere i problemi reali. ma gli operai, i quali a Genova e in tutta Italia combatterono nei mesi di giugno e di luglio, erano mossi dalla coscienza della necessità che vengano risolti i problemi della loro libertà e dei loro benessere. gli stessi problemi di libertà e di benessere che si ponevano al ceto medio lavoratore e intellettuale. non per nulla, poi, le nuove generazioni, aderirono con tanto slancio al movimento. i giovani del nostro paese si avviano a una coscienza politica e sociale assai più alta di quanto voi non riteniate. quando si parla loro di democrazia, di libertà, di giustizia sociale chiedono che a queste parole corrisponda, come non può non corrispondere, una trasformazione profonda dell' ordinamento della nostra società, della sua struttura economica e politica affinché possa farsi opera di vero rinnovamento. del resto, il risultato stesso della recente consultazione elettorale ha espresso ancora una volta questo orientamento delle classi lavoratrici , del ceto medio lavoratore e intellettuale, dei giovani, delle masse contadine, verso un rinnovamento economico e politico. sono sempre alquanto scettico, soprattutto nel nostro paese, circa le interpretazioni troppo particolareggiate dei risultati elettorali. so che in Italia non è ancora garantita ai cittadina piena e vera libertà di espressione del loro volere nelle consultazioni elettorali... in Russia non si minaccia l' inferno agli elettori, come fate voi. in Italia intervengono a limitare, a comprimere la libertà dei cittadini fattori di coartazione, di intimidazione, di corruzione e anche fattori economici. nonostante tutto questo, il risultato della recente consultazione elettorale si riassume in un' avanzata di tutte le forze le quali hanno partecipato alla lotta democratica e antifascista nel mese di luglio e si esprime soprattutto nella grande avanzata del nostro partito, che tra queste forze è stata quella, che in modo più tenace, più coerente, ha combattuto per un ideale democratico e per l' unità di tutte le forze democratiche e antifasciste nella lotta per il rinnovamento economico e sociale . questo hanno mostrato le elezioni. il vostro partito, invece, ha pagato almeno un milione di voti per l' avventura a cui la sua politica aveva portato il paese. ma se è vero che il movimento di luglio ha espresso una generale e profonda volontà di rinnovamento, da attuarsi affrontando e risolvendo i problemi di fondo del nostro paese, a che punto siamo nel porre questi problemi e nel risolverli? non soltanto dobbiamo riconoscere che da anni in questo campo non si è andati avanti, ma che si sono fatti passi indietro, persino nella semplice impostazione dei problemi che devono essere affrontati e risolti. rifacciamoci al dibattito politico svoltosi nei primi mesi di quest' anno. non vi è dubbio che nel corso di esso erano venuti alla luce determinati gruppi di questioni, e ci si era in certo modo cimentati nella ricerca di soluzioni che potessero dare sodisfazione ad alcune delle esigenze espresse da così grande parte dell' opinione pubblica . la principale questione che si poneva era quella di una azione efficace contro i monopoli, di risolvere razionalmente, con una politica economica di sviluppo, le questioni del progresso economico del nostro paese, di elevare il benessere dei cittadini, di limitare la prepotenza e i privilegi del grande capitale monopolista. ebbene, in questo campo siamo nettamente andati indietro. grazie alla situazione che voi avete creato e che cercate di rendere stabile, sembra che persino il problema sia scomparso dal dibattito. si era parlato, da parte di non so quale ministro, di giungere finalmente a una unificazione delle tariffe elettriche, misura che viene rivendicata con spirito di lotta antimonopolista nell' interesse della media produzione e soprattutto delle regioni meridionali . se ne è parlato circa un anno fa: ora non se ne parla nemmeno più. il problema è stato tolto dall' ordine del giorno . si parlò della politica di sviluppo in particolar modo relativamente al Mezzogiorno e a quelle zone depresse che così numerose sono nel nostro paese. il ministro che si occupa di questi problemi ha detto di non essere nemmeno in grado di affrontare il dibattito in Parlamento sul modo come si è sviluppata la politica meridionalistica del Governo nel corso degli ultimi anni. per ciò che si riferisce alle aziende di Stato, che dovrebbero essere uno degli strumenti di una politica di sviluppo che si eserciti, in modo efficace, su tutto il territorio nazionale , ci troviamo di fronte a fenomeni di profonda crisi, a un evidente tentativo di liquidazione di una parte delle aziende di Stato, e a un continuo conflitto tra coloro che dirigono le aziende di Stato e le necessità e rivendicazioni dell' occupazione, del lavoro, del progresso economico di intiere regioni. si era parlato di misure a favore delle masse dei contadini lavoratori che oggi subiscono il peso di una crisi economica gravissima, che non accenna ad attenuarsi. ebbene, quando si è discusso nella commissione parlamentare del « piano verde » sono state presentate dai rappresentanti di organizzazioni contadine e di partiti politici varie proposte di modificazioni a questo piano tendenti a volgere le disposizioni legislative a favore del ceto medio contadino. tutte queste proposte sono state respinte dai rappresentanti del partito di governo. solo la proposta, partita da un rappresentante del partito liberale , di impegnare la somma di 4 miliardi per sussidi, non alle piccole e medie aziende , ma a grandi aziende capitalistiche, è stata approvata. la campagna elettorale ha portato tutti noi ad approfondire i problemi della vita delle città. così è risultata ben chiara l' esistenza di una profonda crisi dell' organizzazione cittadina. crisi che investe tanto il livello di vita di gran parte delle masse accentrate nelle grandi città, quanto i piani di sviluppo delle città stesse, come l' organizzazione scolastica, l' assistenza e così via . da questa situazione deriva l' esistenza di problemi che devono essere assolutamente affrontati e risolti nell' interesse della massa dei cittadini. questi problemi sono sistematicamente ignorati. viene ora proposta al Parlamento una misura di proroga del blocco degli affitti di quattro anni, misura che rappresenta il minimo che si potesse proporre e che da parte nostra dovrà essere discussa e criticata, specie per quanto riguarda la proroga in ordine alle aziende commerciali. ma questa misura riguarda sempre una piccola parte dei fitti che vengono pagati dalle grandi masse che vivono accentrate nelle città. il vero problema che dovrebbe essere affrontato è quello del rapporto tra ciò che viene pagato dal cittadino per il fitto e la sua retribuzione. ci troviamo anche in questo campo ad uno dei più bassi livelli, tra tutti i paesi capitalisti. ma il problema che in questo modo sorge non può essere né affrontato né risolto se non si ponga e non si risolva la questione della speculazione sulle aree fabbricabili e degli scandalosi profitti dei grandi monopoli del cemento. si era dibattuto il problema dell' attuazione dell' ordinamento regionale e sembrava che ci si avvicinasse a qualche realizzazione. è stata invece creata per eludere il problema, una commissione, sulla base, poi, di un atto, assurdo quanto ridicolo, di discriminazione nei confronti del nostro partito, e il presidente di questa Commissione ha già chiaramente manifestato che le cose verranno tirate alle lunghe, malgrado le sollecitazioni, che vengono dalle popolazioni dell' Umbria, della Toscana, del Piemonte e di altre regioni d' Italia, per attuare l' ordinamento regionale. non si ha nessuna intenzione di accogliere queste sollecitazioni. si era parlato, e questa era una delle affermazioni fondamentali di questo Governo, della necessità di restaurare il rispetto della libertà e dei diritti di tutti i cittadini. l' onorevole ministro dell'Interno fece dichiarazioni interessanti a proposito del diritto di sciopero, il quale deve potersi esercitare senza intervento delle autorità di Pubblica Sicurezza e della forza pubblica . ebbene, oggi assistiamo a un intervento continuo delle autorità di Pubblica Sicurezza per intimidire le masse degli scioperanti. si è giunti ad estremi, come di recente a Roma, dove una commissione interna è stata convocata dal questore, capo delle forze di polizia , per fare opera di intimidazione in occasione di una grande lotta contro una parte del padronato particolarmente esosa. ora, noi ci chiediamo: coloro i quali agiscono in questo modo, coloro i quali hanno creato una commissione per studiare l' ordinamento regionale fondata sulla discriminazione di un grande partito politico , cioè hanno compiuto un atto antidemocratico; coloro i quali agiscono in modo da ledere l' esercizio del diritto di sciopero, che fanno intervenire la forza pubblica nei conflitti del lavoro; coloro che hanno agito in modo da insabbiare qualsiasi proposta di rinnovamento economico e politico, costoro sono gli amici dell' onorevole Tambroni o sono gli amici dell' onorevole Fanfani o sono gli amici dell' onorevole Moro? non riusciamo a fare delle distinzioni. sono tutti solidali coloro che agiscono in questo modo. siete voi in grado, nell' attuale formazione governativa e con i vostri attuali orientamenti politici, di affrontare e risolvere le fondamentali questioni che sorgono dalla richiesta, che parte dalle grandi masse popolari , di un rinnovamento politico e di un rinnovamento sociale, cioè di un mutamento degli indirizzi politici fondamentali del nostro paese? voi fino ad oggi non avete dato la prova di essere capaci di fare questo. al contrario avete dato la prova di saper soltanto perpetuare quella vecchia pratica centrista la quale venne ad un certo punto condannata da tutti, anche dalla maggioranza del vostro partito, perché non significava altro che il rinvio di tutte le necessarie soluzioni, allo scopo di perpetuare il dominio delle classi privilegiate, dei gruppi più conservatori e il monopolio politico del vostro partito. voi riproducete la vecchia formula e pratica centrista, cercando, al massimo, di darle una diversa vernice. parlate di convergenza invece di alleanza. ma ciò non cambia la sostanza delle cose. siete un Governo centrista senza partecipazione, mentre gli altri erano governi centristi con la partecipazione di coloro che li sostenevano e assumevano la responsabilità dei suoi atti. ma ciò rende forse anche più grave la situazione vostra perché rende palese una contraddizione nuova, che deve essere portata a maturazione. è la vostra azione, è questo ripiegamento sulla formula centrista, mascherata con puri espedienti verbali, che effettivamente spinge verso la destra tutto lo sviluppo della situazione italiana. il dibattito se voi riuscirete o se non riuscirete a vincere la battaglia contro il comunismo, in questa sede non ci interessa. conducetelo nel vostro partito, nei vostri consigli nazionali, nel vostro congresso. qui ci interessa il modo come vengono affrontate e risolte le fondamentali questioni dell' ordinamento economico e politico italiano, questioni di libertà, di benessere, di sviluppo della nostra economia. comunismo oggi in Italia, onorevole Fanfani, vuol dire soluzione dei problemi reali che sorgono dalla spinta delle masse operaie che hanno un salario insufficiente, delle masse contadine, che soffrono il peso di una gravissima crisi, delle masse di ceto medio intellettuale che vogliono libertà di espressione e cultura, del paese che vuole avanzare sulla via del progresso, e non essere arrestato o spinto indietro da avventure alla Tambroni. questo vuol dire oggi comunismo in Italia! il movimento di luglio in tanto è stato comunista, onorevoli colleghi , in quanto ha espresso una spinta popolare verso la ricerca di soluzioni di questi problemi fondamentali. ha liberato l' Italia da un Governo clericofascista; ha sbarrato la strada alla resurrezione di un Governo di quella natura. in quella direzione oggi non potete più andare. le escandescenze con le quali l' onorevole Tambroni ha invocato misure eccezionali contro di noi, parte avanzata del movimento popolare, ci lasciano abbastanza freddi. una risposta ai suoi propositi, onorevole Tambroni, è già stata data dal popolo italiano negli scorsi mesi di giugno e luglio. noi speriamo che non si debba dare ancora una volta a lei, o a qualcuno che la volesse imitare, analoga risposta. il movimento di luglio però non ha ancora avuto la necessaria sodisfazione per ciò che riguarda le rivendicazioni di sostanza, quelle rivendicazioni di benessere, di libertà, di sviluppo democratico a cui aspirano le masse popolari . e necessaria un' azione e lotta sistematica per andare avanti su questa strada. e a questa azione, a questa lotta sistematica che si impegna il nostro partito.