Giuseppe SARAGAT - Deputato Opposizione
III Legislatura - Assemblea n. 326 - seduta del 04-08-1960
Sulla fame nel mondo
1960 - Governo I Cossiga - Legislatura n. 8 - Seduta n. 92
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , onorevoli colleghi , la decisione del partito socialdemocratico italiano di votare a favore del Governo che il presidente Fanfani ha presentato martedì scorso ai due rami del Parlamento è il logico corollario dell' azione da noi condotta per aiutare il paese ad uscire dal vicolo cieco in cui era stato cacciato. ma tale azione non è stata che lo sviluppo coerente di una politica condotta senza deviazioni fin dal sorgere del nostro partito. noi desidereremmo sinceramente affrontare questo dibattito accantonando ogni motivo polemico nei confronti delle forze che con la caduta del precedente ministero e con la formazione di quello che sta di fronte a noi hanno subìto una sconfitta. in realtà nessuno ha il diritto di illudersi che l' innegabile, forse decisivo, passo innanzi compiuto in questi giorni dalla democrazia italiana possa considerarsi definitivamente acquisito e al riparo da future involuzioni, a meno che il paese non sia sempre sorretto dalla consapevolezza dei termini reali in cui si svolge la lotta politica, dei pericoli che minacciano le libere istituzioni, degli obiettivi che debbono essere raggiunti e dei mezzi per raggiungerli. vorrei quindi riassumere per sommi capi, prima di giungere alle vicende di oggi, i termini essenziali della lotta politica italiana , collocandoli naturalmente dal punto di vista socialista democratico . nel corso del decennio che va dal 1947 al 1957 il socialismo democratico ha combattuto in Italia una strenua e coraggiosa battaglia per la difesa, per il consolidamento delle istituzioni democratiche e per tenere aperta alla classe lavoratrice la possibilità di inserirsi in modo sempre più determinante nella direzione politica di uno Stato democratico . tale periodo fu contraddistinto nel campo internazionale da una fase di guerra fredda , talvolta anche guerreggiata, e nel campo interno da un frontismo chiuso che dominava la politica della maggioranza dei lavoratori. ma ad ogni fase storica corrispondono particolari esigenze che si traducono, per un partito veramente democratico e fedele interprete degli interessi permanenti della classe lavoratrice , in un continuo adeguamento ad una realtà in continua trasformazione. nel 1957, dopo il XX congresso del partito comunista dell' Unione Sovietica e la denuncia dei crimini staliniani, avvertimmo i primi sintomi di una situazione nuova, che doveva poi tradursi nella politica distensionista sviluppata di lì a poco dall' Unione Sovietica nonché dal maturarsi, in seno ad importanti settori della classe lavoratrice italiana, sotto la spinta del dramma ungherese, di una volontà autonomistica la cui caratteristica essenziale era il ripudio della funesta politica del « tanto peggio, tanto meglio » cara alle forze totalitarie. egualmente avvertivamo che la continua erosione dell' area democratica, la quale pareva rinnegare la validità dell' impegno coraggioso da noi assunto, corrispondeva ad un profondo senso di insodisfazione di larghe zone di lavoratori che, nell' atto stesso in cui acquistavano coscienza del valore permanente della libertà politica , non tolleravano indugi nell' affrontare quel terzo tempo sociale, intravisto dagli stessi più illuminati fautori della politica di centro, che avrebbe dovuto dare una risposta decisiva ai problemi insoluti del nostro paese. sono queste, onorevoli colleghi , le ragioni che hanno indotto il nostro partito ad affrontare le elezioni politiche del 1958 con un programma che si riassumeva in alcune direttive generali per la salvaguardia e la sicurezza, per il consolidamento delle istituzioni democratiche, ma soprattutto per il progresso economico e sociale , specialmente per la formazione di un Governo di centrosinistra. nasceva così il primo Governo Fanfani di questa legislatura, Governo, come tutti ricordano, impegnato in un largo programma di riforme economiche e sociali, e costituitosi con la nostra diretta partecipazione all' azione ministeriale, in una situazione generale profondamente mutata, nella quale all' interno della Democrazia Cristiana erano venute riclassificandosi le forze più sensibili ai temi di progresso sociale e di rinnovamento nazionale. diciamo subito che quel primo tentativo, se corrispondeva in modo rigoroso ai più evidenti interessi della classe lavoratrice e del paese, anticipava i tempi di una evoluzione in corso (i tempi, in realtà, furono più lenti di quanto noi avevamo sperato e previsto) ed invece faceva cristallizzare una involuzione la cui violenza non sorprendeva noi, ma coloro che non avevano saputo raggiungerci tempestivamente sulle nostre posizioni di lotta. dalla constatazione obiettiva della scarsa efficienza dell' attuale neofascismo, molti traevano l' errata conclusione che ogni avventura reazionaria oggi in Italia fosse impossibile. costoro non si rendevano conto che il neofascismo non è che l' espressione esasperata e in un certo senso caricaturale di una massiccia realtà reazionaria, sempre pronta a pesare come un' ipoteca decisiva sulla politica nazionale, quando il senso di responsabilità dei democratici non è sufficientemente vigilante. il primo Governo Fanfani non resse a tanti e così simultanei urti, a tante e così fallaci illusioni; ma la sua caduta non segnava la sconfitta di una politica di progresso o la vittoria di una politica di conservazione, bensì segnava l' inizio di una crisi che, se qualificava in modo sempre più evidente le forze ostili all' allargamento della base democratica, le forze ostili a coraggiose riforme sociali, e se portava il paese su una china pericolosa, accelerava però i tempi di una salutare rigenerazione democratica di zone sempre più larghe di lavoratori, e rendeva sempre più consapevoli della minaccia reazionaria rappresentata dalla destra economica. nelle more di questa crisi si costituiva intanto il Governo Segni, Governo di conservatori probi ma scarsamente sensibili al problema dell' allargamento della base democratica e legati a formule politicamente superate. l' importante, vedete, è che le forze responsabili della sinistra democratica, in particolare il nostro partito, con l' occhio aperto sul processo di rigenerazione democratica in corso e non meno vigilanti di fronte alle sempre più pronunciate forme di involuzione della destra, abbiamo saputo mantenere la propria coerente posizione politica rifiutando di adagiarsi su prospettive centriste non più rispondenti alla vivace dialettica di una realtà in pieno movimento sotto la calma apparente determinata da un onesto governo conservatore. così al nostro congresso del novembre scorso il socialismo democratico assunse una piattaforma autonoma per una politica di centrosinistra da proporre al paese attraverso la scadenza elettorale. senza porre assurde preclusioni all' apporto esterno di un partito socialista in pieno travaglio di rigenerazione democratica, il nostro partito fissava gli obiettivi di una politica di centrosinistra da realizzarsi attraverso la maggioranza autosufficiente della Democrazia Cristiana , dei repubblicani e del nostro partito stesso. questa posizione, consolidata e resa definitiva da un largo voto congressuale, spiegava la sua benefica influenza in tutti i settori politici. favorite dalla congiuntura internazionale (ricordate che grandi erano allora le speranze per l' atteso incontro al vertice), larghe zone di lavoratori riprendevano fiducia nei valori della democrazia, mentre le forze della sinistra cattolica si orientavano verso una ripresa intensa della loro attività politica. tali fermenti, in uno con l' insofferenza di alcuni settori della destra economica, ponevano in crisi il Governo Segni. se la formazione del primo Governo Fanfani di questa legislatura aveva anticipato i tempi, questa volta ad anticiparli era la crisi del Governo Segni. i temi della politica di centrosinistra si ponevano come un fatto immediato che poteva realizzarsi utilizzando l' aperta e manifesta propensione del partito socialista a non ostacolare più la costituzione di un Governo di centrosinistra, il quale, attraverso un adeguato impegno programmatico, intendesse incidere profondamente nella struttura economica e sociale del paese. tale nuovo e positivo orientamento scaturiva dalla presa di coscienza che ogni ritardo avrebbe potuto essere molto pericoloso. in altri termini, gli insegnamenti scaturiti dalla caduta del primo Governo Fanfani di questa legislatura non erano andati perduti. la sostanziale adesione di masse sempre più larghe di lavoratori alla soluzione da noi offerta al paese ci poneva di fronte ad un impegno concreto e ci vincolava con sempre maggiore forza alla politica da noi perseguita. di fronte a tale prospettiva, il nostro partito ha condotto la sua battaglia nel corso della lunga crisi che ha visto emergere, incrociarsi e scontrarsi tutti i temi della lotta politica italiana senza la possibilità di ricavarne immediatamente né una scelta coerente, né una sintesi coerente. la disperata difesa della destra reazionaria, i gruppi di potere che dai margini del partito democratico cattolico si son visti, mercé l' equilibrio delle forze dei veri protagonisti, proiettati al centro della scena politica, e l' incipiente scetticismo di settori democratici sull' efficacia del metodo democratico nella lotta contro il totalitarismo, la difficoltà di fare intendere la differenza fra appoggio esterno del partito socialista e partecipazione ad una maggioranza organica, questi ed altri fattori hanno provocato l' insuccesso del tentativo di formare un Governo di centrosinistra e hanno generato un' atmosfera di confusione e di momentanea paralisi su cui non poteva non assidersi un Governo del tipo di quello dell' onorevole Tambroni. la sottovalutazione della profonda coscienza antifascista del popolo italiano , delle sue capacità di modificare i rapporti politici attraverso la lotta democratica nel Parlamento e nel paese, il trasformismo dei gruppi di potere, l' invadenza e la cecità dei gruppi di pressione che dominano la destra economica, la dichiarata volontà di costringere il corpo elettorale ad una drammatica scelta fra Fronte popolare e blocco nazionale hanno portato al tentativo di un Governo sostenuto in modo determinante ed aperto dalla destra fascista. tutti i democratici, tutti i lavoratori e, in prima linea , tutti i socialisti democratici ebbero la netta ed immediata percezione di ciò che il Governo Tambroni, indipendentemente forse dalle sue intenzioni, rappresentava. i suoi atteggiamenti contraddittori (demagogia a carico dell' erario in alcuni settori economici, e regime di polizia nei rapporti con i partiti e le opinioni organizzate) stavano a testimoniare il deterioramento del costume democratico che era insito nella formula di Governo ed anche nella mentalità delle forze politiche ed economiche che lo sostenevano. il paese sembrava divenire preda di un paternalismo a sfondo al tempo stesso demagogico e reazionario, con le rancide contrapposizioni di origine maurassiane fra paese reale e paese legale , mentre gli epigoni non rassegnati del fascismo alzavano la testa nell' atto in cui una ventata di accuse contro i partiti, contro la democrazia, contro la Resistenza, si scatenava dalle colonne della stampa fascista, riproiettata nel paese da compiacenti organi ufficiosi. ecco perché, onorevoli colleghi , lo sdegno popolare che dette origine a movimenti delle masse, cioè alla lotta di Genova democratica e antifascista contro l' arrogante presenza del neofascismo, fu veramente spontanea e rappresentativa di tutte le idee e di tutti gli strati della popolazione. cattolici e socialisti, comunisti e socialdemocratici, repubblicani e liberali, parteciparono a quella manifestazione, relegando al margine della cronaca il tentativo degli apparati di monopolizzarla. ella è un idiota inutile! questa è la differenza. se invece tale operazione riuscì in maniera più consistente, seppure non del tutto determinante, nelle successive e luttuose manifestazioni di piazza, ciò non toglie che all' origine della spirale involutiva, per cui in nome della difesa della legge l' onorevole Tambroni scivolava verso la maniera forte al cui limite vi era non soltanto lo scavalcamento dei partiti ma forse della stessa volontà del Parlamento, e, dalla parte opposta, in nome dei più profondi sentimenti antifascisti cittadini esasperati e offesi slittavano verso non meno funeste posizioni frontiste, c' era non già la cosiddetta machiavellica abilità dell' onorevole Togliatti, ma l' enorme errore politico di un Governo appoggiato dal neofascismo, in un paese che il fascismo ha trascinato nella più assurda e tragica guerra della sua storia. l' onorevole Tambroni adduceva, a sua difesa, di essersi fermato di fronte all' impossibilità della Democrazia Cristiana di operare una scelta tra centrodestra e centrosinistra e all' impossibilità dei partiti democratici di sinistra di accettare soluzioni centriste. di qui la pretesa inevitabilità dell' appoggio neofascista. era questo appoggio inevitabile? certamente no. sarebbe bastato che il presidente Tambroni non si fosse rivolto ostentatamente a tutti i partiti con un chiaro riferimento a quello neofascista. vi era almeno un partito che il presidente Tambroni avrebbe dovuto escludere dal novero dei possibili alleati del Governo: il partito neofascista . se avesse pronunciato questa esclusione, con ogni probabilità sarebbe stato possibile ottenere per il suo ministero l' indulgente estensione di molti che gli furono invece asperrimi avversari. la verità è che l' onorevole Tambroni ha pensato che il voto dei neofascisti non avrebbe costituito una ipoteca intollerabile e non avrebbe precluso la possibilità di un rovesciamento della maggioranza in un secondo tempo. vi è da chiederci per quale cecità l' onorevole Tambroni sia potuto giungere a queste assurde conclusioni. pensare che i partiti della sinistra democratica, pensare che il partito socialista avrebbero potuto costituire una maggioranza di ricambio, è ignorare le più elementari norme della dialettica democratica. l' onorevole Tambroni si è probabilmente ispirato all' episodio Milazzo, che vide forze appoggiate al fascismo trovare un simultaneo appoggio da parte comunista. ma proprio l' episodio Milazzo avrebbe dovuto ammonire dell' assurdità di tali maggioranze. tutti sanno infatti che il partito socialista , dopo un primo periodo di disorientamento, ha preso risolutamente posizione contro il milazzismo. pensare che il partito socialista e i partiti democratici di sinistra avrebbero potuto dopo qualche mese sostituire i fascisti nella maggioranza governativa , è ignorare tutto del movimento operaio . eppure, è su questa assurda illusione che il ministero Tambroni è andato innanzi, impigliandosi in una serie sempre più inesplicabile di errori che sono poi culminati nella tragedia. se i voti della sinistra erano un miraggio lontano ed illusorio, quelli determinanti del neofascismo erano una realtà tangibile e pericolosa che colorava di sé l' atmosfera in cui il Governo agiva e cristallizzava attorno al Governo stesso gli interessi, gli stimoli e le pericolose suggestioni di tutta la destra italiana. non avere avvertito il pericolo della situazione è stato l' errore di fondo dell' onorevole Tambroni, il quale si è trovato, probabilmente contro la sua volontà, coinvolto nella più pericolosa e, aggiungo, assurda avventura che la democrazia italiana ha corso dall' avvento della Repubblica. l' onorevole Tambroni si è trovato sempre più vincolato a quelle forze che egli pensava forse di poter facilmente controllare; l' appoggio del neofascismo da determinante è diventato vincolante per tutta la politica governativa e si è giunti così ai dolorosi episodi di Genova e di Roma ed a quelli tragici di Reggio Emilia e di Palermo. il paese non era sull' orlo della guerra civile ma vi si stava avviando; le istituzioni democratiche non manifestavano ancora preoccupanti lesioni, ma erano sottoposte ad un' usura crescente che avrebbe potuto, col tempo, determinarne il crollo. la polarizzazione fascismo-frontismo era tutt' altro che compiuta, ma le forze democratiche sentivano aumentare la spinta centrifuga che, al di là di un certo limite, avrebbe fatto franare la piattaforma su cui poggiano; e, quel che è peggio, l' onorevole Togliatti si è visto offrire dai fatali errori dell' onorevole Tambroni la più comoda piattaforma politica che mai il comunismo ha potuto avere dall' avvento della Repubblica. del resto, più che l' abilità e le intenzioni del partito comunista , era la situazione stessa che favoriva il risucchiamento del partito socialista italiano nel Fronte popolare , che ostacolava i fermenti autonomistici e bloccava la via all' allargamento dell' area democratica. il ministero Tambroni determinava così nel paese una violenta polarizzazione, che poteva mettere in pericolo le stesse libere istituzioni. parallelamente, anche l' atmosfera della politica internazionale , gravemente intorbidata, favoriva la spinta verso la polarizzazione degli estremi. in una situazione in cui la democrazia era minacciata dagli errori di un Governo che scivolava sempre più verso l' avventura, determinando per contraccolpo lo scivolamento verso il frontismo, il nostro dovere era di cercare un' alternativa che, senza vincolarci ad impegni centristi, rendesse possibile lo sblocco della situazione e, sbarrando la strada al peggio, non compromettesse il meglio che noi auspichiamo. e a questo punto che si è inserito il senso di responsabilità del nostro partito, il quale, senza nulla concedere delle proprie posizioni politiche, ha respinto il dilemma artificioso tra ritorno al centrismo e permanenza del Governo Tambroni: è a questo punto che si è inserita la rinascita del senso di responsabilità di tutti i partiti dell' arco che va dal partito socialista a quello liberale. nell' impossibilità di giungere ad un Governo di centrosinistra, nell' impossibilità di ritornare al centrismo, definitivamente superato, l' alternativa non poteva essere che un Governo interamente democristiano, rigorosamente ostile al neofascismo, sottratto ad ogni ipoteca totalitaria e conservatrice. largamente aperto alle rivendicazioni sociali della classe lavoratrice e guidato da un uomo di viva sensibilità democratica e sociale. eguale richiesta hanno fatto, con sfumature e accenti diversi, ma con la comune preoccupazione di far uscire il paese dal vicolo cieco in cui si era cacciata la democrazia, i partiti repubblicano, liberale e socialista; determinante è stato l' impegno di appoggiare il Governo così delineato dal nostro partito, da quello repubblicano e da quello liberale: è questo impegno che condiziona la nascita e la vita dell' attuale Governo. il partito socialista , a sua volta, ha preso la responsabile decisione di non ostacolarne la formazione e di astenersi nel voto di fiducia . da questa rinascita del senso di responsabilità di tutti i partiti dell' arco che va da quello socialista a quello liberale è sorto il Governo che trova nel presidente Fanfani l' uomo più indicato per guidarlo. il tentativo polemico di presentare l' attuale Governo come un cedimento al frontismo è pertanto altrettanto sciocco quanto quello di presentare il nostro appoggio al nuovo Governo come un nostro cedimento al centrismo. il Governo che è di fronte a noi non è ovviamente né un Governo di centrosinistra, né un Governo di destra, ma un Governo che scaturisce dalla rinascita del senso di responsabilità di tutte le forze democratiche antifasciste, un Governo il cui obiettivo è di ricollocare la vita del paese nei suoi cardini democratici, un Governo, ripeto, che, sbarrando la strada al peggio, rappresentato dalla polarizzazione verso le estreme totalitarie, la lasci aperta al meglio che noi auspichiamo. l' esistenza di tale Governo garantirà il naturale corso della situazione politica e permetterà a ciascun partito, fermo restando nei suoi impegni verso il Governo stesso, di sviluppare un' azione democratica per cercare di condurre tale situazione verso obiettivi ritenuti più opportuni. e, come è noto, il nostro obiettivo è una politica di centrosinistra, realizzata da un Governo di centrosinistra. il significato politico del Governo che sta di fronte a noi trascende quello programmatico, non certo perché il programma del Governo sia un elemento subordinato..... ma perché il programma stesso assume. il suo esatto significato nell' atmosfera di restaurazione dei valori democratici di cui questo Governo è espressione. il presidente del Consiglio ha caratterizzato il Governo come politicamente qualificato, senza un termine prefissato, sorto da una situazione di emergenza con lo scopo di fronteggiarla e di superarla. è una definizione che possiamo accogliere, sottolineando però che, fermo restando il nostro impegno di appoggiare il Governo attuale, noi siamo convinti che la lotta democratica per creare in Italia una situazione che renda possibile un Governo di centrosinistra, il quale si muova nella direzione da noi indicata ed abbia una base sufficiente e stabile per realizzare una politica di lavoro, di democrazia e di progresso sociale quale è nelle aspirazioni popolari, è più che mai aperta. nessun democratico sincero può adombrarsi per questa nostra leale dichiarazione, poiché le nostre preoccupazioni coincidono con quelle di coloro che auspicano il consolidamento definitivo delle libere istituzioni. probabilmente il cammino non sarà breve e la meta sarà raggiunta quando nei settori che abbandonano la politica del « tanto peggio, tanto meglio » si accompagnerà nel tempo l' adesione concreta a tutti gli aspetti della realtà democratica, e nei settori. che permangono legati a vecchie formule si preciserà la validità degli impegni per l' allargamento della base democratica. certo, noi non faremo mai correre alla democrazia il pericolo di ipoteche totalitarie, ma neppure rinunzieremo ad adoperarci per inserire masse sempre più larghe di lavoratori sul terreno della democrazia e della vita dello Stato. questo è il senso del nostro appoggio nei confronti di questo Governo: impegno leale, non limitato nel tempo, ma stimolato dalla certezza del raggiungimento di traguardi ancor più vicini ai nostri ideali. il presidente del Consiglio nel suo discorso programmatico ha giustamente posto in primissimo piano la difesa della libertà e sottolineato che tale difesa poggia sulla ferma volontà di impedire ogni atto contro di essa. strumenti di questa volontà sono l' efficacia e la correttezza del funzionamento dello Stato democratico , il rispetto dei valori della Resistenza, l' educazione dei cittadini al civismo ed alla conoscenza di ciò che significa nella vita di un popolo civile un libero Parlamento, espressione autentica della sovranità popolare . ugualmente apprezziamo l' impegno del Governo per la tutela della pace e della sicurezza del paese. nonostante l' intorbidarsi dell' atmosfera internazionale, noi siamo più che mai convinti che, accanto ad una ferma volontà di mantenere inalterato l' equilibrio delle forze, debba permanere uguale volontà per avere la distensione internazionale, quali che siano gli ostacoli che devono essere affrontati, quali che siano gli ostacoli che devono essere superati. ugualmente noi riteniamo che tanto più valida sarà la nostra posizione nei confronti degli errori e degli eccessi di cui si rende colpevole la parte avversaria, quanto più da parte dell' Occidente si elimineranno gli errori e le ipoteche del passato, e in primo luogo l' ipoteca colonialista. il diritto di tutti i popoli alla libertà e all' autonomia sarà tanto più efficacemente affermato nei confronti della libertà e dell' autonomia degli Stati satelliti , quanto più l' Occidente asseconderà l' irresistibile moto che porta alla luce della storia popoli fin qui soggetti a regime coloniale. apprezziamo quindi le affermazioni del presidente del Consiglio per quanto si riferisce al compito dell' Italia come fattore di autonomia e di libertà nell' area in cui abbiamo interessi vitali, vale a dire l' area del Mediterraneo. egualmente apprezziamo l' impegno d' integrazione europea espresso dal presidente Fanfani; impegno che non va disgiunto dalla ricerca di accordi sempre più stabili con la Gran Bretagna , nell' ambito della solidarietà atlantica, garanzia di equilibrio delle forze e garanzia di pace. per quanto si riferisce alla politica interna ed agli orientamenti di politica economica e sociale, prendiamo atto della volontà del Governo di favorire il compimento dell' iter della legge per il regolamento dell' istituto del referendum e di favorire la sollecita approvazione del disegno di legge sulla disciplina dei monopoli, con opportune modificazioni, integrato da un' altra legge che coerentemente riformi le società per azioni . il proposito del Governo di svolgere una politica economica e fiscale che scoraggi i monopoli esistenti, impedisca il sorgere di nuovi e renda impossibile l' esercizio, da parte delle forze monopolistiche ed economiche in genere, di atti che rodono l' autorità dello Stato, non ci può non trovare caldamente consenzienti. sui problemi della scuola, infine, siamo lieti di constatare come la costante preoccupazione del nostro partito di far cessare il pauroso depauperamento culturale ed intellettuale dell' Italia, passando dal piano di casta in cui la scuola italiana ancora si trova, a quello democratico, ha trovato nel discorso dell' onorevole Fanfani una vigorosa e sodisfacente risposta. la scuola non soltanto deve dare un' adeguata istruzione a tutti, ma deve selezionare i giovani intellettualmente e moralmente più preparati e avviarli agli studi superiori. questo, onorevoli colleghi , non è soltanto un problema di ovvia giustizia, ma un' assoluta necessità per lo sviluppo economico e civile del nostro paese. liberare la scuola di ogni grado, e specialmente quella superiore e universitaria, dagli ostacoli che si oppongono all' ascesa di tutti i capaci, indipendentemente dalla loro origine e dai beni di fortuna, è la condizione prima di sviluppo della nostra patria, così come nelle remore attuali è la causa prima della sua decadenza nel consesso delle nazioni culturalmente grandi, come Francia, Inghilterra, Germania, America, Spagna, Olanda, Russia, che con l' Italia hanno dato, nel corso dei secoli, un contributo determinante alla formazione della moderna civiltà occidentale. non poteva sfuggire all' onorevole Fanfani il problema dei fitti, per cui già il nostro partito aveva elaborato una soluzione di transizione, che siamo lieti di vedere accolta nella sua sostanza; e quello delle case per i lavoratori, problema che si pone con urgenza drammatica soprattutto nelle regioni centro-meridionali del paese. egualmente apprezziamo l' invito del Governo al Parlamento di approvare sollecitamente i due disegni di legge sulle aree fabbricabili. dopo il problema della scuola, nel discorso del presidente del Consiglio prende rilievo il problema del Mezzogiorno d' Italia, per cui il progetto di portare la rete delle autostrade fino a Reggio Calabria , dove potrà congiungersi con quella siciliana, acquista un significato politico e trascende l' aspetto economico e tecnico della questione. il progetto annunciato dall' onorevole Fanfani sottolinea la consapevolezza del Governo del pericolo di uno scarto crescente nel livello di vita tra nord e sud. solo avremmo voluto, onorevole presidente del Consiglio , un più esplicito impegno per quanto si riferisce allo sviluppo dell' industria nelle aree depresse, sviluppo che ovviamente non può realizzarsi che con il concorso dello Stato. è pur vero che, nel paragrafo della politica economica , il presidente Fanfani afferma che lo Stato provvederà alle infrastrutture necessarie ed anche ad un' azione economica diretta nelle zone territoriali in cui l' iniziativa privata è inesistente o insufficiente; ma, ripeto, ci saremmo attesi un più esplicito riferimento all' attività diretta dello Stato per promuovere lo sviluppo dell' industria del Mezzogiorno, unico mezzo valido per combattere efficacemente la disoccupazione. e va bene , siamo due nazioni — dice un personaggio di Dos Passos che impersona il rancore e lo sdegno della classe povera contro quella ricca. adoperiamoci, onorevoli colleghi , tutti, in modo da evitare che la più sacra conquista della nostra storia, vale a dire il sentimento unitario della patria, possa essere umiliata come quella del personaggio di Dos Passos . infine, l' onorevole Fanfani, ha posto il problema delle elezioni amministrative . il presidente del Consiglio ha dichiarato di essere pronto ad indire le elezioni, con un' eventuale proroga di qualche settimana rispetto alla data precedentemente indicata per l' interruzione prodotta dalla recente crisi alla preparazione occorrente. ed ha pure dichiarato di non essere contrario alla preannunciata modifica della legge elettorale in senso proporzionalistico. il Governo ha, infine, avvertito che, qualora il dibattito per la legge non si concludesse in breve termine , ciò potrebbe determinare un ulteriore ritardo delle elezioni. la posizione del partito socialista democratico su questo problema è nota. noi pensiamo che elezioni si debbano tenere entro quest' anno e che la legge elettorale possa essere varata, tempestivamente. abbiamo detto che qualora risultasse una incompatibilità tra le elezioni entro l' anno e il varo tempestivo della nuova legge, noi saremmo propensi a dare la priorità all' impegno elettorale. qualora, però, sempre nell' ipotesi di un' incompatibilità tra le elezioni entro l' anno ed il varo tempestivo della legge, prevalesse negli altri partiti la propensione alla priorità alla legge ed al rinvio delle elezioni, noi aderiremmo a tale desiderio. riteniamo, però, che con buona volontà si possano fare tutte e due le cose entro quest' anno. onorevoli colleghi , l' appello che da questo settore e da altri settori della Camera fu rivolto a tutti i partiti dell' arco che va da quello socialista a quello liberale, in un momento difficile della vita del paese e dopo che sangue fraterno era stato sparso, è stato accolto. noi riteniamo onestamente che il Governo presieduto dall' onorevole Fanfani risponda alle nostre richieste per uscire da una situazione di emergenza. il presidente del Consiglio ha ringraziato il partito liberale , quello repubblicano ed il nostro partito per il generoso e responsabile appoggio (sono sue parole) che i nostri tre partiti assicurano al suo Governo. mi sia permesso di ringraziare il presidente del Consiglio per questo suo riconoscimento, sia permesso a me di ringraziare la Democrazia Cristiana che in un momento così importante non è venuta meno alle tradizioni di De Gasperi , di Achille Grandi e di Vanoni. sia permesso a me di ringraziare gli amici repubblicani, con i quali abbiamo in comune importanti obiettivi politici, gli amici liberali, con i quali al di là delle divergenze di natura economica vi è la comune nozione di libertà politica e di democrazia politica. ma dobbiamo egualmente, onorevoli colleghi , prendere atto con sodisfazione del senso di responsabilità del partito socialista italiano, che, per dirla con le parole di un oratore americano, Stevenson, ha saputo affrontare l' ardua scelta e conquistare la dura necessità della decisione, assumendo un atteggiamento in piena coerenza. con il ripudio ormai acquisito della politica del « tanto peggio, tanto meglio » e con l' appello del suo segretario per la formazione di un Governo tale da ricreare nel paese e nel Parlamento le condizioni della convivenza democratica nel libero confronto delle idee e dei programmi. questo Governo è di fronte a noi, consapevole del significato degli eventi che hanno determinato la sua nascita e dei compiti che lo attendono. saremmo ipocriti se dicessimo che questo Governo risponde in pieno ai nostri ideali, ma verremmo meno al nostro senso di responsabilità se non prendessimo atto di ciò che questo Governo rappresenta nel processo di restaurazione dei valori democratici gravemente compromessi dagli errori del passato. probabilmente, onorevoli colleghi , qualcosa di molto importante sta avvenendo, di cui non siamo ancora in grado di misurare la portata ed i possibili sviluppi. abbiamo l' impressione che un diaframma, che impediva l' allargamento dell' area democratica, sotto la spinta degli avvenimenti e per la volontà delle forze che credono in modo coerente nella libertà e nelle sue ragioni di sviluppo sia caduto. certo nuove lotte ci attendono, ma possiamo in questo momento di sosta considerare che le lotte che ci stanno alle spalle non sono state inutili e quelle che dovremo affrontare saranno feconde di utili sviluppi. lo scopo nostro, oggi come ieri, è di allargare l' area della democrazia, di inserire masse sempre più larghe di lavoratori nella vita dello Stato, di consolidare le libere istituzioni, di fare della nostra Italia un paese che possa allinearsi con orgoglio accanto a quelli socialmente più progrediti del mondo. questo Governo, dopo le pericolose involuzioni che hanno deteriorato la democrazia italiana, rappresenta un punto fermo molto importante e ci dà garanzia della tutela delle libere istituzioni, della tutela della sicurezza della patria nella ricerca costante della pace, della tutela degli interessi della classe lavoratrice . il gruppo parlamentare del partito socialista democratico voterà « sì » a questo Governo.