Pietro NENNI - Deputato Maggioranza
III Legislatura - Assemblea n. 315 - seduta del 08-07-1960
Bilancio di previsione dello Stato per il periodo del 1° luglio-31 dicembre 1964
1960 - Governo II Moro - Legislatura n. 4 - Seduta n. 170
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , ieri sera, in fine seduta, avevo chiesto la parola ed ella cortesemente aveva consentito a darmela. desideravo invitare la Camera ad anticipare lo svolgimento delle interpellanze presentate sulla situazione politica generale, in primo luogo, quella del gruppo socialista che reca la mia firma. la tensione dell' Assemblea era ieri sera tale, dopo le notizie del tragico eccidio di Reggio Emilia , dopo le dichiarazioni del ministro dell'Interno e del presidente del Consiglio , dopo gli incidenti in Aula, che io non ebbi l' animo di formulare la mia proposta temendo che cadesse in un momento non opportuno. senonché, onorevoli colleghi , il problema di cercare una soluzione parlamentare e democratica alle questioni di fondo della crisi del paese, anche in rapporto a quelle che noi consideriamo le responsabilità del Governo, si fa più impellente di giorno in giorno e si potrebbe dire di ora in ora. un fatto nuovo è intervenuto questa mattina, un fatto del quale il presidente della Camera nella seduta antimeridiana ha dato comunicazione alla nostra Assemblea. alludo alla dichiarazione del presidente del Senato ed alla proposta di una tregua nelle agitazioni e nei metodi indiscriminati di repressione che sono stati adoperati. il presidente del Senato , come i colleghi sanno, ravvisa le condizioni della tregua: primo, nel ritiro in caserma delle forze di polizia e delle forze armate , fatte salve le esigenze dei normali servizi di Pubblica Sicurezza ; secondo, nella sospensione delle agitazioni e delle proteste in corso da parte dei partiti, dei sindacati e delle organizzazioni della Resistenza; terzo, nell' apertura immediata di un dibattito in Parlamento per dare una soluzione alla crisi del paese. il comitato centrale del partito socialista ha questa mattina deciso di accogliere il principio della tregua. già otto giorni or sono con l' interpellanza da me sottoscritta i socialisti avevano preso l' iniziativa di un largo dibattito parlamentare al quale ci auguravamo di vedere partecipare tutti i gruppi parlamentari e, in primo luogo, il gruppo della Democrazia Cristiana . ad una tale esigenza fecero ieri riferimento i colleghi del mio gruppo Gianguido Borghese e Oreste Lizzadri, rinunciando a soffermarsi sugli aspetti inerenti alla cronaca dolorosa degli ultimi avvenimenti per sollecitare il giudizio della Camera sulle cause della crisi di fondo del paese e per chiedere le dimissioni del Governo . in proposito il nostro pensiero è noto. ma io abuserei della parola che mi è stata concessa se entrassi in questo momento nel merito, se cioè pretendessi a questo punto di illustrare le ragioni per le quali più che mai ci sentiamo di negare la nostra fiducia al Governo. tuttavia, onorevoli colleghi , al di là del diritto di intervento nel dibattito che vale per noi come vale per tutti i gruppi della Camera, sta, a giudizio nostro, l' esigenza di arrivare sollecitamente ad una conclusione di carattere parlamentare e democratico. noi accettiamo, quindi, il principio della tregua, senza rinunciare, come è nostro dovere, a vigilare perché essa non venga distolta dal proprio scopo. noi domandiamo che la Camera anticipi il dibattito politico fissato per mercoledì prossimo. noi crediamo che sia urgente, ai fini della distensione interna, che rimane uno degli obiettivi fondamentali della nostra azione politica, conoscere sulla tregua, sulle sue condizioni, sul principio di un dibattito da aprire immediatamente sui problemi politici di fondo del paese, il pensiero del Governo e quello dei gruppi parlamentari della Camera. non credo, onorevole presidente , che possano valere, contro il carattere eccezionale della richiesta del nostro gruppo, obiezioni inerenti al regolamento. tutto è eccezionale, onorevoli colleghi , in questo momento: eccezionale in senso negativo la posizione del Governo, eccezionale lo stato del paese percosso da un sussulto di volontà non sovvertitrice ma restauratrice dei valori della democrazia, eccezionale la responsabilità del Parlamento. contano i giorni, possono contare financo le ore: nessuno qui ha il diritto, nessuno, credo, ha la possibilità di sottrarsi al dovere di pronunciarsi sulle condizioni migliori per creare la possibilità di un libero dibattito parlamentare che noi ci auguriamo concorra a ristabilire fra Stato e popolo quei rapporti di normalità che, pur nel confronto qualche volta il più intransigente delle idee e dei programmi, rappresenta però la sola condizione; la sola possibilità di una sana vita democratica del paese e del Parlamento.