Giuseppe SARAGAT - Deputato Opposizione
III Legislatura - Assemblea n. 271 - seduta del 07-04-1960
Sulla fame nel mondo
1960 - Governo I Cossiga - Legislatura n. 8 - Seduta n. 89
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , onorevoli colleghi , il Governo che è di fronte a noi nasce da una situazione che non ha precedenti nella vita della nostra giovane Repubblica. la singolarità di ciò che accade non è, come è stato erroneamente detto in altra sede, nel modo come la crisi è sorta: la singolarità è nel modo come la crisi è stata deviata dal suo sbocco naturale, e tale singolarità si riflette in modo particolare nel discorso che l' onorevole Tambroni ha pronunciato lunedì di fronte a questa Camera. la crisi è sorta perché il partito liberale ha ritenuto di togliere la fiducia al Governo Segni e perché il Governo Segni non ha ritenuto di poter vivere condizionato dai voti dell' estrema destra . sin qui tutto è nell' ordine delle normali operazioni politiche. tali operazioni possono essere valutate a seconda dei differenti punti di vista , ma non possono essere tacciate né di singolarità e tanto meno di incostituzionalità. la singolarità viene dopo, cioè nel modo come la crisi è stata deviata dal suo sbocco logico, indicato, del resto, anche dagli organi direttivi della Democrazia Cristiana in documenti ufficiali e ufficiosi che non si prestano ad alcun equivoco. la crisi doveva risolversi in un Governo di centrosinistra formato dalla Democrazia Cristiana , dal partito repubblicano e dal partito socialdemocratico , con un chiaro programma di centrosinistra, con una maggioranza che era già precostituita, sia pure con un margine estremamente limitato. invece, a che cosa ci troviamo di fronte? ci troviamo di fronte ad un Governo monocolore che fa appello indifferentemente a tutti i partiti e che è esattamente il contrario di un Governo di centrosinistra, anche se alcuni uomini che fanno parte di quel Governo affermano di parteggiare per quella politica. quale obiettivo hanno la politica di centrosinistra e i governi di coalizione che ne sono la legittima espressione? hanno come obiettivo l' allargamento della base democratica attraverso la soluzione di alcuni problemi di fondo della vita nazionale. tali governi per la logica stessa dei loro programmi, per la loro struttura, respingono automaticamente le convergenze delle estreme totalitarie e con la stessa automaticità favoriscono l' approdo alla democrazia di maggioranze sempre più numerose di lavoratori. i governi monocolore invece, indipendentemente dalle intenzioni di coloro che li guidano, automaticamente diventano il punto di convergenza delle estreme totalitarie, automaticamente escludono le coalizioni democratiche, ineluttabilmente sono costretti ad eludere i problemi di fondo che sono quelli che interessano le classi lavoratrici . pertanto, tali governi, lungi dal favorire l' allargamento della base democratica che è l' obiettivo nostro, erodono quel tanto di area democratica che si è già formata nel paese, favoriscono il rafforzamento delle estreme totalitarie. possiamo, quindi, dire che la crisi si è risolta in un modo diametralmente opposto non soltanto da quello auspicato dal partito socialdemocratico e dal partito repubblicano , ma anche da quello auspicato dagli stessi organi direttivi della Democrazia Cristiana . inoltre, il Governo che è di fronte a noi, non appare come il risultato concorde di volontà spontanee o magari come risultato di necessità obiettive ineluttabili, ma ci appare piuttosto come la deliberata forzatura di una situazione che poteva e doveva risolversi in modo completamente diverso. abbiamo assistito nel corso di questa strana crisi ad una fuga di fronte a responsabilità, fuga che è difficile valutare, perché qualche volta i « no » possono essere anche dettati da rispettabili casi di coscienza; ma tale fuga ha offerto l' occasione per dare alla crisi uno sbocco opposto a quello suggerito dalla volontà dei partiti che si adoperavano per risolvere la crisi stessa. penso, quindi, che sia indispensabile indicare, sia pure per sommi capi, la curva degli eventi e prima ancora la ragione, l' importante ragione che muoveva il nostro partito a cercare la soluzione della crisi nel modo, a nostro avviso, più conforme agli interessi delle classi lavoratrici , nel modo più conforme agli interessi del paese. penso anche che sia opportuno ricordare ciò che è avvenuto al congresso di Firenze della Democrazia Cristiana , ciò che è avvenuto nel congresso del nostro partito nel novembre scorso, ciò che è avvenuto nel congresso recente del partito repubblicano italiano. a parte differenze ideologiche che derivano dalle diverse premesse dottrinarie da cui i nostri tre partiti si muovono, si può dire che tutti e tre questi congressi sono giunti, sul piano delle formulazioni sociali, a conclusioni che non sono inconciliabili tra di loro. inoltre, su due punti fondamentali della politica nazionale, e cioè la visione dei rapporti fra l' Italia e le altre nazioni del mondo ed il modo con cui la democrazia deve affermarsi all' interno della nazione nei confronti delle concezioni totalitarie, noi abbiamo trovato in questi tre congressi convergenze che sono ancora più significative. tutti e tre questi congressi hanno visto affermarsi l' esigenza di una politica nuova, che non è rinnegamento, intendiamoci, di quella che nel passato questi tre partiti hanno talvolta praticato collaborando assieme. questa politica nuova risponde alle esigenze di una situazione internazionale e interna che è mutata, risponde soprattutto alle esigenze di una visione di più largo impegno sociale della democrazia nei confronti della classe lavoratrice . oggi, dopo un lungo periodo di guerra fredda , il mondo pare avviato verso una realtà in cui la volontà umana che aveva abdicato si direbbe che prenda coscienza del peso che può avere per decidere il destino della storia. il problema della distensione internazionale si confonde oggi con quello della stessa sopravvivenza del genere umano. sia ben chiaro che per noi socialdemocratici il problema della distensione si identifica con quello della sicurezza e della libertà di tutti i popoli. per noi distensione e progressivo orientamento verso la democrazia nei rapporti internazionali non possono essere che dei sinonimi. noi pensiamo che, nonostante il peso prevalente nella politica mondiale degli USA e della Russia sovietica , sarebbe errato pensare che tutto il resto del mondo sia collocato ai margini della storia e non possa partecipare, anzi non abbia il dovere di partecipare alla elaborazione degli eventi che sono in corso . il progressivo raggruppamento economico del nostro continente attraverso il mercato comune , la solidità dello stesso Commonwealth che si trasforma in modo democratico, ma che permane ancora come elemento fondamentale della storia del mondo, l' affermarsi nell' Estremo Oriente della gigantesca Cina, della poco meno popolosa India, il risveglio del mondo arabo , l' insorgere alla luce della storia del mondo africano, il progressivo sviluppo delle grandi repubbliche latine del Sud America , la vitalità meravigliosa delle nazioni minori in tutti i continenti del globo, attestano una pluralità di forze, nessuna delle quali può essere trascurata per il raggiungimento di un equilibrio che è necessario come fondamento di una pace duratura. purtroppo, onorevoli colleghi , in questo quadro che è sostanzialmente positivo, due gravi macchie feriscono la coscienza della umanità: una è quella rappresentata dal colonialismo tradizionale, che in questo momento sta dando così triste prova di sé nell' Africa del sud, l' altra è quella rappresentata da un neocolonialismo che si è stabilito nel cuore dell' Europa su popoli di antica civiltà e della nostra comune razza. ma, nonostante queste due gravi macchie, tutti sentono che è in corso un moto irreversibile del mondo verso la libertà, verso la democrazia, e questo moto irreversibile è determinato in primo luogo dall' anelito di tutti i popoli verso una migliore giustizia sociale , ed è determinato anche da un fattore obiettivo, che condiziona la politica delle grandi potenze e i loro rapporti. questo fattore obiettivo — voi lo sapete — è la scoperta di armi terribili, le quali non potrebbero essere impiegate senza implicare la distruzione totale di entrambi i contendenti, qualora le due maggiori potenze del globo volessero scendere in conflitto tra loro. probabilmente, onorevoli colleghi , qualcosa di immenso sta avvenendo in questo momento sotto i nostri occhi. mi pare che in questo momento l' umanità stia entrando — e non credo di esagerare nel termine — in una dimensione nuova, in un mondo cioè in cui la guerra ha ucciso la guerra, in un mondo in cui la pace si pone come premessa inalienabile dell' esistenza stessa del genere umano e come premessa di sviluppo dei rapporti internazionali. il problema è di avere sempre più chiara coscienza di questa dimensione nuova in cui l' umanità sta entrando e di utilizzare questa impossibilità di guerra non già per cristallizzare quei rapporti di iniquità che ancora esistono, ma per risolvere queste iniquità, sia pure progressivamente, e trasformare il mondo secondo i dettami della giustizia e della democrazia internazionale. tutti e tre i nostri partiti (congresso della Democrazia Cristiana , congresso del partito repubblicano italiano e congresso del mio partito) hanno sentito l' immenso significato di questa realtà sui dati immutabili della sicurezza nazionale, dell' indipendenza più assoluta e dei rapporti pacifici dell' Italia con le altre potenze. tutti e tre i congressi di questi partiti hanno collocato nella sua giusta luce la politica di solidarietà atlantica, la politica di solidarietà tra le nazioni democratiche, e hanno sottolineato la particolare vocazione del nostro paese a favorire il processo di distensione in corso nella libertà e nella giustizia per tutti i popoli. egualmente tutti e tre i congressi di questi partiti hanno sentito che qualcosa è mutato nella politica interna . onorevoli colleghi , mentre si parla tanto di crisi della democrazia, penso che gli osservatori più attenti possono constatare con sodisfazione che in realtà la coscienza democratica del paese si arricchisce e si consolida continuamente. la pubblica opinione ha acquistato un peso che mai aveva avuto nei periodi precedenti della nostra storia unitaria. e anche se talvolta la pubblica opinione sbanda verso obiettivi errati o eccede in forme di qualunquismo critico, poi si ricrede e trova la via giusta. i problemi di fondo del paese sono dibattuti non più da ristrette minoranze, da specialisti, ma da sempre più vasti gruppi di cittadini. e anche se talvolta ciò va a scapito del rigore delle impostazioni logiche, con grande scandalo dei dottrinari, presto o tardi le soluzioni giuste emergono nella coscienza della collettività e permeano di sé — ciò che è importante — la coscienza del paese. in altri termini, onorevoli colleghi , la democrazia in Italia si va consolidando, sta diventando sempre più un fatto di costume, e, nonostante gli equivoci e le confusioni, ciò costituisce un notevole progresso. quando la democrazia sarà diventata un modo di vita per la generalità dei cittadini, allora potremo dire di aver vinto definitivamente la nostra battaglia. ma la vera carenza democratica del paese è, diciamolo subito, al livello dei partiti politici e per conseguenza è al livello dei governi. da questo punto di vista si può dire che, nonostante la maggiore coscienza democratica della nazione, tutto potrebbe ancora essere compromesso. negli stessi partiti sinceramente democratici molte volte prevalgono visioni di interessi sezionali sugli interessi generali. inoltre i partiti che senza alcuna riserva mentale aderiscono alla Costituzione della nostra Repubblica oggi costituiscono ancora poco più della maggioranza numerica di questa Assemblea mentre nei paesi che hanno già risolto i loro problemi sociali tutti i partiti indistintamente si richiamano senza riserve mentali ai principi fissati dalle Costituzioni democratiche; ciò in Italia non avviene. abbiamo udito questa mattina un importante discorso dell' onorevole Togliatti, il quale poneva in termini che noi non possiamo accettare questo problema. nei parlamenti dell' Europa del nord un discorso, come quello tenuto questa mattina l' onorevole Togliatti, sarebbe rimasto incomprensibile. l' onorevole Togliatti ha fatto la difesa della pluralità dei partiti, in regime, come egli lo chiama, di democrazia borghese e ha fatto l' apologia invece del partito unico del regime comunista, sottintendendo qualcosa che non esiste, vale a dire immaginando che in un regime che egli chiama comunista e che io chiamerei sistema di capitalismo di Stato non esistano più differenze di interessi. l' onorevole Togliatti si è dimenticato però di una cosa assai più importante: il problema della pluralità dei partiti è uno degli aspetti della libertà; ci sono altri aspetti egualmente importanti. e l' onorevole Togliatti non ci spiega come queste libertà fondamentali, che sono quelle che hanno trionfato nella rivoluzione francese, nei paesi a cosiddetta democrazia popolare non esistano. ammettiamo pure che un regime il quale abbia superato differenze di classe possa automaticamente risolversi in un tipo di partito unico ; ma perché in seno a questo partito unico non esistono quelle libertà civili che esistono in tutti i paesi dell' Occidente? perché in questo partito unico non esiste libertà di pensiero, di coscienza, di propaganda? perché le stesse minoranze sono messe al bando e considerate come nemici della collettività? chiaro quindi che l' onorevole Togliatti ha eluso il problema di fondo ; mentre non lo ha eluso l' onorevole Nenni, quando ha parlato del dovere di esercitare il potere in modo democratico, anche quando si è maggioranza in un sistema anche socialista. tuttavia in Italia oltre a questa difficoltà di determinare un orientamento comune nei confronti della nozione di libertà esistono anche pressioni di carattere economico, le quali si inseriscono nella vita dello Stato e ne compromettono il funzionamento. la democrazia italiana è soggetta alla pressione di forze economiche monopolistiche che falsano in modo sistematico il libero funzionamento delle istituzioni e si inseriscono nella vita pubblica per fini che sono in contrasto con quelli della collettività. vedete, è in una situazione definita dalla presenza di questi elementi: estreme totalitarie, forze monopolistiche, ipoteche pesanti che gravano ancora su una economia in gran parte arretrata, che si muove con difficoltà la democrazia italiana ed è in questa situazione che noi dobbiamo cercare la via. ecco perché, ad oltre un decennio dalla nascita della Repubblica, non possiamo ancora dire, nonostante il progresso della coscienza democratica del paese, che la democrazia in Italia sia definitivamente consolidata, ed ecco perché gli uomini come noi, che credono nella democrazia, considerano gli eventi con grande perplessità e cercano con impegno di trovare la strada giusta. del resto i fatti visibili dimostrano come la nostra democrazia sia ancora costruita su basi precarie. oggi manca ancora in Italia la possibilità di una alternativa democratica. nei paesi dove il problema sociale e il problema politico sono risolti questa alternativa esiste. oggi da noi questa alternativa non c' è. il maggiore dei partiti democratici, la Democrazia Cristiana , si trova così investito, per la logica della situazione, di una responsabilità permanente di Governo che corrode il senso di autocritica dei dirigenti, i quali non sono assillati dalla salutare prospettiva di un avvicendamento che porti al Governo forze nuove. inoltre, onorevoli colleghi , la situazione sociale del paese è sempre grave. certo, si sono fatti dei progressi nel corso di questi dodici anni, ma il problema maggiore che travaglia la vita italiana, vale a dire il problema della disoccupazione, è rimasto praticamente al punto di prima. esiste una massa fluttuante di un milione e mezzo, due milioni di disoccupati; e questa situazione assume un carattere ancora più grave, se si riflette che in agricoltura vi sono dei semioccupati i quali nel corso degli anni che verranno, per effetto della industrializzazione in quel settore, saranno, come si dice, « liberati » dall' attività agricola, e dovranno trovare un impiego in fabbriche che ancora non esistono. quindi si può prevedere che il problema della disoccupazione permarrà per alcuni anni ancora come una ipoteca terribile sull' economia nazionale. un altro fatto grave è che la forbice sud-nord, lungi dal restringersi, si sta allargando sempre di più. non voglio dire con questo che il sud non faccia progressi, ma li fa in modo meno sollecito del nord, per cui questo dislivello di vita tra Valle Padana e zone del sud d' Italia, anziché diminuire, aumenta: con quale pericolo, a lunga scadenza , per la stessa unità nazionale voi stessi potete immaginare. il sintomo della mancanza di equilibrio di un sistema economico è dato dalla pratica opposizione tra lusso eccessivo e miseria eccessiva, tra opulenza e squallore; e tali pratiche opposizioni esistono visibilmente in Italia più che in qualsiasi altro paese dell' Europa più progredita. spettacoli come quelli che si vedono a Roma, di sobborghi squallidi e di case di lusso, non si trovano nelle capitali del Nord Europa . visitatele, e vedrete che queste contraddizioni stridenti in quelle città non esistono. il problema della distribuzione del reddito, che è il banco di prova delle democrazie, da noi non è risolto. e se questo problema non troverà presto una soluzione, la nostra giovane democrazia rischia di andare incontro a delusioni amare. queste sono le cose che il congresso della Democrazia Cristiana , il congresso del nostro partito, il congresso del partito repubblicano hanno visto nella loro giusta luce; e da questa presa di coscienza si è consolidata la visione di una politica nuova, nel quadro di questa mutata situazione internazionale e di questa mutata situazione interna: politica nuova che è definita nella formula di centrosinistra. le correnti più responsabili della Democrazia Cristiana , il partito socialdemocratico nella sua totalità ed il partito repubblicano , anch' esso nella sua totalità, sanno che il problema di fondo del nostro paese per il consolidamento della democrazia è quello dell' allargamento della base democratica; sanno che solo inserendo masse sempre più larghe di lavoratori nella vita dello Stato, nella vita della democrazia si creano le condizioni per risolvere i problemi vitali che interessano la nazione; sanno che solo in questo modo si può alimentare nel cuore della classe lavoratrice la fede nelle libere istituzioni. non è con discussioni teoriche che possiamo dimostrare la superiorità della democrazia sulla dittatura: è offrendo la prova che la democrazia dà una risposta più efficace della dittatura ai problemi umani. i nostri partiti sanno, inoltre, che la grande competizione che si è aperta nel mondo tra il sistema democratico e il sistema totalitario non sarà vinta da colui che avrà il maggior numero di armi o di armamenti; siamo giunti ad una situazione in cui l' equilibrio militare rende praticamente impossibile ogni forma di conflitto. gli uomini più avveduti sanno che questa grande competizione sarà vinta da colui che avrà trovato il modo migliore per risolvere il problema della condizione umana. v' è chi si illude che questa politica di centrosinistra, la quale è una cosa seria che risponde ad una trasformazione profonda della vita internazionale e della vita interna, possa essere elaborata, sviluppata con gli stessi strumenti politici con i quali sì era realizzata la politica cosiddetta centrista e che rispondeva ad una situazione diversa. noi non rinneghiamo affatto la nostra partecipazione al Governo con il partito liberale . questi governi hanno rappresentato una fase alla quale corrispondeva alla nostra sinistra un periodo di frontismo che chiamerei frontismo chiuso » . non vi era altra strada per noi socialisti per difendere le istituzioni che cercare la collaborazione con tutti coloro che credevano senza riserve mentali nella democrazia politica. si tratta però di una fase politica superata, completamente superata. nella nuova atmosfera che si è creata nel paese e nel mondo sono sorte situazioni nuove che permettono di agire, per la difesa della democrazia, per risolvere i problemi della classe lavoratrice , su un terreno diverso e più conforme, del resto, alle nostre profonde aspirazioni. due sono — a mio avviso — gli elementi positivi che vorrei sottolineare in questo mio discorso. il primo è il consolidarsi in seno alla Democrazia Cristiana di correnti socialmente molto aperte e che si pongono, senza alcuna riserva, dal punto di vista degli interessi della classe lavoratrice cattolica. queste forze, anche se a Firenze non hanno avuto il sopravvento, hanno però potuto condizionare la politica generale di quel partito. nel corso di questi ultimi tempi coloro che , come noi, hanno sempre seguito con simpatia il travaglio dei lavoratori cattolici, hanno visto con sodisfazione che ciò che ieri era una tendenza, oggi sta diventando sempre più una visione organica, ossia una politica. oggi non ci troviamo più di fronte ad aspirazioni generiche di lavoratori cattolici, ma ci troviamo di fronte ad impegni concreti, che si esprimono in forme programmatiche ben definite. queste forze, anche se minoritarie nel seno del maggiore partito politico italiano, sono tali da obbligare tutti a fare i conti con loro. devono fare i conti con loro in primo luogo i conservatori cattolici o non cattolici, che sono costretti a sparare le ultime cartucce per impedire l' avvento di una politica nuova. ma dico di più: devono fare i conti con queste forze cattoliche anche i partiti dell' estrema sinistra , particolarmente di quella, estrema sinistra che chiamerei, per essere molto più chiaro, totalitaria, la quale ha sempre creduto di poter manovrare la carta dei lavoratori cattolici nel giuoco delle avventure dittatoriali e che oggi si trova con lavoratori cattolici che sono pronti a giocare essi la carta forse decisiva della politica di riforme, del consolidamento della democrazia, in altri termini la politica di centrosinistra. venirci a chiedere, onorevoli colleghi , in queste condizioni di ritornare al quadripartito è chiederci di voler rompere non soltanto con le aspirazioni profonde dei lavoratori che militano nel nostro partito, ma anche di voler rompere con le aspirazioni profonde dei lavoratori cattolici che militano nelle file della Democrazia Cristiana . se qualche dirigente della sinistra della Democrazia Cristiana viene meno al suo impegno verso la logica di una politica di centrosinistra, ciò non induce noi a rinunziare a quello che noi abbiamo verso i lavoratori cattolici, i quali sanno che non è con il monocolore pendolare, ma con un Governo, con una piattaforma democratica di centrosinistra socialmente aperta, protesa verso l' allargamento dell' area democratica, che potranno essere risolti i problemi di fondo della nostra nazione. il secondo elemento che ci spinge verso una politica di centrosinistra è quella che chiamerei una minore propensione del partito socialista italiano verso una concezione totalitaria del socialismo ed una sua maggiore sensibilità democratica. non intendo, perché non è questa la sede, parlare del problema dei rapporti fra partito socialista e partito comunista (problema importante, ma — ripeto — non è questa la sede), o di quello delle maggiori o minori convergenze del partito socialista italiano con una concezione socialista democratica della vita nazionale. non è questa la sede. tuttavia, vi sono taluni aspetti troppo importanti negli sviluppi dalla crisi in corso , sui quali non è possibile non soffermarsi a meno di voler dare della crisi un' immagine completamente deformata. siamo pienamente consapevoli delle remore che ancora, secondo noi, ostacolano l' approdo del partito socialista verso una concezione organicamente democratica della vita. nessuno più di noi socialisti democratici è consapevole delle gravi ipoteche che, a nostro avviso, pesano ancora su quel partito, per esempio, sul terreno sindacale. nessuno più di noi sente quanto è pericolosa, per esempio, la politica del partito socialista in materia di amministrazioni comunali, soprattutto, nessuno più di noi sente le differenze di fondo fra la concezione di politica estera che hanno i partiti socialisti democratici che, come il nostro, aderiscono all' Internazionale socialista , e la concezione che ne ha il partito socialista italiano. tuttavia, nella lotta che conduciamo per l' allargamento della base democratica, pensiamo che il dovere di tutti sia di incoraggiare gli approcci del partito socialista verso una concezione più conforme a quella che riteniamo sia utile agli interessi della classe lavoratrice . ed io credo di non fare inutilmente appello alla sensibilità democratica di uomini di cui ho grandissima stima, come l' onorevole Pacciardi e l' onorevole Scelba, se li pregherò di riflettere per alcuni istanti su un dato che, a nostro avviso, è fondamentale e molto significativo e che sottolinea un accentuarsi della sensibilità democratica del partito socialista italiano. non mi riferisco ai documenti ufficiali di quel partito, non mi riferisco alle dichiarazioni teoriche fatte da questo o da quel dirigente, non mi riferisco alla reazione sui fatti d' Ungheria, reazione che, purtroppo, a nostro avviso, non ha avuto lo sbocco che era nella logica delle cose, non mi riferisco alle polemiche fra Avanti! e L'Unità . noi sappiamo benissimo che ad un certo caratterizzato episodio di autonomia può corrispondere un altro non meno caratterizzato episodio di subordinazione al comunismo. non m' interessa. v' è un elemento che, tuttavia, a mio avviso, deve attirare l' attenzione di tutti gli uomini politici responsabili. qual è la caratteristica fondamentale d' un partito a propensioni totalitarie nei confronti della politica interna ? ve lo dico subito. la caratteristica fondamentale d' un partito totalitario nella politica interna è la propensione verso soluzioni che si possono definire con una formula: la politica del tanto peggio, tanto meglio. questa è la propensione dei partiti totalitari. tutti i partiti totalitari si orientano verso la polarizzazione degli estremi, cercano di spingere la situazione politica verso alternative che non ammettono soluzioni democratiche, sperando di risolvere queste alternative a loro vantaggio. le forze totalitarie sono per definizione favorevoli a tutto ciò che spinge verso soluzioni estreme....... sono portate per istinto ad orientarsi verso tutto ciò che corrode l' area della democrazia. accanto a questa politica di alternative estreme, si assiste poi, negli stessi partiti totalitari, quando le circostanze lo ammettono, ad una politica che pare opposta ma che è la stessa: quella delle confluenze delle estreme, la politica del milazzismo. i partiti totalitari di sinistra offrono la mano ai partiti dell' estrema destra , cercando di lottare contro le forze democratiche. l' unica cosa che le forze totalitarie non ammettono mai è l' appoggio sincero dei partiti che credono nella democrazia. questo non lo vedrete mai. potete assistere a fenomeni di milazzismo, a fenomeni per cui un partito totalitario spinge verso soluzioni che favoriscono il totalitarismo opposto, sperando che il pendolo ritorni poi dalla loro parte; ma non vedrete mai un partito totalitario favorire una soluzione di democrazia. mi pare quindi che il vero criterio di discriminazione tra un partito totalitario e un partito il quale cominci a sentire le esigenze democratiche, sia precisamente il diverso atteggiamento nei confronti della politica del tanto peggio tanto meglio , il diverso atteggiamento nei confronti della politica del milazzismo. orbene, noi abbiamo avuto in questi mesi alcuni episodi che, a mio avviso, sono stati molto significativi: la differenza di atteggiamento del partito socialista italiano e del partito comunista proprio in settori di questo tipo. il partito socialista italiano (ed è in questo che io ravviso l' elemento positivo della sua evoluzione in senso democratico) ha reagito in Sicilia, sia pure in ritardo, contro il milazzismo in opposizione alla politica del partito comunista . e sul piano nazionale, come reagisce? guardate la differenza delle reazioni tra il partito comunista e il partito socialista nei confronti dei pericoli di estrema destra ! mentre l' onorevole Togliatti sottovaluta o finge di sottovalutare i pericoli di estrema destra (perché in fondo non gli importa niente che si faccia un governo di estrema destra , anzi lo sollecita, perché spera che l' alternativa storica porti l' ondata dalla sua parte), il partito socialista italiano paventa una involuzione di carattere rivoluzionario e cerca di evitarla con delle soluzioni di carattere democratico. questa è la vera differenza tra la politica attuale del partito comunista e la politica attuale del partito socialista . non vedere questa differenza, non valutarla nella sua giusta misura e soprattutto non sapere estrarre da questa propensione verso la democrazia del partito socialista italiano ciò che essa contiene di positivo, a mio avviso, è un grave errore politico. ecco perché oggi il partito socialista italiano, a differenza di quanto ha fatto un anno fa, appunto in relazione alla sua accresciuta sensibilità democratica, non considera più con indifferenza il pericolo di uno slittamento della situazione italiana verso destra e si dichiara pronto ad appoggiare, o per lo meno a non ostacolare, a condizioni che io definisco ragionevoli, un Governo di centrosinistra. questa offerta si colloca su una evoluzione in senso democratico, che gli osservatori più attenti e responsabili hanno colto durante gli ultimi avvenimenti di Sicilia e colgono nella valutazione della situazione generale del paese in questo momento. soltanto i superficiali possono pensare che i timori di un partito verso una involuzione in senso reazionario siano a senso unico. essi dicono: sì, il partito socialista teme una involuzione verso il fascismo, però non gliene importa niente di una involuzione verso il comunismo. non è esatto! i partiti totalitari non temono, anzi sollecitano — come ho già detto — le involuzioni reazionarie; ma i partiti che le temono e che precostituiscono, per combattere queste involuzioni, una politica idonea ad evitarle, ossia precostituiscono — ne abbiano o no coscienza — una politica di carattere democratico, per il fatto stesso che lavorano in modo obiettivo per la democrazia, escludono anche soluzioni totalitarie di estrema sinistra . questi sono i motivi che inducono un partito come il nostro, impegnato da dodici anni in una polemica serrata col partito socialista italiano, a non respingere l' offerta che quel partito ha fatto di non ostacolare il Governo formato dalla Democrazia Cristiana , dal partito repubblicano e dal nostro partito. credo che siano motivi seri, motivi di uomini responsabili perfettamente logico che permangano riserve sulla partecipazione del partito socialista ad una maggioranza organica, vale a dire ad un Governo (cosa che, del resto, il partito socialista italiano non ha chiesto e che l' onorevole Nenni non ha ieri sollecitato). d' accordo. ma è semplicemente assurdo che si giunga al punto di denunciare come l' anticamera del frontismo un Governo di centrosinistra, che nei suoi obiettivi e nei suoi effetti allargherebbe l' area democratica dello Stato, risolverebbe problemi sociali di fondo, immetterebbe nel gioco democratico masse sempre più larghe di lavoratori. accusa evidentemente assurda — quella di volere in questo modo ridar vita al Fronte popolare — ma che molti dirigenti della Democrazia Cristiana , del nostro partito e di quello repubblicano hanno inteso. l' esigenza di allargare la base democratica ha indotto i nostri tre partiti a cogliere l' occasione della caduta del Governo Segni per tentare su basi rinnovate la generosa esperienza del Governo Fanfani, per tentare su basi rinnovate il rilancio della politica di centrosinistra. per la verità questo rilancio non era nelle nostre previsioni, almeno a breve scadenza, in quanto l' opinione prevalsa nel corso dell' ultimo nostro congresso era che la formula di centrosinistra sarebbe stata realizzabile in un tempo più lontano, dopo le future elezioni, vale a dire fra alcuni anni. l' evolversi degli eventi ha fatto sì che fosse consentito di anticipare i tempi; era quindi nostro dovere utilizzare la circostanza favorevole nel senso più opportuno per giungere ad una soluzione rispondente alle attese delle classi lavoratrici . mi tocca, a questo punto, il dovere di accennare ad alcuni aspetti della crisi ed alla singolarità con cui si è giunti al Governo monocolore quando, tutto pareva ormai avviato verso una soluzione ragionevole e mentre le trattative che si stavano conducendo col presidente Segni si svolgevano in modo positivo. nella prima riunione svoltasi alla Camilluccia si è constatato l' accordo più completo sui problemi di fondo della politica estera e della politica interna , come possono confermare tutti coloro che a quell' incontro parteciparono. quando si passò ad esaminare il problema delle regioni, lo spirito di comprensione di tutti e tre i partiti ebbe a portare rapidamente verso una soluzione ragionevole, accettabile da tutti. restavano da discutere altri problemi, il cui esame fu rinviato al 21 di marzo. improvvisamente, dopo la pausa festiva, fummo informati personalmente dal presidente Segni della sua decisione di rinunziare al mandato. i motivi che il presidente Segni ha addotto per questa sua decisione non possono onestamente essere considerati da noi come obiettivi e validi; ancora oggi non conosciamo ufficialmente il motivo di una decisione così grave; nessuno ce lo ha detto. si è sparsa la voce di interferenze di carattere non politico, voce accreditata da informazioni apparse su giornali e riviste: noi di questa parte non abbiamo alcun elemento di giudizio, ma l' esperienza ci insegna che in questa materia occorre andare molto cauti. ciò che ci pare invece indiscutibile, e ciò che sappiamo, è che l' elemento determinante che ha indotto il presidente Segni a rassegnare il mandato è stata l' opposizione delle forze della destra democristiana e della destra economica del paese: le stesse forze che erano già riuscite, attraverso l' azione dei franchi tiratori , a rovesciare il Governo Fanfani, si sono imposte di nuovo e hanno sbarrato la strada alla soluzione auspicata dagli organi più responsabili del grande partito democratico cattolico. la decisione di sospendere le trattative per la formazione di un Governo democratico è stata gravissima, sia per la delusione che ha provocato in seno alle classi lavoratrici e per il disorientamento provocato nella parte più responsabile della pubblica opinione , sia per gli alibi che ha forniti alle estreme totalitarie, sia ancora perché ha aperto la strada ad un Governo monocolore. noi abbiamo collaborato parecchi anni con la Democrazia Cristiana ed abbiamo l' impressione di esserci sempre comportati con molta lealtà. abbiamo quindi il dovere di dire tutto quello che pensiamo su una situazione che, a nostro avviso, presenta degli aspetti molto gravi. noi rispettiamo le crisi che travagliano i partiti politici , noi socialisti abbiamo avuto, nel corso della nostra storia, molte crisi profonde, e sappiamo che dietro di esse vi sono quasi sempre motivi nobilissimi, profondamente rispettabili. noi ravvisiamo nell' attuale crisi della Democrazia Cristiana una situazione di pericolosità che può avere le più gravi conseguenze per il nostro paese. noi abbiamo rispetto per le posizioni di centro, di destra, di sinistra quando queste posizioni sono fondate su valutazioni di carattere puramente politico. apprezziamo molto meno le posizioni che derivano da valutazioni di carattere personale o personalistico, che subordinano a tali valutazioni gli interessi generali del paese. quando manca la visione dell' interesse generale e ad essa si sostituisce una valutazione di carattere personale o di piccoli gruppi, ne deriva una preoccupante deficienza di principi, una crescente insensibilità per le condizioni morali e politiche che presiedono allo sviluppo di una moderna democrazia. vediamo così manifestarsi conservatorismi di destra che dicono di essere intransigenti versò il totalitarismo, ma che non esitano a colludere con le forze del neofascismo. ugualmente vediamo forze che si credono di sinistra per il loro accentuato paternalismo o perché hanno maggiore sensibilità verso i problemi delle classi lavoratrici , che non esitano a colludere, scavalcando le forze laiche, con quelle antidemocratiche. orbene, la politica di centrosinistra che per noi è intesa in termine di allargamento della base democratica, di attrazione di masse sempre crescenti di lavoratori nell' area della libertà, questa politica che per noi è considerata come una condizione di sviluppo, per alcuni dirigenti della Democrazia Cristiana , che si credono di sinistra, è considerata puramente in modo strumentale. e non è a caso che un uomo che si dice il più spregiudicato di questa tendenza e che si è inserito nel corso della crisi, possa sollecitare, senza credere di venir meno ai suoi principi ed alla sua posizione, l' appoggio del Msi la democrazia vive e si sviluppa su presupposti diversi. la democrazia ha la sua intensa vita morale ed affonda le sue radici in principi che escludono tanto il fanatismo quanto la spregiudicatezza ed implicano una vigorosa intransigenza politica. ecco perché il monocolore è l' opposto della politica di centrosinistra, è esattamente il contrario. ecco perché il monocolore fa convergere su di sé un' ala totalitaria, mentre il Governo di centrosinistra respinge ogni totalitarismo ed allarga l' area della democrazia. di questo passo si va verso situazioni molto pericolose. se alle masse lavoratrici , che sono affamate di ideali forse ancor più che di pane, la democrazia non sa offrire che l' assurda prospettiva di governi aridi e meschini, senza respiro e senza anelito umano, di governi che per la loro stessa logica devono rimpicciolire i loro dirigenti, di governi per i capi dei quali è grande furberia apparire ancor più piccoli di quello che sono, come è possibile sottrarre le masse al fascino delle dottrine totalitarie, molte volte inumane, ma eloquenti di promesse messianiche? se si è creduto in seno alla Democrazia Cristiana di affrontare le forze conservatrici opponendo ad esse questo tipo di sinistra, si è commesso un grave errore. non è questo il modo per consolidare la democrazia, per presentarla al paese con il suo volto più degno. il dovere era di resistere, di opporsi alla offensiva conservatrice, di affrontare la situazione con coraggio. si è accennato a pericoli di lacerazioni in seno alla Democrazia Cristiana . siamo molto scettici sulla validità di questa informazione. la destra democristiana può minacciare, non credo però che abbia nessun interesse a separarsi dal suo partito. se, in ogni caso, le minacce reazionarie hanno il potere di bloccare tutte le volte che si muove quella politica sociale coraggiosa che noi auspichiamo, vi è davvero da disperare delle sorti del paese e delle sorti della democrazia italiana. orbene, invece di lottare contro le forze conservatrici, si è capitolato di fronte ad esse, cercando di mascherare la sconfitta e togliendo così ad essa quella virtù stimolatrice che le è implicita. probabilmente — e voglio essere cordiale con il Governo — è stata questa illusione che ha portato un uomo della sinistra democristiana a formare un Governo monocolore, il quale, nella logica della sua impostazione, non può essere che un governo conservatore e non può avere che l' appoggio dell' estrema destra . alla vittoria delle forze di destra si aggiunge così il pericolo della sconfitta morale di una parte della sinistra democristiana, la quale si presta ora a sbarrare la strada all' avvento di un Governo di centrosinistra. del resto, le contraddizioni, i pericoli impliciti in questa situazione, appaiono ancor più chiari dall' esame del programma di Governo che ci è stato esposto dal presidente del Consiglio . secondo l' onorevole Tambroni il Governo che egli ci presenta ha il mandato di tener conto delle esigenze della nazione e degli impegni costituzionali, tra i quali i bilanci; e l' onorevole Tambroni aggiunge che la formula monocolore del Governo non rappresenta il tentativo di risolvere una crisi lunga e difficile con un facile espediente, né il proposito di mettere tra la Democrazia Cristiana e gli altri partiti una irragionevole soluzione. ma l' onorevole Tambroni si guarda bene dal dirci se, quando saranno approvati i bilanci, per esempio, il Governo darà le dimissioni; da tutto il discorso dell' onorevole Tambroni si ricava l' impressione che egli cerchi di precostituirsi argomenti per dare al Governo una vita più lunga possibile. inoltre, proprio dal discorso dell' onorevole Tambroni si ricava l' impressione che questo Governo sia precisamente quella « irragionevole soluzione » che ha deviato la crisi dal suo sbocco naturale. respingiamo intanto l' argomento di sapore vagamente qualunquistico per cui il Governo dovrebbe beneficiare dell' indulgenza del Parlamento, perché « il paese era stanco della crisi » ; l' onorevole Tambroni ha detto che il paese non riusciva a comprendere come le sue esigenze potessero essere ulteriormente trascurate. onorevole presidente del Consiglio , l' esigenza del paese non era di avere alla guida del Governo l' onorevole Tambroni: era di avere un Governo idoneo a risolvere alcuni problemi fondamentali della vita del paese. se l' onorevole Tambroni vuol dire che le crisi politiche devono essere risolte nel tempo più rapido possibile, egli sfonda una porta aperta; ma non è questo che l' onorevole Tambroni vuol dire: egli trae argomento da una asserita stanchezza del paese per tentare di sottrarre il suo Governo a un giudizio di fondo e per acquisirgli indulgenze in nome di uno stato di necessità. troppo comodo, onorevole presidente del Consiglio , creare con le perplessità del proprio partito una situazione di paralisi nella vita del paese e poi trarne argomento per chiedere l' approvazione per un Governo che non risponde all' attesa della nazione. il problema è di sapere se i partiti si siano comportati in modo responsabile; se, per avventura, questo o quel dirigente della Democrazia Cristiana , o anche degli altri partiti, non abbia fatto quello che doveva fare; il problema, infine, è di sapere se non si sia approfittato dell' asserita stanchezza del paese per coartare un pochino la volontà del Partito di maggioranza e per dare alla crisi un corso diverso da quello che tutti auspicavano. la verità è che, se il paese è stanco, è stanco dell' incapacità del Partito di maggioranza a definire una politica; la verità è che il paese vuol vedere affrontati con coraggio i problemi di carattere sociale che sono rimasti insoluti. queste cose, onorevoli colleghi , non crediate che le dica solo io. sapete chi le dice? proprio l' onorevole Tambroni nel suo eloquente ed efficace intervento al congresso di Firenze del suo partito, intervento che io riporto testualmente dal giornale Il Popolo . ecco che cosa diceva l' onorevole Tambroni: « la scelta non deve fallire, perché altrimenti l' errore sarebbe irrimediabile e distaccherebbe la Democrazia Cristiana dal corpo vivo delle aspirazioni popolari » . ed aggiunge: non si tratta di essere con qualcuno o contro qualcuno, ma di compiere una necessaria e fondamentale scelta di linea politica » . questo l' onorevole Tambroni lo diceva in sottintesa polemica nei confronti del Governo di cui faceva parte presieduto dall' onorevole Segni, Governo che non sceglieva, ma che viveva con i voti dei partiti di destra. ed ecco che oggi l' onorevole Tambroni si presenta con un Governo che non sceglie, che è l' espressione politica dell' incapacità di prendere una strada determinata, con un Governo che si appresta a vivere con i voti dell' estrema destra , con i voti del Movimento Sociale Italiano , a differenza di quanto è avvenuto per il Governo Segni, che tale appoggio determinante ha rifiutato. inoltre, l' onorevole Tambroni, non soltanto non definisce i limiti di tempo in cui questa paradossale situazione può durare, ma ha l' avvertenza facile di precostituirsi un alibi per una sua durata indeterminata. dice, infatti, l' onorevole Tambroni, il Governo ha una sua linearità che non può essere disconosciuta, e si propone una sua attività per il tempo che il Parlamento riterrà opportuno e necessario. non esistono in regimi di democrazia governi la cui attività possa rimanere oltre il tempo che i parlamentari ritengano opportuno e necessario e, poiché non pensiamo che l' onorevole Tambroni si sbagli di regime, dobbiamo dedurne che egli non fissa alcun limite alla durata del suo Governo. e che non lo fissi, e che pertanto non possa pretendere che il suo Governo sia giudicato come Governo meramente amministrativo e non politico, è provato dalla sua stessa affermazione per cui « il momento amministrativo prevarrebbe sul momento politico » . questo gergo hegeliano non mi dice nulla di buono. so che i momenti si rovesciano facilmente e che il momento politico è sempre destinato a prevalere su quello amministrativo. del resto, il vero problema non è questo. il vero problema è di sapere se la soluzione monocolore che si è data alla crisi, se il programma del monocolore sono rispondenti al benessere del paese. il vero problema è di sapere come mai la crisi, che si poteva risolvere in modo positivo, si è risolta con questo Governo. il Governo dell' onorevole Tambroni non sorge dall' esigenza di dare tempo alla Democrazia Cristiana di riflettere. se in un modo o in un altro questo Governo riuscirà a superare il voto di fiducia , state certi, che farà tutto il possibile per durare, avvalendosi in tutti i modi dell' opportunismo e del possibilismo. la forma di questi governi è quella tipica del monocolore, facili a convergere costantemente a destra. questi governi diventano i punti di confluenza dell' estrema totalitaria, automaticamente escludono la coalizione democratica, automaticamente eludono i problemi di fondo dei lavoratori. del resto, il programma riflette la sostanza obiettivamente ostile alla politica di centrosinistra della formula governativa che è di fronte a noi. dirò che l' inganno — e non credo che la parola sia troppo forte — è in ciò che i problemi di fondo , anzi i « cosiddetti problemi di fondo » per dirla con il linguaggio dell' onorevole Tambroni, vengono elusi in nome del carattere amministrativo del Governo e che la durata del Governo viene mantenuta indeterminata in nome di atti amministrativi da compiersi in periodi molto lunghi. e l' unica concessione che, bontà sua , ci fa l' onorevole Tambroni è quella di riconoscere che dopo il suo verranno certamente altri governi! il programma si direbbe sia stato accuratamente studiato per garantire la massima durata del Governo con il minimo impegno sul piano sociale. sappiamo così che il lavoro parlamentare bicamerale rende sempre più indispensabili i sottosegretari, ma sappiamo anche che vi sarà presto una legge per fissarne rigorosamente il numero. siamo ugualmente informati che i bilanci sono documenti essenziali della vita dello Stato e, scendendo più al concreto, potremo sapere che l' onorevole Tambroni afferma l' urgenza di assicurare una maggiore efficienza alla macchina dello Stato. e, tanto per cominciare, ci comunica l' istituzione di un nuovo ministero, quello dell' organizzazione amministrativa, cosa di cui il milione e mezzo di disoccupati e i parecchi milioni di sottoccupati sentivano, come è noto, un bisogno urgentissimo. dopo l' ovvia constatazione sulla necessità di dare unicità di indirizzo all' azione dello Stato, ma che dovrebbe essere la premessa di qualsiasi programma governativo, l' onorevole Tambroni sottolinea la ripresa economica del 1959, che è comune a tutti i paesi dell' universo, e cade in questo punto in una clamorosa contraddizione. « è di tutti la convinzione — dice l' onorevole Tambroni — che sia questo il momento per agire decisamente; un' occasione che assolutamente non deve essere perduta » . dopo questa affermazione categorica ci si attenderebbe l' annuncio di riforme di struttura tali da trasformare l' economia del paese, da vincere i flagelli che la deturpano: disoccupazione, basso livello di vita, problema del Mezzogiorno, analfabetismo, carattere di casta della scuola, strapotere dei monopoli, i cosiddetti problemi di fondo , insomma. ci troviamo invece di fronte all' annuncio della lotta contro le frodi olearie, dell' attuazione della legge sui mercati generali , della riduzione del prezzo dello zucchero e via discorrendo. tutte cose, intendiamoci, che sono utilissime, ma che qualsiasi governo di centrodestra può fare benissimo, perlomeno quanto lo può fare questo Governo. quanto diverso il tono dell' onorevole Tambroni al congresso di Firenze! vogliamo udirlo: « i ritardi verificatisi nel cammino verso lo sviluppo del paese sono dovuti in parte a fatti esterni, in parte a fatti interni della Democrazia Cristiana , il principale dei quali può ravvisarsi in un certo scetticismo instauratosi nelle file del partito per aver ceduto a concezioni e forme economiche non più valide alla mutata realtà dei tempi, nonché alla inutile avidità di manovre subordinate al più deteriore tatticismo, che ha condotto a subordinare i programmi della Democrazia Cristiana alle altrui collaborazioni » . questo scetticismo, dopo l' elusione dei problemi di fondo , scomparirà e sarà sostituito dall' amara certezza che si stanno facendo dei passi indietro. diceva allora l' onorevole Tambroni: « il partito deve provocare lo slancio delle nuove generazioni verso la democrazia più dinamica e realizzatrice e deve conquistare il loro consenso con metodi nuovi. altrimenti rischia un precoce e definitivo invecchiamento » . ma crede ella davvero, onorevole Tambroni, di provocare questo slancio delle giovani generazioni con un programma di Governo come quello che ella ha esposto, con la formula del suo Governo, con l' appoggio determinante del Movimento Sociale Italiano ? tutte le altre parti del programma governativo non escono da quello che ho definito un equivoco, il quale consiste nell' eluderei problemi di fondo in nome della provvisorietà e nell' accumulare materiale amministrativo per giustificare la maggiore durata di questo esperimento. il programma è generico in materia di edilizia popolare, si diffonde con compiacenza in tema di trasporti terrestri, marittimi ed aerei. il Governo non si impegna in materia di nazionalizzazione dell' energia e mette in primo piano il coordinamento delle aziende che fanno già capo allo Stato. il vasto e fondamentale problema della democratizzazione della scuola si riduce alle proporzioni della concessione di borse di studio , nell' atto stesso in cui il Governo si diffonde sulla approvazione di progetti di legge che del resto sono già di fronte alle Camere. onorevoli colleghi , ai terribili problemi nazionali, all' esistenza di oltre un milione e mezzo di disoccupati, al permanere al sud d' Italia di condizioni che tutti sanno, che risposta dà l' onorevole Tambroni? testualmente, eccola: « vi sono certo altri problemi, i cosiddetti problemi di fondo della società italiana : essi andranno affrontati e risolti gradualmente, se non da questo Governo, dai governi che verranno dopo. questo Governo frattanto li avvierà a soluzione, avvantaggiandoli, con il programma esposto, con la fede e la volontà che esistono, di rendere operanti gli aspetti etici e sociali del solidarismo cristiano » . no, non è eludendo i problemi di fondo che si rendono operanti gli ideali cristiani. e quando si pensa a soluzioni di provvisorietà e di attese ci si assume la responsabilità di definire i contorni e di fissarne le scadenze e non si dice: « in ogni momento, quando il Parlamento lo vorrà, potrà revocare l' attesa che sarebbe, di fatto, più di vigilanza che di fiducia » . certo, sono i parlamenti nelle democrazie che danno o tolgono la fiducia, ma sono i capi di governo che nelle democrazie fissano con chiarezza e senso di equilibrio i limiti del loro mandato, le forze politiche a cui fanno appello, gli obiettivi programmatici a cui tendono. ella invece, onorevole Tambroni, rimane nel generico, lascia aperte tutte le porte, dà l' impressione di non avere altro obiettivo che di durare. l' unica porta che ella chiude è la porta relativa ai problemi di fondo della politica sociale italiana, l' unica porta che ella chiude è quella che porta alla politica di centrosinistra. ho detto che ella non aveva fatto una scelta. in realtà, ella, onorevole Tambroni, più precisamente la scelta l' ha fatta, e l' ha fatta verso il centrodestra, vale a dire verso la direzione opposta a quella auspicata da lei sempre nel corso della sua operosa vita di militante e di uomo politico . una delle singolarità della situazione attuale è che, tra tutte le persone incaricate dal presidente della Repubblica di formare il Governo, quelle che avrebbero dovuto dire di sì hanno detto di no, mentre ella, uomo della sinistra democristiana, che di fronte all' offerta di formare il monocolore pendolare bloccato a destra avrebbe dovuto sentire il dovere di dire « no » , ha detto « sì » . questo « no » in ogni caso lo dirà il nostro partito e ci auguriamo fortemente che questo « no » lo dica la maggioranza del Parlamento. ella, onorevole Tambroni, mi ricorda certi personaggi fiabeschi che, per superare un ostacolo, ad esempio una porta chiusa, con un' opera di magia si fanno piccoli piccoli per passare attraverso il buco della serratura , e al di là dell' ostacolo riprendono poi le loro dimensioni normali. ma quale Governo democratico è mai quello che per passare ha bisogno di rimpicciolire se stesso o i propri uomini. non sappiamo, onorevole Tambroni, se ella riuscirà a passare. se vi riuscirà, sarà con i voti dei neofascisti. sarà la Democrazia Cristiana allora a porsi di fronte alle proprie responsabilità e dovrà prendere decisioni che saranno assai importanti. a questo punto abbiamo il dovere di dire che la democrazia italiana è a un bivio, ma un bivio pericoloso. si illudono coloro che pensano che si possa restare fermi o rinviare indefinitamente le scelte che si impongono. il rifiuto di scegliere è un atto politico che in ultima analisi si risolve in una scelta verso l' estrema destra . e se vi è qualche ingenuo o troppo furbo il quale pensa che il Governo, superato il voto di fiducia con l' appoggio dell' estrema destra , possa poi cambiare rotta, si sbaglia. dopo tutte le citazioni letterarie che ha fatto il mio collega onorevole Caveri, sono un po' imbarazzato. vorrei citare anch' io però un grande scrittore, Goethe, il quale diceva che si è sempre schiavi delle creature che si sono fatte nascere. ed ella, onorevole Tambroni, sarà schiavo di un Governo che nasce col marchio stampato sulla fronte dei voti dell' estrema destra . da questo Governo nulla di buono potrà venire per la nazione. ciò che più ci addolora in questa vicenda è di vedere uomini che avevano il dovere di difendere posizioni di sinistra, posizioni da essi rivendicate in precedenti governi, accettare con disinvoltura appoggi reazionari che i precedenti governi avevano con dignità respinto. non è questo il modo per rendere operanti i valori della democrazia. ripeto, una grande competizione è oggi aperta nel mondo tra vita democratica e totalitarismo. per somma fortuna della nostra generazione e delle generazioni che verranno, la lotta non sarà impegnata sul terreno della forza ma su quello sociale, su quello in cui ogni civiltà è chiamata a dare il meglio di sé, ad esprimere i suoi valori più alti ed umani. ed in questo momento la democrazia italiana non sa dare che lo spettacolo di una fuga di fronte alle proprie responsabilità e non sa esprimere che un monocolore, diretto da un uomo di sinistra, che vive o spera di vivere con i voti di un partito di estrema destra . per conto nostro la decisione è presa. si è parlato qui di amarezze. per conto nostro abbiamo qualcosa di più dell' amarezza. subiamo gli eventi con un senso di dolorosa umiliazione nel vedere la democrazia del nostro paese eludere i problemi di fondo della vita nazionale, eludere la sola politica che può portare l' Italia al livello delle nazioni più progredite. non voglio qui parlarvi di pericoli che possono correre le istituzioni, della delusione dei lavoratori, della erosione ulteriore dell' area democratica, del consolidamento delle forze totalitarie. tutti gli uomini responsabili sentono che questi pericoli pesano sulla vita del paese, e soprattutto noi uomini della socialdemocrazia che nei momenti più decisivi della vita nazionale abbiamo saputo superare talvolta delle remore terribili e fare delle scelte dolorose ma necessarie proprio per difendere le istituzioni libere nell' atto in cui magari forze ciniche della borghesia colludevano con gli opposti totalitarismi. vogliamo dire ciò che intendiamo fare per aiutare la democrazia italiana ad uscire da questo pericoloso momento. se il Governo supererà il voto di fiducia e se la Democrazia Cristiana non sentirà il dovere di farlo dimettere, noi continueremo la lotta in Parlamento e nel paese. in caso diverso il socialismo democratico , come sempre ha fatto con tutto il suo senso di responsabilità , è pronto a riprendere il colloquio con la Democrazia Cristiana ed il partito repubblicano al punto in cui il colloquio è stato troncato per dare alla crisi la soluzione che il paese si attende, per formare quel Governo di centrosinistra capace di affrontare i problemi della nazione, capace di operare per la svolta decisiva della politica italiana che sola può portare l' Italia al livello delle nazioni più progredite. in ogni caso noi siamo certi che la politica di centrosinistra avversata dalla destra e mal servita da chi si è prestato a deviare la crisi dal suo corso naturale, prevarrà, perché essa è nella logica delle cose, nella coscienza di un numero sempre crescente di lavoratori, nella volontà dei partiti democratici, anche se tale volontà nel maggiore di questi partiti attualmente è coartata o repressa. la lezione di ciò che avviene, per noi socialisti democratici , è molto chiara: quando in un paese civile non esiste un forte partito socialista democratico , la classe lavoratrice è preda del totalitarismo nell' atto stesso in cui è vittima dell' egoismo delle classi dirigenti . nessuna forza — e gli eventi di questi giorni ce lo provano — può sostituire il socialismo democratico nella formazione di uno Stato veramente moderno, nessuna forza può sostituire il socialismo democratico nella emancipazione delle classi lavoratrici . questa crisi è per noi un impegno, onorevoli colleghi , per batterci con sempre maggior fervore per il rafforzamento del nostro partito, per batterci con sempre maggior fervore per gli ideali del socialismo democratico internazionale. quanto più il nostro partito si rafforzerà, tanto più anacronistici appariranno gli assurdi episodi attuali, episodi che oggi dominano la scena italiana, ma che in un prossimo domani saranno dimenticati da un popolo che vuole allinearsi con i popoli più progrediti del mondo nell' esaltante avventura umana dell' avvento di una società fondata sulla libertà, sulla giustizia e sulla pace.