Giorgio ALMIRANTE - Deputato Appoggio
III Legislatura - Assemblea n. 235 - seduta del 12-12-1959
Norme sulla promulgazione e sulla pubblicazione delle leggi e dei decreti del Presidente della Repubblica e sul referendum costituzionale(1259); Norme sui referendum previsti dalla Costituzione e sulla iniziativa legislativa del popolo.
1959 - Governo II Segni - Legislatura n. 3 - Seduta n. 235
  • Attività legislativa

signor presidente , onorevoli colleghi , signor ministro, partecipo a questa discussione crepuscolare con un tantino di malinconia, perché non dimentico che undici anni or sono feci la mia prima esperienza di deputato esattamente in occasione delle norme sul referendum. se ne discusse molto nella prima legislatura; ebbi perfino l' onore di far parte di un comitato ristretto che lavorò intensamente, ma dopo undici anni ci ritroviamo a far punto e daccapo. se questi undici anni fossero serviti per comuni esperienze, se fossero serviti a far maturare in noi lo studio, la conoscenza, l' approfondimento del grave problema, poco male, anzi benissimo. il fatto è che dopo undici anni ci ritroviamo di fronte alle oneste e serene parole rese or ora dall' onorevole Migliori, il quale ci invita, ed a ragione, a tentare l' esperimento; il che ha un po' il sapore di una morale che, da questa legge, io vorrei estendere un poco a tutta la nostra Carta Costituzionale , o per lo meno a quella gran parte di essa che è tuttora un libro intonso. non lo dico in tono polemico verso alcuna parte della Camera; potrei, se mai, dirlo in tono polemico nei confronti di tutte le altre parti della Camera — nessuna esclusa — data la nostra particolare posizione in materia; posizione sulla quale mi permetterò di dare dei brevissimi cenni in questa mia brevissima dichiarazione: una specie di dichiarazione di voto più che un vero e proprio intervento in ordine a questo progetto di legge , perché giudico oziosa la polemica in materia. dovremmo essere tutti d' accordo almeno su un dato: che per lo meno le nonne sul referendum costituzionale occorre vararle al più presto. al riguardo io penso — e lo dichiaro a nome del gruppo al quale ho l' onore di appartenere — che sarebbe stato opportuno approvare in questa sede anche le norme sul referendum abrogativo . ho l' impressione che l' orientamento della maggioranza in questo momento non sia esattamente questo. ho detto che sarebbe opportuno perché non abbiamo alcuna intenzione di prestarci a manovre dilatorie, le quali, in definitiva, non condurrebbero né all' approvazione di questo testo, quello sul referendum costituzionale , né all' approvazione di un più largo testo, quello relativo anche alle norme sul referendum abrogativo . noi riteniamo che sarebbe stato opportuno approvare subito le norme legislative per tutti i tipi di referendum; ma poiché sembra che la maggioranza sia orientata a varare per ora soltanto la disciplina del referendum costituzionale , accediamo a questa tesi piuttosto che lasciare ancora tutto sospeso. sarebbe stato opportuno, dicevo (e lo dico in modo pacato in risposta a quanto ha detto l' onorevole Migliori) approvare anche le norme sul referendum abrogativo , perché noi riteniamo molto esatto e sensato quello che ha detto l' onorevole Migliori circa il pericolo che gli istituti di democrazia diretta determinino un conflitto fra paese reale e paese legale . ma è un istituto di democrazia diretta anche il referendum costituzionale come è previsto dalla Costituzione e come è previsto da questa proposta di legge . tra il conflitto che nel caso del referendum abrogativo si determinerebbe certamente tra il Parlamento che avrebbe approvato una o più leggi e il corpo elettorale che potrebbe disapprovare, e il conflitto che si potrebbe determinare tra il Parlamento che con maggioranza semplice avrebbe determinato la revisione di una o più norme della Costituzione e il corpo elettorale che potrebbe essere di diverso avviso, si vorrà riconoscere che questo secondo conflitto potrebbe essere addirittura considerato più grave del primo, perché esso investirebbe forse al più alto grado la responsabilità che i due rami del Parlamento avrebbero esercitato, la responsabilità cioè non solo di legiferare ma addirittura di sopprimere o modificare il testo della Carta Costituzionale . se dunque ci si preoccupa del conflitto tra paese reale e paese legale , bisognerebbe avere il coraggio di dichiararsi contrari ad ogni forma di manifestazione di democrazia diretta . ma se poi ci si preoccupa, onorevole Migliori, sul serio del conflitto tra paese reale e paese legale , allora bisogna avere il coraggio di riconoscere che il conflitto tra paese reale e paese legale esiste indipendentemente dagli istituti di democrazia diretta . è stato scavato un abisso, che esiste e che si va approfondendo, tra paese reale e paese legale per il fatto che noi non ci troviamo purtroppo in un regime di democrazia parlamentare , ma in un regime di partitocrazia, il che è ben diverso. ed è proprio perché ci troviamo in regime di partitocrazia che determinati settori di questa Camera temono che le deliberazioni legislative dei due rami del Parlamento possono essere sconvolte o travolte da moti di opinione pubblica . accade, infatti, che troppo spesso qui dentro, non faccio eccezioni, inquadrati, irrigiditi come siamo in un partito, non solo per la normale attività legislativa, ma anche per la più modesta e quotidiana azione della nostra attività legislativa, molte volte approviamo o disapproviamo norme di legge non secondo il mandato che l' opinione pubblica ci ha inizialmente trasmesso o ci consiglia attraverso la stampa o le lettere, ma approviamo o disapproviamo a seconda degli ordini che il nostro partito o i direttivi dei nostri gruppi ci trasmettono. ripeto: è un dramma o una commedia alla quale noi partecipiamo. io non sto qui accusando nessuno; potrei formulare un' accusa, semmai, nei confronti di coloro che sono stati i padri di questo sistema, di coloro i quali nella Carta Costituzionale hanno inserito tutte tranne sua maestà il partito. le discussioni sull' articolo 49 le conosco per essermele pazientemente e diligentemente lette, e voi le conoscete per avervi partecipato. proprio per questo sapete che uno dei momenti in cui i costituenti diedero prova di minore coraggio, di minore chiarezza e di minore decisione, fu proprio la discussione dell' articolo 49, quando la saggia proposta di inserirvi delle norme che consentissero un controllo democratico anche all' interno dei singoli partiti fu bocciata a larghissima maggioranza, perché anche allora ragionavate come partiti e non come costituenti di una veramente libera espressione di democrazia. comunque, questo è un inciso che mi è sembrato opportuno fare per rispondere alle considerazioni dell' onorevole Migliori. il conflitto fra paese reale e paese legale ci deve preoccupare tutti come parlamentari, a qualunque settore si appartenga, perché l' esistenza di questo conflitto toglie a ciascuno di noi una parte e talora una parte assai notevole della naturale rappresentatività. ma se vi è conflitto fra paese reale e paese legale ciò non dipende certamente dagli istituti di democrazia diretta , che per altro ancora non sono stati attuati; e se dipendesse da essi, stiamo attenti perché anche l' attuazione dell' istituto del referendum costituzionale ci porrebbe di fronte a un eventuale e grave conflitto fra paese reale e paese legale . sta dunque di fatto che sarebbe opportuno approvare anche le norme relative al referendum abrogativo . noi lo possiamo dire con ogni tranquillità e anche con molta franchezza, perché sosteniamo questa tesi; dal punto di vista politico il gruppo cui ho l' onore di appartenere non si preoccupa né del referendum costituzionale né del referendum abrogativo . per essere più chiari, il mio gruppo ha ottimi motivi per vedere attuati l' uno e l' altro referendum, in quanto in questo Parlamento siamo sempre stati condannati ad essere minoranza e perché le Camere nella prima e nella seconda legislatura hanno dato vita a leggi che sono in contrasto non solo con i nostri interessi politici, ma vorrei dire col nostro diritto all' esistenza politica in questa democrazia: allusione molto esplicita alla cosiddetta legge Scelba. ma siamo favorevoli al referendum costituzionale anche per ragioni di interesse particolare, che mi sembra coincidano però con un superiore interesse, in quanto riteniamo che sia opportuno rivedere il testo della Carta Costituzionale , sia cioè opportuno affrontare il problema della revisione della Costituzione con la necessaria chiarezza e col necessario senso di responsabilità , per cui non si debba essere costretti a ricorrere alla tattica ipocrita delle dilazioni, degli insabbiamenti e degli accantonamenti, resi necessari dal fluire degli eventi e dalle esperienze che a qualcosa dovrebbero servire, e si possa, con una maggioranza che credo non sarebbe difficile costituire in Parlamento stabilire che determinati istituti costituzionali, anche senza essere stati sperimentati di fatto, sono stati, in sostanza, sperimentati di fronte al fluire degli eventi, al maturarsi delle coscienze che hanno reso inattuale, o addirittura non consigliabile, non realizzabile o deprecabile quel che a uomini indubbiamente in buona fede era apparso invece desiderabile e realizzabile undici anni fa. comunque, ho detto tutto questo non a titolo polemico, e pertanto, se nel corso dell' esame degli articoli si andrà innanzi con l' approvazione delle norme relative al referendum costituzionale , il gruppo al quale mi onoro di appartenere non porrà alcun ostacolo purché si giunga rapidamente all' approvazione per lo meno di queste norme e la terza legislatura non dia lo spettacolo che hanno dato la prima e la seconda insabbiando ancora una volta norme importanti ed essenziali. debbo anche dire che non ci pare molto elegante il modo con cui, come osservava giustamente l' onorevole Luzzatto, è stata presentata questa proposta di legge . alludo alla proposta Resta: « norme sulla promulgazione e sulla pubblicazione delle leggi e dei decreti del presidente della Repubblica e sul referendum costituzionale » : è una coda senza veleno, ma è proprio una coda. sarebbe stato molto più opportuno e logico presentare per conto proprio le norme sul referendum costituzionale e non cercare di farle scivolare insieme con norme che con esse non hanno in sostanza altra connessione che una malinconica connessione, quella di far parte anch' esse di una per altro importantissima parte della Carta Costituzionale , che dopo un anno è stata sì attuata, ma in modo tale e con tanta incertezza da rendere necessaria nel 1959 una norma di precisazione e di attuazione. a ciò desidero aggiungere, a titolo di chiarimento ulteriore nei confronti di quanto ho detto poco fa, qualche brevissima mia considerazione in ordine al nostro atteggiamento sulla Carta Costituzionale e quindi sulle leggi di attuazione della Costituzione. ho detto poco fa che in fin dei conti potremmo da questo punto di vista rivolgerci in polemica nei confronti di tutti gli altri settori, e non soltanto per il fatto che, onorevoli colleghi , tra il 1946 e il 1948 noi non eravamo né potevamo essere qui presenti, né come singoli, perché sprovvisti allora o quasi dei relativi titoli democratici, né come partito, perché il nostro partito non aveva potuto incera partecipare ad alcuna prova elettorale, ma per il fatto ben più importante (ed eccoci ai rapporti tra paese reale e paese legale ) che in quel momento non eravamo assenti solo noi come deputati, ma erano assenti importanti settori di opinione pubblica , rappresentati da quei cittadini i quali, per ragioni del tutto indipendenti dalla loro volontà e semmai connesse ad una loro positiva volontà dal punto di vista nazionale, non potevano prendere parte alla consultazione elettorale: i cittadini residenti in territori allora tagliati fuori del corpo vivo dello Stato italiano, i cittadini che ancora vivevano detenuti in prigionia nell' Oriente e nell' Occidente, i cittadini che, come alcuni di noi, a cominciare dal modestissimo e umile sottoscritto, non potevano prendere parte a competizioni politiche per la semplice ragione che erano costretti dalla vigente democrazia, dalla libertà così generosamente elargitaci, a vivere sotto falso nome e a guadagnarsi con qualche stento un tozzo di pane. non si trattava dunque dell' assenza di un partito, il che non avrebbe avuto indubbiamente alcuna importanza, ma si trattava dell' assenza forzata di settori di opinione pubblica , che hanno dimostrato nelle elezioni successive di contare qualcosa, se sono riusciti a mandare in Parlamento delle rappresentanze modeste, n, a successivamente piuttosto compatte e anche non delle ultime, mentre partiti che in quell' epoca andavano per la maggiore, che addirittura facevano parte delle coalizioni governative, che scrivevano e sottoscrivevano i decreti eccezionali con i quali a noi veniva tolta la libertà di parola e di pensiero, si squagliavano come neve al sole, senza lasciare traccia né ricordo, e se ricordo hanno lasciato certo non è stato un ricordo gradito alla massima parte della pubblica opinione italiana. potremmo perciò presentarci qui come gli eversori o gli avversari della Carta Costituzionale italiana. non lo sfacciamo. e penso ci dobbiate dare onestamente atto che non lo abbiamo fatto mai, il che non vuol dire che ci poniamo di fronte alla Costituzione e alle leggi di attuazione della Costituzione come le vestali della Costituzione italiana. sono a sinistra le vestali della Costituzione e il ruolo di vestali si addice molto bene al portamento fisico e politico dei deputati e dei senatori dell' estrema sinistra . non pensiamo neppure di essere le vestali o i custodi dello Stato italiano; pensiamo comunque di assolvere alle nostre funzioni politiche e, se ci è consentito, un tantino anche morali nei confronti dello Stato italiano. poiché lo Stato italiano si identifica con una nostra visione, rispettabile visione, dello Stato, sulla quale siamo sempre pronti a discutere serenamente con ogni altro gruppo politico qui rappresentato, poiché ci interessiamo dello Stato, guardiamo allo Stato, guardiamo alla Costituzione (pensiamo di poterlo dire senza che nessuno se ne scandalizzi) un po' strumentalmente, riteniamo che la Carta Costituzionale in tanto debba essere attuata in quanto abbia rispetto per lo Stato italiano e non si presti a manovre eversive contro di esso; in tanto debba invece essere modificata e riveduta in quanto non abbia rispetto per lo Stato italiano nella sua continuità, nella sua integrità, nella sua sovranità e si presti a manovre eversive nei confronti dello Stato italiano. credo che nessuno si debba scandalizzare nei confronti di questa impostazione: i tempi sono mutati, sono giunti fortunatamente, diciamo noi, tempi nei quali ad altissime personalità è lecito che si possano rivedere i concordati. noi pensiamo di dire cosa molto più modesta anche dal punto di vista costituzionale affermando che si possono e si debbono rivedere le Costituzioni, soprattutto quelle Costituzioni, come la nostra, le quali hanno costituito nel loro interno un meccanismo per la revisione costituzionale. da questo punto di vista il nostro atteggiamento è di pieno favore nei confronti di questa proposta di legge ed abbiamo addirittura — e concludo — l' ardire di ritenere e di dichiarare che l' approvazione e speriamo la rapida promulgazione di questa proposta di legge , atta finalmente a far muovere il meccanismo un po' troppo complesso dell' articolo 138 della Costituzione, ha una importanza politica, ha una importanza giuridica, potrei addirittura dire avrà una importanza storica non inferiore a quella che ebbe il 1° gennaio 1948 la promulgazione della Carta Costituzionale italiana. la Costituzione diventerà veramente intera, con tutte le possibilità che essa offre e prima di tutto con quella di poter rivedere il dettato costituzionale adeguandolo ai tempi, alle esperienze, alle necessità, alla maturazione della coscienza civica e politica degli italiani quando sarà possibile costituzionalmente, senza suscitare scandali, senza spaccare nulla, ma nella continuità della tradizione giuridica italiana, nel rispetto dei fondamenti dello Stato italiano, rivedere le norme costituzionali affinché quel tale conflitto fra paese reale e paese legale almeno in questo possa se non sanarsi attenuarsi; perché, onorevoli colleghi , se il conflitto esiste in ordine alla normale nostra attività legislativa, in ordine alla normale attività politica dei nostri rispettivi partiti, indubbiamente il conflitto esiste ed è un conflitto profondo in ordine al dettato rigido della Costituzione italiana ed in ordine alle necessità attuali del moderno Stato italiano. nessuno meni scandalo: a coloro che menano scandalo perché talune parti della Costituzione, ad esempio le regioni, non sono state attuate, noi che non siamo stati i compilatori della Costituzione, con molta serenità, sdrammatizzando e senza alcuna polemica diciamo: poiché da ogni parte o dicendolo o tacendolo, apertamente o ipocritamente, si è fatta strada l' esigenza di rivedere il dettato della Costituzione, si approvi rapidamente questa proposta di legge , senza ulteriori intralci, senza ulteriori indugi, in modo che ogni parte politica ed ogni singolo parlamentare possano finalmente assumersi le loro chiare responsabilità in ordine alle parti della Costituzione italiana che debbono essere sottoposte a revisione.