Aldo MORO - Deputato Opposizione
II Legislatura - Assemblea n. 94 - seduta del 10-03-1954
Discussione di mozioni in tema di riforme istituzionali
1954 - Governo I Prodi - Legislatura n. 13 - Seduta n. 34
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , onorevoli colleghi , io farò delle brevi osservazioni, data l' ora tarda, per motivare il voto del nostro gruppo in favore del ministero presieduto dall' onorevole Scelba. tanto più posso essere breve, in quanto le nostre posizioni sono state largamente enunciate nel corso di questo interessante dibattito e in quanto, per di più, le ragioni essenziali del nostro programma, e per le quali noi ci presentiamo al paese e chiediamo che esso comprenda e segua con fiducia la nostra azione, sono state molto bene sintetizzate nel discorso chiarificatore e persuasivo pronunciato quest' oggi dal presidente del Consiglio , onorevole Scelba. vorrei innanzi tutto precisare, contro le frettolose e interessate affermazioni delle opposte parti, che questo Governo non è affatto, come è stato detto da taluni, un Governo di minoranza. esso rappresenta invece, sul piano morale e sul piano reale, la maggioranza del popolo italiano . e ciò a prescindere dal discorso che si potrebbe fare — e che potrebbe avere un certo significato dal punto di vista morale e politico — intorno alle vicende, in certo senso non ancora chiuse, della legge elettorale . ma anche a prescindere da ciò, il significato di maggioranza di questo Governo è fondato sul fatto che il popolo italiano , alla coalizione di questi partiti che insieme avevano affrontato la prova elettorale, ha attribuito una maggioranza; una maggioranza, se vogliamo, di stretta misura, una maggioranza diversa da quella che noi credevamo di dover conseguire nell' interesse stesso del paese, per avere un adeguato margine di sicurezza nella nostra azione, ma tuttavia una maggioranza. ed è quindi certamente inesatto parlare di una sconfessione della nostra politica, di quella politica di solidarietà democratica che i partiti oggi riuniti in questa formazione di Governo avevano perseguito e che oggi essi riprendono, nella fiducia che essa corrisponda davvero agli interessi del paese. abbiamo ottenuto una maggioranza ristretta, ma estremamente significativa, perché conseguita in una situazione politica difficile e confusa, malgrado il martellamento efficace della propaganda avversaria che è riuscita a fuorviare, per tanti aspetti, l' elettorato; e perché conseguita inoltre nei confronti di una minoranza che è notevole nella sua consistenza numerica, ma che in realtà non è una minoranza: è un complesso di minoranze tra di loro contradittorie, incompatibili, inconciliabili. il significato di diritto e di dovere che da questa situazione deriva nei confronti dei partiti che affrontarono insieme la battaglia elettorale è dato appunto dalla diversità delle minoranze che si oppongono a questa che è la maggioranza naturale, delineatasi nel corso della votazione del 7 giugno. abbiamo dinnanzi a noi minoranze, le quali si associano, e certo volentieri, qualche volta sul piano tattico, ma che non possono offrire nei confronti della coalizione governativa, che viene oggi ricostituita, nessuna alternativa di Governo, perché queste minoranze elidendosi tra di loro non possono presentare nessun programma, nessuna idea comune e sulla base della quale possano pretendere di governare il popolo italiano . una maggioranza, quindi, è emersa, sia pure di stretta misura e perciò con maggiori responsabilità; ed è questa maggioranza morale e legale del paese che il Governo appunto intende esprimere. da queste due minoranze contradittorie, da queste due fondamentali articolazioni della minoranza alla quale noi ci opponiamo, — l' ala dell' estrema destra e l' ala dell' estrema sinistra — sono state mosse in questi mesi delle sollecitazioni continue nei confronti dei partiti del centro e soprattutto nei confronti del nostro partito. l' interpretazione che è stata data alla votazione del 7 giugno dalle due parti interessate è nel senso dell' acquisizione, che ciascuna di queste parti spera di ottenere, del nostro partito ad una diversa maggioranza caratterizzata all' estrema destra o all' estrema sinistra . ebbene, le vicende difficili di questi mesi, lo sviluppo di una gravosa attività parlamentare alla conclusione della quale in questo momento noi perveniamo, dimostrano che queste sollecitazioni, che vorrebbero richiamarci o verso la sinistra o verso la destra, sono inaccettabili per il partito della Democrazia Cristiana . noi non possiamo che respingere le artificiose interpretazioni del 7 giugno, che affermano una vittoria o della destra o della sinistra, considerando acquisito rispettivamente alla destra e alla sinistra il nostro partito, che invece è stato, e resta, un partito di centro con profondo senso di responsabilità democratica. questa è stata e questa è la nostra vera vocazione e in questo senso noi abbiamo proceduto alla ricostituzione, attraverso una difficile prova, di una coalizione di partiti, i quali hanno tra loro una profonda affinità di ispirazione, pur nella diversità — che deve rimanere e ha anche un significato — delle particolari impostazioni. vi è senza dubbio, e non da oggi, una profonda affinità fra questi partiti, i quali da anni si sono incontrati, rappresentando le diverse componenti ideali che hanno operato ed operano e sono insopprimibili nella società italiana . abbiamo costituito una coalizione alla quale desideriamo dare un significato, un vigore ed un spirito nuovo, in aderenza alle esigenze dei tempi ed alle maggiori difficoltà di fronte alle quali noi ci troviamo, difficoltà che desideriamo affrontare insieme in spirito di solidarietà, ritenendo con ciò di rendere un servizio al nostro paese. appare così chiara la linea della nostra evoluzione nel corso di questi difficili mesi nei quali siamo passati da una soluzione a carattere amministrativo (che poteva reggersi ed aveva il suo merito e la sua giustificazione appunto nell' essere una soluzione amministrativa provvisoria) ad una soluzione monocolore, politicamente qualificata e significante, per giungere ad una formazione di coalizione con una linea politica molto netta, con un significato politico molto chiaro. per rendere possibile questa coalizione, il nostro partito ha fatto volenterosamente dei sacrifici, accettando una solidarietà sostanziale ed una collaborazione concreta dei partiti che desiderano portare con noi la responsabilità di Governo, dando a questi partiti, perché sia chiaro che si tratta di un' autentica collaborazione su un piano di comune responsabilità, il controllo di alcune leve fondamentali della vita del paese. questa coalizione, per altro, non vuole e non deve avere (come è stato autorevolmente dichiarato) nessun significato di esclusivismo, perché non è compito dei governi di distribuire più o meno graditi diplomi di maturità democratica. questo Governo ha però un suo programma, una sua finalità che è la linea della difesa della Costituzione e della democrazia così come la Costituzione la prevede; ed è su questo terreno concreto e soltanto su questo terreno che potranno operarsi quelle differenziazioni basate sui fatti ed alle quali il Governo, nella sua responsabilità democratica, non potrà naturalmente essere indifferente. con questo senso di responsabilità , con quest' apertura politica, con questa mancanza di faziosità, ci rivolgiamo al paese ed all' elettorato prima che al Parlamento, che esprime e cristallizza l' elettorato in un determinato momento delle sue valutazioni politiche. in quegli accenni fatti inizialmente dall' onorevole Scelba all' elettorato non è contenuta evidentemente offesa nei confronti di nessun partito; ma nessuno vorrà e potrà disconoscere l' opportunità che il Governo, esprimendo un programma positivo come quello da esso indicato, un programma di progresso sociale , di difesa della libertà e di interpretazione delle esigenze fondamentali del popolo italiano , si rivolga naturalmente al paese, all' opinione pubblica , perché essa prema, se persuasa, anche sui partiti che siedono in questa Camera, anche cui gruppi, affinché essi rettifichino, se possibile, se necessario, le loro posizioni. ma il dialogo responsabile è essenzialmente fra il Governo e il paese, al quale questo Governo si indirizza intendendo interpretare di esso le esigenze fondamentali. una parola desidero dire, poiché questo fatto ha costituito oggetto di gran parte del dibattito e delle stesse dichiarazioni che sono state fatte oggi, a proposito della posizione dell' onorevole Nenni e del partito socialista italiano. noi — e credo di interpretare in questo il sentimento e l' opinione almeno di molti miei colleghi — sinceramente ci doliamo che questo esperimento, dal quale dovevano in qualche modo risultare provate la buona volontà e la capacità del partito socialista italiano di dare una mano in una qualche forma alla difesa delle istituzioni democratiche e ad una linea di politica democratica e nazionale, si debba considerare fallito. poiché questo tentativo ha determinato fino a questo momento le esitazioni, per tanti aspetti comprensibili, del partito socialista democratico , poiché si è ritardata questa formazione governativa, che poteva essere altrimenti realizzata subito dopo i risultati del 7 giugno serrando le fila quando più difficile era la situazione, è veramente doloroso rilevare ora che tutto ciò sia stato sperimentato invano. la risposta che oggi noi ricaviamo in modo inequivocabile dai fatti e dalle dichiarazioni è che questo tentativo di recupero è impossibile. non sono autorizzato ad interpretare il significato dell' alternativa socialista prospettata dall' onorevole Nenni nel corso della campagna elettorale . se essa però, forse, non significava possibilità di appoggio, di comprensione, di intesa sul piano di una politica di solidarietà democratica con la Democrazia Cristiana , per lo meno doveva rappresentare la possibilità di un' altra politica, diversa da quella della Democrazia Cristiana , ma avente le caratteristiche di una sicura ispirazione democratica e nazionale. ebbene, questa alternativa, purtroppo, è da considerarsi finita. le prove di questi mesi dimostrano che si è trattato di una serie di abili mosse tattiche, al fondo delle quali però non vi è stata mai — e spiace rilevarlo — una effettiva intenzione di aiutare il faticoso sviluppo e la faticosa difesa della democrazia in Italia. come spiegare altrimenti l' atteggiamento cauto che l' onorevole Nenni tenne nei confronti dell' esperimento tentato meritoriamente dall' onorevole Piccioni, la relazione agli atteggiamenti tenuti successivamente nei confronti dell' onorevole Fanfani, il quale perseguiva una politica di realizzazioni sociali a beneficio effettivo delle categorie lavoratrici, e nei confronti di questo Governo giudicato e condannato al momento stesso della sua costituzione prima ancora che potesse comunque esprimere, non dico una concreta azione politica, ma anche soltanto un programma? questo Governo è caratterizzato dalla presenza di un democratico quale è l' onorevole Scelba — tale lo riconobbero le stesse forze di sinistra in dichiarazioni di stampa dopo il 7 giugno — e dalla presenza dell' onorevole Saragat al quale l' onorevole Nenni più volte si era accostato per incitarlo ad una politica di solidarietà democratica che evitasse quel « peggio » che lo stesso onorevole Nenni diceva di temere. più volte l' onorevole Nenni aveva confortato l' onorevole Saragat dicendogli di non essere per la politica del « tanto peggio tanto meglio » , ed aggiungendo di desiderare che si evitassero determinate soluzioni da lui reputate pericolose per la democrazia. ebbene, questo Governo non ha avuto il minimo credito presso l' onorevole Nenni. perché non si è concessa ad esso nemmeno l' attesa di qualche giorno di azione, e si è invece preferito creare una polemica psicologica tendente a fare apparire l' onorevole Scelba ed i suoi collaboratori come nemici del popolo, strumenti feroci di repressione poliziesca? è, questo, il quadro che è stato creato ad arte proprio nei primi giorni di vita del Governo, dimostrando una volontà pregiudiziale di impedire ad esso di svolgere la sua azione e di dare il suo contributo per la salvezza e lo sviluppo delle libertà democratiche. di fronte a questa evidente cattiva volontà, a questa mancanza di comprensione e di attesa, non si può non ritenere che da parte dell' onorevole Nenni l' apertura sociale è considerata necessariamente come apertura politica, tale da investire la classe operaia , così egli dice, non solo come espressione sindacale, ma come espressione politica, e ciò in una situazione politica tale che esclude, e non solo sul piano nazionale, una qualsiasi collaborazione con il partito comunista . prendiamo atto, quindi, di questa situazione. ormai non possiamo che incitare il Governo a fare, in adesione al suo programma che è la sintesi dei programmi dei partiti della coalizione, e senza nulla mutuare dagli altri, poiché ciò non è necessario, quella politica ardita sul piano sociale, ferma e serena nella difesa della libertà, della Costituzione e delle istituzioni democratiche che il paese richiede, quella politica attraverso la quale il paese ritornerà a credere nella democrazia, ad apprezzare valori della libertà. la libertà è una realtà in Italia, garantita com' essa è stata ed è dalla coerente linea democratica dei nostri partiti. anche quello che avviene in questi giorni nell' ambito della giustizia, e che ha offerto così largo motivo di azione offensiva indiscriminata anche in quest' Aula all' estrema sinistra , dimostra che libertà c' è in Italia. e in questo ambiente di libertà, se vi sono delle cose che non vanno, se vi sono delle cose le quali meritano di essere sanzionate dalla reazione morale dell' opinione pubblica o dalla forza della legge, queste cose non vengono nascoste, queste cose si presentano alla libera valutazione dei cittadini. non so se in altri paesi, onorevoli colleghi , di queste stesse materie si potrebbe parlare con porte egualmente aperte nelle aule giudiziarie e in libero dibattito sulla stampa. non so se non sia, anzi, espressione di un eccesso di libertà questa possibilità di coinvolgere le più diverse persone in un modo talvolta incerto e fantasioso senza che sia data la possibilità di provare immediatamente che quanto è detto non è vero, perché vi è una procedura di giustizia, vi è una regola legale, vi è una garanzia di libertà che impone una remora e che ritarda il chiarimento desiderato. se vi sono delle cose — ed io voglio ammetterlo anche solo per ipotesi — le quali meritino di essere sanzionate, in questo regime di democrazia i tribunali e l' opinione pubblica possono sanzionarle. ma non è lecito, come voi fate, creare su questa base una campagna scandalistica, con cui voi cercate di coprire la sostanziale vuotezza della vostra opposizione, come non è lecito, anche ammesso che qualche cosa vi fosse di vero, generalizzare in modo volgare ed offensivo, come è stato fatto in quest' Aula. la Democrazia Cristiana , ispirata come è alle più alte ragioni ideali e attingendo alle pure fonti del pensiero cristiano e della morale evangelica, non teme questo giudizio. checché voi diciate, nell' opinione pubblica siamo la forza moralmente più sana che vi sia in Italia. e anche se fosse vero un episodio, esso, nell' opinione pubblica che ci conosce, resterebbe soltanto un episodio. non è certo dalla vostra parte che possano venire al nostro partito delle lezioni di moralità! onorevoli colleghi , credo che il popolo comprenderà il significato di questa formazione governativa, del nostro sforzo di lavoro comune per risolvere i problemi della democrazia sociale e della democrazia politica nel nostro paese. se qualche perplessità si è manifestata al primo momento della formazione di questo Governo, io la vedo di giorno in giorno cadere. questo Governo acquista ogni giorno di più la fiducia del paese: prima che essere votata dal Parlamento, la fiducia si diffonde nel paese e dal paese ritorna qui. ella, onorevole Scelba, ha — coi suoi collaboratori — un compito molto importante da assolvere: ella deve ricreare in una opinione pubblica ancor divisa e disorientata la fiducia nei valori democratici, nella stabilità, nella costruttività, nella efficienza, nella capacità di operare della democrazia per il bene del popolo. ella deve dimostrare — e lo dimostrerà certamente — la superiorità del regime di libertà di fronte a un qualsiasi regime di schiavitù. ella ha cominciato meritoriamente questo lavoro, i suoi titoli di benemerenza in questo senso sono acquisiti e non possono esserle disconosciuti. ella renderà un nuovo servizio al paese portando a collaborare l' idea della libertà, l' idea cristiana e l' idea sociale in uno sforzo comune per sodisfare le esigenze fondamentali del popolo italiano .