Ugo LA MALFA - Deputato Opposizione
II Legislatura - Assemblea n. 422 - seduta del 20-04-1956
Intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali
1956 - Governo IV Berlusconi - Legislatura n. 16 - Seduta n. 362
  • Attività legislativa

sul problema dello sganciamento delle aziende Iri dalla Confindustria ho sempre avuto una concezione e una visione un po' più vasta di quelli che non siano stati i termini stretti del problema. e, al punto in cui siamo, dopo alcune dichiarazioni fatte in questa Carnera che hanno tranquillizato la mia coscienza di parlamentare, trovo che, dovendo considerare il problema esclusivo del distacco delle aziende dalla Confindustria, i termini dei sei mesi e di un anno siano — lasciatemelo dire — eccessivi. se noi cioè del distacco facciamo soltanto un problema specifico di rapporti con una organizzazione di industrie private, non vedo quali siano le difficoltà di organizzazione per cui si debba arrivare — scusi il collega Pastore — ad un anno. accetto per amore di soluzione del problema il termine proposto dall' onorevole Chiaramello del 31 dicembre 1955. è bene che, fissato l' obbiettivo, usciamo al più presto dall' equivoco attuale. credo che il nuovo ministro, chiunque esso sia, sia in grado entro breve spazio di tempo di dare la sua approvazione ad uno statuto autonomo di organizzazione sindacale . ma, dicevo, le mie preoccupazioni erano più vaste. il problema dello sganciamento l' avevo sempre considerato in funzione del regime di lavoro, in funzione della politica salariale nelle aziende di Stato. e mi ha fatto ottima impressione la dichiarazione ripetuta da parte di colleghi, che sono anche esponenti di organizzazioni sindacali , secondo cui lo sganciamento non debba comportare una eccezione al principio dell' unità contrattuale. ho già dato debito rilievo alle considerazioni dell' onorevole Lizzadri a questo riguardo, ripetute questa mattina dal collega onorevole Foa. l' onorevole presidente del Consiglio ha, del resto, nel suo discorso, ribadito questo punto di vista e, se non sbaglio, ha affermato altresì la subordinazione dello sganciamento stesso all' unità delle trattative sindacali. osservo che questo aspetto del problema meritava una discussione più profonda di quella che non risulti dalle dichiarazioni del collega Foa e del collega Pastore. in questo campo, in verità, si ravvisa una certa disparità di opinioni e di orientamenti, la quale potrà anche costituire motivo di incertezza e di gravi preoccupazioni per il futuro. si è detto dall' onorevole Pastore e da altri, che le aziende Iri debbono divenire aziende pilota. ma rispetto a quale politica? vorrei ricordare all' onorevole Pastore, il quale ha citato con pertinenza certi orientamenti moderni della politica economica , che dobbiamo fare grande attenzione alle situazioni reali in cui versa il nostro paese. è evidente che quando si utilizzano teorie moderne, le quali hanno grande valore in sede sindacale, bisogna tuttavia stabilire in quale paese queste si utilizzano. non dobbiamo infatti dimenticare che noi siamo in un paese di sottoccupazione e di disoccupazione. non siamo in un paese di pieno impiego, e questo costituisce una differenza profondissima. ho richiamato l' attenzione della Camera, in sede di discussione delle comunicazioni del Governo, quando si è trattato di sostituire il compianto ministro Vanoni, su questo aspetto: stiamo attenti di non fare una politica da paese di pieno impiego, quando invece siamo in un paese di sottoccupazione e di disoccupazione. che cosa vuol dire? che una politica salariale differenziata per aziende, alla quale mi sembrava accennasse il collega Pastore, è compatibile in un paese a politica di pieno impiego, e riduce la capacità di sviluppo economico in un paese di sottoccupazione e di disoccupazione. a questo proposito ho creduto di servirmi di una immagine plastica. ho parlato di due Italie, di cui una a circolazione ricca, a grande sviluppo, che trascina con sé anche il livello di vita delle masse lavoratrici , e un' altra in miseria, che, evidentemente, porta nel suo ciclo una diversa situazione economica e sociale anche per classi che potrebbero sembrare contrapposte. le aziende Iri, secondo me, se devono servire ad una politica di sviluppo economico nel senso di modificare le condizioni strutturali del nostro paese, evidentemente hanno un obiettivo; se, invece, diamo loro un obiettivo che è proprio di un paese a pieno impiego, mettiamo le aziende Iri in condizione di contradizione che può essere estremamente grave. del resto, mi consenta dire l' onorevole presidente del Consiglio (e mi scusino i colleghi se vado in un problema di carattere generale ) che, se devo fare un appunto ad alcune dichiarazioni recenti del Governo per quanto riguarda l' applicazione del piano Vanoni, lo faccio per la confusione che si è creata fra certi benefici di ordine congiunturale — per cui ad un certo punto si è detto che il piano Vanoni ha avuto un primo anno di applicazione — e il persistente ristagno di ordine strutturale. non è vero che siamo al primo anno di applicazione del piano Vanoni. siamo soltanto in una fase di alta congiuntura che non ha molto da fare con i problemi strutturali alla cui soluzione mirava il piano Vanoni. è diverso ed è pericoloso indicare come risolto un problema di ordine strutturale, quando siamo in una fase di ordine congiunturale. questo chiarimento che, secondo me, va preso in sede di valutazione dell' economia nazionale nel suo complesso e nel suo probabile sviluppo, comporta anche una considerazione per quanto riguarda il campo delle partecipazioni statali , che è campo vastissimo e in cui gli indirizzi di politica economica e quindi sociale sono fondamentali per risolvere i problemi di struttura. osservo all' onorevole Pastore, col quale ho avuto una certa polemica sotterranea in questi ultimi giorni, che nella nostra politica sindacale (mi sono rivolto molte volte alle sinistre, ma mi devo rivolgere anche ai sindacati rappresentati dagli altri banchi) vi è questo equivoco di un doppio binario , che mai è stato risolto. se fosse stato possibile chiarire questi aspetti del problema, che non sono perenni, ma che possono impegnare la nostra politica economica e sociale per i prossimi anni, se fosse stato possibile chiarire in sede politica questi problemi avremmo indicato un orientamento, una linea di sviluppo, non solo al ministro, ma al presidente dell' Iri. mi pare che questo chiarimento non sia stato raggiunto. comunque, se restiamo al puro problema dello sganciamento e della creazione di una organizzazione autonoma, esso è così maturo e di così semplice soluzione che, secondo me, si possono accettare i termini proposti dall' onorevole Chiaramello.