Giorgio ALMIRANTE - Deputato Opposizione
II Legislatura - Assemblea n. 385 - seduta del 23-02-1956
1956 - Governo I Segni - Legislatura n. 2 - Seduta n. 385
  • Comunicazioni del Governo

è evidente il disagio di chi, senza presunzione, interviene in un dibattito di questo genere. da parte nostra tutto è stato veramente detto, a questo punto. senza voler citare gli egregi interventi dei colleghi ed amici del partito nazionale monarchico , io debbo ricordare che le impostazioni programmatiche da parte nostra sono state formulate alla Camera dall' onorevole De Marsanich ; che le impostazioni più propriamente e documentalmente tecniche sono state fornite dall' onorevole Angioy, che le impostazioni politiche e polemiche sono state svolte stamane brillantemente dall' onorevole Gray. e pertanto io mi propongo un compito che non è certamente di carattere conclusivo (perché le conclusioni in questo dibattito sono scontate in anticipo, come, d' altra parte, in quasi tutti i dibattiti parlamentari ), ma che vuole essere il compito di chi tenta di trarre qualche elemento di valutazione politica dal dibattito stesso. e in primo luogo mi vorrete consentire di chiarire sul piano politico, nei confronti del nostro intervento in questo dibattito, nei confronti della nostra sollecitazione di questo dibattito, le nostre posizioni, perché ho l' impressione che esse sino state polemicamente distorte, molte volte in ottima fede, dagli avversari. in primo luogo voglio chiarire che noi non abbiamo affatto, nella sua prima fase, sollecitato e aperto il dibattito per esprimere la nostra solidarietà politica all' ex ministro senatore Gava. noi non abbiamo affatto chiesto l' apertura del dibattito e non siamo intervenuti in esso per fare nostre, come taluni avversari hanno dichiarato e come hanno probabilmente creduto anche alcuni stati dell' opinione pubblica , le impostazioni di politica economica dell' ex ministro del Tesoro . io non dico questo per rispondere alle immaginazioni (piuttosto che insinuazioni) alquanto grossolane che ieri il partito comunista , per bocca dell' onorevole Amendola, ci ha fatto sentire a proposito di una specie di complotto di Castellammare fra il senatore Gava, noi, gli amici monarchici, e non so quali altre forze della « reazione oscura in agguato » . io dichiaro questo perché è importante — io penso — che le nostre posizioni al riguardo siano sinceramente chiarite. d' altra parte, l' onorevole Amendola poteva fare una molto modesta riflessione e considerazione. noi abbiamo votato contro questo Governo quando il ministro Gava ne faceva parte; noi ci siamo espressi contro la politica economica e finanziaria di questo Governo quando il senatore Gava era al suo posto. pertanto non è certamente in segno di solidarietà politica con il senatore Gava che abbiamo ritenuto di aprire questo dibattito. gli è che le dimissioni del senatore Gava ci hanno, in qualche modo, colpito sotto tre aspetti: per il momento in cui hanno avuto luogo, per l' aspetto umano e per l' aspetto politico. che un ministro del Tesoro dia le dimissioni è un fatto importante; che un ministro del Tesoro dia le dimissioni nel momento in cui il Governo si accinge a presentare, alle scadenze fissate costituzionalmente, i bilanci alle Camere, è un fatto molto più importante e molto più significativo; che un ministro del Tesoro dia le dimissioni perché egli rifiuta comunque, quali che siano poi le giustificazioni, di apporre la propria firma ai bilanci di previsione, è un fatto che non definirò scandaloso — anche perché le parole hanno finito per perdere il loro significato: si parla tanto di scandali che non ci si impressiona più nel sentirne parlare — ma che comunque è un fatto rilevante. ci ha colpito l' aspetto umano delle dimissioni del ministro Gava. onorevoli colleghi , di questi tempi un ministro che si dimette è un fatto importante, è una rarità, è un fatto contro natura. noi abbiamo molte volte assistito allo spettacolo di ministri o di gruppi di ministri, o di delegazioni di ministri (come si dice con moderno gergo partitocratico) che minacciano le dimissioni per ricattare il Governo, ma non si dimettono mai. capita che un ministro democristiano se ne va, e voi non volete dare ad un fatto così singolare un adeguato significato, una adeguata importanza? ecco l' aspetto umano che ci ha colpito! quando, poi, il senatore Gava a Castellammare e un po' più ambiguamente, ed era logico, al Senato, ha parlato della sua coscienza cristiana e come questa in qualche modo si fosse ribellata, è indubbiamente questo il fatto umano che ci ha interessato e che ci ha colpito di più di quanto non abbia interessato e colpito voi, la vostra sensibilità e la vostra altrettanto cristiana, ma un po' meno sensibile, forse, coscienza. noi abbiamo pensato che la cosa meritasse il giusto rilievo. quanto all' aspetto politico delle dimissioni del ministro Gava, esse ci sono apparse un sintomo, non un sintomo di mutamento di politica, ma un sintomo che stava appunto ad indicare che nella politica economica , fino a quel momento da voi condotta, qualche cosa si era rotto, qualche cosa si era spezzato, almeno a giudizio dell' uomo che dovevamo ritenere e continuiamo a ritenere il più competente, l' uomo cioè in grado di rendersi conto che un certo equilibrio, una certa situazione di compromesso era arrivata oltre il punto di rottura. questa è stata la nostra interpretazione delle dimissioni del ministro Gava. e, se io posso permettermi di dare un modesto consiglio all' onorevole Segni, vorrei pregarlo di non ripetere nella sua replica quanto ha già avuto occasione di dire al Senato e in numerose dichiarazioni ai giornalisti, e cioè che le dimissioni del ministro Gava hanno lasciato inalterata la politica economica del Governo. io ne sono perfettamente convinto, ma non è questo il punto della situazione, e comunque non è un argomento da addurre nei confronti di una opposizione che già in precedenza si era rivelata tale, e che pertanto da un mutamento della politica economica del Governo, avrebbe potuto attendersi, se mai, un miglioramento di questa politica. se ella, onorevole Segni vuol ripeterci che la politica economica è quella di prima, anche se l' onorevole Gava è stato sostituito, anche se l' onorevole Vanoni, purtroppo, ha dovuto essere sostituito, questo non ci incoraggia affatto a mutare giudizio nei confronti di questo Governo e di una politica economica che già in precedenza avevamo dimostrato di considerare negativa agli effetti degli interessi del paese. il punto della situazione, onorevole presidente del Consiglio , è un altro: ella dovrebbe dimostrarci, ma credo non sia possibile, che le dimissioni del senatore Gava (fermandoci per ora a questo aspetto della piccola crisi) non hanno avuto alcun significato. nell' indagare sulle dimissioni dell' onorevole Gava non abbiamo giocato di fantasia. l' onorevole Malagodi — tanto per cominciare a rispondere, in piccola parte, ad uno degli argomenti che egli ha usato nei nostri confronti — ha asserito che le dimissioni dell' onorevole Gava sono state dall' onorevole Gava stesso localizzate in uno specifico suo contrasto nei confronti della politica economica del Governo, lo specifico contrasto risultante dai famosi 27 miliardi destinati agli statali, problema del quale mi devo occupare, sia per rispondere all' onorevole Malagodi, sia per rispondere più ampiamente a quanto mi fece l' onore di dire, nei miei personali confronti, lo scomparso ministro Vanoni al Senato. ora, ho di fronte a me, onorevole Malagodi, il resoconto della seduta del Senato in cui l' onorevole Gava disse che « la sua decisione di dimettersi fu dettata da un doppio ordine di ragioni: una relativa all' impostazione del bilancio e alla riduzione del disavanzo, l' altra direttamente collegata alle vicende che accompagnarono l' attuazione della legge delega » . vi fu, dunque, un motivo episodico: le vicende che accompagnarono l' attuazione della legge delega , ma vi fu anche un motivo di vasta ragione politica, relativa addirittura, e il ministro del Tesoro era appena appena dimissionario, all' impostazione del bilancio e alla riduzione del disavanzo. che cosa si può dire di più per denunciare un disaccordo pieno sulla politica economica che il Governo, secondo il ministro Gava, si accingeva in quel momento a compiere attraverso la firma dei bilanci? noi non abbiamo giocato di fantasia, non abbiamo giocato all' allarmismo, ci siamo limitati a prendere atto di quanto veniva dichiarato dal senatore Gava, come da parte di altri esponenti del Governo o della maggioranza. abbiamo detto al Governo, dopo le dimissioni di Gava: andatevene; non perché pensassimo che il Governo stesse per abbandonare una determinata politica economica che a noi piacesse, per abbracciarne un' altra che ci piacesse di meno, ma perché vedevamo nella sistematica — come diceva ieri l' onorevole Angioy — della politica economica e finanziaria del Governo una incrinatura, una frattura, una rottura, che denunciava all' opinione pubblica e al paese una crisi, della quale come, a nostro avviso, correttamente aveva preso atto il ministro dimissionario Gava, altrettanto correttamente, per motivi politici molto validi, avrebbe dovuto prendere atto e cognizione l' intero Governo. la crisi si è purtroppo allargata con la scomparsa del ministro Vanoni. anche di questo abbiamo misurato gli aspetti umani e le conseguenze politiche. i primi ci hanno profondamente e sinceramente commosso. tengo a dire a lei, onorevole presidente del Consiglio , come le ho già detto l' altro giorno, di essermi commosso alle sue nobili e affettuose parole pronunciate in ricordo del ministro Vanoni; tengo a dirlo perché alcuni giornali hanno riportato una frase, spero attribuitale a torto (sono molto lieto della sua tacita smentita), secondo la quale noi avremmo organizzato, come avvoltoi, una speculazione sulla scomparsa del ministro Vanoni. a me sembra che la richiesta di più ampio e approfondito dibattito dopo la scomparsa del ministro Vanoni, e dopo la sua immediata sostituzione, abbia costituito da parte nostra, semmai, un omaggio politico ad un uomo che rappresentava qualche cosa e il cui indirizzo economico abbiamo combattuto e continueremo naturalmente a combattere nelle sue conseguenze con lealtà, serietà e onestà. il sottovalutare la scomparsa di Vanoni, il non aprire un ampio dibattito politico, avrebbe costituito effettivamente una mancanza di rispetto. sono lieto pertanto che il presidente del Consiglio abbia smentito autorevolmente ciò che i giornali con molta leggerezza e insidiosità si sono permessi di vedere in questo nostro serio e responsabile atteggiamento politico: cioè una qualsiasi speculazione su un evento che ci ha lasciato commossi per il modo veramente tragico e al tempo stesso altamente umano in cui si è concluso. le conseguenze politiche della scomparsa, del ministro Vanoni e della sua sostituzione, a parte le persone — parlerò poi dei modi della sostituzione — quali sono? onorevole presidente del Consiglio , mettiamole accanto a quelle delle dimissioni di Gava. con Gava è caduto un puntello tecnico del Governo, con Vanoni un puntello politico. questi sono dati di fatto. puntello tecnico e puntello politico per la vostra politica di compromesso economico che noi non approviamo, che noi abbiamo sempre combattuto. quando voi ci dite: continueremo la stessa politica, noi possiamo prendere atto di questa vostra intenzione di continuare una politica che abbiamo precedentemente e documentatamente condannata, ma voi dovete prendere atto, a vostra volta, che quella politica realizzata tecnicamente da Gava e politicamente da Vanoni aveva un significato ben diverso. credo che avesse un significato ben più rassicurante o meno inquietante agli effetti della pubblica opinione di quanto non l' abbia con uomini che sono stati dichiarati, non da parte nostra, « libri chiusi » . i socialisti i quali per bocca dell' onorevole Lombardi, delle cui dichiarazioni mi dovrò occupare, hanno affermato di voler sostenere questo Governo, malgré lui , anche se non vuole essere sostenuto, hanno dichiarato, onorevole Zoli, che ella è un libro chiuso dal punto di vista della competenza e che l' onorevole Medici è un libro chiuso dal punto di vista politico. non so bene cosa vuol dire libro chiuso. ci sono libri chiusi che restano sempre tali in soffitta, e quando si va ad aprirli ci si accorge che in essi non c' era scritto nulla. non vorrei che si trattasse di libri chiusi in questo senso. mi auguro che possiamo sfogliarli insieme e che la lettura sia piacevole. ma quando coloro che in sostanza appoggiano questo Governo, anche se il Governo — ripeto — dichiara di non voler essere appoggiato da loro, quando coloro che ci accusano di speculare su un tentativo di crisi che essi respingono, quando coloro che dichiarano opportune almeno in parte le sostituzioni, ci vengono a dichiarare che si sono sostituiti dei libri aperti, in cui essi hanno dimostrato in precedenza di amare di leggere (perlomeno nel libro Vanoni), con dei libri chiusi, allora mi sembra che si debba dar atto a questa nostra opposizione di una molto maggiore correttezza, serietà, lealtà, e — mi scusi l' onorevole Malagodi — anche di una molto maggiore competenza. noi siamo — secondo lei — degli incompetenti, non sappiamo nulla, ella sa tutto, conosce cifre e bilanci mentre noi siamo dei novellini che in questi giorni per la prima volta prendiamo cognizione di talune cifre. sarà certamente così: ma sta di fatto che le affermazioni che abbiamo udito sono tali da lasciarci ritenere, senza alcuna presunzione, che si sia peccato di grave incompetenza quando si è parlato con tanta faciloneria un determinato linguaggio, di cui mi sono occupato e tornerò a occuparmi, a proposito della soluzione di questa crisi. ci dispiace molto — è necessario dirlo per rispondere a quanto è stato detto in polemica con noi e per chiarire il nostro atteggiamento — che si sia da parecchie parti, dalla sinistra e dal centro, parlato di un nostro allarmismo nei confronti della situazione economico-finanziaria. l' allarmismo è venuto dai banchi del centro; non ho letto discorso più allarmistico di quello pronunciato in Senato dal senatore Carlo De Luca in sede di dichiarazione di voto , a nome del gruppo democratico cristiano . se il senatore De Luca avesse parlato nel corso della discussione generale , si sarebbe potuto anche pensare ad un suo intervento a carattere personale; ma egli ha parlato per dichiarazione di voto a nome della Democrazia Cristiana , ed il suo intervento è stato salutato al centro da vivi applausi e congratulazioni. può darsi che le congratulazioni siano state tutte... le nostre; comunque desidero leggervi alcuni passi del resoconto sommario del Senato: « De Luca Carlo. premette che il gruppo democratico cristiano gli ha affidato il compito di riconfermare la fiducia al Governo dell' onorevole Segni » , così come il gruppo liberale ha affidato all' onorevole Malagodi il compito di dire che le cose vanno molto male, ma che bisogna dare la fiducia al Governo. continua il resoconto sommario riferendosi alle dichiarazioni del senatore De Luca : « in primo luogo, esiste un disavanzo divenuto ormai cronico che, per di più, come tutti i mali cronici, tende ad aggravarsi. in secondo luogo, le imprevidenti spese, sul ritmo di decine e centinaia di miliardi per spese amministrative, e pertanto improduttive sotto il profilo dell' aumento del reddito nazionale, vietano in sempre più larga misura gli investimenti produttivistici. in terzo luogo, la pressione fiscale non consente in alcun modo ulteriori inasprimenti. infine, lo Stato si indebita ogni giorno di più senza per questo poter affrontare la situazione che reclama sempre nuovi mezzi per investimenti, attraverso l' aumentata circolazione, i debiti scaduti e non pagati, i residui passivi e l' aumento del debito pubblico » . onorevole Segni, debbo farle una confidenza. per incarico del gruppo del Movimento Sociale Italiano stavo preparando un discorso di opposizione, ma mi sono accorto che già era stato pronunziato ed era un ottimo discorso: non ho potuto fare altro che leggerne una parte e mi dispiace di non poterlo leggere tutto. noi gli allarmisti? a parte gli scherzi, quando l' opinione pubblica apprende che l' oratore che in Senato parla a nome del gruppo parlamentare democristiano si pronuncia in tal modo sulla politica economica e finanziaria del Governo, non ritenete che l' allarmismo si diffonda, sia giustificato e legittimato, ed osate accusare noi di campagne allarmistiche ed osate parlare nei nostri riguardi di avvolto i o usate espressioni del genere? mi sembra che possa essere respinta da parte nostra ogni accusa di tale specie. qui vengo ad una delle risposte più importanti, da parte mia, all' onorevole Malagodi e — mi consenta l' onorevole Malagodi — all' onorevole Vanoni, il quale mi fece l' onore di parlare di questo argomento in Senato. si è parlato di nostra contradittorietà a proposito del problema degli statali. mi dispiace che non vi possa essere qui l' onorevole Gava perché con lui di questo problema, in Commissione, a proposito della legge delega , abbiamo avuto modo di parlare più volte. ad ogni modo sintetizzerò una mia risposta, alla quale premetto una sola considerazione: che al Governo tutti i tasti conveniva toccare nei confronti di questa opposizione tranne il tasto degli statali, perché se vi è un argomento sul quale ci è facile dimostrare che il Governo è stato imprevidente, che il Governo è stato in taluni casi non miope, ma addirittura cieco, che il Governo ha fatto lui della demagogia che non doveva fare e — mi si consenta di dire — che il Governo è stato politicamente poco corretto e poco onesto nei confronti di una vasta categoria di italiani, questo è proprio l' argomento degli statali. la dimostrazione? in pochi punti la condenserò. essa richiederebbe più ampi dibattiti, ma arriveremmo a più ampi dibattiti sugli statali. il presidente del Consiglio purtroppo lo sa quanto me. in primo luogo, vi siete dimenticati che si trattava di una riparazione tardiva. il regime instaurato in Italia nel dopoguerra è andato innanzi per alcuni anni con il motto: « dàgli allo Stato » , che in molti casi equivaleva all' altro « dàgli al fascio » . le vostre provvidenze per gli statali nei primi anni si chiamarono: epurazione. furono cacciati dal posto, sommariamente, a centinaia di migliaia perché avevamo servito lo Stato per 20 anni. fase non tanto breve, che durò fino al febbraio 1948. non affondiamo il dito in piaghe dolorose per tutti, e limitiamoci a stabilire le responsabilità politiche che restano. le risponderò poi... ella è stata fascista, non lo rinneghi ora. invece l' onorevole Pagliuca si vede subito che è sempre stato democristiano. è stato vizio del sistema l' imporre la delazione reciproca ed il facilitarla. è vero che è esistita la delazione reciproca, ma non era, quella, libertà. questo fu uno dei vizi principali del sistema « liberatorio » . comunque, le prime provvidenze della liberazione per gli statali o per gran numero di statali si chiamarono: epurazione. « e l' una e l' altra fiata » . quindi aspettiamo! diciamola tutta « ma i vostri non appreser ben quell' arte » . ed allora la profezia diventa veramente favorevole per noi. dopo di che, onorevole Malagodi, seconda provvidenza per gli statali, soprattutto per quelle categorie di statali che a lei dovrebbero particolarmente interessare perché rappresentano meglio di altre il ceto medio , cioè gli statali dei gradi elevati ed intermedi. seconda provvidenza dei regimi o dei governi postliberatori: appiattimento delle retribuzioni. dopo di che, per parecchi anni, promesse ed aumenti con il contagocce e creazione di quella selva selvaggia, tanto per rimanere con padre Dante, che ha rappresentato e rappresenta, fino all' entrata in vigore prossima del conglobamento totale, la tabella complicatissima della retribuzione agli statali. si è trattato, quindi, di una tardiva e parziale riparazione nei confronti degli statali di tutte le categorie, alle ingiustizie che contro gli statali di tutte le categorie in questo dopoguerra erano state commesse. perché lo statale, onorevole Malagodi, soprattutto negli anni 1945, 1946, 1947, 1948, non « faceva proletariato » , ed i socialcomunisti allora non amavano i ceti medi come adesso li amano, non pensavano i socialcomunisti allora come adesso pensano, purtroppo, di poter nell' Italia centro meridionale, dove gli statali vivono e lavorano nel maggior numero, usufruire di così vaste correnti di simpatia elettorale. lo statale allora fu largamente trascurato. non era pascolo elettorale di nessuno. si pensava hanno servito il fascismo più degli altri, non occupiamoci di loro. secondo statali anno 1938, 600 mila; statali anno 1956 un milione 200 mila. si dirà che il numero degli statali è aumentato durante la guerra. esattissimo. ma quando scoppia un conflitto è chiaro che in qualunque paese, comunque esso sia governato, la burocrazia si infittisce. gli statali del 1938, 600 mila, amministravano un territorio nazionale un po' più vasto dell' attuale e amministravano anche un territorio extranazionale. onorevole Zoli, mi perdoni. è una materia che ho avuto la necessità e la possibilità — e ne sono molto lieto — di studiare per un anno intero come membro della Commissione interparlamentare per la legge delega . quando alludo al numero degli statali, alludo al numero degli statali nel loro complesso, non al numero degli impiegati dello Stato propriamente detti, perché, diversamente, starei molto al di sotto dei 600 mila per allora e del milione e 200 mila per adesso. quindi il mio confronto è esattamente pertinente. siamo passati da 600 mila a un milione e 200 mila, il che dimostra che la inflazione burocratica, se così vogliamo chiamarla, è colpa e responsabilità dei governi che si sono succeduti in Italia dal 1945 in poi. non la chiamo inflazione burocratica. se ella vuole un dato divertente, che ho avuto modo di citare durante la discussione della legge delega , il ramo di attività nel quale i dipendenti dello Stato sono maggiormente aumentati (del doppio) dal 1938 ad oggi, sa qual è? la polizia. consulti i dati diligentemente raccolti dall' onorevole Lucifredi. lo Stato fascista si reggeva su una polizia che era la metà di quella sulla quale si regge lo Stato democratico . ma evidentemente le cose allora funzionavano molto peggio. ella sa che non si era sicuri allora, quando si circolava sulle strade statali, mentre adesso regna una sicurezza completa; ella sa che non funzionavano i soccorsi, in caso di calamità naturali, alle popolazioni isolate, mentre adesso funzionano in maniera perfetta, è stato un progresso tecnico e politico del tutto strepitoso, del quale diamo atto a questi governi; però il tutto lo paga il contribuente italiano. la sicurezza è aumentata ed è aumentata la polizia del doppio. ora sono diventati deputati comunisti. terzo: la legge delega . la legge delega , signori dell' attuale Governo che del precedente avete assunto le responsabilità l' avete inventata voi. è stato il Governo che ad un certo punto ha detto: io chiedo delega al Parlamento per riordinare la burocrazia. e questa parte politica ha votato la delega, mentre l' opposizione di sinistra, dirò meglio, la ex opposizione di sinistra, che in quel tempo rumoreggiava contro la delega al Governo, non voleva saperne, perché temeva che faceste sul serio; mentre noi ci auguravamo proprio che faceste sul serio, perché riconoscevamo allora — come riconosciamo ora — che senza una delega una materia simile non poteva essere legislativamente regolata. le dirò tra poco, onorevole Segni, che io ho tratto le doverose conseguenze da quel nostro atteggiamento di allora. quarto: il ministero per la riforma burocratica lo avete creato voi. abbiamo in atto 21 ministeri, e se ne preparano altri tre: questo lo dico a proposito delle economie nelle spese non produttive. non dimentichiamo però che da quattro anni e in piedi in Italia un ministero più unico che raro, il ministero per la riforma burocratica, creato in sostanza per fare una legge. si sono nominati un ministro, dei sottosegretari, dei funzionari, è stato apprestato un edificio, è stato preparato un bilancio, si sono effettuate delle spese: tutto per fare una legge. si tratta di un ministero che ha avuto alla sua testa uomini egregi, come Scoca, Petrilli, Tupini e da ultimo Gonella. questo ministero ha avuto quattro anni e più di tempo per partorire una legge, cioè un insieme di decreti. quando ce li ha presentati? ce li ha consegnati, quelli centrali, i più importanti ed i più responsabili, soprattutto dal punto di vista della spesa, 25 giorni prima della scadenza. sono dati di fatto. l' onorevole Segni sa molto bene tutto questo. le promesse economiche agli statali chi le ha fatte? i governi che si sono succeduti. l' onorevole Scelba dichiarò formalmente in questo ramo del Parlamento: « potete stare certi per quanto si riferisce ai miglioramenti economici agli statali in sede di realizzazione della legge delega , in quanto la legge che entra in vigore adesso » (egli parlava due anni fa) « reca nel suo primo articolo I futuri miglioramenti economici avranno decorrenza dal 1° gennaio 1954 » . quella doveva essere la decorrenza, e la poneste voi, la pose la maggioranza, la pose il Governo. e se quella decorrenza fosse stata mantenuta, non sarebbero occorsi gli 80 miliardi che prevedeva allora il ministro Gava, non i 220 miliardi che poi sono stati necessari, non i 300 miliardi, onorevole Malagodi, che io chiedevo, ma ne sarebbero occorsi il doppio. fate i conti. se il Governo avesse mantenuto la promessa da esso liberamente fatta — si presentò, ripeto, il Governo Scelba ad affermare che il conglobamento sarebbe entrato in vigore con effetto dal 1° gennaio 1954 — calcolate voi quale somma sarebbe occorsa per far fronte a due anni e mezzo di arretrati. parlate nei nostri confronti di imprevidenza, di leggerezza, di richieste demagogiche. ma la demagogia c' è stata da parte vostra, da parte del Governo. siete voi che non avete mantenuto le promesse: io non so perché le abbiate fatte: forse perché prevedevate imminenti le elezioni, pensavate a scadenze amministrative più rapide, oppure perché non sapevate fare bene i conti. lo non lo so, ripeto, non oso saperlo. il fatto è che se il Governo avesse mantenuto quello che aveva promesso, si sarebbe saliti oltre il margine altissimo al quale si è giunti. quanto ai 27 miliardi, ella, onorevole Segni, ricorda la situazione. i 27 miliardi non le erano stati certamente chiesti da parte nostra, né credo da alcuna altra parte. il problema era diverso. si stava avvicinando la scadenza della legge delega , ed avevamo la matematica certezza che non saremmo riusciti a portare a termine, per colpa del Governo, il nostro importantissimo compito. si delinearono allora due tesi in contrasto: noi insistemmo per la proroga della delega al Governo. onorevole Segni, ella sa che nessuno può smentire quanto io sto affermando. io molto insistetti per questo. la tesi dell' ex opposizione di sinistra era invece che il problema dovesse essere rinviato al Parlamento. tra le due tesi si delineò quella di compromesso del presidente del Consiglio : vi darò altri 27 miliardi: approvatemi lo stato giuridico , le carriere, le tabelle e si rinvii il resto al Parlamento. vi fu l' adesione del centro e delle sinistre, che cessarono di diventare opposizione, alla tesi del presidente del Consiglio , e la nostra opposizione. noi abbiamo continuato a, dire che bisognava prorogare la legge delega , per poter esaminare serenamente e adeguatamente tutti i provvedimenti; che era disonesto rinviare al Parlamento una parte della materia e soprattutto che era disonesto (dal punto di vista politico) voler rinviare agli ulteriori esercizi, come si è fatto da parte di questo Governo, una parte del carico. cosa decise il Governo per i pensionati in quella drammatica seduta del Consiglio dei ministri ? esso determinò di rinviare i miglioramenti agli altri due esercizi. si è così creato questo nuovissimo sistema: altro che scorrettezza economica, altro che allarme! non avendo il coraggio di dire di no a determinate categorie e di dire di no ad una parte politica , si è detto invece: ci penseranno i governi di poi. e il Capo dello Stato non poté firmare non dico quel decreto, ma neppure la copertina, giacché io insisto a dire che in quella notte si firmarono solo le copertine. era evidente però che il Capo dello Stato non potesse firmare, come di fatto non firmò, quel decreto, giacché con un decreto non si potevano impegnare due bilanci successivi. onorevole Segni, ella ha sempre parlato di un decreto. ne fa fede la pubblicazione apparsa sui giornali il 12 mattina. onorevole Segni, se ella ha la cortesia di consultare tutti i quotidiani, di ogni tendenza politica, del 12 mattina, vedrà che essi recavano, attraverso un comunicato dell' Ansa, trasmesso, io ritengo, dal ministro per la Riforma burocratica , che fra i decreti legge era compreso anche quello per i pensionati. lo rilevo con piacere. la smentita non venne allora: viene adesso, ed io la considero sempre tempestiva e non vorrei mai fare una questione di questo genere. ma rimane un dato di fatto , che cioè voi voleste impegnare con un disegno di legge due bilanci futuri. circa i problemi relativi agli insegnanti di ogni ordine e grado, circa quelli che si riferiscono ai postelegrafonici, ai ferrovieri, ai dipendenti dalle aziende di monopolio, voi avete preso l' impegno, in sede di compromesso, di portarli alla Camera e li porterete; giacché so che voi siete soliti tener fede ai vostri impegni e perché poi saranno le stesse categorie sindacali che vi obbligheranno a farlo. li porterete e saranno ulteriori aggravi. e come potete pensare che i bilanci sopporteranno questi aggravi? onorevole Malagodi, è stato imprudente voler cimentare il Movimento Sociale Italiano su questo argomento. mi sembra di sì. il senatore Vanoni aveva accusato di contradittorietà il Movimento Sociale Italiano , perché. no, scusi: l' onorevole Malagodi fa un' altra domanda. ad ogni modo il senatore Marina, a titolo personale e immediatamente contraddetto dai rappresentanti del nostro partito al Senato (credo che l' onorevole presidente del Consiglio ne possa far fede), fece quella dichiarazione. a nessuno è proibito, nemmeno nel nostro partito, fare dichiarazioni a titolo personale. il senatore De Luca ha fatto le sue, il senatore Marina ha fatto anche le sue, che però sono state smentite immediatamente. ma l' onorevole Malagodi mi faceva un' altra contestazione, se ho ben compreso. lo scomparso onorevole Vanoni rimproverò al Movimento Sociale Italiano di avere da un lato, in sede di Commissione per la legge delega , chiesto degli adeguamenti per gli statali che comportavano gravissimi oneri, e di avere dall' altro incolpato il Governo di condurre una politica economica e finanziaria disastrosa. a questo ha già risposto l' onorevole Angioy con un argomento che l' onorevole Malagodi ha definito ingegnoso, ma non sodisfacente. io lo ritengo ingegnoso e sodisfacente. l' onorevole Angioy ha risposto: il Governo, nel fare il bilancio, fa delle scelte. il Governo ha ritenuto di fare determinate scelte cioè destinare x per gli statali e y per altre spese. altri, noi al Governo, avremmo fatto diversa scelta. quando un partito di opposizione chiede ulteriori spese in un determinato settore del bilancio (credo di poter ripetere in sostanza, non dirò neppure completare, quello che mi pareva chiarissimamente avesse detto l' onorevole — Angioy), quando un partito di opposizione chiede al Governo — dicevo — di inasprire le spese in un determinato settore del bilancio, quel partito non dimostra né irresponsabilità né contradizione con le altre sue tesi. in quanto quel partito in quel momento è chiamato ad occuparsi di quel determinato problema. quando quel partito poi (ed è questa la sede) è chiamato ad esprimersi su un altro più vasto problema, si occuperà di quel problema. io in quel momento mi occupavo, a nome del mio partito, del problema degli statali. in questo momento mi sto occupando di un più vasto problema, problema intorno al quale se mi lascerete continuare a parlare, tenterò di dirvi quali sono le scelte che a nostro parere il Governo potrebbe fare, nei limiti del bilancio e della spesa. pertanto, la risposta dell' onorevole Angioy era perfettamente pertinente e sodisfacente, a parte il fatto che — cosa che mi sembra valida — , se le mie richieste in favore degli statali erano notevoli, le promesse del Governo, cosa molto più importante, in favore degli statali erano state assai più notevoli di quelle che furono le mie richieste. parlo delle promesse del precedente Governo del quale avete assunto la eredita. l' onorevole Scelba prometteva il conglobamento totale dal 10 gennaio 1954. l' onorevole Zoli può fare i conti e, dato che è ministro del Bilancio , li farà indubbiamente con estrema rapidità. onorevole Zoli, apra il libro e ci faccia vedere qualche pagina, per lo meno la prefazione di questo libro. a questo punto, per chiarire il nostro atteggiamento, risponderò alle altre questioni che l' onorevole Malagodi con cortese contradittorio mi ha posto. in verità mi proponevo a questo punto di parlare molto brevemente delle impostazioni politiche, sociali ed economiche del Movimento Sociale Italiano . siccome però l' onorevole Malagodi desidera che il Movimento Sociale Italiano in questa sede si faccia interprete, non dico difensore, ma in qualche modo continuatore, di tutta una tradizione che noi non respingiamo e non rinneghiamo affatto, non ho alcuna difficoltà a dare all' onorevole Malagodi le frettolose. risposte che, evidentemente, a domande improvvise, sono in condizione di dare. l' onorevole Malagodi ha in primo luogo rilevato una contradizione fra la politica economica del fascismo nel periodo 1922-25 e la politica economica e finanziaria del fascismo nel periodo ulteriore. onorevole Malagodi, la devo pregare di associarsi a me gentilmente nella difesa della politica economica del fascismo nel periodo 1922-25, perché la politica economica del fascismo in detto periodo fu condotta da un Governo nel quale figuravano uomini di parte liberale e di parte popolare. fu ministro del Tesoro fino al dicembre 1922 il popolare Tangorra, sia pure per alcuni mesi. vi rendete conto, democristiani, che dal mio punto di vista non faccio altro che elogiare il vostro partito per avere almeno in quel periodo visto chiaramente quali erano gli interessi della nazione. Tangorra è stato al Tesoro fino al dicembre 1922, il liberale De Capitani fu all' Agricoltura in tutto quel periodo, il liberale Teofilo Rossi fu all' Industria in tutto il periodo ed il popolare Cavazzoni resse il ministero del Lavoro . dunque, i dicasteri del Lavoro, dell' Industria, dell' Agricoltura e del Tesoro erano in mano di ministri non fascisti. mi si invita a citare un' altra personalità che collaborò allora al Governo, ma non lo faccio per ragioni di opportunità, ed anche perché tutti comprendono di chi si tratta. chiedere, dunque, a noi di voler difender in proprio un indirizzo di politica economico-finanziaria che per i ministeri del Tesoro, dell' Agricoltura, del Lavoro e dell' Industria fu responsabilità del partito liberale o detto popolare, è perlomeno incongruente e l' onorevole Malagodi avrebbe fatto meglio a non toccare questo argomento. è dunque un male cronico, onorevole Pacciardi. la risposta è semplice. ben più ardua sarebbe stata la sua domanda se mi avesse invitato a dire come fu possibile la convenienza nello stesso Governo della politica dell' onorevole Gava e di quella dell' onorevole Vanoni, cioè di due politiche contrastanti, in quanto l' una tendeva al risanamento del bilancio e l' altra all' incremento degli investimenti produttivi. nel periodo fascista, invece, le due politiche si succedettero in due cicli distinti. vi fu cioè, nel periodo dell' immediato dopoguerra, una doverosa politica di risanamento del bilancio, alla quale voi concorreste coi ministri che ho citato (e di ciò noi vi ringraziamo). una volta risanato il bilancio ed assicurata la stabilità della lira, e ciò non riscuotendo danaro dall' estero e cedendo in cambio la dignità nazionale, ma pagando in oro i debiti di guerra, vi fu una successiva politica di ampi investimenti produttivi e di dilazione organica della spesa e di piena occupazione della manodopera. questa è la risposta che io le dico. e a questa risposta mi permetto di aggiungere, a mo' di codicillo, alcuni piccolissimi dati che ho potuto in questo momento ricordare, non raccogliere. l' onorevole ex-ministro Tremelloni dichiarò in questa Camera (e il dato è accertato ufficialmente) che la pressione fiscale del 1938 era percentualmente più bassa della pressione fiscale del 1956. questo è il primo dato. inoltre, dati altrettanto ufficiali, recentemente apparsi in pubblicazioni, attestano che lo squilibrio tra imposte dirette e imposte indirette era nel 1938 assai meno grave che adesso; cioè l' imposizione diretta — che tutti voi, e giustamente, considerate più equa dal punto di vista sociale — era più elevata nei confronti dell' imposizione indiretta di quanto non sia oggi. ma se avete vinto! come parlate di sconfitta, se la salutaste come una vittoria!? oggi, dunque, è diventata una sconfitta. io so che avete vinto! perché, se è una sconfitta, allora chi ha favorito la sconfitta è un traditore. se invece avete vinto, è un altro discorso. si tratta semplicemente di risanamento del paese dopo le disastrose conseguenze della guerra. è un dopoguerra, questo; fu un dopoguerra quell' altro. è un dopoguerra questo, per l' Italia; è un dopoguerra, questo, anche per la Germania: dalla quale il presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri sono recentemente rientrati e dalla quale, io credo, avrebbero dovuto imparare qualche cosa — spero abbiano imparato qualche cosa sui modi in cui si risanano i bilanci. l' onorevole Maxia è il primo sinistrato di guerra d' Italia. no; o meglio, anche dell' umorismo: in risposta al tentato umorismo di parte vostra. altro dato: la disoccupazione, allora estremamente meno grave di oggi, sia in percentuale che in cifra assoluta. quanto alla produzione industriale , è l' ultima domanda alla quale l' onorevole Malagodi ha chiesto di rispondere. egli mi ha chiesto di rispondere come mai dal 1945 a oggi la produzione industriale sia tanto aumentata, se noi affermiamo che la situazione italiana da questo punto di vista sarebbe una situazione deficitaria. bene. io ho trovato gli indici generali della produzione industriale nei principali paesi dell' OECE, facendo il 1938 uguale a 100 e il 1955, provvisorio, 194 (è il dato che ha citato l' onorevole Malagodi). io ne cito un altro: facendo il 1921 uguale a 50 e il 1938 uguale a 100, vi è stato un aumento del doppio dal 1921 al 1938. non vi è stato ancora un aumento del doppio dal 1935 al 1955. ciò dimostra che con l' aumento della popolazione e con l' evolversi dei tempi la produzione industriale aumenta in tutti i paesi, e anche in Italia; ma ciò dimostra che sotto il regime fascista la produzione industriale aumenta, all' incirca nello stesso tempo, in misura maggiore di quanto non sia aumentata adesso, e senza soldi stranieri. e infine ad un quasi liberale come l' onorevole Malagodi voglio citare di rimbalzo un dato che ieri è stato ricordato — guarda caso — dall' onorevole Amendola Giorgio che ha fatto (e me ne sono meravigliato) la più smaccata apologia di fascismo che si potesse fare. l' onorevole Amendola, riprendendo un dato che al Senato era stato espresso dal senatore Mariotti, anche egli socialcomunista, ha ripetuto ieri testualmente: le 140 maggiori società industriali italiane assorbivano nel 1938 il 15 per cento del capitale investito nelle industrie, mentre nel 1954 hanno assorbito il 72 per cento . ciò significa che un regime di libera concorrenza, di libera iniziativa, ha concentrato la ricchezza e la produzione nelle mani di pochi, mentre un regime che è stato da voi sempre dichiarato e denunziato come un regime di accentramento e di oppressione reazionaria e capitalista aveva tenuto in piedi quella piccola e media industria che molto giustamente trae le sue lamentele e si dimostra piuttosto irriguardosa (e me ne dispiace) nei confronti del quasi liberale ministro dell' Industria onorevole Cortese. dopo di che, la nostra polemica con i liberali su questo piano credo che per ora possa essere conchiusa, e penso che si possa passare alla parte più serena della mia esposizione, chiedendovi scusa del tempo che vi ho fatto perdere, cosa però che sono stato costretto a fare. si parla, mi sembra un po' a vanvera, di una politica sociale reazionaria del Movimento Sociale Italiano , si parla di una nostra politica economica volta a favorire il monopolio, di una nostra politica finanziaria che si sarebbe isterilita nella ricerca tecnica del pareggio. a queste accuse, piuttosto vaghe e che ritengo inconsistenti, non contrappongo argomenti, ma constatazioni. noi constatiamo il verificarsi di un duplice fenomeno (ed è stato detto da più parti, del resto non vi era bisogno di dirlo): quello della disoccupazione e quello della fuga di capitali all' estero. in Italia vi sono braccia di lavoro in gran numero disoccupate: è la più grave tra le piaghe sociali; dall' Italia si ha una fuga di capitali. vi è dunque la possibilità in questo stesso momento, in questa situazione di bilancio, in questa stessa situazione economica e sociale, in questo frangente, di realizzare in Italia una politica di piena o perlomeno di parziale occupazione di manodopera, facendo sì che i capitali che evadono all' estero non seguano più quella via e siano invogliati, indirizzati, coordinati in guisa da essere impiegati in Italia ai fini della piena o parziale occupazione della manodopera. come vedete, noi non contrapponiamo un principio ad un altro principio, ma le nostre constatazioni e i nostri principi alla mancanza assoluta di principi e di programmi. noi constatiamo — attraverso le cifre ripetute dall' onorevole Amendola — l' ingigantirsi dei monopoli in questo dopoguerra in confronto dell' anteguerra. noi constatiamo che il bilancio è rigido. siete voi che lo avete irrigidito. nel bilancio, su tremila miliardi vi è un gioco — e forse sono ottimista — di 500 miliardi, tutto il resto è rigido. è: molto difficile con una simile impostazione di bilancio (onorevole Zoli, suggerisco alla sua vigile attenzione questo primo argomento come un dato di fondo) fare il ministro del Bilancio in modo da poter influire sulla spesa, sulla qualificazione della spesa, se su 3 mila miliardi circa di spesa il gioco si limita a 500 miliardi scarsi. ma questa è una constatazione che stiamo facendo dopo dieci anni di vostra amministrazione. si parla molto di investimenti produttivi, noi siamo d' accordo su di essi. attenzione però, signori del Governo e in particolare onorevole ministro Campilli, alle spese di gestione. al Senato è stato citato il caso di un ente il quale, su un investimento di 13 miliardi, ne ha spesi due e mezzo per spese di gestione; e la cifra non è stata né contraddetta, né smentita. ne ha parlato il senatore Condorelli, citando dati di parte governativa. la prego, onorevole Campilli, di voler controllare; mi sembra che si trattasse dell' ente Sila, ma posso sbagliarmi. comunque, il riferimento è testuale: è un dato che al Senato è stato dichiarato. noi constatiamo ancora che le categorie economiche si stanno muovendo. mi sono molto divertito ieri quando ne ha parlato l' onorevole Amendola, che si è convertito al corporativismo. strana conversione! infatti, l' onorevole Amendola ha detto: gli industriali si agitano. quanti sono gli industriali? 100.000. ebbene, la smettano. di agitarsi nei loro convegni, attraverso i discorsi del dottor De Micheli : partecipino alle elezioni. sono 100.000: avranno 2, 3 deputati; vengano qui a sostenere le loro tesi. siamo alla Camera non dei fasci, ma delle falci e delle corporazioni in questo modo! sono molto lieto che l' onorevole Amendola, abbia dichiarato questo, perché lo stesso ragionamento si applicherà ai piccoli e ai medi industriali, ai commercianti, agli artigiani, e avremo una Camera rappresentativa delle categorie. il fatto che le categorie si agitano ha un notevole significato che non si esaurisce nei fischi a questo o a quel ministro; ha un notevole significato, perché dimostra che dopo 10 anni di democrazia non le masse — come dice la sinistra e come, purtroppo, dicono anche autorevoli o autorevolissimi esponenti democristiani — sono ai margini della democrazia: no, le categorie sono ai margini della democrazia, gli interessi sono ai margini della democrazia. questo è il problema che dovete, o, se volete, dobbiamo insieme rivedere: è il problema dell' inserimento del lavoro nello Stato, è il problema dell' inserimento delle categorie e degli interessi nello Stato, attraverso le loro rappresentanze. finora tengono le loro riunioni di categoria, che si esauriscono in proteste, in fischi, in appelli, in ordini del giorno . voi parlate di « poujadismo » . l' Italia è più fortunata della Francia a questo riguardo, perché ha una tradizione corporativa, tradizione corporativa — come giustamente ricordava l' onorevole Angioy — che era tradizione vostra e che avete gettato alle ortiche. non parlate di interclassismo, non parlate di masse operaie; abbiate il coraggio di gettare alle ortiche questa che non è socialità, ma è veramente sporca demagogia! abbiate il coraggio di riconoscere non le nostre, ma le vostre realizzazioni; abbiate il coraggio di riprendere quella che fu la predicazione dei pontefici, la grande predicazione sociale italiana, e non soltanto italiana, dei cattolici: quella grande predicazione sociale della quale ci dichiariamo discepoli in gran parte. fatelo democraticamente, fatelo democristianamente, ma fatelo, e non limitatevi a parlare di un vago o generico interclassismo, che a noi suona come « intrallazzismo » , che non ha niente a che vedere con il vostro stesso corporativismo, né con la democrazia, né con la socialità, né con il progresso economico. l' Italia, ripeto, è più fortunata della Francia da questo punto di vista , perché ha una tradizione cattolica corporativa e ha soprattutto, se non vi dispiace, una tradizione nazionale corporativa. e non è possibile pensare che il popolo italiano , che le categorie sociali ed economiche italiane rinuncino e rigettino queste grandi tradizioni, che possono essere veramente l' alveo che riporti le categorie economiche del paese, l' economia e la società del nostro paese, sulle loro tradizioni, sulla loro strada, veramente battendo in questo modo la minaccia classista, cioè la minaccia comunista, cioè la minaccia sovversiva. questa è la strada che dovete avere il coraggio di riprendere. ora debbo occuparmi delle sostituzioni che il presidente del Consiglio ha ritenuto di dover fare per fronteggiare la piccola crisi determinatasi nel suo Governo. come ha proceduto il presidente del Consiglio ? con un criterio matematico: meno due senatori, più due senatori. senatori erano, senatori debbono essere. se fossero stati deputati, deputati avrebbero dovuto essere. se per caso (io non voglio fare offesa ad alcuno, è una ipotesi) vi fosse stato in questo ramo del Parlamento un deputato democristiano, bravissimo, espertissimo, competentissimo, gli si sarebbe detto: non sei senatori, e, quindi, non puoi sostituire un senatore dimissionario, un senatore scomparso. questo vostro corporativismo parlamentare e senatoriale, questo spirito di corpo è altamente apprezzabile parlando, come diceva l' onorevole Campilli, con umorismo. ma un criterio umoristico non è un criterio serio. noi non vi diciamo affatto, perché sono libri chiusi e quindi li dobbiamo ancora provare, che il senatore Zoli, che il senatore Medici siano degli incompetenti, diciamo però che si è fatto offesa alla probabile competenza del senatore Zoli e del senatore Medici, quando ufficialmente il presidente del gruppo democristiano al Senato ha posto l' aut aut : o dei senatori o il caos. io credo che non si debba procedere a piccoli rimpasti governativi con criteri di questo genere. vedete, quello che ci preoccupa di più, al di là della fantasia, dell' umorismo, degli effetti di una facile critica, quello che ci preoccupa di più sono questi criteri simili a quelli del CLN, quando si facevano calcoli del genere per formare i ministeri; e cioè si moltiplicava sei per tre diciotto; i ministeri dovevano essere diciotto, dovendo assegnarne tre per ogni partito. poi, sono diventati 21 e probabilmente arriveranno a 24. ora, questo criterio del CLN è piaciuto moltissimo a colui che ne è stato uno dei protagonisti, l' onorevole Riccardo Lombardi. egli ha detto: sono libri chiusi, ma noi vogliamo proprio i libri chiusi. forse non sono competenti, ma non importa. gravissima affermazione questa per un socialista, che è giunto a dire che per fare il ministro del Tesoro la competenza non è necessaria, basta essere antifascista e « resistente » . bisogna saper resistere alle richieste di denaro? resistettero allora, resisteranno adesso! ha ricordato, inoltre, l' onorevole Riccardo Lombardi, anche il compianto onorevole Soleri, il quale secondo l' onorevole Lombardi non comprendeva assolutamente niente del suo ministero, ma proprio per questo e poiché era resistente e antifascista fu un ottimo ministro del Tesoro . a questo punto siamo! ora, onorevole Zoli, si è parlato molto di lei e con lei, ed io le voglio dire che sul suo antifascismo e sul suo resistentismo noi non drammatizziamo affatto, perché non li pigliamo sul serio. non è che riteniamo che ella non sia stata antifascista, ma crediamo che oggi, tranne che nelle occasioni ufficiali, ella sia molto meno resistente, compreso l' occhiello, e antifascista di quanto lo ritengano i colleghi dell' estrema sinistra . anche a lei, come all' onorevole presidente del Consiglio , manca la grinta. l' onorevole Amendola ha detto ieri all' onorevole presidente del Consiglio : non mostri una faccia anticomunista, tanto questa faccia non ce l' ha. ma, a parte queste facezie e guardando alla composizione del Governo, una cosa dobbiamo rilevare, e cioè che al criterio di equilibrio tecnico, che prima esisteva, si è sostituito un criterio di equilibrio politico. questa è l' osservazione seria che si può fare a proposito delle due sostituzioni. in precedenza, vi era un tandem Gava — Vanoni il quale corrispondeva ad un criterio di equilibrio tecnico; Gava, meno di Pella, ma tuttavia in parte, si riteneva rappresentasse un criterio di politica economica liberale, di politica della spesa contenuta, di cauta impostazione di bilancio, Vanoni si riteneva rappresentasse un criterio socialisteggiante. era un equilibrio tecnico quello che era stabilito fra i due ministri, i quali, indubbiamente, entrambi avevano, almeno agli occhi dell' opinione pubblica , la competenza necessaria per dar luogo ad un simile genere di equilibrio o di compromesso permanente. a quell' equilibrio si è sostituito, attraverso le scelte del presidente del Consiglio , un equilibrio puramente politico all' interno del partito. il presidente del Consiglio ha scelto Zoli. questi ha detto oggi: non fatemi dire se non quello che ho detto. io le faccio dire ciò che ella ha detto; però le debbo dire quello che si dice di lei. lo hanno detto molto apertamente i colleghi dell' estrema sinistra , tanto Lombardi quanto Amendola. si dice che ella sia favorevole all' apertura a sinistra. per questa ragione il presidente del Consiglio ha scelto lei, anziché un altro senatore, non entrando in causa affatto il criterio della competenza per coprire quel posto. avendo scelto lei, favorevole all' apertura a sinistra, si è immediatamente sentito da parte del presidente del Consiglio il bisogno di mettere il senatore Medici, già membro del Governo Scelba e piuttosto inviso, all' altro posto dirimpettaio, cosicché all' equilibrio tecnico precedente si è sostituito nei dicasteri economici — il che non può non inquietare noi e l' opinione pubblica un equilibrio o squilibrio puramente politico. questo Governo così come risulta adesso, e come del resto risultava prima, ha una sua politica economica ? il presidente del Consiglio dice: non cambieremo politica economica . ma l' avete una politica economica ? è difficile cambiare quello che non si ha. l' onorevole Angioy ha detto molto bene che non avete una sistematica o che avete piuttosto rinunciato a difendere, tra la sistematica liberale e quella socialista, quella sistematica corporativa democratica che avrebbe potuto essere la vostra. ma, scendendo dal piano sistematico al piano politico e tecnico, vi chiedo: avete una politica economica ? l' avete avuta in precedenza? credo di no. l' onorevole Riccardo Lombardi si preoccupava molto di una presunta ortodossia finanziaria nella impostazione dell' ex ministro Gava e diceva: meno male che egli se ne è andato, perché non saremo più legati a criteri di ortodossia finanziaria. ella ha parlato lungamente, ieri, di criteri di ortodossia economica e li ha attribuiti fra l' altro al ministro Gava. onorevole Lombardi, ella ieri si preoccupava di una ortodossia che potesse essere espressa nella politica dell' ex ministro Gava. non si preoccupi. ella che è un attento ascoltatore dei dibattiti parlamentari abbia la bontà di rileggere l' intervento dell' ex ministro Gava da lui fatto quand' era ancora ministro, se non erro, il 26 luglio 1955 in questo ramo del Parlamento. ella rileverà che il ministro del Tesoro venne allora a raccontarci che il bilancio consuntivo dell' anno precedente aveva dato nei confronti del preventivo un supero di 128 miliardi, dei quali ben 84 miliardi, se non erro, dovuti al comportarsi non previsto delle spese obbligatorie. se questa è ortodossia economico-finanziaria, non so quale sia la eterodossia economica e finanziaria. pertanto, non avete seguito neppure quando egli faceva parte del ministero una politica di ortodossia. avete seguito o intendete seguire una politica di economia nella spesa? non l' avete seguita nemmeno quando al Governo c' era Pella; ed i risultati, anche recenti, del comitato della scure sono veramente desolanti. avete fatto delle economie soltanto in un settore: quello della previdenza. ed è molto grave e significativo il fatto che, se di ciò si è ricordato l' onorevole Amendola, non si sia a ciò richiamato, se non sbaglio, l' onorevole Lombardi. è molto significativo che i socialisti non abbiano protestato per l' unica economia fatta nel bilancio, a nostro avviso — come ha detto l' onorevole Roberti — contro la stessa legge, addirittura contro la Costituzione, comunque contro l' interesse dei lavoratori. l' onorevole Lombardi ieri ha detto — e credo che non vi sia migliore testimone di lui — che il piano Vanoni non l' avete neppure incominciato ad attuare, che non potevate farlo. tutti coloro che in questo dibattito, nell' uno e nell' altro ramo del Parlamento, sono intervenuti, hanno riconosciuto l' estrema rigidità del bilancio, la quale non permette una vera e propria politica produttivistica, di investimenti. e allora che cosa avete fatto? il solito, signori del Governo: un po' di tutto. avete fatto della politica, non avete fatto della finanza, né dell' economia, né della sociologia. avete fatto della politica, siete stati al Governo, continuate e continuerete a stare al Governo perché forze diverse e talora opposte hanno interesse a tenervi al Governo, ma non per ragioni economiche o finanziarie, o sociali, ma per ragioni strettamente e soltanto politiche. ed allora parliamo di queste ragioni politiche, che sono poi il vero sottinteso, (non tanto sottinteso perché se ne è parlato da molti oratori) di questo dibattito. lo slittamento a sinistra sta avvenendo sul piano politico, non sul terreno economico. anzi, riteniamo che lo slittamento a sinistra possa avvenire sul piano politico proprio perché sul piano economico non state facendo nulla, e non ha detto cosa molto diversa ieri l' onorevole Lombardi Riccardo. signori del Governo, la tesi dei voti superflui o regalati è una tesi ridicola e, vorrei dire, una tesi poco onorevole. è il discorso che si potrebbe sentir fare, scusate il paragone che non vuol avere nulla di irriverente per il Governo, ad una donna la quale dicesse: porto dei braccialetti, me li hanno regalati, non li ho chiesti, sono superflui!; ad una donna che si presentasse il giorno dopo con una magnifica collana di perle dicendo: me l' hanno regalata, è superflua; ed infine si presentasse il giorno ancora seguente con una magnifica pelliccia di visone ripetendo; me l' hanno regalata e messa addosso, la porto, ma la mia onestà è incorrotta ed incorruttibile. ogni giorno vi venite vestendo di voti socialisti e comunisti e questo accade da alcuni mesi, dall' indomani delle elezioni siciliane, quando in Sicilia l' onorevole Fanfani impose in sostanza la rottura di una precedente alleanza e la costituzione di un nuovo fronte politico e parlamentare regionale. da allora in poi vi andate vestendo di voti socialcomunisti: Corte costituzionale , voto al Senato sul bilancio dell' Interno, recente voto di fiducia al Senato, imminente voto di fiducia alla Camera, voto sulla legge Tremelloni voto sui tribunali militari. voi vi sedete sui banchi del Governo e noi riconosciamo sul vostro abbigliamento democristiano o socialdemocratico o liberale qualche aggeggino socialista o comunista, qualche piccolo dono innocente e superfluo che non vi tange, non vi disonora, non vi offende; qualche piccolo regalo di quell' uomo generoso che è Pietro Nenni (quanto sta spendendo per farvi belli!), qualche altro regaluccio di quell' altro uomo generosissimo e notoriamente disinteressato, (lo avete provato quando era al Governo con voi) che è Palmiro Togliatti. costoro quando erano al Governo vi spogliavano, oggi che sono fuori del Governo vi rivestono! a noi sembra che dobbiate cominciare a preoccuparvi anche quando si sentono discorsi come quello di ieri dell' onorevole Giorgio Amendola. l' onorevole Zoli mi dirà che ancora una volta guardo al fisico ed all' aspetto delle persone. avete visto l' onorevole Amendola ieri? era diverso dal solito. sembrava Togliatti (tranne che nella corporatura): abito blu, ben pettinato. ha pronunciato (tranne due o tre volte in cui gli è sfuggita la parola « vergogna! » , perché in quei momenti non leggeva quanto il partito comunista aveva scritto) un discorso garbato, in confronto ai discorsi che egli usa tenere. ha pronunciato un discorso forbito, nel quale in sostanza vi ha detto: « signori del Governo, non ci piacete; voi fate una politica che il partito comunista non approva. voi non avete realizzato dal punto di vista sociale alcuna delle riforme che abbiamo chiesto e che chiediamo. ma non vi votiamo contro, perché non vogliamo confondere i nostri suffragi con quelli della destra » . come se dal 1948 in qua essi non fossero stati costretti e noi non fossimo stati costretti dalla meccanica parlamentare a confondere spesso i nostri voti! è chiaro che la meccanica parlamentare costringe i diversi partiti, quali che siano i loro atteggiamenti, a confondersi nel voto, distinguendosi nelle motivazioni del voto. i dibattiti parlamentari , le assunzioni di responsabilità, le partecipazioni o meno al Governo esistono proprio perché ogni partito, indipendentemente dal modo materiale del voto, possa esprimere la sua fisionomia. ora, i socialcomunisti sono divenuti scrupolosi nei nostri confronti, non più nei vostri (eppure avevano orrore di voi): adesso non votano contro, hanno stabilito che non voteranno contro. voi dovete considerare non so se abbiate fatto questa considerazione, ma penso di sì — che la generosità non è poi tale e quale appare, perché vi danno dei voti ma contemporaneamente ve ne tolgono. guardate gli abili calcoli che i socialisti e i comunisti (credo soprattutto i socialisti) hanno fatto al Senato: tante astensioni, tanti squagliamenti, in modo che il quorum governativo possa arrivare fino ad una determinata cifra. queste sono le apparenze, così la situazione è apparsa a chi l' ha vista, come me, dal di fuori. perché quelle astensioni e quegli squagliamenti sono stati necessari per farvi raggiungere il quorum? ma perché non avete avuto tutti i voti della vostra maggioranza. vi è stata la verifica della maggioranza, ma essa non vi ha dato i vostri 129 voti, vi ha dato 111 voti. sono spariti 18 voti. per quale motivo? malattie? probabile (non voglio fare insinuazioni: vi sono anche delle epidemie). però 18 voti sono mancati. credete che mi sbagli quando prevedo che un certo numero di voti mancherà anche in questa votazione? malattie, influenza. e, siccome alla Camera non vi è la questione del quorum, perché gli astenuti non valgono per il computo della maggioranza, le sinistre non hanno bisogno che di astenersi o di squagliarsi per far prevalere il Governo. ma quel che intendo dirvi è: attenzione, essi vi regalano dei voti non superflui perché, come essi vi hanno ricordato giustamente, come con un certo malgarbo vi hanno rinfacciato, con una qualche brutalità, superflui non sono stati. voi ricordate meglio di me la dolorosa istoria del ministro Tambroni al Senato, il quale qualche tempo fa stava per soccombere non essendo presenti i senatori della maggioranza in numero sufficiente, essendo presenti invece quelli delle opposizioni in numero sufficiente per batterlo sul bilancio dell' Interno. e ricordate che in quella occasione i senatori Terracini e Lussu fecero squagliare i senatori dell' estrema sinistra . superfluo un voto, superflua un' astensione, superfluo un atteggiamento che ha tenuto in piedi il ministro dell'Interno ? superfluo il ministro dell'Interno , allora; e certamente voi non avete voluto e non potete significare questo. quindi non superflui sono stati quei voti. ma, attenzione: li state pagando. già in questi giorni, a parte il resto del pagamento che avverrà in altra moneta, li state pagando: perché, quando essi si astengono, o, peggio ancora per voi, quando essi dovessero indursi a votare addirittura a favore, vi porterebbero automaticamente via un certo numero di voti di vostri senatori o deputati i quali possono anche non intervenire in questo dibattito (e mi dispiace), possono anche non prendere la parola, ma dei quali noi conosciamo e voi conoscete perfettamente l' animo, dei quali noi conosciamo e voi conoscete perfettamente il disagio, la riluttanza, la profonda crisi di coscienza che l' onorevole Nenni vuole determinare. l' onorevole Nenni vuole determinare con quei voti una crisi di coscienza nella maggioranza, che distacchi da voi altri voti e che renda i suoi voti necessari, indispensabili. vuole che la nuova maggioranza si crei automaticamente; e, quando si sarà creata automaticamente per il franare di una parte della vostra maggioranza, voi vi troverete, e purtroppo la nazione si troverà, di fronte ad una situazione già pregiudicata. ecco perché essi dicono: non precipitate; non vi chiediamo di fare una politica economica audace; vi chiediamo di non pregiudicare le cose. ma le cose sono già pregiudicate ed ogni giorno si stanno sempre più pregiudicando nel vostro stesso seno. credo che la dichiarazione al Senato del senatore De Luca , che in questo momento possiamo considerare con maggiore serietà di quanto non abbiamo fatto prima, possa essere per voi un sufficiente campanello di allarme. l' onorevole Malagodi (che debbo adesso citare per ragioni diverse da quelle trattate poco fa) ha parlato di politica estera , e credo di sapere perché egli lo abbia fatto in un dibattito di questo genere, in cui l' argomento della politica estera non dovrebbe entrare. egli lo ha fatto, credo, per le medesime ragioni per le quali il presidente del Consiglio , nella sua replica al Senato, ha parlato di politica estera su richiesta — credo di essere bene informato; almeno così i giornali hanno pubblicato — dei partiti minori facenti parte del Governo, e soprattutto del partito liberale , il quale ha detto allora, e sostanzialmente ha ripetuto oggi attraverso le dichiarazioni dell' onorevole Malagodi: ci regalino pure i voti le sinistre, ma, se il Governo riafferma la sua posizione di politica estera , se il Governo riafferma la sua fedeltà all' Alleanza Atlantica , noi possiamo stare tranquilli, perché sarà chiaro di fronte all' opinione pubblica che i voti delle sinistre non mutano la sostanza della nostra politica, che è data per l' appunto dall' impostazione di politica estera . signori del Governo, a nostro avviso fu errore grave dell' onorevole De Gasperi l' impostare la battaglia anticomunista quasi esclusivamente sul tema della politica estera . ma l' errore era almeno in quegli anni giustificato dal fatto che effettivamente la politica estera costituiva una discriminante fra il centro e l' estrema sinistra . era una discriminante a nostro avviso non sufficiente, era una discriminante tattica, non era una discriminante programmatica, non era soprattutto una discriminante morale, non era una discriminante nazionale, come noi chiedevamo. però era una discriminante. ma adesso commettete un errore molto più grave perché credete di stabilire una discriminante proprio sul terreno in cui gli eventi vi stanno portando in posizioni molto diverse dalle precedenti. state attenti. onorevoli colleghi , vi dirò allora che il discorso più importante in questo dibattito lo ha pronunciato un assente, e lo ha pronunciato Palmiro Togliatti a Mosca (è stato tradotto in napoletano dal collega Giorgio Amendola ieri). si è molto riso da parte di ambienti piuttosto superficialoidi dell' opinione pubblica italiana sui rinnegamenti staliniani e si è creduto di vedere in questo una crisi del regime sovietico; e si è molto riso ed irriso sul discorso pronunciato nello stesso senso da Palmiro Togliatti a Mosca. ma, onorevoli colleghi , essi non negano i fini di Stalin: rinnegano il metodo di Stalin. sui fini sono perfettamente d' accordo. il metodo di Stalin era quello dell' attacco frontale, l' attacco frontale sovietico, l' attacco frontale socialcomunista in Italia. il metodo attuale è quello vecchissimo del cavallo di Troia . è qui dentro, eccolo lì, e gli state tutti attorno a vedere come è fatto, come è dipinto bene, state a sentire come i suoi propagandisti sanno parlare a suo favore; e v' è di voi chi vuole immediatamente aprire quel tale sportello dal quale dovranno uscire gli armati. cosa vi ha detto l' onorevole Riccardo Lombardi ieri? date tempo, il cavallo è qui. a suo tempo si aprirà e allora verranno fuori le belle sorprese. in sostanza questa è la situazione nella quale voi vi trovate e purtroppo la nazione intera si trova. ci troviamo di fronte ad una diversa tattica socialcomunista, con a favore nostro un solo enorme vantaggio: che essi, come a suo tempo faceva Hitler, raccontano tutto. essi hanno detto tutto quel che vogliono fare. leggetevi il resoconto del congresso del partito comunista a Mosca, compreso il discorso di Togliatti, ed avrete il paradigma perfetto di quello che vi — e purtroppo ci — capiterà, se si vorrà, a condurre questa politica. hanno detto tutto, senza reticenze, perché sono forti, perché si sentono sicuri. sono forti della loro forza e sono forti, scusate, dell' insipienza dei molti che danno loro ascolto. sono doppiamente forti. ma la, situazione è questa. debbo dire qualcosa per concludere circa l' atteggiamento dell' estrema sinistra . perché è vero che l' estrema sinistra fa parte, almeno a me pare, di un fronte internazionale, ma è anche vero che l' estrema sinistra in Italia, e soprattutto il partito socialista (ma anche il partito comunista ), deve fare i conti con la sua base, coi suoi riflessi popolari, con i suoi elettori, che abbiamo il torto di definire i « trinariciuti » , ma che sono spesso, dirci sempre, qualunque sia la loro appartenenza politica, uomini coscienti, che, se stimolati ed illuminati da un' azione di governo , ed in mancanza di esso da una azione di opposizione socialmente qualificata, io credo possano capire cose che finora non hanno capito, e che le possano capire proprio attraverso i recentissimi atteggiamenti dell' onorevole Nenni e dell' onorevole Togliatti, che, se sono molto pericolosi per noi, potrebbero cominciare ad esserlo un po' anche per voi. l' onorevole Nenni, mi si scusi l' immagine, è un' amante incomoda: lo dice a tutti; è come quelle ragazze impertinenti di paese che appena vengono pizzicate mostrano la parte dolente e dicono: è stato lui. l' onorevole Nenni vi compromette ogni giorno, ci tiene a compromettervi; la sua politique d' abord è tutta lì. ella, onorevole Zoli, è un fiorentino di Predappio; è forse per questo che pensa di poter ottenere sui banchi di sinistra, in particolare su quelli nenniani, qualche simpatia. ma badi che l' onorevole Nenni aveva simpatia per gli uomini di quel paese, in altri tempi; poi se ne è dimenticato. questa l' ha già e gliela abbiamo dimostrata, tanto è vero che abbiamo detto di non poterla prendere sul serio come antifascista. ma se ella pensa di ottenere della simpatia in quel settore per via di Predappio, si sbaglia, perché l' onorevole Nenni si è dimenticato di certe nostalgie e di certi ricordi (e fa bene, d' altra parte). l' onorevole Nenni, dicevo, è un' amante piuttosto incomoda per quelli di voi che aspirano alle sue grazie, perché lo racconta a tutti, è indiscreto. capisco il suo stato d'animo : in sostanza fa a voi quello che l' onorevole Togliatti fa a lui. perché l' onorevole Togliatti scopre sempre le posizioni dell' onorevole Nenni nei suoi confronti; così l' onorevole Nenni scopre le vostre posizioni nei suoi confronti. è una specie di pena del contrappasso. è attraverso questo gira e rigira che in Italia si sta verificando la divertente politica (divertente da questo punto di vista ) dell' apertura a sinistra. anche in questa occasione, onorevole Nenni, l' onorevole Togliatti è stato dispettoso. era a Mosca: poteva star zitto. invece parla, e parla proprio del partito socialista italiano; dichiara: « il partito socialista italiano e il partito comunista italiano sono strettamente legati » . onorevole Nenni, questo è un grosso sgarbo che l' onorevole Togliatti non le doveva fare. e, se anche l' onorevole Togliatti lo aveva fatto, l' onorevole Giorgio Amendola non doveva tradurre in napoletano il discorso dell' onorevole Togliatti. L'Unità non doveva occuparsene. queste operazioni di sottile politica e di alta strategia richiedono più garbo, più souplesse. onorevole Nenni, bisogna che la direzione politica dell' apertura a sinistra la prenda lei: finché continuerà a dirigerla l' onorevole Togliatti con i suoi salti alla quaglia, gli italiani capiranno, si accorgeranno di tutto. poi, onorevole Nenni, vorrei farle un invito: ella è un' amante incomoda per la Democrazia Cristiana , ma ha messo a disagio anche il Capo dello Stato ; e questo non doveva farlo. infatti, l' affermare che il Capo dello Stato potrà dire al presidente Eisenhower cose utili anche per lui presuppone da parte sua una conoscenza, che indubbiamente non può esservi, di quanto il Capo dello Stato italiano si propone di andare a dire al capo degli USA. questa è una grave indiscrezione da parte di chi si è autopromosso tutore sommo della Costituzione italiana, tutore sommo del prestigio e dei riguardi che sono dovuti al Capo dello Stato italiano. l' onorevole Lombardi, ieri, parlando — credo — anche a nome dell' onorevole Nenni, ha accusato di cinismo la politica dell' onorevole Fanfani. gli do senz' altro ragione. ma l' onorevole Lombardi ieri ha pronunciato un discorso che è stato un capolavoro di cinismo; di cinismo politico, beninteso. e lo ha fatto prendendo le mosse dal messaggio di Capodanno dell' onorevole Nenni, che è stato anche esso l' inno ufficiale del cinismo socialista. in quel messaggio l' onorevole Nenni ha affermato baldanzosamente: noi siamo sulla cresta dell' onda. ha cantato vittoria, ha salutato con lieti auspici il 1956 per ragioni politiche. in quello stesso messaggio di Capodanno l' onorevole Nenni scriveva: nel corso del decennio la statistica ci informa come il reddito nazionale sia aumentato del 7-8 per cento senza che sia diminuito il numero dei disoccupati, senza che una sola delle molteplici piaghe della miseria sociale sia stata sanata, al punto che milioni e milioni di lavoratori hanno della società attuale l' immagine di una piramide capovolta » . ed ella, onorevole Nenni, era seduto sulla piramide capovolta della disperazione dei lavoratori quando scriveva frasi di questo genere? si è mai visto un socialista tenere simili atteggiamenti? rientra nella tradizione del vecchio, indubbiamente nobile, socialismo italiano dirigere un messaggio di Capodanno di esultanza per una operazione politica ritenuta fruttuosamente in corso , quando il panorama che viene prospettato alla pubblica opinione è quello che viene prospettato dall' onorevole Nenni? e il discorso dell' onorevole Lombardi? l' onorevole Lombardi ha detto al Governo: voi non avete neppure incominciato a porvi sulla strada del piano Vanoni; non fatelo: l' importante è che voi non pregiudichiate nulla. egli in sostanza ha detto: voi siete una passerella. ma avesse detto: siete una passerella sociale! no; ha detto: siete una passerella politica. avesse detto: l' uva è acerba, aspettiamo che maturi. no; ha detto: l' uva è acerba e deve restare acerba, perché l' importante per noi è la vendemmia: vendemmia politica. questo ha detto, ed ha aggiunto che si dovrà imboccare la grande strada del piano Vanoni, la grande strada delle spese produttivistiche, degli impegni sociali. ma prima di tutto ci vorranno le condizioni politiche, perché un piano non si fa per aiutare qualcuno, ma si fa contro qualcuno. questo ha detto. e le condizioni politiche quali sono? sono quelle — ve l' ho detto prima — della ripresa resistenzialistica: l' onorevole Zoli va bene perché è antifascista; l' onorevole Medici va meno bene perché è stato fascista; l' onorevole Soleri andava bene perché era antifascista, anche se era incompetente. queste critiche, queste scelte, queste indicazioni ci fanno ripensare a tempi di cui veramente nessun italiano è nostalgico, a tempi in cui l' incompetenza (quando solo di incompetenza si trattava e non di ferocia, di vendetta, di persecuzione) imperava nel nostro paese, imperava in tutti i settori della vita politica ed anche della vita economica italiana. questo l' atteggiamento dei socialisti. quello dei comunisti, poi, rasenta la caricatura. L'Unità , prima pagina , prima colonna: « il Governo, i partiti che lo compongono, i gruppi sociali che esso rappresenta e che pure difendono ostentatamente il loro monopolio, incapaci di organizzare il loro soccorso temporaneo di fronte alla sciagura, oggi scatenano le violenze » . il Governo è dunque dipinto con le stesse frasi con cui veniva dipinto il reazionario Governo Scelba. questo nella prima pagina , prima colonna. ultima pagina, ultima colonna: « si sa che i socialisti, mentre sono sodisfatti per la nomina dell' antifascista Zoli, lo sono meno per quella di Medici; mentre i comunisti si riserbano, come sempre, di giudicare il Governo alla prova dei fatti » . come, dunque? in prima pagina questo Governo lo giudicate e lo condannate alla prova dei misfatti che gli attribuite e in ultima pagina dite invece di aspettare benevolmente di giudicarlo alla prova dei fatti? ma come! i familiari dei braccianti uccisi (come voi dite: non io, certo), gli operai traditi, gli statali insodisfatti, tutti gli uomini e le donne che voi agitate, che voi sobillate incitandoli ad insorgere contro il Governo: che cosa diranno tutti costoro quando sapranno che voi vi asterrete dal voto? voi credete di continuare con tutti questi giuochi e giochetti; sono i giuochi e i giochetti di Pietro Nenni. ma di fronte agli autentici lavoratori e alle autentiche lavoratrici italiane, cui noi ci inchiniamo con rispetto anche se sono diventati comunisti perché hanno creduto in voi che vi siete messi alla direzione delle masse popolari allo stesso modo di come purtroppo dirigete i fini giochetti del vostro schieramento, noi vi diciamo però che tali giochetti non si possono fare perché, oltre ad essere moralmente ignobili, sono controproducenti per voi; e questa è la vostra condanna. in conclusione, onorevoli colleghi — e scusate se vi ho a lungo tediati — i socialcomunisti hanno dichiarato di non volere la crisi sulla destra, cioè una crisi che nascendo sul nostro terreno potesse portare vantaggio alle nostre concezioni politiche. noi dichiariamo che non vogliamo lo slittamento sulla sinistra. queste sono posizioni, credo, estremamente chiare; e penso che non vi sia altra scelta od altra alternativa. io ricorderò che le elezioni amministrative del 1951-52 furono per il Movimento Sociale Italiano le elezioni della riscossa e della vittoria contro una legge persecutoria che, insieme con una apertura a sinistra, con una collusione ciellenistica, voi voleste per sopprimere il nostro diritto alle libertà politiche. vincemmo allora con il peso di parte notevole della pubblica opinione italiana; vincemmo allora insieme con gli amici del partito nazionale monarchico . si avvicinano — è per me presagio — le nuove elezioni amministrative , che segneranno sul piano politico la sconfitta della stessa politica che in altra forma, in più grave misura, con più vasta responsabilità, con più pesante allarme per la pubblica opinione , avete intrapreso. Dio voglia che ancora una volta il popolo italiano ci assegni la vittoria sulle forze della sovversione!