Aldo MORO - Deputato Opposizione
II Legislatura - Assemblea n. 30 - seduta del 06-10-1953
1953 - Governo Dini - Legislatura n. 12 - Seduta n. 310
  • Attività legislativa

signor presidente , raccoglierò il suo amichevole invito e farò solo una breve dichiarazione al fine di motivare la posizione del gruppo della Democrazia Cristiana , il quale, votando a favore del bilancio degli Esteri, intende esprimere la sua adesione alla linea politica del Governo ed a quanto ha oggi esposto in quest' Aula il presidente del Consiglio e ministro degli Affari esteri . in questo momento hanno preminente importanza nel dibattito relativo a questo bilancio i problemi, per così dire, di politica nazionale. Trieste ha dominato questa discussione. noi desideriamo, onorevole presidente del Consiglio e ministro degli Affari esteri , esprimerle la nostra adesione alla sua ferma e responsabile politica rivolta a riconquistare all' Italia Trieste con il suo territorio. noi accettiamo la sua richiesta di plebiscito, un plebiscito che si compia, sulla base della dichiarazione tripartita , come strumento democratico di attuazione della dichiarazione tripartita stessa. ci sembra infatti che il plebiscito sia il mezzo migliore per dare la riprova della verità dell' assunto che fu espresso dalle tre grandi potenze con la dichiarazione tripartita . il plebiscito resta ancora in questo momento una garanzia di soluzione unitaria e democratica del problema. in questo momento il nostro Governo ed il Parlamento, con il suo voto, hanno detto la loro parola; anche l' altro paese interessato sembra aver detto una parola su questo punto. attendiamo ora la parola delle potenze firmatarie della dichiarazione tripartita , le quali sono in un certo senso garanti dell' attuazione di quella linea politica che esse hanno espresso in quel documento; ed a questa parola che le potenze alleate debbono pronunciare si rivolge con ansiosa attenzione ed aspettazione il popolo italiano . noi desideriamo riconfermare in questo momento che la nostra complessa linea di politica estera non può essere turbata in nessun modo da un ripicco o da un irresponsabile capriccio. noi intendiamo riconfermare la nostra politica di solidarietà internazionale come il solo mezzo per non per evitare un pericoloso isolamento. non possiamo accettare quel punto di vista che vorrebbe riferire a questa politica di solidarietà internazionale, come naturale e dolorosa conseguenza, la situazione attuale di Trieste. non possiamo accettare questa impostazione perché non la crediamo vera e perché non è affatto dimostrato che una differente politica avrebbe dato diversi risultati. ma è pur da dire in questo momento che l' opinione pubblica italiana si rivolge con particolare ansietà ai governi ed ai popoli amici perché non si tratta soltanto, nella realtà storica, di accordi di governi, non si tratta soltanto di patti; si tratta di creare in queste grandi unioni di popoli quel calore umano che è necessario perché queste unità siano feconde e durature. è per questo che noi ci rivolgiamo con fiduciosa attesa a coloro che hanno la responsabilità di attestare quella linea politica che essi stessi hanno enunciato. non crediamo che vi sia, al di fuori di questa fermezza responsabile che si è espressa attraverso la linea politica del Governo, alcuna diversa soluzione possibile al problema di Trieste e del suo territorio. noi ci auguriamo che il voto così ampio che la Camera ha espresso in questa occasione sia davvero l' inizio della soluzione concreta del problema di Trieste secondo le profonde aspirazioni dell' intero popolo italiano . Trieste ci richiama ai problemi generali della politica mondiale che hanno avuto un ampio svolgimento in questo serio ed elevato dibattito. noi restiamo fermi nella nostra linea di integrazione fra i popoli, di solidarietà continentali e intercontinentali. vediamo qualcosa di importante e di decisivo sul piano storico in questo processo di unificazione, che noi riteniamo un contributo positivo per la pace. intanto questo processo di unificazione comincia con il risolvere all' interno del suo sistema dei problemi, comincia con il comporre degli interessi politici; e ci auguriamo che, proprio in relazione al problema di Trieste, cominci a manifestarsi questa capacità di creare una giustizia reale nell' ambito del sistema che queste forme di solidarietà internazionali organizzano e rappresentano. questo sistema di integrazione — che noi chiamiamo sistema atlantico — riteniamo che possa essere un contributo alla pace dei popoli, perché pensiamo che esso debba fare una politica seria, responsabile, ferma, dignitosa, ma debba fare una politica umana, non eccessiva, non aggressiva. abbiamo fiducia nel senso di moderazione e di responsabilità dei popoli democratici che costituiscono questo aggregato, come abbiamo fiducia che anche l' unità europea, di cui abbiamo visto la prima attuazione e della quale speriamo di vedere il coronamento in sede politica, sia essa stessa un contributo efficace per la pace. unità del continente europeo che vuol dire la voce dell' Europa che si leva nel consesso dei popoli, che è per se stessa una struttura antiegemonica, un organismo che nel complesso sistema delle potenze mondiali può esercitare una funzione non solo di sicurezza, ma anche di equilibrio e di moderazione. è vero: gli sviluppi immediati sono di carattere economico e militare, ma noi abbiamo la ferma speranza di realizzare l' unita politica, quella unità che dia la possibilità di fare una politica responsabile per l' Europa, una politica che sia sì, come dicevo, di fermezza, ma sia anche di moderazione e di equilibrio. della Germania non possiamo dimenticare quello che è accaduto in passato, ma non desideriamo nel nostro senso di responsabilità neppure di sottolinearlo con il pessimismo che mi pare abbia caratterizzato le dichiarazioni dell' onorevole Togliatti. non si tratta, per quanto riguarda la Germania, di sodisfare un' esigenza — come si è detto — della strategia americana: si tratta di colmare un vuoto militare e politico, che è innaturale, che è antistorico, e la cui presenza non può, per la sua stessa innaturalità, contribuire alla pace e all' equilibrio dei popoli. bisogna stringersi alle forze vive che sono ancora in questo grande paese, aver fiducia nella sincerità democratica di questo paese, affinché esso si unisca a noi in uno sforzo per la salvezza della democrazia e della pace. non è, onorevoli colleghi , a nostro avviso, sulla via del frazionamento dell' Europa e sulla via della creazione del vuoto nello spazio politico della Germania che si può risolvere il problema della coesistenza dei popoli; esso si risolve invece mediante sostanziali reciproche garanzie di non aggressione. e mi sembra che appunto in questo senso si rivolgono gli ultimi responsabili sviluppi della politica mondiale . noi abbiamo lavorato, onorevoli colleghi , e continuiamo a lavorare per la pace. lavoriamo per la pace anche quando ci occupiamo di Trieste, per il modo responsabile e moderato con cui ce ne occupiamo, e perché cerchiamo di risolvere un punto di attrito in un settore sensibile e delicato del nostro continente. abbiamo lavorato e continuiamo a lavorare per la pace perché crediamo nella pace, perché crediamo nella necessità della pace per la salvezza dell' umanità. l' Italia ha sofferto le dure conseguenze della guerra, ha di più provato la tremenda prospettiva della guerra moderna che porterebbe non a delle vittorie, ma ad una distruzione totale dell' umanità e della civiltà umana. per queste ragioni noi vogliamo continuare a lavorare per la pace, come abbiamo fatto fino a questo momento, e vogliamo confortare il Governo, fiduciosi che questa sia la sua intenzione, col nostro consenso. desideriamo che il Governo ci senta presenti, in questa sua fatica, con il nostro desiderio di salvaguardare i fondamentali interessi nazionali e le esigenze più alte della solidarietà fra i popoli.