Pietro NENNI - Deputato Opposizione
II Legislatura - Assemblea n. 291 - seduta del 14-06-1955
Sulla politica interna
1955 - Governo II Segni - Legislatura n. 3 - Seduta n. 147
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , onorevoli colleghi , scarso e addirittura nullo è stato fin dal primo momento l' interesse del gruppo parlamentare socialista per la mozione monarcofascista, anche perché, per le condizioni in cui è sorta, e per l' atteggiamento anche oggi tenuto dai proponenti, sulla sua validità abbiamo i più fieri dubbi. siamo quindi completamente indifferenti alle sorti di questa mozione. non siamo però indifferenti, onorevoli colleghi , a quanto sta avvenendo nel Parlamento. ci pare che si vada creando una di quelle situazioni che è interesse di tutti i gruppi troncare il più rapidamente possibile, direi, anzi, troncare immediatamente. abbiamo un Governo che è in crisi da otto mesi ed è avvenuto quel che sempre avviene in situazioni del genere: che, vacante l' Esecutivo, si sono sviluppati in modo mostruoso due poteri che esorbitano dalle loro funzioni: il potere della polizia, il potere dell' amministrazione. abbiamo un Parlamento che da otto mesi non sa cosa fare. da novembre ad oggi la Camera ha tenuto 67 sedute, e in molte di queste sedute ha dovuto porsi il quesito di come evitare le discussioni, non come nutrirle ed animarle. vi sono i bilanci che aspettano, e noi considereremmo assurdo iniziarne la discussione nei confronti di un ministero che occupa delle sedie, ma confessa di non corrispondere alla situazione politica attuale. vi sono leggi sociali d' importanza capitale, la cui approvazione è attesa da vastissimi settori della classe lavoratrice e queste leggi non vengono discusse, ne approvate, neppure bocciate, che sarebbe pure un modo di dare una indicazione positiva della volontà della Camera. è stato citato qualche istante fa il caso, che può valere come esempio, della sorte toccata a una legge di grande interesse pubblico come la legge di riforma dei contratti agrari, per elaborare la quale fu consentito alla Commissione dell' agricoltura il limite massimo di due mesi. i due mesi sono passati, la Commissione dell' agricoltura non ha concluso i suoi lavori, la Camera non ha chiesto alla Commissione di presentarsi in Assemblea, con o senza la relazione. e milioni di contadini attendono di sapere come il Parlamento voglia risolvere un problema che, per generale ammissione, mantiene le campagne in uno stato di permanente inquietudine. le leggi di attuazione della Costituzione sono tranquillamente rinviate da un anno all' altro, da un mese all' altro e da una settimana all' altra, benché nei programmi — quelli di oggi, quelli di ieri e quelli di sei o sette anni or sono — sia da tutti i partiti, da tutti i governi riconosciuta l' urgenza di procedere all' adeguamento costituzionale della struttura amministrativa dello Stato e delle leggi. vi sono, in Europa e nel mondo, prospettive nuove, nella politica estera e nelle relazioni internazionali. ma il nostro paese è assente; peggio: i circoli ufficiali rimangono scioccamente ostili a tutto ciò che di nuovo si determina nel campo diplomatico e nelle correnti dell' opinione pubblica europea e mondiale. onorevoli colleghi , noi vi domandiamo quanto tutto ciò debba ancora durare. voi avete consentito che la « chiarificazione » si insabbiasse su motivi, dei quali non negherò il valore politico, come la necessità, in cui dicevate di essere, di approvare, prima di aprire una crisi, il trattato di Parigi per la costituzione dell' Ueo. ma dopo di ciò non avete avuto più nessuna motivazione politica, e siete dovuti ricorrere a pretesti della cui futilità voi stessi vi siete sovente resi conto. avete dovuto pretestare la necessità che non si disturbasse, non si interrompesse il viaggio turistico del presidente del Consiglio in America. vi siete aggrappati alla scadenza della elezione del presidente della Repubblica , per dire che il chiarimento doveva seguire e non precedere quella elezione. vi siete, alfine, richiamati alle elezioni siciliane, il cui oggetto tuttavia era diverso da quello che si dibatte nella polemica sulla « chiarificazione » . e oggi voi domandate (e questo è quanto ci interessa nella richiesta di rinvio della mozione monarcofascista), oggi domandate ancora una dilazione di una decina di giorni. è ammissibile, onorevoli colleghi , ciò che sta avvenendo? il problema della chiarificazione è dunque qualcosa di nuovo, che si presenta alla vita del nostro Parlamento? nei regimi di democrazia parlamentare , quando i partiti riconoscono la necessità e l' esigenza di un chiarimento politico-parlamentare, che cosa fanno? aprono una crisi ministeriale, danno adito alle consultazioni del Capo dello Stato , traggono da esse una indicazione, attendono che un nuovo Governo si presenti davanti al Parlamento e su di esso esprimono col loro voto il loro giudizio. da quando in qua questo principio fondamentale del sistema della democrazia parlamentare , sarebbe diventato una diabolica macchinazione? a chi farete credere, in realtà, che se questo ministero si dimette, se le consultazioni sono aperte, se dalle consultazioni esce un nuovo ministero, sarà successo qualcosa che possa turbare la vita politica del paese? la verità è che non succederà nulla e che una corretta crisi ministeriale di due o tre settimane, avrebbe evitate la confusione e la paralisi dell' iniziativa pubblica che durano da otto mesi. contro questo andazzo delle cose, onorevoli colleghi , noi protestiamo. noi non possiamo assistere al caso, forse unico nella nostra storia parlamentare, di gruppi che si riuniscono, discutono, formulano programmi, soppesano formule di Governo, mentre il Parlamento come tale è tagliato fuori dalla chiarificazione, così come è tagliato fuori il Capo dello Stato . rendetevi conto, onorevoli colleghi , che tutto ciò nel paese sta per essere interpretato come una commedia! orbene, io vi dico, a nome del mio gruppo, a nome di quanti si sono sforzati fra noi in questi ultimi tempi di creare gli elementi di una distensione interna, vi dico che far pesare sul Parlamento il sospetto che qui si recitano delle commedie è il modo più indegno di sabotare le istituzioni democratiche.