Aldo MORO - Deputato Opposizione
II Legislatura - Assemblea n. 276 - seduta del 23-03-1955
Sugli sviluppi della situazione in Albania
1955 - Governo I Prodi - Legislatura n. 13 - Seduta n. 173
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

mi sia consentito di dire che mi sono stupito quando questa mattina ho ascoltato la veemente replica dell' onorevole Foa dopo le dichiarazioni del presidente del Consiglio . sembrava che l' onorevole Foa, con un certo candore, si stupisse a sua volta che in relazione alla sua mozione fosse stato posto un problema politico; sembrava si stupisse che dalla presentazione e dal voto richiesta per quella mozione fosse germinata una questione di fiducia . mi sono stupito di questo atteggiamento dell' onorevole Foa, perché la più elementare prudenza politica doveva avvertire i presentatori della mozione che la scelta di questo strumento procedurale, la sua strutturazione, il momento nel quale esso veniva proposto all' attenzione della Camera, tutto ciò concorreva a dare a quella mozione un netto significato di sfiducia. la forma innanzitutto va presa in considerazione: l' aver scelto cioè l' arma parlamentare della mozione per inchiodare in certo qual modo il Governo su determinate posizioni di ordine politico. se l' onorevole Foa e i colleghi presentatori intendevano fare in questa sede un onesto dibattito, per portare alla conoscenza del presidente del Consiglio e del Governo alcune tendenze, alcuni orientamenti della Camera e del paese in relazione a un problema che certamente è di notevole gravità, se essi desideravano evitare di fare di questo un bruciante problema politico, avrebbero potuto prescegliere, ad esempio, lo strumento della interpellanza, che ugualmente avrebbe permesso a quella parte politica di esprimere — come è giusto che siano espressi — preoccupazioni ed orientamenti, Cina senza richiedere alla Camera un voto su quei postulati politici che comunque, nelle presenti circostanze e alla vigilia del viaggio, avrebbe assunto un significato di sfiducia nei confronti del Governo. la forma regolamentare prescelta e il tempo che si è voluto per la discussione della mozione contengono in sé elementi tali che impongono al Governo di chiarire la propria posizione nei confronti del Parlamento ed alla maggioranza parlamentare di riconfermare la sua fiducia al Governo, mentre esso, attraverso due suoi eminenti rappresentanti, si appresta a svolgere un viaggio al quale sono legati profondamente gli interessi permanenti del paese. sembrava stupirsi l' onorevole Foa che da questa parte della Camera, oltre che da parte del presidente del Consiglio , si fosse attribuito alla mozione significato di sfiducia; sembrava egli dire: ma, in fondo, su questo problema v' è un accordo che va al di là, delle barriere che dividono i partiti, e pertanto possiamo di questo problema, di queste impostazioni discutere al di fuori della rigida divisione tra maggioranza e opposizione. è molto discutibile che vi siano dei reali punti di convergenza nelle nostre impostazioni politiche su questo problema; ma l' onorevole Foa, ad ogni modo, riconoscerà che, quando si fa appello a talune parti della Camera perché sia sfaldata una certa maggioranza e al posto di questa, su questo problema, se ne costituisca un' altra, si pone per ciò stesso un problema di fiducia, un fondamentale problema politico che ci impone di assumere la nostra responsabilità. l' onorevole Foa ha tratto dalle dichiarazioni del presidente del Consiglio un accenno al poter, all' autonomia di negoziazione che al Governo è data dalla Costituzione e che il Governo chiede alla Camera. di non limitare. vorrei subito precisare, anche in relazione agli accenni fatti dagli onorevoli colleghi dell' opposizione sui rapporti tra Governo e Parlamento, che è evidente che il Governo deriva la sua posizione costituzionale e ritrae i suoi poteri dal consenso e dalla fiducia del Parlamento e che, in linea di principio , a mio personale parere (come è avvenuto, del resto, in questa stessa Camera relativamente alla firma del patto atlantico ), ben può ammettersi che il Parlamento dia determinati indirizzi al Governo anche in rapporto a sue missioni all' estero, anche in relazione a. quelli che sono gli indubbi poteri di iniziativa del Governo. ma, attraverso la riaffermazione dell' autonomia negoziale del Governo fatta dal presidente del Consiglio , non è infirmata questa posizione. il presidente del Consiglio non ha rifiutato queste direttive, disconoscendo, in linea di principio , il potere del parlamentare di dare indirizzi al Governo, né ha rifiutato queste direttive, quasi che egli si proponga di fare esattamente il contrario di quello che in tali direttive è indicato. il presidente del Consiglio ha posto una questione di fiducia tra maggioranza e Governo e quindi una questione di fiducia nei confronti dell' intero Parlamento, che si esprime attraverso la volontà della maggioranza. egli ha inteso rifiutare una limitazione di carattere pregiudiziale che, a suo parere, sarebbe stata una manifestazione di sfiducia, e ha chiesto a noi, con il nostro voto, di dimostrare che noi desideriamo che il Governo abbia intero il suo prestigio e la sua libertà in linea di principio , senza che ciò debba significare che il Governo si proponga, nella sua azione politica, di usare in un modo o nell' altro di questa libertà che, per ragioni di principio e di fiducia, noi gli riconosciamo. del resto, l' onorevole Foa è stato imprudente quando ha estratto dal contesto delle dichiarazioni del presidente del Consiglio questa affermazione di principio ed ha taciuto delle altre importanti dichiarazioni che accompagnano quella prima: come quando il presidente del Consiglio ha fatto rilevare che, a suo parere, non vi è, in questa materia, una questione di trattati tra Stati da concludere (è una materia questa che, per sua natura, non si presta a diventare contenuto di un trattato internazionale); come quando il presidente del Consiglio ha ricordato che, per la legge italiana, non è competenza né del presidente del Consiglio né del ministro degli Esteri assumere determinate posizioni, fare certe concessioni, stabilire delle convenzioni che sono invece di competenza di singoli, o di enti, o espressione del potere di taluni organi amministrativi che non sono né il presidente del Consiglio né il ministro degli Esteri che si recano in viaggio negli USA. sono quindi integri — il presidente del Consiglio ha insistito su questo punto — i poteri del Parlamento, quei poteri del Parlamento che noi della maggioranza intendiamo rivendicare nel nostro senso di responsabilità con non minor vigore che non possano porre in questa rivendicazione i rappresentanti dell' opposizione. vi è di fronte al Parlamento un disegno di legge , presentato al Senato, relativo agli investimenti di capitali stranieri. vi è dinanzi a questa Camera un disegno di legge presentato dal precedente Governo e fatto proprio dal Governo attuale relativo alla materia degli idrocarburi: un disegno di legge per il quale l' attuale Governo non mi sembra che abbia manifestato alcun irrigidimento tale da togliere alla commissione parlamentare il potere di rivedere largamente, onorevole La Malfa , anche gli indirizzi di base di quel disegno di legge . già sappiamo che emendamenti sono stati apportati e che di fronte a questi emendamenti il Governo, accettando largamente la collaborazione parlamentare, non ha assunto in nessun modo una posizione rigida. tutto è ancora nelle mani del Parlamento e il Governo ha preannunciato di più che esso sarà investito del complesso della questione degli idrocarburi ed avrà la possibilità di fare un' ampia discussione; e il presidente del Consiglio ha appena ora accennato ad alcuni criteri generalissimi. come si può pensare, di fronte a questa riserva di discussione della complessa materia da parte del Parlamento, oltre che di fronte a quel senso di onore e di dignità che è stato da tante parti riconosciuto, che sia per derivare nientemeno che l' alienazione di queste risorse, di queste ricchezze che si vanno scoprendo nel nostro sottosuolo? con un Parlamento libero che ha dinanzi a sé la discussione di questo problema, con un Governo che è sollecito prima di ogni altro dell' onore e della dignità della nazione, non si può nutrire nessuna preoccupazione che dal viaggio politico che sta per iniziarsi derivi pregiudizio a quegli interessi nazionali , a quegli interessi economici, a quegli interessi delle classi lavoratrici di cui ha parlato, ad esempio, con tanto slancio l' onorevole Di Vittorio . non è questo, onorevoli colleghi , il momento di affrontare una discussione di fondo sull' argomento. forse, se ne avessimo avuto il tempo, se le circostanze avessero permesso di unire al giudizio politico relativo alla mozione anche un sereno dibattito di fondo sul problema, molte diffidenze, molti preconcetti sarebbero stati eliminati. si sarebbero chiarite convergenze e divergenze di opinioni. ritengo che nel dibattito dinanzi alla Commissione industria si siano in più punti, nell' esame dei problemi concreti, rivelate convergenze tra diverse parti politiche, così come si deve riconoscere che su determinati punti vi sono state delle divergenze di ordine politico; sicché allo stato delle cose non mi sentirei di dire che vi sia una insuperabile divergenza su ogni punto tra maggioranza e opposizione in ordine a questo problema, né mi sentirei di dire con l' onorevole Foa che noi, in sostanza, aderiamo integralmente al punto di vista espresso nella sua mozione e soltanto ce ne distacchiamo per una ragione politica. se potessimo discutere nel fondo la questione, questi punti di convergenza e di divergenza verrebbero onestamente alla luce. lo faremo, certo, ad un determinato momento. ma sin d' ora noi vogliamo dire che la nostra linea politica, che attende naturalmente di essere integrata, affinata, concretata in rapporto alle situazioni che si vanno svolgendo in questa materia, l' abbiamo, ed è una linea politica che considera la necessità e la responsabilità di sfruttare al massimo nell' interesse del paese, e delle regioni meridionali in specie, queste ricchezze che si stanno svelando nel nostro sottosuolo. la nostra direttiva è di fare allo Stato, alla collettività organizzata, una parte notevole nella ricerca e nell' utilizzazione di queste fonti di energia . la nostra direttiva è di non escludere la presenza, accanto a questa pubblica iniziativa, anche di iniziative private, ma sempre con la norma di evitare la concentrazione della ricchezza nelle mani dei pochi, di evitare la concentrazione del potere politico , che si accompagna alla concentrazione della ricchezza. su tutto noi vediamo emergere lo Stato nella sua responsabilità, lo Stato che assume una posizione di superiorità e di controllo anche nei confronti delle pubbliche iniziative di ricerca e di sfruttamento, e parimenti la sua posizione di superiorità e di controllo di fronte alle private iniziative proprio per garantire la libertà politica e l' autonomia del nostro paese. avremo modo di andare più a fondo nella elaborazione di questa linea politica. questo non è il momento di farlo. attraverso la questione dei petroli si è impostato in sostanza un problema politico, si è colta — o fatalità di cose ha voluto che fosse colta — questa occasione alla vigilia del viaggio per sminuire, limitare, infirmare il prestigio del nostro Governo. ed è per questo motivo fondamentale che, piena consapevolezza e guardando a questa linea politica nella quale ci sentiamo in coscienza sicuri, respingendo la mozione dell' onorevole Foa riconfermiamo la nostra fiducia al Governo. desideriamo che i nostri eminenti rappresentanti di Governo, nei contatti ormai imminenti con una grande nazione amica, sentano accanto a sé la solidarietà parlamentare, che esprime la sostanziale solidarietà del paese.