Palmiro TOGLIATTI - Deputato Opposizione
II Legislatura - Assemblea n. 245 - seduta del 23-12-1954
1954 - Governo VI Andreotti - Legislatura n. 10 - Seduta n. 328
  • Attività legislativa

ho scelto, signor presidente , alla fine di questo lungo dibattito, al quale il nostro gruppo, onorevoli colleghi , ha partecipato con pieno senso della propria responsabilità, della gravità delle decisioni da prendere e della situazione che sta davanti a noi, di dichiarare il voto mio e del gruppo nostro, a proposito di quest' ordine del giorno , per un motivo principale: perché qui si tratta di schierarsi apertamente contro una posizione che non voglio nemmeno dire sia la più equivoca, ma desidero dire apertamente che è la più menzognera, la più falsa, e quindi anche la più pericolosa. trattando di questa posizione e combattendola si mette in luce il punto centrale e decisivo della lotta in cui sono impegnati oggi nel mondo intero i più grandi Stati del mondo e le loro classi dirigenti , i più grandi movimenti di massa organizzati che mai siano esistiti nella storia; sono impegnati tutti i paesi, tutti gli uomini politici , tutti i partiti; sono impegnati la mente, il sentimento di milioni, decine e centinaia di milioni di uomini. la vera questione sulla quale bisogna prendere posizione è se si vuole o non si vuole che faccia ulteriori progressi quello allentamento della tensione internazionale che già era cominciato negli ultimi mesi e che aveva raggiunto fino a poche settimane or sono determinati risultati; se si vuole continuare, attraverso trattative, per questa strada oppure no. l' ordine del giorno che ci viene presentato a firma dell' onorevole Montini e di altri colleghi dice: ratifichiamo, diamo esecuzione agli accordi di Londra e di Parigi; poi, dopo aver fatto questo, facciamoci promotori d' una conferenza tra l' Europa occidentale e l' Europa occidentale a scopo di ottenere una distensione. vi è in seguito un' ultima parte, assai contorta, in cui si dice che la conferenza non dovrebbe avere altro scopo che di estendere il valore degli accordi di Parigi e di Londra. questa dichiarazione getta un' altra grave ombra di sospetto su tutta l' intenzione dei presentatori dell' ordine del giorno e su tutta l' azione che dovrebbe essere iniziata secondo le loro intenzioni. ma non mi soffermo su questo punto; mi limito al punto centrale cui già ho accennato. qui si dice: ratifichiamo; poi trattiamo. ma se si ratifica, la proposta di trattare non è più attuale, non è più reale, non è più possibile. vi è una strada aperta, anzi, ampiamente aperta, per lo meno da quando hanno avuto luogo la conferenza di Berlino e poi la successiva, più fortunata nel suo esito, conferenza di Ginevra: è la strada della distensione, della organizzazione di un patto di sicurezza internazionale in particolare tra i principali Stati europei , è la strada del tentativo di una soluzione concordata e pacifica del problema dell' unità e della restituzione d' una sovranità al popolo tedesco , è la strada del disarmo e soprattutto è la strada del divieto della produzione e dell' impiego delle armi atomiche a scopo distruttivo dell' umanità. questa strada è aperta e può essere seguita. questa è la strada delle trattative. voi dite: sbarriamola questa strada e in pari tempo proclamate di volerla tenera aperta. sbarriamola con questa ratifica, sbarriamola dando vita agli accordi di Londra e di Parigi, facendo risorgere il militarismo tedesco, riarmando mezzo milione di soldati tedeschi, e poi... andiamo avanti per il cammino che con queste decisioni è stato sbarrato! è evidente che il complesso che sta alla base di una proposta simile è un grottesco complesso gesuitico — permettetemi questa espressione — è il complesso dell' inganno, è il complesso della menzogna. non escludo che vi sia qualcuno il quale in buona fede voglia ingannarsi; non escludo che vi sia qualcuno che in buona fede voglia lasciarsi ingannare. per costoro in modo particolare noi parliamo. a costoro in modo particolare ci rivolgiamo. che vi siano, anche in quest' Aula, oltre che a migliaia e migliaia nel paese, risulta dai termini stessi che affiorano nelle vostre dichiarazioni, quando sembra vi rendiate conto di quello che state decidendo, quando parlate, come ieri l' onorevole Martino, dell' « incerto avvenire » , delle « responsabilità assai gravi » del presente, quando accennate a « pericoli » che incombono e che dovrebbero essere evitati, ma che non evitate in nessun modo, anzi, aggravate con il passo che state per imporre al Parlamento. questi termini vengono usati sinceramente, credo, per lo meno da alcuni di voi, ma da altri vengono usati con la precisa intenzione di non perdere del tutto il contatto con la schiera sterminata di donne e di uomini che oggi, di fronte a quanto sta avvenendo, sono perplessi, già incominciano a essere spaventati, saranno decisamente contro la politica che voi auspicate e state mettendo in atto, non appena ne vedranno le conseguenze. per questo una risoluzione come quella presentata dall' onorevole Montini, fondata su di una intima e gesuitica contradizione, non solo deve essere respinta, ma crediamo lo debba essere con sdegno e combattuta con decisione, perché tende ad aggiungere all' errore, anzi al crimine che si sta per compiere, come diceva ieri il nostro relatore di minoranza , anche l' inganno. l' inganno è stato del resto elemento dominante in tutto ciò che è stato detto dai sostenitori della politica che qui si propone. il primo inganno è quello della presunta volontà russa di aggressione da cui sarebbe necessario difendersi. si tratta di un inganno ormai crollato e di cui ciò che resta crolla ogni giorno più. ecco oggi le dichiarazioni non di un comunista né di un filocomunista, ma anzi di un anticomunista abbastanza spietato, l' ex ministro francese Jules Moch. non è vero, egli dice, non è mai stato vero che la Russia volesse aggredirci e oggi in particolar modo non vi è nessun elemento sul quale basare una affermazione siffatta. da che cosa volete difendervi, dunque? da chi vi propone un disarmo attuato attraverso trattative del resto già avviate? da chi vi propone il divieto di produzione e di impiego delle armi atomiche e termonucleari? da coloro che vi propongono un patto di sicurezza collettiva, da chi vi indica la sola strada che consenta di fare qualche passo per colmare i solchi che oggi dividono gli Stati e i popoli d' Europa? da costoro forse volete difendervi? no. ieri l' onorevole Gonella lo ha detto chiaramente: voi volete difendervi dal socialismo, dalla democrazia dai regimi che affidano il potere nelle mani del popolo, della classe operaia . volete difendervi dalla prospettiva che possa in qualche altro Stato avvenire che i grandi proprietari monopolisti dei mezzi di produzione siano cacciati dalla scena della direzione politica e il potere passi completamente nelle mani delle classi lavoratrici , degli uomini che vivono soltanto del loro lavoro. questo è ciò che voi volete impedire. il vostro ideale democratico è l' ideale di un Governo nel quale un qualsiasi figuro che stia alla testa delle istanze governative possa proibire agli operai e ai contadini perfino di avere delle cooperative e di liberamente amministrarsele. questa è la « democrazia » che voi volete difendere. onorevole Martino, quando ella ieri, in termini che ci sono piaciuti, ha esaltato le conquiste della libertà, ella forse dimenticava di aver partecipato poco tempo fa a una seduta del Governo in cui è stato ben precisato che le cosiddette basi di libertà su cui questo Governo intende porre i rapporti tra i cittadini e lo Stato sono in effetti quelle della discriminazione a danno dei lavoratori che nutrono ideali di democrazia e di emancipazione sociale. analogo inganno quello del famoso disarmo che non vi sarebbe stato, dalla parte sovietica, dopo la guerra. si tratta di uno pure falso e mi rincresce, onorevole Martino, che anche lei, che pure ha preteso fare una esposizione oggettiva, abbia fatto ricorso a un simile argomento. ella è in dovere di sapere che in questo argomento non vi è ombra di verità. la verità è stata messa alla luce del sole in questi giorni dal Primo Ministro inglese Churchill quando ha detto che mentre ancora durava la guerra venivano, per ordine suo, conservate le armi nelle mani dei tedeschi perché se ne potessero servire contro l' alleato sovietico. la verità è stata messa alla luce del sole dai capi dell' esercito sovietico nei documenti che hanno pubblicato sull' organo del partito comunista sovietico il 16 dicembre e in cui si documenta, attraverso gli atti del Consiglio di controllo alleato della Germania, che centinaia di migliaia di soldati tedeschi vennero mantenuti in unità organizzate, equipaggiate e armate, nella zona inglese, con il consenso dei comandi americani, sotto l' appellativo di Diensttruppen. questa è la verità che oggi è venuta fuori, e nessuno può più nascondere. per quanto riguarda il cosiddetto disarmo che non sarebbe avvenuto nell' Unione Sovietica , si ricordi anche che l' Unione Sovietica è il paese che ha perduto 17 milioni di uomini nell' ultima guerra. l' Unione Sovietica è il paese che ha subito più estese e tragiche devastazioni, fra i quattro alleati che vinsero la guerra. ha avuto una terza parte del suo territorio europeo percorso dai distruttori fascisti, metropoli grandiose, come Leningrado e Kiev, ridotte a cumuli di rovine, altre città, come Smolensco, Minsk, Karkov, rase al suolo dal passaggio delle armate hitleriane. ha avuto distrutte alcune delle sue più forti basi di produzione industriale , disorganizzata parte notevole dell' economia agricola. e questo paese che alla fine della guerra così era ridotto, è quello che più rapidamente di tutti gli altri è riuscito a condurre a termine la sua ricostruzione e quindi ha dato a tutta la sua economia un nuovo slancio non mai visto. e voi vorreste farci credere, vorreste far credere al paese, vorreste far credere alle persone che abbiano un briciolo di intelletto, che questo paese sperperò dopo la guerra i suoi mezzi per mantenere Dio sa quali sterminate forze armate a minaccia di quella che voi chiamate la « libertà » dei paesi occidentali? ingannevole è l' affermazione che oggi voi siate costretti ad attuare le misure previste negli strumenti diplomatici che sono presentati alla nostra approvazione perché il cosiddetto mondo occidentale avrebbe bisogno di unita e di armamenti. l' unità esiste già, esiste nel patto atlantico ; gli armamenti esistono a tal punto che i generali che comandano le schiere armate in dipendenza del patto atlantico , hanno ripetute volte dichiarato che si sentono sicuri di fronte a qualsiasi tentativo di aggressione. che gli armamenti vi siano, lo sa, del resto, il bilancio stesso del nostro Stato. ingannevoli tutti gli argomenti avanzati circa il fatto che il processo di unificazione della Europa sarebbe favorito da questi trattati. a dir vero, a questo proposito non posso non porre in rilievo che tre posizioni diverse sono state presentate: una dall' onorevole Gonella, una dal ministro Martino, la terza dell' onorevole La Malfa . l' onorevole Gonella ha negato completamente che esista un problema di unità dell' Europa. egli ha detto chiaro che ci sono due Europe e due Europe devono continuare ad esistere. questa fu la posizione dei fascisti, quale venne elaborata e presentata — se non erro — nel famoso convegno Volta tenutosi per iniziativa fascista nel 1932. diversa è la posizione che è stata ieri presentata — e per la seconda volta nei suoi discorsi alla Camera su problemi di politica estera — dall' onorevole Martino, il quale ha parlato di un processo unitario che deve andare con una certa lentezza. ma ella, onorevole Martino, dovrebbe spiegarci come potrà andare avanti un qualsiasi processo non dico di unificazione, ma anche solo di alleggerimento della situazione europea, quando la Germania sarà stata divisa da questi trattati, e divisa per sempre, in due parti opposte, armate l' una contro l' altra, e orientate e dirette in modo tale — da forze anche non tedesche — per cui una di esse, quella occidentale, non solo può, ma sarà forse inevitabilmente spinta a pensare di regolare la questione con le armi, con la guerra. la posizione europeistica tradizionale è stata invece qui presentata e difesa, con grande rimpianto per la CED, dall' onorevole La Malfa . credo però che, approvati questi trattati, l' onorevole La Malfa e gli altri colleghi che sono fautori di una politica europeistica (nella forma federale o altra) dovranno rassegnarsi a vedere messo nelle casse dei ferrivecchi il loro europeismo, dovranno rassegnarsi a vedere che i veri europeisti, d' ora in avanti, dinanzi a tutti i popoli dell' Europa, saranno soltanto, più coloro che , opponendosi a che vengano formati blocchi militari che spezzano in due l' unità dell' Europa, lottano per colmare e tendere a far scomparire i solchi che oggi dividono il continente. qui non si tratta di unità o di federazione, qui siamo di fronte a patti militari e niente altro. patto militare era la CED, patto militare è l' Unione Europea occidentale. diversa l' ispirazione, diversa la struttura, diversa l' egemonia. in un caso l' egemonia era di una grande potenza di oltre Atlantico, ora questa egemonia tende a essere contestata da altre grandi potenze. a questo proposito sono in corso contrasti che nel corso del dibattito sono stati illustrati da diversi oratori e sui quali non voglio insistere ora. il modo come si svilupperanno è questione del futuro. la sostanza è però una sola e il solo europeismo che continui ad avere diritto di esistere è il nostro, è quello che dice che occorre superare i solchi che dividono i popoli e gli Stati europei creando tra di loro uno stabile regime di convivenza e di collaborazione economica. questa è la sola possibilità veramente « unitaria » che si apre oggi per l' Europa. altrimenti, non vi sono che alleanze contrapposte, patti militari, oppure la instaurazione di cartelli economici i quali altro non sono che organizzazioni dove i più grandi gruppi monopolistici si mettono d' accordo per difendere gli uni contro gli altri i propri interessi, di solito ai danni degli interessi delle masse popolari e delle nazioni più deboli. la vera lotta per l' unità dell' Europa deve essere una lotta perché la politica di tutti gli Stati europei sia fondata sul principio della pacifica coesistenza, perché sia respinta qualsiasi politica che si fondi sulla creazione ed estensione di blocchi militari aggressivi contrapposti, perché sia presa, cioè, una strada completamente diversa, anzi opposta, a quella che viene indicata da questi trattati. ingannevole è tutto quello che è stato detto dai sostenitori di questi trattati a proposito della situazione della Germania e della sua unificazione. inutile che andiamo a cercare argomentucci nel passato e travisando il passato, onorevole Gonella! nel passato abbiamo assistito, dopo Yalta e Potsdam, a un processo ininterrotto di violazione — da parte dei paesi occidentali — degli accordi che erano stati presi per distruggere in Germania le basi oggettive di un regime fascista e, quindi, creare la possibilità concreta e reale per l' organizzazione di una Germania democratica, unita, non militarista, in cui non fosse possibile una rinascita del vecchio militarismo tedesco. voi sapete che oggi non esiste nessun ostacolo a fare in Germania delle elezioni democratiche. il solo ostacolo che può ancora esistere in questo campo è che da parte occidentale si pretenda che non partecipi al processo di unificazione tedesca quel governo che, in quella parte della Germania che sta ad Oriente, ha l' appoggio della grande maggioranza dei cittadini, ha diritto a uguale dignità internazionale del Governo che sta a Occidente e ha l' appoggio dei governi occidentali e delle loro forze armate . in realtà, quello che la parte occidentale oggi vuole — e qui è risultato dagli interventi che sono stati fatti in particolare dall' onorevole Gonella e in Aula e in Commissione — è una di queste cose: o che la Germania intera, riunificata in un modo qualunque, entri a far parte di un blocco militare aggressivo antisovietico, o che la Germania rimanga per sempre divisa, che la divisione attuale venga pietrificata, come dice il presidente del partito socialdemocratico tedesco , e non si parli più di un processo di unificazione. nell' un caso e nell' altro vi è un pericolo serio, grave, imminente, per la pace dell' Europa e del mondo intero. gravissimo il pericolo se tutta la Germania dovesse far parte di un blocco aggressivo antisovietico, antisocialista. questo sarebbe la guerra a breve scadenza, come nel 1939. altrettanto grave perché è il pericolo se risulterà perpetuata la divisione della Germania in due parti con tutte le conseguenze che ne potrebbero derivare. ingannevole l' argomento che questi patti non siano aggressivi. non aggressivi sono i patti internazionali quando sono fondati sulla necessità di respingere un pericolo reale, o su un principio di universalità. qui non esiste un pericolo reale, perché tutti lo negano e voi stessi lo negate. qui poi non esiste principio di universalità. qui è fatta all' inizio la discriminazione fra gli Stati, cioè dall' inizio è creato uno strumento il quale dà vita a una organizzazione internazionale , a un blocco di Stati, e a un blocco seriamente e minacciosamente armato, il quale non può essere che un blocco aggressivo per il modo stesso come viene costituito. voi volete oggi aggiungere, in sostanza, alla già complicata, grave, intrecciata in modo tortuoso, situazione dei rapporti internazionali in Europa, mezzo milione di soldati tedeschi a Occidente, a cui dovrà rispondere un altrettanto efficace riarmo della parte avversa. volete far rinascere, cioè, il militarismo tedesco come tale. credete dunque che questa sia opera di pace, di sicurezza, di distensione? volete prima di tutto fare queste cose e nello stesso tempo volete presentarvi come coloro che sono dispostissimi a svolgere trattative a scopo di distensione? questo è il vero punto centrale della situazione, onorevoli colleghi . voi sembrate voler ridurre tutta la questione a un prima e a un dopo, quando invece si tratta della sostanza stessa delle cose. io mi chiedo: si tratta dunque di santa ingenuità? non lo credo, piuttosto credo che in coloro che , fuori di qui, nel campo internazionale , e qui, propongono la menzognera soluzione di cui si parla in questo ordine del giorno , si tratta di perfida astuzia, non di santa ingenuità, io vi chiedo di rispondere a questa domanda precisa, se l' Unione Sovietica , attraverso i suoi rapporti con la Germania occidentale , avesse deciso di autorizzare l' armamento di 500 mila tedeschi in questa parte della Germania, includendola in una alleanza con gli Stati che stanno a Oriente, quale situazione si sarebbe creata nel mondo? la risposta è stata data da persone più autorevoli e più competenti di me nella politica internazionale . è stato detto senza esitazione che questo sarebbe un caso di guerra e tutti comprendono che giusta è la risposta. ci troviamo, quindi, di fronte a una provocazione precisa e aperta alla guerra. del resto tutta la politica degli USA verso i paesi socialisti, o per lo meno di quei circoli imperialisti aggressivi che oggi dirigono la politica americana, può e deve essere qualificata come provocazione aperta alla guerra. forse che non sarebbe considerato caso di guerra il fatto che, attraverso intese, accordi diretti o indiretti, pressioni e intimidazioni, l' Unione Sovietica facesse ciò che stanno facendo gli USA, cioè organizzasse una serie di basi aeree, di basi militari e perfino terrestri attorno al territorio degli USA stessi? forse che questo non sarebbe considerato da un governo degli USA caso di guerra, forse che non farebbero la guerra gli USA per rompere questa catena? forse che non sarebbe considerato caso di guerra da qualsiasi governo degli USA il fatto che l' Unione Sovietica , attraverso qualsiasi espediente, mettesse le mani, per esempio, sopra l' isola di Cuba, ivi organizzasse un piccolo governo di fantocci e da quell' isola mandasse squadre di sabotatori e banditi sul continente americano, mandasse aerei a bombardare le città americane, a disturbare e impedire il libero commercio della Repubblica americana? eppure questo è ciò che gli USA fanno oggi da Formosa, contro la grande Repubblica popolare cinese . questa è politica di provocazione, è politica di guerra! e voi, attraverso questi trattati, volete portare ed estendere la sfera di azione di questa politica nel cuore dell' Europa. dopo — voi dite — faremo una conferenza. ma quale conferenza farete, dopo? vi siete posta questa domanda? quale potrà essere il contenuto di una conferenza dopo che sarà stata data autorizzazione al governo della Germania occidentale di armare 500 mila o 600 mila uomini e altrettanti o in misura proporzionale saranno stati messi in campo dalla Germania orientale ? il primo capitolo di questa conferenza dovrebbe essere dedicato a togliere di mezzo questi armati e riesaminare tutta la questione dal punto di partenza . cioè bisognerebbe incominciare a distruggere quello che voi oggi proponete di fare, altrimenti nessuna trattativa, nessun passo in avanti sarebbe possibile. l' onorevole Martino, ieri, nel suo discorso che ho seguito con grande attenzione, ha avuto un accenno che mi ha fatto pensare che egli consideri, oppure tenda a considerare, le cose in questo modo. quando egli ha detto che la « ratifica non dà origine a nulla di irreparabile » , che cosa ha voluto significare precisamente il nostro ministro? ha voluto dire che se gli Stati occidentali decidono di riarmare la Germania occidentale dandole mezzo milione di uomini non scoppierà la guerra? voi potete dire questo unicamente perché sapete che dall' altra parte vi è un paese socialista e alla testa di questo paese vi sono uomini di Stato che non corrono avventure così come farebbero i dirigenti di un paese capitalista e imperialista. solo per questo voi potete dire che oggi un pericolo di guerra immediato non esista. l' espressione dell' onorevole Martino è dunque solo una frase fatta. non vi è mai niente di irreparabile nella vita: lo si dice, lo si ripete. se è una frase fatta, vale poco, a meno che egli non abbia voluto dire o accennare al fatto che egli o alcun altro possa pensare ai trattati dell' Ueo soltanto come moneta di scambio per giungere in seguito ad atti distensivi. si tratterebbe cioè di atti che oggi dovrebbero essere compiuti per poi, domani, servirsene come moneta di scambio, cioè annientarli per procedere sulla via di una effettiva distensione. questa è una prospettiva del tutto irreale, che non riesco a concepire ed è persino ridicola di un assurdo concreto, pratico concepire una diplomazia fondata su operazioni di questa natura, del tutto cervellotiche e impossibile. non è vero, d' altra parte, che la mancata ratifica possa iniziare un processo di disordine e disgregazione in Europa. la mancata ratifica, soprattutto da parte nostra, apre il periodo delle trattative sostanziali per una unificazione pacifica della Germania e per la creazione di un sistema europeo generale di sicurezza per tutti gli Stati e quindi anche per il nostro paese. ma qui siamo di fronte a un ultimo inganno, che viene teso all' opinione pubblica quando si dice che l' adesione a questi trattati sarebbe il solo modo di iniziare una politica nazionale. è vero precisamente il contrario. rifiutare l' adesione è la sola politica nazionale vera, perché è un rifiuto di continuare a seguire passivamente gli ordini degli stranieri, i quali fanno ciò che vogliono in nostra assenza, senza tenere nessun conto di noi e poi esigono la nostra disciplina. fare una politica nazionale consiste nel far comprendere che il popolo italiano è un grande popolo pacifico, il quale vuol fare e ha diritto di fare una sua politica di pace e ha diritto di chiedere che una politica di pace venga fatta da tutti gli altri Stati del mondo. ci si può obiettare che, se è vero quanto noi diciamo, non vi saranno più trattative, si rimarrà per sempre sopra una rottura e che questo non può essere vero, perché il mondo andrà avanti, ad ogni modo. ma in quale modo andrà avanti? per quale strada? verso dove? non è nostro mestiere fare i profeti. ciò che si può dire è però che una volta che questi trattati siano stati approvati, non è sulla base oggi possibile che potranno aver luogo delle trattative, ma su basi completamente diverse, che possono essere le più gravi, le più pericolose per la pace della Europa e del mondo intero. non siamo qui per fare profezie. siamo qui per giudicare quale è la situazione concreta che viene creata oggi dall' approvazione di questi trattati, e quindi quale è la vera questione che sorge dal dibattito che oggi ha luogo in tutti i paesi d' Europa. si tratta di dar vita a una frattura permanente della Germania, rendendo permanente la frattura che già oggi esiste. si tratta di stimolare e attuare la rinascita del militarismo aggressivo tedesco. si tratta di organizzare nel cuore dell' Europa un esercito atomico. si tratta di porre, facendo queste cose, una serie di ostacoli insormontabili alle trattative per una distensione internazionale. queste sono le vere questioni che stanno davanti a noi e sulle quali bisogna schierarsi. l' onorevole Martino, ieri, si è malamente scusato, cercando di difendersi dalla critica che gli abbiamo fatta di non aver tenuto conto di un voto del Parlamento relativo al divieto delle armi atomiche e termonucleari. ella, onorevole Martino, si è scusata ricorrendo ad argomenti di natura giuridico formale. di fronte alle armi atomiche e termonucleari, questi argomenti quale valore possono avere? la nostra Camera all' unanimità, o alla quasi unanimità (eccettuato il gruppo monarchico), votò una mozione la quale era ispirata dal proposito dell' Assemblea di ottenere che il Governo agisca perché non si addivenga mai all' impiego delle armi atomiche e termonucleari. questo è il contenuto della nostra decisione. invece, a Parigi voi avete trattato dell' impiego concreto delle armi atomiche e termonucleari e persino delle armi batteriologiche. non avete tenuto in nessun conto nemmeno il fatto che il nostro Stato ha firmato una convenzione per il divieto delle armi batteriologiche, persino, anzi, della loro produzione. anche su questo punto avete violato la legalità dello Stato italiano. ma noi sappiamo tutti che è falso parlare dell' arma atomica come mezzo di guerra. questo non è un mezzo di guerra: è un mezzo di distruzione dell' umanità, di sterminio di grandi masse di donne, di uomini, di bambini, di non combattenti; è un mezzo per incenerire città, campagne, per rendere inabitabili intere regioni del mondo. il dovere che ella aveva, onorevole Martino, prima di partecipare a qualsiasi discussione circa l' impiego delle armi atomiche e termonucleari, era di chiedere che venisse iniziata subito una conversazione per giungere a un divieto concordato, a una concordata distruzione di tutte le armi atomiche , a un comune impegno solenne di mai usare le armi atomiche in nessuna contingenza che si possa presentare nel conflitto tra popoli e Stati. il suo dovere era di rifiutare persino la partecipazione a un dibattito circa il modo e il tempo di condurre una guerra atomica nel cuore dell' Europa. si ricordi, onorevole Martino, che il giorno in cui le armi atomiche e termonucleari fossero impiegate, vi sarà molta gente a cui verrà chiesto conto di questo crimine; e non si salveranno coloro che si sono assunti il compito di coprire con frasi melliflue i criminali che si accingono a scatenare la guerra atomica . la questione di mondo, vera, sostanziale, che sorge da tutto il quadro che ho tracciato, è una sola, è la questione della pace e della guerra, di marciare o non marciare verso una terza guerra mondiale , la quale può avere il proprio focolare primo tanto nell' Estremo Oriente quanto nell' Europa, dopo l' approvazione, in particolare, di questi trattati. questo è il vero problema su cui ci si deve pronunciare e questo problema è venuto fuori chiaramente dal discorso dell' onorevole Gonella. mi permetta di dirle, onorevole Gonella, che del suo discorso credo tutti siano d' accordo nel ritenere non valga la pena di prendere in considerazione i prevalenti argomenti da comizio anticomunista, non degni di un serio dibattito politico, con i quali ella ha reso contenta la maggioranza. estraggo invece dal suo discorso due affermazioni particolarmente gravi, che dobbiamo sottolineare e mettere davanti al paese, una generale, l' altra di ordine particolare, concreto. ella ha dichiarato di essere, sì, per la pace e contro la guerra, però — ha aggiunto — vi sono certi « valori supremi che stanno al di sopra anche del tema della pace e della guerra. ammette dunque che della guerra hanno bisogno, questi suoi valori, per affermarsi. onorevole Gonella, anche noi crediamo a certi « valori supremi » per quei valori supremi lavoriamo, combattiamo, abbiamo lavorato e lottato tutta la nostra vita. per questi valori combattono le masse lavoratrici che ci seguono. ma noi non poniamo questi valori al di sopra del problema della pace e della guerra. non pensiamo in nessun modo che alla guerra si debba fare ricorso per farli valere. vogliamo che la lotta per la realizzazione di quei valori nei quali abbiamo fede e per i quali lavoriamo, abbia luogo, nel seno di qualsiasi popolo, in piena libertà, senza interventi stranieri, senza la minaccia delle divisioni americane, o delle divisioni dell' Ueo, o delle divisioni tedesche. voi invece pensate, e lo dite apertamente, che potrà venire il momento in cui con queste armi cercherete di far trionfare i vostri « valori supremi » . questa è l' affermazione più grave, che ella, onorevole Gonella, ha fatto nel suo discorso. l' altra affermazione grave di ordine particolare, è quella che i confini orientali oggi è tutto il mondo occidentale che non li accetta. non accettare certi confini vuol dire proporsi di cambiarli, e i confini, quando si tratta di Stati di quella serietà e di quella forza e dignità che noi sappiamo, soltanto con una guerra si può pensare di poterli cambiare. è vero. i tedeschi oggi non abitano più territori al di là dell' Oder. i terreni al di là dell' Oder li avevano ottenuti con una secolare lotta sanguinosa, condotta contro i popoli slavi, servendosi di organizzazioni e atti aggressivi e spesso briganteschi. oggi i tedeschi sono stati respinti da quei territori, dopo una guerra in cui hanno messo a morte 17 milioni di russi, 10 milioni di polacchi, hanno portato allo sterminio intere popolazioni, sono passati su queste terre col ferro e col fuoco. pertanto, ciò che oggi è avvenuto è giusto, e guai a chi pensi che possa essere cambiato scatenando un' altra guerra, che inevitabilmente diventerebbe una guerra di tutta l' Europa e di tutto il mondo. l' impostazione che ella, onorevole Gonella, ha dato alle due questioni fondamentali da me indicate è tale che in essa è contenuta non solo la giustificazione di qualsiasi politica aggressiva, ma persino il motivo concreto di un' aggressione contro i paesi che stanno ad Oriente. ancora una volta risulta chiaro che la vera questione che sta davanti a noi e ai popoli è una sola della pace o della guerra. si arresterà il corso che ci può portare a una terza guerra mondiale , oppure non si arresterà? è inevitabile oppure è evitabile la guerra? noi abbiamo sempre detto che una terza guerra mondiale è oggi evitabile, ma abbiamo sempre aggiunto che per evitarla bisogna che gli uomini, le donne, i popoli, i governi, gli Stati, lavorino e lottino per evitarla altrimenti sono in giuoco tali forze, non dominabili perché insite nella stessa natura dell' imperialismo, che ormai si vede come ci spingano nella precisa direzione della guerra. l' ho già detto una volta e lo ripeto. dopo il crollo della CED davanti al parlamento francese, vi è stata un' ondata di eccessivo ottimismo fra i popoli d' Europa. si è creduto che stabilmente si fosse raggiunta una distensione e non vi fosse più che da discuterne le forme di realizzazione concreta. era uno sbaglio. la realtà è che dobbiamo combattere ancora. bisogna muovere ancora i popoli, bisogna mettere in azione ancora una volta tutte quelle forze che già una volta, con il loro movimento, sono riuscite a fermare la marcia di coloro che vogliono spingerci a un nuovo conflitto mondiale. noi respingiamo quindi il vostro ordine del giorno , non solo per l' ipocrisia che lo anima, cioè perché, mentre compite e volete compiere atti concreti di preparazione alla guerra, cercate nello stesso tempo di mettervi una maschera di falso pacifismo. stracciamo questa maschera! facciamo vedere gli che atti che voi compite sono effettivamente atti che mettono il nostro paese sopra una strada dalla quale non si potrà tornare indietro se non si determinerà nella maggioranza dei cittadini una nuova ondata di volontà e di azione che fermi, nell' interesse della pace l' attività criminosa dei governanti. riprendiamo e sviluppiamo con nuova lena questo lavoro fra il popolo: ecco il compito che sta ora davanti a noi. io non faccio appello al vostro voto, colleghi della maggioranza. molti appelli già avete ascoltato e ad essi mi associo. sappiamo però già come voterete! faccio appello, se mai, alla vostra coscienza, la quale forse conserva e conserverà anche dopo il voto qualche riserva, qualche dubbio, molte perplessità e forse già un po' di paura l' appello che rivolgo è al popolo. prendano le masse popolari nelle loro mani la causa della pace, esse riusciranno a farla trionfare!