Aldo MORO - Deputato Opposizione
II Legislatura - Assemblea n. 209 - seduta del 19-10-1954
Misure di razzionalizzazione della finanza pubblica
1954 - Governo I Prodi - Legislatura n. 13 - Seduta n. 91
  • Attività legislativa

signor presidente , onorevoli colleghi , non avrei osato intrattenervi a quest' ora se le parole, pronunciate dall' onorevole Laconi, relative all' atteggiamento che io avrei assunto nel corso della riunione dei capigruppo, non mi costringessero ad alcune precisazioni, che farò nel termine più breve. nella riunione dei capigruppo si è partiti da un' impostazione: quella del presidente della Camera il quale, con il peso della sua autorità e della sua imparzialità, ha affermato che gli episodi di violenza verificatisi nella seduta di oggi andavano considerati e sanzionati per se stessi , per il loro significato negativo, per il loro senso profondamente offensivo della dignità del Parlamento. quali che potessero essere state le ragioni che avevano dato in qualche modo occasione al verificarsi di quegli atti di violenza, secondo l' opinione del presidente della Camera , quegli atti rimanevano egualmente estremamente deplorevoli e degni di sanzione. a questa impostazione del presidente della Camera mi sono pienamente associato, e, per parte mia, ho detto che, con spirito di comprensione, in una più serena valutazione della situazione, dopo i fatti avvenuti, tutti i capigruppo avrebbero potuto rimettersi al giudizio imparziale del presidente per quelle sanzioni che egli avesse ritenuto di dover irrogare a tutela della dignità dell' istituto parlamentare. e ho parlato esplicitamente di vere sanzioni, e non di sanzioni morali, come quelle cui ha fatto cenno ad un certo momento nel corso di quella riunione l' onorevole Covelli. è vero che io ho affermato che le dichiarazioni fatte dall' onorevole Togni, i suoi apprezzamenti e le sue accuse non coinvolgevano la responsabilità del gruppo democratico cristiano considerato nel suo complesso e non ho motivo di modificare quel mio punto di vista , poiché l' onorevole Togni parlava a titolo personale. in questo senso e soltanto in questo senso ho detto che non potevo solidarizzare nel merito delle sue considerazioni e delle sue accuse con l' onorevole Togni; ma con ciò non volevo intendere affatto — e non ho lasciato alcun dubbio su questo mio pensiero — che il gruppo della Democrazia Cristiana non avrebbe solidarizzato con l' onorevole Togni, come del resto con qualsiasi altro collega che dalla violenza fosse stato indebitamente impedito nel libero esercizio del suo mandato parlamentare. io deploro le ingiurie ed i fatti personali , cui non sono mai ricorso, deploro queste ingiurie e questi fatti personali , da qualsiasi parte provengano; ma devo rilevare che ingiurie e fatti personali sono venuti impunemente e ripetutamente ai nostri danni e hanno attaccato l' onorabilità personale non solo degli appartenenti al gruppo di maggioranza, ma degli stessi membri del Governo. deploro ingiurie e fatti personali , ma naturalmente più deploro, per la dignità stessa dell' istituto parlamentare, ogni atto di violenza, comunque lo si voglia giustificare. in questa sede — che è la sede del discorso, del convincimento e della libera parola — la violenza non ha nessun diritto di esercitarsi e chi la esercita fa cadere fango sul Parlamento. non possiamo associarci in nessun modo a questa azione, neppure nella forma della più tenue tolleranza.