Ugo LA MALFA - Deputato Opposizione
II Legislatura - Assemblea n. 209 - seduta del 19-10-1954
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello stato (legge finanziaria 2010)
1954 - Governo IV Berlusconi - Legislatura n. 16 - Seduta n. 260
  • Attività legislativa

onorevoli colleghi , avrei dovuto parlare a nome del gruppo federalista europeo e avrei dovuto parlare non di miti ma di problemi concreti e ben precisi che interessano la politica del nostro paese. e mi sentivo tanto più autorizzato a parlare in nome di questi colleghi, in quanto è questo il momento in cui il fatto militare per quanto riguarda i federalisti si è nettamente staccato dai fatti economici, sociali, politici e culturali che alimentavano e alimentano la nostra campagna. ed era questo il tema che meritava una più attenta considerazione da parte di questa Assemblea. tuttavia, dopo i gravi incidenti che sono avvenuti, io non voglio affliggere la Camera con una lunga dichiarazione. l' onorevole Martino ha accettato a nome del Governo l' ordine del giorno che io e numerosi colleghi abbiamo presentato e in cui sono indicate le direzioni in cui noi vorremmo si muovesse la politica del Governo. l' onorevole Martino ha dichiarato che nel patto di Bruxelles già sono contenuti elementi che vanno al di là del fatto puramente militare; e come dichiarazione di principio effettivamente il patto di Bruxelles accenna ad una collaborazione che non sia solo di ordine puramente militare, ma anche d' ordine politico, economico e sociale . devo dire, onorevole Martino, che qui siamo di fronte a dichiarazioni di principio. le due vie per cui si è sviluppata finora la collaborazione europea o eccedono il patto di Bruxelles , cioè prendono un' area europea più vasta, o sono più limitate rispetto ai paesi che aderivano al patto di Bruxelles . da una parte abbiamo uno sviluppo sul terreno economico: l' OECE come grande organizzazione di molti paesi europei , e dall' altra lo sviluppo della CECA con poteri sovranazionali. quindi il patto di Bruxelles non offre ancora nessun elemento di una più stretta collaborazione che vada al di là del fatto puramente militare. da questo punto di vista , mi consenta il ministro degli Esteri di ricordare che mentre in un primo tempo, attraverso il voto contro la CED, il parlamento francese si è dichiarato contro ogni struttura sovranazionale in quanto incorporata nella CED, successivamente discutendo l' accordo di Londra si è dichiarato per le strutture sovranazionali rispetto all' accordo di Londra. cioè — e mi riferisco a due ordini del giorno che sono molto vicini nella loro manifestazione — l' ordine del giorno del partito cattolico francese e l' ordine del giorno del partito socialista francese, che impegnano due grandi partiti in Francia, ambedue questi ordini del giorno spingono il Governo ad un' azione di politica sovranazionale, cioè ad una iniziativa francese di carattere sovranazionale. è stato così possibile all' onorevole Nenni (che per altro ha pronunciato qui un discorso estremamente moderato e direi comprensivo), che ha usato qualche mese fa Mendès-France contro gli europeisti, di usare gli europeisti contro Mendès-France, perché egli stesso ha citato alcuni ordini del giorno della Camera francese come riserva rispetto agli accordi di Londra. il che è vero, ma è vero nel senso che nella Camera francese — ripeto — gli elementi sovranazionali scacciati dalla CED sono rientrati o vogliono rientrare attraverso il congegno degli accordi di Londra. ecco perché, onorevole Martino, questo problema merita o meritava la nostra maggiore attenzione. era possibile, dato che l' Italia ha fatto una battaglia europeistica, dato che ha impostato la sua politica estera — e anche di questo il partito socialista italiano, attraverso il suo maggiore esponente doveva tener conto — non su ragioni prettamente militari, ma su ragioni più estese che riguardano l' avvenire economico, politico, sociale dell' Europa, era possibile per questo che si dovesse essere sensibili a questi aspetti del problema. evidentemente rinasce una iniziativa sovranazionale francese nei limiti degli interessi della Francia, come può rinascere una iniziativa sovranazionale nei limiti dell' interesse della Germania; come si è parlato testé, in questi giorni, di una messa in comune di fonti produttive franco-tedesche, il che evidentemente non entra nel quadro più largo di una collaborazione europea. quindi c' è la possibilità del rinascere di una iniziativa sovranazionale, ma non possiamo limitare la nostra azione, nel campo della sovranazionalità, alla costituzione di un' Europa che difende alcuni problemi anche d' interesse nazionale , non possiamo limitarla al solo ed esclusivo vantaggio di alcuni paesi. l' onorevole Martino è troppo buon europeista per non comprendere il senso delle preoccupazioni che in questo momento i federalisti, gli europeisti di questa Camera hanno. quindi noi dobbiamo far conto della sua intelligenza, della sua capacità diplomatica perché questa battaglia nella quale l' Italia ha avuto sempre, sinora, una posizione di avanguardia, sia continuata con una posizione che difendendo un interesse (e in questo momento, onorevole Nenni, ci potete dare atto che non è più di carattere prettamente militare come affermavate a proposito della CED) direi di civiltà, che non è l' interesse di una pura alleanza militare, faccia conciliare questo interesse generale dell' Italia con l' interesse che io considero concreto da parte del nostro paese, cioè con un interesse nazionale italiano.