Aldo MORO - Deputato Opposizione
II Legislatura - Assemblea n. 200 - seduta del 29-09-1954
Sui temi contenuti nel messaggio del Presidente della Repubblica
1954 - Governo I Prodi - Legislatura n. 13 - Seduta n. 55
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , onorevoli colleghi , questo dibattito che l' opposizione ha richiesto e al quale, del resto, il Governo non aveva motivo di opporsi, si svolge in un modo artificioso e confuso e sembra dominato da scarsa convinzione circa la sua efficacia da parte degli stessi rappresentanti dell' opposizione. e la ragione di questa scarsa convinzione mi pare chiara soprattutto dopo quello che è avvenuto nell' altro ramo del Parlamento ed il voto di fiducia ivi conseguito dal Governo. evidentemente l' opposizione non ha fatto un calcolo abbastanza accorto circa la presente situazione politica. quando essa, si è trovata dinanzi ad alcuni fatti clamorosi, i quali sembravano offrire occasione per una battaglia a fondo contro il Governo, si è lanciata in questa battaglia avendo dinanzi una meta molto ambiziosa: giungere cioè allo sgretolamento della maggioranza che sostiene il Governo e finanche (ciò che l' opposizione ha sempre auspicato e frettolosamente preannunziato) ad una divisione nella Democrazia Cristiana . questi obiettivi, dopo l' andamento del dibattito al Senato, appaiono ormai chiaramente irraggiungibili, ché anzi il Governo in questa circostanza ha visto riconfermata, in una situazione pure psicologicamente difficile, quella solidarietà di partiti dai quali è sostenuto ed è riuscito a conseguire nella votazione finale un margine di maggioranza superiore a quello che ottenne all' atto della sua costituzione. probabilmente, se tale svolgimento fosse stato previsto dalla opposizione, essa avrebbe cercato di evitare questo dibattito per lo meno imprudente. infatti, essa si trova oggi di fronte ad un Governo che è stato consolidato dal voto di fiducia del Senato, così come apparirà consolidato dal voto di fiducia che, non ne dubito, anche la Camera vorrà accordargli. il dibattito, onorevoli colleghi , pur potendo spaziare su temi molto larghi, poiché si offriva l' occasione per discutere, per esempio, della politica estera del Governo, è stato incentrato nella vicenda la quale ha dato occasione ai mutamenti nella compagine governativa. concentrando l' opposizione il suo attacco proprio su questi punti, essa ha dimostrato ancora una volta quale è in questa situazione il suo obiettivo polemico, qual è la finalità di scardinamento delle istituzioni che in realtà la sospinge. a questo proposito rileverò con la maggiore brevità alcuni elementi che, del resto, mi paiono largamente acquisiti nel corso di questi dibattiti e della larga polemica che su questa materia si è svolta nella stampa da qualche mese a questa parte. la prima constatazione è, per quanto riguarda il Governo, che esso, doverosamente, ha dato concreto riconoscimento al principio della assoluta indipendenza della magistratura nella ricerca della verità. questa è la fondamentale constatazione da fare. siamo nell' ambito di uno Stato libero; siamo nell' ambito di uno Stato democratico , nel quale sussiste, come garanzia della libertà, la divisione dei poteri e il reciproco controllo, la reciproca limitazione dei poteri dello Stato. ebbene, non vi sono state carenze, per quanto riguarda il Governo, nell' attuazione del supremo principio democratico della libera azione della magistratura nella ricerca della verità. abbiamo visto così — e cosa innegabile — come l' azione giudiziaria sia svolta in modo meticoloso, pienamente libera, e anche, come e stato ieri notato dall' onorevole Paolo Rossi , con una severità non consueta. a questa severità, a questo rigore che la magistratura, nel suo apprezzamento, ha creduto di dover usare in questa circostanza in confronto di determinate imputazioni, noi ci inchiniamo. non è una critica, onorevole Ingrao; è una constatazione. la forma è inconsueta; comunque, essa ha il suo fondamento nella legge. e noi riteniamo che, se la magistratura ha pensato di dover adoperare un metro rigoroso, abbia fatto bene, perché quello è il suo sovrano giudizio. siamo sicuri — è per questo che noi ci inchiniamo alla magistratura, alla sua libera ricerca, al suo libero giudizio — che il trionfo della verità è la più grande vittoria che si possa conseguire. e tutti gli italiani, tutti i sinceri democratici non possono che desiderare questo: che sia fatta la verità, che sia chiarita la situazione, e che sia chiarita al più presto. vi è da domandarsi, piuttosto, onorevoli colleghi , se questa indipendenza della magistratura, che significa la libera, sovrana formazione del giudizio del magistrato, sia stata ugualmente rispettata da tutte le parti che in qualche modo potevano essere considerate in causa in questa circostanza. voi avete chiamato in causa il Governo. credo di aver fatto una constatazione che non teme smentite dicendo che il Governo non ha operato, come non poteva, come non doveva operare, alcuna interferenza nell' operato della magistratura. non so se si possa dire altrettanto per tutte le parti, per tutti coloro che hanno preso una posizione, per tutti coloro che possono avere determinati interessi politici intorno a questa vertenza. l' indipendenza della magistratura, evidentemente, non significa solo libertà dalla pressione del potere esecutivo ; significa molte cose: significa per il magistrato libertà dal bisogno, libertà dalla paura, libertà dalla pressione, qualche volta eccessiva e faziosa, della stampa, libertà da una certa malsana frettolosa curiosità, libertà da certe maliziose indiscrezioni, libertà dalla suggestione operata dalle folle eccitate o, per i propri fini, dai partiti politici ; e questa libertà, in qualche circostanza, noi crediamo che in questa vicenda possa essere mancata. non penso, naturalmente, che quanto è stato fatto in tal modo in questa circostanza abbia potuto incriminare sostanzialmente il libero, responsabile giudizio della magistratura. ma credo che questo tentativo di deviare, di fuorviare, di influire, di premere, qualche volta fissando finanche le date entro le quali determinati atti giudiziari si sarebbero dovuti compiere, vi sia stato e ripetutamente. e non tocchiamo, sotto questo profilo, soltanto l' azione di determinate parti politiche e di certa stampa che a queste parti politiche fa capo: poiché siamo a trattare di un tema che è stato chiamato, in linea generale, di moralizzazione e di costume, credo che dalla libera tribuna parlamentare si possa deplorare anche una certa malsana curiosità della stampa in generale,....... anche della stampa non ispirata dai partiti di opposizione; si deve deplorare, l' indelicatezza, petulante e insistente, di certa stampa meno responsabile la quale ha creato notorietà improvvisate,........ la quale ha quotidianamente alimentato la meno bella, la meno umana curiosità della gente; di certa stampa la quale si è lanciata su questo caso non con un intento sincero di verità, ma solleticando i lati deteriori del temperamento del nostro popolo. l' onorevole Togliatti ha parlato dell' indipendenza della magistratura, ha ricordato passate benemerenze per quanto riguarda l' assicurazione di uno stato di libertà al magistrato, ma poi ha fatto una riserva di non poco rilievo, quando ha messo bene in chiaro che la magistratura è, sì, libera e indipendente, ma non insindacabile, perché, come tutti i poteri dello Stato, anch' essa soggiace al controllo popolare, al controllo del popolo detentore della sovranità. e non ha egli indicato con precisione le forme composte e istituzionali attraverso le quali si esprima questo sindacato sulla magistratura, ma ha fatto un accenno generico alla libertà di opinione, quella libertà di opinione che si potrebbe anche esprimere inserendosi scompostamente nelle fasi più delicate dell' azione giudiziaria; senza attendere che un determinato procedimento sia compiuto, perché possa esprimersi eventualmente senza pericolo un dissenso tecnico o politico. principio, questo del perenne sindacato della magistratura da parte della pubblica opinione , che, enunciato così, senza limitazione di modi né di tempi, appare estremamente pericoloso e tale che può infirmare in modo sostanziale e profondo l' indipendenza del potere giudiziario . quali sono i capi d' accusa sui quali è stato imbastito questo processo che si è svolto nelle Aule parlamentari? presunta responsabilità del Governo in rapporto all' operato — non sappiamo quale: sarà accertato dalla magistratura — del figlio di un ministro; presunto fuorviamento o impedimento, in sede politica o in sede amministrativa, delle indagini relative all' accertamento di un reato. onorevoli colleghi , non sarà inutile ricordare — poiché l' attacco al quale questa risposta si indirizza è estremamente insistente — che, relativamente a queste accuse, si tratta soltanto, fino a questo momento, di presunzioni e di supposizioni basate su dati indiziari... è vero che questi indizi attraverso un atto di accusa in sede di istruttoria possono dirsi accreditati dall' autorità di un alto magistrato, ma non dimentichiamo che noi siamo ancora soltanto nella fase istruttoria, nella fase di una contestazione, non siamo giunti cioè neppure dinanzi ad un' accusa fondata, ad un rinvio a giudizio ; siamo soltanto ad una fase iniziale di una complessa procedura. in queste condizioni, se vi fosse davvero rispetto per la verità, se vi fosse davvero questo stato d'animo di ansiosa, trepida, rispettosa attesa che la verità sia chiarita, l' atteggiamento naturale dovrebbe essere la sospensione del giudizio e l' aspettativa di quel chiarimento autorevole, il quale soltanto permette di stabilire se è il caso di trarre delle conclusioni di carattere politico. voi, onorevoli rappresentanti dell' opposizione, avete pieno diritto di ricavare delle conseguenze, di fare delle interpretazioni, di rivolgere delle accuse in sede politica, ma non potete anticipare, se volete essere onesti e sereni, questo giudizio. ma voi, onorevoli colleghi dell' opposizione, in realtà avete fretta, perché non siete sicuri di poter domani, di fronte alle conclusioni di questa serena ed obiettiva attività di accertamento, disporre di quella base di attacco di cui oggi disponete utilizzando soltanto degli indizi, trasformando un' accusa in una sentenza. questo è il vostro atteggiamento di oggi: fare in fretta e servirsi di un atto di accusa come se questo atto di accusa potesse essere parificato ad una sentenza, ad un chiarimento definitivo e certo della verità. onorevoli colleghi , su questo punto noi non possiamo seguirvi; noi siamo davvero in attesa serena che l' organo a cui la Costituzione demanda il potere di accertamento della verità compia il suo lavoro. voi, che avete tanta fretta di utilizzare questa che credete una buona occasione che vi è stata offerta, siete pronti ad accusarci di essere noi a non volere il chiarimento della verità; ed invece noi vi diciamo che siamo qui in attesa che la verità sia chiarita. poiché voi ci accusate di fuorviare, di ritardare e di impedire l' accertamento della verità, noi vi ricordiamo che proprio un ministro della Democrazia Cristiana ha contribuito, di fronte ad alcune accuse ed indicazioni ancora di carattere generico, all' accertamento di quegli elementi ed al passaggio di quei dati nelle mani della magistratura. né ho dubbio che quanto quel ministro democratico cristiano ha fatto, adempiendo il suo dovere, sarebbe stato fatto da qualsiasi altro uomo della Democrazia Cristiana . questo è il solo dato certo; per il resto voi presumete. questa è la realtà, e noi abbiamo il diritto di chiedere che su questa realtà. anzitutto si misuri la lealtà e l' amore di verità della Democrazia Cristiana . quando dunque la verità sarà chiarita, noi trarremo serenamente le nostre conclusioni e risponderemo con coscienza e con spirito di verità alle interpretazioni che altri vorranno fare ed avranno il diritto di fare sulla base di quegli accertamenti. vi sono state a questo proposito, nel corso di questo dibattito, alcune preziose ammissioni. ieri l' onorevole Pietro Nenni ha messo le mani avanti ed ha detto: potrebbe anche darsi che, il giovane Piccioni risultasse innocente in relazione alle accuse che gli sono state fatte. anche l' onorevole Togliatti oggi ha prudentemente ammesso questa possibilità: ammissione preziosa da parte di chi su questa accusa, ritenendola definitivamente acquisita, ha costruito il suo attacco ad una politica e ad una formula di Governo. per un altro verso, gli onorevoli Nenni e Togliatti, con evidente esagerazione, dicono: quale che sia l' esito di questo procedimento, la situazione, creatasi per il Governo, di bassezza morale e di insufficienza politica resta. è questo che noi dobbiamo contestare. la situazione che scaturirebbe in tal caso sarebbe profondamente diversa. del resto non occorre anticipare i tempi; perché certo su questa vicenda noi ci intratterremo ancora, quando la verità sarà stata accertata, e ricaveremo dalla verità le naturali conclusioni. se per altro, onorevoli colleghi , si vuole alludere con questa affermazione che vi è sempre qualche cosa da fare in quello che si è ormai usi a chiamare il processo in atto di normalizzazione e di moralizzazione della vita pubblica , noi dobbiamo dire a questo proposito che non siamo secondi a nessuno nell' impegno, nello sforzo e nel proposito di realizzare questa piena moralizzazione e normalizzazione della vita pubblica . a questa esigenza aveva già fatto cenno l' onorevole De Caro al termine della sua inchiesta amministrativa ; ma lo stesso Governo dell' onorevole Scelba ha posto mano, fin dal principio della sua vita, ad alcune attività dirette appunto a normalizzare e moralizzare la vita pubblica . e, come è noto, persone insospettabili e di alta competenza sono state incaricate di effettuare degli studi, in base ai quali il Parlamento sarà chiamato, appena possibile, a prendere le sue deliberazioni. certo, da questa vicenda, per alcuni aspetti, se si vuole, soltanto marginale, deriva un incitamento e un insegnamento: occorre normalizzare e moralizzare pienamente la vita pubblica del nostro paese, l' apparato politico e amministrativo dello Stato, che noi abbiamo ereditato dal duro tempo della guerra e dall' oscuro periodo della dittatura. senza volere con ciò attribuire a nessuno particolari responsabilità, io dico che l' apparato politico e amministrativo dello Stato è quello che la democrazia italiana ha ricevuto ed è quello che ha faticosamente cercato di ricostituire e di adeguare in questi anni difficili. noi non siamo come voi, per cui nel settore di propria competenza tutto va sempre bene, in un modo mirabile. noi crediamo alla perfettibilità, alla possibilità di migliorare in noi e intorno a noi; noi non siamo cosi ingenui, così antistorici o cosi maliziosi da credere, come voi credete per le vostre cose, che tutto sia assolutamente perfetto. crediamo che vi sia un processo di elevazione e di miglioramento al quale noi siamo impegnati, come siamo stati impegnati ieri e come lo saremo ancora domani, con perfetta fedeltà ai nostri principi programmatici e utilizzando le grandi riserve di equilibrio, di saggezza e di sanità morale della Democrazia Cristiana . in fondo, l' opinione pubblica che si indirizza a noi e che qualche volta, anche attraverso la stampa, ci invita a questo lavoro di chiarimento e di elevazione, si rivolge a noi perché crede che noi, in quanto abbiamo taluni orientamenti, siamo capaci davvero di compiere questo lavoro di raffinamento, di elevazione e di miglioramento sul piano morale. noi possiamo forse qualche volta mancare — abbiamo l' onestà di riconoscerlo; tuttavia crediamo veramente, per esempio, alla divisione dei poteri. per noi il processo non è una funzione, per noi il condannato non è la vittima predestinata, anche se innocente, di una dittatura. per noi la verità non è distorta dalle esigenze di regime. noi abbiamo un codice politico e un codice morale nel quale crediamo, e proprio perché abbiamo questo codice e proprio perché abbiamo questi principi, se qualche lacuna, vi è, possiamo riconoscerla e colmarla. ma voi che non avete questi principi, voi che non avete questo codice, voi che, utilizzando in modo contingente principi ed istituzioni, vi levate a supremi sostenitori della vita democratica , voi in nome di che cosa potete parlare al pubblico italiano? esso potrà anche ascoltarvi per un momento, solo a patto di essere immemore, solo in quanto non intende che il vostro scoperto gioco politico sta in questo, che voi potete accusarci non in base ai vostri principi ma solo in base ai nostri principi. è per queste considerazioni che noi abbiamo capito che cosa c' è in realtà sotto la grande campagna moralizzatrice che la destra e la sinistra conducono con diversità di tono e di sfumature contro il nostro partito e contro il centro democratico. abbiamo capito che questa ansia di moralizzazione non è sincera, perché non è fondata sull' accettazione dei principi che la possono giustificare. si tratta di uno scoperto gioco politico che in realtà tende ad attaccare non soltanto il Governo che oggi è dinanzi a voi, ma, proprio quelle istituzioni, proprio quel costume, proprio quei principi, per travolgere un mondo, per sradicare quel fondamento di civiltà nel quale noi crediamo e di cui voi volete sbarazzarvi per poter acquisire il potere. ed è anche per questa consapevolezza di un sostanziale obiettivo di sovversione che va al di là della tattica contingente di attacco ad un Governo; è anche per questa ragione che la maggioranza si trova compatta per riconfermare la fiducia al Governo dell' onorevole Scelba. consentite poi che faccia seguire alcune brevi considerazioni relative al più vasto significato che ha, naturalmente, la riconferma della nostra fiducia al Governo. è evidente, quale che sia l' occasione nella quale siamo chiamati ad esprimere il nostro giudizio, che la nostra presa di posizione riguarda implicitamente anche la formula di Governo. essa va a questo modo di collaborazione che noi abbiamo voluto e promosso tra partiti affini, va alle direttive fondamentali della nostra politica, e in prima linea della politica estera , oggi particolarmente richiamata dallo svolgersi degli avvenimenti nel vasto scacchiere mondiale. quindi noi riconfermiamo, sulla base delle premesse da me poste e con gli intenti da me chiariti, la nostra fiducia a questa formula di Governo che rappresenta il coordinamento di più visioni politiche, accomunate tutte da una intuizione base, quella della difesa necessaria ed urgente della democrazia, delle libere istituzioni al servizio dell' uomo. tale fiducia noi riconfermiamo insieme con gli altri partiti della coalizione, nella comune ansia di rinnovamento e di elevazione sociale, così da eliminare i margini che possono storicamente restare fuori della circolazione vitale della società. questo è il nostro intento: far sì che la società sia tutta viva, tutta presente a se stessa , tutta piena di dignità, senza che nulla resti fuori della vitale circolazione dei beni di ogni ordine. questo il nostro senso della libertà, per il quale noi accettiamo la democrazia come espressione della vitalità di tutto il corpo sociale , senza esclusioni e senza privilegi. il rilievo delle affinità esistenti tra i partiti che entrano a comporre l' attuale Governo e che costituiscono la sua maggioranza è una ragione di coordinamento e di collaborazione del tutto naturale. cioè, noi abbiamo concentrato di questa Camera, per costituirne una base di Governo, le forze che reputiamo più affini e più capaci di collaborare. già dissi un' altra volta, parlando per dichiarazione di voto all' atto della costituzione di questo Governo, che noi non crediamo di dover dare patenti di democrazia a questa o a quella forza politica . noi costituiamo questa aggregazione naturale di forze affini, la quale non vuole stabilire nessun pericoloso esclusivismo. noi non abbiamo esclusivismi, perché siamo democratici, perché crediamo cioè che il Governo non esaurisca il potere, perché crediamo che il Governo sia solo una delle varie articolazioni delle istituzioni democratiche. costituire un Governo a base ristretta sul fondamento di particolari affinità non significa impadronirsi totalitariamente del potere, perché di fronte al Governo v' è un Parlamento, perché di fronte alla maggioranza v' è una opposizione che può crescere e può diventare maggioranza. il Governo che noi abbiamo costituito e di cui vediamo ancora in questo momento la vitalità è un Governo a base ristretta, ma solida. le due cose sono appunto diverse; un Governo può avere, come questo, una base ristretta, perché ha riscontrato entro un ambito più limitato quelle affinità che possono condurre alla collaborazione governativa e può tuttavia avere in questa maggioranza ristretta una maggioranza solida. il margine della comodità è un lusso di cui non si può sempre usare. ne deriva perciò per il Governo una posizione di battaglia, una posizione di coraggio, una posizione di consapevolezza. non siamo certamente, onorevoli colleghi , in una posizione comoda, ma dalla mancanza del margine di comodità noi ricaviamo l' impulso per approfondire il nostro impegno programmatico e per affinare gli strumenti della nostra collaborazione al servizio del paese. questo dovere di consapevolezza, di responsabilità, di chiarezza, ci incombe particolarmente in relazione alla situazione internazionale presente. si è fatto riferimento da più parti, sia pure con la riserva d' una più ampia discussione in una propria sede, alla circostanza che il dibattito parlamentare sul bilancio degli Esteri si aprirà quest' anno sulla base della mancata ratifica della Comunità Europea di difesa. e, a questo proposito, è da rilevare sul piano psicologico qualche dato che può essere utile riscontrare e che anche voi fareste bene a notare. sembra che proprio la caduta di questo strumento di collaborazione europea abbia destato in coloro che forse erano più tiepidi e più dubbiosi di fronte ad essa, in relazione alle difficoltà evidenti della situazione venutasi a determinare, un processo volto a riconsiderare e rivalutare quello strumento al quale si guardava ieri con perplessità. come pure tale circostanza mi pare abbia permesso — ed è cosa utile — di chiarire come la posizione europeistica che si esprimeva nella Comunità di difesa in sostanza avesse un significato politico più che un significato militare: significato di cooperazione, significato di incontro fra Stati affini, accomunati da una civiltà molto similare, cooperazione fra questi Stati prima sul piano economico, sociale e politico, e poi — e solo sussidiariamente — sul piano militare. comunque, a parte questi significativi rilievi di ordine psicologico, che voi non avete fatto perché non siete attenti a cogliere onestamente aspetti interessanti e veri delle posizioni dei vostri avversari, dobbiamo notare che le incertezze presenti, le incertezze sulla via della realizzazione degli obiettivi di unità europea e di collaborazione occidentale, le soste, le attese, quali sono quelle che contrassegnano questo momento, non possono essere interpretate come un mutamento radicale di obiettivi politici, così come non possono essere interpretate, a mio parere, come — forse incautamente — da taluno sono state interpretate, come la possibilità di ritorno ad una politica di potenza e di indiscriminata autonomia nazionale come in tempi passati, credo definitivamente passati. visione, questa, non realistica, visione pericolosa che alcune forze della destra politica vanno accarezzando. a destra dello schieramento politico italiano vi è chi più o meno scopertamente si compiace d' una defezione dallo schieramento europeo che probabilmente non esiste, che tutti ci auguriamo che non esista, quasi che si offra con ciò al nostro paese una nuova prospettiva di azione, col sottinteso della possibilità di un ritorno — sotto altre insegne — ad una politica irresponsabile di avventure. credo che noi dobbiamo deludere questi nostri colleghi. è più che mai attuale, invece, è più che mai necessaria una politica di integrazione, una politica di aggregazione, perché una politica di aggregazione è per se stessa , per definizione, una politica di contemperamento, di equilibrio, una politica animata da un vivo senso di responsabilità . quando, nella forma di integrazione e ponendosi su un piano più alto, si riescono a superare i sacri egoismi e il giuoco degli interessi nazionalistici, siamo veramente in un' altra atmosfera, quella di una solidarietà responsabile, equilibrata. ed è questa la maggiore garanzia che noi possiamo offrire a coloro che mostrano di temere una inesistente spinta aggressiva dell' Occidente. la nostra è, quindi, proprio perché politica di aggregazione, proprio perché politica che nasce da talune rinunzie a particolari posizioni nazionali ed alla elevazione su di un piano più alto, è una politica di equilibrio, anche se di rigorosa difesa del nostro modo di vita e dei nostri confini. il processo di integrazione europea , il superamento del frazionamento dei piccoli paesi, troppo piccoli per vivere autonomi in una situazione come quella presente, assicura appunto la vittoria negli egoismi particolari nelle zone di maggiore affinità, garantisce una politica di equilibrio e di pace, realizza una opportuna articolazione dell' Alleanza Atlantica . sarà necessario ripetere, poiché ciò viene dimenticato, che se si profilasse il pericolo di una egemonia americana nei confronti dell' Europa, proprio l' unità europea risponderebbe adeguatamente a questo pericolo. ma proprio l' atteggiamento degli USA nei confronti dell' unità europea, dimostra che questo intento egemonico non esiste. l' articolazione dell' Alleanza Atlantica in un nucleo europeo che ieri chiamavamo Comunità Europea di difesa e che domani chiameremo probabilmente in un altro modo, questa articolazione in un nucleo europeo dell' Alleanza Atlantica è un fatto di grande importanza, significa la voce dell' Europa, la autentica voce di questa civiltà europea occidentale che si esprime e si fa, valere nell' ambito della comunità di popoli liberi. è l' Europa che, superate le particolari divisioni, acquisisce una forza economica, una forza sociale, una forza politica ed anche una forza militare che permettono ad essa di dire una parola più autorevole, di ben maggior peso nell' ambito del grande giuoco della politica mondiale . sicché per noi italiani il problema della integrazione europea , il problema della creazione su basi di intesa cordiale di un nucleo europeo dell' Alleanza Atlantica , resta un grande problema nazionale che noi dobbiamo contribuire a risolvere. una integrazione europea senza esclusione né della Germania, né della Francia, entrambe indispensabili, e con la maggiore possibile partecipazione dell' Inghilterra. la presenza della Francia è dettata dalla geografia, dalla storia, dal nostro insopprimibile sentimento di solidarietà. la presenza della Germania è un fatto politico prima che militare, è il superamento, come ha bene affermato l' onorevole Scelba in Senato, della discriminazione fra vincitori e vinti, è un doveroso atto di fiducia e di solidarietà, è una assicurazione contro avventure e pericolosi ritorni. l' Italia deve adoperarsi, come si sta adoperando, perché siano superate le difficoltà, perché siano avvicinate le distanze che possono intercorrere tra le diverse posizioni, sicché questa articolazione europea nell' Alleanza Atlantica si possa finalmente determinare. la CED è caduta: è caduta per un complesso di ragioni che in questa sede mi pare difficile indagare, (lo faremo forse trattando del bilancio degli Esteri). non dobbiamo essere in questo momento — come qualche volta accade, non solo da parte di coloro che sono per principio avversari di queste posizioni — non dobbiamo essere in una posizione di sfiducia. vi sono alcuni i quali ritengono che si possa avere fiducia nella Germania al 100% in una forma, e nessuna fiducia in un' altra. vi sono alcuni i quali ritengono che si possa avere fiducia al 100% nell' Europa se si articola in una certa forma, e nessuna fiducia se tenta faticosamente di articolarsi in un' altra. quello che importa, onorevoli colleghi , quello che è certamente presente al Governo, e che le finalità sostanziali restano immutate. è venuto meno uno strumento che poteva essere considerato particolarmente adatto, particolarmente vicino alla meta, l' unità europea. se questo strumento è diventato inoperante, bisogna trovare un altro strumento per risolvere questo problema che resta, per indirizzarsi verso queste permanenti finalità della nostra politica: politica di sicurezza, politica di pace, politica di ricostruzione dell' edificio europeo. riprendiamo perciò il cammino per un' altra strada, forse più lunga, con la speranza, con la certezza, con la necessità inderogabile di arrivare alla meta, senza accettare imposizioni di nessuno, in uno spirito di vera pace. questo, onorevoli colleghi , è il nostro compito; è questo che il Governo e la sua maggioranza dicono al paese in questo momento, in questa necessaria, urgente chiarificazione delle idee. questi sono i grandi problemi, direi istituzionali, che sono dinanzi a noi in questo momento: rifare più piena, più vera la vita democratica del nostro paese, in uno spirito di equilibrio e di verità, costruire l' Europa e contribuire, attraverso questa costruzione, alla pace del mondo. questo è il nostro compito. e, di fronte a questo compito, noi sentiamo qual è il nostro inderogabile dovere in questa ora, senza lasciarci fuorviare da manovre intimidatrici o da abili speculazioni del momento: superare la contingenza, che qualche volta ci abbassa e ci mortifica, per guardare alle grandi mete verso le quali si deve indirizzare, per il bene del paese, la nostra azione.