Palmiro TOGLIATTI - Deputato Opposizione
II Legislatura - Assemblea n. 17 - seduta del 24-08-1953
1953 - Governo De Mita - Legislatura n. 10 - Seduta n. 117
  • Comunicazioni del governo

brevissimo potrei essere, signor presidente , quasi telegrafico, onorevoli colleghi , se volessi e potessi limitarmi a esporre le ragioni immediate per cui, udite le dichiarazioni del Governo , seguita la discussione, ascoltata la replica del presidente del Consiglio , noi neghiamo la fiducia a questo Governo, cioè gli voteremo contro. queste ragioni sono state infatti esposte già ampiamente e in modo perspicuo dai colleghi di mia parte che sono intervenuti nel dibattito che ha avuto luogo nei giorni scorsi. esse riguardano, prima di tutto, la natura di questo Governo, che intendo come modo del suo nascimento da una crisi lunga, faticosa, oscura anche, dalla quale chiara mi sembra sia risultata soltanto l' incapacità del Partito di maggioranza (il quale ha dato tutti i membri dell' attuale formazione governativa) di tener conto e adeguarsi alla situazione politica che l' elettorato italiano ha fatto uscire dal voto del 7 giugno. chiara è dunque risultata, ripeto, l' incapacità di questo partito di rientrare, in questo modo, nell' ambito non solo, direi, del costume, ma del dovere democratico, di uno di quei doveri il rispetto dei quali, a seconda della dottrina ripetutamente accennata dal presidente del Consiglio , anche se non è originale, dovrebbe precedere il diritto di dare tutti i ministri al Governo del paese. il secondo motivo per il quale neghiamo la fiducia a questo Governo riguarda la sua composizione, che ne fa un Governo formato tutto da uomini che appartengono a quella corrente politica la quale si è rifiutata di adempiere questo dovere democratico. in terzo luogo la nostra sfiducia è generata dalla definizione equivoca e anche sommamente pericolosa che il Governo dà di se stesso come di pura amministrazione, di passaggio, di transizione, il che, se ha un senso, vuol dire che l' immobilismo politico e l' immobilismo economico che è stato rimproverato da tutte le parti ai precedenti governi della Democrazia Cristiana , in questo caso diventerà quasi un principio, una norma fondamentale dell' attività governativa, e questo proprio nel momento in cui un massimo di intelligente, se pur cauta, iniziativa sarebbe necessaria in tutti i campi di attività dell' organo a cui spetta dirigere la nostra politica nazionale. in quarto luogo neghiamo la fiducia al Governo per il programma che esso ha enunciato, perché anche se nella dichiarazione fatta dal presidente dei Consiglio il 19 agosto (e con intenzione l' onorevole Pella due volte nella chiusa delle sue recenti dichiarazioni si è richiamato proprio ad essa), anche se in questa dichiarazione abbiamo trovato e riconosciuto di aver trovato il verbale riconoscimento dell' urgenza indispensabile della soluzione di determinate questioni che noi maggiormente abbiamo contribuito a porre davanti all' opinione pubblica italiana nell' attuale momento, non abbiamo però trovato l' annuncio di atti concreti che sia nell' intento del Governo di compiere per dare a quei problemi una soluzione o, per lo meno, per avviare ad essa. infine la nostra sfiducia viene dal fatto che in quel poco di attività governativa cui abbiamo potuto assistere in questi giorni, e in particolare nelle dichiarazioni conclusive che sono state testé fatte dall' onorevole presidente del Consiglio , non abbiamo trovato i segni di un mutamento effettivo di indirizzo politico né nella politica interna , né nella politica estera , né nella politica economica . direi anzi che le dichiarazioni che ella, onorevole Pella, ha fatto qui poco fa hanno peggiorato, a giudizio nostro, la situazione, hanno reso più evidenti le lacune, hanno sottolineato la mancanza di decisione nell' affrontare quelle questioni che nella prima sua dichiarazione e nelle esposizioni fatte durante il dibattito dagli oratori di tutte le parti della Camera, sono state riconosciute come tali che devono essere ad ogni costo e presto affrontate e risolte. per quel che si riferisce alla politica interna — e qui, onorevole Pella, mi perdoni se continuo a far vibrare una corda che ella ha toccato — vorrei dire che voi non avete dimostrato ancora di saper compiere il vostro dovere, quel dovere di rispettare e non di violare a danno dei cittadini le leggi dello Stato e la Costituzione, in modo tale che vi dia il diritto di aspirare al voto favorevole di un' assemblea democratica e repubblicana. questa nostra impressione è stata accentuata dalle ultime sue dichiarazioni dove ella, non so con quale spirito di opportunità, è andata a ripescare perfino la storia delle armi, che sempre si ritrovano quando fa comodo per fare un discorso. le hanno riferito che a Ferrara hanno trovato delle armi. onorevole Pella, perché non le danno notizia delle armi che si trovano anche in altri luoghi? vorrei dirle che alcuni giorni or sono, non più di quattro giorni fa, sulla porta di casa di un dirigente del nostro partito che è anche membro di questa Assemblea sono stati trovati degli ordigni micidiali. naturalmente abbiamo denunciato immediatamente la cosa alle autorità. riferisco un fatto, onorevoli colleghi , lasciatemi dire. naturalmente, dunque, abbiamo subito avvertito le autorità di Pubblica Sicurezza , ma abbiamo dovuto salire assai in alto prima di trovare quel minimo di attenzione che il fatto stesso richiedeva. probabilmente, ciò è accaduto perché si poteva anche pensare che quegli ordigni, che evidentemente non potevano essere stati posti da chi abitava la casa, fossero invece strumento di chi aveva intenzione di fare agli abitanti della casa qualche brutto scherzo. completi dunque, onorevole Pella, su queste cose, le proprie informazioni. gravissima poi è la sua affermazione di voler escludere da un decreto di amnistia il condono delle misure prese a carico dei dipendenti di pubbliche amministrazioni che hanno partecipato a scioperi di natura politica. essa infirma tutta la volontà che ella aveva precedentemente manifestato di voler fare una politica di distensione e pacificazione. vorrei poi ricordarle, onorevole Pella, che il fascismo, il quale non era un regime tenero per gli scioperanti e per il diritto di sciopero, anzi l' aveva condannato e soppresso con le sue leggi e ne puniva l' attuazione, tutte le volte che emanò un decreto di amnistia sempre comprese nel decreto stesso il condono delle pene amministrative date a coloro che si erano resi colpevoli di atti di quella natura. per quanto si riferisce alla politica estera , nelle ultime sue dichiarazioni invano abbiamo cercato anche la più lontana traccia della volontà di fare qualche cosa di nuovo, che corrisponda alla nuova situazione internazionale che vediamo svilupparsi sotto i nostri occhi, un fatto dopo l' altro, e che richiederebbe che l' Italia fosse presente con una propria iniziativa. ecco, nel modo più rapido esposti, i motivi del nostro voto contrario. a questo potrei aggiungere, affinché il quadro della futura nostra condotta parlamentare possa essere del tutto chiaro, che il nostro voto contrario sarà naturalmente alieno da qualsiasi opposizione preconcetta, massimalistica, sciocca. discuteremo come sempre abbiamo fatto, in modo oggettivo, tutte le misure che ci verranno presentate e la politica governativa nel suo complesso, non alieni dal dare il voto favorevole a quelle misure che siano conformi all' interesse del paese e soprattutto alle esigenze delle masse lavoratrici italiane nell' attuale momento. giunto a questo punto, però, un tema mi tenta e ad esso non posso sfuggire. è il tema, assai più ampio, della giustificazione della nostra sfiducia non più sulla base dei motivi immediati che ho detto, ma ispirandoci a una visione più profonda della situazione che sta oggi davanti a noi e che ci attende, che attende noi e attende il popolo italiano . intervenendo un mese fa nel dibattito che si concluse con la caduta del precedente gabinetto, ebbi occasione di esprimere il mio pessimismo per quanto si riferisce alle prospettive politiche della nostra situazione. questo mio giudizio oggi rimane. rimane anche se riconosco che alcuni elementi di carattere positivo sono pure affiorati, sia nel corso della crisi Piccioni, sia nel corso di questo dibattito. il giudizio di fondo rimane, però, pessimistico. il 7 giugno, attraverso il voto degli elettori, e il 28 luglio, attraverso una successiva decisione parlamentare che rispecchiava quel voto, è caduto qualcosa in Italia, qualcosa di molto importante è crollato. se non volete ch' io dica che è caduto un regime, dirò che è stato battuto in breccia un sistema, quel modo di governare il paese che era stato attuato nel corso dell' ultimo sessennio. questo modo di governare l' Italia è stato da noi definito altre volte come il peggiore che si potesse avere nell' ambito di un ordinamento democratico borghese quale è quello in cui viviamo. evidente che il fascismo era peggio, ma il fascismo è qualitativamente altra cosa, in quanto è dittatura aperta del ceto più reazionario contro i lavoratori e le masse popolari . nell' ambito di un regime democratico borghese, il modo di governare il paese attuato dall' onorevole De Gasperi e dai suoi collaboratori era il peggiore. la Costituzione venne, in questo periodo, non applicata, ignorata, calpestata. le leggi furono considerate dai governanti come normative per gli altri, non per loro stessi. di qui il dilagare della prepotenza, del malcostume, della corruzione e la guerra fredda contro i lavoratori la quale ebbe le sue espressioni più gravi nell' impiego della forza pubblica agli ordini dello Stato e al servizio delle caste privilegiate nei conflitti di lavoro e contro i lavoratori e nella discriminazione odiosa a danno di tutta una parte dei cittadini. in politica estera questo modo di governare si è espresso con l' accettazione supina della guida degli USA, cioè di uno Stato imperialista e reazionario che è andato agitando e continua ad agitare in questi giorni nel mondo la fiaccola della guerra per terrorizzare i popoli e cercare di imporre la propria egemonia. culmine di questo modo di governare, che noi abbiamo qualificato come il peggiore che si potesse oggi avere, fu la legge elettorale , che il popolo chiamò legge truffa e che avrebbe dovuto rendere non dico eterno, perché di eterno non vi è nulla, ma permanente per diritto quel modo di governare in Italia, cioè il monopolio politico dei gruppi privilegiati raccolti attorno al partito democristiano . quale è oggi l' esigenza fondamentale della vita italiana? è che questo modo di governare sia liquidato e che non risorga. ciò è necessario per tutti gli aspetti della nostra situazione: per consolidare la democrazia, per avere una distensione all' interno del paese, per iniziare, almeno, l' attuazione delle indispensabili riforme economiche fondamentali e il rinnovamento della classe dirigente , per far sparire la corruzione, per riacquistare la nostra autonomia nel campo dei rapporti internazionali. orbene, l' attuale Governo, che si qualifica di transizione, ci porta verso questo o verso quale altro obiettivo? ogni transizione è transizione verso qualche cosa. verso che cosa ci porta l' onorevole Pella? io non son certo così ingenuo da credere che l' onorevole Pella possa fare dichiarazioni esplicite su questo problema. egli è tenuto a dire le cose che ci ha detto oggi; non può dirci nulla di diverso. vado dunque ai fatti. quali sono i fatti che si riferiscono al problema da me posto, dal giudizio sui quali possiamo derivare un voto favorevole o contrario a questa formazione governativa? il fatto nuovo che prima di tutto e più di tutti colpisce è, senza dubbio, il voto favorevole del partito monarchico . ora, che cosa può significare questo voto? non voglio drammatizzare l' ipotesi della restaurazione monarchica, che considero, nelle circostanze attuali, irreale. quella che mi interessa è un' altra cosa, è il fatto che un blocco permanente del partito monarchico con il partito della Democrazia Cristiana significa non solo la possibilità ma la certezza di un ritorno a quel modo di governare che il 7 giugno è stato condannato e che noi consideriamo debba essere liquidato nell' interesse della democrazia e della nazione. permanente avrebbe le sue conseguenze anche nel senso di creare una crisi nelle file del movimento monarchico; ma questo sarebbe un fenomeno successivo, che ci interesserebbe più tardi. intanto, si realizzerebbe quella unità di tutto il ceto più reazionario, che in sostanza l' onorevole De Gasperi auspicava durante la campagna elettorale in modo molto chiaro... e che se si fosse realizzata avrebbe permesso l' attuazione della legge truffa e ci avrebbe fatto tornare al modo dei governi precedenti, e con dei peggioramenti. orbene, quello che io vedo, onorevole Pella, nel prossimo futuro, è che il voto del partito monarchico per il suo Governo così detto transitorio, di amministrazione, del tutto innocente, che non pesa e non qualifica politicamente i voti che riceve, sia proprio ciò che occorre e ciò che vien fatto per preparare per altra via questa possibilità. dopo un voto di fiducia , dopo un altro voto di fiducia , dopo i 17 voti favorevoli sui 17 bilanci dello Stato, il blocco tra la Democrazia Cristiana e i monarchici sarà diventato quasi una abitudine, e così si saranno create le condizioni di una situazione politica nuova, grave, piena di pericoli. di qui la necessità della vigilanza e di qui il fatto che la nostra fiducia diventa, per questo motivo, qualcosa anche di più serio, diventa diffidenza, timore di qualcosa di serio e grave verso cui possiamo essere condotti attraverso questo espediente che ella, signor presidente del Consiglio , ci presenta come qualcosa di provvisorio, di non qualificato, di innocente. i pericoli del movimento che si compie in questa direzione sono oltremodo gravi. vedete quello che già sta avvenendo; osservate la campagna che viene condotta da alcuni tra gli organi più diffusi dell' opinione pubblica , dove la situazione nuova creata dalla formazione di questo Governo viene salutata come il superamento alla fine realizzato in modo definitivo delle formule cosiddette ciellenistiche, e contro il Comitato di liberazione nazionale , che sarebbe stato la causa di tutte le sciagure del nostro paese, si lanciano imprecazioni, maledizioni. state attenti, colleghi! state attenti, colleghi, perché qui si apre un abisso! il Comitato di liberazione nazionale è il progenitore, è la culla della rinata democrazia italiana! non si possono rinnegare né vituperare i propri progenitori. devi onorare i tuoi progenitori, se vuoi vivere a lungo su questa terra. se vogliamo che viva a lungo un regime di democrazia repubblicana, non possiamo rinnegare, esorcizzare, maledire il comitato di liberazione, né a cuor leggero tollerare che altri lo faccia. ma queste sono ipotesi. non vedete voi oggi, invece, ci si dice, il tono diverso, la correttezza, la signorilità distensiva del nuovo presidente del Consiglio ? senza dubbio vediamo e riconosciamo la forma nuova. le forme però hanno un valore, ma non determinano una situazione se non in quanto esprimono qualche cosa di diverso nella sostanza. nella sostanza ci si propone di cambiare, sì o no ? i gruppi dirigenti delle classi capitalistiche italiane hanno capito che bisogna cambiare qualche cosa? questo è già avvenuto altre volte, tra di noi. intorno al 1900 le classi dirigenti italiane lo capirono, e si passò da governi reazionari aperti a governi di tendenza liberale e democratica: non escludo che possa esservi oggi un conservatore non sanfedista intelligente il quale si domandi con preoccupazione dove si può arrivare se si continua per la strada di prima. dopo cinque o sei anni di governi reazionari e sanfedisti abbiamo avuto un 7 giugno, con una moltiplicazione da tutti inattesa dei voti comunisti e socialisti, col frantumarsi dei partiti di centro corresponsabili della politica che era stata fatta. se si ritorna alla strada di prima, non si avrà un altro 7 giugno, in misura più grande, e con una rinascita ancora più acerba di spirito anticlericale di quella che oggi già si costata? vorrete voi, timorosi di questo pericolo, aggravare ancora di più le prospettive, accarezzando le rivendicazioni di tipo nostalgico che vengono da quella parte? una accentuazione di questa natura farebbe gravare sull' Italia prospettive molto più gravi; non più di un 7 giugno, ma di un 25 luglio o qualcosa di simile. di fronte alla realtà e gravità di queste prospettive, vi è qualcuno, ripeto, che si accorga a tempo che bisogna cambiare strada? se vi è chi abbia volontà di migliorare il modo del nostro Governo, non saremo noi a preferire il peggio al meglio. preferiamo sempre il meglio. preferiamo che ci si muova nella direzione del distacco dai metodi che abbiamo esperimentato negli anni passati; ma anche noi abbiamo un nostro meglio da rivendicare e quindi abbiamo una ipoteca da mettere sul futuro della vita politica del paese. sarebbe ridicolo che non volessimo mettere questa ipoteca. ogni partito che ha un programma concreto e lavora e lotta perché una parte almeno di esso venga realizzata, cerca di mettere una sua ipoteca sulla vita politica del paese e ha il diritto e il dovere di farlo. in questo senso del resto ritengo che noi abbiamo ottenuto fino ad ora successi molto notevoli. ho ascoltato con interesse il dibattito che oggi si chiude e da esso ho tratto ancora una volta la convinzione che sbagliano coloro che credono si contribuisca a dirigere la vita politica nazionale solo quando si fa parte di una maggioranza o si entra in un Governo. no: si contribuisce alla direzione della politica nazionale prima di tutto quando si riesce a imporre all' attenzione di tutta la nazione determinate questioni, facendone sentire la urgenza, la inderogabilità, la necessità assoluta che vengano risolte. ricordatevi la recente campagna elettorale , quando da una parte suonava la stridula voce di chi, chiedendo venisse approvata la riforma elettorale , rivendicava leggi eccezionali repressive, e dall' altra parte si levava la nostra voce a chiedere prima di tutto una lotta grande contro la miseria e la corruzione, per migliorare le condizioni di vita di tutti i cittadini in una atmosfera di distensione e di concordia. quando noi citavamo le cifre indicative del disagio e della miseria di masse sterminate di popolo, ci si diceva che eravamo dei guastafeste, se non dei calunniatori della patria. oggi tali cifre le abbiamo sentite ripetere da oratori di tutte la parti. abbiamo avuto ieri persino la sodisfazione di vedere avanzata da un oratore liberale la proposta del bicchiere di latte per i bambini delle scuole, che è una rivendicazione dell' Unione donne italiane , ma naturalmente da tutti trascurata fino a che non ne parlavamo che noi. è su questo terreno, è per condurre questa grande lotta sociale a favore del popolo che bisogna muoversi, e non con parole, ma con atti concreti. gli oratori di nostra parte hanno già indicato quali potrebbero essere alcuni di questi atti concreti. bisogna agire per togliere ai ceti privilegiati il controllo esclusivo della vita economica e della ricchezza nazionale. bisogna spezzare le posizioni di predominio monopolistico che sono causa del disagio della maggioranza dei cittadini. bisogna stabilire quei contatti con le organizzazioni dei lavoratori che renderanno possibile l' accesso di questi alla direzione politica e quindi la formazione di una nuova classe dirigente . e ciò dovrà farsi nel rispetto della Costituzione repubblicana e nel quadro di una politica energica e attiva di pace con tutti i popoli del mondo. questo Governo è capace di fare ciò, o anche solo di fare alcuni passi in questa direzione? non lo credo. non avete nemmeno avuto la possibilità di promettercelo e i vostri atti non parlano in questo senso. di qui la nostra diffidenza, di qui il nostro voto di sfiducia . ma di qui, in pari tempo, l' impegno che ci assumiamo di comportarci in modo tale che renda più facile la formazione di un Governo che si muova per la strada da noi auspicata, per superare i residui delle aspre tensioni dei tempi passati, liquidare le incomprensioni, le discriminazioni, i processi alle intenzioni e i processi delle streghe e preparare i contatti e la cooperazione che saranno necessari. nello stesso modo ci comporteremo nel paese, perché non vi è contrasto, onorevole Pella, tra l' azione che si svolge qui e quella che si svolge nel popolo. il popolo elegge il Parlamento; questo lavora e nel suo lavoro è di continuo giudicato dal corpo elettorale , che avanza le proprie rivendicazioni e chiede siano sodisfatte. soltanto questa è democrazia. in questo modo continueremo a lavorare con tenacia, costanza e pazienza, sicuri che, come siamo riusciti ad avere successo il 7 giugno, imponendo all' attenzione di tutti le questioni che più stanno a cuore al popolo e da cui dipende la vita del popolo, così riusciremo a imporre a tutti la necessità che per risolvere queste questioni si faccia qualche cosa di reale, di effettivo, nell' interesse di tutti.